LA DERIVA AUTORITARIA
Quando in Italia emerge una figura politica di spicco,
la profezia della “deriva autoritaria” comincia puntualmente ad
aleggiare minacciosa, finché finalmente non viene formulata a chiare lettere da
qualche temerario a cui si unisce la congrega dei soliti noti. Nel caso di
Salvini ai consueti supporter si è aggiunta la pattuglia agguerrita dei “questa
volta è diverso” (QVD) del Foglio. Si tratta di gente stimabile, per cui il caso
merita un’analisi supplementare.
Puo’ darsi che i QVD abbiano ragione, lo status quo bias
annebbia la mia lucidità, in più, non avendo mai vissuto i prodromi
della dittatura mi mancano i feedback per sviluppare le giuste sensazioni.
L’unica cosa che posso fare è passare in rassegna le misure caldeggiate da
Salvini e i fatti a lui collegabili per valutare quanto sia credibile la
minaccia.
AUTONOMIA. Non ho mai visto un autocrate promuovere l’autonomia
dei territori, semmai promuove la centralizzazione.
LEGITTIMA DIFESA. E’ una forma di sussidiarietà, anche qui si va
nel senso opposto a quello prediletto dalla personalità autoritaria, che semmai
sequestra tutte le armi per acquisirne il monopolio.
PIU’ RISORSE ALLE FORZE DELL’ORDINE. Stante il fatto che
l’ordine viene mantenuto con prevenzione e/o repressione, l’autocrate favorisce
la prima via poiché gli consente di mettere il becco ovunque nella società
civile. Chi invece segue la via opposta è costretto a compensare con un maggiore
effetto deterrenza. A parità di leggi, non è affatto detto, quindi, che più
polizia implichi più autoritarismo, anzi.
PIU’ LAVORI PUBBLICI. L’autocrate ama le grandi opere e i
campioni nazionali, nel nostro caso concreto, però, si tratta di opere come la
TAV sponsorizzate un po’ da tutti, tranne che dagli alleati di
governo.
FLAT TAX. Meno tasse al centro, meno potere al centro. In sè non
vedo come la misura possa destare preoccupazioni di deriva autoritaria. Certo,
al crescere del deficit il domani è incerto, ma qui si va sulla speculazione
politica.
ALLEANZE ESTERE. Le simpatie per Putin e per Orban sono il vero
cavallo di battaglia dei QVD. Qui hanno molte frecce al loro arco.
DAZI. Il protezionismo è una politica molto amata dai dittatori,
qui la minaccia è palpabile.
IMMIGRATI. La razza bianca è destinata all’estinzione e questo
futuro, ben chiaro a tutti, genera ansia. Il blocco degli sbarchi più che deriva
autoritaria potrebbe essere una risposta, criticabile finché si vuole, a questo
sentimento comprensibile.
BIBBIANO. E’ solo una guerra culturale tra chi tifa FAMIGLIA e
chi tifa ESPERTI. A Bibbiano la FAMIGLIA sembra aver segnato un gol e i suoi
tifosi esultano. Gli altri se la prendono con l’arbitro. Aggiungo che chi tifa
FAMIGLIA di solito tifa per la moderazione politica: la famiglia asciuga ogni
ideologia.
BRUTTEZZA. Salvini è brutto, ha la pancia ma soprattutto parla
male. La gente priva di senso civico che non si è mai occupata di politica (cioè
“brutta”) ha come la sensazione che tolga loro le parole di bocca, e quindi lo
vota. Il rischio qui è di sconfinare nello psico-fascismo della Murgia, una
condanna inflitta ai caratteri più che alle idee reali. Tra la personalità
autoritaria e la deriva autoritaria c’è una bella differenza. Aggiungo che la
Lega governa al nord da decenni senza particolari problemi di “autoritarismo”,
davvero Roma è così differente dalla Lombardia? Davvero Salvini è così diverso
dagli altri leghisti?
I GIORNALONI. la oro denuncia segna il declino della libertà
d’espressione? Io penso di no, interpreto piuttosto queste antipatie come
un’insofferenza del media bias, fenomeno reale e arci-noto. Il fatto che la
presenza di questo specchio deformante nella comunicazione politica non abbia
soluzioni facili (e forse non abbia nessuna soluzione) non deve impedire di
indicarlo, e talvolta di indicarlo al pubblico ludibrio.
Qualche altro punto da aggiungere alla rassegna?
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martedì 6 agosto 2019
venerdì 5 luglio 2019
PERCHE’ LO SPIETATO SALVINI NON MI SCANDALIZZA
PERCHE’ LO SPIETATO SALVINI NON MI SCANDALIZZA
Anche da pro-immigrazionista open border non sono scandalizzato dal truce Salvini. Perché?
Innanzitutto, la mia posizione di partenza è piuttosto utopica. Volendo tradurla in concreto prenderebbe questa forma: aprite un generoso corridoio umanitario con la Libia… e poi: NESSUNA PIETA’ con chi arriva in altro modo.
Detto altrimenti, anche la mia posizione prevede SPIETATEZZA a volontà. Sarà per questo che quella di Salvini non mi impressiona.
mercoledì 26 giugno 2019
IL LAGER LIBICO
IL LAGER LIBICO
Mi chiedo se la presenza di lager in Libia alleggerisca le responsabilità morali del ministro Salvini. Mi spiego meglio.
Prendiamo 42 migranti a caso, concentriamoci sul loro benessere psico-fisico. Dove stanno meglio? In un lager libico o a bordo della Sea Watch al largo del porto di Lampedusa?
Poniamo che le due condizioni siano simili (prima premessa).
Adesso supponiamo che: se il ministro italiano M volesse prelevare 42 migranti dai lager libici e caricarli su una nave della marina, potrebbe farlo, gli verrebbero consegnati senza problemi, il costo dell'operazione, inoltre, sarebbe minimo (seconda premessa).
Veniamo al dilemma etico: perché il ministro Salvini è da molti considerato un "criminale infame" per il suo blocco mentre l'ipotetico ministro M non merita una simile qualifica per la sua inazione?
Possibili risposte (con la mia reazione istintiva):
1) Perché le due premesse fatte sopra non reggono.
Naaa. A leggere questo articolo la prima regge. La seconda forse è più problematica, ma neanche tanto: perché mai i libici non dovrebbero consegnarci dei migranti entusiasti di venire da noi? E che costo puo' avere per la marina compiere materialmente il trasporto? Vanno avanti e indietro tutto il giorno, se una spola la fanno con 42 migranti a bordo non cambia granché.
2) Perchè Salvini impedisce un'azione mentre M non la compie.
Naaa. Se il costo di "impedire" è pari al costo di "compiere", entrambi i ministri sono parimenti responsabili per le loro azioni (o inazioni).
3) Perché un male conosciuto che si compie davanti ai nostri occhi (lo stallo in mare della Sea Watch davanti le nostre coste) è più grave di un male conosciuto ma che si compie lontano dai nostri occhi (i lager libici).
Naaa. Se vogliamo usare la ragione, un male è un male, punto. Visto o non visto. Se invece volgiamo usare lapancia...
4) Perché Salvini è arrogante.
Naa. In questo caso sarebbe "antipatico" più che "responsabile" di qualcosa.
5) Perché la legge non obbliga M ad agire mentre potrebbe considerare reato il il comportamento di Salvini.
Naaa. Che c’entra cosa sta scritto su un pezzo di carta? Nulla. Potrebbe essere sbagliato, nel qual caso è nostro dovere morale fare il contrario.
6) Sulla Sea Watch ci sono 42 migranti, se dai l’ok allo sbarco li salvi tutti. Nei lager ci sono migliaia di persone, se ne prelevi 42 salvi solo loro e lasci gli altri al loro destino. Non è la stessa cosa.
Naaa. Se ne salvo 42 ne salvo 42, questo è tutto quel che conta.
7) Vedi Davide nei commenti.
8) Se cambi il principio etico di fondo cambia tutto. Passa, per esempio, da un mero utilitarismo alla regola “non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te”. Si tratta di una regola che pone dei limiti all’azione (“non fare…”) ma nessuno all’omissione.
Naaa. Qui chi condanna è schifato dalla disumanità. Ci sono omissioni più disumane di molte azioni condannabili, difficile che sia quello il suo principio guida.
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