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martedì 6 agosto 2019

LA DERIVA AUTORITARIA

LA DERIVA AUTORITARIA
Quando in Italia emerge una figura politica di spicco, la profezia della “deriva autoritaria” comincia puntualmente ad aleggiare minacciosa, finché finalmente non viene formulata a chiare lettere da qualche temerario a cui si unisce la congrega dei soliti noti. Nel caso di Salvini ai consueti supporter si è aggiunta la pattuglia agguerrita dei “questa volta è diverso” (QVD) del Foglio. Si tratta di gente stimabile, per cui il caso merita un’analisi supplementare.
Puo’ darsi che i QVD abbiano ragione, lo status quo bias annebbia la mia lucidità, in più, non avendo mai vissuto i prodromi della dittatura mi mancano i feedback per sviluppare le giuste sensazioni. L’unica cosa che posso fare è passare in rassegna le misure caldeggiate da Salvini e i fatti a lui collegabili per valutare quanto sia credibile la minaccia.
AUTONOMIA. Non ho mai visto un autocrate promuovere l’autonomia dei territori, semmai promuove la centralizzazione.
LEGITTIMA DIFESA. E’ una forma di sussidiarietà, anche qui si va nel senso opposto a quello prediletto dalla personalità autoritaria, che semmai sequestra tutte le armi per acquisirne il monopolio.
PIU’ RISORSE ALLE FORZE DELL’ORDINE. Stante il fatto che l’ordine viene mantenuto con prevenzione e/o repressione, l’autocrate favorisce la prima via poiché gli consente di mettere il becco ovunque nella società civile. Chi invece segue la via opposta è costretto a compensare con un maggiore effetto deterrenza. A parità di leggi, non è affatto detto, quindi, che più polizia implichi più autoritarismo, anzi.
PIU’ LAVORI PUBBLICI. L’autocrate ama le grandi opere e i campioni nazionali, nel nostro caso concreto, però, si tratta di opere come la TAV sponsorizzate un po’ da tutti, tranne che dagli alleati di governo.
FLAT TAX. Meno tasse al centro, meno potere al centro. In sè non vedo come la misura possa destare preoccupazioni di deriva autoritaria. Certo, al crescere del deficit il domani è incerto, ma qui si va sulla speculazione politica.
ALLEANZE ESTERE. Le simpatie per Putin e per Orban sono il vero cavallo di battaglia dei QVD. Qui hanno molte frecce al loro arco.
DAZI. Il protezionismo è una politica molto amata dai dittatori, qui la minaccia è palpabile.
IMMIGRATI. La razza bianca è destinata all’estinzione e questo futuro, ben chiaro a tutti, genera ansia. Il blocco degli sbarchi più che deriva autoritaria potrebbe essere una risposta, criticabile finché si vuole, a questo sentimento comprensibile.
BIBBIANO. E’ solo una guerra culturale tra chi tifa FAMIGLIA e chi tifa ESPERTI. A Bibbiano la FAMIGLIA sembra aver segnato un gol e i suoi tifosi esultano. Gli altri se la prendono con l’arbitro. Aggiungo che chi tifa FAMIGLIA di solito tifa per la moderazione politica: la famiglia asciuga ogni ideologia.
BRUTTEZZA. Salvini è brutto, ha la pancia ma soprattutto parla male. La gente priva di senso civico che non si è mai occupata di politica (cioè “brutta”) ha come la sensazione che tolga loro le parole di bocca, e quindi lo vota. Il rischio qui è di sconfinare nello psico-fascismo della Murgia, una condanna inflitta ai caratteri più che alle idee reali. Tra la personalità autoritaria e la deriva autoritaria c’è una bella differenza. Aggiungo che la Lega governa al nord da decenni senza particolari problemi di “autoritarismo”, davvero Roma è così differente dalla Lombardia? Davvero Salvini è così diverso dagli altri leghisti?
I GIORNALONI. la oro denuncia segna il declino della libertà d’espressione? Io penso di no, interpreto piuttosto queste antipatie come un’insofferenza del media bias, fenomeno reale e arci-noto. Il fatto che la presenza di questo specchio deformante nella comunicazione politica non abbia soluzioni facili (e forse non abbia nessuna soluzione) non deve impedire di indicarlo, e talvolta di indicarlo al pubblico ludibrio.

Qualche altro punto da aggiungere alla rassegna?

venerdì 5 luglio 2019

PERCHE’ LO SPIETATO SALVINI NON MI SCANDALIZZA

PERCHE’ LO SPIETATO SALVINI NON MI SCANDALIZZA
Anche da pro-immigrazionista open border non sono scandalizzato dal truce Salvini. Perché?
Innanzitutto, la mia posizione di partenza è piuttosto utopica. Volendo tradurla in concreto prenderebbe questa forma: aprite un generoso corridoio umanitario con la Libia… e poi: NESSUNA PIETA’ con chi arriva in altro modo.
Detto altrimenti, anche la mia posizione prevede SPIETATEZZA a volontà. Sarà per questo che quella di Salvini non mi impressiona.

mercoledì 26 giugno 2019

IL LAGER LIBICO

IL LAGER LIBICO

Mi chiedo se la presenza di lager in Libia alleggerisca le responsabilità morali del ministro Salvini. Mi spiego meglio.

Prendiamo 42 migranti a caso, concentriamoci sul loro benessere psico-fisico. Dove stanno meglio? In un lager libico o a bordo della Sea Watch al largo del porto di Lampedusa?

Poniamo che le due condizioni siano simili (prima premessa).

Adesso supponiamo che: se il ministro italiano M volesse prelevare 42 migranti dai lager libici e caricarli su una nave della marina, potrebbe farlo, gli verrebbero consegnati senza problemi, il costo dell'operazione, inoltre, sarebbe minimo (seconda premessa).

Veniamo al dilemma etico: perché il ministro Salvini è da molti considerato un "criminale infame" per il suo blocco mentre l'ipotetico ministro M non merita una simile qualifica per la sua inazione?

Possibili risposte (con la mia reazione istintiva):

1) Perché le due premesse fatte sopra non reggono.

Naaa. A leggere questo articolo la prima regge. La seconda forse è più problematica, ma neanche tanto: perché mai i libici non dovrebbero consegnarci dei migranti entusiasti di venire da noi? E che costo puo' avere per la marina compiere materialmente il trasporto? Vanno avanti e indietro tutto il giorno, se una spola la fanno con 42 migranti a bordo non cambia granché.

2) Perchè Salvini impedisce un'azione mentre M non la compie.

Naaa. Se il costo di "impedire" è pari al costo di "compiere", entrambi i ministri sono parimenti responsabili per le loro azioni (o inazioni).

3) Perché un male conosciuto che si compie davanti ai nostri occhi (lo stallo in mare della Sea Watch davanti le nostre coste) è più grave di un male conosciuto ma che si compie lontano dai nostri occhi (i lager libici).

Naaa. Se vogliamo usare la ragione, un male è un male, punto. Visto o non visto. Se invece volgiamo usare lapancia...

4) Perché Salvini è arrogante.

Naa. In questo caso sarebbe "antipatico" più che "responsabile" di qualcosa.

5) Perché la legge non obbliga M ad agire mentre potrebbe considerare reato il il comportamento di Salvini.

Naaa. Che c’entra cosa sta scritto su un pezzo di carta? Nulla. Potrebbe essere sbagliato, nel qual caso è nostro dovere morale fare il contrario.

6) Sulla Sea Watch ci sono 42 migranti, se dai l’ok allo sbarco li salvi tutti. Nei lager ci sono migliaia di persone, se ne prelevi 42 salvi solo loro e lasci gli altri al loro destino. Non è la stessa cosa.

Naaa. Se ne salvo 42 ne salvo 42, questo è tutto quel che conta.

7) Vedi Davide nei commenti.

8) Se cambi il principio etico di fondo cambia tutto. Passa, per esempio, da un mero utilitarismo alla regola “non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te”. Si tratta di una regola che pone dei limiti all’azione (“non fare…”) ma nessuno all’omissione.

Naaa. Qui chi condanna è schifato dalla disumanità. Ci sono omissioni più disumane di molte azioni condannabili, difficile che sia quello il suo principio guida.

Altre risposte?