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lunedì 15 dicembre 2014

La varietà è uno spreco

Molti atei obbiettano: se l' universo fosse una creazione divina NON sarebbe ricolma di "sprechi" come in effetti è. Perché mai, per esempio, far nascere i dinosauri per poi annichilirli?
Ho letto questa argomentazione nell' ultimo libro di Chicco Testa dove il manager si spinge a porsi domande esistenziali di ampio respiro.
Sul punto faccio due osservazioni.
L' obiezione ha una sua forza ma, tutti, e in particolare l' ateo davvero sensibile allo "spreco", ovvero all' "inutile che si verifica", dovrebbe vivere con particolare imbarazzo il fatto che l' universo che ci ospita consenta la vita quando un' infinità di alternative possibili non l' avrebbero mai permessa. Una forma di economia difficilmente spiegabile ricorrendo al caso.
Detto questo, puo' anche darsi che eventi come quello dei dinosauri non siano uno spreco puro. Tutto cio' che desta lo stupore e la curiosità dell' uomo fa parte di una creazione ben fatta poiché è proprio grazie a questa facoltà che l' uomo arriva a Dio. In sintesi, Dio, per forza di cose, sceglie di dar vita all' unico universo che possa ospitare l' uomo, tuttavia noi ci aspettiamo che all' interno di quel progetto necessario non disdegni una forma di varietà "stupefacente" affinché lo stupore della sua creatura prediletta sia sempre sollecitato.

Il mondo richiama Dio perché la presenza della vita intelligente è difficile da spiegare ma richiama ancor più Dio perché è un universo conoscibile dalla vita intelligente.

Su questo punto vedi il fine tuning della conoscibilità di Collins nel volume di Plantinga.