... l' uovo o la gallina?
... che figüüüüüüra... il professore non lo sa!
http://www.goear.com/playlist.php?v=05d7cc0
(la gallina costruita con i gusci è opera di Kyle Bean)
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venerdì 4 marzo 2011
venerdì 29 ottobre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
giovedì 22 luglio 2010
venerdì 26 febbraio 2010
Dopo il "se", il "come"
Dovrebbe funzionare così:
Punto primo: decido in coscienza di agire e procedo.
Punto secondo: il mio cervello si appronta quindi per dare istruzioni alla "periferia".
Punto terzo: la periferia del mio corpo riceve l' odine e si mette in moto.
Punto quarto: l' azione è compiuta, l' ho voluta io e ne sono responsabile.
Poichè sono libero, le cose dovrebbero andare all' incirca come le ho descritte.
Purtroppo però le cose non stanno così.
Per averne contezza basta procurarsi un registratore con il microscopio, ascoltare e guardare. Ci si accorgerà che nei fatti il secondo punto precede il primo.
Io decido dunque quando il mio cervello è già in azione da mo' (ben 200 millesimi di secondo, un' eternità).
L' inconveniente non rimette in discussione il "se" sono libero, ma il "come" lo sono.
Sul "se" ognuno resta della sua idea. Ma sul "come" ora ne so di più.
So che la mia libertà opera in forma di veto. So che non dà inizio ad un' azione, si limita ad autorizzarla o ad inibirla.
Conseguenze per l' etica: è più appropriato che il comando etico si esprima nella forma del "non fare" piuttosto che nella forma del "fare". I divieti sono più consoni degli obblighi.
Pensiamoci due volte prima di stigmatizzare l' inazione. Pensiamoci tre volte prima di stigmatizzare l' omissione. Forse cio' non siamo responsabili di cio' che non abbiamo fatto.
E se non intervengo per salvare chi muore? Lasciate che trascuri questa domanda fastidiosa.
"Non rubare", "non uccidere"... sono i miei comandamenti preferiti. E adesso capisco meglio anche il perchè.
"Non fare agli altri cio' che non vuoi venga fatto a te stesso" mi è sempre suonato meglio rispetto al "fai agli altri cio' che vuoi...". E adesso capisco il perchè.
Qualcuno ci vede persino una giustificazione fisiologica del peccato originale.
La tentazione è propria di tutti, è propria anche del Santo. Ma molti rinvengono qualcosa di "peccaminoso" nell' indugiare sull' immaginazione tentatrice, eppure, per quanto detto, non possiamo definire tutto cio' "peccato". Definiamolo allora "peccato originale", un peccato che appartiene a tutti ma da cui siamo stati mondati.
Speculare sulle conseguenze etiche potrebbe apparire spericolato. Basterebbero quelle civili: tutto cio' che non è vietato è consentito. Un inizio promettente per la scarsa ambizione dei libertari.
Punto primo: decido in coscienza di agire e procedo.
Punto secondo: il mio cervello si appronta quindi per dare istruzioni alla "periferia".
Punto terzo: la periferia del mio corpo riceve l' odine e si mette in moto.
Punto quarto: l' azione è compiuta, l' ho voluta io e ne sono responsabile.
Poichè sono libero, le cose dovrebbero andare all' incirca come le ho descritte.
Purtroppo però le cose non stanno così.
Per averne contezza basta procurarsi un registratore con il microscopio, ascoltare e guardare. Ci si accorgerà che nei fatti il secondo punto precede il primo.
Io decido dunque quando il mio cervello è già in azione da mo' (ben 200 millesimi di secondo, un' eternità).
L' inconveniente non rimette in discussione il "se" sono libero, ma il "come" lo sono.
Sul "se" ognuno resta della sua idea. Ma sul "come" ora ne so di più.
So che la mia libertà opera in forma di veto. So che non dà inizio ad un' azione, si limita ad autorizzarla o ad inibirla.
Conseguenze per l' etica: è più appropriato che il comando etico si esprima nella forma del "non fare" piuttosto che nella forma del "fare". I divieti sono più consoni degli obblighi.
Pensiamoci due volte prima di stigmatizzare l' inazione. Pensiamoci tre volte prima di stigmatizzare l' omissione. Forse cio' non siamo responsabili di cio' che non abbiamo fatto.
E se non intervengo per salvare chi muore? Lasciate che trascuri questa domanda fastidiosa.
"Non rubare", "non uccidere"... sono i miei comandamenti preferiti. E adesso capisco meglio anche il perchè.
"Non fare agli altri cio' che non vuoi venga fatto a te stesso" mi è sempre suonato meglio rispetto al "fai agli altri cio' che vuoi...". E adesso capisco il perchè.
Qualcuno ci vede persino una giustificazione fisiologica del peccato originale.
La tentazione è propria di tutti, è propria anche del Santo. Ma molti rinvengono qualcosa di "peccaminoso" nell' indugiare sull' immaginazione tentatrice, eppure, per quanto detto, non possiamo definire tutto cio' "peccato". Definiamolo allora "peccato originale", un peccato che appartiene a tutti ma da cui siamo stati mondati.
Speculare sulle conseguenze etiche potrebbe apparire spericolato. Basterebbero quelle civili: tutto cio' che non è vietato è consentito. Un inizio promettente per la scarsa ambizione dei libertari.
martedì 10 febbraio 2009
Caroline
testo migliorato da me...
Con David al piano cerco di suonare la mia batteria
Facciamo un po’ di musica, vorremmo divertirci
Non mi aiuta pensare che se fossi qui con me
Metterei meglio a fuoco i miei pensieri
e suonerei con più sentimento
Ti amo ancora Caroline
Ti voglio ancora Caroline
Ho bisogno ancora di te Caroline
Se consideri il mio pezzo una merda sentimentale divento matto
sai bene che non riuscirei a cantare così una semplice avventura
E se il mio canto non ti convince è solo perché in quest’ anno hai tradito la nostra memoria
Ti amo ancora Caroline...
...
Potrai anche avere i tuoi dubbi, ma io credo in quello che dico
Potrai giudicare insensato questo modo di parlarti
Ma devi ammetterlo: un tempo entrambi pensavamo di diventare marito e moglie
E anche che avrei potuto renderti felice.
Facciamo un po’ di musica, vorremmo divertirci
Non mi aiuta pensare che se fossi qui con me
Metterei meglio a fuoco i miei pensieri
e suonerei con più sentimento
Ti amo ancora Caroline
Ti voglio ancora Caroline
Ho bisogno ancora di te Caroline
Se consideri il mio pezzo una merda sentimentale divento matto
sai bene che non riuscirei a cantare così una semplice avventura
E se il mio canto non ti convince è solo perché in quest’ anno hai tradito la nostra memoria
Ti amo ancora Caroline...
...
Potrai anche avere i tuoi dubbi, ma io credo in quello che dico
Potrai giudicare insensato questo modo di parlarti
Ma devi ammetterlo: un tempo entrambi pensavamo di diventare marito e moglie
E anche che avrei potuto renderti felice.
sabato 17 maggio 2008
La vita è eterna in cinque minuti
Per Amanda sono i 5 minuti della pausa pranzo in cui incontra Manuel, per noi sono i 5 minuti di questa canzoncina capolavoro. Depositata su un padellone vinilitico negli anni ottanta, non riuscivo a riversarla su file. Ma oggi finalmente è disponibile anche su e-mule e puo' risorgere.
giovedì 3 aprile 2008
venerdì 28 dicembre 2007
E' la canzone più bella dell' anno?
LEI [Monica Vasconcelos]
It's that look in your eyes
Telling me lies
So many promises broken
What can I do?
What should I do?
Try to love you just as you are
'cause I'm never going to change a thing about you
Never ever going to change a thing about you
Try to love you just as you are
Should I leave, Should I stay
Should I call it a day
There's so much to say that's unspoken
In your way you've been true
But all I can do
Try to love you just as you are
'cause I'm never going to change a thing about you
No I'm never ever going to change a thing about you
Try to love you just as you are
LUI [Robert Wyatt]
It's that look in your eyes
I know you despise me
For not being stronger
What can I do?
What should I do?
I've always loved you just as you are
And I've never tried to change a thing
Never tried to change a thing about you
Always loved you just as you are
Will you leave, will you stay?
There may come a day
When I'm weak and I'm stupid no longer
In my way I've been true
I've lived just for you
I've always loved you just as you are
I've never tried to change a thing
Never tried to change a thing about you
Always loved you just as you are
***
COSI' COME SEI
LEI [Monica Vasconcelos]
Quella luce negli occhi
mi dice delle bugie raccontate
delle promesse spezzate
Cosa posso fare?
Cosa dovrei fare?
Forse provare ad amarti così come sei
Perchè mai nulla cambierò di te
mai nulla cambierà di te
...provare ad amarti come sei...
Dovrei partire, dovrei restare
un giorno lancerò meglio il mio segnale
ci sono parole che dovrebbero parlare ma restano mute
a tuo modo hai delle ragioni
tutto quello che posso fare è
provare ad amarti così come sei
perchè non cambierò mai nulla di te
no, non cambierò mai nulla di te
...provare ad amarti come sei...
LUI Robert Wyatt
Quella luce negli occhi
dice quanto mi disprezzi
non sono abbastanza forte
ma cosa posso fare?
cosa devo fare?
ti ho sempre amato per quello che eri
Non ho mai provato a cambiare niente
non ho mai cambiato niente di te
ti ho sempre amato per quello che eri
Vuoi partire? Vuoi restare?
Forse verrà un giorno...
...non sarò più nè stupido nè debole
...nel mio piccolo ho le mie ragioni...
ho vissuto per te
per amarti così com' eri
Mai nulla ho provato a cambiare
mai provato a cambiare nulla
...sempre amata per quello che eri.
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