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mercoledì 1 febbraio 2023

Elogio dell'eclettismo.

Un giorno Milton Friedman fece notare che, immaginando i giocatori di biliardo come geometri, era in grado di prevedere in modo quasi infallibile le loro giocate. Subito ci fu chi gli rispose (Herbert Simon) che l'irrealismo delle ipotesi non fa parte della scienza. Ma perché? - rispose Friedman in un dialogo immaginario che mi sto inventando adesso - in fondo funziona e tutto quello che funziona puo' chiamarsi in qualche modo scienza. Herbert Simon fece notare che la cosa funziona nel prevedere le giocate sul tavolo verde ma non altrove. Friedman: fa niente, altrove, se non funziona, cambierò la mia ipotesi.

Diventando vecchio, l'eclettismo di Friedman mi è sempre più simpatico. Prima tifavo Herbert, oggi Milton: c'è sempre un altrove dove le cose non funzionano.

martedì 4 febbraio 2020

TUTTA COLPA DI MILTON FRIEDMAN

TUTTA COLPA DI MILTON FRIEDMAN

Tesi del libro: nei quattro decenni tra il 1980 e il 2020 gli economisti hanno svolto un ruolo di primo piano nel ridurre la tassazione ai ricchi e nel contenere investimenti pubblici e welfare. Hanno supervisionato la deregolamentazione dei principali settori, compresi i trasporti e le comunicazioni. Hanno difeso la concentrazione del potere aziendale, mentre demonizzavano i sindacati e si opponevano alle protezioni dei lavoratori come nel caso delle leggi sul salario minimo. La crescita è rallentata e le disuguaglianze sono aumentate, con conseguenze devastanti. La figura più importante a capo del disastro è stato Milton Friedman, l'ntellettuale più influente di fine secolo, l'elfo liberista i cui scritti carpirono l'immaginazione dei politici. Friedman offriva una risposta semplice a tutti i problemi: togliere di mezzo il governo.
Ecco.
Alla sequela di accuse contenute nel libro si risponde abbastanza bene con i numeri. Se tu dici che una cosa è diminuita ed invece è aumentata sia in termini assoluti che in termini percentuali, fine del discorso. O no? Si tratta però di un discorso noiosissimo che lascio ad altri.
Resta l'accusa al sistema di aver prodotto tante diseguaglianze. E' un'accusa insidiosa perché vera: la diseguaglianza è aumentata. Si tratta comunque, andrebbe sempre precisato, di un fenomeno che ha colpito alcuni paesi occidentali -nel confronto tra paesi ricchi e paesi poveri la diseguaglianza si è ridotta. Inoltre, si tratta di un fenomeno concentrato sulla crescente distanza che separa benestanti e ricchissimi. Ma vediamo le cause principali del fenomeno. In buona parte ciò è dovuto al clientelismo - ad esempio sussidi al settore finanziario - a cui Friedman si è sempre opposto risolutamente. In parte è dovuto all'alto tasso di matrimoni tra persone "simili" (poveri con poveri, ricchi con ricchi, istruiti con istruiti...). E neanche qui vedo chiare colpe da attribuire a Friedman. In parte però è dovuto anche a forze di mercato che Friedman applaudirebbe: star, atleti e innovatori del software oggi sono in grado di raggiungere più persone nel mondo e fare quindi più soldi. Perché dovrei vedere la squadra locale di Basket se posso vedere all'opera Lebron James? Resta la domanda: è questo davvero un problema o piuttosto una benedizione?
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sabato 4 aprile 2015

Milton Friedman e la grande depressione

Una politica monetaria in linea con i precetti dell' ortodossia dovrebbe mettere nel mirino le aspettative inflazionistiche: finché si puo' farlo si agisce sul tasso d' interesse, dopo, quando i tassi sono a zero, sull' immissione di nuova base monetaria. Il concetto di per sé è semplice ma spesso viene equivocato e per giudicare se una politica monetaria è espansiva o restrittiva si guarda invece al tasso d' interesse, oppure alla base monetaria creata. E' un errore, bisognerebbe confrontare l' azione della banca centrale rispetto all' inflazione attesa. Una banca che schiaccia i tassi a zero magari sta di fatto realizzando una politica restrittiva, persino una banca impegnata in un QE puo' realizzare una politica restrittiva. L' equivoco non è solo teorico, è storico, basterebbe guardare a come è stato accolto il giudizio di Milton Friedman sulla grande depressione: mentre si accusava la politica monetaria di essere restrittiva si segnalava che una specie di QE era all' opera. E allora? Ebbene, il messaggio è contraddittorio solo per chi trascura le distinzioni fatte più sopra. Naturalmente, poi, ogni crisi ha la sua componente offertistica e laddove opera qualsiasi azione monetaria è vana se il sistema non è abbastanza flessibile da consentire le dovute ristrutturazioni. Bene, la denuncia di Friedman si fece sentire anche a questo proposito: la FED, dichiarandosi esplicitamente prestatore di ultima istanza, rallentò le ristrutturazioni bancarie.

venerdì 21 maggio 2010

Il feticismo del potere

WOODY ALLEN: "... sarebbe bello se Obama potesse essere il nostro dittatore per alcuni anni... potrebbe fare velocemente molte cose buone...".

MILTON FRIEDMAN: "... se fossi un dittatore non avrei nessuna cosa buona da imporre agli altri... poichè non conosco cose buone che restano tali se imposte con la forza...".

Spero che adesso sia più chiara la differenza tra LIBERAL e LIBERALE.