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lunedì 20 luglio 2020

ULTIMISSIMO AGGIORNAMENTO INTERNALISMO ESTERNALISMO. RETTIFICA DEI PRECEDENTI DEFINITIVO

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TUTTO IL SAPERE E' SOGGETTIVO Se ritieni che un'affermazione sia vera, ti accorgerai presto che la giustificazione della tua credenza è reperibile sempre e solo nel tuo cuore. Non tutti i filosofi sono d'accordo, per alcuni di loro la giustificazione sta da qualche parte fuori dal nostro cuore (e di noi in generale). Si fanno chiamare "esternalisti". Qui bisogna evitare un equivoco diffuso tra noi profani, molti pensano di reperire la giusficazione all'esterno per il semplice fatto di affidarsi, per esempio, al "metodo scientifico", o al "metodo della chiaroveggenza". Occorre però chiedersi come mai ci si affida al "metodo X", e non si potrà che rispondere "perché mi ha convinto", dopodiché sarà chiaro che questa convinzione riguarda il mio cuore, ovvero l'interiorità del soggetto. La posizione "esternalista" è incongrua poiché conduce ad una descrizione delirante degli stati mentali del soggetto. E' compatibile infatti con conclusioni di questo tenore: "l'affermazione A mi sembra più vera dell'affermazione B ma credo a B e non ad A". Solo un pèazzo potrebbe avere un simile stato mentale. L'internalista, al contrario, giudica vero cio' che gli sembra vero. E se sopraggiungono delle prove che gli fanno cambiare idea, cambierà anche il suo stato mentale di conseguenza. Da Jacques Monod in poi la scienza ha un sacro terrore del soggetto, cosicché, i filosofi che intendono apparire come suoi paladini s'ingegnano in modo cervellotico per sostenere ancora l'idea esternalista in una battaglia impossibile se non dando un addio ideologico al senso comune (e anche ai profani che vogliono farsi una semplice idea nel merito di queste questioni). P.S. Il gergo filosofico (internalismo, soggettivismo...) è fastidioso, e qui lo evito, ma ha una sua giustificazione. Ammettiamo che un "soggettivista" nel senso descritto creda anche che le sue facoltà di apprendimento siano affidabili. In un caso del genere nulla lo distingue da un oggettivista nel senso comune del termine. Per non ingenerare equivoci i filosofi moderni - rigorosi ma barbosi - usano il termine "internalismo" anziché "soggettivismo".

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C'è un soggettivismo che si contrappone all'oggettivismo e al realismo e che, volente o nolente, flirta con il relativismo e lo scetticismo. Molti, non a torto, lo ritengono pericoloso, di solito però viene confuso con il cosiddetto internalismo e si finsce per buttare il bambino con l'acqua sporca. Facciamo un po' di chiarezza.

1) Facciamo un ripassino. Le posizioni internaliste riguardano in generale l'epistemologia e quindi, indirettamente l'etica e l'estetica. In esse si assume che la conoscenza è basata sull'introspezione: io so di sapere (coscienza di sapere qualcosa). E' questo il fondamento di tutto. La conclusione di un sillogismo è vera per inferenza dalle premesse ma le premesse iniziali sono vere perché la mia coscienza interiore lo intuisce e me lo rivela. Io ho accesso a queste informazioni. L'apparenza ESTERIORE dell'alluzinazione è la medesima della realtà, ma attraverso l'introspezione INTERIORE io posso distinguere tra l'una e l'altra. Il soggetto, alla fine è al centro di tutto, ma come si puo' ben vedere, cio' non degenera nello scetticismo, anzi, si tratta di una mossa per combattere le scetticismo: la coscienza è fondamento. L'esternalismo nega tutto questo e condiziona la conoscenza ad elementi esteriori, per esempio il fatto di aver seguito una procedura corretta. Per l'esternalismo la conoscenza è sempre inferenziale, per l'internalismo invece deriva da un accesso diretto alla coscienza, almeno in ultima analisi.

2) Se vogliamo respingere lo scetticismo non dobbiamo confondere soggettivismo e internalismo. Esempio: le cascate del Niagara sono uno spettacolo maestoso, potremmo perfino definirle "belle" ma, domanda, questa bellezza permane nel momento in cui non viene in contatto con l'occhio umano? Sembrerebbe di poter rispondere di no. Che senso ha una bellezza a prescindere dal soggetto che l'ammira? Non riesco nemmeno ad immaginarmela. Ma si puo' andare anche oltre con gli esempi, pensate a un suono, che senso ha questo concetto senza un orecchio umano che ascolta? Il suono senza orecchio sembrerebbe inconcepibile, tanto è vero che la scienza ci dice che esistono soltanto le frequenze d'onda, i suoni non sa nemmeno cosa siano, in fondo sono solo una nostra esperienza interiore, ma se noi non ci siamo. Facendo questi esempi voglio solo dire che la presenza del soggetto è indispensabile affinché certi fenomeni si concretizzino. La battaglia al soggettivismo potrebbe buttare via il bambino con l'acqua sporca, ovvero l'internalismo (fondamento soggettivo) con il

3) Affinché l'internalismo non vanifichi la sua battaglia contro lo scetticismo occorre però che si avvalga del concetto di "coscienza retta", ovvero di natura umana. L'errore introspettivo sistematico comporta quindi una nattura difettosa (perversa). Il bello, il buono e il vero esistono in potenza e la nostra mente puo' riconoscerli tramite l'intuizione introspettiva. Esempio: il soggetto trasforma una certa lunghezza d'onda in rosso, ma un soggetto daltonico la trasforma in verde. Qual è qui il soggetto "ben funzionante"? Qual è il soggetto che deve correggersi? Si tratta allora di recuperare Aristotele? Sì, ma la distinzione tra atto e potenza non è altro che il modernissimo "nulla si crea, nulla si distrugge". Ora, si tratta di capire come tarare il linguaggio: una presenza in potenza è un "esserci" a tutti gli effetti? Potremmo rispondere di no per evitare le derive mistiche di certo platonismo, ma rispondendo di no il ruolo del soggetto ritornerebbe centrale. Ecco, questo soggettivismo è quello che definirei "sano".

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L'internalismo della conoscenza, a sua volta, non va confuso con l'internalismo della mente. Quest'ultimo è una posizione tipica sull'origine dell'intenzione e delle credenze. Se io sto davanti a un albero il fatto di sapere che sto davanti a un albero origina da un fatto esterno a me, ovvero la presenza di un albero di fronte a me. Ma se io desidero qualcosa, dove origina questo desiderio? L'internalista lo considera autentico, ovvero originato nel soggetto. L'esternalista invece dà più importanza alla componente esterna, proprio come nel caso della conoscenza fattuale che abbiamo visto nel caso dell'albero. Chiaramente c'è sia una componente interiore che una componente esteriore, ma qui si tratta di prendere partito per una delle due. In questo caso la posizione internalista è particolarmente adatta a combinarsi con l'individualismo. Detto questo ciascuno vede come una posizione internalista non rischia certo di scadere nel relativismo, anzi, è la posizione esternalista che rischia di sacrificare il libero arbitrio dell'individuo.

sabato 30 maggio 2020

post corretto (vedi internalismo) L BRUTO

IL BRUTO (internalismo vs esternalismo) Le cose esistono perché esistono. Punto e basta. La Gioconda è bella perché è bella. Punto e basta. Uccidere gli innocenti è sbagliato perché è sbagliato. Punto e basta. Il semaforo rosso è rosso perché è rosso. punto e basta. Giustificare le cose in questo modo significa appellarsi al fatto bruto, qualcosa che sta fuori di noi, che ha un'evidenza sua propria indiscutibile. E' un atteggiamento che viola il principio di ragion sufficiente, ovvero l'assunto per cui tutto ha una spiegazione a prescindere dalla nostra conoscenza.
Ma i problemi del "brutalismo" non sono finiti: anche in sogno le cose esistono. Il quadro di Michelangelo non dice niente a mio figlio. Il leone è un assassino di gazzelle innocenti ma nessuno lo processa. Sia l'ape che il daltonico non vedono affatto il rosso del semaforo.
E allora? Il rosso è rosso perché rosso oppure no? Oppure c'è un altro motivo?

A questo difetto pone rimedio il relativista che dice: vivi e lascia vivere. Ovvero: le evidenze valono per te, non per gli altri, per esempio per l'ape o il daltonico. Ma anche lui si trova presto nella melma, quanto afferma significa forse che l'omicidio è una colpa solo per chi la ritiene tale? Il relativista vacilla, "vivere e lascia vivere" è bello, ma come risplviamo mi conflitti?
L'alternativa al relativismo è l'appello alla natura: il rosso è rosso per chi possiede una retta natura umana. Il daltonico corregga il suo difetto con un occhiale e il rosso lo vedrà anche lui, se non lo fa e passa con il semaforo rosso verrà multato. Ma perché il difetto è nel daltonico e non negli altri? Perché la convenzione che sia così funziona meglio, e se una convenzione funziona bene possiamo tranquillamente chiamarla "realtà". L'appello alla natura funziona bene anche in ambito morale: il leone non viene trascinato in tribunale solo perché non ha una natura umana. Funziona un po' meno bene nel campo estetico: non apprezzare Caravaggio significa forse essere dei pervertiti? Il punto debole dell'appello alla natura sta nei suoi abusi e la facile accusa di immoralità e perversione.

L'appello alla natura si coniuga spesso con il teismo, questo al fine di far fronte all'altro difetto del brutalismo, la rinuncia al principio di ragion sufficiente. Questa rinuncia, come dicevamo, brucia ai brutalisti stessi, che spesso la superano con l'appello al caso o al regresso infinito delle cause. Ma il primo è irrealistico quando si sta di fronte a miracoli come la vita, mentre il secondo suona molto più cervellotico dell'appello a Dio.

Ho cercato di illustrare la dialettica tra butalismo, relativismo e naturalismo+teismo. C'è anche chi ritiene che nessuna di questa posizioni regga, che dobbiamo affidarci ad una uarta posizione. Ma qual è uesta quarta posizione? Dicono di non conoscerla ancora ma di ritenerla la più probabile. Non saprei dire quanto legittimo sia un giudizio del genere. Nelle scienze si dice che un modello è criticabile solo con un altro modello, qui mi sembra la stessa cosa.

venerdì 12 luglio 2019

post corretto (vedi internalismo) OGGETTO E NATURA

OGGETTO E NATURA

Giovanni e Giuseppe sono due anti-relativisti, pensano che esista una morale assoluta, una bellezza assoluta, e magari anche una verità assoluta. ma non pensano questa cosa esattamente nella stessa maniera. Seguono esempi.

Giovanni pensa che uccidere un innocente sia oggettivamente sbagliato.

Giuseppe pensa che uccidere un innocente non sia conforme alla natura umana.

Giovanni pensa che i quartetti d’archi di Beethoven siano oggettivamente belli.

Giuseppe pensa che i quartetti d’archi di Beethoven siano in armonia con la natura umana.

Giovanni e Giuseppe hanno un nemico comune (il relativismo) ma anche tra loro, come abbiamo visto, ci sono delle differenze. Per Giovanni la giustizia e la bellezza sono proprietà di un oggetto (o di un evento) che sta fuori e noi riconosciamo, per Giuseppe invece sono qualcosa che si costruisce dentro di noi. Giovanni mette al centro le cose, Giovanni l’uomo. Per Giovanni giustizia e bellezza esistono a prescindere dall’esistenza dell’uomo, per Giuseppe no. Per Giovanni le cascate del Niagara sono belle anche se non ci fossero uomini ad ammirarle, cosa che Giuseppe negherebbe senza esitare.

Voi con chi state? Proviamo a vedere cosa dice la scienza, ormai il tribunale ultimo per tutte le questioni.

Lo scienziato che fa il filosofo tende ad assecondare Giovanni, questa figura (Monod?) ha una vera fobia per il “soggetto” e appena puo’ lo esclude dal suo schema.

Ma lo scienziato che fa lo scienziato tende invece ad assecondare Giuseppe: se l’uomo trova bella una tela blu di Yves Klein, lui sa che un’ape nemmeno lo vede quel blu (lo vede rosso e non si puo’ certo dire che si sbaglii). Il colore, senza un soggetto che lo crei in sé nemmeno è colore ma giusto una lunghezza d’onda, difficile pensare allora che la bellezza esista oggettivamente. Allo stesso modo, un leone che uccide una gazzella, uccide un innocente ma nessuno lo colpevolizza, anche se avesse delle alternative: è la sua natura! Compie quindi un atto (uccidere l’innocente) che non è oggettivamente malvagio.

Conclusione: l’appello alla natura è un’ottima strategia per combattere in modo coerente il relativismo, non lasciamoci confondere dagli abusi compiuti in suo nome nel corso della storia.

E adesso l'ultima domanda, quella a cui è più ostico rispondere: in questo articolo si realizza uno degli abusi di cui sopra?

https://www.aldomariavalli.it/2019/07/11/la-morte-di-vincet-lambert-leutanasia-di-stato-e-gli-errori-filosofici-e-contro-la-fede/

lunedì 17 settembre 2018

Siamo tutti un po’ filosofi



Siamo tutti un po’ filosofi

https://philpeople.org/profiles/riccardo-mariani/views


Non sono certo uno specialista di filosofia, a ragioneria nemmeno si studiava questa materia, tuttavia tutti noi, magari a nostra insaputa, in qualche modo siamo un po' filosofi.
Come se non bastasse, la curiosità su alcuni temi di attualità, ma soprattutto la voglia di approfondirli, mi ha spesso di fatto “costretto” a prendere posizioni su temi schiettamente filosofici. Forse anche per questo mi è toccato trafficare con concetti piuttosto esotici per un ragioniere. Da buon “barbaro” prediligo gli autori anglosassoni, li trovo più chiari, vanno subito al sodo (un “barbaro” non ha tempo da perdere), formulano più esplicitamente i problemi e non hanno paura di dare risposte e incorrere in errori; i "continentali", al contrario, non sembrano amare troppo la loro materia, la evitano, la temono, citano continuamente autori antichi (quasi sia impossibile fare progressi), fanno storia della filosofia più che filosofia e, come sempre, nella storia ti perdi, la storia ha sempre il solito problema: non si sa mai quando inizia, qualunque cosa leggi “ti manca un pezzo”. Quanto alle risposte, talvolta le considerano “una violenza”, sembra che dare una risposta chiara possa innescare un conflitto nucleare,  cosicché le aggirano come aggirano l'onere di difenderle. Peccato perché non c’è niente di meglio di una risposta chiara (anche se errata) per illuminare una domanda oscura.
Un metodo per capire la propria filosofia di vita consiste nel prendere posizione sui vari temi che propone un sondaggio somministrato regolarmente ai filosofi accademici  ma a cui chiunque puo’ sottoporsi. Al link, inoltre, potete confrontarvi con le risposte dei professionisti per capire se siete in minoranza (come me).
Di seguito elencherò i vari temi, la mia posizione e un breve chiarimento. Cercherò di non fare il pignolo prendendo sempre partito anche quando sarebbe il caso di introdurre parecchi “se” e “ma”. Cercherò di essere rapido sui temi più ovvi, ovvero quelli su cui ho scritto già molto altrove, per soffermarmi un po' di più sugli altri.
Scorrendo le mie risposte e dovendo sintetizzare la "mia" filosofia mi accorgo di aver selezionato come valore guida il buon senso. Di solito mi appello a quello per rispondere, ovvero, come molti dilettanti,  do' grande valore alle apparenze: le cose per me stanno come appaiono. Naturalmente resto aperto alla “prova contraria”, che in genere trovo comunque cervellotica quando non addirittura “interessata”, quindi insufficiente a farmi cambiare idea. Non è sempre così ma... insomma, giudicate voi (ma soprattutto partecipate anche voi).
1. Conoscenza a priori: sì o no?
Sì.
Per chi crede nella distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici (vedi sotto al numero 4) il "sì" è scontato poiché i primi esprimono sempre verità a priori. La questione interessante, piuttosto, è se esistano i cosiddetti “giudizi sintetici a priori”. Di seguito fornisco alcuni esempi, se pensate che si possa giudicare a tavolino la verità di questi enunciati allora anche voi credete nell’esistenza dei cosiddetti “sintetici a priori”:
1. Esistono oggetti completamente rossi e completamente verdi.
2. Non si puo’ viaggiare all’indietro nel tempo.
3. E’ meglio essere felici che depressi.
4. Se A è dentro B che è dentro C, allora A è dentro C.
5. Il bianco è più simile al giallo chiaro che al rosso.
6. La causa precede sempre l’effetto.
7. Il numero 3 esiste.
8. Se sommo la probabilità che una cosa esista alla probabilità che non esista ottengo sempre 1.
9. Eccetera.
Alcuni di questi giudizi sembrano ovvi ma ricordate che a noi interessa sapere se è possibile conoscere la loro verità in assenza di esperienze, ovvero "a tavolino". Esiste un trucchetto per comprendere questo punto: se ora vi svegliassero e vi dicessero che avete sognato, ovvero che le esperienze vissute finora sono false, voi, nonostante questo, rimarreste sempre convinti che non possono esistere oggetti completamente rossi e completamente verdi? Se la vostra risposta fosse affermativa allora potete ben dire di credere nei "sintetici a priori".
2. Oggetti astratti: platonismo o nominalismo?
Platonismo.
Se dico che “la banana è gialla” la banana, evidentemente, “esiste”, ma il “giallo” esiste? La risposta puo' essere ricondotta alla questione degli universali: esistono gli universali? Le banane sono gialle ma esiste la “giallità”? Si direbbe proprio di sì, perché mai infatti dovrei parlare di qualcosa che non esiste? Il giallo, poi, non è un concetto che ho costruito io, è un colore che esiste "fuori" da me, almeno all'apparenza. Gli universali servono per descrivere le cose, senza universali non ci sarebbe nessuna discussione tra le persone, davvero l’argomento delle nostre discussioni non esiste nella realtà? Io uso senza problemi la parola "giallo", per cui si direbbe che il "giallo" esista realmente, chi considera reale questa esistenza non si pone nemmeno il problema di cui a questo punto del sondaggio, non tenta di giustificarsi, per lui questa è un'evidenza tra le tante. Il nominalismo sembrerebbe quindi ovviamente falso, e chi lo sostiene dovrebbe dimostrarci perché mai assume una posizione tanto bizzarra. Nella storia della filosofia le spiegazioni sembrano ancora più bizzarre della posizione sostenuta. Mi sono fatto l’idea che sotto ci sia solo ideologia: accettare l'esistenza degli universali significa accettare l'esistenza di una realtà immateriale, qualcosa che, nonostante le evidenze, ad alcuni sembra ripugnante! Bisognerebbe chiedere a loro perché.
Vorrei solo aggiungere che non mi ritengo un platonista in senso stretto, quanto piuttosto un immanentista, ovvero uno che crede nell’esistenza del “giallo” ma che crede anche che senza le banane (e qualsiasi altro oggetto giallo) il giallo non potrebbe esistere. Che crede che senza le coppie di oggetti il numero 2 non potrebbe esistere Per l’immanentista la realtà dell’universale emerge da presenze concrete. Forse c'è un'unica eccezione: Dio.
3. Valori estetici: oggettivi o soggettivi.
Oggettivi.
Qui vado un po’ a istinto. In questo post ho comunque tentato di razionalizzare.
4. Distinzione giudizi analitici/giudizi sintetici. Sì o no?
Sì.
Chiunque di noi sa riconoscere un giudizio analitico (ad esempio quelli veri in virtù della logica) da uno sintetico (vero in virtù dell’esperienza), e già questo fatto depone a favore dell'esistenza. Che cosa puo’ farci dubitare allora? Per esempio un famoso articolo del filosofo Quine  nel quale si osservava che l'affermazione analitica è quella “vera per definizione”, ovvero quella in cui tra il termine definito e l'espressione che definisce esiste una relazione di sinonimia. La sinonimia esiste quando i due termini sono intercambiabili. Quine però ha buon gioco nel dimostrare che la sinonimia perfetta non esiste mai. Esempio: ammettiamo che l'uomo sia definito come "essere razionale". Ma nella frase "uomo si scrive con quattro lettere" l'intercambiabilità tra definito e definizione viene palesemente meno poiché dovrei sostituire una parola di 4 lettere con un’espressione di molte più lettere. Solo da questo esempio intuiamo che la pretesa di Quine è corretta: la sinonimia (e quindi l’analiticità) non esiste mai.
C’è chi nota che Quine non dimostra l'inesistenza degli enunciati analitici ma solo il fatto che non sappiamo esattamente dire in cosa consista questa loro caratteristica, in fondo, ripeto, chiunque tra noi sa distinguere perfettamente gli enunciati analitici da quelli sintetici: cio' è un chiaro indizio che la differenza esiste, ed è dunque molto più prudente concludere che la distinzione analitico/sintetico esista anche se non sappiamo definirla in modo completo.
Altri, invece, propongono definizioni alternative di "analitico", esempio: è analitico quel giudizio che puo’ essere negato solo contraddicendosi. In questo caso la portata del teorema di Quine diventa molto più limitata.
5. Giustificazione epistemica: internalismo o esternalismo?
Internalismo.
Le posizioni internaliste riguardano in generale l'epistemologia e quindi, indirettamente l'etica e l'estetica. In esse si assume che la conoscenza sia basata sull'introspezione: io so di sapere (coscienza di sapere qualcosa). E' questo il fondamento di tutta la nostra conoscenza. La conclusione di un sillogismo è vera per inferenza dalle premesse ma le premesse iniziali sono vere perché la mia coscienza interiore lo intuisce come vere, senza questa intuizione cade tutto. L'apparenza ESTERIORE dell'allucinazione è la medesima della realtà, ma attraverso l'introspezione INTERIORE io posso in qualche modo distinguere tra l'una e l'altra e sconfiggere lo scetticismo. Il soggetto, alla fine è al centro di tutto, ma come si puo' ben vedere, cio' non degenera nello scetticismo, anzi, si tratta di una mossa per combattere le scetticismo: fare della coscienza individuale un fondamento. L'esternalismo nega tutto questo e condiziona la conoscenza ad elementi esteriori, per esempio il fatto di aver seguito una procedura corretta. Per l'esternalismo la conoscenza è sempre inferenziale, per l'internalismo invece deriva da un accesso diretto alla coscienza, almeno in ultima analisi.
6. Mondo esterno: scetticismo, idealismo o realismo?
Realismo.
Lasciamo perdere lo scetticismo. L'idealista pensa comunque che il mondo esterno, magari esiste, ma non è comunque accessibile e conoscibile da noi. Anche questa posizione va contro il buon senso nonché contro quell’ottimismo che ci fa prosperare.
7. Libero arbitrio: determinismo, compatibilismo o libertarismo?
Libertarismo.
Lasciando perdere il determinismo, il compatibilista sostiene che possiamo fare ciò che vogliamo, ma non volere quel che vogliamo: cioè siamo liberi perché agiamo in accordo con la volontà che percepiamo, anche se in realtà tale volontà è determinata. A me questa sembra una posizione determinista sostenuta da chi teme di essere troppo esplicito. E’ stata sostenuta anche da molti cattolici che dovevano far quadrare la libertà umana con l’onnipotenza divina (es. Tommaso): una buona ragione per andare oltre il tomismo.  Qui, cominque, c’è una piccola difesa della posizione libertaria.
8. Dio: teismo o ateismo?
Teismo.
Ho difeso questa posizione in sette passaggi, qui c’è il primo.
9. Conoscenza: invariantismo, contestualismo o relativismo?
Invariantismo.
Precisazione: chi opta per l’invariantismo non pensa che noi possediamo delle verità assolute. E’ sufficiente pensare che esistano e noi possiamo avvicinarci ad esse, o addirittura possederle. Le altre due posizioni sono entrambe forme di relativismo più o meno accentato.
10. Conoscenza: empirismo o razionalismo?
Razionalismo.
Chi si affida al buon senso si affida a delle intuizioni primarie sulla realtà, per esempio: uccidere un bambino è sbagliato. Lo sviluppo razionale di tali intuizioni puo’ talvolta collidere (esempio: e se per evitare la morte di un bimbo ne faccio soffrire altri?), in questo caso va sacrificata l’intuizione che si giudica meno fondamentale. E’ chiaro che un processo del genere, sebbene non sia strettamente razionalista, mette comunque la ragione al centro.
11. Legge di natura: Hume o no-Hume?
No-Hume.
Per Hume la legge di natura è in realtà una legge statistica. Anche l'anti-humaniano, sia chiaro, fa uso della statistica ma la interpreta come il segnale di una presenza reale sottostante. La domanda chiave per illuminare sulla distinzione: credi che il concetto di “miracolo” abbia senso (ovvero sia metafisicamente possibile)? Hume non è tanto scettico sull’esistenza dei miracoli quanto sul concetto stesso di miracolo: qualsiasi presunto miracolo è meglio interpretato come la variazione imprevista su una legge statistica provvisoria che comunque contempla la possibilità di tali variazioni. Quando il Marajà vede il ghiaccio crede in un miracolo mentre invece si tratta solo di un fenomeno prima non contemplato dalle leggi della natura che lui conosce.
12. Logica: classica o non classica?
Classica.
In genere la questione è traducibile nella domanda: credi nel principio di bivalenza? Chi crede nel principio del terzo escluso pensa che gli enunciati (essenzialmente delle descrizioni del mondo) possano essere solo o reali o no (non esiste una via di mezzo). La bivalenza è una derivazione dal terzo escluso. Chi al punto 6 si è dichiarato realista probabilmente sostiene la bivalenza degli enunciati. Vedete forse una via di mezzo tra l’essere reali o no? Esistono però dei fenomeni – come la meccanica quantistica – che la logica classica non riesce a descrivere, in casi del genere occorre considerare errata l’interpretazione ortodossa.
13 Mente: esternalismo o internalismo?
Internalismo.
L'internalismo della conoscenza di cui al punto sopra non va confuso con l'internalismo della mente. Quest'ultimo è una posizione tipica sull'origine dell'intenzione e delle credenze. Se io sto davanti a un albero il fatto di sapere che sto davanti a un albero origina da un fatto esterno a me, ovvero la presenza di un albero proprio di fronte a me. E' un fatto che non posso eludere. Ma se io desidero qualcosa, dove origina questo desiderio? L'internalista lo considera "autentico", ovvero originato nel soggetto. L'esternalista invece dà più importanza alla componente esterna, proprio come nel caso della conoscenza fattuale che abbiamo visto nel caso dell'albero. Chiaramente nella realtà agiscono contemporaneamente sia una componente interiore che una componente esteriore, ma qui si tratta di prendere partito per una delle due. In questo caso la posizione internalista è particolarmente adatta a combinarsi con l'individualismo. Detto questo ciascuno vede come, ancora una volta, la posizione internalista non rischia certo di scadere nel relativismo, anzi, è la posizione esternalista che rischia di sacrificare il libero arbitrio dell'individuo rendendolo un'entità pesantemente condizionata dall'ambiente in cui vive.
14 Meta-etica: realismo o anti-realismo?
Realismo.
15. Metafisica: naturalismo o non-naturalismo?
Non-naturalismo.
Esempio: la mente esiste, la cosa è evidente. Certo, in tanto ci dicono “un giorno ridurremo anche quella ad un organo fisico come gli altri”. Ok, aspetta e spera. Intanto, in attesa di quel giorno, la cosa più ragionevole da fare è attenersi alle evidenze.
16. Etica: cognitivismo o non-cognitivismo?
Cognitivismo.
In sostanza significa che nel giudicare il bene e il male la ragione deve avere più peso della sensazione. L’altruismo efficiente a volte ci ripugna ma è l’opzione che produce più bene.
17. Problema di Newcomb: una scatola o due scatole?
Due scatole.
Perché mai dovrei pensare ora che esiste il determinismo (vista la mia posizione al punto 7), per di più all’indietro nel tempo? Qui il caso trattato più nel dettaglio.
18. Etica: deontologia o virtù?
Deontologia.
Ecco un punto in cui sono più indeciso: credo nell’esistenza della deontologia ma anche nei meriti della virtù. Metto solo un link a una delle tante riflessioni in merito, dove tra l’altro si precisa la distinzione.
19. Percezione: rappresentazionalismo, qualia, sense-data, altro?
Altro: accesso diretto.
Il rappresentazionalismo non basta, come si evince dai punti 5 e 13. Noi conosciamo alcune cose della realtà attraverso un accesso diretto ad essa e non solo grazie all’immagine mentale che ce ne facciamo (rappresentazione).
20. Identità: biologica, psicologica o altra?
Altra.
L’esperimento dei cervelli trapiantati e del teletrasporto ci dice che occorre introdurre un ulteriore elemento rispetto a quello materico per comprendere chi sono. Insomma, l’anima esiste!
21. Politica: comunitarismo, liberalismo o egalitarismo?
Liberalismo.
22. Nomi: Frege o Mill?
Frege (internalismo semantico).
In poche parole: per Frege un nome descrive (definisce). Ma, si fa notare, la teoria è fallace perché nessun nome riesce a definire. Risposta: la fallacia crea problemi sono a chi pensa che definire sia equiparabile a conoscere. Una volta che questi problemi non ci sono, possiamo conservare la teoria semplice e lineare di Frege.
Per Frege un nome “descrive” (analiticamente) e il suo senso lo si ricava dalle cosiddette tavole di verità. Ma possono esistere nomi che non descrivono nulla? Per esempio, se dico “C’era una volta Giona” io non so nulla di questo Giona, non so nemmeno se esiste. Cio’ significa forse che questa frase è insensata poiché contiene termini insensati? Altro esempio: ammettiamo di mettere a confronto me con il mio zombie. Lui è completamente uguale a me, da una descrizione accurata di noi due non trapelerebbe alcuna differenza. L’anima -l’unica cosa che ho in più rispetto al mio zombie- non è descrivibile! Questo significa che la parola “Riccardo” significa la stessa cosa se riferita a me o al mio zombi? A me pare proprio di no, per questo Frege crea paradossi: il nome non si limita a descrivere ma “battezza”. Saul Kripke sarebbe il filosofo che meglio ha difeso il nome come “battesimo”. La teoria del battesimo ci spiega meglio anche l'esistenza di quelle parole che riempiamo di significato litigandoci sopra. Pensiamo solo a termini come "razzismo", "sessismo" "fascismo", "xenofobia"... sentiamo che è giusto usarle ma intimamente le sentiamo anche come "scatole vuote" che ci incaricheremo di riempire nel tempo. In altri termini, il loro significato si viene precisando a posteriori rispetto all'utilizzo. E' come se l'utilizzo "indichi" (o "battezzi") e la discussione successiva "descriva". Riteniamo, correttamente, che il significato esista già nell'atto di indicare (lì dove indicavamo c'era comunque "qualcosa"), successivamente viene solo descritto a seconda delle circostanze. La cosa, è vero, appare assurda ma l'esperienza è ricorrente. Ebbene, se ci appare assurda probabilmente è perché noi ereditiamo la nostra teoria del significato dal grande Frege, ma forse quella teoria aveva delle falle. Alla fine però sto con Frege: quello che non si puo' descrivere non si puo' descrivere punto e basta, il che non implica che non si possa conoscere (vedi epistemologia internalista). Questo limte disturba solo chi vorrebbe descrivere tutto, non chi vuole conoscere tutto.
23. Scienza: realismo o anti-realismo?
Anti-realismo.
Chiediamoci perché i “terrapiattisti” hanno torto, capiremo anche perché la scienza è antirealista. Qualcuno potrebbe sorprendersi poiché al punto 6 mi sono dichiarato realista. Non trovo contraddittoria la mia posizione, ritengo solo che la scienza debba essere inquadrata in una opportuna cornice filosofica per poter trovare un contatto con la realtà, diversamente ne è sprovvista.
24. Teletrasporto: vivo o morto?
Vivo.
Guardate solo questo cartone animato per comprendere i paradossi che comporta una risposta differente (  https://vimeo.com/72696357 ). Qualcuno potrebbe chiedersi che rilevanza ha mai una domanda del genere. Ebbene, è decisiva sul tema dell’identità (vedi punto 20). Guardare il cartone è essenziale.
25. Tempo: teoria A o teoria B?
Teoria A.
Per alcuni il tempo è un illusione: noi viviamo in un eterno presente (B-theory). Parmenide e Severino a parte, chi si sostiene la B-theory si appoggia al più credibile Einstein e alla sua relatività ristretta per avere una conferma della propria visione. In questo post sostengo che la relatività non conferma necessariamente questa bizzarria. 
26. Problema del vagone (1:5): cambi o non cambi?
Non cambio.
In sintesi il problema è questo: un vagone fuori controllo sta investendo 5 innocenti, tu hai la possibilità di salvarli deviandolo contro un innocente. Cinque sopravvissuti per un morto. Che fai, azioni il cambio o no?
Non sono un utilitarista, trovo più corretto avere dei principi e il principio kantiano “l’uomo non è un mezzo ma un fine” mi sembra ragionevole. Per questo non “cambio”. Sia chiaro, non cambio finché il rapporto è 1:5, qualora salga potrei anche “cambiare”: ogni principio ha le sue eccezioni.
27. Verità: coerenza, corrispondenza o scetticismo?
Corrispondenza.
Penso che nel 99% dei casi la verità sia una questione di coerenza (vedi punto 23), la semplicità, la bellezza e la pulizia del discorso ci fanno riconoscere la teoria migliore. Tuttavia, credo che esista un residuale 1% in cui vale ancora il criterio della corrispondenza. Secondo questo criterio - come sosteneva il suo più insigne difensore ovvero il logico Tarski - la “neve è bianca” è un’affermazione vera perché la neve è bianca. Il filosofo Quine rappresentava la nostra conoscenza come un’ampia rete sospesa e ancorata in pochi punti periferici. Mi ci ritrovo: molta coerenza e pochissima – ma decisiva – corrispondenza. Giusto in periferia. I "costruzionisti" alla Dummett ritengono che noi costruiamo la nostra verità cosicché il vero deve essere anche dimostrabile e Tarski va dunque rigettato. Ma se la dimostrazione fosse davvero dietro ogni verità cadrebbero molte delle mie posizioni prese qui, tutte quelle in cui privilegio l'esternalismo, per esempio. Pensiamo di nuovo al Matrix: non esiste alcuna possibilità di dimostrare che non viviamo in un Matrix, cosicché i "costruzionisti" concludono che sul punto è meglio tacere. Chi ritiene la cosa impossibile o è un "pazzo" o è un corrispondentista.  
28. Zombi: logicamente inconcepibili, concepibili ma metafisicamente impossibili, metafisicamente possibili?
Metafisicamente possibili.
Questa scelta è decisiva anche per quella di cui al punto 22. Lo zombi è una persona senza anima. Il mio zombi sono io ma senza anima. Per molti una creatura del genere è inconcepibile ma per chi crede nell’anima è concepibilissima. Del resto, la posizione presa qui è in linea con le varie posizioni esternaliste prese altrove.
29. Motivazione morale: internalismo o esternalismo?
Internalismo.
Vedi epistemologia internalista, contenuto mentale internalista e significato fregeano.
Cosa motiva le mie scelte etiche? Si tratta (solo) di qualcosa che ho dentro di me o contribuisce anche qualcosa che c’è fuori? La domanda suona un po’ misteriosa, iIl miglior modo per capirla consiste nel sottoporsi al “dilemma di Nozick”, io ne ho parlato in un vecchio post che potete trovare qui. Cosa fareste in una situazione come quella descritta dal filosofo americano?

30. Natura delle proposizioni: entità semplici, entità complesse, atti, non esistono?

Entità semplici. Esistono ma possiamo assemblarle quasi arbitrariamente per descrivere quel che vediamo. Anche la persona irrazionale puo' parlare in modo sensato. Considera le differenze con la matematica. Considera anche questa discussione. 
https://www.facebook.com/alessio.montagner.1/posts/4988911994452453

31. Causalità: controfattuale, primitivismo, processo/prodotto, non esistente?

Primitivismo. La causa esiste con certezza ed è un concetto primario per la nostra mente. Doverla dimostrarle a chi la nega ricorrendo ai controfattuali o ad altro è una perdita di tempo. Da qualche parte esiste un passaggio di Huemer sull'argomento in cui prende di mira Lewis su questo punto.

32. Mondi possibili: non esistono, astratti o reali? 

Esistono e sono astratti. Servono per una logica modale in grado di di distinguere attualità e potenza secondo i dettami di Aristotele. Servono per superare i paradossi di Parmenide (con c'è cambiamento) ed Eraclito (non c'è stabilità in nulla) per riconciliare scienza e buon senso. L'essere in potenza serve poi per affrontare talune questioni bioetiche.

33. Benessere: piacere, soddisfazione o lista oggettiva.

Soddisfazione. E' la giusta via di mezzo. Prendi il fatto di avere un bambino: tutto il giorno fai cose che non ti piacciono ma alla fine ti senti soddisfatto. Se contassi solo i piaceri i bambini rendono infelici. Se contassi la lista oggettiva dovresti considerarti felici anche qualora non fossi sommerso di dolori e nemmeno soddisfatto di te stesso. Precisiamo però che il desiderio debba includere anche l'aspirazione, ovvero il desiderio di desiderare quancosa. Esempio: "aspio ad amare la musica classica anche se al momento mi annoia".

34. Fondamenti della matematica: lo

Logi

lunedì 11 giugno 2018

Tutto in una volta



1. A priori knowledge: yes or no?


Sì. Per chi crede nella distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici il "sì" è scontato poiché i primi esprimono sempre verità a priori. La questione interessante, piuttosto, è se esistano i giudizi sintetici a priori, tipo: "l'oggetto X è completamente rosso e anche completamente nero". Oppure: "uccidere un bambino è sempre da condannare". Postularne l'esistenza consente di utilizzare il concetto di impossibilità metaforica e di risolvere parecchi paradossi logici. Nel dettaglio vedi Huemer .


http://home.sprynet.com/~owl1/rand.htm

Abstract objects: Platonism or nominalism?

La risposta puo' essere ricondotta alla questione degli universali: esistono?
Si direbbe proprio di sì. L'universale è un predicato, qualcosa che ci serve per descrivere un oggetto, senza universali non c'è discussione. Per esempio: quel foglio è giallo. La "giallità" è qualcosa con cui descrivo la carta. Il giallo non è un concetto, è un colore, una realtà. Io uso senza problemi la parola "giallo", per cui si direbbe che il "giallo" esista realmente, che considera reale questa esistenza non si pone nemmeno il problema, non tenta di dimostrarla, è un'evidenza tra le tante. Il nominalismo sembrerebbe ovviamente falso e deve quindi spiegarci perché l'esistenza degli universali ci appaia tanto chiaramente. Non sembra proprio riuscirci. Ma soprattutto sembra proprio che la sua posizione sia ideologica: accettare l'esistenza degli universali significa accettare l'esistenza di una realtà immateriale.
Ma gli universali esistono solo quando alla loro base ci sono degli oggetti? Il platonisma lo nega, l'immanentista lo afferma. La nostra esperienza quotidiana sembra cofermare l'immanentismo. Per approfondire vedi Huemer .



http://home.sprynet.com/~owl1/rand.htm

Aesthetic value: objective or subjective?

Oggettivi. Prendiamo il caso della musica, il suono è un “oggetto secondario”: emerge nell'esperienza  con un oggetto primario (il trombone che suona). Un sordo, per esempio, puo’ formalmente conoscere alla perfezione il suono emesso dal trombone, se ne fa un'idea corretta, ma ancora non sa nulla poiché non lo sperimenta in modo diretto. La musica, poi, è un “oggetto terziario” poiché emerge come oggetto separato nell’esperienza sonora. Sia come sia la musica è un oggetto e la bellezza una sua proprietà, il che fa sospettare che si presti ad un'analisi oggettiva. I particolari di questa impostazione sono trattati da Scruton. Per una discussione più completa consulta questo mio post http://broncobilli.blogspot.com/2018/09/i-valori-estetici-sono-oggettivi.html



Analytic-synthetic distinction: yes or no?

A prima vista la distinzione è ovvia ma una famosa obiezione di Quine la rende molto più problematica. Il filosofo faceva osservare che analitico è un giudizio vero in virtù del suo significato. Poiché da un termine è possibile trarne una definizione la relazione di sinonimia tra quel termine e la sua definizione più esplicita dà origine ai giudizi analitici. Il filosofo proseguiva facendo notare che una simile relazione di perfetta sinonimia non esiste mai, e quindi non esiste mai nemmeno l'analiticità del giudizio costruito in quel modo. Per eludere questa obiezione occorre cambiare definizione al termine "analitico". Ecco allora una definizione migliore: è analitico quel giudizio la cui negazione implica contraddizione (es: negare un giudizio logico implica contraddizione). C'è poi un aspetto empirico che ci fa pensare all'esistenza dei giudizi analitici: tutti sono in grado di individuarli e concordano nel farlo. Evidentemente c'è sotto una realtà.


http://en.wikipedia.org/wiki/Frege's_Puzzle

http://en.wikipedia.org/wiki/Naming_and_Necessity

http://home.sprynet.com/~owl1/rand.htm

Epistemic justification: internalism or externalism?

Esternalismo. Domanda: viviamo in un matrix o no? Altra domanda: stiamo sognando o no? Diciamo che chi risponde "impossibile dirlo" probabilmente è un internalista (l'immagine mentale della realtà e del sogno è la stessa), chi invece secondo buon senso risponde "no" è esternalista: evidentemente pensa che la nostra conoscenza non dipenda unicamente dall'immagine mentale che ci facciamo delle cose. O, detto in modo più gergale, pensa che la nostra mente sia influenzata in modo causale dalla realtà. Altri esperimenti mentali che ci esercitano sul punto sono quelli di Putnam (vasca dei cervelli e terra gemella). Ora, chi pta per il buon senso è esternalista.

External world: idealism, skepticism, or non-skeptical realism?

Realismo. Lasciamo perdere lo scetticismo. L'idealista pensa comunque che il mondo esterno, magari esiste, ma non è comunque accessibile e conoscibile da noi. 

Free will: compatibilism, libertarianism, or no free will?

Libertarismo. Una volta rigettato il fisicalismo della mente le altre opzioni perdono di senso.

God: theism or atheism?

Teismo. Le dimostrazioni della sua esistenza mi convincono.

Knowledge claims: contextualism, relativism, or invariantism?

 Invariantismo. Il contesto può condizionare ma se non si è scettici la conoscenza deve essere possibile. Il contestualismo resta comunque una forma di relativismo.

http://en.wikipedia.org/wiki/Contextualism

Knowledge: empiricism or rationalism?

Razionalismo. Nelle precedenti risposte, specie in tema di universali, ho dato risposte a cui un empirista sarebbe allergico.

Laws of nature: Humean or non-Humean?
Humean. Per Hume la legge di natura è in realtà una legge statistica. Anche l'anti-humaniano fa uso della statistica ma la interpreta come il segnale di una presenza ulteriore. La domanda chiave per illuminare sulla distinzione: credi che il concetto di miracolo sia metafisicamente possibile? Hume è scettico, qualsiasi presunto miracolo puo' essere meglio interpretato come la variazione imprevista su una legge statistica che comunque contempla la possibilità di variazioni.


Logic: classical or non-classical?

Classica. In genere la questione è traducibile nella domanda: credi nel principio di bivalenza? La bivalenza è il principio per cui se pensi che il mondo sia in un certo modo allora non sarà in un altro. I nemici della bivalenza sono i personaggi finzionali e il problema dei futuri contingenti: i primi si disinnescano interpretandoli come ipotesi su mondi possibili, i secondi ritenendo illecita l'indicizzazione temporale delle proposizioni.

Mental content: internalism or externalism?

Esternalismo. Qui rinvio a quanto detto in merito alla conoscenza epistemica: se reputo che sia conoscibile la nostra esistenza in un Matrix, allora, evidentemente, il contenuto mentale che posseggo è esternalista, ovvero, non dipende solo dall'immagine interiore che mi faccio delle cose.

Meta-ethics: moral realism or moral anti-realism?

Realismo.

Metaphilosophy: naturalism or non-naturalism?

Metafisica. Nessun inconveniente con il senso comune (vedi universali e verità a priori). La mente non è un'entità fisica. Questa è l'evidenza d'oggi è un atteggiamento rigoroso non può trascurare la.

Mind: physicalism or non-physicalism?

Non fisicalismo.

Moral judgment: cognitivism or non-cognitivism?

Cognitivismo. Vedi intuizionismo.

Newcomb's problem: one box or two boxes?

Due scatole. La logica vince sul calcolo probabilistico in assenza di determinismo all' indietro e in presenza di free will.

Normative ethics: deontology, consequentialism, or virtue ethics?

Deontologia. Le virtù sono un contorno (supererogatorie).

Perceptual experience: disjunctivism, qualia theory, representationalism, or sense-datum theory?

Altro: accesso diretto. Certo, gran parte della nostra conoscenza deriva dalle nostre immagini mentali, in questo modo si spiegano anche errori e illusioni. Cio' non toglie che vi sia anche un accesso diretto, vedi le voci in cui ho scelto l'opzione esternalista.



http://home.sprynet.com/~owl1/dis.htm

http://home.sprynet.com/~owl1/book1.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/Qualia#Definitions

http://www.iep.utm.edu/perc-obj/  

Personal identity: biological view, psychological view, or further-fact view?

Further fact. Ci sono due esperimenti chiave (teletrasporto e trapianto dei cervelli) da cui è possibile vedere che l'identità dipende da fattori insondabili poiché anche la perfetta conoscenza della situazione fisica non ci consente di attribuirla con certezza.

Politics: communitarianism, egalitarianism, or libertarianism?

Libertarianism.

Proper names: Fregean or Millian?

Per Frege il senso di una parola coincide con una descrizione (tavole della verità) ma ci sono anche nomi che utilizziamo intendendo ANCHE qualcosa di indescrivibile, di informe.  Se dico "c'era una volta Giona" non ho ancora detto nulla di Giona, nemmeno se esiste veramente, eppure l'ho indicato, ho pronunciato il suo nome, mi sono riferito a lui. Ebbene, per Frege un termine del genere dovrebbe essere insensato e rendere insensata la mia affermazione. Se dico Riccardo posso intendere anche la sua anima, ovvero qualcosa di indescrivibile. Potrei chiamare "Riccardo" anche lo zombie di Riccardo, in termini descrittivi non cambierebbe nulla - e nemmeno nell'esito delle tavole dalla verità - ma il senso della parola cambierebbe profondamente. Il filosofo Kripke è quello che meglio ha difeso gli argomenti milliani.


Science: scientific realism or scientific anti-realism?

Antirealismo. Domanda: perché rifiutiamo la tesi della Terra piatta? Perché preferiamo Copernico a Tolomeo? Approfondire questa questione ci fa comprendere come coerenza e semplicità stiano al centro della faccenda. Ripeto: coerenza e semplicità, non "realtà". Come disse Quine la nostra conoscenza è una grande rete ancorata a terra solo in alcuni punti periferici: solo in quei punti c'è una corrispondenza con la realtà. Ecco, io mi ritengo un realista (vedi sopra alla domanda specifica sulla metafisica e sulla verità), ma ritengo anche che quei punti non rientrino nel dominio della scienza in senso stretto. La rete della scienza è sospesa in aria, gli ancoraggi sono altrove. Ora avete capito perché la polemica Galileo e Bellarmino è così interessante? 

Teletransporter (new matter): survival or death?

Survival. Vedi identità. Ma per capire al meglio guarda anche questo film https://vimeo.com/72696357 John Weldon’s To Be

Time: A-theory or B-theory?

A-theory. Parmenide a parte, chi si sostiene la B-theory si appoggia ad Einstein sostiene che la relatività ristretta confermerebbe una visione statica del tempo. E' proprio vero? In questo saggio lo nego ( https://fahreunblog.wordpress.com/2017/03/11/einstein-contro-il-libero-arbitrio/ ), da qui la mia posizione.


http://home.sprynet.com/~owl1/qm.htm

http://home.sprynet.com/~owl1/qm3.htm

Trolley problem (five straight ahead, one on side track, turn requires switching, what ought one do?): switch or don't switch?

 Dont switch. Esistono dei principi e delle eccezioni lo switch è un'eccezione.

Truth: correspondence, deflationary, or epistemic?

 corrispondenza. Se sei un realista a tutto tondo difficile evitare di credere nella corrispondenza à la Tarski. Vale la logica classica e quindi la bivalenza per cui una verità può esistere anche se non conoscibile. Talune verità sono ragionevoli anche se non implicano un  processo di giustificazione predeterminato come pretendono le verità epistemiche. Anche criteri come la coerenza e la semplicità non sono altro che criteri assunti per assumere una  corrispondenza tra teoria e realtà.

Zombies: inconceivable, conceivable but not metaphysically possible, or metaphysically possible?

Met. possible.. L'anima esiste.

Motivazione morale: internalismo o esternalismo? 

Esternalismo. L'esperimento mentale della macchina di Nozik è decisivo: perché decidiamo di non attaccarci alla macchina della felicità artificiale e di tornare a casa dai nostri  cari? Perché le nostre immagini non sono le uniche a mkotivarci (formalmente la felicità artificiale è identica a quella reale), il concetto stesso di realtà (per quanto informe) incide. Non sono entrato nel dettaglio perché posso rinviare a questo post ...

Un sito che riassume questi temi http://www.cattoliciromani.com/40-ecumenismo-e-dialogo/66045-che-cosa-credono-i-filosofi-oggi


mercoledì 30 dicembre 2009

Pensare tutto in una volta

Se si fosse veramente convinti delle risposte che si danno qui sotto, forse si potrebbe anche smettere di "pensare". Intanto le risposte cominciao a darle, per quanto riguarda la "convinzione" vedremo.

1. Conoscenza a priori: SI' O NO linkRisposta: si
Motivo: se ci si limità ai giudizi sintetici a priori (intuizioni) la critica di Quine non ci tange...
Posizione: mediana-minoritaria

2. Astrazioni: platonismo o nominalismo
Risposta: platonismo immanente
Motivo: Esistono gli universali? Esempio, esistono i gatti bianchi, esistono i cavalli bianchi... ma esiste la "bianchezza". I nominalisti negano tale esistenza, i realisti immanenti la ammettono ma non in sè (essenza) bensì legata indissolubilmente ai “particolari”. I platonisti invece sostengono che esistono e sono autonomi. La posizione nominalista mi sembra assurda mentre quella platonista si spinge oltre senza un reale bisogno. Mi ritengo un realista immanente. Inoltre il platonismo (temperato) facilita la grammatica delle dimostrazioni: 1) il giallo è un colore, 2) l' affermazione precedente è vera, quindi 3) il giallo esiste. Semplice no? Così come è facile dimostrare la falsità del nominalismo (l' idea per cui “giallo” è solo una comoda parola): 1) il giallo è un colore e i limoni lo posseggono 2) non esistono parole che sono colori e che sono possedute dai limoni, quindi 3) giallo non è solo una parola. Facile no? Perché allora cercarsi rogne? Direi che oggi il nominalista rinuncia a queste comodità servite sul vassoio d’ argento solo perché ha dei secondi fini, per esempio è un empirista radicale e certe forme di platonismo gli romperebbero le uova nel paniere.
Posizione: Maggioritaria

3. Estetica: oggettiva o soggettiva
Risposta: oggettiva
Motivo: salvaguardare la relazione bellezza/verità
Posizione: Maggioritaria

4. Distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici: SI' NO linkRisposta: SI'
Motivo: Chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi analitici (“il quadrato ha 4 lati”, “il gatto miao è un gatto”, eccetera) così come chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi sintetici (il quadrato è blu”, “il gatto miao è feroce” eccetera). E’ forse un caso se possiamo farlo in tanti senza il minimo disaccordo? No, è semplicemente la prova che la distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici è evidente a tutti e chi la nega deve provare la negazione con altrettanta evidenza. L’ empirismo radicale si trova nella condizione di negarla – e lo ha anche fatto in modo geniale (Quine) – ma questo è un punto debole di quella filosofia, non un punto di forza.
Posizione: Maggioritaria

5. Giustificazione epistemica: INTERNALISMO ESTERNALISMO link link
Risposta: internalismo
Motivo: Sì perché la conoscenza si fonda sul senso comune che è una facoltà dell’ uomo, ovvero una facoltà “interiore” attraverso la quale abbiamo un accesso diretto alla realtà esterna grazie all’ intuizione e al tribunale dell’ introspezione. Se parlassi solo della realtà esteriore (esternalismo), come fa il naturalismo, senza specificare nulla sull’ affidabilità di intuizione e/o introspezione, la teoria epistemica sarebbe incompleta e sempre in balia di uno scetticismo à la Hume. Il problema di Gettier è aggirato con il principio della conservazione della realtà (è vero cio' che appare salvo prova contraria)
posizione: media

6. Mondo esterno: SCETTICISMO IDEALISMO REALISMO
Risposta: realismo
Motivo: per salvaguardare il concetto di oggettività e verità
Posizione: maggioritaria

7. Libero arbitrio: COMPATIBILISMO LIBERTARISMO NEGAZIONISMO
Posizione: libertarismo
Motivo: il dualismo ci concede il lusso di evitare le contorsioni verbali dei compatibilisti e le assurdità dei fatalisti
Risposta: minoritaria

8. Dio: TEISMO ATEISMO
Risposta: teismo
Motivo: la dimostrazioni della sua esistenza convincono
Posizione: minoritaria

9. Conoscenza: CONTESTUALISMO RELATIVISMO INVARIANTISMO link
Risposta: invariantismo
Motivo: il contestualismo (plausibile) converge nell' invariantismo
Posizione: Mediana

10. Conoscenza: RAZIONALISMO EMPIRISMO
Risposta: razionalismo intuizionista.
Motivo: si parte da intuizioni prima facie dell' intelletto (common sense)  che vengono poi messe alla prova. .
Posizione: mediana

11. Legge di natura: HUMANIANA NON-UMANIANA linkRisposta: Non-humaniana
Motivo: la scienza progredisce verso l' individuazione di "leggi". Ma non leggi platoniche (relazione tra universali), bensì legge come qualità generalizzabile di una sostanza avente certi poteri (vedi Swinburne qui: http://users.ox.ac.uk/~orie0087/framesetpdfs.shtml). C' è qualcosa di più della semplice correlazione. E poi: spesso hanno senso anche spiegazioni in termini di valore: Hitler ha ucciso 5m di ebrei: “We think that aesthetically better theories should be preferred. There is some irrationality in our position unless we also think that aesthetically better theories are likelier to be true, which implies that there is an explanatory factor here. Therefore, we ought also to believe that aesthetically good theories, when true, are true at least partly because of their aesthetic value.” Hume vieta di saltare dalla natura ai valori e non semplicemente dalla materia ai valori. In questo senso va respinto il suo insegnamento su questo punto.
Posizione: maggioritaria

12. Logica: CLASSICA NON-CLASSICA
Risposta: non classica
Motivo: affinchè l' "esistenza" sia un predicato. Tuttavia è pur vero che la logica classica contiene un nucleo di verità a priori innegabile. Vedi Francesco Berto.
Posizione: medio minoritaria

posizione rettificata: logica classica
motivo: le altre logiche servono a dar conto dell'indeterminatezza e dei fenomeni vaghi (vedi paradosso di sorite), ma esitste sempre l'alternativa di dire che un fenomeno vago è un nonsenso, che la vaghezza non mai una dichiarazione quanto piuttosto appartiene al linguaggio performativo.

13. Contenuti mentali: INTERNALISMO ESTERNALISMO linkRisposta: internalismo
Motivo: più compatibile con l' individualismo: le credenze non dipendono tanto dall' ambiente quanto dall' introspezione. L' olismo esternalista condiziona ma non determina.
Posizione: maggioritaria

14. Meta-etica: REALISMO ANTIREALISMO
Risposta: realismo (intuizionista).
Motivo: anti-scetticismo
Posizione: maggioritaria

15. Metafilosofia: NATURALISMO NON-NATURALISMO
Risposta: non naturalismo
Motivo: per un teista c' è almeno un' entità sovranaturale: Dio. Ma poi ci sono ancora i numeri, le cause, gli universali, i principi etici, la mente... Dio, ecco, Dio, diversamente dagli altri enti non fisici, non condivide la sostanza del mondo fisico; ovvero: puo' esistere anche a prescindere dal mondo fisico.
Posizione: mediana/minoritaria

16. Mente: FISICALISMO ANTIFISICALISMO
Risposta: antifisicalismo
Motivo: concezione dualistica. Mi ritengo un dualista: il “mentale” è chiaramente qualcosa di diverso dal “materiale” e i tentativi di ricondurre il mentale al fisico mi sembrano fallimentari. Il mentale (anima) è essenziale per risolvere il problema dell’ identità: il brain split confuta sia l’ approccio fisicalista che quello psicologista, quindi ci deve essere qualcosaltro per dire chi sono io. Non mi basta nemmeno il cosiddetto “dualismo delle proprietà”, la mente non è una proprietà del cervello, tanto è vero che puo’ trasferirsi da un corpo all’ altro (vedi teletrasporto); al contrario, non ha senso pensare che che le proprietà del corpo A possano trasferirsi nel corpo B (A e B possono avere la stessa altezza ma non si riesce a concepire come l’ altezza di A possa trasferirsi in B). Non so se esistano menti senza corpo, so però che la mente è concepibile anche senza corpo (dualismo sostanzialista), ovvero so che potrebbero anche esistere menti senza corpo: se mi sveglio privo dei cinque sensi non so se ho ancora un corpo. In altri termini, è possibile che non l’ abbia e devo lasciare aperta questa ipotesi in mancanza di confutazione. Da ultimo penso che ci sia un’ influenza reciproca tra mente e corpo (dualismo cartesiano), in caso contrario l’ idea di libero arbitrio sarebbe improbabile.  In questo modo non resta che la posizione del “dualista-sostanzialista-cartesiano”. Ammetto che non è molto di moda. Poco male, è anche la più naturale per trattare le questioni legate alla Resurrezione. Per una difesa aggiornata del dualismo sostanzialista vedi Richard Swinburne.
Posizione: minoritaria

17. Giudizi morali: COGNITIVISMO NON COGNITIVISMO link
Risposta: cognitivismo
Motivo: unica posizione compatibile con il realismo etico - la ragione ha un ruolo nelle nostre scelte etiche. Il common sense è una facoltà dell' intelletto e non dei sensi.
Posizione: maggioritaria

18. Motivazioni morali: INTERNALISMO ESTERNALISMO linkRisposta: esternalismo
Motivo: credo nel "predicare bene e razzolare male". Il desiderio non è l' unica fonte della motivazione.
Posizione: maggioritaria

19. Problema di Newcomb: UNA SCATOLA - DUE SCATOLE
Risposta: UNA SCATOLA
Motivo: finchè si puo' attenersi a Bayes - l' empirismo fa premio sul razionalismo. Vedi anche concezione del tempo.
Posizione: mediana/minoritaria

20. Etica. DEONTOLOGIA VIRTU' UTILITARISMO linkRisposta: virtù
Motivo: si puo' sempre migliorarsi. Tuttavia cio' non esclude una base seontologica isolabile laicamente.
Posizione: minoritaria.

21. Percezione: DISGIUNTIVISMO QUALIA RAPPRESENTAZIONE SENSe-data link
Risposta: realismo diretto nella variante intenzionalista
Motivo: Supera lo scetticismo senza essere troppo cervellotica sulle allucinazioni. tra le teorie proposte è quella che si avvicina di più al direct realism di thomas reid. A sua volta il direct realism è la visione che meglio ci garantisce da scetticismo e idealismo, vedi Huemer. La rappresentaione garantisce un ruolo alla ragione e l' introspezione dei qualia scongiura lo scetticismo mantenendo la possibilità di allucinazioni. Dalla prefazione di "Skepticism and the Veil of Perception (Studies in Epistemology and Cognitive Theory) - mike huemer: "Since Descartes, one of the central questions of Western philosophy has been that of how we know that the objects we seem to perceive are real. Philosophical skeptics claim that we know no such thing. Representationalists claim that we can gain such knowledge only by inference, by showing that the hypothesis of a real world is the best explanation for the kind of sensations and mental images we experience. Both accept the doctrine of a 'veil of perception:' that perception can only give us direct awareness of images or representations of objects, not the external objects themselves. In contrast, Huemer develops a theory of perceptual awareness in which perception gives us direct awareness of real objects, not mental representations, and we have non-inferential knowledge of the properties of these objects. Further, Huemer confronts the four main arguments for philosophical skepticism, showing that they are powerless against this kind of theory of perceptual knowledge".
Posizione: mediana/minoritaria

22. Identità: biologia, psicologia, trascendenza linkRisposta: trascendenza
Motivo: posizione residuale vista l' insufficienza delle altre (vedi derek parfitt)
Posizione: minoritaria

23. Politica: COMUNITARISMO EGALITARISMO LIBERTARISMO
Risposta: libertarismo
Motivo: efficacia evolutiva (vedi hayek e Frieman)
Posizione: minoritaria (ma di poco!)

Teoria del significato: FREGE MILL link
Posizione: Frege
Motivo:  La teoria descrittiva di Frege (teoria internalista) resta un caposaldo poiché distinguendo tra senso e riferimento consente poi di distinguere tra giudizi analitici e giudizi sintetici. Gli “esternalisti” seguendo Putnam e Kripke hanno elaborato teorie del significato differenti (“teoria del battesimo”) ma gli inconvenienti che segnalano possono essere aggirati con qualche ritocco.
Posizione: maggioritaria

Scienza: REALISMO ANTIREALISMO
Risposta: realismo
Motivo: avvicinamento ad una verità reale.
Posizione: maggioritaria

Teletrasporto: VIVO MORTO linkRisposta: Vivo
Motivo: vedi identità
Posizione: minoritaria

Tempo: TEORIA A TEORIA B linkRisposta: teoria A
Motivo: perchè essere controintuitivi? (non serve per la libertà, la coerenza della fisica non è un valore vedi keith ward per i dettagli sull' integrazione tra senso comune e relatività)
Posizione: minoritaria

Problema del trolley: CAMBIO NON-CAMBIO
Risposta: cambio (oltre un certo limite). Seguire l' intuizione del principio morale ma fino a un certo punto.
Motivo: asimmetria tra agire e non agire (foot) ma non oltre un certo punto di soglia (huemer)
Posizione: ?

Verità: CORRISPONDENZA DEFLAZIONE EPISTEMICA link
Risposta: Corrispondenza
Motivo: salvaguardare i meta-linguaggi
Posizione: maggioritaria

Zombie: INCONCEPIBILI CONCEPIBILI METAFISICAMENTE POSSIBILI link
Risposta: concepibili e metafisicamente possibili
Motivo: necessità della fede, identità come qualcosa di intuibile più che di discernibile.
Posizione: media/minoritaria



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