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mercoledì 30 luglio 2014

Beard e Leeson

Lette ampie parti dal volume donatomi e proveniente dalla biblioteca di tuo papà: C. A. Beard, Interpretazione economica della Costituzione degli Stati Uniti d' America.

La critica alla Costituzione USA è senza appello: sarebbe stata il frutto di una convergenza degli interessi meramente materiali di cui erano portatori i Padri Fondatori. Reazioni generalizzate di scandalo dei lettori di allora: un attentato alle più sane istituzioni del vivere civile.

Mi ha ricordato un lavoro curioso di Pete Leeson sui pirati, anche lui descrive, adottando il medesimo approccio di Beard, nel frattempo diventato più comune, la nascita di una costituzione ben più modesta, quella dei corsari caraibici.

Nonostante i "pirati", la loro organizzazione non era male. La Tortuga era retta da una democrazia costituzionale, l’ equipaggio tipico delle navi d’ assalto era un’ impresa cogestita dai lavoratori, ogni razzismo era bandito dalla comunità, vedove e orfani dei caduti venivano assistiti vita natural durante, non esisteva coscrizione obbligatoria...

Ricordo solo che il core business settecentesco dei Pirati era l’ abbordaggio e la depredazione delle navi battenti bandiera Inglese e Spagnola. Spagna e Inghilterra, ovvero organizzazioni assolutiste, razziste, con leve obbligatorie schiavizzanti e senza lo straccio di un welfare.

Perché le istituzioni piratesche erano tanto diverse? Leeson: perchè erano guidate dalla mera avidità, una ciurma di pirati è la quintessenza dell’ avidità. Democrazia, anti-razzismo, welfare, cogestione, volontarietà del servizio… unite ad un ottimo branding come la bandiera teschio con tibie incrociate su fondo nero (“nessuna pietà per chi resiste, incolumità per chi desiste”) consentivano di ottimizzare l’ entità dei bottini, e quindi erano soluzioni da adottare.

Insomma, l’ approccio istituzionale di Leeson è lo stesso di Beard ma il primo non vede il bicchiere mezzo vuoto come il secondo, bensì quello mezzo pieno: sebbene la presenza dei pirati sia un male in sé, la loro “avidità istituzionalizzata”  lo attenua anziché esacerbarlo.

Ebbene, considerata a fianco di quella americana - dalle origini tanto turpi - la Costituzione italiana e la sua origine idealistica che ancora infiamma tanto i cuori (purché rossi), vale la pena di considerare i paradossi di Leeson.

Non posso non citare il titolo strepitoso del lavoro di Leeson: “The invisible hook”.
p.s. Leeson potrebbe far pensare anche Saviano, altro autore che si occupa di organizzazioni criminose denunciando in modo allarmato il connubio tra avidità e razionalità.