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sabato 23 dicembre 2017

La guerra favorisce i comportamenti altruistici

Sul tema circa 20 studi negli ultimi 10 anni. Oltre 40 paesi esaminati.

Conclusione, l'esposizione individuale alle violenze della guerra tende ad aumentare la nostra attitudine cooperativa.

Partecipazione alla comunità e comportamenti sociali sono i due parametri principali con cui si misura l'istinto cooperativo.

L'eredità della guerra non è sempre negativa. Già in passato gli storici hanno evidenziato che la guerra è stata protagonista nella transizione dalla tribù allo stato. Carneiro 1970 Flannery 2003 Morris 2014 Diamond 1999.

Ma la guerra altera anche la psicologia delle persone. Turchin 2015

L'alterazione persiste per anni anche dopo la guerra.

I casi studiati. Sierra leone, Uganda virgola Burundi per l'africa. Georgia, israele, nepal, e molti altri paesi.

Considerate sia le guerre tra stati che le guerre civile.

Cosa si va a vedere per dire che si collabora di più? Il tasso di iscrizione a associazioni con scopo sociale e civile, per esempio. Ma anche gli esiti negli esperimenti psicologici di laboratorio..

Non conta il tipo di violenza sperimentata.

Non conta il sesso. Uomo e donna è lo stesso.

Non conta se si è stati vittime o carnefici.

L'effetto non sembra scemare nel tempo.

Che l'altruismo sia solo locale è alquanto dubbio. Si tratta perlopiù di speculazioni.

Spiegati i miracoli economici e sociali che si riscontrano spesso dopo una guerra.

Solo quando prevale il familismo può esserci una ricaduta nella violenza.

Circa metà di tutte le nazioni al mondo ha sperimentato una guerra. Blattman Miguel 2010

Una teoria dello stato. Lo Stato cresce con la guerra. Dopo la guerra si mantiene con la psicologia altruistica. Quando scema l'inclinazione altruistica si mantiene con i meccanismi spiegati dalla teoria della public choice.

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Il caso della Sierra leone.

Guerra civile tra il 1991 e il 2002.

Un conflitto né etnico né religioso. I ribelli entrati dalla Liberia erano essenzialmente formazioni multietniche.

Uccisi 50 mila civili. Circa 2 milioni di profughi.

Oltre i morti infinità di mutilazioni e stupri.

Dopo la guerra una ripresa miracolosa. Una decade di pace ed economia in crescita.

L'irrompere di ebola nel 2014 ha chiuso il miracolo della Sierra leone.

Il modello ho riscontrato. Al crescere della violenza a cui si è stati esposti crescono la partecipazione sociale e i comportamenti sociali dei protagonisti.

mercoledì 15 giugno 2016

Guerra sola igiene del mondo

Per  futuristi era così ma potrebbe esserlo per molti, ad esempio per chi mette l’altruismo in vetta alla propria scala valoriale.
Negli ultimi dieci anni, almeno una ventina di studi (su quaranta paesi) hanno segnalato una regolarità persistente: l’esposizione alla guerra e alle sue violenze aumenta la cooperazione comunitaria, intesa come partecipazione sociale e comportamenti altruistici.
Mentre la guerra ha molti lasciti negativi, sembra averne anche di molto positivi nell’ambito dell’impegno sociale. Sembra proprio che la violenza favorisca un atteggiamento di solidarietà diffusa, se questo fosse vero il grado di coesione sociale non sembra particolarmente utile a promuovere la pace.
La violenza stimola l’altruismo e probabilmente l’altruismo è un istinto funzionale alla promozione della violenza (sia difensiva che offensiva).
Quanto più il gruppo è allargato, tanto più la violenza realizzabile grazie all’apporto degli altruisti è devastante. I piccoli gruppi fanno meno danni.
altr
Naturalmente, c’è un’eccezione: la generosità senza confini tipica dei santi. Di chi tratta l’estraneo come un familiare. Questa generosità fermerebbe ogni violenza. Ma ne basta un po' di meno per fare disastri. A quel punto meglio l'egoismo. Chi è d'altronde il kamikaze se non un persona talmente generosa da donare la propria vita?
Se non riesci ad essere un Santo che ama tutti, sarai un guerriero che ne uccide molti.
L’antidoto più realistico alla guerra – per quanto perfettibile - è un sano individualismo. Ma va bene anche l’altrettanto sano familismo. Forse non è proprio un caso se le società individualiste siano anche le più pacifiche.
Per approfondire: “Can War Foster Cooperation?” di AAVV