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martedì 10 dicembre 2024

A cosa serve la coscienza?

 A cosa serve la coscienza?


Ad ingannare il prossimo. Come si inganna il prossimo? Rendendosi imprevedibili. A cosa serve ingannare? A "vincere". "Vincere" serve in ultima analisi a riprodursi (la versione laica della "vita eterna" ovvero della "salvezza"). Pensate al gioco della Morra, vince chi prevede le mosse dell'altro, il che significa in ultima analisi che vince chi è più imprevedibile. La vita è piena di giochi del genere, giochi che si vincono con quelle che Von Neumann chiamava "strategie miste". Se il mio comportamento deve essere prevedibile - e in altri giochi è bene che sia così - basta un software per programmarlo ma come si programma l'imprevedibilità? Non si puo', l'imprevedibilità è per sua natura non programmabile, tanto è vero che associamo la coscienza a cio' che non puo' essere automatizzato. Di fatto però tutti noi azioniamo ogni giorno sui nostri dispositivi la funzione random, quindi puo' darsi che una complessità estrema possa fungere da buon simulacro dell'imprevedibilità (e quindi della coscienza). Come si programma una funzione random lo spiegherà meglio di me Enzo Michelangeli. Chiudo con due domande: dove si trova fisicamente nei nostri cervelli la funzione random e quando si aziona? Ma se la coscienza è essenzialmente "caso", ovvero imprevedibilità, come devo interpretare quelle pratiche che chiamiamo "esame di coscienza"? Lascio le risposte al post del V

mercoledì 25 settembre 2024

la coscienza di dennett

  https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02uGLR3DnyUBf1JYY9FV6dVrQq4LU65MrK6cN1UXSoTBm8U4TK4yUCVJBSpqvz1HZJl?__cft__[0]=AZWcrunOH7ZvV9UX757z2VN47lU3mtfCQ_khqYVbHQjdcOpW4liOJmeW1hFUSeuBI4gH_MrvGbVZ4H3a5fQ2db0sZGPIZwinKeTRS95783w9Nv3CK7AXhYtaHGFGfpxFC5qEiT-tQNJcG2pHF1_ARh7f&__tn__=%2CO%2CP-R

giovedì 19 settembre 2024

definire e modellare

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02uGLR3DnyUBf1JYY9FV6dVrQq4LU65MrK6cN1UXSoTBm8U4TK4yUCVJBSpqvz1HZJl?__cft__[0]=AZWcrunOH7ZvV9UX757z2VN47lU3mtfCQ_khqYVbHQjdcOpW4liOJmeW1hFUSeuBI4gH_MrvGbVZ4H3a5fQ2db0sZGPIZwinKeTRS95783w9Nv3CK7AXhYtaHGFGfpxFC5qEiT-tQNJcG2pHF1_ARh7f&__tn__=%2CO%2CP-R

martedì 16 luglio 2024

coscienza

https://www.astralcodexten.com/p/consciousness-as-recursive-reflections

Motivi per NON credere alla coscienza dei Robot senza dover credere a Searl e compari

Nessuno sa con certezza come le esperienze soggettive si relazionino con la fisica oggettiva, questo è il motivo principale per cui ci sono affermazioni serie sul fatto che non tutto è fisica. Ci sono informazioni (come il sapore di un cibo) che non sono solo informazioni conosciute ed elaborate, ma anche sperimentate, sentite consapevolmente. Sono informazioni "ineffabili": i qualia non possono essere comunicati o percepiti in altro modo che non sia l'esperienza diretta. Sono anche infallibili: i qualia non possono essere percepiti in modo errato. La via migliore per capire queste presenze è pensare che gli esseri umani non siano coscienti ma che lo siano i loro pensieri. La parte di te che sta leggendo in questo momento e che si sente cosciente, è un pensiero. In realtà, un pensiero può essere cosciente, così come può essere giusto o sbagliato. I pensieri sono quella cosa che puoi notare in te quando deliberi, analizzi, valuti, ragioni, eccetera. Quel che serve per avere una teoria della coscienza è trovare il correlato fisico tra il cervello e i pensieri; finora non ci siamo riusciti, da qui il cosiddetto "divario esplicativo" tra l'esperienza soggettiva, il mondo dei qualia e il mondo dei fatti oggettivi. Tuttavia, bene o male, sappiamo cosa tiene insieme molti picchi in un pensiero: è un'oscillazione neurale: neuroni che sparano lungo percorsi circolari in un ritmo sincronizzato. Queste sono comunemente chiamate onde cerebrali. Molto probabilmente, all'interno di queste ONDE vi sono altre onde impegnate in una danza sincronizzata che dipende dall'onda principale. Questo implementa fisicamente la distinzione cruciale tra le interazioni neuronali all'interno della stessa oscillazione e le interazioni al di fuori dell'onda. Possiamo dire quindi che si tratta di pensieri all'interno di altri pensieri, pensieri che hanno per oggetto altri pensieri. E questo è vero in senso fisico: strutture fisiche che nidificano all'interno di altre strutture fisiche. Usiamo parole speciali come "coscienza fenomenica" e "qualia" per denotare questa distinzione reale, fisica e conoscibile da altre elaborazioni di informazioni neuronali. Da questo punto di vista, non ci sono uno, ma due livelli di sistemi di elaborazione delle informazioni. Il cervello è uno, ovviamente, ma all'interno del cervello, le oscillazioni/pensieri con memoria sono essi stessi sistemi di elaborazione delle informazioni aggiuntivi. Un analogo potrebbe essere un sistema informatico fisico che ha, al suo interno, una o più macchine virtuali. Una teoria del genere ha il vantaggio di poter essere verificata in futuro. Questa teoria dei qualia, se confermata, si applica solo ai processi biologici neuronali. Un ciclo IA è autoreferenziale ma non è un processo neuronale biologico strutturato come detto, quindi è difficile pensare che produca dei qualia. Sicuramente nel vasto spazio delle possibili architetture AI, alcune potrebbero essere progettate per avere fenomeni più o meno analoghi, ma non vedo alcun motivo per credere che gli attuali LLM posseggano una simile dotazione.

Ma perché abbiamo bisogno di un doppio sistema oscillatorio, uno che danza con la realtà esterna e l'altro che danza con la realtà neuronale stessa. Probabilmente, l'utilità si rivela quando le due danze sono irriducibili tra loro. Se provo un sentimento di gioia e so che provo un sentimento di gioia e so che so che provo un sentimento di gioia... la cosa non sembra decisiva. Ma se faccio qualcosa di egoistico sentendomi un altruista, questo puo' essere utile alla mia sopravvivenza. Se incontro una realtà che confligge con il mio schema guida ma posso interpretarla come qualcosa di coerente con il mio schema guida, la cosa mi risparmia le energie cognitive per aggiornare il mio schema guida e rielaborare tutte le mie vecchie credenze. Il doppio sistema si rivela molto utile per implementare un pensiero "ipocrita" e se sono un Homo Hipocritas diventa una parte essenziale della mia natura. Il robot senza un cervello biologico o senza un doppio sistema, si limiterà a fare inganni ma non avrà accesso all'autoinganno e alla vera ipocrisia che consente di mentire meglio imparando a credere alle proprie menzogne.

p.s. naturalmente una teoria del genere da sola non basta per risolvere il "problema difficile" della coscienza, va necessariamente accompagnata con una filosofia strumentalista tale per cui cio' che non serve puo' essere trascurato. Ecco, potremo dire dopo le eventuali conferme, ora che abbiamo tutto cio' che serve potremo eliminare tutto l'irriducibile che avanza come illusione.

venerdì 12 luglio 2024

Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.

 Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.


La coscienza è stata "inventata" dalla natura per rendere possibile l'autoinganno e creare un doppio simulato di noi stessi. Esempio: se devo mentire, lo farò meglio quando penso di dire la verità ma per creare queste condizioni mi occorre un doppio me stesso: qualcuno che curi i miei interessi materiali (inconscio) e qualcun altro che sia il mio addetto stampa o avvocato difensore (coscienza). A livello neuronale la coscienza è quindi un processo ridondante che, rispetto al processo sottostante, interessa anche certi circuiti correlati con la gratificazione, fiducia e autostima. Così definita, dubito che gli animali abbiano coscienza. Non  sono ipocriti e la coscienza esisterebbe solo come base dell'ipocrisia.


Esiste un autore che ha percorso questa via? 

giovedì 20 giugno 2024

itt

La coscienza nelle neuroscienze.

Circola tra i neuroscienziati una teoria della coscienza (IIT). Le idee centrali sono due: (1) proporre una misura quantitativa, chiamata Φ, della quantità di "informazione integrata" in un sistema fisico, e poi (2) ipotizzare che un sistema fisico sia 'cosciente' se e solo se ha un valore elevato di Φ. Tu, per esempio, sei un sistema abbastanza integrato: se stai prestando molta attenzione a un dolore acuto all'alluce, per esempio, il processo del dolore influenzerà i tuoi resoconti verbali ("fa male!"), il tuo ragionamento pratico ("è meglio che non prenda di nuovo a calci il muro"), i tuoi movimenti (zoppia) e così via; e viceversa. Ora, una conseguenza immediata di una definizione come questa è che tutti i tipi di sistemi fisici semplici (un termostato, un termometro, ecc.) risulteranno avere valori Φ piccoli ma non nulli. Il padre della IIT (Tiziano Tononi) ingoia il rospo e accetta allegramente l'implicazione panpsichica: sì, dice, i termostati e i fotodiodi hanno livelli di coscienza piccoli ma non nulli. Questo mi sembra un punto cruciale su cui l'IIT fallisce. La cosa più ovvia che una teoria della coscienza potrebbe fare è spiegare perché la coscienza esiste: cioè, risolvere quello che David Chalmers chiama il "Problema difficile", dicendoci come un gruppo di neuroni sia in grado di dare origine al gusto delle fragole, al rossore del rosso, eccetera. Ahimè, c'è una forte argomentazione - che io, personalmente, trovo del tutto convincente - per cui questo è troppo da chiedere a qualsiasi teoria scientifica. Si potrebbe sempre immaginare un universo coerente con quei fatti, in cui nessuno ha 'realmente' sperimentato qualcosa. Quindi, per esempio, se qualcuno sostiene che l'informazione integrata "spiega" perché esiste la coscienza - no, mi dispiace ma non è così! Ho appena evocato nella mia immaginazione esseri i cui valori Φ sono mille, anzi mille miliardi di volte più grandi di quelli degli esseri umani, ma che sono anche zombie filosofici: entità che non hanno nulla che sia come essere. Arrivati a questo punto lo neuroscienziato, di solito, reagisce male. Per quanto mi riguarda, ha assolutamente la possibilità di respingere l'Hard Problem di Chalmers come una distrazione rispetto al vero lavoro della neuroscienza. L'unica cosa che non si può fare è avere entrambe le cose: cioè, non si può dire sia che l'Hard Problem non ha senso, sia che il progresso nelle neuroscienze risolverà presto il problema. Ma possiamo facilmente interpretare l'IIT come un tentativo di fare qualcosa di più "modesto" rispetto alla soluzione dell'Hard Problem, anche se ancora incredibilmente audace. Vale a dire, possiamo dire che l'IIT mira "semplicemente" a dirci quali sistemi fisici sono associati alla coscienza e quali no, puramente in termini di organizzazione fisica dei sistemi. La prova di una tale teoria è se può produrre risultati che concordano con l'"intuizione di buon senso": per esempio, se può affermare, da principi primi, che (la maggior parte) degli esseri umani sono coscienti; che anche i cani e i cavalli sono coscienti, ma in misura minore; che le rocce, i fegati, le colonie di batteri e i computer digitali esistenti non sono coscienti (o lo sono appena); e che una stanza piena di persone non ha una "mega-coscienza" al di là delle coscienze dei singoli individui. Il motivo per cui è così importante che la teoria sostenga il 'senso comune' su questi casi è che, data l'inaccessibilità sperimentale della coscienza, questo è praticamente l'unico test a nostra disposizione. A mio parere, come costruire una teoria che ci dica quali sistemi fisici sono coscienti e quali no - dando risposte che concordino con il 'senso comune' ogni volta che quest'ultimo emette un verdetto - è uno dei problemi più profondi e affascinanti di tutta la scienza. Poiché non conosco un nome standard per questo problema, lo chiamo il Problema Piuttosto Difficile della Coscienza. Considero anche l'IIT come un tentativo fallito di affrontare il problema. L'IIT non riesce a risolvere il Problema Abbastanza Difficile perché prevede inevitabilmente grandi quantità di coscienza in sistemi fisici che nessuna persona sana di mente considererebbe particolarmente 'coscienti'.

https://scottaaronson.blog/?p=1799

mercoledì 3 giugno 2020

PERCHE' DIO CI HA ABBANDONATO? hl Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind

Cos'è l'inconscio te lo insegna Freud, cos'è la coscienza te lo insegna la mamma. Sì, la mente è una teoria che si insegna e si impara.
Espressioni come: "l'abuso che ho subito da piccolo è un fardello che sto ancora elaborando" sarebbe incomprensibile prima di Freud, un po' come se negli anni ottanta vi avessero chiesto di "cliccare con il mouse sull'icona": ogni parola è sensata ma la frase è assurda.
Quando la mamma ti dice "a cosa stai pensando?", oppure "mi sembri triste", ti sta insegnando indirettamente una teoria della mente, con osservazioni del genere imparerai presto che la mente è uno spazio immaginario che contiene cose come pensieri, emozioni e desideri. Se intendi concepire un pensiero, basta che tu lo voglia e ci riuscirai, l'energia necessaria la chiamerai forza di volontà. Tutto questo è per noi così ovvio che sembra puro buon senso, invece è una teoria della mente relativamente recente che risale a circa 3500 anni fa, prima non riscontriamo nessun riferimento alla mente. La mente non c'era, c'erano le "voci".
Se ho in testa qualcosa potrei descrivere il fenomeno come un pensiero che sto pensando, oppure come una voce che sto ascoltando. Perché no? Oggi la prima soluzione è scontata, ieri la seconda era invece più comune. Se i nostri antenati ci appaiono come dei dissociati mentali, noi appariremmo a loro come egoisti e presuntuosi in preda a demoni pervertiti.
Senti una voce che ti dice cosa fare, che ti loda per i tuoi successi, che ti critica per i tuoi fallimenti e ti dice quali decisioni prendere in situazioni difficili. La moderna teoria della mente ti dice che questa è la TUA voce, sei TU che stai pensando i tuoi pensieri. Ma senza la teoria della mente che ti ha insegnato la mamma potresti interpretare diversamente la cosa. I bambini, per esempio, non hanno una teoria della mente ben formata, per questo spesso pensano che l'amico immaginario parli con loro. I Santi e i profeti hanno Dio. Noi stessi, nei sogni, facciamo parlare altre persone. Io a volte sento la Madonna rispondere alle mie preghiere. Sulla rete ci sono gruppi di persone che si incontrano per coltivare l'idea della multipersonalità (ometto i link perché pericolosi). Conosco un tale che scrive racconti e nella febbre della creatività parla con i suoi personaggi. Ecco, orientarsi verso una personalità multipla ci appare innaturale ma è in realtà abbastanza facile in contesti culturali che lo favoriscono o addirittura lo richiedono.
Gli antichi avevano una teoria della mente che privilegiava le voci. Omero anelava a trascrivere il canto delle Muse. Proprio come noi insegniamo ai nostri figli che la voce nella loro mente è la LORO, così gli antichi insegnavano ai loro figli che la voce nella loro testa era un DIO che dava loro dei comandi. Tutti erano continuamente nello stesso tipo di trance in cui si trova oggi uno schizofrenico che ascolta le voci, anche se c'erano alcuni fuoriclasse ammirati da tutti, mi riferisco a mistici, santi e profeti.
Ma quando c'è stata la svolta? Forse con l'emergere dell'individualismo. In questo caotico tutti contro tutti si contava solo sulle proprie forze e l'idea di un demiurgo che ci guidava in quanto parti di un progetto armonioso suonava sempre meno promettente. Gli antichi avvertivano il cambiamento è si chiedevano "perché Dio ci abbandona?", "perché gli dei si sono ritirati?". Gli Assiri inventarono addirittura l'idea di Paradiso. Prima era inutile, Dio dimorava stabilmente presso gli uomini, ma ora si è nascosto lassù e dobbiamo essere noi ad andare da lui.
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2020). Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Nota - Posizione 3
@@@@@@ cos é una teoria della mentes? É il modo in cui pensiamo bche la nmente funzioni. Es l inconscio nasce con freud. tesi del libro: la mente nasce con l iliade. le voci. I pensieri come voci. Le personalitá multipli.
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Julian Jaynes’ The Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
Theory-of-mind is our intuitive model of how the mind works.
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
Every schoolchild has theory-of-mind.
Nota - Posizione 9
Un esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
the mind is an imaginary space containing things like thoughts, emotions, and desires.
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
I will thoughts to happen, and they happen;
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
This needs a resource called willpower;
Evidenzia (giallo) - Posizione 13
When important things happen, sometimes my mind gets strong emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
All this seems so obvious that it sounds like common sense
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
young children don’t start out with theory of mind. They can’t separate themselves from their emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 17
children are famously unable to figure out that a playmate who has different evidence than they do
Nota - Posizione 18
Bisogna impararlo
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
You learn it from your parents.
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“What do you think?”
Nota - Posizione 20
Cose che ti dice la mamma
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“You look sad”
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
Eventually it all sinks in. Kids learn their parent’s theory-of-mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
When in human history did theory-of-mind first arise?
Nota - Posizione 22
La domanda del libro
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
“The unconscious” only really entered our theory-of-mind with Freud.
Nota - Posizione 23
Esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
He thinks it comes from the Bronze Age Near East, c. 1500– 750 BC.
Nota - Posizione 28
L ardita tesi del libro
Nota - Posizione 28
Tttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 28
II.
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
He reviews various samples of Bronze Age writing from before and after this period, and shows that the early writings have no references to mental processes, and the later ones do.
Nota - Posizione 30
Testi
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
Jaynes spends the most time talking about the Iliad,
Nota - Posizione 37
L inizio della mente
Evidenzia (giallo) - Posizione 41
a typical translation might use a phrase like “Fear filled Agamemnon’s mind”. Wrong! There is no word for “mind” in the Iliad,
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
rose in Agamemnon’s belly”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 46
Later, when the Greeks got theory of mind, they repurposed all these terms.
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
The response of Achilles begins in his etor, or what I suggest is a cramp in his guts,
Nota - Posizione 54
Alternative alla mente
Nota - Posizione 58
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
III.
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
you hear a voice that tells you what to do, praises you for your successes, criticizes you for your failures, and tells you what decisions to make in difficult situations. Modern theory-of-mind tells you that this is your own voice, thinking thoughts.
Nota - Posizione 60
Un caso ricondotto
Evidenzia (giallo) - Posizione 60
If you don’t have theory of mind, what do you do with it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
Children don’t have theory of mind,
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
half of them have imaginary friends.
Evidenzia (giallo) - Posizione 63
better term would be “hallucinatory friend”
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
the voice in your head is a friend– or god
Evidenzia (giallo) - Posizione 66
I know some very smart and otherwise completely sane evangelical Christians who swear to me that God answers their prayers.
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
God’s voice may not sound exactly like an external voice,
Evidenzia (giallo) - Posizione 71
In Internal Family Systems, the therapist asks the patient to conceptualize some part of their mind (maybe the part that’s producing a certain symptom) as a person, and to talk to it.
Nota - Posizione 73
Terapie che funzionano
Evidenzia (giallo) - Posizione 75
“Hello, I am your anxiety, and I’m only inflicting these fears on you because we were abused as a child and I want to make sure nobody ever abuses us like that again”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 79
dissociative identity
Evidenzia (giallo) - Posizione 84
someone rediscovered/ invented tulpamancy, the idea of cultivating multiple personalities on purpose because it’s cool.
Evidenzia (giallo) - Posizione 85
talking to a different entity inside of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 86
I have a friend who writes novels,
Nota - Posizione 86
Parla con i suoi personaggi
Evidenzia (giallo) - Posizione 92
giving yourself multiple personalities is actually pretty easy under the right circumstances.
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
cultural context in which having a multiple personality is expected.
Nota - Posizione 94
Tipo
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
They had absolutely no theory of mind,
Nota - Posizione 95
Gli antichi
Evidenzia (giallo) - Posizione 95
Just as we teach our children that the voice in their mind is them thinking to theirselves, so the ancients would teach their children that the voice in their head was a god giving them commands.
Evidenzia (giallo) - Posizione 99
The Greeks have their daemons, the Romans their genii, the Egyptians their ka and ba, and the Mesopotamians their iri.
Evidenzia (giallo) - Posizione 104
Every ancient text is in complete agreement that everyone in society heard the gods’ voices very often and usually based decisions off of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 112
If the Bronze Age seems kind of hive-mind-y, Julian Jaynes argues this is because its inhabitants weren’t quite individuals,
Nota - Posizione 113
Indiividualismo
Evidenzia (giallo) - Posizione 113
They were in the same kind of trance as a schizophrenic listening to voices
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Then, around 1250 BC, this well-oiled system started to break down. Jaynes blames trade.
Nota - Posizione 126
Il passaggio
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Traders were always going into other countries,
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
they would have to negotiate with rival merchants!
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
you need to be able to model what your rival is thinking
Evidenzia (giallo) - Posizione 134
as theory of mind spread, the voices of the gods faded.
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
“the gods have forsaken us”
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
why aren’t there gods anymore?”
Evidenzia (giallo) - Posizione 144
So people got desperate.
Evidenzia (giallo) - Posizione 169
The Assyrians invented the idea of Heaven. Previously, Heaven had been unnecessary. You could go visit your god in the local ziggurat,
Nota - Posizione 170
Dio vci ha abbandonato. L invenzione del paradiso
Evidenzia (giallo) - Posizione 170
gods had retreated to heaven
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
By 500 BC, the ability to hear the gods was limited to a few prophets,
Evidenzia (giallo) - Posizione 174
For Jaynes, the Iliad starts “Sing, O Muse…” because the poet was expecting a hallucinatory Muse to actually appear
Evidenzia (giallo) - Posizione 176
Plutarch’s On The Failure Of Oracles.
Evidenzia (giallo) - Posizione 181
The last oracle to fade away was the greatest– Delphi,
Nota - Posizione 188
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 188
IV.
Evidenzia (giallo) - Posizione 189
The real Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind is like my edited version above, except that wherever I say “theory of mind”, it says “consciousness”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 191
Consciousness means so many different things to so many different people, and none of them realize they’re talking past each other,
Evidenzia (giallo) - Posizione 193
Did he literally believe that the Sumerians, Homeric Greeks, etc were p-zombies?
Evidenzia (giallo) - Posizione 209
The other major difference between my rewrite and Jaynes’ real book is that Jaynes focuses heavily on “bicamerality”
Evidenzia (giallo) - Posizione 211
the left hemisphere was the “mortal” and the right hemisphere the “god”
Nota - Posizione 211
Bronze age
Evidenzia (giallo) - Posizione 213
I am not an expert in functional neuroanatomy, but my impression is that recent research has not been kind to any theories too reliant on hemispheric lateralization.
Nota - Posizione 226
Ttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 226
V.
Evidenzia (giallo) - Posizione 227
what about Australian Aborigines?
Nota - Posizione 227
Altro problemino
Evidenzia (giallo) - Posizione 228
If consciousness is an invention, and it didn’t spread to these groups, did these groups have it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 230
Jaynes claims Bronze Agers heard gods literally all the time, as a substitute for individual thought.
Evidenzia (giallo) - Posizione 232
And these people also seem to be able to strategically deceive others, another key consciousness innovation Jaynes says Bronze Agers lacked.
Evidenzia (giallo) - Posizione 252
minds of primitive people are pretty weird, and I believe that, but they don’t seem quite as weird as Jaynes wants them to be.
Evidenzia (giallo) - Posizione 260
It’s well-known that some other cultures rarely get depression and anxiety in the classical Western sense.
Evidenzia (giallo) - Posizione 264
I’m not saying these people aren’t conscious or have no theory of mind. But it seems like their theory of mind must be… arranged… differently than ours is, somehow.
Evidenzia (giallo) - Posizione 269
the most important thing I’m going to take away from Origin of Consciousness is that theory of mind is an artifact, not a given, and it’s not necessarily the same everywhere.
Evidenzia (giallo) - Posizione 271
Much of the way we relate to our mind is culturally determined,
Evidenzia (giallo) - Posizione 272
Theory-of-mind-space is wider than we imagine,

giovedì 3 ottobre 2019

L'ERRORE DI GALILEO

https://www.edge.org/conversation/philip_goff-a-post-galilean-paradigm
Quando la scienza parla della coscienza fa ridere i polli, è un soggetto che la manda in crisi. D'altronde, non aver nulla da dire su una realtà così pervasiva è una mancanza grave. Gravissima. Ecco, la colpa è di Galileo.
L’errore di Galileo è stato quello di porre la matematica come linguaggio della Scienza, facendone una disciplina quantitativa. In questo modo la scienza si ammutolisce quando entrano in ballo colori odori, sapori, suoni… e coscienza. Per Galileo quella è roba che esiste solo nell’animo umano e non ha nulla di oggettivo. Difficile seguirlo, e in fatti oggi sono in pochi a farlo.
Abbiamo bisogno di ripensare il paradigma galileiano. Siamo stufi di limitarci al comportamento delle cose, dobbiamo dire anche qualcosa di sensato sulle cose stesse. Cos'è un elettrone? Cos’è una massa? Cos'è una carica negativa? Il filosofo parla di natura intrinseca. Qual è la natura intrinseca di un elettrone?
È come se qualcuno ti chiedesse di spiegargli cosa sia un pezzo degli scacchi e tu parli unicamente delle mosse che può fare. Magari lui vorrebbe sapere qualcosa del pezzo di sé, se è di plastica o di legno, per esempio.
C'è quindi “qualcosa” che non sappiamo dove mettere - la coscienza - e un “buco” che non sappiamo come riempire - la natura intrinseca delle cose. Idea (di Bertrand Russell): perché non mettiamo quel “qualcosa” nel “buco”? Questa è la soluzione panfisicista, la coscienza è ovunque perché la materia è ovunque, così come la sua natura intrinseca.
Il materialista si illude che un giorno le neuroscienze potranno spiegare la coscienza. E’ da struzzi pensarlo. Le neuroscienze sono solo correlazioni e non avranno mai nulla da dire sulla coscienza. Perché ho fame quando nel mio ipotalamo ferve una certa attività? Se aspetti che le neuroscienze risponderanno a domande del genere, campa cavallo. Posso produrre una montagna di correlazioni integrate ma il problema filosofico rimarrebbe, e innalzare la montagna non aggiungerebbe nulla. Occorre un filosofo che si metta a tavolino e se ne occupi. La coscienza è invisibile e tu non potrai mai trovarla osservando cosa accade nella testa di qualcuno.
Ci sono filosofi radicalmente materialisti – esempio Daniel Dennett - che comprendendo il problema considerano la coscienza come una mera illusione, un nulla. Da una parte questa posizione è coerente, dall'altra ha il solo effetto di illuminare i limiti della scienza contemporanea e spronarci a metterci una pezza. Il panfisicismo di cui sopra sarebbe quella pezza.
IMO. Ma come collego questa coscienza ubicua del panfisicismo con la coscienza degli uomini e degli animali? Io non l'ho ancora capito. Forse non basta avere un “avanzo”, un “buco” e riempire il secondo con il primo per risolvere tutti i problemi. Quando parlo di coscienza io penso ad un monopolio dell’uomo, magari con l'aggiunta di qualche animale superiore. Boh.

sabato 12 maggio 2018

ABUSO DI COSCIENZA

ABUSO DI COSCIENZA
Ci sono ormai molti programmi per computer in grado di “conversare” con noi, ma come decidere allora quando un software è una persona? In fondo la definizione di “persona” potrebbe coincidere con quella di “software che gira su un hardware chiamato cervello”, se poi la materia prima dell' hardware sia il silicio (computer) piuttosto che il carbonio (corpo umano) questo non dovrebbe fare molta differenza. Resta però un problemino: la coscienza, e in questo senso Turing ha offerto una via per aggirarlo, se non per risolverlo una volta per tutte. Da sempre i filosofi che si occupano di Intelligenza Artificiale si sono bloccati su questo punto relativamente “facile” oscurando così quello difficile, ovvero il fatto che, quand' anche avessimo a che fare con “persone”, si tratterebbe comunque di persone molto differenti da noi, che pongono problemi differenti dai nostri. Esempio: se copio uno di questi software su un altro computer sono di fronte alla medesima “persona”? E se lo copio senza cancellare l'originale? Se spengo il computer che ospita una “persona” commetto un assassinio? E se lo spengo dopo averne salvato il contenuto, scampo la terribile accusa? La “persona” che gira su un certo computer lo possiede come io posseggo il mio corpo? Se una “persona” accumula delle ricchezze, quando si copia o è copiata altrove senza cancellarsi deve condividere il 50% dei suoi possedimenti con la sua copia? Le copie sono responsabili dei contratti stipulati dall'originale quando l'originale si cancella? E quando non si cancella? Se una “persona” potesse votare, potrebbero votare anche le migliaia di copie realizzabili in pochi secondi da lei o da un terzo? Ci sono dei limiti morali che il programmatore deve osservare quando scrive un “software-persona”? Puo' per esempio programmare uno schiavo? Dovremmo considerare il programmatore una sorta di genitore con dei doveri morali verso il suo “software-figlio”? E i doveri delle macchine-persone che scrivono programmi-persona sarebbero gli stessi? Se una macchina potesse leggere il programma inscritto nel mio cervello e lo riportasse su un altro hardware, la mia identità che fine farebbe? E se rimanessi ucciso nell'operazione potrei considerarmi morto o solo “trasferito” senza il mio consenso (sequestrato)? Questi ed altri problemi sono rimasti a lungo nell'ombra poiché quello della coscienza ha occupato indebitamente l'intera scena troppo a lungo.

david friedman future imperfect

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Robot citizenship? Saudi Arabia just granted it. What about cyborgs? Or transhumans? This month we look at the politics of the singularity.