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venerdì 11 aprile 2014

Macromemoir

Arnold Kling dice la sua sulla crisi.

Origini: il capitalismo crea innovazione e l' innovazione richiede aggiustamenti e distruzione del vecchio. In questa fase le crisi mordono, specie nei paesi poco dinamici.

Rimedi.

Politica fiscale: porta sollievo temporaneo ma non aiuta al raggiungimento dei nuovi modelli strutturali. Anzi, acuisce le distorsioni della sruttura e trascina le crisi indefinitivamente.

Politica monetaria: la Fed puo' poco. I mercati, oggi molto più grandi, neutralizzano la sua politica espansiva. PY=MV. Se l' aumento di M si traduce in una diminuzione di V, allora è tutto vano. Le aspettative inflazionistiche sono quindi indeterminate. L' inflazione non è una funzione continua nelle aspettative ma discontinua: iperinflazione, business as usual, stagflazione...

Sintesi: la politica fiscale prolunga le crisi, quella monetaria puo' alleviare ma non risolve.

Cosa serve?

Dinamismo dell' economia: legislazione pro business e flessibilità del mercato del lavoro.

Il nume tutelare di questa visione?: Schumpeter.

giovedì 3 aprile 2014

Curva di Phillips, stagflazione e NDGP

Il fenomeno della stagflazione segna il fallimento di NDGP.

La stagflazone indica un fallimento reale dell' economia (problemi nell' offerta), di conseguenza "far scottare" la moneta nella mano dei potenziali compratori nazionali è inutile. Ma l' inflazione non ha solo questa funzione, serve anche per tagliare i salari laddove sono rigidi. Un taglio dei salari cura l' offerta che diventa più competitiva e riformabile.

http://www.themoneyillusion.com/?p=14924

lunedì 17 dicembre 2012

Dubbi sulla EMH

I macroeconomisti sono alla ricerca della giusta teoria, evidentemente credono che alcune siano migliori di altre, evidentemente credono che alcune facciano "fare soldi", evidentemente credono di poter battere il mercato e confutare EMH.

Calma, il mecato è un paniere di scommesse. Poco importa se alcune scommesse sono più probabili di altre, cio' che conta  è quanto pagano. Puo' ben essere conveniente scommettere con basse probabilità. I macroeconomisti (classici) non sono alla ricerca di squilibri tra posta e vincite ma di scommesse ad alta probabilità di vittoria. Al limite lo squilibrio è ricercato dai comportamentisti.

http://www.arnoldkling.com/blog/emh-and-macroeconomics/

lunedì 12 novembre 2012

Market Monetarism

La rigidità dei prezzi, in particolare quella dei salari, pregiudica gli aggiustamenti necessari per uscire dalle crisi ripristinando il tasso naturale di occupazione.

Ecco allora la ricetta Keynesiana: pompaggio di moneta e politica fiscale.

Ma la scuola chicagoana delle aspettative opina: pompare moneta genera un inflazione anticipata dagli operatori, questo vanifica i tentativi di ripristino: i prezzi reali non si abbassano. La stagflazione degli anni 70 fu un grande successo predittivo di questa scuola.

 La politica fiscale senza regole, poi, autorizza i politici a fare deficit e distorcere l' apparato produttivo. Qui l' apporto dei virginiani fu decisivo per costruire una critica coerente.

Eppure la disoccupazione esiste ed esistono anche buone teorie per spiegare la rigidità dei prezzi verso il basso. I neo keynesiani, per esempio, puntano il dito sulle difficoltà di coordinamento: "abbassa prima tu", "no, prima tu"... Abbassare i prezzi produce esternalità positive nei confronti delle altre aziende e questo semplice fatto rende difficoltoso coordinarsi.

I market monetarism coniugano neo classici e neo keynesiani. Ma come?

Dei keynesiani respingono l' ossessione sui tassi d' interesse: non sono un buon segnale per capire se una politica monetaria sia o meno abbastanza espansiva, anche da questo errore scaturisce l' ingiustificato scetticismo dei keynesiani verso le politiche monetarie che, stando ai MM possono e devono fare di più.

Dei monetaristi si respinge l' idea di mantenere costante l' inflazione. E perché mai? L' inflazione è l' unico strumento in nostro possesso per generare tassi negativi. Se ha senso abbassare i tassi, quando i tassi sono a zero ha senso renderli negativi.

E' vero, l' inflazione anticipata non abbatte i prezzi reali ma spinge all' uscita dalla trappola della liquidità. Quand' anche la rigidità dei prezzi sia solo verso il basso, ha senso produrre una certa dose di inflazione.

I Market monetarist hanno un padre nobile: Milton Friedman. Specialmente il MF che additò la politica monetaria restrittiva del 1932 come causa principale della Grande Depressione. Non condividono però con MF l' esistenza di un "long and variable lag" della politica monetaria. No, tutto è anticipato dal mercato e quasi tutto ha un effetto immediato. Qui, è chiaro, si professa il Vangelo di Lucas.

Il target della banca centrale diventa l' NGNP: in caso di shock sul lato dell' offerta non si esacerbano i problemi, al limite si sopporta un breve periodo di inflazione, nel caso di shock della domanda l' uscita dalla "trappola" è pressoché garantita.

Come targetizzare NGNP? Tramite un mercato dei future e relativa speculocrazia.

Alternative all' inflazione: penale (tasse) sulle riserve bancarie, a partire, ovviamente, dalle riserve presso la banca centrale..

da leggere:

http://en.wikipedia.org/wiki/Market_monetarism

http://www.econlib.org/library/Enc/NewKeynesianEconomics.html

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/macro.doc