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giovedì 14 novembre 2024

sull esistenza della mente

 Sull'esistenza della mente.


L'idea a cui sono pervenuto è che i disaccordi autentici non esistano, cio' che esiste sono solo descrizioni differenti di cio' che ci sta davanti. Un determinato evento può essere descritto allo stesso modo in termini fisiologici e psicologici, non intenzionali e intenzionali. Il disaccordo si sana quando scopriamo la descrizione più utile nel contesto in cui siamo. Esempio, la psicologia popolare rimarrà probabilmente il modo migliore per prevedere cosa faranno domani i nostri amici e conoscenti. Questo è tutto ciò che intendo dicendo "le menti esistono". D'altro canto, lo studio della fisiologia e dell'evoluzione è il modo migliore per capire come "funzioniamo", e questo è cio' che intendo quando dico "le menti non esistono". Di conseguenza, "le menti esistono" in certi contesti e "non esistono" in altri. Questo vale anche per la libertà, la giustizia, i colori, eccetera. Insomma, le ragioni sono anche cause. Oltretutto, non c'è un contesto più significativo. Le "cose del mondo" non rendono vere le frasi. La distinzione tra vero e falso possiamo sostituirla con una distinzione tra le frasi che servono a un certo scopo e quelle che servono ad altri scopi.

p.s. la cosa mi è apparsa evidente discutendo in rete sulla "medicalizzazione della scuola". Chi si oppone e chi la critica in nome della classica "responsabilizzazione" (o "scuola del merito") sta descrivendo in modo diverso la stessa identica cosa. Non c'è disaccordo genuino. Molto più semplicemente gli "oppositori" mirano ad una società che massimizzi il capitale umano mentre i sostenitori a una società che "minimizzare il dolore" degli studenti. Forse sopravviveranno solo le società più efficienti, cosicché avranno ragione gli "oppositori", oppure la scuola è di fatto slegata dalla formazione del capitale umano e allora avranno ragione i "sostenitori".

mercoledì 3 giugno 2020

PERCHE' DIO CI HA ABBANDONATO? hl Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind

Cos'è l'inconscio te lo insegna Freud, cos'è la coscienza te lo insegna la mamma. Sì, la mente è una teoria che si insegna e si impara.
Espressioni come: "l'abuso che ho subito da piccolo è un fardello che sto ancora elaborando" sarebbe incomprensibile prima di Freud, un po' come se negli anni ottanta vi avessero chiesto di "cliccare con il mouse sull'icona": ogni parola è sensata ma la frase è assurda.
Quando la mamma ti dice "a cosa stai pensando?", oppure "mi sembri triste", ti sta insegnando indirettamente una teoria della mente, con osservazioni del genere imparerai presto che la mente è uno spazio immaginario che contiene cose come pensieri, emozioni e desideri. Se intendi concepire un pensiero, basta che tu lo voglia e ci riuscirai, l'energia necessaria la chiamerai forza di volontà. Tutto questo è per noi così ovvio che sembra puro buon senso, invece è una teoria della mente relativamente recente che risale a circa 3500 anni fa, prima non riscontriamo nessun riferimento alla mente. La mente non c'era, c'erano le "voci".
Se ho in testa qualcosa potrei descrivere il fenomeno come un pensiero che sto pensando, oppure come una voce che sto ascoltando. Perché no? Oggi la prima soluzione è scontata, ieri la seconda era invece più comune. Se i nostri antenati ci appaiono come dei dissociati mentali, noi appariremmo a loro come egoisti e presuntuosi in preda a demoni pervertiti.
Senti una voce che ti dice cosa fare, che ti loda per i tuoi successi, che ti critica per i tuoi fallimenti e ti dice quali decisioni prendere in situazioni difficili. La moderna teoria della mente ti dice che questa è la TUA voce, sei TU che stai pensando i tuoi pensieri. Ma senza la teoria della mente che ti ha insegnato la mamma potresti interpretare diversamente la cosa. I bambini, per esempio, non hanno una teoria della mente ben formata, per questo spesso pensano che l'amico immaginario parli con loro. I Santi e i profeti hanno Dio. Noi stessi, nei sogni, facciamo parlare altre persone. Io a volte sento la Madonna rispondere alle mie preghiere. Sulla rete ci sono gruppi di persone che si incontrano per coltivare l'idea della multipersonalità (ometto i link perché pericolosi). Conosco un tale che scrive racconti e nella febbre della creatività parla con i suoi personaggi. Ecco, orientarsi verso una personalità multipla ci appare innaturale ma è in realtà abbastanza facile in contesti culturali che lo favoriscono o addirittura lo richiedono.
Gli antichi avevano una teoria della mente che privilegiava le voci. Omero anelava a trascrivere il canto delle Muse. Proprio come noi insegniamo ai nostri figli che la voce nella loro mente è la LORO, così gli antichi insegnavano ai loro figli che la voce nella loro testa era un DIO che dava loro dei comandi. Tutti erano continuamente nello stesso tipo di trance in cui si trova oggi uno schizofrenico che ascolta le voci, anche se c'erano alcuni fuoriclasse ammirati da tutti, mi riferisco a mistici, santi e profeti.
Ma quando c'è stata la svolta? Forse con l'emergere dell'individualismo. In questo caotico tutti contro tutti si contava solo sulle proprie forze e l'idea di un demiurgo che ci guidava in quanto parti di un progetto armonioso suonava sempre meno promettente. Gli antichi avvertivano il cambiamento è si chiedevano "perché Dio ci abbandona?", "perché gli dei si sono ritirati?". Gli Assiri inventarono addirittura l'idea di Paradiso. Prima era inutile, Dio dimorava stabilmente presso gli uomini, ma ora si è nascosto lassù e dobbiamo essere noi ad andare da lui.
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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2020). Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Book Review: Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Nota - Posizione 3
@@@@@@ cos é una teoria della mentes? É il modo in cui pensiamo bche la nmente funzioni. Es l inconscio nasce con freud. tesi del libro: la mente nasce con l iliade. le voci. I pensieri come voci. Le personalitá multipli.
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Julian Jaynes’ The Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
Theory-of-mind is our intuitive model of how the mind works.
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
Every schoolchild has theory-of-mind.
Nota - Posizione 9
Un esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
the mind is an imaginary space containing things like thoughts, emotions, and desires.
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
I will thoughts to happen, and they happen;
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
This needs a resource called willpower;
Evidenzia (giallo) - Posizione 13
When important things happen, sometimes my mind gets strong emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
All this seems so obvious that it sounds like common sense
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
young children don’t start out with theory of mind. They can’t separate themselves from their emotions;
Evidenzia (giallo) - Posizione 17
children are famously unable to figure out that a playmate who has different evidence than they do
Nota - Posizione 18
Bisogna impararlo
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
You learn it from your parents.
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“What do you think?”
Nota - Posizione 20
Cose che ti dice la mamma
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
“You look sad”
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
Eventually it all sinks in. Kids learn their parent’s theory-of-mind
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
When in human history did theory-of-mind first arise?
Nota - Posizione 22
La domanda del libro
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
“The unconscious” only really entered our theory-of-mind with Freud.
Nota - Posizione 23
Esempio
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
He thinks it comes from the Bronze Age Near East, c. 1500– 750 BC.
Nota - Posizione 28
L ardita tesi del libro
Nota - Posizione 28
Tttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 28
II.
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
He reviews various samples of Bronze Age writing from before and after this period, and shows that the early writings have no references to mental processes, and the later ones do.
Nota - Posizione 30
Testi
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
Jaynes spends the most time talking about the Iliad,
Nota - Posizione 37
L inizio della mente
Evidenzia (giallo) - Posizione 41
a typical translation might use a phrase like “Fear filled Agamemnon’s mind”. Wrong! There is no word for “mind” in the Iliad,
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
rose in Agamemnon’s belly”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 46
Later, when the Greeks got theory of mind, they repurposed all these terms.
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
The response of Achilles begins in his etor, or what I suggest is a cramp in his guts,
Nota - Posizione 54
Alternative alla mente
Nota - Posizione 58
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
III.
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
you hear a voice that tells you what to do, praises you for your successes, criticizes you for your failures, and tells you what decisions to make in difficult situations. Modern theory-of-mind tells you that this is your own voice, thinking thoughts.
Nota - Posizione 60
Un caso ricondotto
Evidenzia (giallo) - Posizione 60
If you don’t have theory of mind, what do you do with it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
Children don’t have theory of mind,
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
half of them have imaginary friends.
Evidenzia (giallo) - Posizione 63
better term would be “hallucinatory friend”
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
the voice in your head is a friend– or god
Evidenzia (giallo) - Posizione 66
I know some very smart and otherwise completely sane evangelical Christians who swear to me that God answers their prayers.
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
God’s voice may not sound exactly like an external voice,
Evidenzia (giallo) - Posizione 71
In Internal Family Systems, the therapist asks the patient to conceptualize some part of their mind (maybe the part that’s producing a certain symptom) as a person, and to talk to it.
Nota - Posizione 73
Terapie che funzionano
Evidenzia (giallo) - Posizione 75
“Hello, I am your anxiety, and I’m only inflicting these fears on you because we were abused as a child and I want to make sure nobody ever abuses us like that again”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 79
dissociative identity
Evidenzia (giallo) - Posizione 84
someone rediscovered/ invented tulpamancy, the idea of cultivating multiple personalities on purpose because it’s cool.
Evidenzia (giallo) - Posizione 85
talking to a different entity inside of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 86
I have a friend who writes novels,
Nota - Posizione 86
Parla con i suoi personaggi
Evidenzia (giallo) - Posizione 92
giving yourself multiple personalities is actually pretty easy under the right circumstances.
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
cultural context in which having a multiple personality is expected.
Nota - Posizione 94
Tipo
Evidenzia (giallo) - Posizione 94
They had absolutely no theory of mind,
Nota - Posizione 95
Gli antichi
Evidenzia (giallo) - Posizione 95
Just as we teach our children that the voice in their mind is them thinking to theirselves, so the ancients would teach their children that the voice in their head was a god giving them commands.
Evidenzia (giallo) - Posizione 99
The Greeks have their daemons, the Romans their genii, the Egyptians their ka and ba, and the Mesopotamians their iri.
Evidenzia (giallo) - Posizione 104
Every ancient text is in complete agreement that everyone in society heard the gods’ voices very often and usually based decisions off of them.
Evidenzia (giallo) - Posizione 112
If the Bronze Age seems kind of hive-mind-y, Julian Jaynes argues this is because its inhabitants weren’t quite individuals,
Nota - Posizione 113
Indiividualismo
Evidenzia (giallo) - Posizione 113
They were in the same kind of trance as a schizophrenic listening to voices
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Then, around 1250 BC, this well-oiled system started to break down. Jaynes blames trade.
Nota - Posizione 126
Il passaggio
Evidenzia (giallo) - Posizione 126
Traders were always going into other countries,
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
they would have to negotiate with rival merchants!
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
you need to be able to model what your rival is thinking
Evidenzia (giallo) - Posizione 134
as theory of mind spread, the voices of the gods faded.
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
“the gods have forsaken us”
Evidenzia (giallo) - Posizione 137
why aren’t there gods anymore?”
Evidenzia (giallo) - Posizione 144
So people got desperate.
Evidenzia (giallo) - Posizione 169
The Assyrians invented the idea of Heaven. Previously, Heaven had been unnecessary. You could go visit your god in the local ziggurat,
Nota - Posizione 170
Dio vci ha abbandonato. L invenzione del paradiso
Evidenzia (giallo) - Posizione 170
gods had retreated to heaven
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
By 500 BC, the ability to hear the gods was limited to a few prophets,
Evidenzia (giallo) - Posizione 174
For Jaynes, the Iliad starts “Sing, O Muse…” because the poet was expecting a hallucinatory Muse to actually appear
Evidenzia (giallo) - Posizione 176
Plutarch’s On The Failure Of Oracles.
Evidenzia (giallo) - Posizione 181
The last oracle to fade away was the greatest– Delphi,
Nota - Posizione 188
Ttttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 188
IV.
Evidenzia (giallo) - Posizione 189
The real Origin Of Consciousness In The Breakdown Of The Bicameral Mind is like my edited version above, except that wherever I say “theory of mind”, it says “consciousness”.
Evidenzia (giallo) - Posizione 191
Consciousness means so many different things to so many different people, and none of them realize they’re talking past each other,
Evidenzia (giallo) - Posizione 193
Did he literally believe that the Sumerians, Homeric Greeks, etc were p-zombies?
Evidenzia (giallo) - Posizione 209
The other major difference between my rewrite and Jaynes’ real book is that Jaynes focuses heavily on “bicamerality”
Evidenzia (giallo) - Posizione 211
the left hemisphere was the “mortal” and the right hemisphere the “god”
Nota - Posizione 211
Bronze age
Evidenzia (giallo) - Posizione 213
I am not an expert in functional neuroanatomy, but my impression is that recent research has not been kind to any theories too reliant on hemispheric lateralization.
Nota - Posizione 226
Ttttttttt
Evidenzia (giallo) - Posizione 226
V.
Evidenzia (giallo) - Posizione 227
what about Australian Aborigines?
Nota - Posizione 227
Altro problemino
Evidenzia (giallo) - Posizione 228
If consciousness is an invention, and it didn’t spread to these groups, did these groups have it?
Evidenzia (giallo) - Posizione 230
Jaynes claims Bronze Agers heard gods literally all the time, as a substitute for individual thought.
Evidenzia (giallo) - Posizione 232
And these people also seem to be able to strategically deceive others, another key consciousness innovation Jaynes says Bronze Agers lacked.
Evidenzia (giallo) - Posizione 252
minds of primitive people are pretty weird, and I believe that, but they don’t seem quite as weird as Jaynes wants them to be.
Evidenzia (giallo) - Posizione 260
It’s well-known that some other cultures rarely get depression and anxiety in the classical Western sense.
Evidenzia (giallo) - Posizione 264
I’m not saying these people aren’t conscious or have no theory of mind. But it seems like their theory of mind must be… arranged… differently than ours is, somehow.
Evidenzia (giallo) - Posizione 269
the most important thing I’m going to take away from Origin of Consciousness is that theory of mind is an artifact, not a given, and it’s not necessarily the same everywhere.
Evidenzia (giallo) - Posizione 271
Much of the way we relate to our mind is culturally determined,
Evidenzia (giallo) - Posizione 272
Theory-of-mind-space is wider than we imagine,

sabato 11 gennaio 2020

MISTICI



https://feedly.com/i/entry/hp7zdYlKSlGYuA31kyTRqj8gG7wuHeIjPMXwHhRq2yQ=_18464284634:1037f98:d8b4f5e5 

IL MISTICISMO CIELLINO

Nei gruppetti e nelle scuole di comunità in cui i ragazzi del movimento commentano l'opera di don Giussani la fede è concepita come l'esito di un incontro con Gesù. Io, devo ammettere, non ho mai incontrato Gesù ma molti amici dicono di aver fatto questa esperienza, magari aiutati dalla preghiera.

Considerato che sono sinceri, è possibile anche solo concepire che non stiano dicendo la verità?

In altri termini, è possibile sbagliarsi sulla propria esperienza? Cioè, se qualcuno dice che ha fame, forse sta dicendo la verità, forse sta mentendo ma non c'è una terza opzione. Oppure sì? In effetti a volte dico a me stesso che non ho fame ma poi, se comincio a mangiare riluttante, divoro tutto e devo ammettere a me stesso che avevo famo. Eppure non riesco ancora ad ammettere che mi sbagliavo dicendo che non avevo fame. Ero nel giusto: non avevo fame e non avrei toccato cibo senza soffrire di questa cosa. La fame mi è venuta dopo. Forse il mio corpo aveva fame e la mia mente no, ma io sono la mia mente, non il mio corpo. Forse l'incontro con Cristo avviene solo nella nostra mente ma per questo fatto non è meno reale.

Ogni percezione, in un certo senso, è un'allucinazione.

La vista del fiore più bello che tu abbia mai visto è solo uno schema di impulsi nervosi che invia il tuo talamo alla corteccia. Il dolore più orribile che tu abbia mai provato è solo uno schema di impulsi nervosi inviato dal tuo talamo. Forse nel 30 AC il talamo di San Pietro inviò alla sua neocorteccia la stringa 3a09e1508ff7, che corrispondeva a qualche immagine particolare di Gesù, e questa non era un'allucinazione in senso stretto perché Gesù era in piedi proprio di fronte a lui. E forse la settimana scorsa il talamo di qualche ciellino ha inviato alla sua neocorteccia lo stesso identico pacchetto, 3a09e1508ff7, che corrisponde alla stessa identica percezione di una visione di Gesù, ma in quel caso si trattava di un'allucinazione, perché Gesù non era là.

Gesù non era là, tuttavia, non possiamo parlare di falsità. Forse che il dolore psicosomatico è falso dolore? Qualcuno potrebbe rompersi il ginocchio e il suo talamo invia il pacchetto 09f7e8e15445, che corrisponde al dolore lancinante al ginocchio. Qualcun altro con dolore psicosomatico al ginocchio riceve lo stesso pacchetto dal talamo, pacchetto 09f7e8e15445, e sente esattamente la stessa cosa. Chi soffre di più? Se una strega ti ha maledetto e puoi scegliere tra dolore fisico e dolore psicosomatico, la risposta sbagliata è "ovviamente psicosomatico, perché è un falso dolore". Altro che falso dolore, la stringa è la stessa, risposta giusta, semmai, è chiedere qualcosa come "quale è più facile da curare?" o "quale è più probabile che se ne vada da solo?".

Per questi motivi, una volta appurata la sincerità della persona, tendo a credere a chi mi riferisce esperienze soggettive di tipo mistico.


MISTICI


Sto ascoltando su Radio Tre una trasmissione di Uomini e Profeti dedicata a Raimon Panikkar e mi è venuta una gran voglia di scrivere un post al misticismo; purtroppo mi mancano le forze, tuttavia ho buttato giù una scaletta destinata a coprire una prima parte, quella dove esprimerei il mio scetticismo di default. Se qualcuno volesse sfruttarla e completare il lavoro…
1) Se il nostro cervello è come un computer, perché quando un computer si rompe lo schermo diventa nero o si blocca o qualcosa del genere, mentre quando si “rompe” il nostro cervello comincia a vedere Gesù e a sentire le voci dei santi?
2) Cominciamo con una distinzione cruciale, possiamo pensare in due modi: 1) dal basso all’alto (si mettono insieme piccole cose per poter pensare una grande cosa), 2) dall’alto al basso (si pensa il tutto e lo si scompone in piccole cose).
3) Esempio 1. Quando vedi le tre lettere C, A e T di fila, potresti combinarle per ottenere la parola CAT. Stai pensando dal basso: prendi il “piccolo” e ottieni il “grande”. Oppure puoi dare un’occhiata al tutto e decidere che la lettera ambigua è un’ H nella prima parola e una A nella seconda in modo da poter leggere “THE CAT”, ovvero un’espressione sensata. Nota che il medesimo simbolo non puo’ essere contemporaneamente un’ H e una A, la cosa diventa possibile solo se pensiamo dall’alto in basso, cioè solo se il tutto dà senso alle parti. La nostra immagine generale ha cambiato il modo di vedere gli elementi particolari.
4) Esempio 2. Riconosciamo la frase “PARIS IN THE SPRINGTIME”, e quindi supponiamo che sia ciò a cui il cartello rinvia. Ma così facendo espelliamo il doppione del termine THE poiché bizzarro. Cosa è successo? E’ successo che pensando dal generale al particolare abbiamo espulso dal nostro orizzonte quei particolari che non rientrano nello schema che ci siamo fatti. L’operazione non sarebbe stata possibile se avessimo sommato i particolari poiché in quel caso il doppione sarebbe stato ineludibile.
5) Esempio 3. Cosa vedete in questa immagine (andrebbe vista su mega-schermo)? Alcuni vedono solo macchie informi, altri vedono una mucca. Se dite ai primi della mucca presto riusciranno a vederla anche loro, non solo: NON RIUSCIRANNO A VEDERE altro che una mucca! E’ come se il “pensiero dall’alto” si fosse imposto in modo prepotente; una volta che questa modalità di pensiero si afferma, diventa padrone della scena. Avendo dato a te stesso uno schema dall’alto verso il basso (top down) su cui lavorare, lo schema si organizza in buona parte autonomamente dalla tua volontà.
6) Pensa all’elaborazione cognitiva dall’alto verso il basso come a un modo di prendere l’insignificante (“rumore”) ed espellerlo al fine che il tutto quadri e abbia un senso. Un modo di far tornare i conti. L’allucinazione si spiega in questo modo: eliminazione compulsiva del “rumore”. Quando la tua facoltà di creare corrispondenze è “rotta” (lavora troppo), troverai in continuazione modelli che non sono presenti nella realtà ma che la tua inusitata capacità di “depurazione” scambia per realistici. L’inspiegato viene ricondotto alle alternative significative. l’allucinazione emerge quando la tua capacità di elaborazione top-down diventano così disfunzionali da espellere una miriade di elementi pur di ricondurre tutto agli schemi significativi.
7) E’ quello che succede ogni notte quando sogniamo. Noi possediamo degli “schemi significativi” che derivano dalle nostre esperienze più importanti, anche solo un piccolo evento nella nostra rete neuronale puo’ metterci in moto nel tentativo di ricondurre tutto a questi schemi. Il sogno rappresenta questo sforzo generato automaticamente dal cervello.
8) I paranoici sono le persone più soggette ad allucinazioni. Non sorprende: il paranoico ha idee fisse, quindi schemi di significato fortissimi, il suo tentativo esagerato di ricondurre tutto a quegli schemi genera allucinazioni. C’è in questi soggetti un disturbo nei modelli associativi, è come se lavorassero troppo intensamente, nel tempo si sono costruiti in testa una trama e ogni cosa che accade loro viene adattata senza sforzo.
9) Le stesse persone che hanno allucinazioni hanno anche esperienze mistiche, come se sentissero un senso di improvvisa comprensione e connessione con l’universo. Ci sono tre categorie di persone che presentano queste caratteristiche: 1) i tossici, 2) chi fa meditazione, 3) i profeti. Dietro di loro potrebbe esserci un abuso della facoltà associativa.
10) A questo punto potrei citare il Rabbi Clifford: “… come una capra di montagna che salta estaticamente da una falesia all’altra, ogni mio pensiero scaturisce da un altro, e da un altro ancora, all’infinito. Posso continuare senza sforzo a connettere cose che non avrei mai pensato come connesse”. Qui ci starebbe bene una digressione sulla cabala ebraica. Oppure l’analisi mistica delle filastrocche di Mamma Oca eseguite dal satanista Aleister Croewley. Pertinenza ed effettistica si sposerebbero bene. I koan Zen sono qualcosa di un po’ differente, ma li tratterei ugualmente qui visto che implicano anche una notevole capacità di torturare concetti casuali per ricondurli a schemi di partenza.
11) A cosa puo’ dunque essere ricondotto molto misticismo? All’esercizio forzato delle nostre facoltà di abbinamento e connessione con modelli di riferimento. Una facoltà esercitata “a vuoto” ma in modo impressionante, un po’ come il culturista che in palestra produce un’energia muscolare devastante impiegata solo per spostare i pesi a destra e poi di nuovo a sinistra. Questa ipotesi si sposa bene con il resoconto dei mistici: “tutto è connesso” o “tutto è uno”, o “tutto ha un senso” o “tutto nell’universo è buono ed è lì per uno scopo”. E alla fine vedono Dio, ovvero il collante di tutte le cose, ovvero il vertice che da senso a tutto (cio’ che non lo riceve viene espulso). Ma non si sposa del tutto con altri particolari.
12) Domande inevase: perché le persone con esperienze mistiche sono mediamente più felici e convivono meglio con la realtà? Di certo trovare un senso nelle cose è piacevole e utile, così come non trovarlo può essere molto stressante! Ma una risposta più persuasiva la lascerei alla seconda parte dell’articolo (qui).

mercoledì 27 novembre 2019

RICCARDI MARIANI

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RICCARDI MARIANI
La premessa del libro: il nostro comportamento è guidato dall' "apprendimento emotivo". Le emozioni intense generano gli schemi che ci facciamo su come funziona il mondo e il cervello usa poi questi modelli per guidarci al meglio. Anche l'irrazionalità si genera indirettamente dalla coesistenza di più modelli del mondo impliciti che si sono formati in risposta a varie sfide esterne.
Esempio: un uomo di nome Riccardo non riesce a parlare nelle riunioni aziendali. Ha buone idee ma ha inspiegabilmente paura di esporle al momento opportuno. Durante la terapia ha descritto suo padre come un narcisista chiacchierone che metteva bocca dappertutto. Tutti lo odiavano o lo prendevano in giro per essere uno sciocco che non sta mai zitto. Il terapeuta ipotizza che Riccardo lo osservasse e formasse un suo modello predittivo, qualcosa come "parlare ti rende odioso". Si tratta di una regola generale ma quando sei un bambino non hai molti dati e generalizzare in questo modo è normale.
La regola del tipo "parlare ti porta ad essere odiato" è una "memoria emotiva" di Riccardo. Puo' razionalmente capire che non è più utile, ma ciò non sempre aiuta poiché la sua memoria emotiva non se ne va, resta lì e si fa sempre sentire in modo più o meno conscio.
Cosa dovrebbe fare il terapeuta? Puo' somministrare anisomycina, ma è una sostanza tossica. Puo' fare un bell'elettroshock, ma ci sono danno collaterali. Puo' somministrare sostanze psichedeliche, ma si tratta di terapie in embrione. Occorre comunque fare qualcosa per indebolire la memoria emotiva passata e "riconsolidarla" diversamente. Il libro illustra una sua terapia ma qui diventa per me meno interessante e lo lascio alla vostra eventuale lettura.
La cosa interessante è invece l'idea di mente che ne viene fuori. Noi non siamo una persona ma tante persone, non un cervello ma tanti. Gli schemi interpretativi vengono generati dalle emozioni e le emozioni che proviamo sono le più disparate, così di schemi ce ne sono tanti nella nostra testa ma soprattutto poco connessi tra loro, anche perché noi non li abbandoniamo mai, nemmeno di fronte alla prova provata che non funzionano. Il potere di ricucirli è assai limitato.
Il nostro cervello deve essere immaginato come un paesaggio montuoso con fertili vallate separate da alte vette. Ogni ricordo (con annesso relativo schema interpretativo) scava e vive nella sua valle (un po' come un fiume). Ma non possono parlarsi. I valichi sono stretti e insidiosi. Gli schemi vivono autonomamente, non vincolati dalle conclusioni raggiunte altrove. La coscienza è una capitale che si stende su un'ampia pianura. Quando il cervello ha bisogno delle informazioni archiviate in una valle particolare, invia messaggeri sui passi. Questi messaggeri sono in gamba, ma portano semplici lettere, non tomi pesanti né tanto meno files; spesso possono solo trasmettere ciò che pensano gli abitanti della valle e non il perché. I collegamenti tra capitale e valli di solito sono precari e il commercio tra valle e valle è quasi inesistente. Puoi avere due valli in cui ferve il lavoro ma che non comunicheranno mai tra loro. A volte, quando è molto importante, il re può ordinare di costruire una strada. Ma non è la norma, e costruire su quei territori è molto dura.
In parole povere siamo dei dissociati. I pazienti dello psichiatrico sono la nostra caricatura... fedele. Avete presente quel tale a cui piace tanto il suo dottore? Lo ama, lo loda di fronte a tutti gli altri pazienti, dice che una volta fuori da lì lo nominerà per il Nobel. Poi, quando il dottore prende una decisione poco gradita - magari rifiuta un permesso - improvvisamente quel medico diventa un violento, peggio di Hitler, peggio di Mengele. Quando sarà fuori lo denuncerà a tutte le autorità portandogli via anche le mutande. Poi il dottore prende una decisione gradita e lui torna ad amarlo incondizionatamente. Ecco, un soggetto del genere non riesce ad integrare i suoi giudizi sul medico, ha schemi diversi che si formano in vallate diverse e non comunicanti del suo cervello.
Così noi non siamo il nostro cervello ma la moltitudine dei nostri cervelli. Non esiste un dipartimento verso cui si convogliano i dati e che, in base alla sua potenza (IQ), riuscirà in modo più o meno brillante a comporre in modo razionale, generando qua e là qualche sbavatura che noi chiameremo pomposamente "bias cognitivo". No, non funziona così. E infatti noi vediamo persone intelligentissime e istruite che credono a cose sciocche e dicono cose sceme quando escono dal loro ambito. Le persone faziose, per esempio: magari intelligentissime quando sono nella loro valle preferita ma completamente deficienti e impermeabili ad ogni argomento ragionevole non appena ci si sposta in una valle collaterale del loro cervello. Ci sono persone intelligenti che hanno letto molto su un argomento ma che alla fine prendono posizioni dettate solo da schemi sballati internalizzati a suo tempo. Alcuni temi (aborto, cambiamento climatico, famiglia, religione, patria, scuola statale, omosessualità...) si prestano particolarmente ad essere elaborati in vallate assai periferiche del nostro cervello. Proprio come nel caso del nostro Riccardo. Riccardo ha prove sufficienti per rendersi conto che in azienda non odiano affatto tutti quelli che parlano durante le riunioni. Ma sente ancora, a un livello profondo, che parlare alle riunioni lo metterebbe nei guai. Le prove a sua disposizione non sono riuscite a connettersi con il suo schema emotivo, la parte di lui che prende le decisioni. Quando parli di aborto o riscaldamento globale succede un po' la stessa cosa? Le prove razionali non si collegano agli schemi dell'apprendimento emotivo? I messaggeri del Re riusciranno a recapitare il loro precario dispaccio nella sperduta vallata?
In un certo senso questo è spaventoso, significa che puoi essere uno scienziato di livello mondiale e avere dimestichezza con la matematica bayesiana e ancora non riuscire ad evitare credenze puerili che neanche un bambino di dieci anni... I razionalisti si consumano per classificare i bias cognitivi, ma ho la netta impressione che la maggior parte dei bias siano spiegati dalla mancata integrazione tra i paesini che costellano l'aspra montagna del nostro cervello.