Visualizzazione post con etichetta tomismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tomismo. Mostra tutti i post

venerdì 30 novembre 2018

Dio crea il tempo?

Sembra impossibile da immaginare

... Some theists say that God “created time”. But even God could not do this. The creation of X requires a time when X does not exist, followed by a time when X exists. But there couldn’t have been a time when time did not exist. Similarly, with or without God, there could not have been an event of time coming into existence, since that requires a time when there was no time...

The Infinitude of Time http://fakenous.net/?p=71

martedì 15 dicembre 2015

Classical theism e personal theism


Classical theism e personal theism
  • The classical theist tends to start from the idea that whatever else God is, he is essentially that reality which is absolutely ultimate or fundamental, and the source of all other reality.   Different classical theists might spell this basic idea out in different ways.  The Aristotelian will emphasize the thesis that unlike everything else that exists, God is not a mixture of actuality and potentiality but is instead pure actuality or actus purus.  Neoplatonism emphasizes that unlike everything else in reality, God is in no way composed of parts, either physical or metaphysical, but is absolutely One, simple, or non-composite.  Thomists will emphasize that God is not “a being” alongside other beings, and does not merely “have” existence; rather his essence just is existence.
  • Theistic personalists, by contrast, tend to begin with the idea that God is “a person” just as we are persons, only without our corporeal and other limitations.  Like us, he has attributes like power, knowledge, and moral goodness; unlike us, he has these features to the maximum possible degree.  The theistic personalist thus arrives at an essentially anthropomorphic conception of God.
  • Classical theists insist that God is absolutely simple or without parts; 
  • theistic personalists tend to reject the doctrine of divine simplicity. 
  • Classical theists also insist that God is immutable, impassible, and eternal in the sense of outside time altogether, while theistic personalists tend to reject these claims as well.  
  • These differences also affect how the two views interpret claims about God’s omniscience, will, goodness, and sovereignty, with theistic personalists tending to interpret these in a more anthropomorphic Paley-style “design arguments” have at least a tendency in the theistic personalist direction.
continua

venerdì 1 agosto 2014

Metafisica

La metafisica studia l' essere in quanto tale e non nelle sue specificazioni, come fa invece la scienza. Atto, potenza, forma, materia, essenza, esistenza, sostanza, accidente... sono tutti aspetti dell' essere. L' essere è il concetto più ampio della metafisica, di conseguenza non puo' appartenere a qualcosa di più generale.

L' essere è una realtà trascendentale, che viene prima di tutte e che comprende tutte le altre. Le realtà trascendentali non possono essere ripartite poiché non vi è nulla di più generale di cui possono essere parte. Lo studio dell' essere è l' ontologia.

Parmenide nega il divenire: poiché nel cambiamento una cosa ne causa un' altra, in generale dovremmo poter dire che il non-essere causa l' essere. Ma questo è impossibile.

Aristotele rende conto del cambiamento distinguendo tra atto e potenza (l' essere in atto deriva dall' essere in potenza e non dal non-essere).

La causa del passaggio dalla potenza all' atto è sempre un ente attuale.

La catena di cause contingenti possono regredire all' infinito nel tempo ma la catena di cause necessarie hanno una causa prima, altrimenti non potremmo definire come necessari i suoi effetti. La catena necessaria è simultanea (fuori dal tempo) e la "necessità" di cui parliamo riguarda la logica più che la fisica.

La causa efficiente e proporzionata già contiene i suoi effetti (in potenza). Causa ed effetti esistono quindi contemporaneamente, l' asincronia riguarda solo le modalità (atto/potenza) degli enti coinvolti. Cio' spesso non è compreso da chi interpreta la causa aristotelica nel senso moderno.

La causa prima già contiene i suoi effetti (in potenza) ed è sempre attuale. Se una causa prima non esistesse non esisterebbero neanche gli effetti che invece possiamo constatare, questo perché causa ed effetto sono contemporanei e la diacronia riguarda solo le modalità potenza/atto.

Forma e materia caratterizzano l' ente anche se, contrariamente ad atto e potenza, non li caratterizzano tutti. Gli angeli, per esempio, hanno una forma ma sono immateriali.

Altra distinzione importante è quella tra oggetto e fenomeno. L' oggetto ha una sua fisicità e le sue proprietà possono essere ben rese attraverso descrizioni fisiche. Il fenomeno è inestricabilmente legato alla coscienza umana e non puo' essere compreso in assenza di coscienza. Per esempio, il suono è da molti ritenuto un fenomeno poiché il sordo non puo' comprenderlo appieno, per quanto comprenda perfettamente il resoconto oggettivo che lo descrive.

Un cambiamento puo' essere sostanziale o accidentale. Nel secondo l' ente non perde la sua natura. La parte accidentale dell' ente dipende dalle circostanze mentre la parte sostanziale è indipendente.

Capire significa dar conto delle 4 cause: materiale (da dove deriva la materia dell' ente), formale (da dove deriva la forma dell' ente), efficiente (da dove deriva l' ente) e ultima (dove è destinato l' ente). la causa efficiente (necessaria) sembra vicina al senso comune ma spesso viene equivocata poiché non puo' essere compresa disgiuntamente dalla causa finale, che invece è ripudiata dalla modernità. La causa efficiente incarna la legge predisposta per realizzare la causa finale.

L' essenza è cio' che rende un ente tale. Si distingue dall' esistenza perché noi possiamo capire l' essenza di un ente anche senza sapere se esiste. L' unico ente in cui esistenza ed essenza coincidono è Dio.

Cosa distingue sostanza ed essenza? Se si prescinde dall' aspetto materiale sono sinonimi. Noi non possiamo conoscere la sostanza di un ente a prescindere dalla sua esistenza mentre possiamo conoscere la sua essenza.

Realista è colui che crede nell' esistenza delle essenze, per esempio Platone. Tommaso credeva che le essenze esistessero realmente, ma mai disgiunte dall' ente. Tuttavia riteneva che le essenze fossero concepibili anche in modo disgiunto dall' ente (avevano cioè un' esistenza mentale come concetti). Era dunque un realista moderato o "realista immanentista".

Il significato di un termine è la realtà esterna a cui si riferisce, indipendentemente da cio' che conosciamo o consideriamo della realtà designata da quel termine. Il senso di una parola è invece la realtà designata per come la conosciamo o per quel che la consideriamo nel discorso che stiamo facendo. Esempio: Edipo vuole sposare Giocasta. Giocasta significa una persona che è la madre di Edipo ma la parola, nel discorso di Edipo, non ha certo qual senso. Senso e riferimento di un termine non sono la stessa cosa.

Analitico è un giudizio vero in virtù del suo senso. Sintetico è invece un giudizio da verificare a prescindere da cio' che significa. Molti dubitano che una distinzione del genere abbia senso ma siccome tutti sappiamo dividere i giudizi secondo questo criterio non si vede perché mai dovremmo rinunciarvi.

Una conoscenza a priori è giustificata a prescindere dall' esperienza, una conoscenza a posteriori non puo' prescindere dall' esperienza. Cio' non toglie che la prima possa dipendere da una esperienza, magari pregressa. Si dice solo che non è giustificata da alcuna esperienza ma è valida per l' appunto a priori.

Due pezzi di carta bianchi hanno in comune la bianchezza mentre hanno di specifico il fatto di essere due pezzi di carta. Cio' che hanno in comune è detto Universale. Cio' che hanno di specifico è detto di particolare.

Gli Universali esistono? Se credi di no allora sei un nominalista se credi di sì sei un realista. Francamente non si capisce bene perché mai non dovrebbero esistere visto che di loro chiunque di noi ne parla come se esistessero.

Gli universali esistono a prescindere dai particolari? Se credi di sì allora credi in una conoscenza trascendente (o platonica) se credi di no allora credi in una conoscenza immanentista. Forse l' immanentismo è la posizione più legata al senso comune, d'altronde noi facciamo esperienza degli universali sono venendo a contatto con i particolari.

La posizione immanentista sugli universali non rinnega necessariamente la trascendenza: si puo' essere realisti immanentisti e dualisti sostanzialisti. Si puo' credere cioè nell' anima: una realtà trascendentale concepibile anche separatamente dai corpi. (Per una difesa del dualismo sostanzialista vedi The evolution of the soul]

Fondamento. Una credenza è fondata quando è dedotta da credenze fondate. Ma esistono anche credenze fondate sull' auto-evidenza: quelle logiche fondamentali, quelle matematiche fondamentali... e secondo gli epistemologi riformate anche altre: quelle circa la realtà esterna, la mente, le cause... e anche la credenza in Dio. Anche realtà trascendentali possono quindi essere auto-evidenti.




lunedì 28 luglio 2014

Teologia classica e teologia personalistica

Sono due teologie fondamentali. La prima deriva direttamente dal razionalismo di San Tommaso D' Aquino, la seconda è più legata alla contemporaneità. Di seguito elenco le 4 differenze fondamentali.


  • 1 TC sostiene la semplicità assoluta di Dio. Come la semplicità è premessa per la composizione, così Dio è la premessa per l' esistenza del mondo. La semplicità di Dio ha diverse conseguenze. Per esempio, poichè Dio è semplice è anche immutabile e impassibile. TP deriva invece l' idea di Dio da quella dell' uomo grazie ad analogie: Dio è un "uomo" senza limiti (eterno, onnipotente, onnisciente, perfetto...) ed è causa dell' universo nel senso che ne è l' architetto (ID). In questo senso Dio non è "semplicità assoluta".
  • 2) TC crede nel principio di "conservazione": il cosmo cesserebbe all' istante di essere qualora Dio non lo sostenesse. TP vede Dio come creatore che osserva, interviene e giudica la sua libera creatura. I miracoli, per esempio, sono una forma d' intervento divino. Per TC il rapporto di Dio con la sua creatura è molto più "intimo".
  • 3) Il Dio perfetto della TP assomiglia ad un uomo perfettamente virtuoso che non commette mai il male. Ma questo è un concetto assurdo per TC poiché attribuire a Dio un comportamento morale non ha senso. Il Dio perfetto di TC è una realtà piena, e quindi perfettamente buona poiché il male è definibile come una diminuzione della realtà. TC enfatizza cio' che Dio è, PT è più interessato a  cio' che dio fa da cui inferire una definizione.
  • 4) TC e TP utilizzano il linguaggio in modo differente. Poiché TC descrive un agente collocandolo fuori dal tempo, cadrebbe continuamente in contraddizione se non precisasse che utilizza il linguaggio secondo "analogia tomistica". TP è più libero di arguire utilizzando le analogie semplici del discorso quotidiano.


Classical theism e personal theism
  • The classical theist tends to start from the idea that whatever else God is, he is essentially that reality which is absolutely ultimate or fundamental, and the source of all other reality.   Different classical theists might spell this basic idea out in different ways.  The Aristotelian will emphasize the thesis that unlike everything else that exists, God is not a mixture of actuality and potentiality but is instead pure actuality or actus purus.  Neoplatonism emphasizes that unlike everything else in reality, God is in no way composed of parts, either physical or metaphysical, but is absolutely One, simple, or non-composite.  Thomists will emphasize that God is not “a being” alongside other beings, and does not merely “have” existence; rather his essence just is existence.
  • Theistic personalists, by contrast, tend to begin with the idea that God is “a person” just as we are persons, only without our corporeal and other limitations.  Like us, he has attributes like power, knowledge, and moral goodness; unlike us, he has these features to the maximum possible degree.  The theistic personalist thus arrives at an essentially anthropomorphic conception of God.
  • Classical theists insist that God is absolutely simple or without parts; 
  • theistic personalists tend to reject the doctrine of divine simplicity. 
  • Classical theists also insist that God is immutable, impassible, and eternal in the sense of outside time altogether, while theistic personalists tend to reject these claims as well.  
  • These differences also affect how the two views interpret claims about God’s omniscience, will, goodness, and sovereignty, with theistic personalists tending to interpret these in a more anthropomorphic Paley-style “design arguments” have at least a tendency in the theistic personalist direction.
continua




http://edwardfeser.blogspot.it/2010/09/classical-theism.html

http://edwardfeser.blogspot.it/2012/07/classical-theism-roundup.html