La metafisica studia l'
essere in quanto tale e non nelle sue specificazioni, come fa invece la scienza. Atto, potenza, forma, materia, essenza, esistenza, sostanza, accidente... sono tutti aspetti dell' essere. L' essere è il concetto più ampio della metafisica, di conseguenza non puo' appartenere a qualcosa di più generale.
L' essere è una realtà
trascendentale, che viene prima di tutte e che comprende tutte le altre. Le realtà trascendentali non possono essere ripartite poiché non vi è nulla di più generale di cui possono essere parte. Lo studio dell' essere è l' ontologia.
Parmenide nega
il divenire: poiché nel cambiamento una cosa ne causa un' altra, in generale dovremmo poter dire che il non-essere causa l' essere. Ma questo è impossibile.
Aristotele rende conto del cambiamento distinguendo tra
atto e potenza (l' essere in atto deriva dall' essere in potenza e non dal non-essere).
La causa del passaggio dalla potenza all' atto è sempre un ente attuale.
La catena di
cause contingenti possono regredire all' infinito nel tempo ma la catena di
cause necessarie hanno una causa prima, altrimenti non potremmo definire come necessari i suoi effetti. La catena necessaria è simultanea (fuori dal tempo) e la "necessità" di cui parliamo riguarda la logica più che la fisica.
La causa efficiente e proporzionata già contiene i suoi effetti (in potenza). Causa ed effetti esistono quindi contemporaneamente, l' asincronia riguarda solo le modalità (atto/potenza) degli enti coinvolti. Cio' spesso non è compreso da chi interpreta la causa aristotelica nel senso moderno.
La causa prima già contiene i suoi effetti (in potenza) ed è sempre attuale. Se una causa prima non esistesse non esisterebbero neanche gli effetti che invece possiamo constatare, questo perché causa ed effetto sono contemporanei e la diacronia riguarda solo le modalità potenza/atto.
Forma e materia caratterizzano l' ente anche se, contrariamente ad atto e potenza, non li caratterizzano tutti. Gli angeli, per esempio, hanno una forma ma sono immateriali.
Altra distinzione importante è quella tra
oggetto e fenomeno. L' oggetto ha una sua fisicità e le sue proprietà possono essere ben rese attraverso descrizioni fisiche. Il fenomeno è inestricabilmente legato alla coscienza umana e non puo' essere compreso in assenza di coscienza. Per esempio, il suono è da molti ritenuto un fenomeno poiché il sordo non puo' comprenderlo appieno, per quanto comprenda perfettamente il resoconto oggettivo che lo descrive.
Un cambiamento puo' essere
sostanziale o accidentale. Nel secondo l' ente non perde la sua natura. La parte accidentale dell' ente dipende dalle circostanze mentre la parte sostanziale è indipendente.
Capire significa dar conto delle
4 cause: materiale (da dove deriva la materia dell' ente), formale (da dove deriva la forma dell' ente), efficiente (da dove deriva l' ente) e ultima (dove è destinato l' ente). la causa efficiente (necessaria) sembra vicina al senso comune ma spesso viene equivocata poiché non puo' essere compresa disgiuntamente dalla causa finale, che invece è ripudiata dalla modernità. La causa efficiente incarna la legge predisposta per realizzare la causa finale.
L'
essenza è cio' che rende un ente tale. Si distingue dall'
esistenza perché noi possiamo capire l' essenza di un ente anche senza sapere se esiste. L' unico ente in cui esistenza ed essenza coincidono è Dio.
Cosa distingue sostanza ed essenza? Se si prescinde dall' aspetto materiale sono sinonimi. Noi non possiamo conoscere la sostanza di un ente a prescindere dalla sua esistenza mentre possiamo conoscere la sua essenza.
Realista è colui che crede nell' esistenza delle essenze, per esempio Platone. Tommaso credeva che le essenze esistessero realmente, ma mai disgiunte dall' ente. Tuttavia riteneva che le essenze fossero concepibili anche in modo disgiunto dall' ente (avevano cioè un' esistenza mentale come concetti). Era dunque un realista moderato o "realista immanentista".
Il
significato di un termine è la realtà esterna a cui si riferisce, indipendentemente da cio' che conosciamo o consideriamo della realtà designata da quel termine. Il
senso di una parola è invece la realtà designata per come la conosciamo o per quel che la consideriamo nel discorso che stiamo facendo. Esempio: Edipo vuole sposare Giocasta. Giocasta significa una persona che è la madre di Edipo ma la parola, nel discorso di Edipo, non ha certo qual senso. Senso e riferimento di un termine non sono la stessa cosa.
Analitico è un giudizio vero in virtù del suo senso.
Sintetico è invece un giudizio da verificare a prescindere da cio' che significa. Molti dubitano che una distinzione del genere abbia senso ma siccome tutti sappiamo dividere i giudizi secondo questo criterio non si vede perché mai dovremmo rinunciarvi.
Una conoscenza
a priori è giustificata a prescindere dall' esperienza, una conoscenza
a posteriori non puo' prescindere dall' esperienza. Cio' non toglie che la prima possa dipendere da una esperienza, magari pregressa. Si dice solo che non è giustificata da alcuna esperienza ma è valida per l' appunto a priori.
Due pezzi di carta bianchi hanno in comune la bianchezza mentre hanno di specifico il fatto di essere due pezzi di carta. Cio' che hanno in comune è detto
Universale. Cio' che hanno di specifico è detto di
particolare.
Gli Universali esistono? Se credi di no allora sei un
nominalista se credi di sì sei un
realista. Francamente non si capisce bene perché mai non dovrebbero esistere visto che di loro chiunque di noi ne parla come se esistessero.
Gli universali esistono a prescindere dai particolari? Se credi di sì allora credi in una conoscenza
trascendente (o platonica) se credi di no allora credi in una conoscenza
immanentista. Forse l' immanentismo è la posizione più legata al senso comune, d'altronde noi facciamo esperienza degli universali sono venendo a contatto con i particolari.
La posizione immanentista sugli universali non rinnega necessariamente la trascendenza: si puo' essere realisti immanentisti e
dualisti sostanzialisti. Si puo' credere cioè nell'
anima: una realtà trascendentale concepibile anche separatamente dai corpi. (Per una difesa del dualismo sostanzialista vedi The evolution of the soul]
Fondamento. Una credenza è fondata quando è dedotta da credenze fondate. Ma esistono anche credenze fondate sull' auto-evidenza: quelle logiche fondamentali, quelle matematiche fondamentali... e secondo gli epistemologi riformate anche altre: quelle circa la realtà esterna, la mente, le cause... e anche la credenza in Dio. Anche realtà trascendentali possono quindi essere auto-evidenti.