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martedì 4 luglio 2017

I cattolici “sbagliati”

I cattolici “sbagliati”

L’economia sociale di mercato di Flavio Felice
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Anche il cattolicesimo è stato attraversato nel XX secolo da un vento liberale che spirando dalla Germania ha fatto sentire il suo alito fino a noi.
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intendiamo rappresentare in modo sintetico e necessariamente schematico le ragioni storiche e teoriche che condussero alcuni scienziati sociali tedeschi a contrapporsi all’abominio nazista e comunista, proponendo un sistema economico e sociale basato sull’economia di mercato, sulla libera iniziativa, sulla lotta ai monopoli (tanto pubblici quanto privati) e sulla stabilità monetaria.
Note:CSM CONTRO IL NAZISMO
Accanto alla ricostruzione storica e teorica di questo filone del liberalismo europeo che va sotto il nome di “ordoliberalismo”, e che ha sviluppata una coerente teoria economica nota con il nome di “economia sociale di mercato”, abbiamo ritenuto interessante (sebbene parziale) rendere conto di come una distinta corrente del pensiero sociale cattolico, il cattolicesimo liberale di Luigi Sturzo, abbia recepito, sviluppato e partecipato a divulgare i principi, i valori – in breve, la filosofia politica – che sottendono la suddetta teoria economica.
Note:CAPITALISMO SOCIALE DI MERCATO, ORDOLIBERALISMO E CATTOLICESIMO LIBERALE
Nel sistema teorizzato da Röpke, da Eucken, da Erhard e dagli altri esponenti dell’economia sociale di mercato, il principio di sussidiarietà è valido a tutti i livelli della sfera pubblica, quindi, interessa anche le relazioni sindacali; ne consegue che la contrattazione viene interpretata in forma decentrata e non si concepisce la concertazione; ossia, il sindacato è visto come autonomo, in un contesto sociale pluralista. Al contrario, nel modello neocorporativo, il sindacato partecipa alle decisioni dell’impresa e a quelle del governo; tale modello, dunque, è caratterizzato da “centralismo”, da “unità sindacale” e da “concertazione”10. Si tratta di una importante distinzione che ci aiuta a non cadere in facili equivoci.
Note:SINDACATO E CSM

6. La ricezione italiana
IL CONTRIBUTO DELLA SCUOLA DI FRIBURGO ha conosciuto una discreta diffusione in Italia grazie all’apprezzamento di Einaudi, di Croce e di Ferrero nell’immediato dopoguerra, per poi essere tristemente accantonato dalla seconda metà degli anni Sessanta; ancor meno fortunata fu la ricezione del pensiero ordoliberale in sede di Assemblea costituente1.
Note:CROCE EINAUDI… E POI IL VUOTO
«Le norme sui rapporti economici contenute nella Parte i della Costituzione del 1948 appaiono largamente ispirate all’idea che le pubbliche istituzioni debbano avere un ruolo attivo nell’economia. È un’idea che accomunava le due forze politiche allora dominanti, la marxista e la cattolica, in una visione fortemente critica del “capitalismo”. Intervento pubblico nel mercato, limitazione della proprietà, orientamento dell’attività economica a fini sociali vengono così innestati con forza nel tessuto di matrice liberale»2.
Note:PADOA SCHIOPPA: COSTITUZIONE ANTICAPITALISTA
Una posizione simile è stata esposta da Alberto Quadrio Curzio, per il quale «sarebbe invece meglio dire che, tra l’impostazione liberale favorevole al mercato regolato delle democrazie occidentali e quella comunista-socialista, favorevole alla pianificazione orientale, è prevalsa una linea intermedia (per altri di compromesso) propugnata principalmente dai cattolici, che nelle intenzioni di altri poteva essere piegata, se gli eventi politici lo avessero permesso, verso la soluzione pianificatoria
Note:QUADRO CURZIO
«Già nell’articolo 1 della Costituzione, affermando che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, si lasciavano aperte possibili estensioni forse anche verso concezioni di supremazia della “classe operaia”. Risulta infatti difficile capire perché il “lavoro” debba venire prima della “persona umana”
Note:OPERAISMO
Del mercato essa diffida nel momento stesso in cui lo difende; e lo difende […] essendo in buona parte insensibile a buona parte delle ragioni per cui è giusto e merita farlo»
Note:AMATO SULL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
L’esito sarà una Costituzione economica che oscilla tra una sorta di neocorporativismo e un larvato dirigismo, ove domina il ruolo del piccolo produttore autonomo, il quale piuttosto che ricercare e pretendere il rispetto delle regole del mercato si autoregola all’interno della propria comunità… efficienza e giustizia sociale sono considerate antinomie
Note:ESITO
anni in cui nessuno avrebbe mai messo in discussione il modello delle Partecipazioni Statali, e in tempi di smisurato ottimismo, dovuto alle speranze di crescita del secondo dopoguerra, le cautele e i timori “ordoliberali” di burocratizzazione, di monopolizzazione dei servizi sociali e le ricette liberali antistataliste, a favore del principio di libera concorrenza, apparivano come un’inutile zavorra che avrebbe inevitabilmente rallentato il ciclo economico positivo innestato dalla ricostruzione… entra nella fase esaltante e mitizzata della ricostruzione, mediante la politica degli ausili e dei sussidi diretti alle imprese. Il tessuto industriale italiano che rinasce dopo la seconda guerra mondiale è figlio di una politica industriale al centro della quale non abbiamo il mercato con le sue regole, bensì l’aiuto di stato,
Note:ANNI SESSANTA
come testimonia un altro democristiano, il costituente Pasquale Saraceno nella sua Intervista sulla Costituzione, isolando la corrente liberale, «il pensiero marxista e il pensiero sociale cattolico si congiungevano allora sul tema del controllo della anarchia capitalista»; non si dimentichi che era trascorso appena un decennio dalla grande crisi degli anni Trenta.
Note:RUOLO DI DOSSETTI
All’interno della Democrazia Cristiana si confrontarono due anime, quella dossettiana, sostenuta anche da Giorgio La Pira, che si era formata nel clima illiberale prefascista e fascista… e quella di Alcide De Gasperi e di Luigi Sturzo, per la quale nessun principio guida per la politica è migliore di quello liberale… 
Note:DUE ANIME DC
In tema di Costituzione economica prevarrà la linea dossettiana; una profonda sfiducia nei confronti del mercato traspare dagli articoli 41, 42 e 438 della Costituzione italiana e sebbene l’articolo 41, al primo comma, reciti testualmente che «L’iniziativa economica privata è libera», non sarà per ragioni economiche, ma per ragioni politiche, in chiave evidentemente anticomunista….
Note:CHI VINCE
Tale cultura, diffidente nei confronti del mercato, statalista, inconsapevole dell’opportunità che avrebbe potuto offrire il meccanismo della libera concorrenza, venne scossa dal processo di unificazione europea. Il trattato di Roma del 1957 è portatore di una serie di indirizzi, di divieti e di vincoli che vanno in tutt’altra direzione rispetto a quella presa dai costituenti italiani…. Scrive Amato: «Era la Comunità Europea a richiamarci a questo ordine nuovo e i richiami vennero, sempre più fitti e ineludibili,
Note:LA SCOSSA DELL ‘EUROPA
È opinione diffusa presso i giuristi dell’economia che la concezione “ordoliberale” influenzerà significativamente le filosofie di fondo dei Trattati istitutivi della Comunità economica europea; Maria De Benedetto scrive che «per tale dottrina [l’“ordoliberalismo”] lo Stato, “forte ma neutrale”,
Note:UE E ORDOLIBERALISMO
In modo particolare, possiamo far riferimento agli articoli 85, 86, 90 del Trattato di Roma del 1957, oggi articoli 81, 82 e 86 del Trattato che istituisce la Comunità europea del 1992 (Trattato di Maastricht), nella parte relativa alle “Norme comuni sulla concorrenza, sulla fiscalità e sul ravvicinamento delle legislazioni”13. In questi articoli si afferma il principio di concorrenza
Note:CONCORRENZA
L’interpretazione sturziana
il pensiero di autori come Erhard, Eucken e Röpke influenzò profondamente ampi settori della cultura economica e politica italiana, basti leggere il seguente brano di Einaudi: «Se i monopoli si sono moltiplicati ciò accade massimamente perché lo stato ciò ha voluto espressamente, perché ha favorito ed incrementato e rafforzato le tendenze monopolistiche. È chiara qui la via d’uscita. Aboliamo le leggi che hanno condotto al risultato di costituire delle sacche di profitto
Note:EINAUDI SUI MONOPOLI
sul versante del pensiero cattolico liberale, riteniamo che don Luigi Sturzo, sacerdote, scienziato politico, statista, seppe esprimere chiaramente la filosofia sociale dei nostri autori.
Note:STURZO
«Io ho stimato Don Sturzo come uno dei grandi politici che per un senso profondamente sentito di responsabilità cristiana, dopo il caos dell’ultima guerra, hanno operato in tutti i sensi per costruire un’Europa nuova, io spero tanto che le preghiere di Don Sturzo mi siano d’aiuto per cooperare a mia volta nello spirito che animava il suo intento,
Note:ADENAUER SU STURZO
In un articolo del 29 dicembre del 1957 intitolato Paura della libertà, il nostro scriveva: «Purtroppo da noi esiste, volere o no, un’impresa industriale ibrida, la statizzata e la privata, la prima con privilegi monopolistici, con larghe garanzie statali, con facilità di mezzi, e senza il senso del rischio; la seconda con un’antica tradizione di favori statali,
Note:STURZO E LA PAURA DELLA LIBERTA’
È interessante notare come Sturzo affermi che nessuna forma di “solidarismo” appaia praticabile lì dove emerge la coesistenza di “statalismo” ed “economia di mercato”, mentre una politica orientata alla solidarietà sarebbe possibile solo lì dove il “mercato libero” convive con una politica statale di “cooperazione” e di “occasionale” e “più o meno concordato intervento”.
Note:SOLIDARIETÀ IMPOSSIBILE
Non è un caso che Sturzo prenda come esempio la realtà economico-imprenditoriale tedesca e statunitense e che Röpke ebbe ad indicare proprio nell’opera di Sturzo una sua inesauribile fonte di ispirazione.
Note:ROPKE E STURZO
la libertà è unica e individuale: «Si perde la libertà politica e culturale se si perde la libertà economica e viceversa», in disaccordo con la distinzione crociana tra liberismo e liberalismo e in sintonia con la prospettiva unitaria di Röpke, Einaudi e Hayek.
Note:LA LIBERTÀ È UNICA
la libertà è espressione dell’autodisciplina oltre che della regolamentazione legislativa «per la coesistenza e il rispetto dei diritti e dei doveri reciproci».
Note:AUTODISCIPLINA
«Quando si manda via un dittatore (è il nostro caso), si crea una oligarchia; i comitati di liberazione furono una oligarchia; gli esclusi furono in quel momento i paria, salvo a passare sotto la bandiera dei nuovi partiti»
Note:STURZO CONTRO L’ANTIFASCISMO
è sempre Sturzo a ribadire che la sua idea di libertà non avrebbe nulla a che fare con «quella della Costituzione», anche in questo caso, una libertà «limitata dalla collaborazione con i social comunisti».
Note:STURZO CONTRO LA COSTITUZIONE
egli si dedica a confutare le posizioni di quanti, travisando le teorizzazioni del Toniolo, vagheggiavano una sorta di ritorno dell’ordine medievale, considerato la golden age della Cristianità6. Essi sembrano dimenticare, osserva Sturzo, che la rottura intervenuta con la creazione dello «Stato moderno» rende improponibile una strutturazione degli interessi sociali e particolari che veda relegato l’apparato centrale nel ruolo “organico” di supporto alle realtà non-statuali.
Note:CONTRO IL CORPORATIVISMO
L’esperienza del blocco sovietico e dei suoi Paesi satelliti, così come le «contraffazioni di Belgrado e Pechino» sarebbero lì a dimostrare che, in assenza di libertà economica, al “capitalismo libero” presto o tardi si sostituisce un «capitalismo di Stato, mille volte peggiore
Note:CAPITALISMO DI STATO
«i Paesi occidentali, più o meno individualisti e dinamici, con tante differenze di clima, di produttività, di sviluppo economico, di costumi, di esigenze, di storia, di cultura, le cui condizioni politiche sono piene di contrasti, non subiranno mai tranne che con la forza, la sopraffazione delle libertà fondamentali, delle quali l’economia ne è il condizionamento necessario». In questo quadro, sebbene l’intervento statale allora fosse generalmente più esteso rispetto al passato, il suo impatto sarebbe stato inferiore e le energie produttive provenienti dal settore privato avrebbero rappresentato un antidoto contro l’ingerenza statale proprio in quei Paesi in cui la struttura politica era più solida e l’industria più sana. Tra questi Paesi Sturzo non vede l’Italia, inconsistente ed evidentemente immatura
Note:LE GARANZIE DELLA LIBERTÀ ECONOMICA
Il personalismo metodologico sotteso a queste considerazioni è tanto più rilevante quanto più svela l’infondatezza epistemologica di altre proposte politiche (si pensi a quelle di un Murri o di un Dossetti) le quali, pur autoattribuendosi una specificità cristiana, sono viceversa tributarie di altre filosofie della storia e attraggono nella loro retorica linguaggi afferenti a ben diversi campi semantici (i concetti di classe, rivoluzione, struttura, …).
Note:FILOSOFIA DEL PERSONALISMO ECONOMICO
Andate a Berlino per vedere fra le due economie: Berlino Ovest: mercato e prosperità; Berlino Est: socialismo, comunismo e miseria; si potrebbe dire “comunità e socialità della miseria”»12.
Note:STURZO MANDA TUTTI… A BERLINO
lo “Stato etico”, dal punto di vista cristiano, sarebbe basato anche su un’antropologia erronea e lesiva della dignità umana, nelle sue dimensioni costitutive di libertà e responsabilità. A questo proposito il sacerdote calatino ribadisce una dottrina tanto chiara quanto disattesa per i tempi: «Non è lo stato che crea ex nihilo un ordine poiché la politica non può creare un’etica; ma è lo stato che riconosce un ordine etico-sociale che gli uomini elaborano ed esprimono perché soggetti razionali»
Note:STATO ETICO
lo statalismo scardina l’articolazione intermedia della società; in definitiva, accentrando a favore degli enti statali e burocratizzando la società civile, contravviene ad uno dei cardini della moderna dottrina sociale della Chiesa, il principio di sussidiarietà, tanto nella sua dimensione orizzontale quanto in quella verticale.
Note:SUSSIDIARIETÁ CORPI INTERMEDI
La lezione di Sturzo in economia può essere ricondotta alla massima, tipicamente “ordoliberale”, dello “stato, arbitro e non parte del libero giuoco economico”.
Note:STATO ARBITRO
In tal modo l’egoismo individuale si è spesso trasformato in egoismo di gruppo (monopolio, trust, cartello), in egoismo di classe (monopolio sindacale) e in egoismo nazionale (nazionalismo economico, imperialismo e isolazionismo)
PERICOLI DELL’ EGOISMO NON MODERATO

mercoledì 16 dicembre 2015

Ricchezza francescana di Giacomo Todeschini


Ricchezza francescana di Giacomo Todeschini
  • Tesi: la concezione della povertà obbliga i francescani ad un linguaggio economico e a scoperte di ordine economico
  • Cap1 l ambiente di francesco
  • La rinuncia (costo opportunità) come valore di scambio
  • Come si può diventare poveri se poveri lo si è già?
  • Povertà nei consumi suprema virtù civica. I francescani prima dei calvinisti
  • Cristo: un povero creativo che moltiplicava i beni
  • Modello: il povero volontario figlio dei ricchi
  • Povertà e mobilità. Il povero come cercatore attivo cosmopolita e a contatto coi ricchi
  • Monastero: creato dal nulla dai poveri volontari
  • Più che povertà generosità.
  • Pietro di blois: disprezzo x i poveri passivi
  • Il povero meritevole: consuma poco produce molto
  • L accusa agli ebrei tesaurizzatori
  • I poveri di agostino: non chi si fida solo degli uomini e dei beni materiali, anche se ne è privo. Il ricco che nn si fida della sua ricchezza è povero
  • Il povero è chi dona anzichè lasciare eredità
  • Bernardo (cistercensi) vs cluny. Polemica su lusso e bellezza. Il lusso moltiplica i fedeli
  • Pauperismo di bernardo: ideale ascetico e operoso. Ha valore ciò che può produrre
  • L organizzazione come ricchezza
  • Cap2 francesco
  • Francesco: felice mercante prudente negoziatore
  • Povertà no denaro lavoro elemosina attivismo movimento
  • La povertà va fatta funzionare. Ripudio della ricchezza immobilizzata
  • Il denaro incommensurabile con la relazione
  • Contro la propr: uso affitto locazione noleggio
  • La cultura s interessa a francesco e al suo concetto di povertà: è un bene sociale? Fa circolare ricchezza?
  • La povertà come motore economico. Nasce il dibattIto sui possibili sensi del termine
  • paradosso: è l interdizione a maneggiare denaro che fa studiare la finanza. in fondo anche noi oggi maneggiamo poco denaro contante
  • vita in assenza di proprietà e uberizzazione dei servizi. minimizzazione dello spreco e pensiero economico
  • primo sdoganamento del lusso come simbolo di un potere, di una sacralità
  • studi: immobilizzazione sterile della ricchezza. il povero come esperto nella teoria del valore
  • business ethic: i francescani come capostipiti nel ramo
  • il francescano monaldo come primo sdoganatore dell'usura quando serve. intanto tommaso condannava.
  • un simbolo: pietro di giovanni olivi. pauperista estremo ed economista moderno. sue le migliori riflessioni sul prezzo di mercato come prezzo giusto.
  • olivi: prezzo desiderio necessità. la domanda conta. proto anti-marxismo
  • la privazione come misura della necessità
  • cap3 usare il mondo
  • domande: che valore produce un mercante? e un papa? come si valutano le persone. reputazione stima sociale.
  • olivi e la soggettività del valore. soggettività della rinuncia. povertà relativa.
  • olivi: scambio come lievito sociale. la chiesa autorizzata a commerciare il suo attivo
  • prima perorazione del mercato. olivi: in convento il valore della rinuncia è fissato dalla regola e dagli esperti. nel mondo laico è fissata dal mercato
  • olivi alle prese con oro acqua braccia e cervello
  • profitto mercantile: giustificato dal ruolo sociale dei prezzi
  • interessi: a volte pgo li considera un ringraziamento
  • la povertà dei frati che si liberano di tutto ha un equivalente nei mercanti che vendono tutto poi reinvestono tutto eccetera
  • una diatriba: prop terrieri contro mercanti. chi tassare di più? l odio del denaro è presto compensato dalla sue maggiori potenzialità. la dinamicità del denaro è vincente per olivi
  • altro problema: il mercante prestava al governo che diventava dipendente e vulnerabile ai suoi doveri. questi prestiti erano leciti? presto la logica dei prestiti privati si trasla sullo stato e si sdogana il debito pubblico
  • spesso la legittimità dell usura dipende dai soggetti coinvolti: chi presta? un mercante abituale con reputazione solida? allora è legittimato alla salvaguardia del capitale con gli interessi. l usuraio è colui che professionalmente guadagna denaro col denaro (speculatore e finanza restano dannati se non immediatamente riconducibili all ec reale)
  • cap4: simbiosi tra mercato e società 
  • la costruzione della fiducia: corporazioni confraternite...
  • e gli ebrei con la loro finanza? usurai e quindi outsider?
  • Ebrei = usurai x la dedizione esclusiva alla finanza
  • Il finto mercante l inaffidabile l opportunista. Bernardino da siena. Ebrei donne oziosi. Richiesta di boicottaggio
  • Antisemitismo e corporativismo
CONTINUA









martedì 15 dicembre 2015

La vittoria della ragione di Rodney Stark

La vittoria della ragione di Rodney Stark
  • tesi: il cattolicesimo, con la suaesaltazione della ragione, è alla base dei successi dell'occidente (scienza, arte, capitalismo)
  • 2 caratteri cristiani: 1 teologia razionale 2 divinita infinita sempre da scoprire. Ragione e infinito
  • Il concetto di progresso teologico. Revisione teologica
  • Scolastica e prime università
  • Incoerenza del paganesimo
  • In oriente nn esiste teologia ma saggezza
  • Islam: più incline al rigorismo che allo sviluppo razionale
  • Islam: allah agisce come vuole. La legge naturale lo limita ed è concetto blasfemo
  • Imho: religioni del libro e religioni della xsona o della chiesa. Gesù nn scrisse nulla
  • Ebrei: il libro. Dio come essenza inspiegabile. Premesse x cui nn ci sarà mai un tommaso d aquino.
  • La storia come ciclo o come progresso
  • La condanna dell astrologia
  • Più fiducia nella ragione che oggi
  • Largo uso delle astrazioni
  • La base della scienza
  • Whitehead: scienza e teologia medievale: il mondo nasconde un segreto che la ragione può spiegare
  • Dio persona razionale che progetta come noi. Altre religioni: universo increato entità senza scopo mistero supremo
  • Grecia: no progresso. Dei nn creatori. Platonismo: ipotesi a priori. Parmenide tutto è immobile. Dominio dei cicli
  • I primi scienziati del galileo keplero newton credevano fermamente in dio. Prendevano le distanze dal classicismo
  • La base dell individualismo. Libero arbitrio
  • La base del lavoro. La frugalità
  • La schiavitù minata. La dignità dell essere umano. L unico credo a sviluppare un opposizione nel vii secolo
  • L appello a dio come base contro la tirannide. La vendetta dei tiranni e il diritto di proprietà. Il ruolo della frammentazione politica europea
  • Capitalismo italiano e notd europa: cristianità + frammentazione. Frugalità. Umiliati.
  • L anticapitalismo cattolico: francia e spagna. L alleanza col potere
  • medioevo: meno tasse e più innovazione tecnica (perché innovare se le tasse sequestrano tutto?). occhiali 
  • innovazione nella produzione. turbina idraulica. mulini a vento. ferro di cavallo e collaborazione col cavallo. monaci e itticultura. sistema di rotazione dei tre campi. maggese e concimi. produzione del panno. camino. occhiali. orologio. tecnologia finanziaria. gru argani. forgiatura metalli. innovazioni nella guerra: staffe e selle appropriate. armature. navi con timone e fondo tondo. innovazioni nei trasporti: carri cavalli finimenti redini. innovazioni culturali: musica dalla monodia alla polifonia. organo violino sistema di notazione. arte romanica (infelice denominazione. la grande arte nasce con il rinascimento italiano? guardate a van eyek. letteratura: sviluppo delle lingue (dante chaucer). l università (non per tramandare la conoscenza ma per scoprire il nuovo): pargi bologna oxford cambridge. scienza, cosmologia: copernico è l esito di un evoluzione originata da giovanni da buridano (rettore a parigi) + nicola d'oresme + nicola cusano + 
  • capitalismo e medioevo. nonc'è cap senza credito e contabilità, due frutti medievali. an che la proprietà nel medioevo trova protezione. la lex mercatoria informa la globalizzazione medievale. 
  • greci romani (e anche padri della chiesa): il commercio degrada. 
  • monasteri e agricoltura: parte la specializzazione e la vendita dei prodotti. anche la vendita dei servizi religiosi fece la sua parte. randall collins.
  • monastero: un associazione disarmata che deve campare e aiutare i più bisognosi. praticamente un azienda
  • amministrare un monastero: denaro credito e conti.
  • le virtù del lavoro e della frugalità
  • capitalismo e progresso teologico. passi evangelici e iniziale opposizione
  • Condanna usura. Eredità ebrea. Divieto sempre eluso. Poi cominciano le eccezioni infine lo sdoganamento
  • Alla fine del 1200 il capitalismo era ormai giustificato dai teologi. Fu la nevessitá e l esperienza a far svoltare
  • L acquisto delle cariche era un investimento. Dava scandalo ma giovò molto all accettazione del capitalismo e della finanza
  • Alberto magno e san tommaso: il prezzo giusto è soggettivo. 
  • L islam nn riformò mai la sua dottrina sull usura
  • Il monastero fu il modello x la città stato
  • La firenze del dugento monopolizza commerci e finanza
  • Il commercio esiste da sempre ma il commercio pianificato e le società commerciali quelle no
  • Interesse composto e scuole. Solo in italia si poteva imparate moltiplicazione e divisione
  • Lettere di cambio c/c valute assicurazioni banche internazionali contrattualistoca
  • La guerra e i sovrani indebitati. La città stato come rifugio
  • Peste 1347 carenza di manodopera e innovazioni produttive
  • l'etica frugale e austera del lavoro - che weber esalta come novità protestante - era in realtà diffusa nel nord italia si pensi al movimento laico degli umiliati
  • il capitalismo italiano (e non solo) entra in crisi dopo la scoperta dell'america e le mutate rotte commerciali. non certo per motivi di etica religiosa.
  • sintesi: il capitalismo nasce in italia e si espande nelle fiandre in olanda e inghilterra
  • cap6 cattolicesimo anti-capitalista spagna e francia
  • nei secoli a venire l italia divenne terra di conquista ridimensionando l'attività commerciale mentre spagna e francia grandi regni cattolici retti da despoti erano contrari ai commerci
  • il capitalismo restò in olanda e inghilterra. da qui gli equivoci sulle sue radici
  • il fallimento di francia e spagna: dovuto alla tirannide, non alla religione
continua



  

giovedì 31 ottobre 2013

Capitalismo e cattolicesimo

http://www.uccronline.it/2013/10/31/letica-protestante-ed-il-capitalismo-cattolico-della-rerum-novarum/