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mercoledì 29 dicembre 2010

La lezione del Maestro

I ciellini hanno un certo buongusto artistico, non c' è che dire, a Pasqua e Natale distribuiscono il cosidetto "volantone", un piccolo poster dove ad alcune preghiere si affianca la riproduzione di un quadro. Questo Natale è stata la volta del loro beniamino, William Congdon.




Mi meraviglia sempre scoprire come anche la mente più semplice ed inesperta sia pronta ad accettare il "rumore" nella pittura (e in Congdon ce n' è molto) mentre si confonde ritraendosi in un panico mascherato da rabbie quando lo incontra nella musica.

Forse l' arte in senso stretto, almeno nella storia, è sempre un passo avanti alla musica e ne anticipa le tendenze. Cio' che la sensibilità comune ormai accetta nella prima, si attarda a rifiutare nella seconda.

Se questo è vero, basta osservare l' opera dei grandi artisti contemporanei per scrutare obliquamente i destini dell' amata musica. Vediamo allora qual è l' insegnamento dei Maestri riconosciuti (nei manuali e nelle case d' asta) di oggi.

Marcel Duchamp. L' arte è "tecnica zero". Se trovate faticoso "crearearte", non impensieritevi, vi basterà battezzare l' arte che già esiste in natura. Restauro e filologia poi sono davvero attività insensate in campo artistico. Dirò di più, un' opera danneggiata quasi sempre migliora.

Lucio Fontana. L' arte è pre-vandalismo. Fate a pezzi e deturpate la vostra opera prima che qualcuno vi rubi questa gioia.

Jackson Pollock. L' arte è tentennamento da rabdomanti. Come il passo incerto del cercatore di funghi dimentico della moglie e del tempo.

Andy Wahrol. L' arte è uno spasso, specie se avete avuto la raffinatezza di involgarire i vostri gusti. Il passato crea rimpianti e malinconie, il futuro paure, dedicatevi al godimento presente cercando rassicurazioni in colori vivaci, forme elementari e superfici levigate.

Lucien Freud. L' arte puzza. Per fortuna la puzza si puo' dipingere.

Mappelthorpe. L' arte è contrazione e spasmo del corpo messo a nudo. Una pacchia per l' artista, ovvero lo spudorato per eccellenza.

Richard Prince. L' arte è furto. Quindi, quel che conta è rubarla e riciclarla in massa.

Robert Rauchenberg. L' arte è un amabile cialtronaggine. Qualità che abbonda nella medietà (abitazione media dell' uomo medio tra i medi).

Joseph Beuyes. L' arte è politica fanfarona; fate quindi politica in modo artistico. Per realizzare le vostre "sculture sociali" puntate soprattutto sul narcisismo (vostro) e sul disgusto (altrui). Un esempio di poitico/artista? Pannella. Un esempio di artista/politico? Beuyes, naturalmente.

Christo. L' arte è contrassegno, non si realizza in studio ma passeggiando ansiosi come tanti cagnolini marcatori dalla vescica rigonfia.

Matthew Barney. L' arte è ingenuità. Per regredire a questo stadio: non studiate, dimenticate, svuotatevi (magari guardando la tv per ore o litigando con la moglie)... e poi fate quel che vi viene in mente senza complessi di sorta.

Damien Hirst. L' arte parla sempre della morte. La morte puo' essere colorata come un quadro dove alla pittura sono frammisti i cadaverini di farfalle che sbatacchiano ancora le alette screziate. A volte invece la morte è nera e ronza, come nei quadri con mille mosche appiccicate, purchè siano uccise o stordite di fresco dal genio in persona a mani nude.

Jeff Koons. L' arte è estasi e non esiste estasi più rapinosa che quella consumistica.




Murakami. L' arte è piatta come un manga, il "giovane segaiolo" lettore compulsivo di fumetti è il tipo umano più adatto per capirla.

Maurizio Cattelan. L' arte è pubblicità. All' opera bastano una decina di minuti, inutile sprecarci altro tempo. Anche considerato il fatto che intorno ad essa ferve il vero lavoro, e non è poco.

Anish Kapoor. L' arte è quantità. Se un fagiolo non vi dice niente, costruitene uno d' amianto alto 25 metri, vedrete che vi dirà subito "qualcosa". Con i buchi funziona uguale.

Gerhard Richter. L' arte è anonimia. Annebbiate tutto, sfocate tutto... che tutto sia uguale a tutto e irriconoscibile. Poi ripetete l' operazione unendovi di nuovo al tutto di cui sopra.

Robert Ryman. L' arte è bullismo. Individuate il più stupido e prendetelo in giro. Di solito il più stupido è colui che viene al museo per guardare; recapitategli questo messaggio in forma artistica: "ho dipinto un quadro tutto bianco e sono diventato miliardario, potevi farlo anche tu se non fossi lo stupido che sei, incapace per natura di pensare la cosa giusta al momento giusto..."

Keith Haring. L' arte è un alfabeto illeggibile. Basta il gesto della scrittura. Nient' altro interessa, tanto meno la lettura.

Jean Michel Basquiat. L' arte è scarabocchio. Se spaccate la faccia a chi ha da ridire, vedrete che su questa tesi troverete una rassicurante convergenza. Di facce ne bastano un paio per ottenere l' obiettivo.

Enzo Cucchi. L' arte è accrocchio dell' etereogeneo. In qualche modo starà insieme, inutile preoccuparsi come. Chi vuole preoccupazioni faccia piuttosto l' impiegato.

Daniel Spoerri. L' arte è un' abbuffata. Quindi invitate gli amici, mangiate e ... Dopo cena, quando gli altri sono di là per l' amaro, vi toccherà perdere una decina di minuti per scocciare avanzi, molliche e posate nella posizione dell' abbandono (meglio che lavorare, comunque). Poi chiamate il vostro agente, si occuperà lui di contattare i musei per l' esposizione. Voi sarete liberi di unirvi alla compagnia per proseguire i divertimenti.

Imparata la lezione? E allora sotto, musicisti. Tocca a voi.

Meditazioni a latere della lettura del libro di Francesco Bonami: "Lo potevo fare anch' io".

sabato 20 novembre 2010

Simpatici zombie

Nell' ambito di molta musica contemporanea, ma anche dell' arte, del cinema, della pubblicità, dell' architettura, non è più così essenziale saper fare qualcosa. Esistono persone che di mestiere realizzano in modo egregio quello che gli altri pensano ma non sanno fare. L' importante per l' artista diventa "pensare", in ogni caso e possibilmente prima degli altri, la cosa giusta, al momento giusto. Francesco Bonami.

Senza arrivare alla radicalità dei nipotini di Duchamp, i ragazzi della Nonplace si muovono in un "giusto mezzo" tra idee ed artigianato, spargono un po' ovinque la loro elettronica discreta con la quale ibridano a puntino il "suonato preesistente". Non contenti, ci ri-suonano pure in parallelo i loro strumenti praticando una sorta di mimesi acustica.

Qualcuno lo chiamerebbe sabotaggio, esagerati!

Il parassita si sceglie un oggetto sonoro, vi s' installa e comincia a lavorarselo.

Niente scempi, per carità, solo un felice meticciato dove il cadavere acustico di suoni d' antan torna a nuova vita nelle forme di un simpatico zombie.



Nonplace 10th anniversary edition