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lunedì 26 agosto 2024

l uguaglianza di opportun ità non esiste

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mercoledì 28 luglio 2021

LOTTERIA DEI TALENTI (definitivo)

contro l'egalitarismo giustificato dalla fortuna (solo gli ultimi due argomenti accettano la sfida fino in fondo).

1) diritti e merito non devono andare insieme (nozick)

2) argomento straussiano: se credi che il merito esista darai di più (cowen).

3) analogie ripugnanti. stupro, karl lewis, ridistribuzione dei voti (hanson)

4) argomento della schiavitù: se non ho diritto al mio corpo (public choice) (landsburg)

5) senza merito ogni distribuzione è ingiusta, anche l'uguaglianza. (david friedman). 

6) il merito si considera per ciò che sono, non per ciò che sarei potuto essere (Friedman)

7) il mercato fornisce i suoi segnali solo se gli consenti di non separare merito e fortuna (Hayek, vedi sotto).


david friedman: 

https://feedly.com/i/entry/mJnsy3URuZ92Zh19I45RqysFYXr9EiFtEDLIa5p1D1g=_18700687902:1d2432c:eca0ac4


https://www.blogger.com/blog/post/edit/5403547194390425363/2830172978837546743


NO ALLE PARI OPPORTUNITA'


Bè, allora mi vuoi proprio far parlare d'altro! Siccome ho un po' di tempo, mi hai fregato. Dunque, lo direi così. Ci sono alcuni argomenti che penalizzano le pari opportunità ma non mi convincono del tutto, di certo non convincono chi si schiera aprioristicamente a favore.
Per esempio, certo, realizzare alla lettera le pari opportunità ci precipita in una distopia, tutte le nostre esperienze dovrebbero essere livellate, basta con liceo e ragioneria, basta con viaggi a Londra e Parigi, si frequenta tutti la stessa scuola, si viaggia tutti con la stessa meta cosicché tutti avranno le medesime esperienze e quindi le medesime opportunità. Tuttavia, si puo' considerare il concetto in modo caritatevole, anche a costo di renderlo più vago.
Si puo' considerare che il concetto sia un modo per legittimare la propria invidia sociale e quindi il furto. Ci sono prove a riguardo, come tu dicevi: ci interessano solo alcune opportunità e non altre e, guarda caso, quelle dove è possibile asportare dei valori al prossimo. I ricchi dovrebbero dare ai poveri ma è assurdo che i belli diano ai ricchi. Per esempio, una modella bellissima, anche per l'egalitarista più estremo, non ha il dovere morale di accoppiarsi con un incels. Guarda caso, la bellezza non puo' essere presa mentre la ricchezza sì. Tuttavia, il discorso a molti sembra estremo e distolgono la loro attenzione per tornare a proclamare il principio delle pari opportunità.
Ecco per me l'argomento più solido: il mercato crea un bene pubblico speciale che si chiama informazione (o meglio, segnale), non gli serve distinguere merito e fortuna per farlo. D'altra parte, crea necessariamente diseguaglianze, e non funziona senza diseguaglianze. Non è facilissimo da capire se non ricorriamo ad un esempio, quello dei beni di lusso: i beni di cui oggi godono i ricchi, tra dieci anni saranno goduti dei poveri. C'è stato un tempo in cui tutto quello che oggi maneggiamo era accessibile solo ad una ristretta élite. Non solo, oggi noi possiamo maneggiarlo proprio perché a quella élite è stato concesso di accedervi. E' per questo meccanismo che un proletario del XXI secolo ha una qualità della vita superiore a qualsiasi sovrano del passato. Questo miracolo puo' essere sfruttato al meglio se non intralciamo l'azione di mercato, ovvero se consentiamo che vengano prodotti beni di lusso ricercati da una classe privilegiata. Ogni ricerca di pari opportunità, invece, è una forma di intralcio. A questo punto solo uno che vede nell'uguaglianza un valore in sé - per esempio un puro invidioso - potrebbe sponsorizzare cio' che intralcia la marcia DI TUTTI verso la prosperità.



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ABOLIAMO LA FORTUNA!
E' l'urlo di battaglia dell'egalitarista. Qui di seguito cerco di farlo ragionare.
Dunque, l'esito degli affari umani dipende da merito e fortuna, alcuni enfatizzano la prima componente, altri la seconda. Concentrarsi sul merito giova alla produttività sociale, esaltare la fortuna minimizza i costi psichici legati allo stress da ricerca di status. Nelle società povere e desiderose di arricchirsi ci si orienta di solito sul primo atteggiamento, in quelle ricche e satolle sul secondo. Noi siamo in fase di transizione.
La mia idea chiave è questa: non penso che fortuna e merito siano fenomeni così differenti come si crede, penso invece che siano parole diverse per guardare allo stesso fenomeno. Non c'è una radicale differenza nel valutare la realtà ma c'è una differenza etica di fondo che divide i due schieramenti, molto più semplicemente chi esalta il merito potrebbe anche formulare diversamente la sua opzione sostenendo che i "fortunati" non sono dei colpevoli da punire. Ok? Il fortunato, quand'anche non abbia dei meriti, mantiene dei diritti. Vale infatti la pena di sottolineare che chi vuole "abolire la fortuna" lo puo' fare solo "condannando e punendo" i fortunati, anche se costoro non hanno commesso nessuna ingiustizia manifesta impossessandosi della ricchezza che detengono.
Voglio dire ancora una cosa sull'indistinguibilità di merito e fortuna, e per farlo sceglierò la feconda metafora sportiva. Domanda: Carl Lewis ha meritato le sue medaglie d'oro o avrebbe dovuto condividerle con gli altri partecipanti alle gare? Ovviamente le ha "meritate", anche se il suo talento e la sua perseveranza sono state per lui una "fortuna" caduta dal cielo. Penso che anche il secondo classificato, il terzo e tutti gli altri atleti che hanno partecipato con lui alle gare non abbiano nulla da obbiettare, e nessuno di loro soffra di particolari stress da status. Ecco, lo sport è un esempio mirabile di come sia possibile prendere due piccioni con una fava: il rispetto per il perdente non ha bisogno di essere acquistato colpevolizzando il vincitore! Sarebbe assurdo chiedere a Carl Lewis di restituire le sue medaglie olimpiche per il fatto che Madre Natura lo abbia beneficiato, così come dovrebbe suonarci assurdo il progetto "aboliamo la fortuna!".
Puoi pensare che tutti meritino una vita dignitosa e anche pensare che alcune persone meritano più di altri. Costruire una meritocrazia non punitiva non è affatto semplice, ma è un progetto in grado di arricchire la società mantenendo bassi i costi psichici dei perdenti. D'altronde, in una società pluralista, esistono tanti agoni tra cui scegliere quello che ci è più congegnale.
Vorrei aggiungere ancora una cosa: noi siamo nati per lo stress, il che rende questo "nemico" molto meno letale di quanto si creda. Abbiamo la fortuna di tollerare bene la diseguaglianza poiché questa condizione appartiene alla nostra natura di grandi scimmie. E' abbastanza naturale ritenere che se qualcosa ci è connaturata non potrà mai produrre costi psichici troppo elevati, abbiamo sviluppato robusti anti-corpi. Il progetto "aboliamo la fortuna" è una rivoluzione che crea devastazione intorno a noi senza portare a casa nulla di rilevante.

mercoledì 17 gennaio 2018

Quale uguaglianza?

Quale uguaglianza?

Nella società moderna l’uguaglianza tra i membri è un precetto irrinunciabile, almeno dai tempi della rivoluzione americana (o francese)..
Ma quale uguaglianza?, ne esistono almeno tre:uguaglianza dei diritti (UD), uguaglianza dei risultati (UR) e uguaglianza delle opportunità (UO).
La nostra Costituzione dice tutto e il contrario di tutto, quindi, come al solito, meglio metterla da parte.
La prima è tipica dei liberali, ma poiché i liberali non esistono, almeno alle nostre attitudini, la trascurerò.
La seconda è tipica dei comunisti: “da ognuno secondo le sue capacità ad ognuno secondo i suoi bisogni”.
La terza è tipica dei “liberali alle vongole”, quelli che non hanno lo stomaco per essere liberali ma hanno la furbizia di non essere comunisti.
Personalmente prediligo l’ UR a l’ UO. Ok, sarei per l’ UD, ma qui non vale.
Perché?
Ci sono applicazioni radicali e applicazioni sensate sia dell’ UR che dell’ UO.
E’ chiaro che di fronte ad un’applicazione radicale dell’ UR rispetto ad una sensata di UO, preferisco la seconda. Ma questo non è un confronto onesto.
Per capire la tesi procedo con esempi.
1. Applicazione radicale dell’ UR: progressività della tassazione.
2. Applicazione sensata dell’ UR: reddito minimo di cittadinanza.
3. Applicazione sensata dell’ UO: borse di studio.
4. Applicazione radicale di UO: ?
Il punto 4 merita attenzione: si noti che se Giovanni intende fare il liceo scientifico e Giuseppe il classico, Giovanni e Giuseppe non avranno le stesse opportunità. Bisogna intervenire.
Vi lascio comprendere l’incubo in cui l’applicazione radicale dell’ UO getta la società: va controllato tutto di tutti. La carta millimetrata diventa lo strumento principe del burocrate.
Una società comunista controlla i redditi, ovvero la punta finale dell’ iceberg. Una società invasata dall’ UO deve controllare la parte sommersa dell’iceberg, ovvero il 95% della realtà sociale!
Se uno ha tre dipendenti, uno e mezzo dovrà essere donna, altrimenti le donne non avrebbero le medesime opportunità degli uomini.
Si capisce adesso perché preferisco UR  a UO?: nel confronto tra applicazioni sensate nessuna prevale con chiarezza, ma un elementare principio di precauzione ci impone di privilegiare il confronto tra alternative radicali, e in questo caso l’UR si rende preferibile.
Inoltre, si sa come vanno le cose: la marcia indietro non esiste, si inizia con soluzioni sensate per radicalizzarsi sempre di più quando le cose non funzionano come si vorrebbe (e le cose  non funzionano mai come si vorrebbe).
Nessun testo alternativo automatico disponibile.

mercoledì 30 settembre 2015

The case against equality of opportunity di Dylan Matthwes

The case against equality of opportunity di Dylan Matthwes
  • Uguaglianza di opportunità UO vs Uguaglianza sostanziale...
  • Con UO avrai sempre gli "ultimi". Che fai? Te ne disinteressi? Il timore è che chi sponsorizza UO desideri anche US contribuendo alla fine a costruire uno stato totalitario...
  • Se invece chi persegue UO si disinteresserà poi degli ultimi, allora UO potrebbe essere bollato come un ideale immorale...
  • La reale UO è un incubo. Come posso pretendere che la giovane ereditiera parta alla pari col nrro del ghetto? Introduco abnormi tasse di successione?…
  • Non è meglio migliorare la condizione degli ultimi piuttosto che assicurarsi che gli ultimi nn siano solo sfortunati? Il fattore fortuna del resto continuerà comunque ad agire incurante dei punti di partenza....
  • Meglio una migliore aristocrazia o una plebe alleviata?
  • UO potrebbe essere contrapposta anche a SO: sufficienti opportunità...
  • L'incubo di UO: molte scelte morali si riflettono sulle opportunità date ai piccoli. Il che richiede l'adozione forzata di un'unica morale, di un'unica scuola e di un esproprio generalizzato della genitorialità...
  • Ma direi che le scelte in generale determinano opportunità differenti. Ci viene richiesto di fondare il paese della scelta unica...
  • Famiglia di musicisti e famiglia di programmatori. Se esiste una vocazione familiare il figlio dei musici avrà meno opportunità di lavoro, il che è un problema per chi sponsoriza UO. Soluzione: anche le vocazioni familiari e le relative scelte vanno corrette dall'esterno...
  • Ci sono molti valori oltre l'uguaglianza e UO li colpisce sistematicamente e  molto più severamente che US...
  • UO richiede che le O future siano conosciute il che è impossibile a meno che si voglia costruire un mondo artificiale, e qui comincia l'incubo...
  • Oggi che sappiamo l'importanza dei geni i sostenitori di UO sono in crisi: nella brain society i loro protetti o ce la fanno anche senza il loro aiuto o nn ce la faranno mai...
  • UO vs basic income...
  • Tanto rumore su UO e poi i numeri sulla mobilità sociale MS sono a dir poco deprimenti. Forse xchè l'obiettivo è troppo ambizioso. O no?...
  • Tesi: nn abbiamo una misura attendibile della MS virtuosa e quindi di UO...
  • In genere si misura MS calcolando la correlazione tra reddito della famiglia di provenienza e reddito dei figli dando per scontato che una correlazione debole sia virtuosa. Mqa una MS misurata in qs termini nn è sempre una buona notizia: c'è molta MS in una società dove la classe media collassa...
  • Anche conteggiare la prob. di ascendere è una misura inutile: se tu sali magari è perché sei fermo ed altri scendono...
  • Il modo migliore di misurare UO: identificare a naso i colli di bottiglia e vedere se nel tempo si sono allargati (es.: possedere un inglese fluente da parte di un immigrato). Ma anche qui: ognuno ha i suoi colli di bottiglia che dipendono dalle ambizioni personali...
  • Occupiamoci degli ultimi: nn facilitiamo il liceo ma la vita ai drop out...
  • UO nn è misurabile: concentriamoci su obiettivi misurabili: il reddito ecc
continua

giovedì 13 gennaio 2011

Tra "pari opportunità" e "decrescita" un matrimonio felice

Cerchiamo di immaginare un mondo in cui il successo di una persona dipenda dalle sue abilità cognitive e le abilità cognitive siano innate. Poichè tali abilità sono molto differenti da persona a persona, sarebbe necessariamente un mondo di diseguali.

Ora chiediamoci: dove risiede la principale differenza tra mondo vero e mondo immaginario?

Il questo è d' obbligo per chi intendesse intervenire per tamponare le diseguaglianze sociali.

Oggi che il potenziale offensivo di chi attacca la misurazione dell' intelligenza sembra sfumare, possiamo dire qualcosa in merito. Sappiamo infatti con buona approssimazione alcune cose.

Sappiamo che, in una società libera, l' IQ è il predittore più affidabile dei successi che avrà un soggetto.

Sappiamo anche che la scuola e l' istruzione superiore non hanno grande potere nel colmare il gap iniziale in termini di intelligenza.

Sappiamo inoltre che se i soggetti crescono in un ambiente confortevole, nemmeno i primi anni di vita incidono sul gap potenziale che fiorirà in futuro.

Dobbiamo concludere che la differeza tra il mondo immaginario e il mondo reale si gioca nei primi anni di vita dei bimbi che crescono in condizioni fortemente disagiate.

Primi anni di vita? Direi primi mesi di vita! E l' ipotesi più accreditata è ancora più radicale e riguarda la nutrizione nei primi mesi di vita!

Ma dal penultimo link ricavo un' ulteriore nuova: l' incidenza genetica si manifesta in modo di gran lunga più profonda nei bimbi allevati in famiglie agiate.

Volendo preservare la società libera, abbiamo in mano quanto serve per una prima conclusione: impostare una politica tesa a ridurre le diseguaglianze si puo', basta condannare i neonati delle famiglie più agiate (e le relative puerpere allattanti) a diete ottocentesche!

Un' altro aspetto eticamente rilevante a favore della "decrescita".

p.s. si noti che per molti una "dieta ottocentesca" è sinonimo di "mangiar bene" e "mangiare naturale". Due piccioni con una fava.

mercoledì 12 gennaio 2011

Mobilità sociale e pari opportunità

C' è chi opina che la mobilità sociale negli USA sia bassa e che occorre una maggiore uguaglianza di opportunità. Calma e gesso.

Facendo quattro conti si nota che il reddito dei figli è molto più sganciato dal reddito dei genitori rispetto a quanto lo sia l' IQ. E l' IQ, almeno negli USA, conta parecchio nella produzione di quel reddito!

... the percentage of variance of son's income explained by father's income--that is, R-squared--is only 0.25. This last number is sometimes called the "heritability" of a characteristic. By contrast, the heritability of IQ is usually estimated to be much larger than that. At least some of the heritability of income must come not from inequality of opportunity but from the genetic transmission of talent... in light of the heritability of talent, it would be shocking if we did not find some significant heritability of income. And that would be true even if equality of opportunity were perfect...

Insomma, il grado di immobilità sociale è ben spiegato dall' IQ, negli USA più che in Europa.

A proposito di confronti, i confronti vanno poi fatti bene.

... the study cited above points out that economic mobility is greater in some European countries. That fact does not surprise me, as those are nations with less inequality. Moving up and down a short ladder is a lot easier than moving up and down a tall one...

http://gregmankiw.blogspot.com/2011/01/half-full-glass-of-economic-mobility.html

Insomma, la notizia che "alcuni paesi europei hanno maggiore mobilità sociale rispetto agli USA" è una buona notizia solo per gli europei invidiosi e non per gli europei poveri che aspirano ad incrementare il loro reddito in modo consistente.