Visualizzazione post con etichetta tyler cowen how do economist think rationality. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tyler cowen how do economist think rationality. Mostra tutti i post

venerdì 15 novembre 2019

IL DOPPIO INGANNO DELLE SCIENZE ECONOMICHE

IL DOPPIO INGANNO DELLE SCIENZE ECONOMICHE
Il paradigma tipico dell'economia mescola comportamentismo e convenzionalismo. Grazie al primo ci si puo' disinteressare di cio' che avviene nell'animo umano (materia lasciata agli psicologi) concentrandosi unicamente sui comportamenti, grazie al secondo si puo' procedere "come se" si conoscesse l'animo umano.
Domanda classica: come puo' un economista parlare di "razionalità" e "preferenze" se non si interessa all'interiorità dal soggetto? Risposta secca: infatti un economista non è interessato alla razionalità di un soggetto o alle sue preferenze reali, solo ad una mera convenzione su queste qualità.
All'economista interessa che i giocatori di biliardo si comportino COME SE fossero geometri, non il fatto che lo siano o meno.
Si noti che se un soggetto agisce in una certa maniera è SEMPRE possibile dire che si sta comportando razionalmente avendo certe preferenze. Anche un pazzo puo' essere descritto come una persona razionale con preferenze singolari.
Questa combinazione tra comportamentismo e convenzionalismo crea molti equivoci, pensiamo solo alle critiche comunemente avanzate contro l' homo oeconomicus. Chi lo contesta fa notare come un uomo del genere sia pura finzione poiché la razionalità umana è un mito. Ma questa non è una contestazione dell'Homo oeconomicus, una simile critica non tange l'economista poiché lui, non essendo interessato all'interiorità umana, è del tutto disinteressato anche alla razionalità o meno dell'uomo reale. A lui serve solo postulare una razionalità convenzionale per descrivere le situazioni e mettere a punto i suoi modelli.
Cio' detto, nell'equivoco metodologico ci cade a volte gli economisti stessi finendo per confondere le preferenze convenzionali postulate nei loro modelli con quelle reali. Detto in altri termini, nei modelli si massimizza l'utilità (quantità convenzionale), non la felicità (quantità reale).

mercoledì 24 maggio 2017

Dodici razionalità

How Do Economists Think About Rationality? Tyler Cowen
Si fa presto a dire “razionalità”, non ne esiste una sola. Ce ne sono almeno una dozzina :-)
***
Esiste la razionalità strumentale. In quest’ottica è razionale chi usa adeguatamente i mezzi a disposizione per perseguire i suoi fini.
La razionalità strumentale postula come fine la massimizzazione della propria utilità, per questo qualcuno la chiama razionalità egoistica, anche se nella propria utilità puo' essere ricompresa anche l'utilità di terzi.
Se considerata a livello collettivo la razionalità strumentale diventa utilitarismo.
L'utilitarismo poi esiste in varie versioni a seconda dei postulati che completano la teoria.
C'è quello cardinale che postula utilità soggettive come misurabili e confrontabili.
Per esempio: poiché A apprezza un euro più di B, allora – qualora volessimo massimizzare l’utilità collettiva - B sarebbe tenuto a pagare un euro ad A.
Oppure: l'inquinamento si combatte più razionalmente con le tasse che con le regole, questo perché le regole implicano proibizione mentre le tasse, riflettendo il danno pubblico, autorizzano quei comportamenti che hanno più valore del danno procurato.
C' è poi l’utilitarismo ordinale, più modesto. Esempio: lo scambio migliora sempre la condizione delle parti che lo realizzano. In questo caso i comportamenti mi fanno capire quale risorse produce un’utilità superiore ma non mi fanno capire di guato sia superiore.
***
C’è poi la cosiddetta razionalità transitiva.
In questo caso è razionale chi ha preferenze alle quali è possibile applicare la proprietà transitiva. In altri termini: la razionalità prevede preferenze stabili (o coerenti).
Esempio se oggi scelgo il gelato al cioccolato e domani alla vaniglia la mia scelta è irrazionale (almeno se i due gusti sono sempre disponibili e io conosco in anticipo il loro sapore).
***
C’è poi la razionalità tautologica.
Per questa visione un individuo è sempre razionale, la variabile dipendente sono i fini.
Per esempio, chi postula questo genere di razionalità tende a rivalutare pratiche del passato che noi riteniamo barbare: per esempio la tortura, o il sacrificio umano, o la schiavitù. L'uomo non era irrazionale, semplicemente agiva nel modo più razionale a sua disposizione in un contesto differente. Si parla anche di razionalità descrittiva poiché le vicende umane vengono raccontate riconducendole ad un paradigma di comportamento razionale.
***
Una parente stretta della razionalità tautologica è la razionalità postulata: la si postula a priori allorché non conosciamo la reale natura dei comportamenti osservati.
Per esempio, gli operatori di borsa sanno che non si puo' "battere il mercato" in modo sistematico. E' un dato di fatto ma c'è anche un supporto logico: se qualcuno conosce il modo di farlo le sue strategie verranno imitate cosicché cesseranno di funzionare. Questo stato di cose viene sintetizato dicendo che il mercato è efficiente (EMH: Efficient Market Hipotesys) ovvero razionale. Noi sappiamo che la cosa non è vera ma poiché non possiamo formulare una razionalità superiore accettiamo la cosa come vera
***
C’è poi la razionalità bayesiana.
Qui un individuo è razionale se aggiorna le sue credenze ad ogni accadimento. In questo senso la razionalità è sempre soggettiva poiché comporta l'esistenza di un a-priori. Il primo atto della scelta razionale è l'intuizione. Ne abbiamo parlato in abbondanza.
***
C’è poi la razionalità evolutiva (o dell’invidia).
Anziché postulare la massimizzazione della propria utilità (razionalità egoistica) mette al centro la propria posizione relativa. Si tratta di un caso particolare della razionalità egoistica ma che di solito viene tralasciato perché la riflessività del sistema complica di brutto i calcoli rendendo inservibili i modelli. la razionalità dell'invidia prevale nei modelli evoluzionistici (in presenza di poche femmine la possibilità di riprodursi del maschio dipende dalla potenza dei suoi mezzi rispetto a quella dei suoi concorrenti e non dalla sua potenza assoluta).
***
C’è poi la razionalità di gruppo.
In questo caso un comportamento si presenta come  irrazionale se osservato in isolamento ma diventa razionale se ricondotto ad una logica di gruppo. Prendi l'altruismo, potrebbe essere giudicato  irrazionale se visto alla luce di una selezione naturale individuale ma diventa razionale se osservato in un ambiente dove opera la selezione naturale a livello di gruppo.
***
C’è poi la razionalità traslata: un individuo è razionale ma solo per l'ambiente in cui si è formato il suo cervello.
La psicologia evoluzionista si occupa di registrare le discrasie tra contesti. Siamo di fronte ad una razionalità “convertita”.
Più che una razionalità è una teoria degli errori razionale.
***
C’è poi la razionalità procedurale: un individuo è razionale se forma i suoi obiettivi in un certo modo e se poi li persegue adeguatamente dati i mezzi a disposizione.
Si noti la differenza con la razionalità strumentale, la quale si disinteressa completamente di come uno forma i suoi obbiettivi.
Per esempio: “la democrazia è un sistema razionale poiché aggrega in modo coerente le preferenze collettive”. Il razionalista strumentale non arriverebbe mai a dire tanto.
In questo senso anche l'adozione di certi valori puo' essere o meno razionale a seconda dei passi fatti per giungere ad adottarli.
Per esempio, se io non so nulla di un certo fenomeno e raccolgo la testimonianza di una persona mediamente credibile l'atteggiamento razionale è quello di credere (principio di credulità).
***
C’è poi la razionalità espressiva: un individuo è razionale se si comporta in modo da realizzarsi in modo soddisfacente (rational irrational). In questo senso è razionale anche chi si ritaglia dei momenti di palese irrazionalità.
***
C’è poi la razionalità limitata: un individuo è razionale quando arresta i suoi calcoli con l'obbiettivo di perseguire un bene sufficiente. Illuminante il caso dello scacchista: quando smettere di pensare e passare alla mossa? Chi crede che esista una risposta a questo problema postula l'esistenza di una razionalità limitata. Herbert Simon è l’autore che più ha studiato la razionalità limitata cercando di sostituire l’ “ottimizzazione” con la “soddisfazione”.
***
C’è poi la razionalità normativa: la soluzione razionale diventa cruciale poiché chi non la persegue è colpevole.
In questo senso l'irrazionalità è considerata immorale. E' la razionalità degli utilitaristi, la razionalità come modello ideale: se non la eserciti sei colpevole poiché le tue facoltà te lo consentirebbero.
***
C’è poi la razionalità pragmatica: gli assunti sulla razionalità dell'individuo non sono credibili ma producono i modelli più affidabili.
Per esempio, Milton Friedman riteneva che considerare i giocatori di biliardo dei geometri consentiva di fare previsioni accurate circa le strategie che adotteranno in partita. In poche parole: quel che conta sono le predizioni e non la veridicità delle ipotesi fatte.

lunedì 16 novembre 2015

How Do Economists Think About Rationality? di Tyler Cowen


  • razionalità strumentale: collega mezzi e fini
  • razionalità pratica: come formulare le ipotesi o i valori in modo corretto?
  • razionalità descrittiva: si assume che gli agenti siano razionali
  • razionalità transitiva: all'interno di rd si richiede solo che le preferenze siano transitive
  • razionalità tautologica: rd in forma assoluta
  • razionalità pragmatica: irrealismo delle ipotesi giustificato dai risultati della ricerca (metodo friedmaniano)
  • razionalità normativa: individuazione dei bias e dei comportamenti razionali per l'efficienza.