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lunedì 12 luglio 2010

Land of Kush

Quando le bande di Sam Shalabi attaccano non promettono mai bene.

Il canone che sono chiamate a chiosare ha sempre l' aria di essere troppo rigido: un ritmo martellante che precipita presto in un' antivitalistica ipnosi, in una scabra parola che domanda solo obbedienza.

E' dura guidare un popolo nel deserto, l' unico comando che dà frutto richiede una spoglia semplicità al limite del crudele. E il deserto della metropoli non è molto diverso dagli scatoloni di sabbia che conosciamo.

Ma ecco che nei momenti più creativi la varietà dei commenti si muta in un' insospettata infiorescenza: vederla stagliarsi sulle dune è uno spettacolo. Il verbo desertico viene vivificato dalla frescura di un' oasi.



Un disco che comunque non riesco a promuovere.

LAND OF KUSH - Monogamy - Constellation 2010 -

venerdì 18 giugno 2010

Tra Jungla e Cosmo

Tra jungla e cosmo si dimenano i Land of Kush, è probabilmente un omaggio a Sun Ra e al suo visionario fumettone intergalattico.

Le chitarre incalzano simulando le kore di mamma africa, tutto il resto mima la flora ipertrofica della Jungla, con il flauto che mantiene la placidità dei fiumi.

La variazione troppo irregolare produce effetti di monotonia ipnotica. Lo sa bene chi si ferma ad ascoltare il "sonoro" del bosco. Chi ama queste esperienze di "sound-watching", gradirà il capanno messo a disposizione dagli afro-canadesi.

Si avvista un sax baritono, irrompe sulla scena come un torello che sgabbia nell' arena; chi non abbia ancora realizzato quanto possa essere pastosa la sua parlata, qui puo' chiarirsi le idee.