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sabato 25 maggio 2024

perché il mio cristianesimo traballa?

https://wollenblog.substack.com/p/why-im-not-a-christian

La Trinità ha un problema: non aiuta a spiegare nulla della realtà che un Dio unitario non potrebbe spiegare altrettanto bene. Quindi, a prima vista, la trinità sembra un appesdantimento gratuito. I tentativi di giustificarla sembrano fondarsi sul fatto che Dio è amorevole mentre invece si fondano sul fatto che Dio DEVE esprimere il suo amore verso terzi, cosa alquanto dubbia: se un Tizio è un tipo "amichevole" non cessa di esserlo solo perché i suoi amici sono morti.

Mettiamola così, siamo fortunati perché Dio ci ha creato ma anche perché ci ha creato a sua immagine e somiglianza, cosicché noi si possa conoscere qualcosa di lui. So, per esempio, che è una persona con molti attributi tipici della persona, senonché possiede solo quelli positivi e in misura praticamente infinita. Io posso essere buono, lui è necessariamente buonissimissimo. Io posso sapere qualcosa, lui puo' sapere tutto e in modo completo. Io ho un IQ nelle media, lui è intelligentissimo. Facile per me immaginare un essere del genere, penso a un supereroe... ma ancora di più. Non solo, penso anche di avere buoni motivi per pensare che esista poiché grazie a queste cose ne riesco a spiegare molte altre. Poi mi viene detto che è Uno e Trino. Oddio, qui la mia immaginazione vacilla. Io, pur creato a sua immagine, non mi sentro trini con la minuscola. Le uniche persone con caratteristiche vicine a quelle sono i dissociati mentali. Il dott. Jekyll e Mr. Hyde sono due personalità in un unico essere. Ma quando penso a queste cose non come con la bontà, la conoscenza o l'intelligenza, penso a un malfunzionamento, a una tara, a una malattia, a qualcosa che non mi sentirei mai di attribuire a Dio. Oltretutto, anch'io nel mio piccolo "creo", penso alle mie figlie. Ebbene, non ho certo bisogno di particolari concezioni della mia persona per sentirmi in relazione con loro e ben distinto da loro. Sì, forse un parmenideo potrebbe avere qualche problema su questo punto, ma nel III millennio non riuscirei mai a prendere sul serio un parmenideo, quindi non è certo il soggetto che puo' instillarmi dei dubbi. Certo, è facile accettare la Trinità come simbolo. Puo' essere un simbolo dell'amore come della relazione ma qui ci viene chiesto di pensarla come realtà. Faccio fatica e nemmeno riesco a pensare a cosa serva questa fatica. Al momento faccio atto di sottomissione passiva magari domani sarà diverso.

Tre dubbi dissolti.
PRIMO DUBBIO. Dio si è incarnato ed è sceso in terra per espiare i nostri peccati. Ok. Ma da quando in qua la sofferenza di un innocente puo' redimere i peccati di un colpevole? Semmai aumenta le colpe dell'umanità, in particolare di quella che è causa della sua sofferenza innocente. Francamente, la dottrina dell'espiazione mi sembra una teoria morale piuttosto traballante.
SECONDO DUBBIO. La stessa incarnazione non sembra necessaria se la si intende come un atto estremo di solidarietà. Che Dio soffra per il male, pur necessario, che vede sulla terra, questo lo sappiamo già data la sua perfezione. Inoltre, non si vede perché Dio fornisca questa forma di solidarietà estrema solo a una frazione minuscola di umanità trascurando tutta quella restante. Esiste un "popolo eletto" come lo era quello ebraico? Se fosse così il nostro senso di giustizia sarebbe turbato.
TERZO DUBBIO. Perché il Male?
SOLUZIONE (mossa del cavallo). Dio fa i suoi miracoli - incarnazione compresa - per farsi conoscere. Per il nostro bene ci ha abbandonato su questo mondo con un unico appiglio: la possibilità di conscere la sua esistenza e il suo progetto. Non so se questa è la "gloria" di cui parla Montagner Alessio ma esistono almeno tre ragioni forti per pensare che le cose siano andate così: 1) il primo dubbio si dissolve, 2) il secondo dubbio si dissolve (l'incarnazione diventa un miracolo tra i tanti) e 3) il terzo dubbio si dissolve (si pongono le basi per la teodicea più convincente che conosca e a cui rinvio).

A un certo punto ho smesso di fare la comunione dopo aver capito che i cattolici si impegnano ad accettare la dottrina della semplicità divina, una dottrina diabolicamente complicata che ritengo quasi certamente falsa. Poi ho capito che non ne valeva la pena. [Problema della Predicazione Divina: Critica: Se Dio è assolutamente semplice e indivisibile, come possiamo parlare dei suoi attributi (onnipotenza, onniscienza, bontà) senza implicare una sorta di composizione? Argomento: Sostenere che gli attributi di Dio siano identici alla sua essenza sembra annullare le distinzioni tra di essi. Questo rende difficile capire come Dio possa essere, ad esempio, sia onnipotente che onnisciente senza distinguere tra i due attributi. Problema della Relazione con il Mondo: Critica: La semplicità divina rende problematico spiegare come Dio possa avere relazioni reali con il mondo. Argomento: Se Dio è assolutamente semplice, allora non dovrebbe avere relazioni contingenti o mutevoli con il mondo. Tuttavia, sembra evidente che Dio interagisca con il mondo in modi specifici (ad esempio, attraverso atti di creazione, rivelazione, o interventi miracolosi). Problema della Libertà Divina: Critica: La semplicità divina può essere vista come limitante per la libertà di Dio. Argomento: Se Dio è assolutamente semplice e la sua essenza è identica alla sua volontà, allora sembra che Dio non possa scegliere liberamente tra diverse opzioni. Questo potrebbe implicare che Dio è determinato dalla sua stessa natura in modo che non possa agire altrimenti. Problema della Comprensibilità: Critica: Alcuni sostengono che la semplicità divina rende Dio troppo astratto e incomprensibile. Argomento: Se Dio è così diverso da qualsiasi cosa che conosciamo (essendo assolutamente semplice), allora diventa difficile per gli esseri umani avere una comprensione significativa di Dio. Problema della Coerenza Interna: Critica: Alcuni filosofi ritengono che la dottrina della semplicità divina contenga delle incoerenze interne. Argomento: Affermare che tutti gli attributi di Dio sono identici alla sua essenza può portare a contraddizioni logiche, come l'idea che l'onnipotenza sia identica all'onniscienza, che a loro volta sarebbero identiche alla bontà, e così via. Alcuni Oppositori Noti Richard Swinburne: Un filosofo religioso che ha criticato la semplicità divina sostenendo che rende Dio troppo astratto e difficile da comprendere. Alvin Plantinga: Un altro filosofo che ha argomentato contro la semplicità divina, sostenendo che essa può compromettere la libertà e la personalità di Dio.]


A 17 anni ho smesso di fare la comunione, dopo aver capito che i cattolici si impegnano ad accettare la dottrina della semplicità divina, una dottrina diabolicamente complicata che ritengo quasi certamente falsa.Credo che la maggior parte dei partecipanti al dibattito sulla resurrezione sia d'accordo, da entrambe le parti, sul fatto che, sebbene le prove della resurrezione non siano convincenti, non sono nemmeno terribili.la trinità non aiuta a spiegare nulla della realtà che un Dio unitario non potrebbe spiegare altrettanto bene. Quindi, a prima vista, la trinità sembra un costo morto.ci sono tre (e solo tre) tipi di amore, tipi di amore che sono fondamentalmente irriducibili l'uno all'altro. In primo luogo, c'è l'amore per se stessi, il tipo di amore che ogni persona che si rispetti dovrebbe avere per se stessa; in secondo luogo, c'è l'amore per l'altro, il tipo di amore che vediamo espresso reciprocamente nelle amicizie a due e nei matrimoni monogami; infine, in terzo luogo, c'è l'amore cooperativo, il tipo di amore in cui (un minimo di) due persone cooperano per amare congiuntamente (un minimo di) un'altra persona, come nel caso dei genitori che cooperano per amare congiuntamente i loro figli.In primo luogo, come ha sottolineato Dale Tuggy, L'amore perfetto è un tratto caratteriale. Come altri tratti caratteriali, può essere posseduta ma non espressa; non implica la presenza di una relazione interpersonale effettiva.È come il tratto amichevole. Immagini un uomo amichevole che è naufragato su un'isola deserta. Ora, purtroppo, l'uomo è senza amici; non ha nessun altro con cui condividere la sua vita. Tuttavia, è un uomo amichevole;Lo stesso vale per la qualità perfettamente amorevole. Si tratta di avere la disposizione ad agire e reagire in modo perfettamente amorevole,In secondo luogo, come ho sostenuto altrove, credo che questo argomento provi troppo. Se concediamo che Dio deve necessariamente esprimere ogni forma d'amore, è plausibile che l'amore per i grandi gruppi - ad esempio, l'amore per la patria, l'amore per le squadre di calcio - sia una forma d'amore irriducibile all'amore per se stessi, all'amore per l'altro e all'amore cooperativo, e che non possa essere espressa solo con altre due persone divine.

la coerenza logica è un limite basso. È logicamente possibile che il colore preferito di Dio sia il rosa. La domanda è: qual è la probabilità preliminare che Dio faccia questo, supponendo che sia possibile?si incarnerebbe perché è l'unico modo per soffrire al nostro fianco. Questo è inteso come un obbligo per Dio, poiché - se ci sottopone a una vita di sofferenza - sarebbe ingiusto da parte sua non mostrare solidarietà con noi.

Le dico che se crede in un essere perfetto, dovrebbe pensare che quell'essere soffra. Ma se Dio soffre comunque, allora non c'è bisogno di un'incarnazione per far sì che Dio possa soffrire al nostro fianco: lo fa già!se pensa che Dio potrebbe soffrire in solidarietà con noi solo se soffrisse negli stessi modi in cui soffriamo noi, un'unica incarnazione come quella subita da Gesù è l'ultima cosa che si aspetterebbe, dal momento che Gesù non ha sofferto l'intera gamma di mali che altri esseri umani hanno sofferto. Se davvero pensa che Dio debba soffrire esattamente come gli esseri umani, dovrebbe fare il passo più lungo della gamba e acquistare la tesi di Linda Zagzebski secondo cui Dio è onni-soggettivola maggior parte dei teorici dell'espiazione pensa che, sebbene l'influenza morale faccia parte del quadro biblico dell'espiazione, sia incompleta da sola. Per quanto riguarda le altre teorie, invece, ho solo domande. Non credo di aver visto una storia lontanamente plausibile del perché un'espiazione sarebbe necessaria per colmare il divino tra Dio e gli esseri umani, e come funzionerebbe il suo meccanismo morale. I modelli di sostituzione penale, in cui Gesù viene fatto soffrire o viene punito al posto nostro, nonostante sia moralmente colpevole, mi sembrano particolarmente stravaganti.Accetto una forma modificata della Scommessa di Pascal.Quindi, forse, nonostante tutto, dovrei impegnarmi comunque per il cristianesimo. Dopotutto, ho già detto che ci sono delle prove per il Cristianesimo - decisamente più prove di quelle che ci sono per, ad esempio, l'Islam - e quindi forse il Cristianesimo è la religione più probabile.

lunedì 26 marzo 2012

Quarta meditazione sul Credo niceano: espiazione

Oggi vorrei meditare il fatto che il Dio incarnato fu crocifisso per noi. Insomma, pagò con la sua vita per noi.

Un atto del genere ha senso o è pura assurdità?

gru

Prima considerazione:

… What has gone wrong is that we humans have lived bad human lives. A proper offering would be a perfect human life which might well end in a death by execution, which we can offer to God as our reparation. Maybe one human life, however perfect, would not equate in quantity of goodness to the badness of
so many human lives. But it is up to the wronged person to deem when a sufficient reparation has been made; and one truly perfect life would surely be a proper amount of reparation for God to deem that reparation (and penance)
enough had been made…

Seconda considerazione:

… if a wrongdoer has no means to make reparation, a well-wisher may often provide him with the means; the wrongdoer can then choose whether or not to
use that means for that purpose. Suppose that I owe you some service; for example, suppose that I have promised to clean your house and that you have already paid me to do this. Suppose also that I have spent the money but
omitted to clean the house at the promised time, and that I have now had an accident which makes me unable to clean the house. Clearly I owe you repentance and apology; but I must also try to get someone else to clean the house. Even if you don’t badly need the house to be cleaned, you may think it important that I should be involved in getting it cleaned; it matters that I should take responsibility for what I have omitted to do. So you may encourage a third person to offer to me to clean the house on my behalf. If I accept this offer, I am involved in providing the reparation; and when the house is cleared, you can forgive me…

I suggest that the Christian claim that Jesus saved us from our sins may be best understood in that way: God could help us to make atonement for our sins and those of our ancestors. By becoming incarnate and living a perfect human life in Jesus, God provided an act of reparation of which we can avail ourselves. God was both the wronged person (the victim of our wrongdoing) and also the one who, thinking it so important that we should take our wrongdoing seriously, made available the reparation for us to offer back to him…

Ma per qualcuno è già assurdo il concetto di “peccato originale” da cui si parte: perché mai dovremmo pagare per il comportamento del nostro progenitore?

Strana meraviglia visto che lo studio della genetica ci rende familiari dinamiche analoghe che accettiamo senza battere ciglio senza etichettarle come “assurde”:

… for example, if boys smoke a lot before puberty, that affects their genes in such a way that their children tend to be more obese than they would be otherwise. See New Scientist, 7 January 2006. Obesity clearly makes certain good actions harder to do…

Si potrebbe dire che lo accettiamo come fatto senza ritenerlo “giusto”. Che dire allora quando riscontriamo che…

… even the English law requires that before you can claim what you inherit from your dead parents you must pay their debts. To inherit a debt is not to inherit guilt. For we were not the agents of our ancestors’ wrongdoing, but we have inherited a responsibility to make atonement for this debt of ‘original sin’, as far as we can—perhaps by making some reparation…