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mercoledì 20 ottobre 2010

La rabbia degli insicuri

L' unorale improvvisazione dei SOL 6 si sviluppa a volte come una discussione da forum virtuale.

I musicisti sono come animali territoriali che il bracconiere stana e chiude poi tutti insieme nello stesso buco; dapprima questa claustrofobica cattività spinge solo a scavare solchi: all' inizio di tutto c' è sempre un confine; poi si passa ad un pavoneggiamento condito d' indifferenza: all' inizio di tutto c' è sempre una presunzione creativa.

Il violoncello s' interessa in modo morboso alla nota che è riuscito a secernere, il piano sembra auto-ipnotizzarsi con il suo trillo, il basso elettrco si bea al cullante tremolar d' interiora che gli procura il registro grave.

Fingendo disinteresse reciproco ci si scruta avidamente con la coda dell' occhio.

Finchè, è inevitabile, si finisce per interferire... ci si tocca dentro in modo dilettantesco, con fare abrasivo, ci si urta rudemente, ogni strumento butta in faccia agli altri parole che ha costruito in privato nella propria officina, vuol dar a vedere che ne sa parecchie.

Ognuno è geloso dei suoi significati e non li molla, recalcitra se chiamato a stipular convenzioni, approfondisce in modo iracondo un argomento ben sapendo che la trivella del genere è resa improduttiva dalla mancata condivisione dei fondamentali.

Ci si siede davanti al leggio badando bene di stare uno accanto all' altro anzichè uno di fronte all' altro...

... Eppure, eppure, a volte, là, nell' etere, uno strano miracolo si produce, uno strano ponte riesce a star sospeso senza appoggi, uno strano barone si solleva tirandosi i capelli, una strana scimmia resta sull' albero dopo aver segato il ramo su cui posava, una strana musica consonante vibra convertendo per un attimo tutte le orecchie.

Ma gli attimi hanno la cattiva abitudine di passare, scatta subito il segnale del "libera tutti", è un fuggi fuggi generalizzato, ci si avventa in tutte le direzioni, come fanno le lucertole che guadagnano il proprio buco all' irrompere del bimbo in cortile.

C' è solo un comando estetico per i SOL 6: il disco deve finire non appena i musicisti cominciano a "sonare". I micrsolchi devono esaurirsi, il laser deve impattare con il bordo. Solo all' osceno dovranno applicarsi le nostre orecchie. Speriamo, ora che ci si è sgranchiti, nel prossimo disco... speriamo nella prossima discussione.

***

Di seguito, il cadavere di alcune canzoni (Satie, Bacharach, Ives), ascoltate chissà quando e dove, riaffiora nel ricordo sforzato di una mente costellata da lacune che farebbero la gioia di Oliver Sacks. Si chiude poi inscenando una rabbia tra le più schiumanti: quella degli insicuri.