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martedì 4 giugno 2019

Il Dio dell’universo SAGGIO


Il Dio dell’universo


INTRODUZIONE
Per quanto ho letto in merito, non solo penso che non esista alcun conflitto tra l’idea di Dio e quanto sappiamo dell’universo, ma arrivo a dire che l’evidenza della cosmologia contemporanea rende in realtà l’esistenza di Dio molto più probabile.
Detto questo sto attento a non cadere nella classica trappola, sarebbe ingenuo affermare che la cosmologia contemporanea “dimostri” l’esistenza di Dio, non vi è alcun ragionamento sul Dio-tappabuchi qui. Ogni discorso scientifico è un discorso intorno alle probabilità.
Gli argomenti sulla base dei quali giungo a queste affermazioni sono essenzialmente due: 1) quello dell’inizio (big bang) e 2) quello della sintonizzazione (fine tuning).
ARGOMENTO DELL’INIZIO
All’incirca funziona così: UNO, se l’universo ha cominciato ad esistere, allora c’è una causa trascendente che l’ ha portato ad esistenza. DUE, l’universo ha cominciato ad esistere. TRE, quindi, c’è una causa trascendente che l’ ha portato ad esistenza.
C’è chi ha contestato la premessa UNO dicendo che il concetto di causa ha senso per spiegare quanto accade nell’universo ma non per spiegare l’universo. Tuttavia, perché mai fare eccezioni ad hoc? L’obiezione appare pretestuosa.
La premessa su cui di solito ci si concentra  è invece DUE. Tuttavia, ciò che è emerso durante il XX secolo è una conferma empirica notevole di questa premessa. In particolare due fatti: l’espansione universale e la seconda legge della termodinamica.
Forse vale ancora una volta la pena di aggiungere che la scienza non prova niente, sto solo parlando di fatti che rendono più probabile l’ipotesi dell’inizio, che a sua volta rende più probabile l’ipotesi teistica. La scienza aggiudica la sua palma sulla base di semplicità, chiarezza, completezza e adattamento ai dati fattuali disponibili. E la cosa più facile da ottenere è proprio l’adattamento ai fatti: puoi sempre inventarti ogni sorta di schemi elaborati per spiegare qualsiasi cosa vedi.
EVIDENZA DELL’ESPANSIONE
Poiché osserviamo un universo che si espande, i modelli più chiari e semplici che lo descrivono finiscono per implicare un inizio. Ma cosa c’era prima di questo inizio? O il nulla o una qualche forma di realtà quantica. Ma anche quest’ultima presenza non può essere estesa indietro all’infinito nel tempo, perché tale stato quantistico non è stabile e quindi prima o poi perde il suo equilibrio che è impossibile immaginare come eterno. È molto difficile escogitare un sistema – soprattutto di tipo quantistico – che se ne stia lì quieto “per sempre”. Uno stato quantico veramente stazionario o periodico, che durerebbe per sempre, non si evolverebbe mai. Quindi, l’era della gravità quantistica ha dovuto avere un inizio per poi generare 13 miliardi di anni fa il nostro universo.
In realtà, il XX secolo è una parata di modelli cervellotici che tentano di evitare l’inizio assoluto del modello standard senza molto successo.
EVIDENZA TERMODINAMICA
Per la seconda legge della termodinamica l’entropia in un sistema chiuso non diminuisce quasi mai, e l’universo è un sistema chiuso. Implicazione: dato un tempo sufficiente, l’universo raggiungerà uno stato di “morte termica”. Domanda ovvia: perché, se l’universo è esistito da sempre come ritengono alcuni, non è ora in uno stato freddo, oscuro, diluito e senza vita?
Certi scienziati cercano di aggirare la difficoltà immaginando un universo-madre come in perenne stato di equilibrio termico (caos) che, oscillando, di tanto in tanto produce degli universi-figli casualmente ordinati e destinati poi a tornare in equilibrio collassando nel caos originario. Il nostro sarebbe proprio uno di questi universi-figli.
Un tale scenario viola la cosiddetta unitarietà della teoria quantistica consentendo la perdita di informazioni dall’universo all’universo figlio, ma esiste un problema ancora più serio: i cervelli di Boltzmann (cdB).
Il cdB è un aggeggio in grado di riprodurre tutte le sensazioni che producono i cervelli veri degli uomini di fronte alla realtà. Noi ci riteniamo uomini “normali” frutto dell’evoluzione biologica ma, se accettiamo lo scenario degli universi-figli, sarebbe molto più ragionevole considerarci dei cdB: la produzione casuale di un cdB è molto più probabile della produzione casuale del nostro universo. Non c’è alcuna spiegazione nel modello per cui esista un vero universo a bassa entropia intorno a noi piuttosto che la semplice “apparizione” di un tale mondo, un’illusione prodotta da cdB.
Aggiungo che per avere un universo-figlio, si deve postulare un’inversione della freccia del tempo (dal caos, all’ordine) in qualche punto nel passato, una violazione gratuita del buon senso.
ARGOMENTO DELLA SINTONIZZAZIONE (O FINE TUNING)
La presenza di vita intelligente nel nostro universo dipende da un complesso e delicato equilibrio di costanti e quantità fondamentali, come la costante gravitazionale e la quantità di entropia nell’universo primordiale, tutte grandezze che sono “sintonizzate” in misura difficile da pensare come casuale.
Di fronte a questa realtà si possono fare tre ipotesi: necessità fisica, caso, disegno.
La prima ipotesi cade subito poiché le costanti di cui parliamo anticipano l’azione delle leggi di natura, non la seguono. L’ipotesi del caso, come dicevo, è letteralmente impossibile da immaginare. Non resta che l’ipotesi di un progetto.
CONCLUSIONE
Qualcuno potrebbe restare impressionato dal fatto che molti cosmologi sono comunque atei: come è possibile visto che dall’universo vengono tanti indizi di una presenza divina? Qui pesa un conflitto di interesse ben noto: i cosmologi restano comunque scienziati e quindi desiderosi di mantenere un monopolio del sapere, di essere la nuova classe sacerdotale. Questo è possibile solo adottando una filosofia “scientista”, e quindi atea.
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mercoledì 24 aprile 2019

IL PASSATO INFINITO

La ragione per ritenere il tempo infinito è intuitiva: l'idea di un inizio del tempo mi sembra metafisicamente impossibile in un modo simile a quello di un confine dello spazio. Per qualsiasi posizione nello spazio, ha senso chiedersi cosa ci sia alla sua destra (anche se la risposta è che non c'è niente). Un luogo senza spazio ci appare impossibile.
Allo stesso modo, per qualsiasi momento, ha senso chiedere cosa è successo, diciamo, un minuto prima (anche se la risposta è che non è successo niente). Se ci fosse un inizio di tempo, non avrebbe avuto senso chiedere cosa fosse successo prima di quel momento. Il tempo non può nascere, perché una cosa sta per nascere implica un tempo in cui la cosa non esiste, seguita da un momento in cui la cosa esiste. Non puo’ esistere un tempo in cui il tempo non esisteva.

PRIMA OBIEZIONE

Alcuni filosofi credono che la nozione di un passato infinito sia inconcepibile perché una serie infinita non può mai essere completata procedendo un passo alla volta. Ma questi argomenti si scontrano con i paradossi di Zenone. Supponiamo che io lasci cadere una palla. Per raggiungere il terreno, la palla deve prima percorrere metà della distanza, quindi metà della distanza rimanente, quindi metà della distanza rimanente, e così via. La serie è infinita e le fasi devono essere completate una alla volta, in ordine. Tuttavia, gli oggetti caduti in effetti raggiungono il suolo.

SECONDA OBIEZIONE

La cosmologia del Big Bang dice che lo spazio-tempo è iniziato con il Big Bang, circa 14 miliardi di anni fa. Questo proverebbe che il tempo è finito nella direzione passata, sebbene infinito in quella futura.

Tuttavia, la teoria è ancora dibattuta poiché alcuni modelli cosmologici contemporanei incorporano un passato infinito. La maggior parte di questi sono modelli ciclici, in cui l'universo attraversa una serie infinita di big bang, ciascuno seguito da una fase di big crunch. Altre teorie postulano un infinito multiverso che genera periodicamente universi figli, in cui ogni universo figlio ha un'età limitata mentre il multiverso è di età infinita.
Un problema con la teoria del Big Bang è che la teoria richiede un inizio immotivato in uno stato straordinariamente improbabile, con un'entropia estremamente bassa. È stato calcolato che la probabilità che lo stato iniziale sia come la teoria lo richiede è inferiore a 1 su 10 alla 10ima potenza alla 124esima potenza.

Potresti pensare che, nonostante la sua improbabilità, sia lecito postulare quello stato iniziale, se ciò spiega ciò che osserviamo. Ma non è necessario, perché esistono ipotesi alternative: forse, piuttosto che 14 miliardi di anni fa, l'universo iniziò nel 1950, con il nostro cervello configurato per avere falsi ricordi per esempio sulle ossa dei dinosauri.  Questa ipotesi, per esempio, per quanto strana è più probabile di molti ordini di grandezza rispetto alla teoria standard del Big Bang. Quindi, se la teoria standard del Big Bang è ragionevole, allora anche la teoria del 1950 è ragionevole. Ma tutti noi sappiamo che non è affatto ragionevole. Concludo che è almeno plausibile che l'universo abbia un passato infinito, oltre a un futuro infinito. È quindi interessante considerare ciò che segue se il passato è infinito.

IMO: l'ipotesi teista rende molto più probabile il big bang riconciliando scienza e ragionevolezza. Cio' però non implica che il tempo sia finito poiché il tempo puo' esistere anche in Dio e in assenza di universo. Il che salva la nostra intuizione di un tempo infinito. E' l'uomo che non puo' esistere in assenza di universo, in questo senso è il tempo dell'uomo ad essere finito, e cio' nega il fatto che noi siamo dei reincarnati.