Nelle mailnglist dei ciellini gira commentato con entusiasmo lo scambio tra Maurizio Lupi ed Eugenio Scalfari intorno alla figura del cattolico berlusconiano.
Voi con chi state? Con il pragmatista (Lupi) o con il moralista (Scalfari)?
Io, vista la mia avversione al bigottismo in politica, non ho dubbi*. Ma quando c' è di mezzo barbapapà quasi mai ho dubbi.
Voi potete decidere leggendo questo scambio.
Altro dilemma è darsi ragione di parti che sembrano rovesciate. Perchè il bigottismo alligna prepotente tra i laicisti?
Solo strumentalizzazione politica? Non credo.
Noi non abbiamo certo bisogno del fulgido esempio di Scalfari visto che il nostro Osservatorio ha nel mirino un prototipo esemplare del "Giornalista Unico"**, parlo di "Fahre", e possiamo quindi constatare tutti i giorni questo singolare modo di trasudare omelie a sprone della crociata più di moda.
A ritmo alternato si filosofeggia un giorno a favore del pragmatismo, per passare all' azione il giorno dopo con la lancia del moralismo in resta.
Cosa c' è che non va?
Ancora conflitti irrisolti dopo la caduta di quel beneamato muro dove queste "novelle beghine" si erano a lungo cementificate godendo di una mai abbastanza rimpianta sicurezza uterina?
***
* [... Il cattolico si prefigge un obbiettivo ed è autorizzato a cercare la via migliore per perseguirla. Una sana considerazione che ha spazzato via la perniciosa idea dell' unità politica dei cattolici...]
** Ferrara bollava così il giornalista/opinionista rigoroso osservante di comandamenti scolpiti in tavolette discese da monti a quanto pare molto più alti del Sinai. Serve sottoscriverli per essere ammessi nella "Grande Parrocchia".
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sabato 11 dicembre 2010
venerdì 27 agosto 2010
Berlusconismo latente
Vito Mancuso recentemente ha messo in guardia l' intellighenzia italica: chi scrive per Mondadori "collabora con il nemico".
Il teologo si è svegliato un po' tardi ma non ha certo tutti i torti.
Come puoi un giorno dire che Berlusconi è il male in terra e il giorno dopo fare affari con lui finanziandolo?
Il mercato in fondo è una democrazia capillare e sofisticata in cui votiamo tutti i giorni. Non solo, possiamo pure pesare il nostro voto.
Mancuso si è accorto solo oggi di votare tutti i giorni per Berlusconi, e di farlo pure con un voto assai "pesante" (chissà che impressione). Da qui i suoi problemi di coscienza.
Ben arrivato sulla terra!, viene voglia di dire.
Altri "berlusconiani" che scrivono per Mondadori e per Einaudi hanno reagito, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Sorvolo.
Non sorvolo però su un "berlusconiano" sorprendente, Eugenio Scalfari.
Anche lui accorda da anni l' autorevole preferenza a Berlusconi, e la giustifica dicendo:
1) che il problema resta quello del “gigantesco conflitto di interessi del capo del Governo in carica";
2) che finché Einaudi (Scalfari scrive per Einaudi) mantiene l’attuale autonomia rispetto alla proprietà, lui, Scalfari, e con lui tanti altri resteranno con Berlusconi;
3) che se ne andrà quando queste condizioni non siano più in essere.
Riassunto: il conflitto d' interesse è un problema, ma finchè non crea problemi, come problema possiamo trascurarlo. Da ultimo, si riserva in futuro, forse, di non votare più il magnate di Arcore.
?
Quanto riportato non è una gaffe fatta pensando tra sè e sè, non sono pensieri privati. E' la solita pallosissima articolessa che inizia in prima pagina di Repubblica e non si sa mai dove finisce, quel periodico fiume di parole squinternate quanto si vuole ma "ufficiali" che quasi nessuno leggerebbe in assenza della sintesi di zelanti sbobinatori.
E adesso, prima delle conclusioni, una parola sul "fratello scemo", ovvero il voto che non conta: quello politico che affido ogni tot anni alla mia volatile scheda elettorale.
La sua scarsa rilevanza è facilmente compresa: 1) non incide sull' esito finale 2) non mi responsabilizza in modo concreto 3) non ha molto senso meditarne l' uso: me lo regalano e m' impongono di regalarlo.
Detto questo, chiunque capisce che qualora il voto accordato con la scheda e il voto accordato con il portafoglio divergesse, per capire le reali preferenze dell' individuo dovremmo guardare al secondo.
Conclusioni: Scalfaro è molto più "berlusconiano" di me.
Viene voglia di dire: ma caro Barbapapà... ma perchè hai triturato i coglioni ai berlusconiani per decenni quando poi ti fai bastare una giustificazioncina tanto banale per continuare integerrimo la militanza berlusconiana?
In altri termini, avendo votato Berlusconi in questi anni, potrei avvalermi degli argomenti suggeriti da Scalfaro, ma non ne sento poi tanto l' esigenza, in fondo non sono berlusconiano a tal punto da potermi equiparare a Scalfaro, Mancuso e a parecchi altri pezzi da novanta... praticamente dei gerarchi. Solo chi si è spinto così in là nel sostegno a leader discutibili è chiamato a giustificarsi. Solo per loro ci sarà forse in futuro la Norimberga che tanto vorrebbero.
Il teologo si è svegliato un po' tardi ma non ha certo tutti i torti.
Come puoi un giorno dire che Berlusconi è il male in terra e il giorno dopo fare affari con lui finanziandolo?
Il mercato in fondo è una democrazia capillare e sofisticata in cui votiamo tutti i giorni. Non solo, possiamo pure pesare il nostro voto.
Mancuso si è accorto solo oggi di votare tutti i giorni per Berlusconi, e di farlo pure con un voto assai "pesante" (chissà che impressione). Da qui i suoi problemi di coscienza.
Ben arrivato sulla terra!, viene voglia di dire.
Altri "berlusconiani" che scrivono per Mondadori e per Einaudi hanno reagito, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Sorvolo.
Non sorvolo però su un "berlusconiano" sorprendente, Eugenio Scalfari.
Anche lui accorda da anni l' autorevole preferenza a Berlusconi, e la giustifica dicendo:
1) che il problema resta quello del “gigantesco conflitto di interessi del capo del Governo in carica";
2) che finché Einaudi (Scalfari scrive per Einaudi) mantiene l’attuale autonomia rispetto alla proprietà, lui, Scalfari, e con lui tanti altri resteranno con Berlusconi;
3) che se ne andrà quando queste condizioni non siano più in essere.
Riassunto: il conflitto d' interesse è un problema, ma finchè non crea problemi, come problema possiamo trascurarlo. Da ultimo, si riserva in futuro, forse, di non votare più il magnate di Arcore.
?
Quanto riportato non è una gaffe fatta pensando tra sè e sè, non sono pensieri privati. E' la solita pallosissima articolessa che inizia in prima pagina di Repubblica e non si sa mai dove finisce, quel periodico fiume di parole squinternate quanto si vuole ma "ufficiali" che quasi nessuno leggerebbe in assenza della sintesi di zelanti sbobinatori.
E adesso, prima delle conclusioni, una parola sul "fratello scemo", ovvero il voto che non conta: quello politico che affido ogni tot anni alla mia volatile scheda elettorale.
La sua scarsa rilevanza è facilmente compresa: 1) non incide sull' esito finale 2) non mi responsabilizza in modo concreto 3) non ha molto senso meditarne l' uso: me lo regalano e m' impongono di regalarlo.
Detto questo, chiunque capisce che qualora il voto accordato con la scheda e il voto accordato con il portafoglio divergesse, per capire le reali preferenze dell' individuo dovremmo guardare al secondo.
Conclusioni: Scalfaro è molto più "berlusconiano" di me.
Viene voglia di dire: ma caro Barbapapà... ma perchè hai triturato i coglioni ai berlusconiani per decenni quando poi ti fai bastare una giustificazioncina tanto banale per continuare integerrimo la militanza berlusconiana?
In altri termini, avendo votato Berlusconi in questi anni, potrei avvalermi degli argomenti suggeriti da Scalfaro, ma non ne sento poi tanto l' esigenza, in fondo non sono berlusconiano a tal punto da potermi equiparare a Scalfaro, Mancuso e a parecchi altri pezzi da novanta... praticamente dei gerarchi. Solo chi si è spinto così in là nel sostegno a leader discutibili è chiamato a giustificarsi. Solo per loro ci sarà forse in futuro la Norimberga che tanto vorrebbero.
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