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sabato 9 giugno 2018

Aldo Savoldelli


Aldo Savoldelli


Aldo Savoldelli (1935-vivente) fu un brillante imprenditore/innovatore veneziano che trovò il modo di… convertire il grano in automobili!
Sì, avete sentito bene: il grano in automobili. Siamo ai limiti della magia, del resto, prima che la macchina del fango lo investì, fu premiato per questa sua impresa da tutte le accademie e il Presidente della Repubblica Italiana lo insignì del titolo di Cavaliere del Lavoro. Lo ricordo ancora ospite di Piero Angela, additato ad esempio da Severgnini sul Corriere: “… il mondo ha avuto i Norman Barlaug, noi abbiamo avuto ieri Natta, oggi Savoldelli, se il paese avesse anche solo 10 menti di questo calibro vivremmo un nuovo rinascimento…”
Dicevo “Cavaliere del Lavoro”, sì perché Aldo, oltre a essere un innovatore a tutto tondo, era anche un imprenditore lungimirante in grado di valorizzareal meglio le sue scoperte.
A questo fine costruì la sua immensa azienda proprio sul mare mantenendo, come è comprensibile, il massimo riserbo circa i processi produttivi adottati, evidentemente temeva lo spionaggio industriale. Evitò persino di brevettare le sue idee convinto com’era di poterle proteggere da sé.
Per i consumatori fu una pacchia e per la società una rivoluzione: le auto che uscivano dalla “Savoldella” – così venne ribattezzato il polo industriale sorto a Marghera – erano di qualità superiore ma soprattutto avevano prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato.
Anche gli agricoltori esultavano: in passato mai ordinativi di grano tanto massicci erano giunti sulle loro scrivanie. Fu un periodo di vacche grasse come non mai.
Ad essere scontenti erano solo i costruttori concorrenti che adottavano il metodo tradizionale: come competere contro un’innovazione tecnologica tanto spinta? In molti meditarono di lasciare il mercato.
In generale, però, si era disposti a riconoscere il fatto che un progresso tecnologico del genere facesse bene alla società intera, la migliorava e quindi non andava frenato. Se castighiamo chi ha una brillante idea che fine faremo? Catechizziamo giorno e notte i nostri giovani affinché studino preparandosi ad affrontare il futuro e poi tarpiamo le ali a chi ce la fa e sfonda proprio raccogliendo quelle sfide? Quando si trova una bacchetta magica non ci si lamenta, quando si vince alla lotterie il piagnisteo è fuori luogo. Con Savoldelli aveva sia trovato una bacchetta magica che vinto alla lotteria.
Ma un giorno le cose cambiarono. Furono in molti a dire “… e mi sembrava strano”. Il programma televisivo ”Le iene” riuscì a intervistare un operaio risentito licenziato qualche mese prima dalla famosa fabbrica il quale, pungolato a dovere, rivelò un segreto che fece tramare il Palazzo: non esisteva nessuna fabbrica: la “Savoldella” era vuota! Quella che veniva chiamata “fabbrica” non era altro che un grande “buco”, un immenso hangar che dava su una banchina portuale costruita ad hoc dall’imprenditore furbacchione.
L’uomo ribadì la sua versione alla Gabanelli e alla Zanzara. Poi fu la volta di Repubblica e Corriere.
Praticamente cosa succedeva alla “Salvoldella”? Il grano entrava dai portoni della fabbrica e veniva imbarcato su navi che lo portavano a destinazione in paesi esteri i quali saldavano il loro debito con le famose automobili costruite presso di loro dove, come noto, il costo del lavoro è infimo. Ma c’è di più, non pochi di questi produttori stranieri erano società detenute dal Savoldelli stesso che, oltre a speculare sui differenziali di prezzo, evidentemente esternalizzava così le nostre energie produttive facendo all’estero quel che poteva fare da noi.
Lo choc della rivelazione trasformò in breve tempo l’imprenditore da eroe civile a nemico pubblico numero uno. Da innovatore aperto al futuro a gretto speculatore che rubava il lavoro ai nostri giovani esternalizzando la produzione industriale.
Sull’onda dell’indignazione, con una legge ad hoc – si presero a pretesto dei vincoli ambientali –  la “Savoldella” fu chiusa e furono apposti i sigilli, Savoldelli sparì da tutte le cronache tranne che dalla “nera” e ben presto il Paese, un po’ disorientato per cio’ che gli veniva a mancare ma convinto di aver fatto la cosa giusta, ricominciò il suo tran tran dimenticandosi del “nuovo Natta”.
***SPIEGAZIONE DELLA BARZELLETTA*** 
Per chi non l’avesse capito, L’apologo serve ad evidenziare come noi consideriamo l’innovazione superiore al commercio quando in realtà sono nella sostanza la stessa cosa, o comunque producono gli stessi effetti.
Se un risultato viene ottenuto dalla ricercaapplaudiamo, se lo stesso risultato viene ottenuto con il commercio storciamo il naso.
Al progresso conferiamo il Nobel, al liberismo solo colpe, eppure entrambi perseguono il medesimo obbiettivo: l’efficienza. Un obbiettivo che si puo’ raggiungere con un’idea o con uno scambio. Che differenza fa? Nessuna, ma noi sembriamo essere predisposti ad introdurne parecchie e immotivate, per esempio: consideriamo i tassisti dei luddisti che si oppongono alle nuove App mentre solidarizziamo con i lavoratori di Almaviva.
Quando si diventa più efficienti, gli inefficienti si lamentano, è ovvio. Meno ovvio è il fatto che noi diamo peso a queste contestazioni quando scaturiscono dallo scambio mentre non ne diamo molto quando scaturiscono da cio’ che definiamo “progresso”. Limitare l’innovazione ci sembra assurdo mentre limitare le importazioni plausibile. Savoldelli continua a fare esattamente quello che ha sempre fatto ma, senza motivo, si trasforma da un giorno all’altro da santo a peccatore irredimibile.
Forse quando la ricchezza implica una relazione con il “diverso” è sospetta, non ci va più bene. Al contrario, la ricchezza che viene da un’idea è più rassicurante, più “pura”: ci evita la convivenza conl’altro.
(Aldo Savoldelli quando poco più che ventenne sbarcava il lunario con spettacolini di magia)
P.S. La parabola dell’imprenditore che trasformava l’acqua in vino… pardon: il grano in auto, è ripresa da James Ingram, professore presso la North Carolina University.

venerdì 8 giugno 2018

Guerra dei dazi

Guerra dei dazi: far del male ai propri cittadini in modo da punire un governante per aver fatto del male ai suoi.

giovedì 15 marzo 2018

Analogia per chiarire il protezionismo

Di quanto potrebbero aumentare i consumi nazionali nel nostro paese se impediamo agli italiani di viaggiare all'estero?
La proposta non vi alletta? Probabilmente perchè non siete dei protezionisti.
by Pierre Lemieux Countries are collections of individuals and trade no more than they eat, consume drugs, or…
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lunedì 20 novembre 2017

3 La ricchezza rassicurante

La ricchezza rassicurante

Conoscevo un brillante imprenditore/innovatore che aveva trovato il modo di convertire il grano in automobili.
Sì, avete sentito bene: il grano in automobili.
Era un vero innovatore. Ma era anche un imprenditore in grado di valorizzare le sue scoperte.
A questo fine costruì la sua immensa azienda proprio sul mare mantenendo un grande riserbo circa i processi produttivi adottati, evidentemente temeva lo spionaggio industriale.
Per i consumatori fu una pacchia: le auto che uscivano da lì erano di qualità superiore ma soprattutto avevano prezzi stracciati rispetto a quelli di mercato.
Anche gli agricoltori esultavano: in passato, mai ordinativi di grano tanto massicci erano arrivati. Per loro fu un periodo di vacche grasse come mai prima.
Ad essere scontenti erano i costruttori che adottavano il metodo tradizionale: come competere contro un’innovazione tecnologica tanto spinta?
in generale, però, si era disposti a riconoscere il fatto che un progresso tecnologico del genere faceva bene alla società, la migliorava e non andava frenato. Se castighiamo chi ha una brillante idea che fine faremo?
Un giorno però le Iene riuscirono ad intervistare un operaio licenziato dalla famosa fabbrica il quale – forse perché in preda al risentimento – rivelò un segreto sconvolgente: la fabbrica era vuota. La fabbrica non era altro che un grande “buco” che dava su una banchina portuale costruita ad hoc dall’imprenditore.
L’uomo ribadì la sua versione alla Gabanelli.
Il grano entrava dai portoni della fabbrica e veniva imbarcato su navi che lo portavano a destinazione in paesi esteri che poi saldavano il loro debito con le famose automobili rivendute in patria a prezzi tanto convenienti.
Lo choc della rivelazione trasformò in breve tempo l’imprenditore da eroe civile a nemico pubblico numero uno.
***
L’apologo serve ad evidenziare come noi consideriamo l’innovazione superiore al commercio quando in realtà sono nella sostanza la stessa cosa.
Se un risultato viene ottenuto dalla ricerca applaudiamo, se lo stesso risultato viene ottenuto con il commercio storciamo il muso.
Al progresso conferiamo il Nobel, al liberismo solo colpe.
Eppure entrambi perseguono il medesimo obbiettivo: l’efficienza.
L’efficienza si puo’ raggiungere con un’idea o con uno scambio. Che differenza fa?
Quando si diventa più efficienti, gli inefficienti si lamentano, è ovvio. Meno ovvio è il fatto che noi diamo peso a queste contestazioni quando scaturiscono dallo scambio mentre non ne diamo molto quando scaturiscono dal progresso.
Vietare l’innovazione ci sembra assurdo mentre vietare l’importazione plausibile.
Forse quando la ricchezza implica diversità è sospetta, non ci va più bene. Mentre la ricchezza che viene da un’idea è più rassicurante: ci evita la convivenza con l’altro.
***
P.S. La parabola dell’imprenditore che trasformava l’acqua in vino… pardon: il grano in auto, è stata raccontata per la prima volta da James Ingram, professore presso la North Carolina University.
Risultati immagini per www.thisiscolossal.com grain

lunedì 14 marzo 2016

3 What Cayley Knows - Fair Play: What Your Child Can Teach You About Economics, Values and the Meaning of Life by Steven E. Landsburg

3 What Cayley Knows - Fair Play: What Your Child Can Teach You About Economics, Values and the Meaning of Life by Steven E. Landsburg - #lafavoladiingram #dazirazzisti #daziaffamatori

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Note: Protezionismo La fiaba della fabbrica nascosta. Chiudere i commerci sarebbe come chiudere le fabbriche + efficienti x' fanno concorrenza a quelle meno efficienti. Edit
Note: 3@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
free trade, like technological progress, might displace some workers but must make Americans wealthier on average.Read more at location 217
Note: FREE TRADE E PROGRESSO TECNOLOGICO Edit
My favorite teaching tool is a fable based on a tale told by Professor James Ingram of North Carolina State University. It’s the tale of a brilliant entrepreneur who invented a new technology for turning grain into cars. The entrepreneur built a factory by the sea, surrounded its inner workings with secrecy, and commenced production. Consumers were thrilled to learn that the new cars were better and cheaper than anything Detroit had to offer. Midwestern farmers were thrilled when the factory ordered vast amounts of grain to feed into its mysterious machinery. There was indeed dismay among those autoworkers who had been trained in the old methods, but there was also a general recognition that technological progress, even when accompanied by growing pains, is on balance a very good thing. One day an investigative reporter managed to locate a disgruntled employee who revealed the entrepreneur’s great secret. The vast factory was hollow. The back wall opened out onto a shipping dock. Grain came in the front door and went out the back, where it was sent to foreign countries in exchange for cars.Read more at location 218
Note: LA FAVOLA DI JAMES INGRAM Edit
The shock of these revelations transformed the entrepreneur from a public hero to a public villain.Read more at location 227
Cutting off trade is exactly like closing the most efficient factories.Read more at location 229
Protectionism is wrong because it robs individuals of a basic human right: the freedom to choose one’s trading partners.Read more at location 242
Note: CONTRO I POVERI Edit
Encouraging people to “buy American” is no different in principle from encouraging people to “buy white.”Read more at location 253
Note: RAZZISMO