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giovedì 22 agosto 2019

http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/08/the-nature-of-pessimism.html

mercoledì 5 settembre 2018

LA RIVOLUZIONE DIGITALE PER IL “CINOTTIMISTA”

LA RIVOLUZIONE DIGITALE PER IL “CINOTTIMISTA”
Nei giudizi su questa nostra epoca della “connessione perenne” circola molto ottimismo ingenuo ma anche molto cinismo deprimente. Personalmente, sono sia cinico che ottimista, mi definirei un "cinottimista" .
Da un lato sono cinico: l'epoca di internet ha messo in circolazione tanta di quella "merda" come mai ne avevamo vista prima. Grazie a internet, la "merda" è cresciuta ovunque e in tutti i sensi, sia in assoluto che in percentuale rispetto alla "crema".
Poi però ci ripenso e mi consolo: perché mai questa spiacevole constatazione dovrebbe in qualche modo scoraggiarmi? Non essendo interessato alla “merda” mi è del tutto indifferente al fatto che sia tano ubiqua, l'unica cosa che conta realmente per me è la quantità di "crema" ora a mia disposizione. Ebbene, nell'epoca digitale che stiamo vedendo la "crema" a cui posso accedere è cresciuta anch'essa tremendamente rispetto a ieri, da qui il mio ottimismo senza riserve.
Riassumendo: cinismo + ottimismo = "cinottimismo".
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Riccardo Mariani Facciamo un caso concreto parlando di musica. Anche se io amo la musica moderna, non riesco davvero a capire come un “passatista” possa lamentarsi della nostra epoca. Per quanto costui pensi che la musica composta nel XX e XXI secolo sia “robaccia” – affermazione decisamente esagerata – dovrebbe comunque considerarsi MOLTO FORTUNATO di vivere in un’epoca dove puo’ stare tutti i giorni e tutti i momenti in compagnia dei suoi amati Bach e Wagner! Ieri, per esempio ai tempi di Bach e Wagner, non era certo così facile.
Gestire
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mercoledì 1 giugno 2011

Pessimistic bias

La crisi capita a fagiolo per ripetere che:

that last decade was a decade of unprecedented peace and prosperity across the globe

Complimenti a chi è vissuto accorgendosi della realtà.

giovedì 4 febbraio 2010

Il nostro povero individualismo

Borges lo chiamava "il nostro povero individualismo".

Parlava degli argentini, di quello spirito anarcoide che tutto pervade e impedisce loro di assimilarsi in una vera Patria. Uno scoraggiante sentimento di sfiducia per ogni potere sovraordinato, una riluttanza a lasciarsi coordinare.

Se andiamo oltre Borges, ecco presentarsi uno spiazzante paradosso: quell' intima ostilità ad ogni governo... chiede incessantemente "più Governo".

La storia dell' Argentina - piena come un uovo di dittatori, caudillos, socialismo, fascismo, statalismo - è lì a perenne testimonianza per l' incredulo.


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Presso gli studiosi delle democrazie la storiella è conosciuta come "il paradosso dell' italiano": l' italiano è quello strano tipo che nutre una sfiducia atavica verso il suo governo e, contemporaneamente, accetta e chiede interventi governativi sempre più ipertrofici. Chi "disprezza" tanto alla fine "compra", forse aveva ragione la nonna.

Insomma, da noi dietro chi dice "piove, governo ladro" si nasconde quasi sempre un pianificatore incallito.

Ora si scopre che il fenomeno è pressochè universale: il cinismo è nemico della libertà. Peggio un Governo lavora e più cresce la richiesta dei suoi servigi.

Come spiegare tutto cio'? Forse la sfiducia del cinico è tale per cui solo un "unto del Signore" puo' salvarci. Il cinico pessimista puzza di scommasse pascaliane anche quando parla di politica. Se l' accentramento dei rischi per lui è razionale, quello dei poteri è la logica conseguenza.

Il cinico è un giocatore disperato: non gli resta che puntare tutto su una carta.


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Certo che tutto questo ha una conseguenza paradossale: ai libertari viene chiesto di amare il loro nemico, o perlomeno di porgere l' altra guancia.



Continua a leggere sul tema:

http://www.cato-unbound.org/2007/03/11/tyler-cowen/the-paradox-of-libertarianism/


http://econlog.econlib.org/archives/2007/03/worst_advice_to.html