Visualizzazione post con etichetta #thiel progresso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #thiel progresso. Mostra tutti i post

mercoledì 12 febbraio 2020

LA GRANDE FIACCA

Mai ho visto la critica conservatrice cattolica sposarsi tanto bene con il problema dei problemi: la stagnazione e la decadenza della nostra società bambocciona. L'inverno demografico sembra il termometro più affidabile per misurare questa febbre che ci gela e ci paralizza.


COSA SPINGE IL PROGRESSO?

È un paradosso del nostro tempo che il percorso verso un progresso radicale richieda innanzitutto... moderazione.
L'ottimismo tutto rosa e fiori e il pessimismo fatalista possono sembrare opposti, ma entrambi sfociano nell'apatia.
Se le cose fossero destinate al miglioramento certo o al collasso, allora le nostre azioni, in un modo o nell'altro, non sarebbero rilevanti. Stare fermi non cambia le cose.
Se non troviamo il modo per imboccare il sentiero stretto dei moderati, sarà inevitabile scoprire che la stagnazione e il declino sono la nostra sorte.
#Amazon

AMAZON.COM
From the New York Times columnist and bestselling author of Bad Religion, a powerful portrait of how our turbulent age is defined by dark forces seemingly beyond our control Today the Western world seems to be in crisis. But beneath our social media frenzy and reality television politics, the dee...


LA GRANDE FIACCA
Anche Ross ha detto la sua sull'argomento del momento: l'occidente bamboccione. Ma lui è uno che va ascoltato.
Nel 1958, la Boeing introduceva il suo aereo di linea 707, una bestia capace di raggiungere la velocità di crociera di 977 chilometri l'ora. Faceva qualcosa di più che consentire voli commerciali transcontinentali ad alta velocità. Alimentava un ottimismo diffuso in tutta una società orgogliosa di entrare nell'era dei jet.
Più di sessant'anni dopo, non ci siamo mossi molto da lì.
L'ultimo aereo della Boeing, il 737 MAX, ha una velocità di crociera di soli 839 chilometri all'ora, per non parlare dei limiti strutturali saltati fuori con il tempo. Il 707 ormai in pensione si confronta con lui alla pari. E che dire del 747 jumbo jet che stiamo ancora utilizzando oggi a 50 anni di distanza? Questa situazione rappresenta bene il segno di decadenza della nostra società. E con la Boeing siamo nella giovane e dinamica America, figuriamoci se ci spostiamo nella stanca e anchilosata Europa.
La "decadenza" di cui al titolo, non si riferisce a quella deliziosa sensualità ritratta nei romanzi di Joris-Karl Huysmans o D'annunzio, ma piuttosto a quella stagnazione, a quella compiacenza paludosa, a quella dissipazione di energia creativa, a quella volontà fiacca e confusa che caratterizza le società occidentali.
Come è potuto accadere tutto questo?
Douthat delinea quattro aspetti della decadenza: la stagnazione (mediocrità tecnologica ed economica), sterilità (calo dei tassi di natalità), sclerosi (fallimento istituzionale) e stasi (esaurimento culturale).
STAGNAZIONE. Nelle ultime due generazioni l'unico cambiamento veramente radicale è avvenuto nei dispositivi che utilizziamo per la comunicazione e l'intrattenimento. Le grandi innovazioni del diciannovesimo e del ventesimo secolo sono ancora quelle che oggi influiscono di più sulle nostre vite.
STERILITA'. Nei dibattiti pubblici, i bassi tassi di natalità sono trattati come una questione di preferenza personale. Al massimo ci si preoccupa che pongano un freno all'economia, quindi come argomento per l'immigrazione. Ma i bambini scomparsi indeboliscono la coesione sociale del futuro. L'immigrazione sostituisce alcuni dei lavoratori scomparsi ma aggrava l'alienazione intergenerazionale e l'attrito nativo-immigrato perché accentua le ansie riguardo all'eredità.
SCLEROSI. Si riferisce alle istituzioni malate, in particolare l'incapacità del governo di fare vere riforme guidate da veri esperti. Tutto è bloccato da veti e contro-veti.
STASI. Indica la condizione della nostra cultura impegnata in rifacimenti infiniti di rifacimenti. Mentre gli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta erano contrassegnati da stipi loro propri nel design, nell'abbigliamento, nella musica e nell'arte, dagli anni Novanta ad oggi sembra tutto un grande remix. Siamo bloccati in un ciclo culturale, dal rifacimento di Star Wars di George Lucas a JJ Abrams al rifacimento di Martin Scorsese, al rifacimento infinito dei Cohen. Da allora i giovani non hanno nemmeno più una Tradizione con/contro cui confrontarsi, che ne so, le vecchie norme borghesi, un cristianesimo ancora riconoscibile come tale, una narrazione patriottica della storia, una cultura del canone, una famiglia come luogo degli affetti e anche della tirannia degli affetti. Questi punti di riferimento sono sbiaditi.
#Amazon

AMAZON.COM
From the New York Times columnist and bestselling author of Bad Religion, a powerful portrait of how our turbulent age is defined by dark forces seemingly beyond our control Today the Western world seems to be in crisis. But beneath our social media frenzy and reality television politics, the dee...

venerdì 26 luglio 2019

QUANTO DISTANO GLI ANNI SETTANTA?

QUANTO DISTANO GLI ANNI SETTANTA?
Weinstein: se oggi entri in un locale e fai sparire tutti gli schermi, penserai di vivere ancora negli anni '70.
Thiel: Non esagerare. La prima auto che comprai, nel 1975, fu una Ford Pinto. Da allora la qualità delle auto è aumentata parecchio. Il cibo in casa mia è molto meglio di allora e molto più facile da preparare. Fuori casa le proposte dei vari ristoranti sono nettamente migliori di quelle del 1970. La capacità di ottenere beni fatti lontano da qui è molto più agevole oggi, così come la possibilità di fare viaggi, anche transcontinentali. Puoi facilmente trovare un alloggio in qualsiasi parte del mondo e pagare beni e servizi ovunque ti trovi con una facilità ieri inimmaginabile.

https://medium.com/@arnoldkling/peter-thiel-and-eric-weinstein-annotated-bd1de574d4bd

https://feedly.com/i/entry/Nkn6RK6HwBgWrvMj84SxHg63I5Wn8O87ZvoPCQT30Mw=_16c2dff4b6d:53f0135:561e4df6