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sabato 22 febbraio 2020

TRIBUNALI INTELLIGENTI.

Immaginate un tribunale in cui ai giurati non viene chiesto di pronunciarsi in modo imparziale sulle controversie ma di pronunciarsi tentando di far coincidere il loro giudizio con quello dei loro colleghi giurati (consultati separatamente). Chi centra questo obbiettivo riceve un premio.
Viene in mente il concorso di bellezza di Keynes: quello in cui non devi votare la più bella ma quella che gli altri giurati voteranno.
Che senso ha tutto cio'?
Penso che l'idea sia che il verdetto corretto costituisca un punto Schelling su cui tutti dovrebbero convergere.
Ancora non capisco bene la filosofia giuridica che c'è sotto, ad ogni modo il tribunale di cui al link lo adotta.

BLOG.ARAGON.ORG
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venerdì 5 luglio 2019

NON CHIAMATELI NAUFRAGHI

NON CHIAMATELI NAUFRAGHI
Supponiamo che tu debba incontrarti alla mezza con un tuo amico a Milano senza che abbiate fissato un posto preciso per l’appuntamento. Dove vai?
Milano è grande ma un milanese doc non avrebbe dubbi: “sotto la cua del caval”, tradotto “sotto la coda del cavallo”. Tradotto: dietro il monumento equestre di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo. Non è un posto come gli altri, per i milanesi è “il posto” degli appuntamenti (c’è sempre ombra). E’ probabile che lì incontrerai il tuo amico (se è milanese), anche in assenza di un accordo.
E adesso il rimando colto: lo stratega Thomas Schelling chiamava questi luoghi “punti focali” e ci costruiva sopra una teoria dei giochi. Non sono luoghi qualunque ma riferimenti importanti in caso di scarsa informazione specifica.
Ecco, se vuoi andare in Europa via mare ma non hai i mezzi per farlo, puoi sempre contare su punti focali molto importanti. Di solito si trovano a 40 miglia dalla costa libica.

martedì 29 maggio 2018

SCHELLING SPIEGA SAVONA

SCHELLING SPIEGA SAVONA
Schelling ci ha insegnato che per chiudere un buon contratto (o una buona pace) occorre una buona strategia, e ogni buona strategia implica un rischio: i generali ne anno qualcosa. Per esempio: puo’ essere razionale aggredire il nemico facendo saltare i ponti alle proprie spalle in modo da impedirsi ogni ritirata, in questo modo si segnala la propria risolutezza, l’altro magari si arrende e strappiamo una pace favorevole. Il bluff comporta un rischio poiché, non si puo’ escludere, nel caso l’altro non avesse “abboccato” ci avrebbe sbaragliato.
Altro esempio: se andiamo in Europa a battere i pugni sul tavolo otteniamo ben poco (vedi la sequela dei postulanti chiusasi con Renzi). Andiamoci allora facendo trapelare l’esistenza di un piano B autorevole (uscita dall’euro) che preoccupi la controparte. Tuttavia, affinché sia credibile occorre dare un ruolo da protagonista ad una personalità in grado di redigerlo con tutti i crismi (esempio: Savona… non Giorgetti). Ora ci si chiede: in caso di fallimento della trattativa il piano verrà attuato? E perché mai? Non è affatto necessario attuarlo; non è nemmeno detto che il piano debba esistere realmente, basta che – grazie all’autorevole figura di riferimento in grado di redigerlo – esista potenzialmente. Ai fini dell’esito della trattativa, infatti, che il piano sia reale o un bluff è del tutto indifferente. Ma c’è di più: chi tratta puo’ tranquillamente negarne l’esistenza, basta che la faccia “trapelare”, in questo senso il contenuto delle recenti pubblicazioni di Savona servono in modo eccellente alla bisogna… quelle di Giorgetti no.
Ecco perché oggi l’abortito governo giallo-verde nega risolutamente l’esistenza di un simile piano: non c’era e non ci sarebbe mai stato, il programma di governo era chiaro e il Presidente non ne ha tenuto conto dando la precedenza alle sue “visioni”. Probabilmente chi contesta in questa modo ha ragione: il piano non c0era e non ci sarebbe mai stato, del resto a cosa sarebbe mai servito? A nulla. Quel che serviva era Savona, non il suo piano, Schelling lo ha spiegato in modo convincente.

sabato 30 ottobre 2010

Meditazione sul Vangelo del 30-10-2010

Lettura del Vangelo secondo Matteo 22, 1-14

In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Il Vangelo ci parla di una "selezione".

Fin qui tutto bene, la cosa non ci scompone: l' uomo moderno vive in una società selettiva, la meritocrazia è al centro o dovrebbe essere al centro tutto, cio' è conforme alla nostra sensibilità.

Nel Vangelo dice qualcosa in più: il meriti si realizza accettando un invito. L' accoglienza passiva è sufficiente. Sarà un "let it be" a salvarci.

Per non opporsi al corso naturale delle cose occorre possedere la nozione di "naturale"; l' uomo moderno rischia di perdere una simile nozione, l' uomo moderno crede al caso e rischia una perdita della dimensione del "senso", dello "scopo". "Senso" e "scopo" sono termini senza i quali il "naturale" è impensabile.

Se con un martello pianto un chiodo, lo uso in modo "naturale"; se invece ci mangio la pastasciutta lo uso contronatura. Il perchè è presto detto: il martello è costruito allo scopo di piantare i chiodi, il suo senso è quello.

Molti uomini del nostro tempo non pensano che le cose abbiano un senso, non pensano che abbianom uno scopo, e quindi non sanno dare un significato alla parola "naturale", non sanno cosa sia un "diritto naturale". La parola "naturale" li mette a disagio.

E' una fortuna che il libertario, accanto al cattolico, sia fra i pochi ad avere ben chiara questa nozione essenziale.

P.S. Nella sua predica Don Cesare ha puntato l' attenzione sul commensale punito per non aver indossato l' Abito Nuziale. La punizione si giustifica per aver violato una regola rituale. Solo l' ingenuo pensa che una preoccupazione del genere rifletta un arcaismo, in realtà la nostra ragione la giustifica eccome. Gli autori moderni che più si sono spesi su questo punto sono i Nobel Thomas Schelling (teoria dei giochi) e August Fredrick von Hayek (ordine economico catallattico).