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lunedì 3 agosto 2015

Il boicottaggio come pratica retrograda. Ma che ci rende felici.


  • Perchè boicottare è sempre una cattiva strategia?...
  • Boicottare è un libero atto cosicché il libertario non puo' collocare la sua critica sull'asse da lui privilegiato, ovvero quello che oppone libertà a coercizione.
  • Tuttavia, il boicottaggio tende a organizzare la società x "affiliazioni". E' la stessa logica che organizza le società claniche e qui la lezione della storia parla chiaro: le società claniche ripudiano il merito e restano povere...
  • Il mercato, per produrre prosperità, nn richiede solo l'assenza di coercizioni ma anche una cultura pro-market che stigmatizzi il boicottaggio enfatizzando il merito: "Tizio non ci piace affatto ma questa specifica cosa la sa fare veramente bene, quindi lo privilegio in questo campo e lo combatto nell'altro.
  • Chi stigmatizza i boicottaggi della sinistra dovrebbe condannare anche chi si sottrae alle logiche di mercato x es. "rifiutando di servire i gay"...
  • Occorrono leggi antidiscriminazione? Qui si pone un problema ostico: pro-market o pro-freedom? Propendiamo x la libertà ma senza celebrare nessuno. Esattamente come propendiamo x la libertà di espressione senza celebrare i bestemmiatori...
  • Tuttavia, sappiamo che esercitare un'opzione etica ci rende felici poichè ci proietta in missione. Con che coraggio escludere l'ambito del lavoro o dei consumi? Vorrebbe dire escludere i 2/3 della nostra vita.