Visualizzazione post con etichetta famiglia educazione figli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta famiglia educazione figli. Mostra tutti i post

sabato 18 febbraio 2023

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid0mc58RC4At6auVpf22yPGYg5iYkYmEsbVAqsusFvuCue1Kr2SnQb334WoLm1g7M9Bl?__cft__[0]=AZW1Xgb5_FbELp1UvbLiZJPWA04S4sZT-qW9ju0T9IEmN47G5NpHlUa7Ai-Y7epcjAqci8hgsqNcDHJFBbK4EHeTrvA0lSAOWduYRLdje8xILZf3oiR6BLVxgsI7QTE4w8trMXwQp-TOTtsEOGbgYran&__tn__=%2CO%2CP-R

martedì 14 febbraio 2023

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid03aidosgYLMPxeR8FgRosYA8ZcWatXMfDrCfi8ncMwZuc4rUceKDrUJBH8HXpNEXhl?__cft__[0]=AZWfYJCkbWjQaPqeRhjb4snP7t1to1cGOacwlOFkxX-WySVl93ISETgGUaFlimmbav25B76JX8bXZttK2BogfZ6zD24cjDAEuPghfjPj3As-79xmQJixymvsN9rS6fQeOGJDtEFSm6jsmrfuQM4POJmy-yoF046lDgU6AIzClF7gEQ&__tn__=%2CO%2CP-R

lunedì 13 febbraio 2023

 https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02ojoZ4BS4FsPSaN7Mo3spcqVvESLjwDsUdc8EiUf93JiouqrzFh593eAy7eicneuLl&id=1447752724

giovedì 20 febbraio 2020

HL The essay on the null hypothesis and Charles Murray-FACE

Pensa a tutti quei papà che leggono continuamente ai loro bimbi in età prescolare. Ecco, i ricercatori hanno osservato che questa pratica, implica un successo scolastico più probabile rispetto a quello degli studenti con papà che non leggevano nulla pur di chattare in santa pace sul loro smartphone.
Ma questa relazione non è necessariamente causale. Potrebbe essere che il rendimento scolastico migliore sia dovuto a caratteristiche ereditarie correlate alla passione dei padri per la lettura.
Il nesso causale si controlla come si controlla l'efficacia dei farmaci: si forma un "gruppo di controllo" composto da bambini presi a caso e un'altro "gruppo di trattamento", sempre composto da bambini presi a caso, e si somministra a quest'ultimo il "medicinale" della lettura intensiva. Poi si confrontano i due gruppi. Se poi si hanno a disposizione dei gemelli cresciuti in famiglie differenti, allora siamo a cavallo.
Così facendo si scopre ben presto che, ahimé, la lettura non dà nessun vantaggio al futuro primino. In realtà, esperimento dopo esperimento, si è scoperto che non c'è NULLA che dia qualche vantaggio ai bambini.
Quando un trattamento viene rigorosamente testato, infatti, si scopre regolarmente che 1) i suoi effetti sono piccoli e 2) tendono a dissolversi nel tempo. Ogni tanto esce qualche studio che annuncia un trattamento di successo, tutti i giornali ne parlano. Poi non ne sentiamo più parlare. In questi casi subentra il fatto che 3) l'esperimento fallisce se replicato.
Ecco, cio' che mi separa dai miei amici ciellini è il loro MITO DELL'EDUCAZIONE. Francamente sono più orientato verso il MITO DELLA GRAZIA.
Ci sono tre fattori che incidono sulle nostre prestazioni:
1) contesto culturale,
2) genetica e
3) "trattamenti" esterni.
Il punto 1 pesa molto e spiega perché le nuove generazioni siano regolarmente state più brillanti e intelligenti delle precedenti (effetto Flynn). Ma, attenzione, parlando di contesto parliamo di qualcosa che influenza tutti. Il punto 2 spiega invece le differenze nelle prestazioni tra i singoli. E il punto 3? Il punto 3 non spiega nulla. L'educazione non spiega nulla.
Sembra proprio che famiglia, asilo, scuola, maestre, mamme contino veramente poco nel determinare il successo del pargolo, ma attenzione, guardiamo al bicchiere mezzo pieno: 1) qui parlo delle statistiche, non di voi; voi provateci ugualmente - se provate persino con le diete, potete provare anche a dare tutto per vostro figlio!, 2) non sto dicendo che la famiglia non incida sul benessere dei figli, incide eccome!, sto solo dicendo che questo benessere non è correlato con i risultati che avranno in futuro.
Forse che la gioia di spendersi per i propri bambini e il loro benessere è poco? Non direi, per me vale un Paradiso.

**********
The essay on the null hypothesis and Charles Murray
arnold kling
Citation (APA): kling, a. (2020). The essay on the null hypothesis and Charles Murray [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
The essay on the null hypothesis and Charles Murray By arnold kling
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
outside interventions are inherently constrained in the effects they can have on cognitive repertoires.
Nota - Posizione 9
Murray
Evidenzia (giallo) - Posizione 10
Researchers have observed that pre-school children who have been read to a great deal by their parents subsequently perform better
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
But this relationship is not necessarily causal.
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
better school performance is due to inherited characteristics
Nota - Posizione 13
Alternativa
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
control group that receives little reading and a treatment group that receives a lot of reading.
Nota - Posizione 15
Come si isola la causalitá? Col metodo medicinalli. Random control group e random tratement group
Evidenzia (giallo) - Posizione 18
The Null Hypothesis,
Nota - Posizione 18
O il mito dell educazione e il mito della grazia
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
“no effect of the treatment.”
Nota - Posizione 19
Tradotto
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
When a treatment is rigorously tested, using experimental methods, its effects are small, fade-out is complete, and/ or the results fail to replicate.
Nota - Posizione 21
###### Le tre evidenze ad oggi
Evidenzia (giallo) - Posizione 22
four factors that affect human outcomes:. 1. Overall cultural environment. 2. Genetic inheritance. 3. Gestational variation. 4. Specific environmental interventions.
Nota - Posizione 24
4 fattori che intervengono. Forse in ordine di importanza. Se si sale si sale tutti. Cultura
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
The Flynn Effect, in which average IQ changes across generations, is indicative of the importance of the cultural environment.
Nota - Posizione 27
Il cntesto
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
The evidence from twin studies is persuasive in that regard.
Nota - Posizione 29
Ereditá genetica
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
gestational variation tends to be misleadingly attributed to the “shared environment” component.
Nota - Posizione 33
Eventi casuali scambiati x interventi
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
In The Nurture Assumption, Judith Rich Harris pointed to evidence that parental behavior makes little difference
Nota - Posizione 36
Se la mamma nn conta figuriamoci la maestra

domenica 15 dicembre 2019

FELICITA' ALLA SPINA

FELICITA' ALLA SPINA
Sarei stato triste al pensiero di non avere figli, ma il pensiero di averli "ora" mi scoraggiava. Se avessi avuto dei figli, sarei diventato un genitore, e i genitori non sono mai persone molto allettanti.
Quando qualcuno dei miei amici aveva un figlio mi congratulavo pensando "meglio a te che a me". Ora mi congratulo con sincero entusiasmo, specie per il primo. Anche con un po' di invidia, devo ammetterlo. Cos'è cambiato? Ovviamente ho avuto dei figli. Qualcosa che temevo si è rivelato positivo.
Innanzitutto non è affatto necessario trasformarsi in persone protettive, lo diventi per forza. E' come se qualcuno avesse azionato un interruttore. All'improvviso mi sono sentito protettivo, non solo nei confronti dei miei figli, ma dei bambini in generale. Un giorno, figuriamoci, ho fatto una scenata in treno perché due litigavano dicendo "brutte parole" davanti a dei bambini rimasti a bocca aperta. Una cosa impensabile, per paura delle coltellate ho sempre pensato ai fatti miei girandomi dall'altra parte. Ma già mentre guidavo per riportare a casa mia moglie e la mia bambina dall'ospedale, ricordo che mi avvicinai a un passaggio pedonale pieno di pedoni e mi ritrovai a pensare "devo stare molto attento a tutte queste persone. Ognuno di loro è figlio di qualcuno!". Hi hi hi.
Capisco che in buona parte non puoi fidarti di me quando dico che avere figli è fantastico. In una certa misura sono come l'adepto a un culto religioso che ti sta dicendo quanto sarà bello convertirsi. Ma anche il modo in cui vedi i bambini prima di averne ha qualcosa di parziale. Nelle mie osservazioni, per esempio, c'era un'enorme quantità di "selection bias". Ma è normale, i marmocchi si facevano notare solo quando facevano casino. Quello che non notavo erano i grandi momenti che i genitori trascorrevano con i loro bimbi. In quei momenti i bambini sono silenziosi, non si notano, e le persone non ne parlano tanto, cosa devono dire? La magia è difficile da esprimere a parole, e tutti gli altri genitori ne sono già al corrente - ma una delle cose grandi nell'avere i figli è che ci sono un mucchio di momenti in cui sai che non vorresti mai essere altrove o a fare altre cose. Stare bene con i tuoi figli azzera il valore alternative. Grandioso in un mondo in cui le rutilanti alternative ti rovinano ogni gioia. Ma c'è di più: non devi fare nulla di speciale per goderti questi momenti speciali. Basta sedersi sul divano, oppure fare quattro passi, o fare colazione insieme. A volte sei in coda con loro per entrare al cine e passi un momento che vale il doppio del film.
Mi ha sorpreso molto avere dei bambini. Non li ami e basta. Diventano anche tuoi amici. Io, per esempio, ho delle bambine. Ce n'è una di cui mi considero praticamente il fidanzato, talmente sono innamorato e curioso di lei. Dell'altra non vedo l'ora di sentire cosa dice quando apre bocca, lo trovo sempre interessante e trovo interessante risponderle per vedere cosa diavolo si inventa dopo. Ho passato questa domenica in casa. Un tempo avrei sentito un senso di spreco, una specie di vuoto, di occasione mancata. Basta la loro presenza a cambiare tutto.
Alcune delle mie preoccupazioni sull'avere figli erano comunque reali. Ti rendono sicuramente meno produttivo. Avrai pezzi di tempo per lavorare ma il lavoro non si riverserà mai più negli interstizi della tua vita rendendola qualcosa di promiscuo. Non puoi stare acquattato ad attendere l'ispirazione. Odio dirlo, perché un tempo ero anche ambizioso, ma avere figli può renderne uno molto molto meno ambizioso. Senza figli queste righe le avrei scritte in uno stile scintillante. Giuro!
Avere figli distorce il tuo giudizio sui fatti, tuttavia ricordo perfettamente com'era prima. Avevo mille possibilità, potevo prendere un aereo in giornata e andare all'altro capo del mondo. Era fantastico, ma non l'ho mai fatto. Erano grandi felicità ma richiedevano pur sempre grandi imprese. Il fatto è che la maggior parte della libertà che avevo prima dei bambini non l'ho mai usata. Sia chiaro, ho avuto molti momenti felici prima di avere figli, ma molta di quella felicità era potenziale. Sogni. Ora la felicità è reale e tranquilla, non richiede nessuna impresa, ce l'ho praticamente "alla spina". Per esempio, tutti i giorni all'ora di andare a letto quando leggiamo un libro insieme, è come se ne bevessi un bicchierino. A proposito, mi è venuta sete .

https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16f0aa24822:c5cbbe:8291309a

lunedì 25 novembre 2019

IL SEGRETO DEL GENIO

https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16e99481865:edba7c:c315d5e2
IL SEGRETO DEL GENIO
Tutti sanno che il genio ha talento e determinazione. Ma c'è un terzo ingrediente che viene trascurato: il suo interesse ossessivo per un argomento particolare.
Chi frequenta il mondo del collezionismo sa cosa intendo per "interesse ossessivo". Ci sono per esempio persone che raccolgono vecchi biglietti dell'autobus, devi vedere la loro ossessione per le minuzie, possono cavillare per ore su distinzioni che a noi suonano del tutto irrilevanti. L'amore di un collezionista per i suoi biglietti sembra davvero disinteressato. Non lo fanno per impressionarci o per diventare ricchi, ma per se stessi.
Una delle caratteristiche più sorprendenti del libro che Darwin scrisse sul Beagle è la pura gratuità del suo interesse per la storia naturale. La sua curiosità sembra infinita. Idem per Ramanujan, che seduto lavora per ore sulla sua lavagnetta per vedere cosa succede ad una serie matematica. È un errore pensare che i due geni stessero "gettando le basi" per le scoperte fatte in seguito. Si stanno solo dilettando, non hanno un piano da seguire, assomigliano di più ai collezionisti di biglietti d'autobus che si gingillano con la loro passione. La differenza è che questi ultimi si dedicano a materie da cui non uscirà mai nulla di interessante per l'umanità.
E gli altri due ingredienti? Nell'interesse ossessivo c'è già tutto: se non sei bravo in matematica difficilmente la troverai interessante, e quando sei ossessivamente interessato a qualcosa, non hai bisogno di tanta determinazione.
L'interesse ossessivo convoglierà la fortuna verso di te. Il caso, come diceva Pasteur, favorisce chi è nel posto giusto al momento giusto con la mente preparata. Ecco, l'appassionato si aggira sempre nei paraggi con antenne dritte.
Alle nuove idee si arriva anche e soprattutto sprecando il proprio tempo e seguendo vie poco promettenti. Ma in che modo taluni scoprono questi percorsi che gli altri trascurano? La vulgata dice che hanno semplicemente una "visione" migliore: vedono cio' che altri non vedono. Ma le cose non vanno così. Darwin notò cose che sfuggivano ad altri perché era davvero interessato a quelle cose, ci girava intorno da anni e gli piaceva farlo. Non si è limitato a seguire tracce "promettenti". Semplicemente, data la sua curiosità in materia, ha praticamente seguito tutte le tracce, non poteva evitare di fare diversamente.
Questa teoria del "genio collezionista" si aggancia alla famosa definizione di Carlyle che vede il genio come capacità infinita di sopportare la "fatica del problema". Ma ci sono due differenze. La teoria dei biglietti dell'autobus chiarisce che la fonte di questa infinita capacità di sopportare le sofferenze non è l'infinita diligenza ma un'impossibilità a stare lontani dal problema, un po' come i collezionisti non riescono a passare un giorno senza pensare ai loro biglietti d'autobus.
Ma come capire se dal tuo interesse spasmodico sortirà qualcosa di importante? Forse una certa cosa è tanto più promettente quanto più è difficile, specialmente se è più difficile per gli altri che per te. Le ossessioni delle persone di talento hanno maggiori probabilità di avere effetti importanti. Quando le persone di talento si gingillano con cose casuali, non sono mai veramente casuali. Il loro tempo sprecato potrebbe essere tempo prezioso per l'umanità.
Un altro pregio della teorie sta nel fatto che l'interesse è distribuito in modo molto più disomogeneo dell'abilità. Se l'abilità naturale è tutto ciò di cui ha bisogno il genio e l'abilità naturale è distribuita uniformemente, diventa difficile spiegare la rarefazione casuale delle grandi scoperte nei vari campi. Ma la spiegazione diventa più semplice se il fattore centrale è l'ossessione: gente diversa ha interessi diversi.
La teoria del genio collezionista spiega anche perché le persone di genio sono molto meno produttive dopo che hanno figli: qui l'interesse deve competere non solo con ostacoli esterni, ma con un altro interesse interno molto potente.
Forse il motivo per cui le persone hanno meno idee mentre invecchiano non è semplicemente legato all'indebolimento delle loro facoltà cognitive. Può anche essere perché, una volta scquisita una certa immagine, non puoi più scherzare con progetti collaterali irresponsabili come facevi quando eri giovane e a nessuno importava delle tue attività.
Se la ricetta del genio fosse semplicemente "talento più duro lavoro" possiamo solo sperare di possedere il primo e poi darci dentro a testa bassa. Se invece la teoria più corretta fosse quella del "genio collezionista" saremmo in grado, coltivando l'interesse, di coltivare un genio. Invece di stringere i denti e perseguire diligentemente ciò che tutti considerano promettente, forse bisognerebbe provare a fare cose difficili solo per divertimento.
A volte, chi guarda con sospetto il tentativo di rendere interessante una materia, ci dice che approfondire certe materie comporta fatica e sudore, e che quindi è dannoso cercare di "abbellire" la faccenda. Non condivido, non perché non ritenga sia vera la storia della fatica ma perché viene proposta dallo scettico in modo troppo timido, occorre andare oltre: tutte le materie difficili sono TROPPO faticose se affrontate senza passione.
Commenti
Scrivi un commento...

venerdì 22 novembre 2019

SOCIALIZZARE SENZA CONGIUNTIVI

SOCIALIZZARE SENZA CONGIUNTIVI
Quando si parla di criminalità, l'economista pensa solo alla deterrenza. La deterrenza è ok ma non puntiamo tutto su un cavallo. C'è anche l'illuminazione stradale, oppure le terapie che insegnano a contare fino a 10.
Anche le pene alternative meritano ma soprattutto le gioie preventive: il matrimonio e il parto trasformano le persone, specie se a rischio. I tassi di criminalità diminuiscono drasticamente con la gravidanza e nei tre anni successivi, il crollo è pari al 50%!
Certo, la gravidanza impone alcuni evidenti limiti fisici alle donne, ma gli effetti positivi sono enormi per gli uomini. Di gran lunga superiori alle pene alternative valutate dalla recidiva!
Implicazioni politiche: fate figli e fate fare figli a più non posso, anche presto! Il crimine è una scelta che avete cominciato a fare rinunciando ai figli.
Quando ho letto quel libro sui "cattivi padri" ricorrevano di continuo passaggi come questo che ho sottolineato:
"... sentendo la notizia che la sua donna "aspettava", uomini come Byron si trasformano improvvisamente. Questo tassista part-time spesso implicato nel traffico di erba e altre robacce si è accaparrato quasi immediatamente un lavoro in città nel reparto servizi igienici...".
Non so di preciso cosa succeda nella testa di queste persone "a rischio" ma posso immaginarlo: amore, responsabilità, orizzonti a lungo termine. Ma anche il fatto che i bambini e il matrimonio svolgono un ruolo importante nella socializzazione e nella "civilizzazione", qualcosa di decisivo per chi non riesce a farlo attraverso altre vie. Ho sempre detto: "non sei tu che porti i bambini in Chiesa, sono loro che portano te".
Voi che socializzate a suon di congiuntivi non avrete mai di questi problemi e non darete molto peso alla cosa... finché non farete un brutto incontro nella stradina buia sul retro.

giovedì 24 ottobre 2019

I TUOI BAMBINI NON SANNO CHE ESISTI

https://feedly.com/i/entry//cnXVr/5HNe2pDqTI3udBeVx4AbJSW9TNhacAl8h6Dc=_16df8d91881:320078:bbbb1235
I TUOI BAMBINI NON SANNO CHE ESISTI
Sai di essere genitore quando guardando il gruppo dei bambini ne noti uno più bello, più paffuto, più simpatico, a suo modo più intraprendente. E' il tuo.
E sei sinceramente meravigliato che non lo notino anche gli altri. Ma poi ti tranquillizzi, è ovvio, sono tutti un po' gelosetti.
Non fidatevi mai quando un genitore racconta di suo figlio. Vi sta solo dicendo in modo fiorito quanto è bravo come genitore. Anche i racconti dove lui appare imbranato e in difficoltà sono calcolati per dire: "guardate che genitore ironico (e quindi in gamba) che sono". Tutti conoscono questo sotto-testo: chi ha figli lo ascolta solo perché poi sarà il suo turno, chi non ha figli lo ascolta per pietà (e se puo' lo evita).
Ma chi è veramente un genitore? E' un tale davanti al suo bambino grida. Avete presente un piccolo che grida? Nessuno sa farlo smettere, neanche Nembo Kid. D'altro canto nessun genitore potrà mai aspettare che smetta da solo. Fate uno più uno...
Davanti al tuo bambino che grida tu stai lì, impotente: incassando il tuo fallimento sperimenti la miseria. Tanti piccoli momenti miserabili che si susseguono. E tu ancora lì, a inventarti qualche espediente su cui non riponi alcuna speranza. Ma non puoi semplicemente attendere, devi segnalare agli altri e a te stesso che ti stai dando da fare. Se non sei preparato a queste continue micro-umiliazioni, se non sai dimenticarle e ripartire, rinuncia fin dal principio.
Il genitore è una persona nel panico. Il genitore è solo, solissimo, i bambini non sanno che esisti. Sei come una pietra per lo scalatore: loro avanzano e tu lì, a sopportare il loro scarpone chiodato.
All'amico o alla suocera racconterai tutto di tuo figlio, dirai come è stato bravo dal pediatra o al ristorante ma ometterai quei momenti di panico e miseria che sono il vero cuore della genitorialità, quei prolungati momenti in cui non riesci a sistemare il seggiolino sul taxi mentre ti inzuppi sotto la pioggia, quei momenti in cui non sai neanche perché i tuoi meticolosi piani saltano in aria in un momento, quei momenti di assoluta indifferenza per una cosa che doveva piacergli, quei momenti in cui ti sei sporcato di merda perché non sta mai ferma, quei momenti che avevi sempre sognato in cui leggi le fiabe da un librone ma sei anche l'unico ad ascoltarti, quei momenti in cui la creatura imbratta in modo indelebile la casa in cui inviterai gli amici che ti giudicheranno, quei momenti di caos generale in cui sudando ti chiedi perché è andato tutto storto. Quei momenti in cui il sudore inonda il tuo disagio. Sì, un genitore è sempre sudato, ricordatelo. Il genitore emana odori sgradevoli, non ha tempo per sé. Quei momenti devi metterteli alle spalle per sempre, non una parola con nessuno, non una memoria con te stesso. Restano solo le foto belle. L'operazione non è difficile, in fondo ci riescono tutti, ma se ci ripensi, se sei uno dei pochi che ci ripensa...
Gira voce che in un passato glorioso i genitori lasciassero i loro figli vagabondare allo stato brado. Ma è una balla, ne sono sicuro. Non puo' che essere una balla. Non riesco a concepire un genitore senza associare il panico. Appena gli interlocutori a cui mostri i tuoi bambini si dileguano uno a uno, Lui torna. Quella dei genitori di una volta è una balla con cui si consolano i genitori di oggi. E' vero, certi padri sembrano più rilassati, ma solo perché intuiscono e scappano a gambe levate dal panico, il più lontano possibile. Cercano un angolino, magari al lavoro, un rifugio al riparo dove poter sfogliare le foto dei loro figli.
La storia dei genitori non è la loro storia, che si rassegnino. E' la storia dei loro figli. È una storia non ancora scritta, il panico è giustificato. Di quella storia i genitori sono esclusi, non conosceranno nemmeno il finale. Il genitore è in perenne ostaggio, come se fosse chiuso in una macchina con il bambino alla guida, un bambino che non sa affatto come guidare quell'affare, e non puoi scendere perché hai deciso di amarlo, quel bambino, prima ancora di sapere chi fosse in realtà, non puoi nemmeno coprirti gli occhi, devi tenerli aperti e cercare di parlargli continuamente. Un giorno si fermerà e noterà che ci sei anche tu in quella macchina. Magari racconterà a qualcuno di come sei morto e di come per molto tempo neanche si era accorto che tu fossi lì in preda al panico. Se ti va bene noterà come in fondo è bello avere qualcuno che è nel panico a causa tua. Noterà anche che probabilmente non avrà mai più al suo fianco una persona del genere. A quel punto anche tu diventerai "unico".
Commenti