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lunedì 28 novembre 2011

Manuale di sopravvivenza

Utile manuale con qualche dritta per i cattolici liberi su “come cavarsela” oggi in Italia. Non facile, i “nemici” sono tanti.

Come cavarsela con gli scassamaroni.

Se in Italia dici che sei cattolico trovi sempre qualcuno che ti rompe i maroni. Dal momento in cui lo scassamaroni fa la faccia del tipo “ma guarda un po’ sto pistola” al momento in cui attacca a parlare dell’ “assurda posizione della Chiesa sugli anti-concezionali” puoi contare fino a 8. A 10 non arrivi. E’ una forma di crudele martirio che speriamo venga calcolato qualcosa in Paradiso.

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Come cavarsela con i preti tediosi.

Detti anche collo torto (Gianni Brera) o clerical style. Alcune movenze e gestualità (sfregamento continuo di mani che si rigirano, abbassamenti inspiegabili di voce),  li rendono riconoscibili. Al punto che di chi non le possiede ci si dice subito appena dopo il congedo: “non sembra neanche un prete”. Quando un prete tedioso ti prende sottobraccio chiedendoti un favorino con toni da pia parrocchiana, meglio sospettare. Il prete tedioso non capisce proprio cosa c’ entrino i laici con Cristo, ma capisce sempre benissimo che possano  venir buoni per imbiancare un muro in Oratorio.

Come cavarsela con la politica.

Secondo la pubblicistica il cattolico che si dà alla politica dovrebbe essere un monaco che passa di lì per caso. L’ unico babbeo della brigata. Prete in trasferta parlamentare. Si scandalizzano se solo dimostri di avere un interesse materiale da difendere.

Come cavarsela con i pregiudizi.

Ma lui è un cattolico!”… e si chiude il discorso. Se uno ha più dei soliti due figli… “ma è un cattolico!”, e si chiude il discorso. Se due restano sposati tutta la vita… “ma trattasi di cattolici!”, e ci si è data una ragione, si puo’ passare ad altro. Il fatto che certe cose le facciano i cattolici rende tremendamente meno interessante la faccenda. Del resto, cosa c’ è di meno interessante del poeta cattolico o del rock cattolico!

Come cavarsela con i figli.

Compaiono sotto forma di domande (a martello) prima ancora di arrivare: perché non nascono? Poi si prosegue: perché non smettono di nascere? Perché non dorme? Perché dorme troppo? Perché è abulico? Perché fa tutti i corsi tranne quello di danza kabuki? Perché uno così bravo è tanto somaro a scuola?… domande che sono aritmia pura, che ti percuotono tra astio verso la professoressa e cazziatone alla prole… è tutto un correre in giro affannati, un organizzare di baby sitters e surrogati… Pensare che basti qualche orsù fa ridere i polli… l’ uomo non è fatto per la famiglia ma per la tribù… la famiglia isolata è perduta e solo nella tribù padri e madri riescono a fare la cosa più difficile e sana che c’ è da fare con un figlio: ritirarsi.

Come cavarsela con il sesso.

Se come il famoso scrittore francese, consideri che viverlo senza prospettiva e senza aggancio alla totalità ti porti nel modesto “infinito dei cani”, non sarà facile per te cavartela. Cominciamo col dire che il corso fidanzati in parrocchia difficilmente cambia le abitudini. Meglio cominciare da Rilke e scoprire con lui cos’ è l’ amore.

Come cavarsela con i soldi.

“Ah, se almeno la Chiesa fosse povera…”. E’ lo stesso refrain di Giuda, il patrono dei pauperisti. La Chiesa povera e nuda è cosa sognata solo dai ben vestiti. Naturalmente, chi vede bene la povertà della Chiesa vede bene anche il matrimonio dei preti e la rinuncia alla castità. La tanto vituperata ricchezza, per costoro, non ha mai a che fare con il comfort di una bella famigliola o con il piacere di una bella scopata all’ occorrenza.

Come cavarsela con l’ aldilà.

“Beato te che credi nell’ aldilà dove poi si sistemano le cose”. Ti parlano così pensandoti come uno che gira con il briscolone nella manica, oppure con in tasca la polizza assicurativa vinta alla lotteria. Come se sopportassi meglio l’ idraulico che ti frega facendo male i lavori o il barista che ti ciula portandoti roba scondita. Con aria affranta, poi, abbassano lo sguardo e confessano “… il fatto è che io non credo che esista nulla dopo”. E chi se ne frega se ci credi o no! Il problema della fede riguarda innanzitutto aldiqua, mica l’ aldilà: l’ eterno è solo una dimensione del tempo presente. Per Dante l’ aldilà cominciava già nel viso di Beatrice, nell’ incontro con la sua bellezza terrena.

Davide Rondoni-Stefano Del Magno  -  Manuale di sopravvivenza di un cattolico libero in Italia.