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lunedì 9 settembre 2024
venerdì 30 marzo 2018
Spunti di riflessione dopo la lettura di “To Change the Church: Pope Francis and the Future of Catholicism” di Ross Douthat
Spunti di riflessione dopo la lettura di “To Change the Church: Pope Francis and the Future of Catholicism” di Ross Douthat
PRIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
L’alleanza tra il “populista” Bergoglio e l’ “azzeccagarbugli” Kasper resta l’ironia più spiazzante prodotta dall’ultimo Sinodo sulla famiglia.
Anche se il connubio tra slogan e sofismi non puo’ dirsi nuovo qui siamo alla sua apoteosi.
SECONDO SPUNTO DI RIFLESSIONE
In genere uno pecca POI si pente e viene perdonato. Quando posso invece perdonare chi sta ancora peccando e ha un’ intenzione esplicita di peccare ancora domani? Un caso c’è: quando questa persona non è liberà di fare cio’ che fa. Dalla Croce Gesù disse al Padre: “perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
La Comunione ai divorziati-risposati non propone un cambiamento nell’insegnamento morale della Chiesa Cattolica, non riguarda il “soggettivismo”, non riguarda nemmeno il “relativismo”, propone invece un nuovo sguardo sulla libertà del cristiano.
TERZO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Papa Francesco interviene a raffica sull’economia, sull’ambiente, sull’immigrazione, sul consumismo… ma sono questioni marginali. Tutto il suo pontificato si gioca sul punto della comunione ai divorziati-risposati. E’ lì che si decide se la Chiesa Cattolica è diventata soggettivista, se da un dovere morale puo’ essere esentato colui per cui compierlo è troppo gravoso. Se un politico ruba ma lo fanno tutti è moralmente responsabile? Se un soldato uccide un innocente ma gli è stato ordinato è moralmente responsabile? Se un prete pedofilo stupra ma ha un vissuto problematico alle sue spalle è moralmente responsabile? Ripeto: la questione dei divorziati-risposati è al centro di tutto.
QUARTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Anche prima, senza alcun vulnus alla dottrina, i divorziati-risposati potevano essere riammessi alla Comunione: bastava che annullassero il loro matrimonio precedente. Molte cause oggettive lo consentivano ma soprattutto la mancanza di un “vero consenso”, un requisito facile da piegare alle proprie esigenze. Di fatto veniva richiesta quale prova di reale pentimento la volontà di spendere e imbarcarsi in un processo presso la Sacra Rota. Da un punto di vista profano direi che si trattava di un’ottima prova: gli economisti parlerebbero di “preferenza rivelata”.
Insomma, il soggettivismo puo’ essere praticato attraverso l’arbitrio dei giudici senza bisogno di essere riconosciuto dalla dottrina.
QUINTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Nella Germania del Cardinale Walter Kasper la metà dei preti non si confessa da oltre un anno. Sono gli stessi che in un 15/20 minuti di Confessione, stando al progetto del Cardinale, dovrebbero individuare con “scrupoloso discernimento” il grado di contrizione del “divorziato-risposato” al fine di riammetterlo alla comunione.
SESTO SPUNTO DI RIFLESSIONE
E’ bene sapere perché la Chiesa Cattolica, prima di Francesco, si sia tanto battuta per sostenere l’inscindibilità del matrimonio:
1) è un insegnamento che ha consentito di superare la concezione romana parificando i due sessi all’interno del matrimonio;
2) è un insegnamento che collega direttamente il cattolicesimo alle Scritture quando le altre confessioni cristiane hanno invece deciso su questo punto di deviare;
3) è un insegnamento che conserva coerente la metafora paolina della Chiesa come sposa di Cristo;
4) La fedeltà a questo insegnamento (eroico) è stata pagata a caro prezzo inimicandosi molte monarchie europee, a partire dall’Inghilterra di Enrico VIII.
SETTIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
La storia del Concilio Vaticano II.
I versione. Uno spirito di rinnovamento sabotato prima dalle “forze conservatrici” della Curia, poi da papi paurosi (Poalo VI), infine da Papi reazionari (GPII e BXII). Anche per questo la Chiesa soffre.
II versione) Una voglia di adattamento di cui si è appropriato un certo radicalismo le cui degenerazioni, nonostante l’azione di freno di papi come GPII e BXII, ancora fanno soffrire la Chiesa.
III versione) Non ci sono né sabotatori né rapitori, semplicemente i cattolici sono divisi e la spaccatura si è palesata anche nel Concilio, appena dissimulata dietro documenti vaghi e prolissi e concetti ancor più nebulosi (“Spirito del Concilio”). I cattolici sono fondamentalmente in disaccordo tra loro e la Chiesa soffre, collassando quando prevale la voce progressista, rallentando appena la ritirata quando prevale quella conservatrice.
OTTAVO SPUNTO DI RIFLESSIONE
I cattolici ogni tre per due si disperano per la “società liquida” accusandola di tutti i mali, ma che pensano del “cattolicesimo liquido”? Quello dove non si sa mai bene chi giudica e chi è giudicato, dove è poco chiaro cosa puoi fare e cosa no, dove ogni punto di riferimento è soggetto a contorsioni gesuitiche, dove la precarietà è la regola?
NONO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Appartengo alla razza dei “cattivi cattolici”, quelli con una fede tiepida, che dubitano su molte dottrine, che adempiono svogliatamene, che pregano poco.
Oggi, al grido parole d’ordine come “inclusione” e “apertura”, si cerca di estinguere la mia razza. Personalmente mi sento quasi irritato. Che me ne farò più della mia religione?
DECIMO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Un libro che ci racconta la storia più importante nel mondo contemporaneo delle religioni, ovvero come il capo dell’organizzazione religiosa più importante pensi che il cattolicesimo sia riformabile in un senso che i suoi predecessori non ritenevano possibile.
lunedì 11 gennaio 2016
Il Vaticano II, un Concilio pastorale del Prof. Roberto de Mattei - YouTube
Il Vaticano II, un Concilio pastorale del Prof. Roberto de Mattei - YouTube:
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prima del vii: universalità, sacralità, gerarchia. la chiesa prima del vii
le parole insinuanti: dialogo, coesistenza pacifica, progresso. qualcosa di molto diverso dalla proposta cattolica
congar: rinunciamo a condannare per vedere cosa c'è di buono nella modernità. e c'è molto. modificare la chiesa dall interno, riformarte roma con roma
sunenz, vicino a congar, riceve l incarico di scrivere i documenti preparatori. la parola chiave: "pastorale", ovvero un atteggiamento ottimista con cui interfacciarsi al nuovo lasciando sullo sfondo la dottrina e i dogmi
inspiegabile silenzio sul comunismo
pastorale: nn rivoluzionare l insegnamento ma proporlo con parole nuove più seducenti e vicine alla sensibilità dell interlocutore
la presentazione usuale: molti progressisti, pochi conservatori arroccati. la realta. due minoranze, la prima fedele alla tradizione, la seconda desiderosa di innovare il linguaggio. in mezzo una maggioranza indecisa
i vota: relazione in cui ciascun padre conciliare esprimeva i suoi auspici prima del concilia. ebbene, una tendenza alla conservazione che il concilio tradì
lovanio, bologna, qurnavaga contro la teologia romana insegnata alla lateranense. alleati delle conferenze episcopali italiane
progressisti meglio organizzati e determinati. anche se il radicalismo fu respinto, e una lettura moderata rimase possibile.
conclusioni: un cambio di stile se nn la sostanza. ma lo stile è già sostanza. il mezzo comunica il messaggio. dottrina e spirito sono due facce della stessa medaglia.
1 ermeneutica della discontinuità vs erm della continuità; de mattei vs benxvi
critica a de mattei (da destra): nn distingue testi e contesto fondendo tutto. così facendo si enfatizza un progressismo che nei testi manca. reazione di de mattei: nn nega che la distinzione sia possibile e dovuta (contrariamente a bologna) ma questo spetta al teologo non allo storico
attenzione: il concilio va cmq letto alla luce della tradizione e nella tradizione vanno risolte le ambiguità, e non viceversa. questa è una conseguenza dell ermeneutica della continuità
scuola di bologna: il concilio è infallibile. anche se nn affermato in alcun luogo basta cogliere lo spirito dell evento per accorgersene
alberigo: interpretare concilio e tradizione alla luce dello spirito conciliare. anche introvigne sembra seguire qs pericolosa strada
altra critica: de mattei risalta troppo la continuità tra concilio e post concilio (secolarizzazione spinta degli anni successivi). ma la colpa è davvero tutta del concilio?
qui de mattei rivendica la sua posizione. una prova: il ruolo rivoluzionario di suenens sia nel concilio che nel post concilio
imho: il problema è capire se il vii ha tamponato i danni o li ha amplificati
obbiettivo progressista: porre il primato della prassi (pastorale) sulla dottrina (insegnamento marxista). tentazione a cui soggiace anche la teologia di giussani con la sua enfasi sull esperienza. ma il concilio fu condannato dal tribunale della storia proprio sul piano della prassi: abbandono della chiesa e secolarizzazione
de mattei: la chiesa di oggi è in crisi. comunione ai travestiti, funerali di don gallo ne sono un segno. gli oltraggi impuniti di charlie hebdo sono un altro segno. reazione della chiesa: silenzio per nn alzare lo scandalo.
occorrerebbe un nuovo sillabo a condanna degli errori che serpeggiano nella chiesa
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prima del vii: universalità, sacralità, gerarchia. la chiesa prima del vii
le parole insinuanti: dialogo, coesistenza pacifica, progresso. qualcosa di molto diverso dalla proposta cattolica
congar: rinunciamo a condannare per vedere cosa c'è di buono nella modernità. e c'è molto. modificare la chiesa dall interno, riformarte roma con roma
sunenz, vicino a congar, riceve l incarico di scrivere i documenti preparatori. la parola chiave: "pastorale", ovvero un atteggiamento ottimista con cui interfacciarsi al nuovo lasciando sullo sfondo la dottrina e i dogmi
inspiegabile silenzio sul comunismo
pastorale: nn rivoluzionare l insegnamento ma proporlo con parole nuove più seducenti e vicine alla sensibilità dell interlocutore
la presentazione usuale: molti progressisti, pochi conservatori arroccati. la realta. due minoranze, la prima fedele alla tradizione, la seconda desiderosa di innovare il linguaggio. in mezzo una maggioranza indecisa
i vota: relazione in cui ciascun padre conciliare esprimeva i suoi auspici prima del concilia. ebbene, una tendenza alla conservazione che il concilio tradì
lovanio, bologna, qurnavaga contro la teologia romana insegnata alla lateranense. alleati delle conferenze episcopali italiane
progressisti meglio organizzati e determinati. anche se il radicalismo fu respinto, e una lettura moderata rimase possibile.
conclusioni: un cambio di stile se nn la sostanza. ma lo stile è già sostanza. il mezzo comunica il messaggio. dottrina e spirito sono due facce della stessa medaglia.
1 ermeneutica della discontinuità vs erm della continuità; de mattei vs benxvi
critica a de mattei (da destra): nn distingue testi e contesto fondendo tutto. così facendo si enfatizza un progressismo che nei testi manca. reazione di de mattei: nn nega che la distinzione sia possibile e dovuta (contrariamente a bologna) ma questo spetta al teologo non allo storico
attenzione: il concilio va cmq letto alla luce della tradizione e nella tradizione vanno risolte le ambiguità, e non viceversa. questa è una conseguenza dell ermeneutica della continuità
scuola di bologna: il concilio è infallibile. anche se nn affermato in alcun luogo basta cogliere lo spirito dell evento per accorgersene
alberigo: interpretare concilio e tradizione alla luce dello spirito conciliare. anche introvigne sembra seguire qs pericolosa strada
altra critica: de mattei risalta troppo la continuità tra concilio e post concilio (secolarizzazione spinta degli anni successivi). ma la colpa è davvero tutta del concilio?
qui de mattei rivendica la sua posizione. una prova: il ruolo rivoluzionario di suenens sia nel concilio che nel post concilio
imho: il problema è capire se il vii ha tamponato i danni o li ha amplificati
obbiettivo progressista: porre il primato della prassi (pastorale) sulla dottrina (insegnamento marxista). tentazione a cui soggiace anche la teologia di giussani con la sua enfasi sull esperienza. ma il concilio fu condannato dal tribunale della storia proprio sul piano della prassi: abbandono della chiesa e secolarizzazione
de mattei: la chiesa di oggi è in crisi. comunione ai travestiti, funerali di don gallo ne sono un segno. gli oltraggi impuniti di charlie hebdo sono un altro segno. reazione della chiesa: silenzio per nn alzare lo scandalo.
occorrerebbe un nuovo sillabo a condanna degli errori che serpeggiano nella chiesa
140930 Massimo Borghesi | Critica della teologia politica - YouTube
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viviamo in un mondo saturo di teologia politica, ovvero di politicizzazione della religione. islam ecc.
carl schmitt (cattolico conservatore e poi nazista): fu lui a stabilire un legame tra teologia e politica. il linguaggio di quest'ultima nn è che una rielaborazione di quello teologico
800 è saturo di teologia politica. socialismo romantico e linguaggio religioso. mazzini: dio popolo nazione... poi negli anni 70 i cattocomunisti
la destra nn fu da meno: de maistre, donoso cortez de oliveira...
poi: anni 80 edonismo e marginalizzazione della teologia
poi: 2001: due torri e guerra all'islam
gpii contro la guerra. insorgono i cattolici tradizionali e i teocon: nn difende i valori, è timoroso, è un vigliacco (galli della loggia, ferrara...). iraq, il vaso di pandora.
la neopoliticizzazione della religione sembrava smentire le tesi sulla secolarizzazione (anni 60 - 70): la religione è finita.
tesi: è il potere politico-mediatico che si serve della religione. dopo il 2001 le chiese nn si sono riempite, sono però cambiate le parole sui giornali e nel dibattito pubblico
negli anni 70 il pericolo era a sinistra, oggi è a destra: i nuovi zeloti e la loro guerra all'islam. quelli che se gli togliete il nemico nn sanno più cosa fare o chi sono
l ossessione per il nemico, vederlo ovunque. no, questa nn è il messaggio di fede, questa è teologia politica, ovvero individuazione del nemico.
torniamo alla dc alla sua vocazione per il compromesso (de gaspari). combattiamo dossetti (governare da soli)
che la cei si ritiri da materie in cui nn è competente. oggi una sua conferenza sembra quella del presidente del consiglio. vedi piuttosto di formare i ragazzi e i laici. intanto il nome di cristo nn è mai pronunciato.
oggi i valori sono più importanti di gesù.
oggi il papa parla come giussani contro un cristianesimo etico (fondato sui valori) dialettico (desideroso di un nemico) politico (ultroneo nelle competenze)
imho: in realtà il papa mi sembra abbia spostato il fuoco (dai valori nn negoziabili alla povertà con tanto di ricette) ma nn sembra aver rinunciato né al protagonismo moralista né all'avventurarsi in territori indebiti.
la fede deve capire i segni dei tempi o non comunica nulla
1 distinguere teologia politica e teologia della politica e lo sensibilizza ma nn offre ricette pre confezionate a cui il cattolico deve aderire. confondere i due concetti si chiama integralismo.
l'impegno politico del cattolico è positivo e va tenuto nei luoghi propri. la chiesa invece si rivolge a tutti nel comunicare cristo.
tornare ad agostino per liberare la chiesa, alla città celeste. contro pio12 e il clericalismo.
ago tra origene: dobbiamo morire disinteressiamoci della politica; e eusebio: l' impero romano di constantino è la cristianità, e vai con la teologia politica. ma dove si colloca un buon giusto mezzo?
c'è anche un ago interventistga, quello delle epistole, ma nella città divina questo ago nn compare ed è l'ago più importante
cristiani e libertà. argomento su cui nn c'è nulla
ratzinger: un esempio di cattolicesimo liberale
perchè è importante il vaticanoii? le questioni: 1 fede/scienze 2 cc/stato 3 cc/altre religioni. costruito il ponte (per presentare di nuovo cristo).
l'idea di riforma: discontinuità (delle applicazioni) nella continuità (dei principi). si supera l antitesi tradizionalisti/progressisti
vii: abbandono del modello teologico politico (medievale). da lefebvre a roberto de mattei
de mattei contro benedetto e giussani. entrambi si fondano sull esperienza, ovvero su una cat soggettiva.
contro constantino ritornare ai padri, specie agostino. così si recupera la libertà. magari assieme ai cristiani americani fuoriusciti e perseguotati. w l'america.
in francia lo stato liberale sorge contro la chiesa collegata allo stato: gallicanesimo.
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viviamo in un mondo saturo di teologia politica, ovvero di politicizzazione della religione. islam ecc.
carl schmitt (cattolico conservatore e poi nazista): fu lui a stabilire un legame tra teologia e politica. il linguaggio di quest'ultima nn è che una rielaborazione di quello teologico
800 è saturo di teologia politica. socialismo romantico e linguaggio religioso. mazzini: dio popolo nazione... poi negli anni 70 i cattocomunisti
la destra nn fu da meno: de maistre, donoso cortez de oliveira...
poi: anni 80 edonismo e marginalizzazione della teologia
poi: 2001: due torri e guerra all'islam
gpii contro la guerra. insorgono i cattolici tradizionali e i teocon: nn difende i valori, è timoroso, è un vigliacco (galli della loggia, ferrara...). iraq, il vaso di pandora.
la neopoliticizzazione della religione sembrava smentire le tesi sulla secolarizzazione (anni 60 - 70): la religione è finita.
tesi: è il potere politico-mediatico che si serve della religione. dopo il 2001 le chiese nn si sono riempite, sono però cambiate le parole sui giornali e nel dibattito pubblico
negli anni 70 il pericolo era a sinistra, oggi è a destra: i nuovi zeloti e la loro guerra all'islam. quelli che se gli togliete il nemico nn sanno più cosa fare o chi sono
l ossessione per il nemico, vederlo ovunque. no, questa nn è il messaggio di fede, questa è teologia politica, ovvero individuazione del nemico.
torniamo alla dc alla sua vocazione per il compromesso (de gaspari). combattiamo dossetti (governare da soli)
che la cei si ritiri da materie in cui nn è competente. oggi una sua conferenza sembra quella del presidente del consiglio. vedi piuttosto di formare i ragazzi e i laici. intanto il nome di cristo nn è mai pronunciato.
oggi i valori sono più importanti di gesù.
oggi il papa parla come giussani contro un cristianesimo etico (fondato sui valori) dialettico (desideroso di un nemico) politico (ultroneo nelle competenze)
imho: in realtà il papa mi sembra abbia spostato il fuoco (dai valori nn negoziabili alla povertà con tanto di ricette) ma nn sembra aver rinunciato né al protagonismo moralista né all'avventurarsi in territori indebiti.
la fede deve capire i segni dei tempi o non comunica nulla
1 distinguere teologia politica e teologia della politica e lo sensibilizza ma nn offre ricette pre confezionate a cui il cattolico deve aderire. confondere i due concetti si chiama integralismo.
l'impegno politico del cattolico è positivo e va tenuto nei luoghi propri. la chiesa invece si rivolge a tutti nel comunicare cristo.
tornare ad agostino per liberare la chiesa, alla città celeste. contro pio12 e il clericalismo.
ago tra origene: dobbiamo morire disinteressiamoci della politica; e eusebio: l' impero romano di constantino è la cristianità, e vai con la teologia politica. ma dove si colloca un buon giusto mezzo?
c'è anche un ago interventistga, quello delle epistole, ma nella città divina questo ago nn compare ed è l'ago più importante
cristiani e libertà. argomento su cui nn c'è nulla
ratzinger: un esempio di cattolicesimo liberale
perchè è importante il vaticanoii? le questioni: 1 fede/scienze 2 cc/stato 3 cc/altre religioni. costruito il ponte (per presentare di nuovo cristo).
l'idea di riforma: discontinuità (delle applicazioni) nella continuità (dei principi). si supera l antitesi tradizionalisti/progressisti
vii: abbandono del modello teologico politico (medievale). da lefebvre a roberto de mattei
de mattei contro benedetto e giussani. entrambi si fondano sull esperienza, ovvero su una cat soggettiva.
contro constantino ritornare ai padri, specie agostino. così si recupera la libertà. magari assieme ai cristiani americani fuoriusciti e perseguotati. w l'america.
in francia lo stato liberale sorge contro la chiesa collegata allo stato: gallicanesimo.
mercoledì 18 novembre 2015
Il grande scontro sul Concilio Vaticano II: Ruini, Marchetto, Alberico, Melloni, Armerio...
- 2 scuole: bologna b e ruinisti r
- B hanno in alberigo il loro faro. R in marchetto
- Trento: nn meno divisioni
- B: conta l evento più che i testi. Lo spirito più che la lettera
- B: contano più i dari dei testi.
- B: giovanni23 contro paolo6 (che curò i testi)
- B: primato delle commissioni sull assemblea
- B: disparità tra gli atti approvati
- B: settimana nera della sintesi. Lo zampino della curia
- B: e il cvii restò muto. Su matrimonio celibato ecc.
- B: differenza tra testi preparatori e finali.
- B: cvii come cesura sistematica. R: anche teologicamente inammissibile.
- R: continuità di fonti e nella tradizione
- R: paolo6: dopo una perplessità aderì convinto a cvii
- R: svolta antropologica qs sì
- L uomo al centro un insegnamento della modernità
- B: cvii concentrato sulla chiesa e sulla sua riforma
- B: cvii come attacco alla gerarchia
- B: cvii: primato della pastorale sulla dottrina
- B: distinzione tra chiesa e regno di dio
- B: lo spirito prevale sul papa
- B: demoxratizzazione della chiesa
- Tesi di B: il cvii è stato traditi prima dalla curia che ha redatto i documenti e dopo nell applicazione
- Ratzinger: esegesi della bibbia storico critica o tradizionale? Prevale la seconda.
- La domanda di armerio: il cvii ha preservato l essenza cattolica? Ovvero il primato della verità sull amore? Vedi persino don milani.
- B. Voglia di reclutare B12
- B: somiglianza tra testi preparativi e testi finali
- B12: differenza tra i due testi e protagonismo del mandante che nn accetta supinamente ciò che gli viene sottoposta
- B: esaltazione dei vescovi anzichè dell assemblea mandante
- B: libertá religiosa come concetto nuovo e di rottura
- B: perchè b12 rilutta? Perchè è un teologo. Nn può che essere così. Se fosse uno storico...
- B12: la vera rottura: cv2 vero e cv2 dei media
continus
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