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giovedì 13 giugno 2013

Religiosità e autocontrollo

Vuoi diventare una persona affidabile?
Convertiti!
Ci sarà un motivo se le persone religiose vantano un maggiore autocontrollo!
- Confessione regolare (obbiettivi di medio periodo)
- Esame di coscienza regolare (obbiettivi di breve periodo)
- Un occhio esterno sempre fisso su di te (stimolo sociale)
- Una spalla fraterna su cui piangere (scarico)
- Preghiere infinite (allenamento efficace)
- Riti tortuosi quanto belli (allenamento sublime)
- Un Paradiso che ti attende (obbiettivo di lungo periodo)
Ci sarà un motivo se le persone religiose sono più volitive!
Allora, che fai? Non ti converti?
P.S.: attenzione: serve una vera fede.

http://www.psy.miami.edu/faculty/mmccullough/Papers/Relig_self_control_bulletin.pdf

  • ack Lupowitz Siccome la difficoltà ad esercitare un controllo sulle proprie emozioni da adulti è direttamente proporzionale agli agenti tossici respirati nell'infanzia, la cura può essere solo preventiva. Quando però ormai il danno è fatto, e sei un adulto fuori controllo, ben venga la conversione - se funziona. E' sicuramente più semplice che farsi trent'anni di terapie e farmaci antidepressivi o antipsicotici.
  • Jack Lupowitz Anche se spesso queste terapie comportamentali (tipo la "conversione" terapeutica) mettono il coperchio al guaio, ma il coperchio può saltare alla prima occasione. Ma rileggo ora - hai parlato prima di affidabilità, poi di autocontrollo... Uhm. Non sono sinonimi.
  • Riccardo Mariani Se dico "non fumerò mai più" sono affidabile solo se riesco a controllarmi.
  • Riccardo Mariani In realtà la conversione non è necessaria, in fondo gli elementi tra parentesi possono essere ottenuti per altra via anche dall' ateo. Forse qualche problema sui "significati ultimi" che l' ateo potrebbe tradurre con "obiettivi di lungo periodo".
  • Jack Lupowitz ottima traduzione in laico.
  • Riccardo Mariani Il problema è che non si guadagna molto senza una credenza genuina. McCullough conclude che l’ autocontrollo dei religiosi deriva dal conferimento di un’ aura sacrale ai propri scopi.

    Da qui l’ avvertenza finale del mio post propagandistico (che andrebbe letta molto velocemente, come le avvertenze dei medicinali in coda allo spot).
  • Jack Lupowitz perché, la mia di credenza non è genuina? non sono sacri i miei pregiudizi e le mie convinzioni? Il fatto che li definisca "relativi" ha anche quello un carattere di sacralità: l'onestà è sacra, e qualsiasi persona onesta sa che l'esperienza insegna e non tutto è come sembra, identico, per sempre.
  • Riccardo Mariani Il "sacro relativo". Mi suona strana come idea, ma ci si puo' lavorare su 
  • Jack Lupowitz avoja, se ci si può lavorare. Io lo lavoro da una vita.
  • Jack Lupowitz nella sostanza, non è così diverso dal tuo.
  • Riccardo Mariani Se nella sostanza non è diverso allora stiamo parlando di "formalismi". Secondo me il mio formalismo è più corretto ma potrei sbagliarmi: faccio fatica a dire che qualcosa è sacro e nello stesso tempo ha un valore relativo.
  • Jack Lupowitz io no. E anche secondo me il mio formalismo è più corretto. Ma potrei sbagliarmi. In questi due nostri "potrei sbagliarmi" mi pare che i due sacri si incontrino.
  • Riccardo Mariani Tu sei un tipo pragmatico e non violento, e allora ti faccio una domanda: agiresti mai in modo violento contro qualcuno ritenendoti giustificata? Per difendere cosa?

    Ecco, se rispondi di sì, in quel “qualcosa” si annida il tuo valore assoluto che non devi aver paura a considerare tale.

    p.s. quel che è giusto oggi puo’ essere sbagliato domani ma questo nulla ha a che fare con il relativismo. L’ importante è che si consideri “assolutamente” giusto per oggi quel che si fa.
  • Jack Lupowitz assolutamente assoluto.
  • Jack Lupowitz Ho passato il test del sacro?
  • Riccardo Mariani Non devi aver paura delle parole: bada alla sostanza! 
  • Jack Lupowitz Senz'altro, don ric.
  • Riccardo Mariani Ego absolvo te a peccata tua in nomine Patris ecc