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lunedì 16 settembre 2019

IL DOVERE DI ESSERE FELICI

https://www.econlib.org/cpi-bias-and-happiness/


IL DOVERE DI ESSERE FELICI

Siamo più ricchi dei nostri nonni ma non più felici. Perchè?

1) Adattamento edonico. Ci si abitua a tutto.

2) Invidia. Conta la condizione relativa.

3) Falsa coscienza. Ti dicono che stai male e tu alla fine ci credi.

4) Lamento del bottegaio. Dì che stai male e qualcosa otterrai.

IMO: 1: 70%; 2: 20%; 3: 5%; 4:5%

martedì 16 aprile 2019

SPENDERE BENE

SPENDERE BENE

Ci credo che non vedi una relazione tra soldi e felicità: spendi male!

Otto consigli per “comprarsi” la felicità:

1) Liberati da compiti spiacevoli facendoli fare ad altri. Pulizia, lavanderia, stiratura, riparazione auto, assistenza infanzia, dichiarazione dei redditi… Sono tutte attività appaltabili.

2) Utilizza l’usa e getta a volontà, è comodissimo! Specie piatti, tazze e utensileria varia. Se la tua coscienza ambientale soffre puoi fare una donazione per compensare.

3) La principale fonte di felicità è una piacevole interazione sociale. Usa i soldi per facilitarle. Se devi passare ore a preparare e pulire per qualsiasi incontro, probabilmente perdi tutto quello che guadagni. Fallo fare ad altri, magari organizzando i tuoi incontri fuori casa, per esempio al ristorante o in altri piacevoli luoghi pubblici.

4) Non comprare nulla per impressionare gli altri. Tanto gli altri ti cagano molto meno di quel che pensi. Anzi, proprio zero. Usa quanto risparmi per finanziare gli altri punti.

6) Spendi per divertirti: film, luna park, feste, gite, spettacoli, concerti… Una bella “emozione forte” annulla tutto il resto.

7) Insonorizza le stanze di casa. Ascoltare la musica degli altri o i bambini schiamazzanti, alla lunga rende esausti.

8) Trovati un lavoro, magari meno remunerativo ma più vicino casa: il pendolare si consuma a fuoco lento. Oppure anche solo un lavoro più piacevole.

mercoledì 3 maggio 2017

Il denaro dà la felicità?

Risponde Justin Wolfers nello studio “Subjective Well‐Being and Income: Is There Any Evidence of Satiation?”
***
La tesi di molti…
… once “basic needs” have been met, higher income is no longer associated with higher in subjective well-being…
Si tratta però di un’affermazione non riscontrata.
Anche per questo si è aggiustato il tiro. Nel 1974 Richard Easterlin ha elaborato una sua ipotesi per cui…
… increasing average income did not raise average well-being…
Una relazione che mette in luce il cosiddetto “paradosso di Easterlin”.
Oggi abbiamo a disposizione molti più dati per valutarne la consistenza.
Ecco cosa hanno riscontrato studi più recenti
… robust positive relationship between well-being and income across countries and over time (Deaton, 2008; Stevenson and Wolfers, 2008; Sacks, Stevenson, and Wolfers, 2013)…
Viste le difficoltà a confermarlo, i ricercatori hanno riformulato il paradosso in termini nuovi (“Easterlin modificato”)…
… claiming that beyond a certain income threshold, further income is unrelated to well-being…
Esempio…
… Diener and Seligman (2004, p.5) state that “there are only small increases in well-being” above some threshold
Altri autori…
… Clark, Frijters and Shields (2008, p.123) state more starkly that “greater economic prosperity at some point ceases to buy more happiness,” a similar claim is made by Di Tella and MacCulloch (2008, p.17): “once basic needs have been satisfied, there is full adaptation to further economic growth.”… Layard (2003, p.17) argues that “once a country has over $15,000 per head, its level of happiness appears to be independent of its income;” while in subsequent work he argued for a $20,000 threshold (Layard, 2005 p.32-33). Frey and Stutzer (2002, p.416) claim that “income provides happiness at low levels of development but once a threshold (around $10,000) is reached, the average income level in a country has little effect on average subjective well-being.”…
In altre parole: non più “bisogni di base” ma una “soglia”, superata la quale benessere e denaro si scollegano.
***
Certamente l’incidenza del denaro sulla felicità declina ma non sembra raggiungere mai un punto di saturazione.  Non c’è evidenza che si realizzi una disconnessione tra denaro e benessere soggettivo.
Questo è vero innanzitutto quando si confrontano paesi diversi
… evaluating whether countries at different levels of economic development have different average levels of subjective well-being…
Il reddito pro-capite (o il potere di acquisto) vengono messi in relazione con due misure del “benessere soggettivo” tratte dal Gallup World Poll.
Il benessere è misurato sia complessivamente sia su una scala che suddivide vari aspetti della vita.
In particolare…
… data are drawn from the five waves of the Gallup World Poll run between 2008 and 2012 and GDP per capita, plotted on a log scale. We have data on 155 countries, which account for over 95% of the world’s population, across the spectrum of levels of economic development. Each of these measures of subjective well-being is highly correlation with GDP per capita ( 0.79 for the 155 countries in the upper panel, and 0.85 for the 86 countries in the lower panel)…
Altre fonti considerate…
… Pew Global Attitudes studies, which posed the satisfaction ladder question in 44 countries in 2002, 47 countries in 2007, and 22 countries in 2010… Social Survey Program, which asked a consistent happiness question in 1991, 1998, 2001, 2007 and 2008…
Qualsiasi sia la fonte considerata il paradosso di Easterlin non viene confermato: felicità e denaro sembrano sempre collegati.
Vengono considerate diverse soglie di reddito ma nessuna identifica un punto di saturazione.
Conclusione…
… the well-being–income relationship observed among poor countries holds in at least equal measure among rich countries… Our larger datasets emphatically reject the weak and strong forms of the modified-Easterlin hypothesis…
***
Consideriamo ora il nesso all’interno di ogni paese.
Per gli USA
… we find no evidence of a significant break in either the happiness-income relationship, nor in the life satisfactionincome relationship…
Si tratta di esiti che contrastano con quelli di Frey and Stutzer (2002, p.409).
Conclusione possibile…
… While the idea that there is some critical level of income beyond which income no longer impacts well-being is intuitively appealing, it is at odds with the data… there is no major well-being dataset that supports this commonly made claim…
Alcune ricerche sembrano invece confermare una disconnessione all’interno dei paesi…
… Kahneman and Deaton (2010) have shown that in the United States, people earning above $75,000 do not appear to enjoy either more positive affect nor less negative affect…
Ma i database considerati sono meno ampi. E comunque, anche questi studiosi, non rinvengono un punto di saturazione.
***
Eric Falkenstein è critico sullo studio di Wolfers. Innanzitutto andrebbe chiarito meglio il pensiero di Easterlin…
… Richard Easterlin found that within a given country people with higher incomes were more likely to report being happy. However, between developed countries, the average reported level of happiness did not vary much with national income per person… although income per person rose steadily in the United States between 1946 and 1970, average reported happiness showed no long-term trend and declined between 1960 and 1970…
Il concetto chiave è quello di status: poiché la nostra felicità dipende dal nostro status, un incremento di reddito puo’ essere irrilevante.
Un concetto tutt’altro che originale…
… Economists from Adam Smith, Karl Marx, Thorstein Veblen, and even Keynes focused on status, the societal relative…
Wolfers si focalizza molto sui confronti internazionali ma è chiaro che nello schema proposto da Easterlin hanno poco senso: l’invidia è un sentimento che si prova per il vicino non per lo sconosciuto che abita in altri paesi.
Ma lo studio ha un problema ancora più grave…
… the biggest problem with the Sacks, Stevenson and Wolfers analysis is that they estimate a short-term relationship between life satisfaction and GDP, rather than the long-term relationship…
E’ chiaro che in tempi di crisi, per esempio, un differenziale di reddito puo’ ripercuotersi sul benessere. Questo fatto non invalida però l’ipotesi di Easterlin
***
Bryan Caplan ci aiuta a sintetizzare e comprendere meglio le conclusioni di Wolfers…
… Happiness (in Standard Deviations) = a + .35 * ln(income)…
C’è chi interpreta questo risultato come la confutazione di un legame tenue tra denaro e felicità. Ma…
… I think not. If you picture a continuum with Epicureanism at 0, and crude materialism at 1, Wolfers stands at .24
L’effetto è piuttosto blando. O no?…
… if you currently earn $50,000, Wolfers' coefficient implies you'd need an extra $820,585 per year to durably increase your happiness by one lousy standard deviation. In math, that's not "zero effect of income on happiness." But in English, it basically is…
Se si considerasse l’influsso di altre variabili probabilmente l’effetto scenderebbe ulteriormente.
Inoltre…
… it goes against first-hand experience, the wisdom of the ages, and the rightly interpreted empirical evidence…
Introspezione e tradizione contano su questioni tanto scivolose.
***
Curioso notare come i “ricchissimi” (redditi oltre mezzo milione di dollari l’anno) siano tutti “molto felici” (100%!).
Inoltre, la felicità è piatta nell’intervallo di reddito dai 30.000 dollari ai 150.000.
Diciamo che l’epicureismo perfetto magari non è dimostrabile ma è reale.
E’ onesto ammettere che la relazione tra felicità e mercato resti quantomeno problematica…
… the small effect of income/wealth on happiness throughout the income distribution remains ideologically inconvenient for free-market economists. A free-market economy is a fantastic tool for making people rich, but making people rich is a mediocre tool for making people happy… 

venerdì 29 luglio 2016

La felicità è di sinistra?

In molti si chiedono come si possa studiare a fondo il tema della felicità umana e non essere di sinistra. La cosa risulta inspiegabile.
Migliorare la vita a chi sta già bene – per esempio abbassando le tasse – non fa grande differenza mentre dare a chi non ha nulla fa un’ enorme differenza.
Tutti più uguali, meno invidiosi, più felici…
Solo la sinistra al potere puo’ fare di questo mondo un posto migliore.
happi
Il ragionamento però non tiene conto di alcune considerazioni che gli studiosi della felicità conoscono bene:
1) gran parte dei poveri è già felice, il cosiddetto “adattamento edonistico” li protegge.
2) I beni materiali contano molto meno di un buon matrimonio o di un lavoro che piace.
3) La felicità dipende più dal carattere che dagli eventi esterni (avete presente che fine fa chi vince la lotteria?). Paperone è mediamente più ingrugnato di Paperino, urge forse trasferimento di denaro dal secondo al primo?
4) La chiamano avversione alle perdite: togliere a qualcuno produce più dolore di quanto piacere faccia ricevere.
5) La coercizione è uno strumento problematico, esempio: religione e matrimonio ci rendono mediamente più felici (è un fatto): il progressista è disposto a renderli obbligatori? No? E allora sia coerente.
6) Chi si accontenta gode. La cultura del piagnisteo, tanto caro alla sinistra piazzaiola, sembra ostacolare il godimento anziché favorirlo.
7) Avere un lavoro conta più del reddito in tema di felicità.
8) Uscire dalla povertà assoluta ci rende più felici ma in povertà assoluta vive per lo più il potenziale immigrato dai paesi poveri; la difesa del welfare e della regolamentazione sono due tic della sinistra che ostacolano la sua venuta. Quanta felicità buttata a mare!
9) Il paternalismo ci dà risorse ma ci toglie controllo e responsabilità sulle nostre vite. Ebbene, “controllo & responsabilità” sono due ingredienti importanti nella ricetta per la felicità. Vivere da mantenuti non è uno spasso come si crede.
10) L’ Europa è più a sinistra degli USA ma è anche più infelice.
11) Il Comunismo ha creato miseria spirituale anche a prescindere dal reddito pro-capite.
Come se non bastasse, la politica paternalista sembra incoerente, almeno in democrazia: si assume che le persone commettano errori, da qui la loro infelicità. Ma se è così come puo’ la democrazia fare la scelta (paternalista) corretta per aumentare la felicità di tutti? Una politica impossibile è una politica sbagliata.
Per contro, la ricetta economica della felicità diffusa sembra ben poco di sinistra: meno regole => più lavoro => più immigrazione => più crescita => meno povertà assoluta.

mercoledì 27 luglio 2016

Political Economy of Happiness Bryan Caplan

Notebook per
Political Economy of Happiness
Bryan Caplan
Citation (APA): Caplan, B. (2016). Political Economy of Happiness [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
Political Economy of Happiness By Bryan Caplan
Evidenzia (giallo) - Posizione 7
Loewenstein � s challenge: � How could anybody study happiness and not find himself leaning left
Nota - Posizione 7
PROVOCAZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 9
boosting the living standards of those already comfortable, such as through lower taxes, does little to improve their levels of well-being, whereas raising the living standards of the impoverished makes an enormous difference.
Nota - Posizione 11
SONO I POVERI CE CONTANO
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
Finding #1: Most poor people are happy!
Nota - Posizione 14
POVERI E FELICI
Evidenzia (giallo) - Posizione 16
Finding #2: Objective material well-being has relatively little effect on happiness compared to marriage quality, subjective job satisfaction,
Nota - Posizione 17
BENI MATERIALI MATRIMONIO LAVORO
Evidenzia (giallo) - Posizione 18
Finding #3: People have fairly fixed � hedonic set-points. � � Changes in external circumstances usually only have temporary effects on happiness.
Nota - Posizione 19
FIXED
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
E.g. studies of lottery winners
Nota - Posizione 20
LOTTERIE
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
Finding #4: Gratitude matters. � People who appreciate what they have � instead of complaining about how other people have more or took advantage of them � are happier.
Nota - Posizione 22
PIAGNISTEO
Evidenzia (giallo) - Posizione 23
E.g. Alesina et al find that inequality reduces happiness in Europe;
Nota - Posizione 23
ALESINA
Evidenzia (giallo) - Posizione 24
Finding #5: Employment matters a lot more than income for happiness.
Nota - Posizione 25
LAVORO E REDDITO
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
Finding #6: Absolute poverty � the kind you see outside the First World - does make people unhappy. � So preventing absolutely poor foreigners from immigrating because they might � undermine the welfare state � that protects relatively poor natives is demented happiness policy.
Nota - Posizione 28
POVERTÀ ASSOLUTA E IMMIGRAZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
Finding #7: Religion and marriage increase happiness. � Do leftist happiness researchers want the government to encourage religion and marriage?
Nota - Posizione 30
RELIGIONE R MATRIMONIO
Evidenzia (giallo) - Posizione 30
Finding #8: Communism creates lasting misery, even adjusting for income.
Nota - Posizione 30
COMUNISMO
Evidenzia (giallo) - Posizione 33
Some happiness researchers use their results to argue for government intervention on the grounds that people have misconceptions
Nota - Posizione 34
PATERNALISMO
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
happier making their own mistakes than being pushed around for their own good.
Nota - Posizione 37
OB2: CONTROLLO E FELICITÀ
Evidenzia (giallo) - Posizione 37
Under democracy, there is a simpler objection: If people have misconceptions about happiness, why should we expect policy to improve
Nota - Posizione 38
OB2: LA DEMOCRAZIA NN MIGLIORA
Evidenzia (giallo) - Posizione 38
voters have weak incentives to overcome their misconceptions, and politicians have strong incentives to cater to voters � misconceptions.
Nota - Posizione 39
OB3: PUBLIC CHOICE
Evidenzia (giallo) - Posizione 43
Main happiness benefit of economic growth has been eliminating extreme poverty and increasing population.
Nota - Posizione 44
CRESCITA
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
The main thing rich countries can do to increase the number of people who do not live in extreme poverty is allow more immigration.
Nota - Posizione 45
IMMIGRAZIONE