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mercoledì 22 novembre 2017

Senza fisco non c’è civiltà

Senza fisco non c’è civiltà

Si può scrivere la storia del fisco in una paginetta?
No, però si può fallire onorevolmente, quindi ci provo.
***
Però, in quel quarto d’ora, l’hanno fatta da protagoniste. Senza tasse non c’è stato e senza stato non c’è cio’ che noi chiamiamo civiltà.
In quel quarto d’ora viene sostanzialmente sistematizzata la pratica (già conosciuta in passato) della schiavitù, di cui l’imposizione fiscale e parte integrante.
In cambio di lavoro lo schiavo riceve vitto e alloggio. In cambio di denaro il tassato riceve “beni pubblici”.
Dietro le prestazioni di schiavo e tassato c’è una cosiddetta “proposta di Corleone”: o lo fai, o lo fai. Non si puo’ trattare.
Più tardi si cercherà di differenziare le due pratiche introducendo una rotazione tra i governanti cosicché il tassato puo’ nutrire la remota speranza di diventare un giorno tassatore.
Non si puo’ dire che le cose siano migliorate: del resto il proprietario cura la casa meglio dell’affittuario. In altri termini: i re perlomeno avevano cura della loro gallina dalle uova d’oro, il governante occasionale è un barbaro che passa di lì e tende a razziare.
Sta di fatto che senza schiavitù e fiscalità non sarebbe mai nata la civiltà. Ma oggi la schiavitù è stata abolita. Sarà mai possibile abolire anche le tasse?
Dopo averla creata, la relazione tra tasse e civiltà merita si è evoluta e merita un approfondimento.
***
Qualcuno ha mai visto nella storia una civiltà indebolirsi perché le tasse diminuivano? No.
Al contrario, molte sono collassate per la tassazione esosa.
Le tasse sono il motore della storia umana più recente, più del clima, più della guerra, più delle invasioni. Sono sempre presenti nel bene e nel male.
Il modo in cui tassiamo determina se siamo liberi o schiavi, ricchi o poveri, buoni o cattivi.
Le rivolte fiscali sono le più frequenti e le più letali: come preludio hanno sempre un’ alta evasione.
A volte la sottomissione del popolo alle tasse sembra inspiegabile, ma ad un certo punto la pentola esplode, e spesso l’accelerazione che porta dalla relativa tranquillità ai disordini è impressionante.
La stessa etimologia fiscale è imbarazzante e segnala l’origine dello stato come cosca vincente.
Dietro un termine come “esazione”, per esempio, sta il termine “estorsione”: torcere, estrarre fuori con la forza.
Detto questo, non esiste una civiltà senza tasse. Tuttavia, nel dire questo, consideriamo come una forma di civiltà anche la mafia. Il crimine organizzato è pur sempre organizzato.
Già nell’antico Egitto gli scribi erano onnipresenti costituendo una burocrazia più invasiva di quella sovietica.
I condoni erano atti filantropici concessi graziosamente dal sovrano: la stele di Rosetta ne celebra uno.
L’evasione era combattuta con il metodo più efficiente: quello delle taglie e dello spionaggio (whistleblowing).
La schiavitù di Israele nei confronti degli Egizi fu soprattutto fiscale, non dimentichiamolo.
Il conflitto tra chiesa e potere laico è stato esacerbato dalle esenzioni fiscali. Gli esattori hanno da sempre dovuto girare al largo dai templi per non fomentare la rivolta dei fedeli.
Burocrazia ipertrofica e tasse esose sono all’origine della decadenza egizia.
La parabola delle tasse sembra ripetersi in molte civiltà: si parte con tasse moderate e ben investite; si continua con processi ambiziosi finanziati da tasse crescenti, dove convivono buone intenzioni e incapacità di controllo; e si finisce con tasse insostenibili e alta evasione/corruzione. L’impero spagnolo e quello olandese meriterebbero analisi accurate perché specificano in modo opportuno  la parabola appena descritta.
Una buona medicina per stoppare la parabola è stata la concorrenza istituzionale: l’anarco-federalismo di Israele ha mantenuto le tasse a livelli accettabili facendo prosperare un popolo (colpito da altri guai). Per 400 anni gli israeliti non ebbero né un Re, né un sistema accentrato. Questo li mise al riparo da un sistema fiscale troppo vorace.
Del resto Israele è sempre stato un popolo in lotta contro tributi oltraggiosi: da Nabucodonosor a Hitler.
Babilonia riservò loro un vero e proprio terrorismo fiscale. Hannuka nasce come “festa della liberazione fiscale”.
[… è una grazia per una nazione nascere da una rivolta fiscale: gli USA sono l’unica superpotenza contemporanea anche grazie alla loro origine…]
Poi ci furono i romani, il “dare a Cesare” era la loro domanda trabocchetto: rispondere con un no significava morte.
La storia ebraica si ripete molte volte nell’ultimo quarto d’ora della storia umana: un popolo intraprendente disperso per il mondo fa emergere ovunque va una classe facoltosa senza agganci politici che viene tartassata, a volte fino all’esproprio. Seguono schiavitù e sterminio.
Gli ebrei sono probabilmente i maggiori ribelli fiscali della storia, la leggenda di Davide e Golia instillava in loro la mentalità del “resistente” al fisco. Tuttavia, la loro era anche una storia di sconfitte, cosicché, alla fine, abbracciarono il consiglio dei profeti: abbassare la testa e pagare il tributo.
Il tramonto di Roma secondo Edward Gibbon: si introdusse la schiavizzazione dell’evasore e cominciò la decadenza.
Il paradiso fiscale dei romani, del resto, era il mondo barbaro: in molti passarono con loro per questo motivo.
In Cina Confucio moderava l’esattore: mai spingersi oltre il 10%. La decima biblica era in linea con questa pratica.
La civiltà delle tasse subisce un duro colpo con l’introduzione dell’imposta sul reddito: inizia lo spionaggio fiscale, la cultura di molti popoli viene violentata da una guerra tutti contro tutti. Nasce un esercito di funzionari dotati di ampi poteri intrusivi.
Del resto l’imposta sul reddito puo’ rivendicare anche successi notevoli che la sdoganarono: innanzitutto sconfisse Napoleone.
Le ambizioni guerrafondaie del corso erano limitate dalle scarse risorse, nel frattempo l’Inghilterra introduceva l’imposta sul reddito che consentiva di incamerare una notevole ricchezza da tradurre prontamente in armamenti.
L’imposta sul reddito è essenzialmente un’imposta di guerra: si afferma con le guerre per non lasciarci mai più. 
Ma limitò anche la minaccia marxista: grazie all’impiego dei proventi in senso redistributivo rese meno appetibile la rivoluzione operaista.
L’imposta sul reddito ha una chiara natura pragmatica: la sua base imponibile è arbitraria (prova a definire cosa sia “reddito”!) e consente un di spremere il arrestandosi sulla soglia della rivolta.
E’ anche una tassa occulta: innanzitutto – grazie al meccanismo della ritenuta – la si paga con scarsa consapevolezza, ma è soprattutto il meccanismo dell’incidenza che non fa capire bene  chi paga nella sostanza. Il vessato spesso è un bastonato spesso felice perché ignaro.
Il pragmatismo truffaldino dell’imposta sul reddito la rendeva invisa agli idealisti. Anche a idealisti perversi quali i giacobini! Furono loro, infatti, a preservare la Francia fino alle guerre mondiali. Ma di fronte alla guerra la diga dell’idealismo crollò e l’imposta sul reddito fece la sua irruzione tra lo sdegno un po’ di tutti.
La Francia che rifiutava l’imposta sul reddito era la stessa che donava agli Stati Uniti la statua della libertà. Non un caso.
Il passo dall’imposta sul reddito al imposta progressiva sul reddito fu breve. La progressività consentiva di isolare una minoranza e “schiavizzarla”, ovvero, vessarla senza il suo consenso. Già Adam Smith l’aveva bollata come imposta estorsiva.
Noi siamo al riparo dagli abusi solo quando le leggi promulgate dal legislatore si applicano anche a lui. Per questo una democrazia ordinata richiede leggi astratte (ovvero applicabili a tutti). “La legge è uguale per tutti” diciamo con orgoglio. Ebbene, l’imposta progressiva rompe con questa regola aurea aprendo a leggi speciali destinate unicamente a minoranze.
L’introduzione dell’imposta progressiva inaugura un dibattito epocale in cui gli argomenti dei difensori echeggiavano in modo imbarazzante quelli dei segregazionisti.
Il parallelo è facile da cogliere: mentre i segregazionisti volevano isolare gli appartenenti ad una razza per riservare loro un trattamento particolare, i sostenitori dell’ imposta progressiva intendevano isolare una classe sociale per riservare ad essa un trattamento particolare. Dal punto di vista del diritto a entrambi occorreva superare il principio per cui la legge è uguale per tutti.
Ma di là delle questioni ideologiche, spesso solo un pretesto, il concetto di imposta progressiva passò per l’umore tipico dell’epoca (siamo all’inizio del ventesimo secolo). La denuncia dei monopolisti (robber baron) trovava terreno fertile nei populismi e si  mischiava  al romantico sogno del “sol dell’avvenire”.
Con l’imposta progressiva sì arrivò ad aliquote vicine al 90%. Ditemi voi ora se si potrebbe mai passare dal 2 al 90% con una tassa sulla proprietà! Per questo parlavo prima di pragmatismo.
Solo l’imposta sul reddito poteva venire opportunamente occultata e concentrata sulle classi invise alla popolazione affinché potesse raggiungere certi livelli abnormi.
***
Oggi praticamente tutti gli obiettori fiscali sono stati condannati dal giudice, le basi costituzionali che hanno scelto per difendersi erano fragili. Ma lo stesso poteva dirsi anche di chi si ribellava all’ancien regime. La storia si ripete, e questo ci dà una flebile speranza.
I sistemi fiscali premoderni – anche per mancanza di tecnologia adeguata – erano basati sull’ onore, viene da chiedersi se oggi un simile fondamento  sarebbe possibile. La domanda retorica  mette in evidenza una verità imbarazzante: oggi l’evasione è proporzionale alla possibilità di evadere. Il che sottolinea la sostanziale estraneità tra sistema fiscale e società, un fenomeno che la storia ci hanno insegnato a temere. L’alta evasione ha sempre preannunciato un declino, come nel caso degli imperi di Spagna e Olanda.
Un tempo l’evasione contraddistingueva il cittadino poveroma oggi contraddistingue solo il cittadino che può evadere. L’inclinazione ad evadere infatti è sostanzialmente la medesima per ricchi e poveri.
L’alta evasione potrebbe avere anche effetti positivi, per esempio potrebbe avere un effetto benefico sull’iperbolica spesa pubblica: con poche risorse in mano spenderò meno.
Inoltre, potrebbe avere un effetto calmierante sui politici tassatori: annunciare nuove tasse ha un costo politico, se poi non riesco, causa evasione, a raccogliere e spendere le risorse che mi prefiggo, allora il gioco non vale la candela. E’ lo stesso meccanismo per cui i paradisi fiscali tengono bassa la tassazione ovunque. In questo senso l’evasore – con la sua azione rischiosa – tutela anche il tartassato.
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Il fisco contemporaneo ci appare sempre di più una sacca di tirannia all’interno di un sistema sostanzialmente libero.
Vale la pena di ricordare che secondo il giudice Blackstone, ma anche secondo Montesquieu, l’evasione non può essere considerata alla stregua di un reato penale poiché non è un “crimine naturale” ma solo la mancata osservanza di una convenzione umana. Parliamo di un’epoca in cui bestemmiare era punito con la morte, non di un’epoca lassista. Oggi – in epoca di imposta progressiva – si può andare oltre e sottolineare che la convenzione umana violata  non è stata sottoscritta dai “violatori”, nemmeno con la formula anodina del voto a maggioranza.
Il fisco oggi è sostanzialmente un’ arma di controllo politico, specie in Italia. Per esercitare al meglio il proprio potere la legislazione deve rendere ricattabile ogni cittadino in modo da tenerlo sempre sotto schiaffo. Ebbene, il fisco con le sue complicazioni e i suoi arbitri si presta meravigliosamente a questo obiettivo.
Non è un caso se oggi la burocrazia fiscale è il vero potere forte nei nostri sistemi.
La cosa più odiosa dell’imposta sul reddito è che legalizza tutta una serie di evasioni chiamandole deduzioni/detrazioni. In questo senso, si istituiscono una sequela infinita di privilegi che, oltre a fissare trattamenti diversi, aprono la strada alle lobby e alla concessione di favori. Ogni anno in periodo di “finanziaria” si apre il cosiddetto “assalto alla diligenza”. Ma oltre a questo, complicano maledettamente il calcolo e il pagamento dell’imposta, al punto che dobbiamo avvalerci di un esercito di professionisti per portare a termine l’obbligo fiscale.  Siamo arrivati al punto che il cittadino oggi auspica una “semplificazione” prima ancora che una “riduzione”.
Alcuni paesi hanno particolarmente sofferto l’alta fiscalità, penso al Giappone. Le riforme fiscali degli anni 80 introdussero imposte esose in presenza di un popolo con una moralità fiscale da Samurai. La difficoltà ad evadere, dovuta soprattutto all’etica integerrima, contribuì al declino di un paese fino ad allora raffigurato come una rampante tigre asiatica. Fortunatamente, l’Italia non ha avuto di questi problemi, anzi, il nostro povero Meridione ha in modo perspicace ha trovato un certo sollievo proprio grazie alla capacità di ridursi le imposte da sé senza aspettare la politica.
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Come limitare il fisco rapace? È ormai evidente che la clausola del “bene comune” non funziona: è troppo vaga! Tutto può essere considerato bene comune, basta usare la giusta retorica.
Nemmeno funziona la clausola del bilancio in pareggio. Si fanno lievitare le spese cosicché la scusa per tassare è bella e  pronta. Non resta che introdurre in costituzione dei limiti espliciti di spesa o di tassazione.
Bisognerebbe poi separare il potere di tassare da quello di spendere, in questo senso però è difficile poi impedire una collusione tra i due poteri.
Bisognerebbe poi tornare al glorioso slogan “no taxation without representation” che si sostanzierebbe in un’ abolizione della progressività, ovvero di tasse in grado di colpire minoranze che non le hanno votate.
Un’altra riforma auspicabile è quella che favorisce le imposte di scopo. In questo modo è più facile assimilare le imposte ad un prezzo di mercato e quindi mirarle su chi utilizza quei servizi specifici.
Tutte le forme di depenalizzazione del diritto tributariosono le benvenute per i motivi nobilmente esposti da Blackstone e Montesquieu.
Introdurre poi il reato di estorsione fiscale con risarcimento danni, nonché un’azione civile per persecuzione fiscale: consentirebbe un più equo confronto con lo strapotere dell’ Agenzia delle Entrate in sede di contenzioso.
Doveroso è anche limitare l’invasività del fisco puntando sullatassazione delle cose anziché delle persone. Imposte di questo genere sono anche più difficili da occultare ricorrendo al sistema delle ritenute.
Orientare l’imposizione sul consumo anziché su reddito consentirebbe di agevolare i soggetti più meritori, ovvero i produttori.
Riassumendo: un buon sistema fiscale contraddistinto da 1) aliquote basse, 2) uguaglianza di trattamento tra i contribuenti, 3) semplicità del sistema e 4) salvaguardia della privacy. 
Possiamo ben dire che oggi, specie in Europa continentale, tutti e quattro questi fattori sono disattesi e siamo quindi molto lontani dal l’ideale.
A questo punto ci tocca sperare solo che la storia non si ripeta?
Forse no. Rispetto al passato, c’è una differenza non da poco: oggi siamo immensamente più ricchi, e la ricchezza potrebbe avere un utilità decrescente.
Penso che la nostra straripante ricchezza abbia scongiurato parecchie rivolte fiscali e preannunci tasse e spesa pubblica ancora più elevatesia in senso assoluto che percentuale.
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martedì 3 febbraio 2015

Pagare tutti per pagare meno

E’ uno slogan ricorrente quando si parla di tasse con l’ ansia di mettere nel mirino quel bandito dell’ evasore: se solo lui pagasse, io pagherei meno.
Ma chi lo sostiene dovrebbe rendere conto di almeno due cose.
1. Poiché l’ evasione/elusione riguarda più da vicino i redditi di capitale rispetto a quelli di lavoro, ci si aspetterebbe che le aliquote gravanti sui primi siano maggiori. E’ vero l’ opposto: dove per questioni tecniche è maggiore l’ elusione/evasione, il fisco sembra adeguarsi presentando un conto meno salato.
2. La storia fiscale italiana (link omesso perché tanto nessuno leggerebbe) parla chiaro: la compliance è cresciuta parallelamente all’ aumento delle aliquote. Ovvero, quanto più cresceva la propensione a battere scontrini, quanto più cresceva la "coscienza fiscale" degli italiani, tanto più lievitava l' aliquota a cui erano sottoposti i loro redditi.
Correlazione e causalità sono cose diverse e il punto 2 puo’ avere molte spiegazioni, tuttavia una spicca per linearità e merita di essere citata: se una cosa funziona la si usa di più.
Ovvero, se il contribuente paga, perché mai non dovrei “spremerlo” ulteriormente?
Si puo’ sfuggire al primo punto ma è difficile farlo senza ricadere nel secondo.
I due punti non si limitano a revocare in dubbio lo slogan ma addirittura lo ribaltano: “se più gente evadesse, pagheremmo tutti meno”, ovvero: se il mestolo fosse un colabrodo non verrebbe usato tanto alacremente.
Il politico che annuncia nuove tasse non è ben visto: perché rovinarsi l’ immagine se poi si raccoglie tanto poco da distribuire alla propria constituency?
Una specie di parassitismo alla rovescia: l’ evasore come scudo per il tartassato. Guarda caso in tutto il mondo i livelli di tassazione e le pretese del fisco aumentano all’ aumentare della tecnologia in possesso degli accertatori (link omesso perché tanto nessuno leggerebbe). Si puo' con fondamento ritenere che se grazia ad una bacchetta magica l’ evasione sparisse, probabilmente le tasse s’ impennerebbero (link omesso perché tanto nessuno lo leggerebbe).
Strano ma logico. E soprattutto in linea con i fatti osservati in passato.
obey
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Altra recriminazione: “l’ evasore fa concorrenza sleale” compromettendo l’ efficienza del sistema.
E’ vero, l’ evasore sopporta meno costi (tributari) rispetto al suo concorrente. Ma, fateci caso, anche l’ impresa olandese e quella svedese sopportano meno costi tributari rispetto a quella italiana, eppure nessuno parlerebbe di “concorrenza sleale” in quel caso. E non si puo’ nemmeno addurre che l’ impresa olandese sia costretta a operare con meno servizi. Al contrario!
Perché allora in quei casi – eccezion fatta per qualche folkloristico protezionista – non si parla di “concorrenza sleale”? Qualora l’ impresa, grazie all’ evasione, si auto-riducesse le imposte a livello “americano”, chi oserebbe accusarla di parassitismo? 
Mmmmm. Mi rendo conto che questo argomento va integrato, da solo non è poi così convincenti per rintuzzare la recriminazione di partenza. In effetti il piatto forte deve ancora arrivare e ve lo servo subito.
Fate bene attenzione: lo slogan recriminatorio che ho messo in grassetto qua sopra, per essere attendibile, necessita che la spesa pubblica sia efficiente. Ma la spesa pubblica che ci ritroviamo presenta queste caratteristiche?
Ovviamente no, dopo gli anni 50/60 del secolo scorso la spesa pubblica è in efficiente un po’ ovunque in Europa (link omesso perché tanto nessuno lo leggerebbe).
Troverete chi sostiene che lo stato spende in modo più equo ma non chi sostiene che spende in modo più efficiente. Di sicuro l’ evasore ha una struttura d’ incentivi a spendere in modo efficiente più coerente rispetto a quella che possiede il burocrate.
I fondi sequestrati all’ evasore intercettato sarebbero dunque spesi dalla politica in modo inefficiente. Al contrario, l’ evasore, trattenendo presso di sé quelle somme, le spenderebbe in modo efficiente: se deve farsi una piscina, per esempio, sceglierà la ditta più efficiente per costruirla, e questo per il semplice fatto che premiare il migliore sulla piazza conviene innanzitutto a lui.
L’ inefficienza della concorrenza sleale (oltretutto al netto di quanto si diceva all' inizio di questa sezione) è più che compensata dall’ efficienza di come vengono successivamente spese le risorse trattenute grazie all’ evasione stessa.
Naturalmente, efficienza ed equità possono divergere: spendere per lavare i fazzoletti-dei-poveretti-della-città sembra più equo che spendere per costruire una piscina olimpionica nella villa dell’ evasore. Ma se spostiamo l’ attenzione sull’ equità allora dovremmo innanzitutto dimostrare l’ equità di una pratica quale l’ esosa tassazione europea. E l’ impresa, credetemi ancora per poco sulla parola, è a dir poco ardua. Specie se ci si affida al buon senso.
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L’ evasione è eticamente condannabile?
Io sostengo di no per il semplice fatto che ad essere condannabile moralmente è la tassazione. Almeno una certa tassazione. Ironia della sorte in Europa esiste proprio “quel” tipo di tassazione.
Per capirci meglio bisognerebbe tornare alla struttura fondante della tassazione. Ogni tassa è una proposta di Corleone: “tu mi dai la somma X e io ti fornisco il servizio Y. O ci stai con le buone o ci stai con le cattive. O mangi sta minestra o salti dalla finestra. Allora?”.
Non mi sembra un modo di agire molto “etico”. D’ altronde nella storia gli stati emergono come cosche vincenti in una lotta tra “protettori”.
E ha poco senso evocare il metodo (magari democratico) con cui viene scelto chi è poi chiamato a formulare una “proposta di Corleone”. Se Tizio, Caio e Sempronio voglio suonare un quartetto d’ archi non possono coartarmi alla stregua di uno schiavo costringendomi con la minaccia della galera a studiare musica perché “… manca il secondo un violino e devi quindi suonarlo tu”. Nemmeno se si giustificassero dicendo di aver deciso la cosa a maggioranza tre contro uno.
Oltretutto, Corleone offriva servizi di protezione in genere efficienti: il ladruncolo del quartiere che violava la zona del boss disturbando i “protetti” veniva rinvenuto appeso al lampione la notte stessa.
In altri termini, la tassazione per essere giustificata richiede un doppiopesismo morale: ci sono uomini (i rappresentanti del governo) che hanno uno status morale superiore rispetto ai cosiddetti “rappresentati” e quindi possono fare cose che a questi ultimi non sono concesse.
Chi accetterebbe una differenziazione nello status morale dei soggetti? Ormai la si accetta a fatica anche tra uomini e animali!
Ma abbandoniamo pure le buone ragioni del radicalismo e concediamo che tassare il prossimo sia moralmente accettabile quando costituisce uno strumento per fornire beni pubblici alla comunità e per compensare le esternalità che si producono nell’ azione degli individui. Raggiungeremmo un livello di tassazione complessiva eticamente consentita tra il 5 e il 20%, un mondo sideralmente distante da quello in cui opera l’ evasore di cui ci occupiamo qui.
Per alcuni l’ evasore è moralmente riprovevole in quanto “parassita sociale”. L’ evasore usufruirebbe di beni alla cui produzione non contribuisce. Ma l’ accusa ha i piedi d’ argilla, qualora non si provi contestualmente la piena legittimità della tassazione sovrastante. Con un’ analogia azzardata ma illuminante, sarebbe come dire che in occasione di un sequestro il “rapito”, per quanto abbia le sue buone ragioni per lamentarsi, resta comunque un parassita poiché non respinge il rancio passatogli dai sequestratori. Assurdo, vero?
Mi spingo ancora oltre: anche qualora ammettessimo che la tassazione sia legittima, cio’ non ci consentirebbe ancora di dire che l’ evasore è un “ladro”. Prendendo seriamente le parole, mi tocca far osservare che “ladro” è chi si impossessa della proprietà altrui e l’ evasore, almeno in un’ ottica giusnaturalista, è comunque proprietario a tutti gli effetti della ricchezza che ha prodotto. Semplicemente, sarebbe in torto in quanto inadempiente rispetto ad una certa obbligazione tributaria (link omesso perché tanto nessuno lo leggerebbe)
E che dire, in conclusione, della lotta tra categorie? “Dipendenti” vs. “Autonomi”. Spesso la contrapposizione è presentata in termini etici.
Francamente trovo che sia una ricostruzione distorta. Come sappiamo l’ occasione fa l’ uomo ladro e non avere occasioni non è certo un merito (a volte è un demerito!).
Ma, come se non bastasse, c’ è di più. Le evidenze empiriche (link omesso perché tanto nessuno lo leggerebbe) ci dicono che chi non evade perché non puo’ (esempio il lavoratore dipendente) è anche mediamente più incline ad evadere appena puo’ (il sommerso è più diffuso tra chi ha un “secondo lavoro”  che tra le “partite iva”). Non penso proprio che ci si possa proclamare santi per il solo fatto di non essere mai stati “tentati”. Un’ etica del genere non esiste, bisognerebbe inventarla ad hoc.
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Siamo sicuri poi che l’ evasore faccia mancare risorse essenziali allo stato?
Sembrerebbe di no. Oggi il condominio Italia langue e il condominio Germania prospera. Si tratta di due condomini in tutto uguali e un confronto è lecito.
Qualcuno è tentato di osservare che i condomini del primo condominio non pagano con solerzia le spese condominiali.
Vero, ma se andiamo a vedere poi ci accorgeremmo che, a parità di condomini, l’ amministratore del condominio Italia ha in cassa e spende esattamente le stesse somme dell’ amministratore del condominio Germania (link omesso perché tanto nessuno leggerebbe), nonostante il confronto sui risultati sia imbarazzante.
E allora? Allora i condomini dovranno pure pagare le spese ma se le cose vanno come vanno nel loro condominio la causa non sta certo nell’ insolvenza quanto negli amministratori.
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L’ evasore però, con le sue gesta, viola la legislazione di stato svalutando di fatto tutte le leggi, anche quelle giuste.
Qui l’ evasore è indifendibile: come si puo’ governare uno stato se il valore delle leggi emanate è vicino a zero? Non rispettare una legge rischia di ridurre a carta straccia l' intero corpo legislativo.
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Qui sta la vera colpa dell’ evasore ma anche la ricetta della lotta all’ evasione: basta eliminare, sfoltire, attenuare le leggi violate e applicare con più rigore le poche che restano.
Meno tasse e aliquote più basse.
Una volta che le leggi comunemente violate scompaiono (o si attenuano) non saranno più violate (o lo saranno meno) e l’ effetto svalutazione non si riverserà sulle leggi buone.
Che inconvenienti comporta l’ abrogazione (o attenuazione)? Inconvenienti in termini di efficienza? Al contrario, l’ efficienza del pase aumenta, lo abbiamo appena visto (si eliminano costi burocratici, costi del sommerso, costi di pseudo-concorrenza sleale…).
Inconvenienti in termini di equità? Al contrario, l’ equità aumenta, lo abbiamo appena visto (si attenua l’ applicazione di un doppio standard tra i soggetti in campo).
Ma per lo scettico l’ evasore continuerà ad evadere imperterrito. L’ evasore è fatto così, penserà. Non ha una testa, è una macchina. Una macchina per evadere. L’ imposta puo’ essere alta, media, bassa... Il suo mestiere è evadere e lui la evaderà.
Per lo scettico ho due risposte.
Prima: se diminuiscono le aliquote, a parità del resto, evadere diventa molto più costoso e l’ evasore, se agisce razionalmente, rallenta. Se il prezzo sale, si compra meno. Di solito.
Seconda: con meno leggi da far rispettare l’ applicazione delle poche rimaste migliora. Gli accertatori fiscali potranno concentrarsi su pochi e più mirati compiti. Se le cose da fare diminuiscono, si fanno meglio. Di solito.
AGGIUNTE POSTUME
ADD1. In molti contestano il decreto che depenalizza le frodi fiscali minime, quelle sotto il 3% dell’ imponibile complessivo, con l’ argomento che andrebbe comunque fissata una soglia massima d’ evasione in valore assoluto al fine di non agevolare troppo i ricchi, l’ ultimo è stato Antonio Polito del Corriere della Sera, mica paglia. Mi aspetto che costoro. per coerenza, contestino vivacemente la struttura generale dei tributi italiani poiché non prevede alcun limite in termini assoluti del dovuto, il che, stando alla loro logica, danneggerebbe palesemente i contribuenti più ricchi. Ho paura però che quella logica preveda che alcune persone, per natura o per tautologia, non possano mai essere danneggiate bensì solo avvantaggiate.
ADD2. Un' ipotesi di struttura fiscale ottima?: 1) flat tax e 2) tassa sui consumi. La seconda opzione è tipicamente nordica: lì l' Irpef è molto elevata.

ADD3. Varie ed eventuali.



  1. Tasse. Servono a produrre beni pubblici e a redistribuire. E si tenga presente che le prime sono molto basse rispetto alle seconde. Purtroppo generano almeno due tipi di costi: 1) creano distorsioni nel sistema: fanno mutare quelle che sarebbero le scelte degli operatori in assenza di tassazione (es: disincentivano il lavoro). Esistono tasse che non distorcono il sistema ma in genere vengono considerate ingiuste (una tantum, tassa capitale, poll tax, tassa sull'altezza...). Poi, 2) esistono anche dei costi di compliance (compilazione moduli, controlli dell' agenzia). Dati i costi anche un intervento che genererebbe benefici rischia di non essere conveniente. A cio' aggiungiamo un costo politico: 3) il sistema politico ha interessi disallineati rispetto al popolo e attribuendo una delega dobbiamo mettere in conto dei costi relativi alle scelte distorte (agevolazioni ad alcuni settori eccetera). Tuttavia, è difficile che nella nostra situazione assisteremo mai a sostanziali tagli nelle tasse se non accompagnati da tagli nella spesa, è su questi ultimi che ci si dovrebbe concentrare.
  2. Tassare il consumo, ovvero cio' che si spende e non cio' che si guadagna: promuove il risparmio e quindi l' accumulo di capitale e quindi la produttività e quindi ai salari più elevati. Critica: poveri colpiti; rimedio: introdurre un reddito minimo (negative income tax) o renderla in qualche modo progressiva.
  3. Tassare le società. Costituisce una doppia tassazione (se si mantiene l' irpef). Disincentiva investimenti e produttività con una forte traslazione su dipendenti, clienti e fornitori. Spinge le società a trasferirsi (sono molto più elastiche delle persone fisiche). Richiede una marea di regolamentazione su deducibilità e detraibilità favorendo elusione ed evasione. Rende meno trasparenti i bilanci visionati dagli investitori. L' esenzione del non-profit scatena la discrezionalità del legislatore. Dà l' impressione che si tassino gli oggetti mentre solo le persone possono essere tassate.
  4. Tassa di successione. E' una doppia tassazione giustificata per i suoi effetti redistributivi, peccato che alcuni tra i paesi a più forte redistribuzione - per esempio la Svezia - la evitano con cura. penalizza il risparmio a favore del consumismo: chi scialacqua tutto non paga una lira. Facile da aggirare, avvocati e commercialisti sono come topi nel formaggio, tanto è vero che i gettiti sono spesso irrisori. 
  5. Flat tax e progressività. Ha il vantaggio della semplicità, sai subito il tuo reddito netto. evita le distorsioni tipiche, per esempio quelle sui redditi familiari (ottima alternativa al quoziente). Mantiene alto l' incentivo a lavorare. La progressività consente leggi ad hoc contro una categoria di persone, la flat tax fa sì che ognuno abbia "some skin in the game". I poveri sono colpiti? Si puo' introdurre una negative income tax. 
  6. La progressività nelle imposte nn convince: come giustificare per esempio la redistribuzione dai ricchissimi ai ricchi? E poi la tassazione concentrata sui più ricchi è più distorsiva poichè x loro è più facile rinunciare al lavoro o agli investimenti produttivi. C'è anche una falla comunicativa: si crea l'idea  x cui il povero sia tale x colpa del ricco...
  7. Irpef. Meglio se si fa piazza pulita di deduzioni e detrazioni, una congerie che scatatena la discrezionalità legislativa e i trucchetti dell' evasione, inoltre si semplifica drasticamente i l panorama risparmiando costi di compliance e controlli. 
  8. Tassa sui peccati (sin tax). Giustificazione: 1) si tamponano le esternalità e 2) si correggono le irrazionalità comportamentali. Sempre meglio che proibire, comunque. Ad ogni modo anche qui c' è il rischio di creare mercato nero. Chi non rinuncia a peccare entra in contatto col mondo del crimine e rischia di prendere la rogna. Si penalizza chi pecca senza recare alcun danno a sé e agli altri (chi beve, chi gioca, chi si droga). Dà discrezionalità nel fissare le attività peccaminose: guardare la tele fino a tardi è nocivo? Di certo lo è sulla produttività del soggetto. Allenta la guardia del consumatore e questo chiama altra legislazione in un piano inclinato senza fine. Fa dello stato un ircocervo che da un lato sanziona e dall' altro sembra promuovere il peccato: vedi lo stato biscazziere. La tassa aumenta il prezzo del peccato e cio' comporta anche un effetto sostituzione: il peccatore potrebbe concentrare l' investimento delle sue risorse sul peccato distogliendole da attività alternative e potenzialmente redentrici, c' è sempre il rischio che l' effetto sostituzione compensi l' effetto reddito.
  9. Tassa sui peccati (sin tax). La sin tax ostacola la selezione darwiniana, una critica che fa poca presa sulla mentalità moderna ma si noti che tale selezione viene comunque realizzata in altro e più costoso modo: attraverso scuole e università. Queste istituzioni non hanno tanto la funzione di "formare" bensì di selezionare i più dotati in termini di self control, una funzione che il vizio libero adempie in modo ben più efficiente.
  10. Famiglia. Il reddito delle casalinghe andrebbe tassato? Dice: ma le casalinghe non hanno un "reddito", lavorano gratis. Risponde: ma allora perché fanno quel che fanno? Non far nulla per loro sarebbe uguale? Siccome la risposta è no, cio' implica che le casalinghe traggono comunque una ricchezza dalla loro azione, una ricchezza esentasse che crea una competizione iniqua con attività alternative, per esempio quella lavorativa. Perché il piatto di pasta che mi fornisce il ristorante deve essere tassato e quello che mi fornisce mia moglie no? Andrea Ichino vorrebbe incentivare la partecipazione femminile al lavoro agevolando la tassazione sugli stipendi alle donne. La cosa è profondamente iniqua nei confronti degli uomini, molto meglio tassare le casalinghe a prescindere dal sesso.
  11. Famiglia. Nonostante le molte lamentele il nostro fisco concede grandi privilegi alla famiglia e alla cultura del dono in generale: i doni sono completamente esenti da imposta (per quanto realizzino un reddito, per lo meno in capo a chi ne gode). Se mia mamma mi cucina un piatto di pastasciutta non paga tasse, se invece lo fa il ristorante il fisco allunga la sua mano rapace.
  12. Quoziente familiare. Si ritiene che il cumulo dei redditi penalizzi le famiglie, il che è dubbio se teniamo presente il punto precedente. Ad ogni modo, molto meglio aggirare questo inconveniente con una flat tax (o comunque appianando la progressività dei redditi) che con il quoziente famigliare. 
  13. un fisco per la famiglia
    • sostituire la detrazione coniuge con l'eliminazione della tassazione progressiva (che penalizza il reddito unico


    • sostituire la detrazione figli con una pensione parametrata al numero di figli (lavoratori) che i sono allevati in modo da ricostituire il ciclo vitale
    continua
  14. Evasione. Una tecnica per controlli a tappeto non invasivi: 1) contabilità per cassa 2) obbligo tenuta conto 3) obbligo denuncia finanziamenti e rimborso finanziamenti 4) controllo dei saldi c/c
  15. Evasione. Diminuire le tasse per far evadere meno.
  16. Evasione. Aumentare le pene. Non sarà molto civile ma le alternative sono poche.
  17. Evasione. Taglie: chi ha le informazioni deve essere coinvolto e premiato.
  18. Evasione. Presso dipendenti e pensionati la maggiore propensione.
  19. Evasione. Tra nord e sud un abisso. La lombardia raggiunge standard "nordici".
  20. Evasione. Un' emergenza? Ma se è in calo da sempre!
  21. Evasione. Sottrae risorse? No: i nostri politici, al netto dell' evasione, posseggono e spendono risorse pari a quelle in mano ai tedeschi.
  22. Evasione. Un problema etico? Prima di pensarlo pensare anche che il dipendente è più incline ad evadere dell'autonomo e che l'autonomo danese evade quanto l'italiano.
  23. Evasione. L' evasore è un ladro? In una filosofia politica liberale non lo è mai, al limite non adempie ad un dovere (ché è quello di rinunciare a parte della SUA PROPRIETA').
  24. Evasione. Noi paghiamo per l' evasore? Dal punto di vista statico, ovviamente, la risposta è no. Ma dal punto di vista dinamico? Rispondono gli studi empirici e la risposta è ancora no: quando il politico recupera dell' evasore preferisce spendere (mica scemo) che rimborsare.
  25. Evasione. L' evasore ci fa pagare meno tasse. Si potrebbe dire di sì: le tasse sono impopolari e se il politico sa che dopo averle messe non le incasserà rinuncia a spremere i pochi onesti per non farsi cattiva pubblicità.
  26. Evasione. Pubblicare elenchi con i redditi dei contribuenti (vedi anche punto sotto in tema di privacy).
  27. Evasione. Più controlli o sanzioni più alte? Meglio la prima opzione: l' evasore è avverso al rischio. Altra opzione: meno garanzie.
  28. EvasioneAbolire il contante? Vantaggi: controlli più facili. Poi però bisogna che qualcuno li faccia questi controlli. Rappresentano comunque un costo non indifferente per la comunità. Per renderli possibili andrebbe introdotto parallelamente  un sistema contabile ad hoc, cosa nn facile (vedi sopra). Altro costo sarebbe l'impossibilità estesa agli onesti di utilizzare il contante. Ricordo che molti nn hanno nemmeno un c/c e sono i più deboli e bisognosi. Il contante consente il riciclo del frutto dell'evasione, ostacolarne la circolazione rende l'evasione meno conveniente ma non la colpisce laddove si realizza: chi traffica in nero continuerà ad operare esattamente come prima senza inconvenienti. Il riciclaggio mette in comunicazione l'economia in nero con quella in chiaro, colpire questo raccordo colpisce l'evasore quanto più l'economia in nero è priva di sbocchi. In un certo senso incentiva ad espandere l'economia nera.  http://noisefromamerika.org/articolo/tassiamo-contante-no
    http://noisefromamerika.org/articolo/tassiamo-contante-risposta-gabanelli-2
  29. Evasione. Italiani e svedesi: chi evade di più? Non sembrano esserci sostanziali differenze. L’infedeltà fiscale assume però forme diverse: gli italiani sono più portati a “fare la cresta”, gli svedesi all’evasione totale. http://journal.frontie
  30. David Friedman sul contante. Abolirlo? Non colpiamo un residuato ma la moneta del futuro (ecash). Vantaggi del contante: produce fiducia immediata, non ha commissioni e l'ecash non ha nemmeno cassaforti 
  31. Evasione. come si compone? quasi il 50% deriva dal crimine, difficile emergerà mai: nel momento in cui il crimine è debellato si estingue anche la materia imponibile. Il 20% è lavoro nero, difficile far aprire la partita iva ad un professore che tiene qualche lezione privata. Il resto non è evasione ma elusione delle grandi società, quindi dovuto a lacune legislative con assoluzione in processo del presunto evasore. Ah, c'è ancora un 5%: sono i lavoratori autonomi,
  32. Intassabili. Tassate i ricchi, dicono molti. Provino costoro a tassare Paris Hilton, credete forse che diminuirà il suo tenore di vita? Illusi: ritirerà piuttosto qualche frazione dei suoi mastodontici investimenti mandando a casa chi lavora nelle sue attività. Sono i licenziati a pagare realmente le sue tasse.
  33. Tassare il capitale. Chi ritiene che talune rendite siano sotto-tassate non capisce che la tassazione del capitale è una doppia tassazione: nel momento in cui tasso il reddito che forma il capitale tasso anche gli interessi che produrrà il risparmio a cui è destinato quel reddito: meno reddito a disposizione, meno interessi sul risparmio di quel reddito. Tassare gli interessi e come tassare il godimento di chi decide di consumare il reddito disponibile.
  34. Quali tasse tagliare? Qualsiasi taglio delle tasse è il benvenuto ma se uno ha come obiettivo l’ efficienza economica, alcuni tagli sono più auspicabili di altri. 1. Tagli permanenti: creano meno incertezza ed evitano risparmio improduttivo per pagare poi le maggiori tasse future. 2. Tagli ai più ricchi: abbiamo bisogno di incentivi all’ arricchimento. 3. Tagli delle tasse sul capitale: il capitale risponde ai tagli più prontamente che il lavoro.
  35. Privacy. E' giusto pubblicare su internet gli elenchi con i redditi dei contribuenti?

    1. Pro: ogni contribuente ha un interesse materiale nel constatare i redditi del vicino.
    2. Pro: l' effetto vergogna puo' ampliare il gettito.
    3. Contro: la compliance spontanea è un indicatore di policy che andrebbe perduto.
    4. Contro: i canonici argomenti per la privacy (molte azioni segrete hanno un contenuto sociale).
    5. In Norvegia gli elenchi su internet ci sono e sembra abbiano elevato l' imponibile di un 3% (stima ricavata analizzando il differenziale redditi dip./autonomi prima e dopo le date di entrata in vigore del decreto). Tieni presente però che in Norvegia c' è piena trasparenza anche per la salute privata, forse anche la cultura è diversa.
  36. Etica. Vuoi più tasse per aiutare i poveri? Autotassati e versa volontariamente.
  37. Classificazione: esistono solo due categorie di tasse: 1) quelle sul lavoro e 29 quelle sulla natura (cose e fenomeni).
  38. Etica. Cosa differenza il fisco dalla schiavitù, ovvero dal lavoro forzato? Bè, quando la Costituzione parla di Capacità contributiva la relazione tra fisco e schiavitù si fa molto stretta.
  39. Patrimoniale: perché ci si indigna sul condono e non ci si indigna sulla patrimoniale? Perchè ci si indigna quando si toccano i diritti acquisiti e non ci si indigna sulla patrimoniale?
  40. Livello ottimo. 1% E' la percentuale di PIL che oggi spendiamo per la Difesa. 2% E' quella spesa per l' Ordine Pubblico. Adamo (Smith), il padre di tutti gli economisti moderati, dovrebbe chetarsi: per lui la spesa pubblica ha senso e serve a salvaguardare le proprietà dei cittadini. Vogliamo poi prendere ai ricchi per dare ai poveri... vogliamo essere generosi? Allora concediamoci un grasso 2%, purchè lì dentro ci stiano anche le spese dei burocrati. Vogliamo poi scialare, quando invece ci sono ampi margini per ridimensionare? Siccome vogliamo sprecare con abbondanza, raddoppiamo! Arriviamo ad un 10%. Mi sembra che non ci sia altro da sistemare con le tasse. 1+2+2+5(sprechi). Ecco, immagino un mondo in cui due partiti contendono appassionatamente: moderati e radicali. Solo i primi ritengono necessarie le spese di cui sopra. Avranno ragione? Ah, saperlo. E tutto il resto? Tutto cio' che non sta nè con i radicali nè con i moderati? Tutto il resto è... fascio-socialismo. P.S. 1+2+2+5... oggi si viaggia intorno al 50%.
  41. Steve Landsburg sulla tassa perfetta
    • I bambini sanno bene che la giustizia ripristina una simmetria. È un ottimo punto di partenza x spiegare l'iniquità onnipresente nel fisco... 
    • Esperimento mentale: A B C vivono su un isola e se la dividono. A e B sono abili costruttori e abbelliscono la loro parte di isola. Devono contribuire anche ad abbellire la parte di C? Devono contribuire in pari maniera o in proporzione alle loro costruzioni (ipotizziamo che B le abbia edificate più belle e più grandi)? Ebbene, i codici fiscali nn sembrano rispettosi di alcuna simmetria. L'ironia sta nel fatto che la progressività della tassazione è spesso presentata come misura equa. Un bimbo ha tutti gli elementi per comprendere qs ironia... 
    • Gli economisti quando parlano di tasse dicono che c'è un trade off tra efficienza ed equità. La cosa sarebbe del tutto incomprensibile a un bambino... 
    • Tesi: quando il reddito dipende dalle scelte (a cominciare dalla scuola) la tassa + giusta è quella capitale... 
    • Lotteria dei talenti. Cosa sceglieremmo dietro il velo d'ignoranza? N.b.: data l'opportunità di fingersi stupidi, ciò che rileva nn è il contratto effettivo ma quello che pesa i potenziali opportunismi. A meno che nn esista uno scanner dei talenti... 
    • Conclusione: la tassa ideale colpisce l'abilità, nn l'attività (tassa sulla natura nn sul lavoro). Tassare la razza, il sesso, la bellezza, l'altezza... 
    • Tasse del genere già esistono: le pensioni x le donne (che vivono di più). L'affirmative action x neri... 
    • Se tassare la razza vi sembra inaccettabile, allora è inaccettabile qualsiasi redistribuzione... 
    • Ma xchè la tassa xfetta ci sembra talmente imperfetta da risultare ripugnante (razzista, sessista)? Per rinforzare questa ripugnanza aggiungo che è compatibile con lo schiavismo: se esistesse il modo di far lavorare i più talentuosi saremmo giustificati a farlo.
    continua

  42. Landsburg su tasse, ridistribuzione e lotteria dei talenti:

    • Il problema di una tassa efficiente: nn disincentiva il politico avido e spendaccione visto che con una tassa efficiente non rischierà mai di uccidere la sua gallina dalle uova d'oro. I fallimenti della politica si moltiplica... 
    • Paradosso: la tassa inefficiente affossa l'economia. La tassa efficiente nn pone limiti alla politica implicando la tirannia. Soluzioni 1) nessuna tassa (x redistribuzione) 2) un compromesso (tassa mista)... 
    • Le tasse - sia quelle efficienti che quelle inefficienti - richiedono un' autorità centrale, e qui sorgono altre preoccupazioni... 
    • Critica a Rawls: nel suo contratto nn si accenna alle istituzioni ma da chi è tenuto a far rispettare un contratto dipende il contenuto del contratto stesso. Es. nessun codice fiscale pone limiti alla tassazione ma qs è la prima cosa che richiediamo nel c. di Rawls... 
    • Alla ridistribuzione non crede nessuno. Redistribuzione e ambientalismo. I verdi ci chiedono sacrifici x le generazioni future. Ma qs è chiedere ai poveri x dare ai ricchi. Tra una dozzina di generazioni l'americano medio guadagnerà quanto Bill Gates... 
    • Quando si tagliano le tasse si leva il solito allarme: il deficit sarà a carico dei ns nipoti. Ma nessuno obbliga qs. gufi a scaricare alcunchè sui suoi nipoti: risparmi e lasci eredità cospicue... 
    • Redistribuzione: 1) se fatta con tasse inefficienti è inefficiente 2) se fatta con tasse efficienti è oppressiva e legittima la schiavitù (che ci ripugna eticamente) 3) nessuno ci crede realmente (altrimenti aiuteremmo l'africa o ci preoccuperemmo meno dell'ambientalismo) 4) nessuno ci crede realmente altrimenti appianerebbe anche le altre diseguaglianze (pensa alla sfortuna di chi nasce poco attraente e si accoppia raramente) 5) la teoria della ridistr. come furto sofisticato spiega molto... 
    • L'unica cosa che spiega la rid. e la tassazione prog. è il tentativo di legittimare un furto. Ma xchè molti ricchi sposano la causa?... 
    • Se il ricco considera doveroso ridistribuire potrebbe firmare un assegno al Ministero. Dire: "nn lo faccio se nn lo fai anche tu" nn sembra una buona ragione... 
    • Pragmatismo: "aiutiamo i poveri o si ribelleranno". Una simile soluzione ha conseguenze spiacevoli: "aiutiamo i brutti o si ribelleranno"… 
    • Xchè nn tutte le diseguaglianze ci sensibilizzano? La teoria del "grabbing" risponde bene a qs domanda... 
    • Il sesso forzato dei belli coi brutti (ridistribuzione delle fortune) offende la ns. dignità. Non tolleriamo lo stupro e poco importa se il brutto è stato sfortunato. La mia bellezza la sentiamo nostra e ci sentiamo lesi nella ns dignità se stuprati al fine di riequilibrare le fortune. Lo stesso dicasi x il furto di proprietà... 
    • Altro argomento. Nordhaus: l'innovatore cattura solo il 3% della ricchezza che crea. Non vi sembra che abbia così adempiuto alle sue eventuali obbligazioni sociali?…



    continua
  43. Pascal Salin sulle imposte a valanga e tassonomia delle imposte
    • Tesi: le critiche all'imposta unica nnn sono giustificate...
    • La ratio del no all'imposta unica? Si dice: diverse imposte si autocontrollano. Con l'imposta unica, evasa quella è come evadere tutte le imposte in un colpo solo...
    • Ma è giusto far pagare ad X due imposte nella speranza che Y paghi almeno la seconda? La moltiplicazione delle imposte sembra avere un unico scopo: disperdere il gettito x aumentarlo, evitare che si compatti il fronte dei tartassati, evitare che si sappia quanto si paga. Eppure la considerazione fondamentale in materia resta un'altra: le imposte tradizionali tassano tutte la ricchezza prodotta dall'uomo. Quindi in realtà esiste già un'imposta unica, le diverse articolazioni sono diversivi amministrativi con cui la politica crea le sue illusioni ottiche. Un mix d'imposte nn serve mai ad aggregare diversi criteri di giustizia come spesso si vuol far credere...
    • Tassonomia delle imposte: 1) tasse sulla natura (esempio: sull'esistenza in vita o sull'altezza) 2) tasse sull'unica base imponibile (ovvero sulla ricchezza creata dal lavoro) 3) sovratassa sull'unica base imponibile (ovvero tassa su una ricchezza già precedentemente tassata). Un sistema fondato SOLO sull'imposta di consumo ha il pregio di evitare la terza categoria. Introdurre tassonomie diverse senza opportune precisazioni potrebbe anche essere fradolento...
    • In genere le tasse nn sono che metodi amministrativamente differenti x tassare la stessa quantità. Es. il valore della produzione equivale sia al "valore aggiunto" che alla sommatoria dei redditi. L'IVA tassa il primo l'IRPEF il secondo. Moltiplicare le imposte che tassano quel valore introduce imposte arbitrarie che realizzano disparità tra i contribuenti: l'ingiustizia nn è mai un buon modo di combattere l'evasione!...
    • Dividi et impera. Ecco il primo precetto sotteso a certi attacchi contro l'imposta unica. Poi c'è il secondo: prendi i soldi dove ti è + facile..
    continua
  44. Thomas Sowell mette in guardia da chi ci mette in guardia rispetto alla trickle down theory
    • Trickle down theory.: una teoria mai formulata da nessuno...
    • Caricatura della teoria: diamo ai più ricchi e le briciole ricadranno sui poveri. Facile critica della caricatura: allora diamo direttamente ai poveri. Ma questo è un modello superfisso!...
    • La vera teoria: meno tasse + investimenti + reddito + gettito fiscale + quota del gettito a carico dei ricchi...
    • Mellon: i ricchi tartassati investivano tutto in bot esenti. Ovvio che dopo il taglio il gettito aumentò...
    • L'equivoco. I favorevoli: usare le tasse x cambiare i comportamenti. I contrari: arricchire i ricchi sperando che si arricchiscano anche i poveri mantenendo tutti gli stessi comportamenti...
    • Come mai quando certi concetti li sostiene Keynes, quando certe politiche le implementa Kennedy o Wilson non è trikle down theory?…
    • Perchè la santa madre Svezia ha il sistema di tassazione meno progressivo del mondo? Ce l' ha forse coi poveri?…
    • Usa: 4 esperimenti in 80 anni: Mellon, Kennedy, Reagan, Bush. I fatti confrrmano…
    • Quando agire? non guardare all' aliquota domestica ma a quella dei vicini...
    • Come agire? : decisi e convinti sul lungo termine. Presentare l'operazione come svolta culturale
    continua
  45. La riforma fiscale di Jeb Bush (esemplare)
    • It lowers the top rate on personal income to 28 percent, the same rate as the bipartisan 1986 tax reform.
    • It broadens the base by capping the use of itemized deductions.
    • It eliminates the deductibility of state and local taxes, so low-tax states and towns no longer subsidize high-tax ones.
    • It maintains the deductibility of charitable giving, encouraging private solutions to social problems
    • It eliminates the estate tax, so the tax system no longer penalizes those who want to help their children and grandchildren.
    • It lowers the corporate tax rate to be close to international norms.
    • It eliminates the deductibility of interest expenses, putting debt finance and equity finance on a more level planning field.
    • It includes full expensing of investment expenditure, moving the system toward a consumption-based tax.
    continua
  46. Alberto Bisin propone la sua riforma fiscale per incentivare il lavoro
    • Come è organizzato il ns sistema fiscale? Non esiste un' organizzazione, nessun funzionario delle entrate potrebbe descriverla, forse c'era all'inizio, dopodiché si è proceduto a mettere toppe laddove c'erano falle. Oggi vale solo la legge di Sutton: prendere soldi laddove ci sono.
    • Criterio Mirrles: tassare le attività "rigide" e risparmiare le "elastiche". E' il modo per rendere meno inefficiente il sistema, ovvero di cambiare il meno possibile i comportamenti degli operatori.
    • 3 tipi di elasticità: compensate o non compensate
    • Gruppi demografici con offerta più elastica: giovani, donne, vecchi, poco istruiti
    • Sorpresa: i redditi medio/bassi sono più elastici. Forse x' sono anche impegnati nei compiti più noiosi e afflittivi. In genere si direbbe il contrario: il più ricco, e non il più povero, puo' permettersi di lavorare meno. ma forse la povertà estrema non è più statisticamente rilevante.
    • Prima proposta: imposta negativa da incassare quando il reddito non sarà più esente. Da abbinare ad una maggiore progressività da realizzarsi con l'abbattimento dell'aliquota per i redditi bassi (in modo da ottenere aliquote marginali tollerabili tra questi redditi).
    • Seconda proposta: abolizione detrazione coniuge a carichi familiari: incentivi marginali trasferiti dai redditi alti (marito) ai redditi bassi (moglie)
    • Casalinghe: il reddito non monetario delle casalinghe è esentasse e fa una concorrenza sleale ai redditi medio bassi. Si cerca di attenuare questa distorsione con aliquote agevolate x le donne
    continua
  47. Miron: Le tasse servono a molte cose, ma hanno anche un costo: distorcono le decisioni economiche.
    Chi per sua scelta vorrebbe lavorare dieci ore al giorno si rassegna a lavorarne otto una volta resosi conto che il suo salario è decurtato dalle tasse.
    L’ unica tassa che non “distorce” è quella per capitazione: mille euro a testa e via. Non è molto diffusa.
    Le distorsioni si moltiplicano all’ infinito quando le politiche diventano sempre più “mirate”.
    Un altro costo delle tasse è la compliance: farle pagare costa, a volta addirittura più di quel che si raccoglie.
    L’ ultimo costo è il più rilevante: l’ inefficienza. Le risorse spese dal burocrate sarebbero state spese con più oculatezza da chi le ha prodotte.
  48. Miron sulla tassa di successioneLa tassa di successione tassa cio’ che è già stato tassato.
    Inoltre penalizza risparmi e investimento.
    Il capitale prende il volo facilmente, sarà per questo che tasse del genere raggranellano ben poco.
    Per una politica egalitaria non sembra poi così necessaria: la Svezia, per esempio, non ha nulla del genere.
  49. Miron sulla tassazione dei consumi. Tassare il consumo promuove il risparmio e l’ accumulazione di capitale. Alti risparmi significa alti investimenti, ogni economia sana non puo’ prescindere dal volume di investimenti.
    Qualcuno si oppone dicendo che la tassa sui consumi è regressiva: si potrebbe conciliare le istanze tassando i consumi con aliquote che variano in base al reddito.
  50. Miron sulla sin tax. Tassare i peccati ha non pochi effetti sgradevoli:
    1. l’ effetto reddito rischia che la vita dei peccatori si incentri ancor di più sulle attività poche virtuose.
    2. viene punito chi in realtà sa mantenere il self control anche in attività considerate corruttrici.
    3. chi stabilisce i peccati? Guardare la TV a tarda sera è peccaminoso?
    4. come la proibizione foraggia le mafie, la tassa alimenta il nero.
    5. il mito del frutto proibito fa crescere con l' idea che le leggi siano fatte per essere infrante.
  51. Miron sulla tassazione del reddito. I principali sistemi fiscali si basano sulla tassazione del reddito, non è la tassa ottima (meglio tassare il consumo) cio’ nonostante vediamo quale struttura è preferibile.
    Meglio evitare privilegi e esenzioni particolari.Anche quando sono ragionevoli complicano all’ inverosimile il sistema.
    Inoltre alimentano la lotta politica e le azioni delle lobbies: perché impegnarsi sul lavoro quando conviene far casino e premere sul legislatore?
    Opportuno poi minimizzare l’ aliquota marginale: una flat tax coglie al meglio questo obiettivo.
    Da ultimo, una negative income tax realizza le politiche del reddito minimo garantito.
  52. Alberto Lusiani sull'evasione. Sul problema dell' evasione fiscale si monta sempre un gran baccano. Studi televisivi o bar dell' angolo, il rumore di fondo non cambia.

    Sembra che la vecchia lotta di classe oggi si produca essenzialmente in questo campo: visto che la classe avversa non possiamo più annientarla, vediamo almeno se ci è concesso di derubarla.

    A me non disturba parlarne, a patto che si diano per scontati due punti fermi. Sono essenziali per ridurre i decibel. Eccoli:

    1. il problema dell' evasione fiscale è essenzialmente un problema localistico. Regioni come Lombardia e Veneto sono tra le più virtuose al mondo nella compliance fiscale (tengono il passo di Svizzera e Usa); sempre al nord molti territori non invidiano Francia e Germania (l' Emilia per esempio); per alcune regioni va un po' peggio ma ci possiamo accontentare: la Toscana assomiglia un po' alla Svezia, non mi sembra un paragone offensivo. Il problema è l' evasione da terzo mondo che c' è in alcune regioni del sud. Ma probabilmente quello non è altro che il welfare all' italiana;
    2. il secondo punto riguarda la questione sul "chi" evade in Italia. Da anni la CGIA tiene d' occhio la questione con uno zelo riconosciuto anche dal Ministero (qui sono scaricabili le ultime elaborazioni). La maggiore evasione si annida tra i lavoratori dipendenti. Sorpresa? Non direi. Facciamo qualche numero: l' imponibile sottratto al fisco è di circa 310 mrd di euro all' anno. 200 mrd sono da imputare all' economia sommersa (su 3 mln di soggetti coinvolti nell' affare 2.300 mln sono dipendenti con il secondo, terzo lavoro); 100 mrd all' economia criminale; 10 mrd alle grandi imprese e 6 mrd alla mancata emissione di scontrini e fattura da parte di lavoratori autonomi e PMI.

    Ho l' impressione che se il dialogo partisse da queste premesse tutto sommato oggettive, sarebbe meno interessante e anche meno chiassoso. Quindi abbandonerebbe presto sia i bar che gli studi televisivi, magari per approdare sulle scrivanie di chi cerca seriamente una soluzione.

    ADD1: il dipendente evade soprattutto nei decili più bassi.
  53. Alcune considerazioni di Steven Landsburg su fisco, tasse ed evasione.
    • Le tasse sul capital gain sono sovratasse, chiaro?...
    • Vediamo di chiarirlo ancora meglio. La tassa sul reddito colpisce il reddito ma anche il capial gain sul reddito investito. Come? Semplice, facendo in modo che investa una somma inferiore e quindi ricavando meno in termini di plusvalenza. L'imposta esplicita del capital gain nn fa altro che sommarsi a questa imposta implicita...
    • Perchè la gente nn capisce? Vedono un Tizio che investe e guadagna cosicchè si pretende che paghi le sacrosante tasse, ma dimenticano che se nn avesse già pagato in anticipo le sue tasse (poniamo il 50%) avrebbe investito il doppio e guadagnato il doppio: il capital gain è già tassato in anticipo...
    • E chi eredita senza mai aver lavorato un giorno e senza mai aver pagato una lira di tasse, magari xchè la tassa di successione è pari a zero? In realtà costui le tasse le ha pagate eccome: avrebbe infatti ereditato il doppio se nn avesse pagato le sue tasse...
    • Immaginiamoci un codice fiscale siffatto: ogni 15 marzo le donne pagano un 20% sul loro reddito mentre ogni 15 aprile gli uomini pagano il 20% e le donne il 10%. Ci saranno dei contestatori che si lamenteranno del trattamento di favore che le donne ricevono il 15/4. Ve la sentite di appoggiarli? Solo in qs caso ha senso lamentarsi delle bssde aliquote di capital gain...
    • La tassa sui salari è anche una tassa sul capital gain...
    • La tassa sui salari scoraggia il lavoro, la tassa sugli interessi scoraggia sia il lavoro che il risparmio. E' doppiamente malefica.
    • Tassare gli interessi colpisce soprattutto il lavoro dei giovani (sono la categoria che dilaziona di più i consumi)...
    • Tassare gli interessi scoraggia l'accumulazione di capitale da cui dipendono produttività e crescita dei salari futuri...
    • Vuoi colpire il capitale xchè in possesso dei ricchi? Così facendo incentiverai i loro consumi allargando la forbice coi poveri sul tenore di vita. Se poi i ricchi consumano di più qualcun altro dovrà diminuire i suoi consumi, e indovina chi sarà?...
    • Un modo x nn tassare gli interessi attivi consiste nel rendere deducibili quelli passivi...
    • Mankiw vede invece l'indeducibilità come un mezzo per ristabilire la concorrenza tra apprivigionamenti a debito e in compartecipazione di capitale (qs ultimi sono tassati). Ok, il ragionamento fila ma nn è detto che se una legge è sbagliata (tassazione dei dividendi) il rimedio consiste nell'introdurne un' altra altrettanto iniqua sbagliata. Facciamo piuttosto un passo nella giusta direzione, poi faremo quello successivo...
    • Successione. Gli attivi ereditari sono già stati tassati quando sono stati guadagnati. Tutte le altre tasse sono doppie o triple tassazioni...
    • Il punto della doppia tassazione era già stato evidenziato nientemeno che da John Stuart Mill, mica paglia.
    • Tesi: tassare i ricchi è impossibile. Magari è desiderabile ma resta impossibile...
    • Definizione: perchè il governo possa consumare di più (o far consumare di più i suoi protetti) occorre che qualcuno consumi di meno. Ma un riccone, x quanto tartassato, nn consumerà mai di meno. Magari potrai portargli via un mazzo di soldi in banca ma avere dei bigliettoni in banca o una scrittura sul pc nn è in sè "un godimento", il riccone continuerà a spassasserla esattamente come prima. Da dove pescheremo allora il "consumo negativo"?…
    • Chi consumerà meno in seguito ai maggiori consumi del governo? Dipende dagli effetti della traslazione. Facciamo un es: il riccone diminuisce i suoi soldi in banca, la banca fa meno mutui negandolo a Tizio che voleva farsi la macchina nuova. Ecco, Tizio è uno di quelli che "gode meno"...
    • Tipica confusione: prendere i soldi x risorse reali. Se mi dicessero "ti prendo tutti i tuoi soldi garantendoti le risorse reali che avresti consumato" ci starei senza problemi, o per lo meno, sarei indifferente alla cosa. Tassare un ricco nn fa altro che metterlo in questa situazione di indifferenza...
    • Perchè l'evasione? C' è una sola ragione: il conflitto d'interessi. Infatti, un autonomo italuano evade mediamente quanto un danese o uno statunitense. Quando l'incentivo è simile ci si comporta in modo simile. L'evasione nn è questione di moralità...
    • Prrchè il sommerso italico è più vasto? Ci sono più autonomi...
    • Perchè tanti autonomi? 1) spirito imprenditoriale? 2) ipersondacalizzazione del mercato del lavoro? 3) è + facile evadere se piccoli? 4) incentivi alla frammentazione?...
    • Che fare? È impossibile trasformare le famiglie in sostituti d'imposta. Tutti si concentrano solo sulla lotta all'evasione complicando sempre di più gli obblighi., magari nella speranza malsana di soffocare così il piccolo. Meglio sarebbe invece deregolamentare e desindacalizzare le grandi imprese per farle concorrere alla pari coi piccoli
    continua
  54. For good and evil di Charles Adams - una storia de
    • Tasse e civiltà. Aumentarle ha distrutto delle civiltà. Diminuirle mai nessuna.
    • Tesi: le tasse sono il motore della storia. Più di clima ecc.
    • Sono sempre presenti. Nel bene e nel male. Segnano prosperità e declino.
    • Il modo in cui tassiamo determina se siamo liberi o schiavo ricchi o poveri buoni o cattivi
    • Rivolta fiscale. Le più letali. Iniziano con alta evasione.
    • La nostra sottomissione è imbarazzante.
    • Causa guerra civile americana: sì imposte no schiavitù.
    • Accademia: occorre uno storico della tassazione
    • Ci libereremo mai dall imposta sul reddito?
    • Esazione = estorsione. Torcere fuori con la forza.
    • Non esiste civiltà senza tasse
    • Egitto: gli scribi onnipresenti. Una burocrazia da unione sovietica.
    • Condoni: atto di generosità filantropica. La stele di rosetta ne celebra uno.
    • Informatori. Taglie ed evasione.
    • La schiavitù di israele fu innanzitutto fiscale.
    • Chiesa vs laici. Una rivalità esacerbata dalle esenzioni fiscali. Sui templi era intimato agli esattori di stare alla larga.
    • Decadenza egizia secondo rostovtzeff: burocrazia e tasse. E jared diamond che dice?
    • Storia delle tasse: inizia bene finisce male. È inevitabile?
    • Israele: anarco federalismo ebraico
    • La storia ebraica: una serie di lotte contro tributi oltraggiosi. Da nabuco a hitler.
    • La storia si ripete: una classe facoltosa senza agganci politici viene tartassata. A volte fino alla schiavitù.
    • Per 400 anni gli israeliti nn ebbero un re nè un sistema centrale.
    • L oppressione fiscale di ninore. 
    • popi la schiavitù con i profeti che consigliavano obbedienza
    • Babilonia: terrorismo fiscale.
    • Hannuka: festa della liberazione fiscale
    • Il "dare a cesare"era una domanda trabocchetto. Rispondere con un no significava morte.
    • Ebrei: i maggiori ribelli fiscali della storia. Sempre sconfitti sempre peggioravano la loro situazione. Alla fine si dette retta ai profeti abbandonando la leggenda di davide e golia.
    • roma. gibbon: si introdusse la schiavizzazione dell evasore e lì cominciò la decadenza.
    • Confucio: negava mano libera agli esattore. Max 10pe cento. La decima biblica.
    • Imposta sul reddito. Inizia lo spionaggio fiscale. Culture violentate. Esercito di funzionari con ampi poteri.
    • I.r.  l imposta che sconfisse napoleone. Ma anche marx: opportunamente occultata rese inutili le ribellioni operaiste.
    • Napoleone: ambizioni guerresche senza fondi fiscali. Intanto la gb invente ir.
    • ir è essenzialmente un imposta di guerra: si afferma con le guerre e non se ne va più.
    • Altro frutto di ir: il pragmatismo: sptemi più che puoi i principi nn contano. Ir come tassa occulta.
    • L idealismo giacobino anche se perverso risparmiò la francia da ir fino alla i guerra.
    • Opposizione francese all imposta sul reddito e dono della statua della libertá agli usa.
    • Imposta progressiva sul reddito ipr: tassare una minoranza in modo inquisitorio. adam smith: ipr apre all estorsione
    • Giudice holmes: con irp compro la civiltà (l imposta passava dall uno all otto) Giudice field: compro lo schiavismo.
    • notare le affinità tra difesa dell imposta progressiva e difesa della segregazione razziale.
    • si introdusse irp cogliendo l umore dell epoca: 1) i baroni rapinatori 2) socialismo sol dell avvenire
    • mai si potrebbe passare dal 2 al 90% con una tassa sulla proprietà?
    • gli obiettori fiscale contemporanei sono stati condannati dai giudici, le basi costituzionali che hanno scelto erano fragili. ma gli stessi difetti si ritrovano tra gli obiettori sotto l ancienne regime
    • i sistemi fiscali del passato erano basati sull onore. oggi qs sarebbe possibile?
    • oggi: l evasione è proporzionale alla possibilità di evadere.
    • l evasione preannuncia il declino: vedi imperi di spagna e olanda.
    • fisco contemporaneo: una sacca di tirannia in un sistema libero?
    • blackstone: il penale contro gli evasori è sbagliato perchè il loro non è un crimine naturale ma un'infrazione positiva. della stessa opinione montesquieu. all epoca bestemmiare era punito con la morte.
    • controllo politico: la legislazione deve rendere ricattabile ogni cittadino per tenerlo sotto schiaffo. il fisco si presta meravigliosamente a qs obiettivo.
    • un tempo l'evasione era segno distintivo del cittadino povero.
    • jude wanniski: le persone non hanno inclinazioni sostanzialmente diverse all evasione.
    • l alta evasione potrebbe avere un effetto benefico sulla spesa pubblica.
    • proposta: chiamare evasione tutte le immunità fiscali.
    • per i romani i barbari furono un paradiso fiscale. molti passarono con loro.  anche l islam lo fu.
    • controlli valutari: necessari solo ai paesi che amministrano male la loro valuta.
    • la parabola del giappone: 1 riforme fiscali esose negli anni 80 2 etica fiscale da suicidio: i samurai erano esattori d imposta, ricordiamocelo.
    • riforme che non funzionano: la clausola del bene comune. troppo vaga.
    • riforme che non funzionano: il bilancio in pareggio. si fanno lievitare le spese e la scusa per tassare è bell e pronta.
    • riforma: separare il potere di tassare e quello di spendere.
    • riforma: ritorno al no taxation without rapresentation. ovvero contro irp
    • riforma: vincoli costituzionali sia per la spesa che per la tassazione.
    • riforma: imposte di scopo.
    • riforma: demolire lo spionaggio fiscale
    • riforma: introdurre il reato di estorsione fiscale con risarcimento danni + l azione civile per persecuzione fiscale.
    • riforma: depenalizzare il diritto tributario.
    • riforma: concedere ai giudici e ai parlamentari immunità fiscale.
    • riforma: rendere indiretto il sistema fiscale: più visibilità e meno spionaggio.
    • riforma: orientare sul consumo l'imposizione: equità e semplicità (niente deduzioni detrazioni esenzioni).
    • i parametri su cui valutare un sistema fiscale: aliquote uguaglianza intrusione pena. rompi una gamba e il sistema si azzoppa.
    • conclusione: le civiltà sono cadute per il cattivo uso della tassazione. tra le politiche riconsiderate nell espressione "cattivo uso della tassazione" non rientra mai un abbassamento delle imposte.
    • gli invasori fecero meno guai dell ipertassazione.
    conclusione
  55. La tirannia fiscale di Pascal Salin
    • tesi: il fisco oltre certi limiti è tirannia. anche in democrazia? la natura del tiranno non rileva
    • il problema della traslazione rende l imposta un arbitrio
    • se premetto la razionalità dell uomo (anti-paternalismo) concludo che il fisco è quasi sempre tirannia: immorale e inefficace
    • ma la giustificazione del capitalismo è essenzialmente morale
    • il concetto di solidarietà obbligatoria è proprio del pensiero tribale
    • i guai cominciano quando si vuole quantificare: i valori non sono misurabili
    • perché non cresciamo: debolezza della domanda o disincentivo a lavorare?
    • beni pubblici: evitiamo di parlarne, tanto ormai è certo che le tasse non servono a finanziarli.
    • se un bene è pubblico perché mai dovrebbe produrlo lo stato?
    • giustificazione della progressività: uguaglianza di sacrificio
    • ob: come quantificare i sacrifici. nota che il paese più felice è la nigeria
    • seconda giustificazione: solidarietà
    • ob: ma la solidarietà coatta è immorale.
    • terza giustificazione: i più ricchi usano più beni pubblici.
    • ob: è un'ammissione che non si produce un bene pubblico, ovvero un bene senza rivalità nel consumo
    • ogni tassa sul capitale è una sovratassa
    • effetti: colpito il risparmio. consumismo
    • anche l imposta sull eredità è una sovratassa. se poi c'è anche un imposta sul capitale allora c è tripla tassazione.
    • successione: ostacola la formazione dei patrimoni e discrimina tra chi risparmia e chi consuma
    • perché i genitori possono trasferire capitale umano ma non fisico?
    • tesi: la tassazione penalizza il risparmio, la mancanza di capitali incentiva il credito, il mercato finanziario salta causando le crisi. ergo: è il nostro sistema fiscale la causa prima delle crisi.
    • il fisco ideale: un'imposta sui consumi=reddito-investimenti
    • l impresa non dovrebbe pagare imposte. l'impresa è un contratto, un contratto non paga imposte.
    • contributi: c'è confusione tra assicurazione e solidarietà. una confusione creata ad arte per comporre un unico calderone
    • povero: guardare al reddito vitale: è povero solo chi lo è sempre stato.
    • armonizzazione fiscale: impedisce che le fughe di capitale denuncino i mal governi.
    • aliquote diverse in paesi diversi non pregiudicano la concorrenza ma il tenore di vita in quei paesi.
    • riforma. costituzione fiscale con aliquote massime
    • riforma. istituire un parlamento fiscale con maggioranze qualificate
    • riforme: referendum fiscale per le nuove imposte introdotte.
    • riforme: 8 per mille allargato. magari al 50% (imposta di scopo)
    • riforma: tribunale fiscale dove denunciare la politica e la burocrazia
    • riforma: decentralizzare: confederalismo fiscale.
    • riforma: dilazione delle leggi fiscali (entrano in vigore dopo un anno).
    • riforma: sussidiarietà e buoni
    conclusioni
  56. Contro le tasse di Oscar Giannino
    • papa gregorio (600) e i monaci di fleury mandano le loro maledizioni ad esattori senz altro meno esosi dei nostri
    • luca 23.1: gesù accusato di sobillare lo sciopero fiscale contro roma. Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato [23.2] e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re»
    • nel 1999 un documento della curia di milano propone l aliquota unica!
    • carta di parigi del 614: diritto allo sciopero fiscale
    • rivolte fiscali: monarchia costituzionale in gb+riv francese e americana.
    • valentino rossi: l assurda conta dei giorni passati in italia.
    • lo scandalo dei residui fiscali e i mantenuti ad oltranza
    • ferrara de marco pareto einaudi. lontano ricordo la scuola italiana di tecnici anti-tasse
    • abbassare le tasse per avere 1 più crescita 2 più libertà 3 più dinamismo sociale
    • tagli energici, al margine, credibili, sistematici e con allargamento della base imponibile
    • i grandi tagli usa: 1925 (harding/coolidge) 1965 (kennedy 1980 (reagan). i fatti confermano la teoria
    • il deficit non è un problema già nel medio periodo. a meno che la spesa non impazzisca
    • altra conferma dall'irlanda: l irlanda
    • altra conferma: la rivoluzione thatcher (doppiamente tale poiché s intervenne anche sulla spesa)
    • i benefici: investimenti e offerta di lavoro.
    • edward prescott: perchè gli americani lavorano di più? cultura? povertà? No, perché conviene.
    • dove va la nuova ricchezza? in consumi.
    • ma se ne beneficia la borsa ne beneficia anche il risparmio: la borsa usa persino nel ventennio peggiore rendeva più dell inps
    • effetto collaterale: i ricchi contribuiscono di più al gettito (e quindi al welfare).
    • il problema italiano: l avversione alla diseguaglianza. siamo ai vertici nei sondaggi.
    • prima liberalizzazioni o taglio? tesi: prima il taglio. con il taglio affami la bestia, costringi all austerity e quindi a liberalizzare.
    • tabellini e perotti: il sistema proporzionale fa impennare la spesa. si aggiustano i patti con i trasferimenti
    • perché in italia è difficile? il fisco è una filosofia. ci manca la cultura, specie quella imprenditoriale.
    • la proposta prewo: un unico conto previdenziale dove la gente accumula facendo scelte di vita. nasce la mentalità imprenditoriale.
    • la sinistra italiana odia i ricchi e vorrebbe sommergerli di tasse, salvo alzare urla di dolore quando arriva l inevitabile reazione di fuga e ritiro.
    • la lotta al contante colpisce chi il conto non ce l'ha, ovvero la classe più debole dei nostri concittadini.
    • lotta all evasione non è mai una lotta ai doppi-tripli lavori di fatto esentasse. come mai? forse perchè coinvolgono la classe dei dipendenti?
    • l'evasione: un fenomeno che riguarda per lo più poveri (servizi a basso va) e sud.
    • titolo di studio basso, alta evasione. basso civismo? imho: molti (inutili) titoli di studio elevati lavorano nel pubblico. prendi solo la scuola!
    • evasione, due approcci: 1 convincere con le buone (risultati solo sul lungo) 2 convincere con le cattive. risultati solo se si fanno riforme di semplificazione, si abbassano aliquote o si concedono condoni
    • le ipocrisie della lotta all evasione: spacciare gli studi di settore per lotta all evasione. parlare di evasione recuperata quando si indica quella accertata (1/10 dell accertato viene recuperato).
    • la leggenda nera dell evasione poi è basata su stime del tutto ipotetiche e ci si dimentica di dire quanto sia alta in paesi considerati virtuosi ma ad alta pressione fiscale.
    • la lombardia è a livello di svizzera e usa, i più virtuosi. il nord a livello della germania, un po' sotto. il centro a livello della svezia e del belgio, ancora un po' sotto. il sud a livelli slavi. sito episeme . org evasione italia francia germania http://epistemes.org/2007/06/14/evasione-fiscale-i-costi-e-spiegazioni/



    conclusioni
  57. Fisco e psicologia. Perché paghiamo le tasse? Risposta standard: perché aderiamo ad un contratto sociale. Gli esperimenti di Milgram sull'ubbidienza dicono altro. Per approfondire: 6 The Psychology of Authority The Problem of Political Authority: An Examination of the Right to Coerce and the Duty to Obey by Michael Huemer
  58. Joseph Heath. Per il populista le tasse sono un furto. Ma lo stato non puo' essere un ladro per il semplice fatto che non è una persona bensì un meccanismo. Il populista grida che le tesse sono un furto ma poi magari gode di sussidi e agevolazioni. Magari le tasse saranno anche un furto ma in genere il ladro è anche lui.
  59. E se tassassimo solo i ricchi? | noiseFromAmeriKa: "Nel mio precedente articolo notavo come negli Stati Uniti (il paese con il meccanismo fiscale più progressivo dei paesi industrializzati) i poveri non paghino tasse sul reddito, la middle class paghi poco o quasi nulla ed il 20% più ricco paghi quasi tutto. La divergenza con il sistema fiscale delle social democrazie europee è talmente accentuata che questo divario può sembrare incolmabile. In realtà, fino a 35 anni fa, il sistema fiscale americano non era poi così diverso da quello europeo, ma grazie a quattro principali riforme fiscali negli Stati Uniti sono riusciti a ridurre gradualmente, e alla fin fine drasticamente, il peso fiscale per il cittadino medio, lasciando il grosso del carico fiscale sul 20% più ricco della popolazione". Il modo migliore per arrivarci è diminuire le tasse sui ricchi.
  60. Speriamo che i ricchi diventino ancora più ricchi By lodovico pizzati - fisco americano
    • Praticamente metà degli americani non paga tasse sul reddito. E tre quarti dei nuclei familiari arriva, al massimo, ad un’aliquota marginale del 15%. In questo sistema l’84% dei $ 1.4 trilioni di entrate dalla tassa sul reddito viene pagato solo dal 20% più ricco, gente che guadagna almeno $ 10,000 al mese.
    • entrate fiscali di $ 3 trilioni (dati 2014). Di questi il grosso sono proprio income taxes: $ 1.4 trilioni, pari al 42% della torta. Un altro 40% sono le payroll taxes che vanno a pagare la social insurance. Le corporate taxes sono solo $ 0.3 trilioni (un misero 10% del totale). Il resto sono tasse minori.
    • Poi ogni stato raccoglie soprattutto le sales taxes, mentre le città si tengono le property taxes.
    • ci sono una serie di possibili detrazioni che tralascierò per concetrarmi sulle due principali: la standard deduction e la exemption.
    • la standard deduction di $ 12,600 per coppie (e $ 6,300 per singoli).
    • le exemptions, e cioè $ 4,000 per ogni membro del nucleo
    • prendiamo il nostro average Joe che guadagna con la moglie $ 53,000 in lordo.... Scopriamo che il suo reddito tassabile finisce per essere $ 24,400........... con $ 24,400 di reddito tassabile la income tax è $ 2,741. E il nostro average Joe le paga? No! Il fisco americano ti fa una sorpresa perché una volta che hai scoperto quanto devi pagare, ora puoi dedurre il child tax credit, ovvero togli altri $ 1000 per ogni figlio che hai.... una famiglia tipica paga $ 741 all’anno, e cioè il 1,4% scarso, praticamente nulla.... Insomma, pressapoco metà degli americani non deve praticamente neanche pagare l’income tax.
    • Guardiamo all’altro vicino di casa di average Joe, quello a capo della famiglia che guadagna in lordo $ 68,200... paga solo il 6,6% del lordo.
    • Guardiamo a quella modesta famiglia che guadagna $ 112,262,.... Qui siamo nel ceto medio-alto (upper-middle class)....una tassa media solo del 9,4% rispetto al lordo!
    • In sintesi, gli americani più poveri (quelli con un reddito equivalente alla media italiana) ovviamente pagano zero tasse, ma praticamente anche il ceto medio-basso non ha tasse da pagare. Il ceto medio-alto al massimo vede delle aliquote al 10% e 15%. In sostanza è solo il 20% più ricco che paga
    • ricchi, quel 20% della popolazione che guadagna il 50% del reddito nazionale e che paga l’ 84% del totale delle tasse sul reddito versate....
    • negli Stati Uniti l‘80% della popolazione è un free rider sulla groppa del 20% più ricco. Non solo, ci sono delle esternalità positive ad avere tutti questi ricconi. Pensiamo alla Google car di Page e Brin che darà la possibilità al nostro average Joe di avere l’autista personale. Pensiamo a Bezos e Musk che, indipendentemente, hanno fatto atterrare un razzo in verticale, consentendo enormi risparmi per il settore spaziale.... Pensiamo alle auto elettriche di Musk, alla filantropia di Gates... Oltre a queste esternalità positive i ricchi pagano il conto per tutti.
    • mentre le decisioni su come amministrare il bene pubblico vengono prese dalla maggioranza.
    • speriamo che i ricchi diventino ancora più ricchi, perchè in questo sistema vuol dire non solo niente tasse per il ceto medio basso, ma ormai anche sempre meno tasse anche per il ceto medio alto.
    • il sistema fiscale americano è progressivo fino ad un certo punto. La partita si gioca all’interno del top 20% (vedi tabella WSJ): tra il 19% di famiglie che guadagnano tra un $ 120mila a un $ 600mila all’anno (un 62 milioni di americani), e il top 1%
    • le 50mila famiglie di multi milionari (e i bilionari) che usufruiscono di scappatoie fiscali costruite ad hoc a suon di lobbying. 
    • è una battaglia tra alcuni milioni di ricchi come Sanders e qualche decina di migliaia di uber ricchi 
    E se tassassimo solo i ricchi? By lodovico pizzati

    • negli USA, ci stanno arrivando paradossalmente riducendo le tasse sui ricchi.
    • il sistema fiscale americano non era poi così diverso da quello europeo, ma grazie a quattro principali riforme fiscali negli Stati Uniti sono riusciti a ridurre gradualmente, e alla fin fine drasticamente, il peso fiscale per il cittadino medio
    • Fino al 1981 l’aliquota che incideva sul reddito dell’household mediano (il nostro average Joe) era del 28%, mentre l’aliquota massima era del 70%... quella massima è ora al 39.6% per i guadagni oltre i $ 465,000
    • Le prime due riforme fiscali sono avvenute con Reagan, nel 1981 e nel 1986, la terza con Clinton nel 1997, e la quarta con Bush nel 2003.
    • Le riforme fiscali americane solitamente fanno notizia perché riducono le tasse sui ricchi (e questo è vero) ma quello che passa inosservato è la riduzione ancora più notevole per la middle class.
    • Il grosso della riduzione fiscale per la middle class è avvenuto sotto Clinton nel 1997 e ancora di più con Bush nel 2003. Nel 1997 e nel 2003 l’aliquota per la middle class non è cambiata, ma oltre all’aumento delle deduzioni sono stati introdotti dei tax credit che hanno azzerato le tasse per milioni di americani.
    • In termini relativi la famiglia mediana ha visto le imposte federali sul reddito praticamente scomparire, mentre la famiglia ricca le ha viste quasi dimezzarsi.
    • Questo rende il meccanismo fiscale molto più progressivo perché ora il ricco paga relativamente molto di più dell’average Joe, anche se in termini assoluti adesso paga molto di meno di quanto pagava prima. Come è possibile?
    • La risposta istintiva potrebbe essere che gli americani hanno atrofizzato le entrate fiscali e così facendo chissà di quanto hanno ridotto la spesa pubblica e i benefici pubblici per l’average Joe.
    • Ma i dati invece dicono tuttaltro.... Se guardiamo alle entrate fiscali dalla federal income tax... queste entrate fiscali sono aumentate:
    • In parte questo può essere dovuto alla crescita economica generale ma, dato che il carico fiscale pesa sempre di più sul 20% più ricco, questo aumento sembra dovuto soprattutto al fatto che i ricchi stanno diventando sempre più ricchi.
    • Gli Stati Uniti hanno raggiunto il massimo di progressività fiscale tassando di meno il ricco, quasi proprio non tassando per niente la middle class, e fregandosene dell’impatto sulla disparità di reddito
    • per l’ideologia socialista la progressività fiscale è invece vista come il mezzo per raggiungere il vero fine, che è la riduzione della disuguaglianza
    • Ma qual è il fine ultimo? È il benessere in termini assoluti o il benessere relativo al mio vicino di casa?
    • Europa. pur di ottenere una varianza minore (meno divario tra il ricco e il ceto medio) finisco per tassare di più il ricco. Ma facendo così rischio di far meno cassa e mi tocca compensare col tassare anche il ceto medio,
    continua
  61. Cancel currency? By John H. Cochrane
    • Perchè abolire il contante. Ken has two basic points: The zero bound, and tax evasion / illegal economy.
    • Zero bound
    • Many economists would like the Federal Reserve to be able to set a negative interest rate... As long as you--and more importantly, banks -- can hold cash, which pays a zero interest rate, the Fed can't impose a negative interest
    • This has led to a number of creative proposals....Willem Buiter.. has discussed ... devices for paying negative interest rates on currency... stamp taxes......Mankiw (2009) points out that the central bank could effectively tax currency by holding lotteries based on serial numbers... the ultimate version of this idea: get rid of cash
    • Suppose we have substantially negative interest rates -- -5% or -10%, say, and lasting a while. But there is no currency. How else can you ensure yourself a zero riskless nominal return?
    • Prepay taxes.
    • Gift cards.
    • stored value cards,
    • Prepay bills.
    • Prepay rent
    • Businesses: prepay suppliers and leases.
    • Now in each case, you might say this can be changed. The IRS could refuse pre-payments
    • So, bottom line, we cannot have strongly negative nominal rates without a legal revolution essentially negative-indexing the entire economy
    • "Illegal" transactions, regulations, and tax evasion
    • Paper currency facilitates making transactions anonymous,
    • Though anonymity facilitates evasion of "good" taxes and necessary regulations, the ability to transact anonymously is an important safety valve that protects our economy and many others around the world from a welter of "bad" taxes, laws, and overly intrusive regulations. How much of each we have now, and how desirable strict enforcement is depends on where you sit. I imagine opinions differ at Harvard vs. Cato or Mercatus.
    • Big companies and wealthy people who pay most of the taxes in the US don't have to cheat; they just hire good lawyers and lobbyists.
    • In the U.S., eliminating cash would heavily impact the poor. The U.S. has 11 million undocumented immigrants, most working and transacting in cash....What little entrepreneurship and activity exists in many poor parts of inner cities survives on cash,
    • A lot of "tax evasion" using currency consists of quite poor people evading the astronomical marginal tax rates implicit in social programs. People on social security disability, and medicaid, say, who would lose lots of benefits if they reported income... Do we really want them to obey all the rules strictly -- not work at all?
    • The world in which the Federal Government must pre-approve every employment strikes me as a nightmare .
    • Estimates for Europe put the "shadow economy" at least 20% of GDP, and a larger fraction of employment especially for young people....It's not obvious that eliminating cash and cash transactions in Europe would raise tax revenue, rather than simply lowering actual GDP and employment by 20% or more.
    • we already have lost a great deal of the ability to transact anonymously, and the current technological and policy trend is entirely in the other direction.
    • Liberty
    • More deeply, a world in which the Federal Government can observe every single transaction made by every single person and corporation, and thereby reconstruct the size and composition of every person's wealth, strikes me as an Orwellian nightmare.
    • Imagine what J. Edgar Hoover could have done to the civil rights and anti-war movements with the ability to see every transaction in the country.
    • Substitutes and a chilling ending:
    • Last but not least, if any country attempts to unilaterally reduce the use of its currency, there is a risk that another country’s currency would be used within domestic borders.
    • Bitcoin, though very imperfect in a lot of dimensions, shows the strong demand for anonymous transactions and wealth holding.



    continua
  62. 3 Perfect Markets and the ‘World of Truth’ - The Undercover Economist by Tim Harford - #mercatomacchinadellaverità #lamenzognadelletasse #tassaottima #optout #scuolaeimmobiliaristi #garaoblocchidipartenza?
  63. 9 The Perfect Tax - Fair Play: What Your Child Can Teach You About Economics, Values and the Meaning of Life by Steven E. Landsburg - #perversionedellaparolaequità #paghiperchélavoriincassiperchègiochi #ilcontrattotranonnati #quantificarerawls #tassareilgenoma #tassarelaltezza #rawlsripugnante? #maschiepensioni #fingersistupidi #imalidelfiscoefficiente
  64. 10 The Perfect Tax, Deconstructed Fair Play: What Your Child Can Teach You About Economics, Values and the Meaning of Life by Steven E. Landsburg - #fiscoefficientefiscooppressivo #criticaarawls:elautoritàcentrale? #ildeficitdelle12generazioni #contrrawls:perchènonredistribuiretuttoinafrica? #ipotesigrabbing #controrawls:simpatiaebellezza? #controrawls:immanentismooplatonismo? #ilsensodiequitàdibuffett #redistribuzionecomeassicurazione #controrawls:ilsentimentoolimpico #talentoecorpo #furtoestupro #genioemerito #ilpoteredellanalogia
    contro rawls (il potere dell'analogia):
    • autorità centrale
    • analogia ripugnante: redistribuire all'estero
    • analogia ripugnante: il sentimento olimpico
    • analogia ripugnante: trattare la bellezza, la simpatia ecc. come il talento nel business
    • filosofia: colo il platonista puo' concepire l'esperimento dei non nati; non invece l'immanentista
    • ipotesi alternativa e credibile: grabbing
    continua
  65.  Six How to Fix Politics - More Sex Is Safer Sex: The Unconventional Wisdom of Economics by Steven E. Landsburg - #circoscrizioneincrociata #collegiatassazionevariabile #noritenuteescadenzaunica #solotassescopo #deregolamentazioneadocciafredda #solovotocoinvolto
  66. Alternative alla soda tax Why not just target the output, rather than some random subset of inputs? We could tax obesity if we wanted to. Or if we want to seem less punitive, we could award tax credits to obese people who lose weight. A tax directly pegged to reduced obesity would certainly be a much more efficient way to achieve the stated policy goal of reducing obesity. Of course, “fat taxes,” even when framed as weight-loss tax credits, seem pretty loathsome. Why is . . . unclear.
  67. Was it wrong to hack and leak the Panama Papers? by Tyler Cowen Paradisi fiscali
    • Analogia. Let’s say a group of criminal defense lawyers kept a database of their confidential conversations with their clients. That would include clients charged with murder, robbery, DUI, drug abuse, and so on. In turn, a hacker would break into that database and post the information from those conversations on Wikileaks. Of course a lot of those conversations would appear to be incriminating because — let’s face it — most of the people who require defense attorneys on criminal charges are in fact guilty. When asked why the hack was committed, the hacker would say “Most of those people are guilty. I want to make sure they do not escape punishment.” How many of us would approve of that behavior?  
    •  Yet somehow many of us approve when the victims are wealthy and higher status, as is the case with the Panama Papers. Furthermore most of those individuals probably did nothing illegal, but rather they were trying to minimize their tax burden through (mostly) legal shell corporations 
    • Once again, politics isn’t about policy, it is about which groups should rise and fall in relative status. And many people believe the wealthy should fall in status, and so they will entertain the morality of all crimes and threats against them. 
    continua
  68. tagliare i sussidi alle imprese o le detrazioni in unico o le pensioni è un taglio alla spesa o alle tasse? Le definizioni contano, seguiamo l'ideologia corrente per fornirle correttamente: http://broncobilli.blogspot.it/2016/06/ma-renzi-ha-aumentato-o-diminuito-le.html