Per cambiare idea bisogna riconoscere i propri errori. Per riconoscere i propri errori bisogna sapere quali potrebbero essere. Per sapere quali potrebbero essere è sempre utile avere sottomano una lista. Eccone allora una:
1. Bias. Discutendo dell' esistenza di Dio ti accorgi che molti "desiderano" giungere ad una conclusione positiva (altri negativa). Quando nel ricercare la verità sei animato da desideri che non siano la ricerca della verità è molto facile incorrere nel bias emotivo.
2. Miscalculation. Se nella divisione sbaglio il riporto, potrò anche essere intelligente, potrò anche essere razionale... e tuttavia ho commesso un errore.
3. Confusion. Considero gran parte dei miei valori morali come relativi. Basta questo semplice fatto perchè qualcuno mi consideri un "relativista". Ma cio' deriva solo dalla confusione che si fa con il concetto di "relativismo etico".
4. Misunderstanding. C' è chi vede nell' esistenza in natura di fenomeni caotici uno spiraglio per il libero arbitrio. Ma cio' deriva da un' incomprensione del concetto di Caos (e spesso anche del concetto di libero arbitrio).
5. Oversight. Quando mi chiedono se due oggetti possono occupare lo stesso spazio rispondo di "no". Poi mi fanno notare che il mio corpo e la mia mano occupano lo stesso spazio. Ah, la fretta.
6. Selective attention. Molti giudicano in base alla propria esperienza, è naturale che incorrano spesso in errori.
7. Incomplete information. Ci si schiera contro il porto d' armi. Ma si conoscono gli effetti della detenzione di armi? Ci si schiera contro la pena di morte? Ma si conoscono gli effetti dell' abolizione? Vai a vedere e la risposta è quasi sempre un bel "no".
8. Unarticolated assumption. Un classico discutendo dell' aborto: mentre A discute del peccato, B discute del reato. Possono andare avanti per ore senza chiarire l' assunto. Poi si chiarisce, poi l' equivoco torna.
9. Stubborness. Come è difficile fare marcia indietro. Ma non vale solo per il singolo. A volte una credenza viene trascurata per il semplice fatto di essere antiquata.
10. Fallacies. Sofismi.
11. Forgetfulness. Mario e Maria si amano e vogliono amarsi completamente. Sono però fratello e sorella e, sapendo dei rischi genetici, decidono di vivere il loro amore senza procreare. La condanna etica dell' incesto è comunque immediata. Ci hanno tolto di mezzo l' argomento genetico ma noi insistiamo nella condanna quand' anche brancoliamo nel buio circa le motivazioni. Forse ce le siamo dimenticate.
12. Intrinsec difficulty. Perchè se l' Inghilterra produce un vino di qualità superiore e di costo inferiore a quello che produce il Portogallo, è razionale invece che lo importi proprio dal Portogallo? Alcune soluzioni non sono immediate e si puo' inciampare.
13. Inarticulate evidence. Se dicono che il mio parroco è un pedofilo non ci credo, lo conosco da una vita. Non so dire perchè ma non ci credo.
14. Mental defect. Ci sono anche i ritardi mentali. Uno schizo-paranoico puo' ragionare anche bene in diversi ambiti ma molto spesso è difficile venire a capo di qualcosa con lui.
La capacità di correggersi è una grande dote ma c' è chi trova umiliante fare marcia indietro dopo aver dato il grande annuncio. Una volta suonata la tromba ci si attacca con le unghie a quella melodia fino a farne un feticcio. Sia chiaro, non intendo tirarmi fuori dalla cerchia. Giova allora avere una check list da spuntare prima.
La check list viene buona spesso e alla fine quasi tutti i disaccordi possono essere "ridotti". Volete un esempio imediato?
Ricordo che nel forum di Fahrenheit si è fatto un gran parlare delle verità "non negoziabili". Molti ritenevano inaccettabile la presenza di concetti del genere ma io penso che ci fosse un equivoco di fondo (errore 3).
La verità "non negoziabile" è una verità che non necessita di tanti ragionamenti per essere affermata. Ma non è certo una verità sulla quale non si possa ragionare.
Ci posso ragionare eccome: posso per esempio verificare se nell' asserirla io sia scevro dagli errori di cui sopra.
Una volta scoperto il mio errore sono in tutto e per tutto autorizzato ad abbandonare anche quella che avevo chiamato una verità "non negiziabile" (o verità assoluta).
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martedì 16 febbraio 2010
lunedì 16 novembre 2009
Problemi con l' IQ
Sembra manchi una relazione tra due abilità fondamentali: essere intelligenti e sapere essere intelligenti. Chi è intelligente non è affatto detto che sappia usare il suo dono.
In particolare, mi ha sorpreso leggere che quasi la metà dei menbri di MENSA (il club che raduna le persone con il più alto IQ al mondo) creda nell' astrologia.
In particolare, mi ha sorpreso leggere che quasi la metà dei menbri di MENSA (il club che raduna le persone con il più alto IQ al mondo) creda nell' astrologia.
giovedì 12 novembre 2009
Per chi suona la campanella
Per capire cosa sia la "dimostrazione" di una tesi, la cosa più pericolosa consiste nell' evocare ricordi scolastici: siamo all' ultima ora, la quinta, un calabrese sulla pedana chiude alla lavagna una serie di passaggi matematici con un bel CVD: Come Volevasi Dimostrare. Il silenzio è generale, la platea (profondamente disinteressata) non puo' e non deve avanzare dubbi di sorta (anche perchè tra un minuto suona la campanella e si deve schizzare, guai a chi fa domande). Il mondo funziona così: da una parte la Verità di Ragione (che garantisce la sufficienza in pagella), dall' altra l' oscurantismo o il farfuglio soggettivista ed interessato.
Quando si parla di "dimostrazione", a qualcuno ancora oggi viene in mente solo la caricatura che ho appena descritto, la chiamerò Dimostrazione Mitica (DM). Sarebbe la dimostrazione che fa tacere tutti gli uomini ragionevoli così come faceva tacere gli scolaretti assonnati.
La logica è uno strumento potente, ma, in senso stretto, non sa dimostrare delle verità, sa solo trasportarle da un' affermazione a quella successiva.
Per giudicare vera la tesi dobbiamo giudicare gli assunti. Di più, la stessa strumentazione logica, a volte, è messa in discussione.
Il fatto che discussioni del genere esistano, non ci pone fuori dal dominio della Ragione. Significa solo che la DM non esiste. Significa che in simili discussioni si contrappongono e dialogano Uomini della Ragione.
Esempi.
1) Scienza. La scienza è fallibile... sì, lo so, il concetto è poco chiaro a chi rifiuta lo status di scienza a delle discipline per il solo fatto che sono più fallibili di altre.
Comunque è così: la scienza è fallibile, per cui, in questo ambito, non esistono DM poichè non esistono esperimenti cruciali. Eppure non è certo un ambito dove imperi un caotico soggettivismo. Ci si divide in continuazione e sui vari fronti battagliano gli Uomini della Ragione.
2) Sant' Anselmo fornì la prova ontologica dell' esistenza divina, ma Kant (qualche secolo dopo) disse che, poichè non considerava l' esistenza come un attributo dell' ente, non poteva accettare l' argomento anselmino.
Il povero cultore della DM non sa che pesci prendere (di solito non ama le discussioni e, in assenza di una DM che le tronchi, va un po' in confusione e cerca di liquidare il tutto come cosa "poco seria").
Perchè non trattare l' "esistenza" come una caratteristica tra le altre dell' ente? L' argomento anselmino resta forte. Cio' non significa che Kant richiedendo un' "eccezione" non abbia frecce al proprio arco.
Comunque, visto che per le persone serie la campanella non suona e non si ha fretta di uscire dalla classe, si discute nei secoli, e su entrambi i lati della barricata stazionano Uomini di Ragione.
3) Godel dimostra l' esistenza di Dio, eppure, per molti, i principi della logica modale, se applicati ad un ente eterno, producono strani effetti. Si avanza il dubbio della liceità. L' obiezione, per quanto sensata, non è certo letale. Perchè mai rinunciare proprio su questo punto a principi dall' impiego universale?
Si discute: non esistendo la DM, su entrambi i fronti gli Uomini della Ragione espongono le loro ragioni.
4) Tesi: Dio è un matematico. Dimostrazione. Chiuso il discorso? Forse solo per gli scolaretti che sognano il trillo della campanella, per gli altri invece il discorso si apre. Accenno ad un paio di "botte": 1) perchè mai dovrei accettare il Principio di Ragione Sufficiente?; 2) perchè mai dovrei accettare il platonismo matematico? Accenno ad un paio di "parate": 1) perchè il mondo è comprensibile 2) perchè l' oggettività delle verità matematiche è di gran lunga la più potente che abbia esperito. Le obiezioni e le risposte sono contrastate ma ragionevoli, ci si alzale maniche della camicia e si discute: poichè la DM esiste solo nei ricordi scolastici di chi non studia da trent' anni, su entrambe le barricate prendono posto Uomini di Ragione.
5) Con un argomento probabilistico Pascal dimostro la razionalità dell' atto di Fede. Gli venne opposta la distinzione tra rischio ed incertezza: non era lecito estendere il calcolo probabilistico oltre il suo naturale dominio.
Si discusse, c' erano grandi Uomini di Ragione in entrambe le trincee e le loro armi erano affilate. La "guerra" intellettuale si tenne tra lo sgomento di chi ancora credeva all' esistenza di una DM in grado di setacciare la ragione e accumularla tutta da un lato.
6) Tesi: la coscienza esiste ed è immateriale. Dimostrazione. Ma c' è chi opina, c' è chi, rigettando alcuni assunti, è disposto a considerare l' uomo alla stregua di uno zombi respingendo le conclusioni proposte a formulandone di alternative. Poichè l' argomento è di un certo interesse, si discute, si discute moltissimo tra Uomini di Ragione. Unico escluso è chi, avendo constatato che non esiste una DM, pensa di essere capitato in una gabbia di matti.
Fine degli esempi. Si è capito che potrei continuare all' infinito?
Si è capito che potrei tirare in ballo persini i teoremi della geometria euclidea con gli assunti respinti da Reimann? Si è capito che anche parecchie dimostrazioni della matematica pura vacillano (quelle ottenute per assurdo) se si opta per l' aproccio intuizionista di Brower?
Queste vie alternative non rendono la disciplina un manicomio inservibile a cui appiccare il fuoco. Anzi, forse esprimono le dinamiche più geniali della ragione umana!
Chi ricerca la Verità, compensi cio' che sempre manca con la fede.
Peccato per chi rende frettolosa tale ricerca perchè in realtà è interessato solo alla campanella e a precipitarsi sulla pastasciutta della mamma senza pensare più a niente...
Se costui sprezza il fragile ponte delle faticose dimostrazioni Ragionevoli (che purtroppo non sono mai Miticamente Risolutive), per "compensare" lo iato che lo separa dalla Verità, più che di fede avrà bisogno di solide superstizioni.
Quando si parla di "dimostrazione", a qualcuno ancora oggi viene in mente solo la caricatura che ho appena descritto, la chiamerò Dimostrazione Mitica (DM). Sarebbe la dimostrazione che fa tacere tutti gli uomini ragionevoli così come faceva tacere gli scolaretti assonnati.
La logica è uno strumento potente, ma, in senso stretto, non sa dimostrare delle verità, sa solo trasportarle da un' affermazione a quella successiva.
Per giudicare vera la tesi dobbiamo giudicare gli assunti. Di più, la stessa strumentazione logica, a volte, è messa in discussione.
Il fatto che discussioni del genere esistano, non ci pone fuori dal dominio della Ragione. Significa solo che la DM non esiste. Significa che in simili discussioni si contrappongono e dialogano Uomini della Ragione.
Esempi.
1) Scienza. La scienza è fallibile... sì, lo so, il concetto è poco chiaro a chi rifiuta lo status di scienza a delle discipline per il solo fatto che sono più fallibili di altre.
Comunque è così: la scienza è fallibile, per cui, in questo ambito, non esistono DM poichè non esistono esperimenti cruciali. Eppure non è certo un ambito dove imperi un caotico soggettivismo. Ci si divide in continuazione e sui vari fronti battagliano gli Uomini della Ragione.
2) Sant' Anselmo fornì la prova ontologica dell' esistenza divina, ma Kant (qualche secolo dopo) disse che, poichè non considerava l' esistenza come un attributo dell' ente, non poteva accettare l' argomento anselmino.
Il povero cultore della DM non sa che pesci prendere (di solito non ama le discussioni e, in assenza di una DM che le tronchi, va un po' in confusione e cerca di liquidare il tutto come cosa "poco seria").
Perchè non trattare l' "esistenza" come una caratteristica tra le altre dell' ente? L' argomento anselmino resta forte. Cio' non significa che Kant richiedendo un' "eccezione" non abbia frecce al proprio arco.
Comunque, visto che per le persone serie la campanella non suona e non si ha fretta di uscire dalla classe, si discute nei secoli, e su entrambi i lati della barricata stazionano Uomini di Ragione.
3) Godel dimostra l' esistenza di Dio, eppure, per molti, i principi della logica modale, se applicati ad un ente eterno, producono strani effetti. Si avanza il dubbio della liceità. L' obiezione, per quanto sensata, non è certo letale. Perchè mai rinunciare proprio su questo punto a principi dall' impiego universale?
Si discute: non esistendo la DM, su entrambi i fronti gli Uomini della Ragione espongono le loro ragioni.
4) Tesi: Dio è un matematico. Dimostrazione. Chiuso il discorso? Forse solo per gli scolaretti che sognano il trillo della campanella, per gli altri invece il discorso si apre. Accenno ad un paio di "botte": 1) perchè mai dovrei accettare il Principio di Ragione Sufficiente?; 2) perchè mai dovrei accettare il platonismo matematico? Accenno ad un paio di "parate": 1) perchè il mondo è comprensibile 2) perchè l' oggettività delle verità matematiche è di gran lunga la più potente che abbia esperito. Le obiezioni e le risposte sono contrastate ma ragionevoli, ci si alzale maniche della camicia e si discute: poichè la DM esiste solo nei ricordi scolastici di chi non studia da trent' anni, su entrambe le barricate prendono posto Uomini di Ragione.
5) Con un argomento probabilistico Pascal dimostro la razionalità dell' atto di Fede. Gli venne opposta la distinzione tra rischio ed incertezza: non era lecito estendere il calcolo probabilistico oltre il suo naturale dominio.
Si discusse, c' erano grandi Uomini di Ragione in entrambe le trincee e le loro armi erano affilate. La "guerra" intellettuale si tenne tra lo sgomento di chi ancora credeva all' esistenza di una DM in grado di setacciare la ragione e accumularla tutta da un lato.
6) Tesi: la coscienza esiste ed è immateriale. Dimostrazione. Ma c' è chi opina, c' è chi, rigettando alcuni assunti, è disposto a considerare l' uomo alla stregua di uno zombi respingendo le conclusioni proposte a formulandone di alternative. Poichè l' argomento è di un certo interesse, si discute, si discute moltissimo tra Uomini di Ragione. Unico escluso è chi, avendo constatato che non esiste una DM, pensa di essere capitato in una gabbia di matti.
Fine degli esempi. Si è capito che potrei continuare all' infinito?
Si è capito che potrei tirare in ballo persini i teoremi della geometria euclidea con gli assunti respinti da Reimann? Si è capito che anche parecchie dimostrazioni della matematica pura vacillano (quelle ottenute per assurdo) se si opta per l' aproccio intuizionista di Brower?
Queste vie alternative non rendono la disciplina un manicomio inservibile a cui appiccare il fuoco. Anzi, forse esprimono le dinamiche più geniali della ragione umana!
Chi ricerca la Verità, compensi cio' che sempre manca con la fede.
Peccato per chi rende frettolosa tale ricerca perchè in realtà è interessato solo alla campanella e a precipitarsi sulla pastasciutta della mamma senza pensare più a niente...
Se costui sprezza il fragile ponte delle faticose dimostrazioni Ragionevoli (che purtroppo non sono mai Miticamente Risolutive), per "compensare" lo iato che lo separa dalla Verità, più che di fede avrà bisogno di solide superstizioni.
martedì 10 novembre 2009
Coscienza peripatetica.
La coscienza esiste ed è immateriale. Uffa.
***
L' esordio apodittico va supportato con una dimostrazione rigorosa. Facciamo dunque quattro passi.
1 - Provate ad immaginarvi degli zombi. Facile, ciascuno di noi ha visto molti film dove la fanno da protagonisti.
2 - Provate ad esso ad immaginare degli zombi un po' diversi. Non proprio i soliti morti viventi che avanzano rigidi e con lo sguardo fisso nel vuoto, ma degli esseri in tutto simili alle persone normali. Sono zombi particolari ma non poi così differenti da quelli di Romero. Penso di non perdere per strada nessuno chiedendo questo.
3 - Bene, ora una prima conclusione: poichè siete riusciti a concepirli, ne consegue logicamente la possibilità che esistano.
4 - Ma cosa avranno tali esseri di differente rispetto alle persone normali? Semplice, la coscienza. O meglio, chiamo così questo differenziale.
Cio' definisce con precisione cosa sia la coscienza e perchè non possa essere descritta in termini fisicalisti.
Fine.
***
La dimostrazione è stata gentilmente offerta dal filosofo della mente australiano David Chalmers
***
L' esordio apodittico va supportato con una dimostrazione rigorosa. Facciamo dunque quattro passi.
1 - Provate ad immaginarvi degli zombi. Facile, ciascuno di noi ha visto molti film dove la fanno da protagonisti.
2 - Provate ad esso ad immaginare degli zombi un po' diversi. Non proprio i soliti morti viventi che avanzano rigidi e con lo sguardo fisso nel vuoto, ma degli esseri in tutto simili alle persone normali. Sono zombi particolari ma non poi così differenti da quelli di Romero. Penso di non perdere per strada nessuno chiedendo questo.
3 - Bene, ora una prima conclusione: poichè siete riusciti a concepirli, ne consegue logicamente la possibilità che esistano.
4 - Ma cosa avranno tali esseri di differente rispetto alle persone normali? Semplice, la coscienza. O meglio, chiamo così questo differenziale.
Cio' definisce con precisione cosa sia la coscienza e perchè non possa essere descritta in termini fisicalisti.
Fine.
***
La dimostrazione è stata gentilmente offerta dal filosofo della mente australiano David Chalmers
martedì 13 ottobre 2009
L' esperto degli esperti
L' esperto degli esperti si chiama Philip Tetlock, quando lui entra nella stanza non sono poche le teste d' uovo che s' inventano una scusa ed escono; come noi vede tutti i giorni sfilare in TV una lunga teoria di sapienti che ci spiegano per filo e per segno la politica e l' economia, la rava e la fava; come noi si è chiesto se tutto cio' abbia un senso; non potremmo, per esempio, sostituirli con una scimmia equipaggiata di dadi?
Al contrario di noi, però, lui è andato in fondo alla questione. Per vent' anni ha raccolto dati e verificato con puntiglio le sentenze della scienza politica, in questo libro emette il suo verdetto sulla sostituzione di cui sopra. E' un libro che vale la pena leggere, le perplessità maggiori di un simile lavoro le ho lette nel libro medesimo, e questo depone a suo favore.
I motivi di scetticismo nei confronti dell' "esperto" abbondano. L' Uomo è una bestia ben difficile da ingabbiare, un protagonista molto più recalcitrante dell' atomo o del gene, diversi ostacoli si frappongono a chi cerca di prevederne le mosse. Elenchino ad uso e consumo di chi sceglie la riposante posizione dello scettico radicale:
Path-dep - Da un' urna contenente una pallina bianca e una nera, pescane una a caso e ributtala dentro insieme ad un' altra dello stesso colore. Ripeti l' operazione finchè, poniamo al centesimo pescaggio, l' urna è piena di palline. Di che colore saranno? Al primo pescaggio regna l' imprevedibilità, al novantesimo saremo invece tutti professori. Molti processi storici potrebbero essere formalizzati proprio così. Tutti professori alla fine, tutti scimmie con la monetina in mano all' inizio. Senonchè a noi interessa l' inizio.
Complessità - Giovanni denuncia Franco: quel fatale mattino lo fermò per un cordiale saluto facendogli perdere il treno. Prese quello successico, quello che deragliando lo rese invalido per sempre. Ma la denuncia venne respinta, è ovvio: la vita è fatta di mille eventi insignificanti da cui scaturiscono eventi decisivi, impossibile fare previsioni quando la farfalla batte le sue ali, impossibile addossare colpe. Impossibile? Già, proprio così...
Giochi - Sherlock Holmes vs. Dr. Moriarty (genio del male). Per uccidere H., M. deve conoscere la stazione in cui farà scalo: è logico che scenda a Parigi se vuole sbrigare efficacemente i suoi affari, questo il Dr. M lo sa bene, ma sa anche che H. è a conoscenza del suo criminale progetto. D' altronde H. sa che M. sa che lui sa. Dove si fermerà quindi H.? Magari proprio a Parigi prendendo due piccioni con una fava: scampare l' assassinio e sbrigare i suoi affari. Sta di fatto che l' esito di un simile gioco è indeterminato perchè affetto da "conoscenza profonda" (lui sa che io so che lui sa...), esattamente come la gran parte dei giochi a cui partecipiamo durante la nostra giornata fatta di relazioni umane. Mille rapporti, tutti con esito indeterminato... e tu vorresti renderli tutti prevedibili?
Probabilità - Nel nostro mondo le variabili possono essere studiate solo in gruppo, possiamo solo dire timidamente che da A e B deriva C, ma anche qui senza garanzie di essere di fronte ad una reale relazione, poichè quanto osservato potrebbe essere il frutto di una compensazione di errori. In altri termini, una teoria sbagliata e sperimentata con metodi erronei puo' risultare conforme a quanto si osserva. Se questo è vero per le scienze tradizionali, figuriamoci per quelle umane dove le variabili sono moltissime e ancor meno isolabili. Meglio allora rinunciare.
La semplicità - La nostra mente si è formata per facilitarci la vita nella savana africana. Il ragionamento probabilistico proprio non lo digeriamo. Purtroppo è l' unico ragionamento compatibile con una descrizione delle attività umane.
L' ambiguità - Siamo attratti dai discorsi quando filano via lisci come treni nella notte, pur di mantenerli ci costruiamo sempre dei mondi paralleli che giustifichino le stranezze di quello in cui viviamo. Il marxista, quando crolla l' URSS, ci intratterrà a lungo sugli agitprop infiltrati. Simili trucchetti ci sono sempre consentiti e noi ne approfittiamo.
La dissonanza - Vorremmo che dal bene derivi il bene e dal male derivi il male, ma abitiamo in un posto dove una simile semplificazione non vige; ci rifiutiamo di prenderne atto perchè districare la matassa sarebbe scoraggiante. Con una testa siffatta come potremo mai avere un' idea del mondo degli uomini?
Il controllo - Ci irrita pensare che il caso (o la Provvidenza) abbiano tanta parte nelle cose terrene. Prendere decisioni "capitali" forse ci atterrisce, ma quando ci dicono che non sono affatto "capitali" diventiamo molto nervosi e rimpiangiamo quelle paure vitali. Ci piace pensare che il fato non sia affatto capriccioso. Invece, purtroppo...
Il culto della "legge" - Il cibo puo' comparire sia a destra che a sinistra, dipende da un algoritmo random che ha un unico vincolo: fare in modo che a destra compaia 60 volte su cento. Un topo gareggia con una classe di laureati a Yale. Vince il topo. La bestia segue una strategia del tipo: vado dove il formaggio compare più spesso. I laureati, loro no. Loro erano convinti che dietro ci sia una regola da scoprire, e così facendo hanno finito per seguire quella che via via ritenevano la regola confermata trascurando la semplice probabilità. Gran parte dei nostri errori sono dovuti al fatto che siamo degli intelligentoni, che non ci rassegnamo a minimizzare l' errore ma vorremmo eliminarlo scoprendo una "legge". Ma nei fenomeni troppo complessi bisogna deporre le armi: rinunciare alla precisioni delle leggi e limitarsi molto più modestamente a contare le probabilità. L' uomo è uno di questi "fenomeni".
***
Per chi è curioso, la sentenza di Tetlock è questa: l' esperto mediamente batte la scimmia (non il dilettante informato). Ma di poco, veramente di poco. E' impressionante questa pochezza.
Il libro prosegue indagando a cosa si debba l' esiguo margine e quali siano gli esperti con le migliori performance.
In proposito vengono introdotte due figure: le volpi, coloro che sanno molte cose approssimativamente e i ricci, coloro che sanno una cosa ma molto bene.
In media la prestazione di un esperto-volpe è migliore rispetto a quella di un esperto-riccio. Eppure la prestazione del gruppo esperti-ricci è mediamente superiore, o almeno pari, rispetto a quella del gruppo esperti-volpe.
Al contrario di noi, però, lui è andato in fondo alla questione. Per vent' anni ha raccolto dati e verificato con puntiglio le sentenze della scienza politica, in questo libro emette il suo verdetto sulla sostituzione di cui sopra. E' un libro che vale la pena leggere, le perplessità maggiori di un simile lavoro le ho lette nel libro medesimo, e questo depone a suo favore.
I motivi di scetticismo nei confronti dell' "esperto" abbondano. L' Uomo è una bestia ben difficile da ingabbiare, un protagonista molto più recalcitrante dell' atomo o del gene, diversi ostacoli si frappongono a chi cerca di prevederne le mosse. Elenchino ad uso e consumo di chi sceglie la riposante posizione dello scettico radicale:
Path-dep - Da un' urna contenente una pallina bianca e una nera, pescane una a caso e ributtala dentro insieme ad un' altra dello stesso colore. Ripeti l' operazione finchè, poniamo al centesimo pescaggio, l' urna è piena di palline. Di che colore saranno? Al primo pescaggio regna l' imprevedibilità, al novantesimo saremo invece tutti professori. Molti processi storici potrebbero essere formalizzati proprio così. Tutti professori alla fine, tutti scimmie con la monetina in mano all' inizio. Senonchè a noi interessa l' inizio.
Complessità - Giovanni denuncia Franco: quel fatale mattino lo fermò per un cordiale saluto facendogli perdere il treno. Prese quello successico, quello che deragliando lo rese invalido per sempre. Ma la denuncia venne respinta, è ovvio: la vita è fatta di mille eventi insignificanti da cui scaturiscono eventi decisivi, impossibile fare previsioni quando la farfalla batte le sue ali, impossibile addossare colpe. Impossibile? Già, proprio così...
Giochi - Sherlock Holmes vs. Dr. Moriarty (genio del male). Per uccidere H., M. deve conoscere la stazione in cui farà scalo: è logico che scenda a Parigi se vuole sbrigare efficacemente i suoi affari, questo il Dr. M lo sa bene, ma sa anche che H. è a conoscenza del suo criminale progetto. D' altronde H. sa che M. sa che lui sa. Dove si fermerà quindi H.? Magari proprio a Parigi prendendo due piccioni con una fava: scampare l' assassinio e sbrigare i suoi affari. Sta di fatto che l' esito di un simile gioco è indeterminato perchè affetto da "conoscenza profonda" (lui sa che io so che lui sa...), esattamente come la gran parte dei giochi a cui partecipiamo durante la nostra giornata fatta di relazioni umane. Mille rapporti, tutti con esito indeterminato... e tu vorresti renderli tutti prevedibili?
Probabilità - Nel nostro mondo le variabili possono essere studiate solo in gruppo, possiamo solo dire timidamente che da A e B deriva C, ma anche qui senza garanzie di essere di fronte ad una reale relazione, poichè quanto osservato potrebbe essere il frutto di una compensazione di errori. In altri termini, una teoria sbagliata e sperimentata con metodi erronei puo' risultare conforme a quanto si osserva. Se questo è vero per le scienze tradizionali, figuriamoci per quelle umane dove le variabili sono moltissime e ancor meno isolabili. Meglio allora rinunciare.
La semplicità - La nostra mente si è formata per facilitarci la vita nella savana africana. Il ragionamento probabilistico proprio non lo digeriamo. Purtroppo è l' unico ragionamento compatibile con una descrizione delle attività umane.
L' ambiguità - Siamo attratti dai discorsi quando filano via lisci come treni nella notte, pur di mantenerli ci costruiamo sempre dei mondi paralleli che giustifichino le stranezze di quello in cui viviamo. Il marxista, quando crolla l' URSS, ci intratterrà a lungo sugli agitprop infiltrati. Simili trucchetti ci sono sempre consentiti e noi ne approfittiamo.
La dissonanza - Vorremmo che dal bene derivi il bene e dal male derivi il male, ma abitiamo in un posto dove una simile semplificazione non vige; ci rifiutiamo di prenderne atto perchè districare la matassa sarebbe scoraggiante. Con una testa siffatta come potremo mai avere un' idea del mondo degli uomini?
Il controllo - Ci irrita pensare che il caso (o la Provvidenza) abbiano tanta parte nelle cose terrene. Prendere decisioni "capitali" forse ci atterrisce, ma quando ci dicono che non sono affatto "capitali" diventiamo molto nervosi e rimpiangiamo quelle paure vitali. Ci piace pensare che il fato non sia affatto capriccioso. Invece, purtroppo...
Il culto della "legge" - Il cibo puo' comparire sia a destra che a sinistra, dipende da un algoritmo random che ha un unico vincolo: fare in modo che a destra compaia 60 volte su cento. Un topo gareggia con una classe di laureati a Yale. Vince il topo. La bestia segue una strategia del tipo: vado dove il formaggio compare più spesso. I laureati, loro no. Loro erano convinti che dietro ci sia una regola da scoprire, e così facendo hanno finito per seguire quella che via via ritenevano la regola confermata trascurando la semplice probabilità. Gran parte dei nostri errori sono dovuti al fatto che siamo degli intelligentoni, che non ci rassegnamo a minimizzare l' errore ma vorremmo eliminarlo scoprendo una "legge". Ma nei fenomeni troppo complessi bisogna deporre le armi: rinunciare alla precisioni delle leggi e limitarsi molto più modestamente a contare le probabilità. L' uomo è uno di questi "fenomeni".
***
Per chi è curioso, la sentenza di Tetlock è questa: l' esperto mediamente batte la scimmia (non il dilettante informato). Ma di poco, veramente di poco. E' impressionante questa pochezza.
Il libro prosegue indagando a cosa si debba l' esiguo margine e quali siano gli esperti con le migliori performance.
In proposito vengono introdotte due figure: le volpi, coloro che sanno molte cose approssimativamente e i ricci, coloro che sanno una cosa ma molto bene.
In media la prestazione di un esperto-volpe è migliore rispetto a quella di un esperto-riccio. Eppure la prestazione del gruppo esperti-ricci è mediamente superiore, o almeno pari, rispetto a quella del gruppo esperti-volpe.
giovedì 8 ottobre 2009
Le conseguenze politiche dell' ignoranza
Ammettere i nostri limiti conoscitivi ha delle conseguenze sulle nostre scelte politiche?
Certo, lo spiega bene David Brooks in quello che si candida ad essere il miglior editoriale 2009 del NYT.
ps trattasi di conseguenze anti-obamiane.
Certo, lo spiega bene David Brooks in quello che si candida ad essere il miglior editoriale 2009 del NYT.
ps trattasi di conseguenze anti-obamiane.
mercoledì 5 agosto 2009
Donne e Uomini di fronte alla scelta
- Le donne sono più generose con gli outsider;
- Le donne sono meno portate alla negoziazione;
- Le donne rendonomeno sotto pressione (basta vedere il tennis);
- Gli uomini peccano di troppa fiducia in se stessi;
- Le donne sono meno disposte a prendersi dei rischi;
Detto questo chi è meglio far decidere? Un gruppo misto, è chiaro.
Anche se troppo spesso i conti non tornano e sul punto sarebbe meglio astenersi.
lunedì 27 luglio 2009
Il miglior cervello in circolazione
Chi far decidere per tutti?
La mia lista personale:
Qualcuno si chiederà cosa si deve decidere? Tutto. Nell' ipotesi in cui i vari problemi non siano isolabili.
La mia lista personale:
- il mercato;
- la tradizione;
- l' esperto;
- il dilettante quando scommette;
- la democrazia;
- il dilettante quando parla da blog, forum ecc.
Qualcuno si chiederà cosa si deve decidere? Tutto. Nell' ipotesi in cui i vari problemi non siano isolabili.
sabato 25 luglio 2009
IQ FAQ
Conta anche il carattere, che comunque non è ben testabile perchè gli "intelligentoni" barano (Chalabi prblem).
...
Divorzio. Conta la stabilità emotiva.
Moralità. Conta la scrupolosità.
Lavoro. Conta l' IQ.
...
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Divorzio. Conta la stabilità emotiva.
Moralità. Conta la scrupolosità.
Lavoro. Conta l' IQ.
...
giovedì 23 luglio 2009
Il disaccordo impossibile e il parto delle Verità
Qualcuno potrebbe pensare che per affrontare le lunghe diatribe che pullulano sui forum virtuali, compreso questo, occorra una grande fede.
Errato, serve solo l' uso della ragione per sapere che il disaccordo è impossibile, per sapere che la Verità verrà a galla ed è solo una questione di tempo.
Non esprimo una generica speranza quindi, ma una conclusione rigorosa e razionale:
Teorema: due persone che discutono giungeranno necessariamente ad un accordo completo su tutte le questioni.
Figo!
Le premesse per enunciare il teorema non sembrano poi così stringenti:
Sono un tipo fortunato: la mia fede liberale mi fa credere nell' Uomo (condizioni 1-2); la mia fede religiosa mi fa credere nell' esistenza della Verità (condizione 3). Ora scopro che la mia fede nella Ragione mi assicura che è impossibile, dopo un onesto confronto, non concordare in toto sulla Verità. Wow.
In questa nota che valse il Nobel, il teorema è dimostrato formalmente. Che casino! Qui un tentativo - p.7-9 - di "tradurre" in italiano (anzi, in inglese) la dimostrazione.
Secondo la mia esperienza, in genere il disaccordo si prolunga perchè mancano 5 e 6. Anche concepire una realtà probabilistica (sulla falsariga di quelle della meccanica quantistica, tanto per intendersi) non è facile. Certo, quando la diatriba s' incanaglisce, il lato personale prevale e salta subito anche 2. E allora tanti saluti. A proposito, saluti a tutti!
P.S. Per chi si accontenta dell' intuizione: 1) discutendo giungiamo a conclusioni differenti 2) in base alla fiducia che accordo a ciascuno di noi me compreso, elaboro una nuova conclusione probabilistica, lo stesso fai tu 2) ci confrontiamo sulle nuove posizioni, ancora divergenti, e ripetiamo il processo di rielaborazione 3) dopo k discussioni siamo perfettamente d' accordo su tutto (proprio come nel primo link: dopo k giorni gli abitanti degli occhi azzurri avranno lasciato l' isola).
P.S. link utile.
Errato, serve solo l' uso della ragione per sapere che il disaccordo è impossibile, per sapere che la Verità verrà a galla ed è solo una questione di tempo.
Non esprimo una generica speranza quindi, ma una conclusione rigorosa e razionale:
Teorema: due persone che discutono giungeranno necessariamente ad un accordo completo su tutte le questioni.
Figo!
Le premesse per enunciare il teorema non sembrano poi così stringenti:
- le persone coinvolte devono essere ragionevoli;
- le persone coinvolte devono essere "honest truth-seeking";
- la realtà sottostante deve essere unica per tutti;
- deve esserci conoscenza comune (io so che tu sai che io so...) ;
- non bisogna confidare solo in se stessi ;
- non bisogna confidare troppo in qualcun altro;
- la verità deve poter essere espressa anche in termini probabilistici.
Sono un tipo fortunato: la mia fede liberale mi fa credere nell' Uomo (condizioni 1-2); la mia fede religiosa mi fa credere nell' esistenza della Verità (condizione 3). Ora scopro che la mia fede nella Ragione mi assicura che è impossibile, dopo un onesto confronto, non concordare in toto sulla Verità. Wow.
In questa nota che valse il Nobel, il teorema è dimostrato formalmente. Che casino! Qui un tentativo - p.7-9 - di "tradurre" in italiano (anzi, in inglese) la dimostrazione.
Secondo la mia esperienza, in genere il disaccordo si prolunga perchè mancano 5 e 6. Anche concepire una realtà probabilistica (sulla falsariga di quelle della meccanica quantistica, tanto per intendersi) non è facile. Certo, quando la diatriba s' incanaglisce, il lato personale prevale e salta subito anche 2. E allora tanti saluti. A proposito, saluti a tutti!
P.S. Per chi si accontenta dell' intuizione: 1) discutendo giungiamo a conclusioni differenti 2) in base alla fiducia che accordo a ciascuno di noi me compreso, elaboro una nuova conclusione probabilistica, lo stesso fai tu 2) ci confrontiamo sulle nuove posizioni, ancora divergenti, e ripetiamo il processo di rielaborazione 3) dopo k discussioni siamo perfettamente d' accordo su tutto (proprio come nel primo link: dopo k giorni gli abitanti degli occhi azzurri avranno lasciato l' isola).
P.S. link utile.
giovedì 16 luglio 2009
Perchè siamo diventati quel che siamo?
Dico cosa conta: geni, famiglia, ambiente non famigliare.
Do' le percentuali: 45-5-50.
Spiego la mia scelta: è quella che meglio si puo' giustificare in base ai fatti, il resto non conta.
Bene, divagando qua e là, sarebbe bene ragionare tenendo per ferma questa premessa.
E il libero arbitrio in tutto cio' non c' entra nulla, mi raccomando.
Do' le percentuali: 45-5-50.
Spiego la mia scelta: è quella che meglio si puo' giustificare in base ai fatti, il resto non conta.
Bene, divagando qua e là, sarebbe bene ragionare tenendo per ferma questa premessa.
E il libero arbitrio in tutto cio' non c' entra nulla, mi raccomando.
giovedì 2 luglio 2009
Contro Pascal
Non si puo' dire che io sia refrattario all' approccio razionale in favore dell' opzione religiosa. Tuttavia, se c' è un argomento che non mi ha mai convinto, è quello avanzato da Pascal:
...un tale non sa se accettare o respingere la dottrina della Chiesa. Puo' essere vera e puo' essere falsa. E' un po' come il lancio della moneta. Le probabilità sono pari. Dando un' occhiata alla posta però, l' adesione al messaggio di salvezza s' impone come ragionevole...
Calma: una probabilità del 50% indica ignoranza ma l' ignoranza non indica una probabilità del 50%.
Quando c' è ignoranza completa meglio mettere da parte le probabilità se non si vuole incorrere in brutte sorprese.
C' è un modo più divertente per segnalare la fine sconcertante di chi non segue questo consiglio.
Facciamo incontrare due sconosciuti (razionali) e proponiamo loro una scommessa: mettete i vostri portafogli sul tavolo, il proprietario di quello meno fornito, si porta a casa tutto.
Entrambi accettano entusiasti, è un affarone! Ma come puo' esistere un gioco che sia un affarone per entrambi i giocatori?
No, no. Di fronte all' ignoranza lasciamo perdere il calcolo delle probabilità. Non proponiamo all' agnostico il calcolo di Pascal, potremmo finire in un vicolo cieco a parlar di portafogli.
...un tale non sa se accettare o respingere la dottrina della Chiesa. Puo' essere vera e puo' essere falsa. E' un po' come il lancio della moneta. Le probabilità sono pari. Dando un' occhiata alla posta però, l' adesione al messaggio di salvezza s' impone come ragionevole...
Calma: una probabilità del 50% indica ignoranza ma l' ignoranza non indica una probabilità del 50%.
Quando c' è ignoranza completa meglio mettere da parte le probabilità se non si vuole incorrere in brutte sorprese.
C' è un modo più divertente per segnalare la fine sconcertante di chi non segue questo consiglio.
Facciamo incontrare due sconosciuti (razionali) e proponiamo loro una scommessa: mettete i vostri portafogli sul tavolo, il proprietario di quello meno fornito, si porta a casa tutto.
Entrambi accettano entusiasti, è un affarone! Ma come puo' esistere un gioco che sia un affarone per entrambi i giocatori?
No, no. Di fronte all' ignoranza lasciamo perdere il calcolo delle probabilità. Non proponiamo all' agnostico il calcolo di Pascal, potremmo finire in un vicolo cieco a parlar di portafogli.
mercoledì 1 luglio 2009
Chi ha vinto il dibattito?
Vattelapesca.
Forse avremo una vaga idea tra qualche anno.
Nel frattempo la cosa migliore è misurare l' "ad hominem index".
Forse avremo una vaga idea tra qualche anno.
Nel frattempo la cosa migliore è misurare l' "ad hominem index".
giovedì 25 giugno 2009
Vota il teorema del secolo
Elenco e volgarizzo i papabili.
1. Teorema di Nash (o dell' equilibrio): tra parti razionali in inconflitto esiste un equilibrio strategico che comunque non coincide sempre con l' equilibrio ottimale.
2. Teorema di Godel (o dell' incompletezza): ogni linguaggio coerente e sufficientemente complesso è sprovvisto di una fondazione logica (contiene proposizioni indecidibili).
3. Teorema di Coase (o della distribuzione casuale dei diritti): dove i diritti sono trasferibili senza costi, l' attribuzione iniziale degli stessi è indifferente.
4. Teorema di Arrow (o dell' impossibilità): non esiste un sistema elettorale che garantisca l' elezione del candidato preferito dalla maggioranza.
5. Teorema di Aumann (o del disaccordo impossibile): dopo una discussione dai tempi finiti, due interlocutori onesti e ragionevoli saranno d' accordo su tutto.
6. Teorema di Quine (o dell' empirismo radicale): non ha senso distinguere le proposizioni sintetiche da quelle analitiche.
7. Teorema di Braess (o delle strade): a parità di volumi di traffico, aprire una nuova via in un sistema stradale puo' portare ingorghi crescenti.
8. Folk theorem (Aumann): l' esito di una strategia altruistica in un gioco spot è il medesimo rispetto a quello ottenuto da una strategia egoistica in un gioco ripetuto.
Personalmente voto 3 con una certa convinzione. E' sorprendente e controintuitivo. E poi ha avuto un' utilità non indifferente che fa capolino in quasi tutte le questioni rilevanti della modernità e della convivenza. Come se non bastasse, toglie il "diritto" dalle mani dei giuristi per renderlo più comprensibile e razionale. Anche i piani di studi delle facoltà di giurisprudenza si sono adeguati. Un' altra categoria spiazzata sono i moralisti.
2 è geniale e ha risolto una lunga diatriba tra i logici-matematici, senza però influire granchè altrove. Resta comunque una formulazione di concetti abbastanza intuitivi e già prima si agiva un po' come se fosse valido.
1 è senz' altro il frutto di una "beautiful mind" ma nella conclusione negativa mi sembra un caso speciale di 3.
4 è molto bello e ideale per fare "giochini sorprendenti", ma vale quanto detto per 2.
5 sorprende, ma la vita continua come prima. 6 è eludibile: chiameremo "verità naturali" cio' che prima chiamavamo "verità a priori".
Notata la prevalenza di economisti-matematici? E' un regalino per Davide. Comunque la lista è allungabile (previa motivazione)
1. Teorema di Nash (o dell' equilibrio): tra parti razionali in inconflitto esiste un equilibrio strategico che comunque non coincide sempre con l' equilibrio ottimale.
2. Teorema di Godel (o dell' incompletezza): ogni linguaggio coerente e sufficientemente complesso è sprovvisto di una fondazione logica (contiene proposizioni indecidibili).
3. Teorema di Coase (o della distribuzione casuale dei diritti): dove i diritti sono trasferibili senza costi, l' attribuzione iniziale degli stessi è indifferente.
4. Teorema di Arrow (o dell' impossibilità): non esiste un sistema elettorale che garantisca l' elezione del candidato preferito dalla maggioranza.
5. Teorema di Aumann (o del disaccordo impossibile): dopo una discussione dai tempi finiti, due interlocutori onesti e ragionevoli saranno d' accordo su tutto.
6. Teorema di Quine (o dell' empirismo radicale): non ha senso distinguere le proposizioni sintetiche da quelle analitiche.
7. Teorema di Braess (o delle strade): a parità di volumi di traffico, aprire una nuova via in un sistema stradale puo' portare ingorghi crescenti.
8. Folk theorem (Aumann): l' esito di una strategia altruistica in un gioco spot è il medesimo rispetto a quello ottenuto da una strategia egoistica in un gioco ripetuto.
Personalmente voto 3 con una certa convinzione. E' sorprendente e controintuitivo. E poi ha avuto un' utilità non indifferente che fa capolino in quasi tutte le questioni rilevanti della modernità e della convivenza. Come se non bastasse, toglie il "diritto" dalle mani dei giuristi per renderlo più comprensibile e razionale. Anche i piani di studi delle facoltà di giurisprudenza si sono adeguati. Un' altra categoria spiazzata sono i moralisti.
2 è geniale e ha risolto una lunga diatriba tra i logici-matematici, senza però influire granchè altrove. Resta comunque una formulazione di concetti abbastanza intuitivi e già prima si agiva un po' come se fosse valido.
1 è senz' altro il frutto di una "beautiful mind" ma nella conclusione negativa mi sembra un caso speciale di 3.
4 è molto bello e ideale per fare "giochini sorprendenti", ma vale quanto detto per 2.
5 sorprende, ma la vita continua come prima. 6 è eludibile: chiameremo "verità naturali" cio' che prima chiamavamo "verità a priori".
Notata la prevalenza di economisti-matematici? E' un regalino per Davide. Comunque la lista è allungabile (previa motivazione)
venerdì 5 giugno 2009
Ragionevole tra ragionevoli
Difficilmente la gente "pensa" come pensa un economista (ovvero in modo ragionevole assumendo di essere circondato da persone ragionevoli). A volte però la differenza è meno marcata, per esempio...
... if they are well-educated; if they are male; if their real income rose over the last five years; if they expect their real income to rise over the next five years; or if they have high degrees of job security...
... if they are well-educated; if they are male; if their real income rose over the last five years; if they expect their real income to rise over the next five years; or if they have high degrees of job security...
venerdì 1 maggio 2009
The Secret to Raising Smart Kids
Trent' anni di ricerche: puntare sull' impegno. L' intelligenza è sopravvalutata.
martedì 28 aprile 2009
Evita le bugie se puoi cavartela con una stronzata.
Un paio di quadretti tanto per tarare le bussole con dei casi concreti.
Adesso si dice "migranti", mi raccomando. Non lasciatevi più sorprendere con in bocca la parola "extracomunitari" se non volete timbrato in fronte il marchio d' infamia. Fahre ha già arroventato gli stampi e vi aspetta al varco.
Non nego di avere una certa simpatia per i "migranti", ho persino qualche ragione filosofica che mi fa simpatizzare con i loro diritti, eppure l' idea di chiamarli "migranti" anzichè "extracomunitari" mi sembra proprio una "stronzata". Non è per il termine in sè, per carità. A dare fastidio è invece l' idea che si ingenera di voler affrontare una questione seria con i giochi di parole. Poichè metto nello stesso mucchio i produttori di odio etnico e i produttori di "stronzate", mi riprometto di boicottare ogni "parola taumaturgica".
Secondo caso. Passiamo al nostro vero amore: la Caramore.
Conduce un programma di cultura religiosa che esordisce da decenni con il seguente disclaimer: qui si parla di Religioni, mica di Verità. La Verità non c' entra e nessuno pronunci senza smorfie di disgusto questa parola maledetta e prevaricatrice.
Religioni senza Verità? Annuso la "stronzata".
Si prosegue: qui non ci occupiamo di precetti etici convinti come siamo che sia materia fondamentalmente estranea alla Religione, nonchè fomite di tutti i conflitti umani.
Religione senza Etica? La stronzata si appresta ad essere conclamata.
Chiusa: l' uomo religioso si dedica alle domande e all' interrogazione del Mistero profetizzando secondo coscienza. Ogni risposta esplicità della divinità a questo richiamo incorpora violenza, arroganza e falsificazione dell' uomo che si fa Dio. Lasciamo invece che i nostri interrogativi penzolino inevasi per sempre in quel buio silenzioso a testimonianza di un bisogno che ci affratella.
Dunque ogni "risposta" ai nostri bisogni esistenziali, specie se aggravata dalla chiarezza, sarebbe una forma di violenza e di inganno? Che stronzata mirabile!
Mentre la bugia è messa a punto strategicamente come un singolo manufatto, ogni stronzata puo' essere prodotta solo in forma di raffica. Una volta evocato, il demone della stronzata non ti abbandona. Per questo, quando ne scorgi una in realtà hai scoperto un intero filone e Fahre + U&P non deludono. Dagli "omicidi bianchi" alla "certezza del dubbio", per i "concetti- stronzata" sono vere miniere.
Alla ricerca di lumi sul singolare fenomeno, mi hanno fatto il Nome di Harry Frankfurt. Sulla piazza sembra lui il più fine analista del concetto di "stronzata".
Prima cosa da dire, la "stronzata" non coincide certo con la "falsità", poichè latita l' intenzione di ingannare. Non ha a che fare con l' incuria, la trasandatezza, la superficialità o l' incompetenza: basti pensare al fior fiore di raffinati professionisti impegnati in politica, in pubblicità e nelle pubbliche relazioni, tre campi dove la produzione di "stronzate" è d' obbligo. E poi, parlando sinceramente, Fahre e U&P vi sembrano programmi trasandati? Al contrario, tra quelli che solcano l' etere li annovero tra i più curati e godibili, proprio come le "stronzate" che veicolano.
Il produttore di stronzate non vuole mentire, molto più semplicemente ha scarso interesse per la Verità, in genere perchè la reputa inattingibile. L' essenza della stronzata non sta nell' essere falsa ma nell' essere finta. La stronzata fa bene, rilassa, tiri il fiato come quando varchi i cancelli di Gardaland. Una volta garantiti dalla filosofia più profonda e torbida che la Verità si puo' snobbare, tutto assomiglia molto di più ad un "gioco" e il "gioco linguistico" assomiglia ben presto ad un vero parco giochi. Tutto cio' che nel mondo mi avrebbe spaventato, nel parco giochi lo sperimento. La mia creatività ne esce esaltata.
Pur contraffacendo le cose, il produttore di stronzate non deve falsificarle o fraintenderle. Il fatto è che la falsità responsabilizza tremendamente, la gente è molto più tollerante con le stronzate. Il produttore stesso di stronzate non tollererebbe mai di cogliere se stesso in flagrante mentra dice una bugia. Orrore! L' etica personale dei migliori stronzaioli è spesso inflessibile.
la "stronzata" solletica la nostra vena artistica. Il "contaballe" e il "cantastorie" sono cugini primi. Se il morto sul lavoro è anche la vittima di un omicidio (bianco) possiamo coniugare molto meglio due talenti: giustizieri e prefiche andranno a braccetto. L' esibizione ci guadagna. Non sarà un caso se molte rivendicazioni vengono senza più mediazione messe in mano a comici ed attori di teatro: il petardo delle loro "stronzate" non è solo tollerato, è richiesta a viva voce da un pubblico desideroso di sostituire l' ormai spento fuoco della Verità con il chiasso plateale dell' innocua stronzata.
Il produttore di stronzate prescinde dalla prosaica verità, proprio come il bugiardo. Ma il primo, a differenza del secondo, non ha la Verità al centro dei suoi interessi. Anzi, crede che la Verità stessa sia una forma d' inganno. Se queste sono le premesse, per lui è addirittura impossibile mentire. Non crede nell' accertamento, al limite crede nella lotta, crede nel tiro alla fune e mentre parla vede se stesso impegnato a tirare dalla parte giusta. E' con la lotta e con l' impegno che il produttore di stronzate s' illude di aver schivato il nichilismo.
Il produttore di stronzate, conclude HF, sostituisce la Verità Oggettiva con la Sincerità. Se non si puo' essere fedeli alla Verità si sia perlomeno fedeli a se stessi, e se nel mondo d' oggi le stronzate proliferano copiose è sopratutto a causa delle abbondanti infiltrazioni di scetticismo e di relativismo che abbiamo subito tutti da qualche secolo a questa parte.
Adesso si dice "migranti", mi raccomando. Non lasciatevi più sorprendere con in bocca la parola "extracomunitari" se non volete timbrato in fronte il marchio d' infamia. Fahre ha già arroventato gli stampi e vi aspetta al varco.
Non nego di avere una certa simpatia per i "migranti", ho persino qualche ragione filosofica che mi fa simpatizzare con i loro diritti, eppure l' idea di chiamarli "migranti" anzichè "extracomunitari" mi sembra proprio una "stronzata". Non è per il termine in sè, per carità. A dare fastidio è invece l' idea che si ingenera di voler affrontare una questione seria con i giochi di parole. Poichè metto nello stesso mucchio i produttori di odio etnico e i produttori di "stronzate", mi riprometto di boicottare ogni "parola taumaturgica".
Secondo caso. Passiamo al nostro vero amore: la Caramore.
Conduce un programma di cultura religiosa che esordisce da decenni con il seguente disclaimer: qui si parla di Religioni, mica di Verità. La Verità non c' entra e nessuno pronunci senza smorfie di disgusto questa parola maledetta e prevaricatrice.
Religioni senza Verità? Annuso la "stronzata".
Si prosegue: qui non ci occupiamo di precetti etici convinti come siamo che sia materia fondamentalmente estranea alla Religione, nonchè fomite di tutti i conflitti umani.
Religione senza Etica? La stronzata si appresta ad essere conclamata.
Chiusa: l' uomo religioso si dedica alle domande e all' interrogazione del Mistero profetizzando secondo coscienza. Ogni risposta esplicità della divinità a questo richiamo incorpora violenza, arroganza e falsificazione dell' uomo che si fa Dio. Lasciamo invece che i nostri interrogativi penzolino inevasi per sempre in quel buio silenzioso a testimonianza di un bisogno che ci affratella.
Dunque ogni "risposta" ai nostri bisogni esistenziali, specie se aggravata dalla chiarezza, sarebbe una forma di violenza e di inganno? Che stronzata mirabile!
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Mentre la bugia è messa a punto strategicamente come un singolo manufatto, ogni stronzata puo' essere prodotta solo in forma di raffica. Una volta evocato, il demone della stronzata non ti abbandona. Per questo, quando ne scorgi una in realtà hai scoperto un intero filone e Fahre + U&P non deludono. Dagli "omicidi bianchi" alla "certezza del dubbio", per i "concetti- stronzata" sono vere miniere.
Alla ricerca di lumi sul singolare fenomeno, mi hanno fatto il Nome di Harry Frankfurt. Sulla piazza sembra lui il più fine analista del concetto di "stronzata".
Prima cosa da dire, la "stronzata" non coincide certo con la "falsità", poichè latita l' intenzione di ingannare. Non ha a che fare con l' incuria, la trasandatezza, la superficialità o l' incompetenza: basti pensare al fior fiore di raffinati professionisti impegnati in politica, in pubblicità e nelle pubbliche relazioni, tre campi dove la produzione di "stronzate" è d' obbligo. E poi, parlando sinceramente, Fahre e U&P vi sembrano programmi trasandati? Al contrario, tra quelli che solcano l' etere li annovero tra i più curati e godibili, proprio come le "stronzate" che veicolano.
Il produttore di stronzate non vuole mentire, molto più semplicemente ha scarso interesse per la Verità, in genere perchè la reputa inattingibile. L' essenza della stronzata non sta nell' essere falsa ma nell' essere finta. La stronzata fa bene, rilassa, tiri il fiato come quando varchi i cancelli di Gardaland. Una volta garantiti dalla filosofia più profonda e torbida che la Verità si puo' snobbare, tutto assomiglia molto di più ad un "gioco" e il "gioco linguistico" assomiglia ben presto ad un vero parco giochi. Tutto cio' che nel mondo mi avrebbe spaventato, nel parco giochi lo sperimento. La mia creatività ne esce esaltata.
Pur contraffacendo le cose, il produttore di stronzate non deve falsificarle o fraintenderle. Il fatto è che la falsità responsabilizza tremendamente, la gente è molto più tollerante con le stronzate. Il produttore stesso di stronzate non tollererebbe mai di cogliere se stesso in flagrante mentra dice una bugia. Orrore! L' etica personale dei migliori stronzaioli è spesso inflessibile.
la "stronzata" solletica la nostra vena artistica. Il "contaballe" e il "cantastorie" sono cugini primi. Se il morto sul lavoro è anche la vittima di un omicidio (bianco) possiamo coniugare molto meglio due talenti: giustizieri e prefiche andranno a braccetto. L' esibizione ci guadagna. Non sarà un caso se molte rivendicazioni vengono senza più mediazione messe in mano a comici ed attori di teatro: il petardo delle loro "stronzate" non è solo tollerato, è richiesta a viva voce da un pubblico desideroso di sostituire l' ormai spento fuoco della Verità con il chiasso plateale dell' innocua stronzata.
Il produttore di stronzate prescinde dalla prosaica verità, proprio come il bugiardo. Ma il primo, a differenza del secondo, non ha la Verità al centro dei suoi interessi. Anzi, crede che la Verità stessa sia una forma d' inganno. Se queste sono le premesse, per lui è addirittura impossibile mentire. Non crede nell' accertamento, al limite crede nella lotta, crede nel tiro alla fune e mentre parla vede se stesso impegnato a tirare dalla parte giusta. E' con la lotta e con l' impegno che il produttore di stronzate s' illude di aver schivato il nichilismo.
Il produttore di stronzate, conclude HF, sostituisce la Verità Oggettiva con la Sincerità. Se non si puo' essere fedeli alla Verità si sia perlomeno fedeli a se stessi, e se nel mondo d' oggi le stronzate proliferano copiose è sopratutto a causa delle abbondanti infiltrazioni di scetticismo e di relativismo che abbiamo subito tutti da qualche secolo a questa parte.
giovedì 16 aprile 2009
Alte Colline e Basse Montagne
Anche Giorgio Israel si unisce al coro e intona la solita solfa per cui l' economia mainstream avrebbe fallito la sua missione. Questa crisi lo proverebbe.
Comincio notando un passaggio molto strano:
"... è del tutto ragionevole asserire... che da quando esiste il sistema capitalistico, nessuno è stato capace di proporre un sistema migliore. Ben altro discorso è scendere sul terreno della teoria economica e asserire l’intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Penso che nessuno abbia mai fatto la seconda "asserzione". E' spiacevole però constatare che la discussione potrebbe già chiudersi qui osservando semplicemente come l' attacco di Israel sia rivolto a dei fantasmi. Dacchè mi risulta l' opzione per il mercato è infatti sempre l' opzione per il meno-peggio. Ma questo vale per qualsiasi teoria scientifica moderna.
A meno che contraddire il nuovo guru Tremonti non venga tradotto dagli ammiratori del Commercialista di Sondrio in una professione di fede nell' "... intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Il coro in cui canta Israel contesta in particolare due "ipotesi": 1) la razionalità degli operatori (homo economicus) 2) l' efficienza dei mercati (pro-eff). Sono due ipotesi intimamente legate tra loro, forse è persino inutile presentarle in forma separata.
Devo ammettere che le due ipotesi mi piacciono e continuano a essermi simpatiche anche oggi. Nonostante funzionino palesemente male, pur sapendo che la loro adozione puo' produrre disastri, pur sapendo delle confutazioni fattuali che si susseguono a ripetizione. Sono forse "de coccio"? Non penso, perchè mai dovrei nutrire una simile simpatia?
Ma io conto poco. Israel farebbe invece bene a chiedersi come mai anche la scienza ufficiale persista nel produrre modelli che accolgono l' ipotesi pro-eff. Forse sono in azione delle strane lobby accademiche? Non lo credo visto che questo meccanismo lavora da un secolo e mezzo. Se ci fosse una Verità si sarebbe già imposta sbaragliando la lobby di turno.
Popper pensava che confutare un' ipotesi equivalesse a toglierla di mezzo. E qualcuno lo pensa ancora. Che ingenui! La cosa non è affatto vera ed esistono decine di episodi nella storia della scienza a testimoniarlo.
Il fatto è che l' ipotesi pro-eff: con la sua semplicità ed eleganza ripaga con gli interessi anche i mille errori in cui incorre. Chi lo dice infatti che una teoria scientifica debba essere vera? La scienza non è la Religione e può quindi ricorrere a molte altre risorse! Semmai una tesi è scientifica se si "ripaga" al meglio. I margini di errore non contano in assoluto. In questi ultimi secoli la tesi di cui parliamo sembra essersi ripagata. Ma siamo aperti a chi la pensa differentemente.
[... qui ci sta bene una ripresa della discussione intorno a Wittgenstein e allo Stregone. Quando lo Stregone afferma che "danzerà per far piovere", a Witt appare ridicolo e preferisce non "prenerlo sul serio", ovvero non prenderlo alla lettera. Ma a noi non appare affatto ridicolo, possiamo prenderlo sul serio, non è un pazzo visto che non ha niente di meglio a cui ricorrere. Concluderemo in modo politicamente scorretto che esprime una civiltà inferiore a quella che ha puntato sui sistemi irrigui... Allo stesso modo gli economisti ricorrono all' ipotesi pro-eff. Lo Stregone soccombe perchè esiste l' Uomo Bianco ma l' ipotesi pro-eff che contraltae ha?... nessuno]
Qualcuno contesta l' Homo Eeconomicus osservando quanto suo cugino sia un tipo "irrazionale", in più conosciamo una folla di persone che si comporta proprio come lui. I più raffinati sfoderano una serie di test psicologici che evidenziano una marea di bias cognitivi. Ma costoro hanno veramente colto di cosa si stia parlando? Sarebbe bene non confondere gli accorgimenti su cui ripiega (razionalmente) chi ha una "limitata possibilità di calcolo" con l' "irrazionalità".
Ma il punto non è nemmeno questo, il punto è che mentre esiste UNA razionalità, esisono MILLE modi per essere irrazionali.
MASSIMA PRAGMATISTA: That which as no practical implications; has no implications for economic theory.
Chi contesta HE deve proporre un' alternativa, ma un' alternativa soddisfacente non è mai stata proposta.
Allo stesso modo è scientificamente afono chi nel bel mezzo della crisi faccia notare quanto sia inefficiente il mercato. Accapigliarsi con costoro non avrebbe senso, simuleremmo la lite insensata tra quei due che posti di fronte ad una montagnola e senza termini di paragone si dividono ferocemente: l' uno sostenendo alla morte che trattasi di un' "Alta Collina", l' altro perorando ardentemente la causa della "Bassa Montagna".
Bottom line: ma quali sono poi le cause di questa crisi? Per poter lanciare i suoi strali Israel lo dà per scontato: i mercati finanziari sono inefficienti. Ma chi l' ha detto? Peccato, ridurre in questo modo favorisce le tesi anti-eff ma elude un dibattito interessante che non arriva certo a conclusioni tanto semplicistiche.
Comincio notando un passaggio molto strano:
"... è del tutto ragionevole asserire... che da quando esiste il sistema capitalistico, nessuno è stato capace di proporre un sistema migliore. Ben altro discorso è scendere sul terreno della teoria economica e asserire l’intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Penso che nessuno abbia mai fatto la seconda "asserzione". E' spiacevole però constatare che la discussione potrebbe già chiudersi qui osservando semplicemente come l' attacco di Israel sia rivolto a dei fantasmi. Dacchè mi risulta l' opzione per il mercato è infatti sempre l' opzione per il meno-peggio. Ma questo vale per qualsiasi teoria scientifica moderna.
A meno che contraddire il nuovo guru Tremonti non venga tradotto dagli ammiratori del Commercialista di Sondrio in una professione di fede nell' "... intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".
Il coro in cui canta Israel contesta in particolare due "ipotesi": 1) la razionalità degli operatori (homo economicus) 2) l' efficienza dei mercati (pro-eff). Sono due ipotesi intimamente legate tra loro, forse è persino inutile presentarle in forma separata.
Devo ammettere che le due ipotesi mi piacciono e continuano a essermi simpatiche anche oggi. Nonostante funzionino palesemente male, pur sapendo che la loro adozione puo' produrre disastri, pur sapendo delle confutazioni fattuali che si susseguono a ripetizione. Sono forse "de coccio"? Non penso, perchè mai dovrei nutrire una simile simpatia?
Ma io conto poco. Israel farebbe invece bene a chiedersi come mai anche la scienza ufficiale persista nel produrre modelli che accolgono l' ipotesi pro-eff. Forse sono in azione delle strane lobby accademiche? Non lo credo visto che questo meccanismo lavora da un secolo e mezzo. Se ci fosse una Verità si sarebbe già imposta sbaragliando la lobby di turno.
Popper pensava che confutare un' ipotesi equivalesse a toglierla di mezzo. E qualcuno lo pensa ancora. Che ingenui! La cosa non è affatto vera ed esistono decine di episodi nella storia della scienza a testimoniarlo.
Il fatto è che l' ipotesi pro-eff: con la sua semplicità ed eleganza ripaga con gli interessi anche i mille errori in cui incorre. Chi lo dice infatti che una teoria scientifica debba essere vera? La scienza non è la Religione e può quindi ricorrere a molte altre risorse! Semmai una tesi è scientifica se si "ripaga" al meglio. I margini di errore non contano in assoluto. In questi ultimi secoli la tesi di cui parliamo sembra essersi ripagata. Ma siamo aperti a chi la pensa differentemente.
[... qui ci sta bene una ripresa della discussione intorno a Wittgenstein e allo Stregone. Quando lo Stregone afferma che "danzerà per far piovere", a Witt appare ridicolo e preferisce non "prenerlo sul serio", ovvero non prenderlo alla lettera. Ma a noi non appare affatto ridicolo, possiamo prenderlo sul serio, non è un pazzo visto che non ha niente di meglio a cui ricorrere. Concluderemo in modo politicamente scorretto che esprime una civiltà inferiore a quella che ha puntato sui sistemi irrigui... Allo stesso modo gli economisti ricorrono all' ipotesi pro-eff. Lo Stregone soccombe perchè esiste l' Uomo Bianco ma l' ipotesi pro-eff che contraltae ha?... nessuno]
Qualcuno contesta l' Homo Eeconomicus osservando quanto suo cugino sia un tipo "irrazionale", in più conosciamo una folla di persone che si comporta proprio come lui. I più raffinati sfoderano una serie di test psicologici che evidenziano una marea di bias cognitivi. Ma costoro hanno veramente colto di cosa si stia parlando? Sarebbe bene non confondere gli accorgimenti su cui ripiega (razionalmente) chi ha una "limitata possibilità di calcolo" con l' "irrazionalità".
Ma il punto non è nemmeno questo, il punto è che mentre esiste UNA razionalità, esisono MILLE modi per essere irrazionali.
MASSIMA PRAGMATISTA: That which as no practical implications; has no implications for economic theory.
Chi contesta HE deve proporre un' alternativa, ma un' alternativa soddisfacente non è mai stata proposta.
Allo stesso modo è scientificamente afono chi nel bel mezzo della crisi faccia notare quanto sia inefficiente il mercato. Accapigliarsi con costoro non avrebbe senso, simuleremmo la lite insensata tra quei due che posti di fronte ad una montagnola e senza termini di paragone si dividono ferocemente: l' uno sostenendo alla morte che trattasi di un' "Alta Collina", l' altro perorando ardentemente la causa della "Bassa Montagna".
Bottom line: ma quali sono poi le cause di questa crisi? Per poter lanciare i suoi strali Israel lo dà per scontato: i mercati finanziari sono inefficienti. Ma chi l' ha detto? Peccato, ridurre in questo modo favorisce le tesi anti-eff ma elude un dibattito interessante che non arriva certo a conclusioni tanto semplicistiche.
mercoledì 15 aprile 2009
Alternative alla razionalità
A ondate regolari cresce un clima di sfiducia nelle capacità razionali dell' uoomo.
Anche commentando la recente crisi finanziaria si sente dire che le scienze sociali hanno fallito le previsioni poichè postulano "agenti razionali" anzichè persone normali e fallibili esattamente come le vediamo tutti i giorni.
Chiedo: ma ci crediamo o no nel fatto che l' uomo sia un essere ragionevole?
Francamente ne sono convinto e sono convinto che anche cio' che chiamiamo "bias cognitivo" abbia una sua giustificazione razionale.
E' il "mondo" ad essere complesso, non la nostra razionalità ad essere difettosa. Anche se lo "scopritore2 è razionale, la scoperta del mondo è infinita.
Si tratta solo di avere fiducia nel fatto che noi siamo esseri razionali e che la razionalità è il miglior strumento per condurre questa scoperta.
Anche commentando la recente crisi finanziaria si sente dire che le scienze sociali hanno fallito le previsioni poichè postulano "agenti razionali" anzichè persone normali e fallibili esattamente come le vediamo tutti i giorni.
Chiedo: ma ci crediamo o no nel fatto che l' uomo sia un essere ragionevole?
Francamente ne sono convinto e sono convinto che anche cio' che chiamiamo "bias cognitivo" abbia una sua giustificazione razionale.
E' il "mondo" ad essere complesso, non la nostra razionalità ad essere difettosa. Anche se lo "scopritore2 è razionale, la scoperta del mondo è infinita.
Si tratta solo di avere fiducia nel fatto che noi siamo esseri razionali e che la razionalità è il miglior strumento per condurre questa scoperta.
Chi ama di più la Verità?
Chi la "compra", non chi la "vende".
Attenzione però agli "innamorati delle domande". Apparentemente sono "compratori". In realtà hanno smesso di anelare ad una risposta che romperebbe la comoda routine in cui si sono calati.
Attenzione però agli "innamorati delle domande". Apparentemente sono "compratori". In realtà hanno smesso di anelare ad una risposta che romperebbe la comoda routine in cui si sono calati.
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