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lunedì 28 ottobre 2019

PUBBLICARE PUBBLICARE PUBBLICARE.

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Un'enorme quantità di ricerca viene sfornata oggi dall'accademia. Impossibile non pubblicare se ambisci ad una cattedra. Sarebbe interessante sapere l'utilità effettiva di questo sforzo immane, l'impressione è che sia minuscola.
In questo articolo Michael Huemer stima la situazione nel suo campo, quello della filosofia. Seicento lavori scientifici (libri e articoli) vengono prodotti ogni settimana solo in lingua inglese, il che significa oltre 30.000 all'anno. Non male, anche perché la filosofia non è la sola materia che produce ricerca, ce ne sono almeno un'ottantina. In questo caos è impossibile restare aggiornati, nemmeno per un professionista. In più si tratta di lavori iper-specializzati che si concentrano su questioni irrilevanti per il 99% dell'utenza. Nell'articolo di Huemer si fanno esempi esilaranti. E se l'interesse non è abbastanza disincentivato dalla quantità e dai contenuti, ci pensa lo stile oscuro, un vero succedaneo del Benadryl. Conoscete qualche ricercatore accademico che soffra di insonnia? Io no, e adesso so perché. Gli autori accademici dimostrano rigo dopo rigo di non essere interessati alla leggibilità dei loro lavori, probabilmente perché sanno già in anticipo che nessuno si impegnerà in questa impresa.
Ma il ricercatore non desiste, in fondo gode di molti privilegi: grazie alle sue pubblicazioni riceverà una cattedra, godrà di un anno sabbatico da dedicare alla scrittura, riceverà borse di studio, finanziamenti, compensi, premi. Il prestigio accademico dipende poi al 100% dalla ricerca.
Ma per stimare il valore della ricerca occorre compararla con i possibili sforzi alternativi. Queste migliaia di accademici non potrebbero spendersi per una causa più meritevole? Non potrebbero per esempio fare della filantropia? Salvare delle vite umane? In fondo si tratta dei nostri migliori cervelli, i più produttivi in circolazione, sono intelligenti, coscienziosi e gran lavoratori. Non è il caso di farli uscire da quell'isolamento autistico in cui giocano unicamente a misurarsi con i loro pari?
Poi, occorre stimare il valore marginale della ricerca. Si sentiva davvero il bisogno di un lavoro in più da aggiungere alla caterva che già ci sommerge?
L'enfasi su costo opportunità e costo marginale serve per dire che nessuno intende mettere in dubbio il valore della ricerca in sé, spesso è intellettualmente molto rigorosa, ma questo di per sé è irrilevante. I libri non sono come gli altri beni: se produco un'auto in più avremo una persona in più che andrà in auto anziché a piedi. Ma se produco un libro in più? Nei libri non c'è rivalità nel consumo. Prova a stilare la lista dei tuoi 500 libri favoriti. Che probabilità esiste che una ricerca accademica prodotta oggi entri nella tua lista? Direi che è siamo vicini allo zero.
Poi c'è il fatto che gran parte di queste ricerche sono false, basterebbe notare come si contraddicono tra loro. Cio' significa che piuttosto che espandere la conoscenza, la inquinano diffondendo falsità. Anche la maggior parte dei lavori scientifici è tecnicamente falsa, non mi soffermo sui motivi ma rinvio al lavoro John Ioannidis linkato nell'articolo e più volte ripreso su questa bacheca.
Molti lavori non sono falsi ma è come se lo fossero poiché con la loro pedanteria contribuiscono ad occultare i lavori validi e interessanti. Ogni articolo mediocre rende più difficile imbattersi in articoli realmente stimolanti.
Considerazioni del genere fanno pensare che il valore della ricerca prodotta sia piuttosto piccolo. Ma perché siamo in questa situazione? Sì certo, perché i governi finanziano le università (se no perché mai tutta questa massa di persone talentuose dovrebbe dedicarsi a scrivere male una miriade di cose che nessuno leggerà?). Ma la principale ragione è un'altra: il prestigio. Un' università che fa ricerca ad alto livello, per esempio, moltiplica le iscrizioni (e gli incassi). Purtroppo, il prestigio è un bene "posizionale", che induce uno sforzo a somma zero. Detto altrimenti: spreca risorse. In questo caso, una marea di risorse.
FAKENOUS.NET
Here’s the background for the title question. An enormous amount of research is being done by academics (myself included), in all manner of fields. This research is valued by the prestigious …