lunedì 27 settembre 2021

POLITICAMENTE CORRETTO - definitivo

 LE TRE FASI DEL POLITICAMENTE CORRETTO.


FASE 1 - Nella prima fase il p.c. è poco più che una cortesia, una virtù civica contro cui nessuno obbietta seriamente. Talvolta è all'origine di ipocrisie ma funziona. Essere gentili è quasi sempre meglio che essere cafoni, tutti concordano.

FASE 2 - Nella seconda fase il p.c. viene utilizzato da chi pensa che con il linguaggio si possa plasmare la cultura di un paese. Ad opinare è chi vorrebbe una cultura differente, ma anche molti linguisti. Tra linguaggio e cultura c'è un solido nesso, nessuno lo nega, ma va nella direzione opposta.

FASE 3 - Nella terza fase il p.c. serve più che altro per apporre la lettera scarlatta: chi non usa la parola giusta è bollato come nemico politico da boicottare. In questo modo ci si distingue (politica dell'identità). Ad opinare è chi non crede nella polarizzazione e nel progresso attraverso il conflitto.

Le tre fasi non sono sempre chiaramente distinguibili, per via della solita strategie "tiro il sasso e nascondo la mano". Se tenti di apporre lettere scarlatte in un contesto che si rivela refrattario, puoi sempre dire che stai "solo" chiedendo di essere più rispettosi (quanti ne leggo!), nessuno potrà mai rimproverarti oltre, nel frattempo aspetti momenti più favorevoli.

venerdì 24 settembre 2021

SIMULAZIONE - definitivo

 Ecco due proposizioni convincenti e rilevanti per l'evangelizzazione:


1) tra 10 anni i "poveri" penseranno quello che i "ricchi" pensano oggi (link omessi);

2) tra i ricchi (élite) l'ateismo è più diffuso che tra i poveri (link omessi).

Ergo: occorre occuparsi del "centro" (i ricchi), non delle "periferie" (i poveri).

E adesso il post vero e proprio.

Titolo: IL PRIMO PASSO (rubrica: evangelizzare l'élite)

Puo' l'ateo materialista compiere un primo passo verso l'idea di un Creatore? Sì, in molti modi. In genere lo si invita a meditare sull'origine dell'universo e sul fine tuning. Qui, invece, lo invito a meditare l'idea di simulazione.

Viviamo in una simulazione? Penso che l'ateo materialista e razionalista debba accordare un certo credito a questa ipotesi.

Innanzitutto, è possibile creare una realtà virtuale? Un presupposto comune nella filosofia della mente è quello dell' "indipendenza dal substrato". L'idea è che gli stati mentali possano "emergere" da configurazioni complesse di qualsiasi substrato fisico. In natura emergono dal carbonio ma potrebbero emergere anche dal silicio dei computer. Al momento non abbiamo né hardware sufficientemente potente né il software necessario per creare menti coscienti nei computer ma alcuni autori sostengono che questa fase è a pochi decenni di distanza da noi. Simulare l'intero universo a livello quantistico è ovviamente impossibile ma per ottenere una simulazione realistica dell'esperienza umana serve molto meno - solo tutto ciò che è necessario per garantire che gli umani simulati, interagendo in modi normali con il loro ambiente simulato, non notino alcuna irregolarità.

Secondo punto, è necessario ipotizzare che una civiltà in grado di realizzare la simulazione esista e ne produca una quantità significativa. Considerate le potenziali della nostra civiltà è del tutto ragionevole pensare che possano esistere nell'universo civiltà post-umane tecnologicamente matura e con un'enorme potenza di calcolo; se anche una piccola percentuale di loro dovesse eseguire "simulazioni di antenati", il numero totale di antenati simulati eccederebbe di gran lunga quello degli antenati reali In tali condizioni e in assenza di altre informazioni, dobbiamo presumere di appartenere alla categoria più numerosa, quella dei "simulati".

Terzo punto: ma una civiltà avanzata è anche interessata a produrre simulazioni? Si può ipotizzare un divieto etico di eseguire simulazioni di antenati a causa della sofferenza che verrebbe inflitta a costoro. O forse molti dei nostri desideri umani saranno considerati stupidi da chi accede alla condizione post-umana. Tuttavia, è più plausibile pensare ad una civiltà curiosa che finisce per fare cio' che pio' fare, ovvero realizzare mondi.

Per dirla in sintesi: è del tutto razionale pensarci come menti simulate. Anzi, se non lo facciamo perdiamo il diritto a credere che avremo discendenti in grado di eseguire molte di queste simulazioni. Non penso che un ateo razionalista e materialista voglia perdere questo diritto, specie se ha grande fiducia nella tecnologia. In altri termini, l'ateo razionalista dovrebbe concludere che la presenza di miracoli e di esseri creatori onnipotenti e onniscienti sia un'ipotesi meritevole di difesa. In un certo senso, i post-umani che eseguono una simulazione sono come divinità in relazione alle persone che abitano la simulazione: i post-umani hanno creato il mondo che vediamo; sono di intelligenza superiori; sono “onnipotenti” nel senso che possono interferire nel funzionamento del nostro mondo anche in modi che violano le sue leggi fisiche (miracoli); e sono “onniscienti” nel senso che possono monitorare tutto ciò che accade. Ulteriori ruminazioni su questi temi potrebbero culminare in una teogonia naturalistica.

Ma com'è ragionevole comportarci nei confronti del nostro creatore? Nonostante alcune sconcertanti scoperte, le implicazioni sui comportamenti non sono poi così radicali. La nostra migliore guida su come i nostri creatori post-umani hanno scelto di creare il nostro mondo è lo studio empirico standard dell'universo che vediamo. Le revisioni alla maggior parte delle nostre reti di credenze sarebbero piuttosto lievi e sottili. Certo che una relazione di riverenza verso chi ci ha dato la vita è tutt'altro che insensata, anche per gli atei materialisti e razionalisti.

Questo scenario non coincide certo con quello delle religioni ma per lo meno avvicina la sensibilità atea all'idea di un creatore. Certo, il primo contrasto che mi viene in mente con la teologia classica è che quest'ultima ci parla di un Dio fuori dal tempo mentre il creatore di simulazioni vive nel tempo. Tuttavia, l'immagine classica del Dio come Triangolo è combattuta già oggi anche nei dibattiti tra cristiani. Chi vede il Dio cristiano come una persona che agisce nel tempo (teologia personale) - e qui ammetto le mie simpatie - attenua, almeno su questo punto, il contrasto con il Simulatore.

post facebook

https://www.simulation-argument.com/simulation.html?fbclid=IwAR1-9tG-y6wm2MISwmPH8Dx7YqNIc7k6wK9rsH3WQQ2Z0MX6jOGQ6fu21kg

martedì 21 settembre 2021

PROBLEMA DELMALE - DEFINITIVO

 IN SINTESI


PERCHE' IL MALE INNOCENTE?


Due ipotesi:

1) Disarmonia. Il nostro antenato ha turbato l' Ordine e noi ne subiamo le conseguenze.

2) Test. Dio ci concede di "meritarci" il Paradiso.

La prima ipotesi è quella più ortodossa, ma a me piace la seconda.

-------IN DETTAGLIO

IL PROBLEMA DEL MALE RISOLTO

Ho sempre coltivato una teodicea eretica, specie sul "male naturale" (terremoti, fulmini,inondazioni, pandemie e disgrazie varie). Laddove l'ortodossia individua come causa la "caduta" dei nostri primi antenati e il turbamento di un'armonia, io vedo una messa alla prova dell'uomo libero affinché possa guadagnarsi il Paradiso.

Una simile visione ha conseguenze (eretiche) su alcune tematiche classiche della fede.

PARADISO. Esiste un Paradiso donato (Eden) e un Paradiso meritato, solo il secondo è veramente tale e rappresenta il fine ultimo della nostra esistenza. 

ONNISCIENZA DIVINA. E' limitata dalla libertà umana. Dio deve vederci all'opera per conoscerci (e giudicarci). In questo modo si giustifica la nostra vita terrena (perché vivere se Dio puo' già indirizzarci verso la nostra sorte?). Inoltre, non si tratta di un limite problematico, basta adottare le soluzioni retoriche utilizzate dall'ortodossia per limitare l'ONNIPOTENZA. Un Dio onnisciente, quindi, è un Dio "che puo' sapere tutto cio' che possiamo immaginare si possa sapere". Conoscere con certezza il comportamento di un uomo libero è letteralmente "inimmaginabile".

LIBERTA'. La libertà umana è radicale e ci rende imprevedibili persino ad esseri onniscienti.

INDIVIDUO. Siamo tutti radicalmente differenti e Dio puo' conoscerci solo sottoponendoci a prove differenti.

EDEN. L'Eden è già una condizione pienamente terrena perché in esso agiva un uomo libero sottoposto ad una prova. Nella sostanza la nostra identica condizione.  

PECCATO ORIGINALE. Non deriva da una colpa bensì dalla creazione stessa. Siamo stati creati con delle tare affinché potessimo conquistare il Paradiso Meritato. Se Dio si fosse limitato ad elargire un Paradiso Donato non avrebbe agito per il nostro massimo bene.

ATEI. Ora la dottrina del peccato originale non crea più sconcerto . Anche un ateo ammette senza problemi l'incompletezza radicale dell'uomo.

BAMBINI MORTI. Personalmente credo nella loro reincarnazione e nella possibilità di vivere un'altra vita.