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mercoledì 13 novembre 2019

IL DECLINO DELLA SCOMMESSA PASCALIANA

IL DECLINO DELLA SCOMMESSA PASCALIANA
Il rischio - compreso il rischio che ci si prende in una scelta di fede - può essere percepito come speranza oppure come pericolo a seconda dei casi. Ma quali casi? Oggi li conosciamo un po' meglio.
Li illumina bene un famoso esperimento di laboratorio replicato più volte a cui si è sottoposto un gruppo di medici dell'ospedale di Stanford. Lo descrivo brevemente.
Nel primo problema si assume che un'epidemia minacci 600 vite umane. Abbiamo di fronte due alternative verso cui indirizzare gli sviluppi della malattia.
A) 400 morti certe.
B) 1/3 di probabilità che nessuno muoia e 2/3 che muoiano tutti.
Nel secondo problema siamo nella medesima situazione, solo che i due scenari tra cui scegliere sono i seguenti.
C) 200 vite salvate.
D) 2/3 di probabilità che nessuno sia salvato e 1/3 di probabilità che tutti si salvino
Come vi comportereste nel primo caso? E nel secondo?
Si noti che lo scenario A è identico allo scenario C mentre B è identico a D. Insomma, chi sceglie A deve scegliere C e chi sceglie B deve poi scegliere D. Ma la coppia scelta a maggioranza è stata B/C, ovvero una coppia "assurda".
Ecco un'interpretazione dell'irrazionalità riscontrata: quando l'opzione rischiosa (quella probabilistica) è presentata in alternativa a un opzione esposta in termini positivi (ovvero in termini di vite salvate) viene percepita come se esprimesse un pericolo. Quando invece viene presentata come alternativa ad un'opzione certa esposta in termini negativi (ovvero in termini di morti) viene percepita come speranza.
Ma veniamo al nostro tema, perché oggi la scommessa pascaliana non converte più nessuno? Forse perché abbiamo esorcizzato per benino la morte. Ovvero, poiché oggi l'opzione rischiosa della fede nella vita eterna viene vista come alternativa ad una vita certa e non ad una morte certa (cosa a cui nessuno pensa più), la dimensione del pericolo prevale sulla dimensione della speranza. Anche se in termini razionali tutto è come prima, la psicologia fa la differenza.
Ma se la certezza della vita mortale prevale sull'incertezza della vita eterna, non sorprende che la Chiesa cessi di pensare a quest'ultima per concentrarsi solo sulla prima.
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"I had the good fortune to grow up in a wonderful area of Jerusalem, surrounded by a diverse range of people: Rabbi Meizel, the communist Sala Marcel, my widowed Aunt Hannah, and the intellectual Yaacovson. As far as I'm concerned, the opinion of such people is just as authoritative for maki...

giovedì 10 gennaio 2019

LA GENTE NON VUOLE ESSERE FELICE

LA GENTE NON VUOLE ESSERE FELICE

Volete essere felici NELLA vostra vita o DELLA vostra vita?

1) La sera mi rilasso seguendo i talk sul calcio nelle TV private. Un’esperienza sempre piacevole anche se certo non memorabile.

2) Questa estate ho visitato lo zoo con le mie bambine: la solita giornata stressantissima in cui regolarmente succedono un paio di cose che la rendono memorabile. Con i figli è sempre così.

Grazie alla prima esperienza sono felice NELLA mia vita (felicità in senso stretto), grazie alla seconda sono felice DELLA mia vita (soddisfazione).

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venerdì 25 maggio 2018

PREFERENZE MATRIMONIALI

PREFERENZE MATRIMONIALI
Il fatto che le donne intelligenti tendano a sposare uomini meno intelligenti di loro non segnala di per sè una preferenza . Noi tendiamo a mettere l'intenzione ovunque, ma anche la statistica vuole le sue ragioni.
Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella…
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PUNIRE O PREMIARE?

PUNIRE O PREMIARE?
Quando ci dicono che “premiare è meglio che punire” restiamo scettici, ricordiamo sempre quella volta che abbiamo ottenuto un miglioramento punendo, oppure un peggioramento premiando. Ma c’è l’inghippo: chi fa male tende al miglioramento a prescindere dalla punizione inferta, e chi fa bene probabilmente peggiorerà a prescindere dal premio elargito. Si chiama “regressione alla media”, un fenomeno che trae in inganno quando in queste materie ci affidiamo all’intuito. Il giudizio ingenuo vuole sempre ficcarci dentro una "causa", anche quando esiste solo la statistica.

commenti

Riccardo Mariani E’ l’errore che fanno molti telecronisti sportivi quando dicono che chi ieri ha fatto bene oggi fa peggio perché si è rilassato o si è montato la testa (mi viene in mente il caso Donnarumma), oppure che chi ieri ha fatto male oggi fa meglio perché sente che non ha più nulla da perdere (il caso di molte rimonte). Forse è ANCHE così ma il motivo fondamentale è la regressione alla media: chi ieri ha fatto bene tenderà a fare peggio mentre chi ha fatto male tenderà a fare meglio per una semplice questione statistica, e questo a prescindere dall’animo interiore.

Il caso che citi è ancora più eclatante. La regressione alla media è esclusa solo qualora io sia perfetto nello svolgere quel compito. Ma la perfezione non è di questo mondo. O meglio, cio’ che la scienza chiama certezza (o perfezione) è sinonimo di probabilità del 99.99…% Il che implica errori statistici e regressione alla media. Sono i nostri bias cognitivi che ci indirizzano nella ricerca di cause e intenzioni anche quando potremmo spiegare con la statistica. Io segnalo questo bias della “causa”, non escludo certo a priori che delle cause parziali esistano, così come non escludo che il telecronista sportivo abbia le sue ragioni nel parlare di campioni con la testa montata o di rimonte “incredibili”.
Gestire
Riccardo Mariani In campo sportivo la chiamano “iella da SPORT’S ILLUSTRATED”: il campione che compare sulle copertine di questa rivista è spesso destinato a peggiorare le sue performance la stagione successiva. L’ingenuo pensa alla iella, chi si crede meno ingenuo pensa invece che la causa della iella sia l’eccessiva fiducia in se stessi, quasi che l’atleta pensasse: “lo so fare e quindi non sbaglierò più”. Il fatto è che se finisci sulla copertina di SI hai senz’altro avuto una prestazione eccezionale e sei quindi statisticamente destinato a fare peggio, l’eccessiva fiducia in se stessi non è affatto detto che conti qualcosa ma il "bias della causa" che alligna nei nostri cervelli ci porta a pensare solo a quel fattore.

Siamo stati abituati a ritenere che all'uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l'istinto e l'emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella…
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venerdì 20 novembre 2015

Thinking, Fast and Slow di Daniel Kahneman - SUNTO

Thinking, Fast and Slow di Daniel Kahneman - fonti terze
  • come funziona la mente umana?
  • errori prevedibili
  • due menti: 1 intuitiva per i problemi immediati 2 calcolante per i problemi che concedono riflessione
  • la divisione risolve alcuni annosi problemi economici. es: gli avversi al rischio si assicurano. i favorevoli al rischio giocano alla lotteria. ma alcuni fanno entrambe le cose, come è possibile? quando compro il biglietto uso 1 quando mi assicuro uso 2
  • linda è una giocane ragazza brillante che lavora i banca e s'impegna per le donne. cosa è più prob: 1 che linda lavori in banca o 2 che linda lavori in banca e s'impegni per le donne?
  • spesso 1 sostituisce il problema per risolverlo meglio
  • spesso 1 semplifica le prob limitandosi a certo, incerto, impossibile.
  • perchè mangiare un biscotto fa male mentre mangiarne mezzo no? perché la mente 2 conosce le calorie di un biscotto ma non quella di mezzo biscotto
  •  perchè mangiare fuori pasto è una tentazione così pericolosa? perchè la decisione se farlo o meno viene demandata a mente 1 e non a mente 2
  • chi rischia e vince domina le nostre vite: imprenditori,politici... chi rischia e perde sparisce. cio' significa che le nostre vite sono dominate da chi è overconfident
  • cosa disturba dell'economia comportamentale: un esperimento una conclusione. l'esperienza della cavia viene trascurata.
  • ci sono giochi dove vinci in una mossa e giochi che ripropongono un numero illimitato di mosse. spesso il gioco del business è del secondo tipo, il gioco della politica del primo. 
  • una confutazione di k con l'argomento plurimossa viene da john list
  • avidità: chi dà più importanza al denaro ne avrà di più
  • regola generale: chi otterrà quel che si propone da giovane sarà più felice. vale anche coi soldi
  • regola per la felicità: non pretendere troppo, specie da giovane.
  • i perdenti spesso non sono tali: non avevano alcuna pretesa e non hanno ottenuto niente.
  • il bias dei bias: tutti i bias sono uguali. in realtà alcuni sono più importanti e per superarli bisognerebbe concentrarsi su quelli. fare una lista ristretta.
  • anchor bias: forse il più diffuso. ci si muove razionalmente da dove si è gettata l'ancora ma l'ancora è gettata in modo arbitrario.
  • esempio: cavie: giudici con 15 anni di esperienza. devono giudicare un furto al supermarket. quanti mesi? lanciano un dado e sono chiamati a correggere l'esito: quando esce 9 correggono in 8 quando esce 3 correggono in 5.
  • bias della disponibilità: si crede ad una cosa se vi vengono in mente esempi. ma attenzione: se vi chiedono quanto siete severi e di fare 6 esempi voi procedete dandovi un voto. se vi chiedono 12 esempi, non riuscendo a farli, vi darete un voto più basso.
  • le persone sottostimano il ruolo della fortuna: hitler avrebbe potuto essere femmina, avrebbe potuto essere anche un maschio differente. le cose sarebbero andate in modo molto diverso.
continua