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lunedì 27 agosto 2018

IL PERICOLO DI ESSERE BUONI

those who claim to be leaders in family values or social justice or religious/spiritual leadership are found to be acting in ways that counter to the values they claim to profess. Such cases may just be hypocrisy, but I suspect there is often an element of moral licensing as well: that is, being identified with doing good can free someone up to do bad, as well.

IL PERICOLO DI ESSERE BUONI

Chi si sente buono è più propenso a fare del male.

Altro motivo per combattere il buonismo.

http://www.arnoldkling.com/blog/virtue-signalling-may-be-a-signal-of-less-virtue/

giovedì 5 aprile 2018

Le democrazie non si fanno guerre?

Che la democrazia sia un veicolo per la pace non sembra in linea con i fatti osservati. Le democrazie non applicano principi “democratici” per risolvere le controversie internazionali che vedono in gioco i loro interessi. Inoltre, i leader democratici non si segnalano per un particolare “pacifismo”. Contrariamente a quanto si crede le democrazie si mobilitano velocemente e sono capaci persino di sfruttare l'effetto sorpresa. Cio’ non significa che tra le democrazie la pace non sia la regola, significa solo che la causa della pace va ricercata altrove, per esempio nelle economie aperte. Due paesi con economie aperte avranno interessi economici fortemente interconnessi, il che è un chiaro disincentivo ad una soluzione bellica delle controversie.
Democratic peace theory is probably the most powerful liberal contribution to the debate on the causes of war and peace. In this paper I examine the causal logi...
JSTOR.ORG

martedì 12 giugno 2012

Le ingiustizie della guerra giusta

Forse a causa del fatto che riflettere seriamente sulla politica estera di una nazione mi procura emicranie lancinanti, ne approfitto ogni volta per tagliare la testa al toro e farmi bello autoetichettandomi come "pacifista".
Magari un pacifista insolito: che non andrà mai e poi mai a una “Marcia della Pace”, che non sventolerà mai bandiere arcobaleno, che è disposto a negoziare i suoi principi con insolita facilità tanto è perseguitato dai “se” e dai “ma”; un pacifista tiepido, dunque.

Mi rendo conto che una figura del genere appare ossimorica visto che l’ immagine consueta del pacifista coincide con quella dell' indomito crociato votato a cadere sul campo pur di difendere la suo nobile causa.

Al contrario il mio pacifismo anodino si riduce a questa domanda: “quanti danni secondo te puo’ fare la guerra X?” seguita da una replica che prescinde dalla risposta fornita di volta in volta: “per me di più”. Dopodiché non è detto che parta volontario.

La mia indole radicale (ma non estremista) qui tentenna, lo ammetto, più che per i libri di storia letti, per i film sulla II guerra mondiale visti, pressoché tutti univoci nell’ inscenarla come una guerra giusta. Di fronte a questa propaganda ben orchestrata il mio pacifismo presenta crepe evidenti e, nel tentativo inane di restaurarlo, cerco di ricordare innanzitutto a me stesso le ingiustizie della guerra giusta.
… tra il 1945 e il 1950 l’ Europa è stata testimone del più massiccio episodio di “migrazione forzata”, e forse del più grande spostamento di masse umane nella storia dell’ uomo. Si aggira tra i 12 e i 14 milioni il numero di civili di lingua tedesca – per lo più donne, vecchi e ragazzi sotto i 16 anni – deportati a forza dai loro luoghi di nascita in Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Yugoslavia e Polonia dell’ est… questa massa enorme di persone fu poi lasciata tra le macerie di una Germania in fiamme dopo l’ occupazione alleata affinché si arrangiasse come meglio poteva… il numero di coloro che morirono di stenti in seguito a carestie, malattie, percosse ed esecuzioni non è noto, sebbene stime prudenti ci dicono che circa 500.000 persone persero la vita nel corso dell’ operazione…
… cio’ che più disturba, tuttavia, è che a decine di migliaia perirono in seguito ai maltrattamenti subiti nella vasta rete di campi di concentramento dediti al lavoro forzato allestita dagli alleati in tutta l’ Europa sud orientale… molti dei quali, per esempio Auschwitz e Theresienstadt, non erano altro che vecchi campi nazisti mantenuti in attività ancora per anni dopo la guerra… Ironicamente, a qualche centinaio di chilometri da quei posti infami, i criminali nazisti sopravvissuti venivano portati davanti alla corte di Norimberga per essere processati con l’ accusa di “… deportazione e altri atti contrari all’ umanità commessi contro la popolazione civile…”, il tutto sotto l’ insegna della lotta contro “i crimini contro l’ umanità” … tutto cio’ suona beffardo visto che, secondo ogni parametro ragionevole di giudizio, dobbiamo considerare le “espulsioni” di cui ho detto come una delle più disastrose violazioni dei diritti umani della storia recente…
ariana
… piccola ariana in campo di concentramento…
… nonostante esistano ancora dei sopravvissuti ai crimini, nonostante siano stati commessi in tempo di pace e nel cuore del continente più popoloso del pianeta, rimane questo un episodio stranamente dimenticato da tutti (tranne che dai tedeschi)…
… contraddicendo la retorica ufficiale la quale sostiene che la II guerra mondiale fu intrapresa per salvaguardare le popolazioni civili dalle operazioni belliche, inclusi i civili tedeschi, dobbiamo concludere che migliaia di ufficiali alleati, di burocrati e di tecnocrati collaborarono attivamente alla realizzazione di programmi che, quando posti in essere dai loro nemici, non si esitava a denunciare come contrari a tutti i principi di umanità…

mercoledì 30 marzo 2011

Io e Gino Strada

Io e lui, a quanto pare, siamo gli ultimi pacifisti in circolazione.

All' epoca dell' invasione in Iraq temevo le motivazioni dell' impresa perchè, una volta brandite dei "buoni" di sinistra e considerata la loro tendenza naturale alla "crociata", sarebbero servite, rivedute e corrette, per far guerre a tutto spiano in giro per il mondo.

Ci siamo, ora la dottrina Bush ha vinto (anche se non lo si puo' dire), e si comincia con la Libia.

David Rieff sul punto:

... The Western intervention in Libya - justified in moral terms - will be remembered as a war conceived by liberal intellectuals, and cheered on by liberal intellectuals...

Il fatto poi che qualcuno la chiami "guerra umanitaria" mi stimola solo ad aggiungere la tag "linguaggio pervertito" al presente post.