KEYNES VIENE DOPO…
Perché il lungo periodo conta più del breve? Perché Keynes va
insegnato dopo i neoclassici (e solo se avanza tempo)?
1) I problemi di lungo periodo sono straordinariamente
importanti per il benessere dell’uomo. Esempio: nel 1900 il Giappone aveva meno
della metà del reddito pro capite dell'Argentina. Ora il Giappone ha più del
doppio delle entrate dell'Argentina. Sarebbe stato possibile se si fosse
concentrato sul breve periodo?
2) La macroeconomia classica è più connessa con la micro.
E’ sempre meglio fornire un quadro coerente e poi soffermarsi sulle
eccezioni.
3) Le fluttuazioni di breve periodo sono più complesse della
crescita di lungo periodo. Meglio andare dal semplice al complicato.
4) La teoria macroeconomica di breve periodo è più controversa
rispetto alla teoria macroeconomica di lungo periodo. Meglio andare dal consenso
al dissenso.
https://www.econlib.org/mankiw-on-teaching-economics/
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giovedì 28 marzo 2019
lunedì 3 ottobre 2016
Keynes distrutto dai keynesiani
In tempi di crisi economica lo stato deve intervenire?
In un mondo keynesiano la risposta è un tonitruante sì. Ma come?
Il prof. Greg Mankiw è un neokeynesiano, e quindi vede le crisi innanzitutto come crisi di domanda (si spende troppo poco), eppure nella gerarchia degli interventi statali stilata nel saggio “An Exploration of Optimal Stabilization Policy” relega i classici interventi di stampo keynesiano all’ultimo posto, come ultima ratio. E’ un modo elegante per gettare Keynes nella pattumiera lasciandogli l’onore delle armi.
Ma vediamola questa gerarchia degli interventi possibili:
1. Politica monetaria convenzionale: abbassare i tassi a breve.
2. Politica monetaria non convenzionale: abbassare i tassi a lungo (penali sulla liquidità, impegno inflazionistico).
3. Politica fiscale convenzionale di primo grado: stimolare cio’ che stimolerebbe la politica monetaria (meno tasse sui produttori e sui loro investimenti).
4. Politica fiscale convenzionale di secondo grado: meno tasse sui consumatori.
5. Politica fiscale convenzionale di terzo grado: più spesa pubblica.
Una premessa è d’obbligo: ci collochiamo in uno scenario tipicamente keynesiano, ovvero con prezzi rigidi. In uno scenario più realistico, la prima mossa sensata da compiere sarebbe quella di allentare la rigidità dei prezzi facilitandone la discesa con una deregolamentazione, ovvero con norme pro-business e anti-sindacali: salari e prezzi meno rigidi consentiranno un aggiustamento del sistema verso l’equilibrio efficiente senza bisogno di intervenire producendo inevitabili distorsioni.
Una volta “inghiottite” premesse tanto indigeste, la risposta keynesiana è nota:…
… Traditional Keynesian economics suggests a startlingly simple solution: the government can increase its spending to make up for the shortfall in private spending. Indeed, this was one of the motivations for the stimulus package proposed by President Barack Obama and passed by Congress in early 2009…
Una risposta controintuitiva: come è possibile essere prodighi in tempo di vacche magre?
… If we as individual citizens are feeling poorer and cutting back on our spending, why should our elected representatives in effect reverse these private decisions by increasing spending and going into debt on our behalf? If the goal of government is to express the collective will of the citizenry, shouldn’t it follow the lead of those it represents by tightening its own belt?…
Anche qui c’era una risposta: a tutto penserebbe il moltiplicatore!
… Traditional Keynesians have a standard answer to this line of thinking. According to the paradox of thrift, increased saving may be individually rational but collectively irrational. As individuals try to save more, they depress aggregate demand and thus national income…
Il Keynes ortodosso guardava al macro senza considerare il micro, guardava al sistema economico come sganciato dai processi elementari dell’economia- A causa di questo strabismo potevano fioccare battute impietose per cui nel suo modello si superavano le crisi “scavando buche e riempiendole”. Ma i neo keynesiani non sono disposti a farsi prendere in giro, cosicché aggiustano il tiro ristabilendo una nuova armonia tra micro e macro:
… Unlike traditional Keynesian analysis of fiscal policy, modern macro theory begins with the preferences and constraints facing households and firms and builds from there. This feature of modern theory is not a mere fetish for microeconomic foundations. Instead, it allows policy prescriptions to be founded on the basic principles of welfare economics…
In altri termini: non guardiamo solo al PIL ma al benessere dei cittadini. Se le buche scavate e riempite non servono ai cittadini della cosa va tenuto conto. Detto ancora diversamente: non conta solo il PIL ma anche la sua composizione, il PIL non deve solo crescere, deve anche essere composto da beni per cui esiste una domanda vera.
Ecco perché è meglio partire agendo sui tassi di breve periodo, perché stimolano gli investimenti da parte degli imprenditori, ovvero degli specialisti nell’intercettare la domanda:
… We begin with the benchmark case in which the economy does not face the zero lower bound on nominal interest rates. In this case the only stabilization tool that is necessary is conventional monetary policy. Once monetary policy is set to maintain full employment, fiscal policy should be determined based on classical principles. In particular, government consumption should be set to equate its marginal benefit with the marginal benefit of private consumption…
In secondo luogo, si agisce sui tassi di lungo periodo e sulle aspettative inflazionistiche (politica monetaria non ortodossa). La logica è sempre la stessa: stimolare ulteriormente gli imprenditori allorché il tasso è già a zero (l’inflazione prevista di fatto rende negativi i tassi):
… We then examine the complications that arise because nominal interest rates cannot be set below zero. We show that even this constraint on monetary policy does not by itself give traditional fiscal policy a role as a stabilization tool. Instead, the optimal policy is for the central bank to commit to future monetary policy actions in order to increase current aggregate demand…
La politica fiscale arriva dopo, e dapprima deve tentare di imitare quella monetaria: agevolare gli investimenti.
… A role for countercyclical fiscal policy might arise if the central bank both hits the zero lower bound on the current short-term interest rate and is unable to commit itself to expansionary future… Optimal fiscal policy in this situation is one that tries to replicate the allocation of resources that would be achieved if prices were flexible. An increase in government purchases cannot accomplish that goal: although it can yield the same level of national income, it cannot achieve the same composition of it… our model suggests that tax policy should aim at increasing the level of investment spending. Something like an investment tax credit comes to mind. In essence, optimal fiscal policy in this situation tries to produce incentives similar to what would be achieved if the central bank were somehow able to reduce interest rates below zero…
La conclusione: al diavolo il moltiplicatore (e Keynes con lui)… Insomma, esiste una gerarchia degli interventi e quelli caldeggiati da Keynes vengono per ultimi: parola di neo-keynesiano.
… A final implication of the baseline model is that the traditional fiscal policy multiplier may well be a poor tool for evaluating the welfare implications of alternative fiscal policies… in traditional model fiscal options are judged according to how many dollars of extra GDP… But such calculations ignore the composition of GDP and therefore are potentially misleading as measures of welfare… One unambiguous implication of the analysis is that whether and how any policy instrument is used depends on which other instruments are available. To summarize the results, it is fair to say that there is a hierarchy… fiscal policy should aim at incentivizing interest-sensitive components of spending, such as investment. In essence, optimal fiscal policy tries to do what monetary policy would if it could…
Qual è allora l’errore di Keynes, quello per cui viene rigettato anche dai neo-keynesiani?
… When considering the role of fiscal policy for dealing with an economy in recession, the first thought of many economists is the famous income-expenditure model, also known as the “Keynesian cross,” which they learned as undergraduates. With a minimum of algebra and geometry, the model shows how fiscal policy can increase aggregate demand and thereby close the gap between output and its potential… The conventional application of these macroeconomic models for normative purposes, however, is hard to reconcile with more basic economic principles… Ultimately, all policy should aim to improve some measure of welfare, such as the utility of the typical individual in society. The output gap matters not in itself but rather because it must in some way be an input into welfare… Policymakers have various tools at their disposal with which they can influence aggregate demand. Which tools they use to bring the economy back to full employment can profoundly influence the level of welfare achieved… welfare depends not only on the level of output, but also on its composition among the various components of spending…
Eppure le politiche keynesiane sono ancora tra noi. la cosa non sorprende. Un rigetto dell’accademia non significa un rigetto della politica. Keynes sarà sempre adorato dal politico populista in cerca di giustificazioni per il suo deficit e di un fuoco di paglia purchessia in grado di fargli vincere le elezioni. Dopo, accada quel che deve accadere, nel lungo periodo saremo tutti morti (come diceva Craxi mentre montava il debito pubblico).
An Exploration of Optimal Stabilization Policy gregory mankiw matthew weinzierl
Notebook per
An Exploration of Optimal Stabilization Policy
gregory mankiw matthew weinzierl
Citation (APA): weinzierl, g. m. m. (2014). An Exploration of Optimal Stabilization Policy [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com
Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 1
An Exploration of Optimal Stabilization Policy gregory mankiw matthew weinzierl
Nota - Posizione 1
Ls critica neoclassica e il paradosso del risparmio. La soluzione keynesiana: sostituire il pubblico (e le sue preferenze) ai privati Alternativa: partire dalla microeconomia e dal teorema del welfare. Non sostituirsi al privato ma neutralizzare le forze che lo bloccano Problema: il politico keynesiano ha a disposizione + strumenti, sono tutti uguali? No. Alcuni sono + rispettosi del welfare sociale. Il consumo privato nn può essere sostituito da quello pubblico: il welfare ne risente la politica fiscale deve cercare di imitare quella monetaria x non intaccare il welfare: tax credit investment il moltiplicatore non riesce a rendere conto del welfare x' non considera la composizione del pil incrementale ma si limita a misurarlo Semplificazioni: 1. non considerato il settore finanziario 2. non considerata l' apertura economica 3. non consideratà la rigidità variabile dei prezzi x settore 4. non considerati i costi del processo politico
Nota - Posizione 6
T
Evidenzia (giallo) - Posizione 6
INTRO
Evidenzia (giallo) - Posizione 6
What is the optimal response of monetary and fiscal policy to an economy-wide decline in aggregate demand?
Nota - Posizione 7
LA DOMANDA
Evidenzia (giallo) - Posizione 10
The textbook answer to such a situation is for policymakers to use the tools of monetary and fiscal policy to prop up aggregate demand.
Nota - Posizione 11
TRADIZIONE
Evidenzia (giallo) - Posizione 14
Traditional Keynesian economics suggests a startlingly simple solution: the government can increase its spending to make up for the shortfall in private spending. Indeed, this was one of the motivations for the stimulus package proposed by President Barack Obama and passed by Congress in early 2009.
Nota - Posizione 15
KEYNES
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
If we as individual citizens are feeling poorer and cutting back on our spending, why should our elected representatives in effect reverse these private decisions by increasing spending and going into debt on our behalf? If the goal of government is to express the collective will of the citizenry, shouldn’t it follow the lead of those it represents by tightening its own belt?
Nota - Posizione 21
STRANEZZA DI KEYNES: PRODIGO IN TEMPI DI VACCHE MAGRE
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
Traditional Keynesians have a standard answer to this line of thinking. According to the paradox of thrift, increased saving may be individually rational but collectively irrational. As individuals try to save more, they depress aggregate demand and thus national income.
Nota - Posizione 23
RISPOSTA KEYNESIANA
Evidenzia (giallo) - Posizione 26
Unlike traditional Keynesian analysis of fiscal policy, modern macro theory begins with the preferences and constraints facing households and firms and builds from there. This feature of modern theory is not a mere fetish for microeconomic foundations. Instead, it allows policy prescriptions to be founded on the basic principles of welfare economics.
Nota - Posizione 28
MICROFOUNDATION. RIFIRMA KEYNESIANA
Evidenzia (giallo) - Posizione 31
The model we develop to address this question fits solidly in the New Keynesian tradition.
Nota - Posizione 32
T
Evidenzia (giallo) - Posizione 32
That is, the starting point for the analysis is an intertemporal general equilibrium model that assumes prices to be sticky in the short run.
Nota - Posizione 33
RIGIDITÀ
Evidenzia (giallo) - Posizione 45
We begin with the benchmark case in which the economy does not face the zero lower bound on nominal interest rates. In this case the only stabilization tool that is necessary is conventional monetary policy. Once monetary policy is set to maintain full employment, fiscal policy should be determined based on classical principles. In particular, government consumption should be set to equate its marginal benefit with the marginal benefit of private consumption.
Nota - Posizione 48
PRIMO CASO. TASSI
Evidenzia (giallo) - Posizione 49
We then examine the complications that arise because nominal interest rates cannot be set below zero. We show that even this constraint on monetary policy does not by itself give traditional fiscal policy a role as a stabilization tool. Instead, the optimal policy is for the central bank to commit to future monetary policy actions in order to increase current aggregate demand.
Nota - Posizione 51
2 QUANTITATIVE EASING
Evidenzia (giallo) - Posizione 53
A role for countercyclical fiscal policy might arise if the central bank both hits the zero lower bound on the current short-term interest rate and is unable to commit itself to expansionary future
Nota - Posizione 54
3
Evidenzia (giallo) - Posizione 55
Optimal fiscal policy then looks decidedly Keynesian
Nota - Posizione 56
c
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
Optimal fiscal policy in this situation is one that tries to replicate the allocation of resources that would be achieved if prices were flexible. An increase in government purchases cannot accomplish that goal: although it can yield the same level of national income, it cannot achieve the same composition of it.
Nota - Posizione 60
COMPOSIZIONE DECISIVA
Evidenzia (giallo) - Posizione 61
The model suggests that tax policy should aim at increasing the level of investment spending. Something like an investment tax credit comes to mind. In essence, optimal fiscal policy in this situation tries to produce incentives similar to what would be achieved if the central bank were somehow able to reduce interest rates below zero.
Nota - Posizione 61
INVESTIMENTI
Evidenzia (giallo) - Posizione 63
A final implication of the baseline model is that the traditional fiscal policy multiplier may well be a poor tool for evaluating the welfare implications of alternative fiscal policies.
Nota - Posizione 65
CONCLUSIONI. MOLTIPLICATORE
Evidenzia (giallo) - Posizione 65
fiscal options are judged according to how many dollars of extra GDP
Nota - Posizione 66
IL CALCOLO TRAD DEL MOLTIPLICATORE
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
But such calculations ignore the composition of GDP and therefore are potentially misleading as measures of welfare.
Nota - Posizione 67
COMPO WELFARE
Evidenzia (giallo) - Posizione 107
central bank may not be willing or able to commit to the expansionary long-term money supply M2 that is required for stabilization.
Evidenzia (giallo) - Posizione 112
welfare-based measure of policy effectiveness.
Evidenzia (giallo) - Posizione 115
—an increase in current government spending G1,
Evidenzia (giallo) - Posizione 116
—an increase in both current and future government spending,
Evidenzia (giallo) - Posizione 117
—an investment subsidy,
Evidenzia (giallo) - Posizione 119
we calculate a version of what is usually called the multiplier,
Evidenzia (giallo) - Posizione 121
We also calculate a welfare-based measure of the returns to each fiscal policy option.
Evidenzia (giallo) - Posizione 128
conventional emphasis on the output multiplier may be substantially misleading as a guide to optimal policy. In none of the variants considered does the policy with the largest multiplier also generate the greatest welfare gain.
Segnalibro - Posizione 136
Evidenzia (giallo) - Posizione 136
IX. Some Tentative Policy Conclusions
Nota - Posizione 136
T
Evidenzia (giallo) - Posizione 141
One unambiguous implication of the analysis is that whether and how any policy instrument is used depends on which other instruments are available. To summarize the results, it is fair to say that there is a hierarchy
Nota - Posizione 143
GERARCHIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 156
fiscal policy should aim at incentivizing interest-sensitive components of spending, such as investment. In essence, optimal fiscal policy tries to do what monetary policy would if it could.
Segnalibro - Posizione 161
Evidenzia (giallo) - Posizione 161
X. A Methodological Epilogue
Nota - Posizione 162
T
Evidenzia (giallo) - Posizione 162
When considering the role of fiscal policy for dealing with an economy in recession, the first thought of many economists is the famous income-expenditure model, also known as the “Keynesian cross,” which they learned as undergraduates. With a minimum of algebra and geometry, the model shows how fiscal policy can increase aggregate demand and thereby close the gap between output and its potential.
Nota - Posizione 165
LA CROCE DI K
Evidenzia (giallo) - Posizione 166
The conventional application of these macroeconomic models for normative purposes, however, is hard to reconcile with more basic economic principles.
Nota - Posizione 167
L ERRORE
Evidenzia (giallo) - Posizione 167
Ultimately, all policy should aim to improve some measure of welfare, such as the utility of the typical individual in society. The output gap matters not in itself but rather because it must in some way be an input into welfare.
Evidenzia (giallo) - Posizione 172
Policymakers have various tools at their disposal with which they can influence aggregate demand. Which tools they use to bring the economy back to full employment can profoundly influence the level of welfare achieved.
Nota - Posizione 173
GERARCHIA
Evidenzia (giallo) - Posizione 181
welfare depends not only on the level of output, but also on its composition among the various components of spending.
Nota - Posizione 182
PRIMA IL BENESSERE
Evidenzia (giallo) - Posizione 187
We incorporate sticky prices, but we do not take into account that firms’ price setting is staggered or that different sectors may have different degrees of price rigidity.
Nota - Posizione 188
RIGIDITÀ
Evidenzia (giallo) - Posizione 189
political process
mercoledì 14 novembre 2012
Politiche anti-cicliche: la classifica
Facile e intuitivo il modello che le ordina imponendo delle precedenze:
1. politiche monetarie convenzionali (tassi d' interesse).
2. politiche monetarie non convenzionali (quando i tassi sono a zero).
3. politiche fiscali centrate sugli sgravi all' investimento privato.
4. politiche fiscali keynesiane.
Le politiche monetarie sono da privilegiare: basta assumere che il livello della spesa pubblica sia già ottimo e i motivi sono auto evidenti.
L' investimento è da privilegiare: il consumo è a breve periodo e incentivarlo rischia di distorcere l' apparato produttivo visto che quel genere di domanda non è destinato a riproporsi. L' investimento invece è a lungo termine e viene individuato tenendo conto degli scenari post crisi.
la politica monetaria incentrata sugli investimenti significa: prestare ai prestatori.
Giudicare le politiche anti-cicliche in base ai moltiplicatori è sconsigliabile: non tengono conto della composizione del PIL.
Il miglior modo per attuare 3? Uno sgravio contributivo. Ma, per quanto detto prima, limitato alla quota a carico dell' impresa!
Da notare che non esistono motivi per andare oltre 2. Una politica monetaria non convenzionale basta e avanza per perseguire tutti gli obiettivi occupazionali. Tanto è vero che gli autori dicono prudentemente "qualora per qualsiasi motivo 2 non si possa attuare..."
http://www.themoneyillusion.com/?p=9254
http://scholar.harvard.edu/mankiw/files/exploration_of_optimal.pdf
1. politiche monetarie convenzionali (tassi d' interesse).
2. politiche monetarie non convenzionali (quando i tassi sono a zero).
3. politiche fiscali centrate sugli sgravi all' investimento privato.
4. politiche fiscali keynesiane.
Le politiche monetarie sono da privilegiare: basta assumere che il livello della spesa pubblica sia già ottimo e i motivi sono auto evidenti.
L' investimento è da privilegiare: il consumo è a breve periodo e incentivarlo rischia di distorcere l' apparato produttivo visto che quel genere di domanda non è destinato a riproporsi. L' investimento invece è a lungo termine e viene individuato tenendo conto degli scenari post crisi.
la politica monetaria incentrata sugli investimenti significa: prestare ai prestatori.
Giudicare le politiche anti-cicliche in base ai moltiplicatori è sconsigliabile: non tengono conto della composizione del PIL.
Il miglior modo per attuare 3? Uno sgravio contributivo. Ma, per quanto detto prima, limitato alla quota a carico dell' impresa!
Da notare che non esistono motivi per andare oltre 2. Una politica monetaria non convenzionale basta e avanza per perseguire tutti gli obiettivi occupazionali. Tanto è vero che gli autori dicono prudentemente "qualora per qualsiasi motivo 2 non si possa attuare..."
http://www.themoneyillusion.com/?p=9254
http://scholar.harvard.edu/mankiw/files/exploration_of_optimal.pdf
venerdì 10 giugno 2011
Gerarchia dell’ interventismo
Crisi? Lo stato interviene? Ok, ma che si rispetti una gerarchia:
1. Politica monetaria convenzionale: abbassare i tassi a breve.
2. Politica monetaria non convenzionale: abbassare i tassi a lungo (penali sulla liquidità).
3. Politica fiscale convenzionale di primo grado: stimolare cio’ che stimolerebbe la politica monetaria (investimenti).
4. Politica fiscale convenzionale di secondo grado: abbassare tasse.
5. Politica fiscale convenzionale di terzo grado: aumentare la spesa pubblica.
1. Politica monetaria convenzionale: abbassare i tassi a breve.
2. Politica monetaria non convenzionale: abbassare i tassi a lungo (penali sulla liquidità).
3. Politica fiscale convenzionale di primo grado: stimolare cio’ che stimolerebbe la politica monetaria (investimenti).
4. Politica fiscale convenzionale di secondo grado: abbassare tasse.
5. Politica fiscale convenzionale di terzo grado: aumentare la spesa pubblica.
The first level of the hierarchy applies when the zero lower bound on the
short-term interest rate is not binding. In this case, conventional monetary
policy is sufficient to restore the economy to full employment. That is, all
that is needed is for the central bank to cut the short-term interest rate. Fiscal
policy should be set based on classical principles of cost-benefit analysis, rather than Keynesian principles of demand management. Government
consumption should be set to equate its marginal utility with the marginal
utility of private consumption. Government investment should be set to equate
its marginal product with the marginal product of private investment
The second level of the hierarchy applies when the short-term interest
rate hits against the zero lower bound. In this case, unconventional monetary policy becomes the next policy instrument to be used to restore full
employment. A reduction in long-term interest rates may be sufficient when
a cut in the short-term interest rate is not. And an increase in the long-term
nominal anchor is, in this model, always sufficient to put the economy back
on track. This policy might be interpreted, for example, as the central bank
targeting a higher level of nominal GDP growth. With this monetary policy
in place, fiscal policy remains classically determined.
The third level of the hierarchy is reached when monetary policy is
severely constrained. In particular, the short-term interest rate has hit the
zero bound, and the central bank is unable to commit to future monetary
policy actions. In this case, fiscal policy may play a role. The model, however, does not point toward conventional fiscal policy, such as cuts in taxes
and increases in government spending, to prop up aggregate demand. Rather,
fiscal policy should aim at incentivizing interest-sensitive components of
spending, such as investment. In essence, optimal fiscal policy tries to do
what monetary policy would if it could
The fourth and final level of the hierarchy is reached when monetary
policy is severely constrained and fiscal policymakers can rely on only a n. gregory mankiw and matthew weinzierl 247
limited set of fiscal tools. If targeted tax policy is for some reason unavailable, then policymakers may want to expand aggregate demand by increasing government spending, as well as cutting the overall level of taxation to
encourage consumption. In a sense, conventional fiscal policy is the demand
management tool of last resort.
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