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mercoledì 4 dicembre 2019

LUNGA VITA AL NEGAZIONISMO!

Secondo l'antica legge ebraica, se l'imputato ad un processo veniva ritenuto colpevole all'unanimità, allora doveva essere assolto.
L'unanimità è sempre sospetta, e a ragione.
L'accordo unanime nasconde spesso la presenza di errori sistemici.
Quando qualcosa è "troppo bella per essere vera" molto probabilmente non è vera.
Il ricercatore Lachlan J. Gunn recentemente ha mostrato il paradosso nel caso dei riconoscimenti di polizia, quelli in cui dei testimoni devono identificare un colpevole posizionato a caso in una fila di uomini qualunque. Sembra che con l'aumentare del gruppo di testimoni concordanti, almeno quando si va oltre i tre, la probabilità di prenderci diminuiscano!
Teoria: l'esistenza di un folto gruppo di testimoni unanimi è così improbabile, che è più probabile ci sia una falla nel sistema.
Vi ricordate l'ipotesi Duhem-Quine?: non è possibile testare un'ipotesi scientifica in isolamento, le ipotesi sono testate sempre e solo in gruppo. Tradotto significa che anche il test più semplice sta testando sia l' ipotesi oggetto del test che la bontà dei mezzi sperimentali utilizzati per il test. Ecco, l'unanimità puo' essere interpretata in due modi: 1) conferma eccezionale dell'ipotesi testata o 2) dubbi sui mezzi utilizzati per il test (esempio: telescopio, occhi dello sperimentatore...). In genere il punto valido è il secondo.
Il recente scandalo Volkswagen è un buon esempio. La società ha programmato fraudolentemente per i test un chip che minimizzava troppo le emissioni. Era "troppo bello per essere vero", un'auto di 5 anni "sporcava" come una nuova. La cosa ha destato sospetti.
Un caso poliziesco famoso che possiamo portare ad esempio si è verificato nel periodo 1993-2008. La polizia in Europa ha trovato lo stesso DNA femminile in circa 15 scene del crimine tra Francia, Germania e Austria. Questo misterioso assassino è stato soprannominato il "fantasma di Heilbronn" e la polizia non l'ha mai trovata. Le prove del DNA erano coerenti e schiaccianti, eppure erano sbagliate. Si trattava del classico errore sistemico. I tamponi di cotone utilizzati per raccogliere i campioni di DNA erano stati accidentalmente contaminati, dall'addetta del laboratorio dove venivano inviati.
Desideriamo spesso che il nostro partito politico vinca in modo schiacciante, magari con l'unanimità. Tuttavia, se ciò dovesse accadere, saremmo portati a sospettare una distorsione sistemica causata da brogli elettorali. Nessuno concederebbe la vittoria.
Nella scienza, teoria ed esperimento vanno di pari passo e devono sostenersi a vicenda. In ogni esperimento c'è sempre quello che gli statistici chiamano "rumore". Se i risultati sono troppo limpidi e non contengono "rumore", allora possiamo essere indotti a sospettare una forma di manomissione da parte del ricercatore.
Eugene Wigner si stupì dell' "l'irragionevole efficacia della matematica". Gli sembrava incredibile che la matematica fosse così adeguata nel rendere conto della realtà. Questo sembra contraddire quanto sto affermando ma faccio notare che per molte ricerche scientifiche condotte oggi, in particolare nell'area dei sistemi complessi, la trattazione statistica (e quindi approssimativa) dei big data funziona meglio della matematica. La nostra ammirazione per la matematica applicata, poi, è frutto di una distorsione percettiva poiché per ogni documento scientifico in cui leggiamo una formula elegante, ci sono molte altre formule rifiutate che non vengono mai pubblicate e non possiamo mai vedere. La matematica che ci stupisce è frutto di una severa selezione. Senza questa montagna di scarti la matematica sarebbe inaffidabile nel compito di descrivere la realtà.
Lo scarto è essenziale! Non crederei ai vaccini se non ci fossero gli anti-vaccinisti, non crederei alle camere a gas se non ci fossero i negazionisti, non crederei alla terra sferica se non ci fossero i terrapiattisti e non condannerei Hitler se non ci fosse chi lo ammira. Eppure c'è chi desidera un mondo pulito, lindo, netto, levigato. Ma costoro non si illudano, sarebbe un mondo altamente sospetto.

giovedì 10 ottobre 2019

LA CENSURA AI TEMPI DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE+ COME PUO' UNO SCOGLIO...

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COME PUO' UNO SCOGLIO ARGONARE IL MARE? PUO' PUO'.
È in atto un tentativo di migrazione da Facebook a VK, si lamentano censure. Spiace perdere "amici" con cui è bello dialogare. Ma, mi chiedo, davvero la mannaia del politicamente corretto incombe sulle nostre teste?
Per evitare di perdere tempo: non bisognerebbe parlare di "idee censurate" poiché la censura implica un intervento governativo, sarebbe meglio parlare di “idee silenziate”. Ecco, una volta precisato questo usiamo pure il termine censura e non si rompano i coglioni...
Tipico discorsetto di chi minimizza la censura. "Caro Mario Giordano, dici di "cantare fuori dal coro", di avere opinioni scomode, di incarnare il classico "silenziato". Ma va là! A chi vuoi darla a bere. Come è possibile sopportare questo eroico calvario e al contempo essere una star della tv che parla ad un vasto pubblico adorante? La celebrità può forse convivere con un tabù violato?". Ecco cosa si chiede retoricamente chi giudica un puro pretesto questa lagna dei "fuori dal coro" esclusi dal consesso civile.
Qui i “minimizzatori” non mi convincono. A me la “convivenza” denunciata sembra possibile. Riflettiamo. I transgender vivono forse in modo facile e rilassato la loro condizione solo perché Vladimir Luxuria è da anni una super star della tv? Mi sembra chiaro che tabù violati e celebrità possono convivere, eccome se possono…
A volte professare idee controverse è addirittura un viatico per la celebrità! I primi due motivi che vengono in mente Motivi: 1) violare un tabù fa spettacolo 2) le persone con il coraggio di professare idee scomode sono poche, hanno meno concorrenza e quindi concentrano su di sè la popolarità 3) chi ha il coraggio di violare un tabù possiede doti particolari da far valere, e questo lo agevola nella corsa alla celebrità.
Ad ogni modo, per capire se ci sia censura o meno direi di definire meglio il termine, in molti dimostrano di non afferrarlo. Ecco allora la formuletta condensata: CI = SI/TSI
CI: grado di censura dell'idea I
SI: supporto all'idea I
TSI: trasparenza del supporto all'idea I
È chiaro che chi non vede censura solo perché un'idea è ampiamente supportata confonde numeratore e denominatore. O meglio, non tiene conto di quest'ultimo.
Adesso due parole sul denominatore. Un supporto puo’ dirsi trasparente quando è agevole esprimerlo nella sfera pubblica, quando ci si mette la faccia senza problemi, anzi con orgoglio. Se invece supporto un'idea ma non oso espormi, allora quell'idea, per quanto diffusa, è di fatto silenziata per via di un denominatore basso. Nella favola dell'imperatore, tutti vedevano le sue nudità ma l'idea era silenziata, ci volle un bambino per fornire la dovuta trasparenza a quell’opinione universale. Un caso estremo di censura che schizza all’insù per effetto del denominatore basso.
Ancora sul denominatore. Conosco un professore che ha firmato una lettera aperta di condanna contro l'idea delle differenze sessuali innate. La cosa particolare è che lui crede a queste differenze. Ma allora perché ha firmato? Perché si aspettava che nel suo dipartimento tutti firmassero, e sarebbe stato brutto essere l'unico a non farlo. Ma perché si aspettava che tutti firmassero? Probabilmente perché tutti avrebbero fatto il suo stesso ragionamento. Ecco cos'è il denominatore. Chiaro?
NEWSTATESMAN.COM
If you had struggled to come up with a collective noun for that disparate group of people that ranges from Milo Yiannopoulos to Sam Harris and includes Jordan Peterson, Joe Rogan and every other random guy with a social media profile pic that is a photoshopped character out of an Ayn Rand novel, the...

LA CENSURA AI TEMPI DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE
La spiego con una barzelletta sovietica: alla stazione ferroviaria di Mosca c’è un uomo sospetto che distribuisce volantini a tutti quelli che passano. Alla fine, ovviamente, il KGB lo arresta, ma scoprono con sorpresa che i volantini sono solo fogli bianchi. "Che senso ha tutto cio’?", chiedono. E lui: "cosa c'è da scrivere? È tutto così ovvio!". A ragione viene spedito nel gulag come soggetto estremamente pericoloso.
E’ la classica situazione in cui l'uomo sta cercando solo di rendere di pubblico dominio cio’ che già tutti conoscono. Ma è proprio questo che teme più di ogni altra cosa il dittatore: il volantino, non quello che c’è scritto sopra.
Se odio il dittatore, la cosa al dittatore non interessa, purché non lo scriva sul volantino.
Anche se odio il dittatore sapendo che lo odia il 99% della popolazione, la cosa interessa relativamente il dittatore. Purché non lo si scriva su un volantino.
Se odio il dittatore sapendo che il 99% della popolazione lo odia ed è cosciente che il 99% della popolazione lo odia, al dittatore non interessa. Purché questa situazione non venga illustrata su un volantino.
Senza volantini il dittatore puo’ tenere in scacco il 99% della popolazione che lo odia.
Il volantino è la dimensione pubblica di un’idea. Si puo' censurare un'idea ma ci si puo' limitare a censurarne la dimensione pubblica.
Attenzione: consentire che un’opinione venga espressa ma fatichi ad accedere alla dimensione pubblica – magari perché considerata “poco rispettabile” – è compatibile con la libertà d’espressione. La vera libertà d’espressione, allora, implica, tra le altre cose, IL RISPETTO di tutte le opinioni. Per questo chi si INDIGNA è un censore in erba.

SCOTTAARONSON.COM
The following is the prepared version of a talk that I gave at SPARC: a high-school summer program…
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LOTTA ALL’EVASIONE Perché la si proclama da anni a una “sola voce” e poi non la si fa? A molti (ingenui) la cosa sembra assurda. Per capire entriamo nel dibattito. Illustro due posizioni agli antipodi: 1) Giovanni: “Evadere le imposte almeno per un 50% è un dovere civico. Chi non si adopera per farlo è un codardo che non vuole bene al suo paese”. 2) Giacomo: “Pagare le imposte è un dovere civico. Chi non adempie a questo dovere “ruba” agli altre e nuoce al paese”. Secondo voi, se l’Agenzia delle Entrate deve fare un accertamento andrà da Giovanni o da Giacomo? Da Giovanni, è ovvio. E fa bene, è del tutto razionale che agisca in questo modo. La probabilità che l’evasione si annidi lì è maggiore. Questo cosa implica? Essenzialmente che Giovanni non esprimerà mai la sua opinione sincera e che il dibattito in cui tutti sono “liberi” di intervenire sarà in realtà un monologo. Ascoltate le telefonate al programma giornalistico di Prima Pagina su Radio Tre e avrete la rappresentazione plastica del “monologo” in atto. Al massimo, ci si spinge a fare un timido cenno benevolo all’evasione di necessità. Ora dovrebbe essere abbastanza chiaro perché l’evasione viene proclamata “a una sola voce”, perché il dialogo sul problema non è un dialogo, è necessariamente un monologo “a una sola voce”. Quell’unica voce è poi destinata a gonfiarsi anche perché chi non ha una posizione in materia trova conveniente unirsi al coro. Dirò di più, anche Giovanni, se interpellato, si unirà a quell’unica voce, magari con scarso entusiasmo ma lo farà se non è un pazzo. Poi, difficilmente si passerà dalle parole ai fatti, ma è proprio cio’ che ci si attende perché più o meno tutti (tranne gli accecati dal fanatismo) sono consapevoli di questa finzione collettiva.

mercoledì 11 settembre 2019

CONTRO ORWELL: A COSA SERVE LA CENSURA?

CONTRO ORWELL: A COSA SERVE LA CENSURA?
Alcuni la fanno facile e, sulla scorta di Orwell, rispondono: la verità fa male.
Non è così: se a un dittatore sbruffone (DS) rispondi con la verità difficilmente lo metterai in crisi, molto meglio mentire.
Esempio.
DS: ho fatto grande questo paese. Opposizione veritiera (OV): siamo solo ottavi in classifica. Opposizione menzognera (OM): hai distrutto il paese. E’ chiaro che il confronto reale è tra DS e OM, OV è una presenza folkloristica e minoritaria.
La censura non serve per celare la verità – di cui DS non è particolarmente preoccupato - ma a monopolizzare le balle, ovvero a creare egemonia e conformismo. Il privato cittadino deve capire immediatamente cosa è meglio dire e cosa è meglio tacere in pubblico. Il conformismo, poi, crea coesione sociale, ovvero proprio cio’ che cerca DS.

Bottom line: se ritenete la censura un atto grave, censurare un cazzaro è grave quanto censurare un illuminato.

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lunedì 13 maggio 2019

sabato 15 luglio 2017

Elogio dellascrittura incomprensibile




The Educational Benefits of Obscurity: Pedagogical Esotericism – Philosophy Between the Lines: The Lost History of Esoteric Writing – Arthur M. Melzer
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I libri chiari ci rendono superficiali, quelli oscuri ci motivano. Solo il lettore frustrato è un buon lettore.
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one must embrace obscurity (of the right kind) as something essential to effective philosophical communication. Naturally, this seems counterintuitive, not to say twisted and perverse.
Note:LA COMUNICAZIONE FILOSOFICA
If it is indeed the case that the practice of esoteric writing is a genuine and widespread historical phenomenon, that is largely bad news for scholars. It means a lot more work.
Note:ALLONTANARE I PIGRI
obscurity is not just an ugly obstacle to understanding, as we have been assuming up until now, but rather something engaging, even charming, and at any rate good for us—an important aid to our philosophical development.
Note:Euro ELOGIO DELL”OSCURITÀ
Take the case of Alexander Herzen, the great nineteenth-century Russian writer and revolutionary. He knew at first hand the evils of czarist censorship, having been arrested several times, and he knew the difficult constraints of “Aesopian language.”… Still, as a writer, he also had a fine sensitivity to matters of rhetoric and persuasion, which led him to the following observations in praise of esoteric writing: censorship is highly conducive to progress in the mastery of style and in the ability to restrain one’s words. . . . In allegorical discourse there is perceptible excitement and struggle: this discourse is more impassioned than any straight exposition. The word implied has greater force beneath its veil and is always transparent to those who care to understand. A thought which is checked has greater meaning concentrated in it—it has a sharper edge; to speak in such a way that the thought is plain yet remains to be put into words by the reader himself is the best persuasion. Implication increases the power of language….
Note:ELOGIO DELLA CENSURA
THE MODERN ETHIC OF LITERALNESS AND CLARITY
we find obscurity hateful. To be sure, there are fields so inherently difficult and counterintuitive that a fair amount of obscurity is unavoidable—as in contemporary physics. The thing we hate is voluntary obscurity.
Note:LA SENSIBILITÀ CONTEMPORANEA
especially we in the Anglo-American world, where philosophy is viewed as something that is—or at least ought to be—an exact and rigorous matter that should not stoop to “rhetoric,” ambiguity, or multivocal speech of any kind. We proudly stand by an ethic of literalness and clarity.
Note:MONDO ANGLOAMERICANO
Yet as obvious and normal as this attitude may seem to us, historically speaking it is quite rare. As soon as one ventures beyond the narrow shores of our modern world—whether one looks to the ancient Greeks and Romans or to the Bible and the Koran or to the traditional societies of the East, of Africa, and of Native America—virtually everywhere one finds the same thing: “The words of the wise and their riddles.”
Note:NELLA STORIA TUTTO È INDOVINELLO
Indeed, classical rationalism at its peak (as distinguished from Enlightenment rationalism) regarded the issue of whether wisdom is teachable at all as a grave and open question. In Plato’s Protagoras (319a–320c), we see Socrates arguing that wisdom and virtue cannot be taught (although they can be learned).
Note:RAZIONALISMO CLASSICO
Compounding this difficulty, classical thinkers were also very much preoccupied with the problem of writing. Can books ever be useful for such education, or must all genuinely philosophical instruction be oral and personal? In Plato’s Phaedrus, this question was answered firmly in the negative by Socrates, who, like Pythagoras before him, eschewed philosophical writing altogether.
Note:SCRIVERE O PARLARE?
Thomas Aquinas in explaining the fact that Jesus—the other great teacher of the West—also did not write, argued that the most excellent teachers must follow the practice of Pythagoras and Socrates, for “Christ’s doctrine . . . cannot be expressed in writing.”
Note:IL METODO DI GESÙ
The movement against ambiguity led by Western intellectuals since the seventeenth century figures as a unique development in world history.
Note:CONTRO L’AMBIGUITÀ… ILLUMINISMO
The whole reorientation of philosophy that one sees in Bacon, Descartes, and Hobbes, especially the harmonist effort to give philosophic reason a new level of power and control within the world of practice, gave new and fundamental importance to certainty and exactness.
Note:ESATTEZZA
Similarly, in the sphere of religion, ascetic Puritanism, with its ideal of sincerity, its dislike of adornment, and its suspicion of arcane, priestly doctrine led to a call for plain, simple, and direct speaking—a kind of semantic prudishness.
Note:IL PURITANESIMO
on the political level, Bacon, Spinoza, Hobbes, and the Enlightenment thinkers emphasized that prejudice and superstition—and the oppressive political and religious powers they support—draw much of their strength from the human tendency to be fooled by obscure speech, by metaphors, rhetoric, poetry, and the other nonrational aspects of human discourse.
Note:VALENZA POLITICA DELLA CHIAREZZA
It seems obvious to us that philosophy should be a pure matter of propositions and arguments, rigorously laid out, as in a contemporary journal of analytic philosophy. But this attitude rests on a premise: the hyperrationalist assumption, inherited from the Enlightenment, that human beings can be addressed from the start as rationalists seeking the truth.
Note:LA RAGIONE CONOSCE E NOI VOGLIAMO CONOSCERE…PREMESSA NECESSARIA
But as the tradition of classical rationalism emphasized, we may be “rational animals” in that we possess the faculty of reason, but we are hardly born rationalists.
Note:CLASSICI: IN NOI IL RAZIONALISMO NON È NATURALE
THREE DANGERS OF READING
With respect to philosophy, there is a real danger that, in the words of Voltaire, “the multitude of books is making us ignorant.”
Note:VOLTAIRE
The first danger of reading books is that it allows you to skip too many stages, shortcutting the proper intellectual development.
Note:IL LIBRO ACCELLERA INDEBITAMENTE L’APPRENDIMENTO
As Socrates argues in the Phaedrus—putting these words in the mouth of an Egyptian god, Thamus, who is rebuking the inventor of writing—through writing “you offer your pupils the appearance of wisdom, not true wisdom, for they will read many things without instruction, and will therefore seem to know many things, when they are for the most part ignorant” (275a–b).
Note:CONOSCENZA SOLO APPARENTE
The false presumption of wisdom, which is generated by books, presents the greatest obstacle to the acquisition of the real thing. Whence the inner logic of Milton’s description: “Deep versed in books and shallow in himself.”
Note:ILLUSIONE DI CONOSCENZA
This same problem is elaborated very powerfully in Emile, Rousseau’s book on education: “I hate books. They only teach one to talk about what one does not know.” And again: “Too much reading only serves to produce presumptuous
Note:ROUSSEAU
Intellectual humility and the keen sense of our ignorance are the necessary starting points for genuine philosophical development;
Note:L’UMILTÀ PERDUTA
But book learning thwarts philosophic education by fostering not only a false presumption of wisdom but also an enfeebling passivity. “Much reading is an oppression of the mind,” remarks William Penn, “and extinguishes the natural candle, which is the reason of so many senseless scholars in the world.”10 As Montaigne puts it: “We let ourselves lean so heavily on the arms of others that we annihilate our own powers.”… Schopenhauer: When we read, another person thinks for us:
Note:MOLTA LETTURA MOLTA PASSIVITÀ
The solution to this problem is to be found, once again, in employing a salutary obscurity that does not allow the readers passively to rely on the writer’s thinking, but forces them to think for themselves.
Note:L’OSCURITÀ CI RISVEGLIA
Thomas Aquinas, in considering the question of why the Bible often uses veiled, metaphorical language, remarks: “The very hiding of truth in figures is useful for the exercise of thoughtful minds.”
Note:TOMMASO SULLE METAFORE BIBLICHE
Neoplatonist, in discussing why the Greeks shrouded their religious teachings in myth, remarks: There is this first benefit from myths, that we have to search and do not have our minds idle.
Note:FUNZIONE DEI MITI
Still another danger of reading, closely related to that of mental passivity, is the development of an excessive trust and dependence on the author.
Note:PERICOLO DIPENDENZA
To quote Montaigne: We know how to say: “Cicero says thus; such are the morals of Plato; these are the very words of Aristotle.” But what do we say ourselves?
Note:MONTAIGNE
Cicero’s solution was to frustrate the reader’s “unreasonable degree of curiosity” by ensuring that his own final position remained unclear.
Note:FRUSTRARE IL LETTORE
THE PARADOX OF PHILOSOPHICAL EDUCATION
For philosophical education requires not merely that one avoid discouraging the reader in these three ways from employing his own mind, but that one positively motivate him to think and, above all, to think authentically and for himself.
Note:MOTIVARE IL LETTORE
philosophy aims, not at “right opinion,” but “knowledge”: not simply at possessing correct answers but at knowing how and why they are correct.
Note:CONOSCERE E SAPERE
it is only thinking for oneself in this deeply personal sense that produces a real and transformative effect upon the soul.
Note:PENSARE DA SÈ
If this is the character of genuine philosophy, then it really is an open question whether it is teachable. Wisdom cannot be told.
Note:LA SAGGEZZA NON SI INSEGNA
Do not give away the answers. The Socratic teacher leaves the most important things unsaid
Note:IL METODO SOCRATICO NON REGALA LE RISPOSTE
Yet, second, there is also something positive that the teacher or writer can do: he can stimulate the student to think for himself—
Note:STIMOLO A PENSARE PER SÈ
But, third, for this thinking and questioning to maintain an authentic connection to the student’s life, it must be dialectical.
Note:DIALETTICA
A fourth element of the Socratic method—actually, just a further aspect of its dialectical character—is that a proper philosophical education must proceed in stages…The student must not be encouraged to race through these stages to the end,… Our lives do not change as quickly as our thoughts….
Note:PROCEDERE PER GRADI
Tempo is everything. Prematurity—showing the student more than he is ready to understand or digest at the moment—is the great wrecker of educations… “never show the child anything he cannot see.”
Note:IL TEMPISMO È TUTTO
it highlights what is so terribly problematic about books: they are impersonal and fixed… That indeed is Socrates’s primary objection to writing as stated in the Phaedrus (275d–e)—the univocity of writing….
Note:IL PROBLEMA DEI LIBRI
To promote a genuinely philosophical education, in sum, it is necessary to write esoterically in at least four ways—to withhold the answers, to begin by embracing received opinion, to guide the reader by way of hints and riddles, and to address the different stages of understanding by writing on multiple levels.
Note:LA SOLUZIONE ESOTERICA
THE RHETORICAL EFFECT OF OBSCURITY
Even if it is true that one hinders philosophic education in various ways by telling a student too much, still doesn’t one hinder it even more by saying too little?
Note:UNA OBIEZIONE
Everyone loves a secret. Mystery is alluring. Hide something and we will seek it. This simple fact is the first premise of all pedagogical esotericism.
Note:FASCINO DEL MISTERO
Jesus—who hides his thought in parables—gives this famous literary advice: “Do not give dogs what is holy; and do not throw your pearls before swine”
Note:NON DATE PERLE AI PORCI
according to Nietzsche: The misfortune suffered by clear-minded and easily understood writers is that they are taken for shallow and thus little effort is expended on reading them:
LA SFORTUNA DELLO SCRITTORE CHIARO
As Augustine puts it: All those truths which are presented to us in figures tend, in some manner, to nourish and arouse the flame of love
Note:AGOSTINO
that there is nothing immature or irrational in the power of obscurity to generate philosophical motivations such as these.
Note:MOTIVAZIONE
thinkers. Nietzsche, that master of the coy and aphoristic style, speaks of The effectiveness of the incomplete.—
Note:L’INCOMPLETO
Montesquieu alluded to this same “effectiveness of the incomplete” in his famous remark quoted above: “One must not always so exhaust a subject that one leaves nothing for the reader to do.
Note:MONTESQUIEU
These, then, are the main essentials of persuasiveness; to which may be added that indicated by Theophrastus when he says that all possible points should not be punctiliously and tediously elaborated, but some should be left to the comprehension and inference of the hearer who when he perceives what you have omitted becomes not only your hearer but your witness, and a very friendly witness too. For he thinks himself intelligent because you have afforded him the means of showing his intelligence. It seems like a slur on your hearer to tell him everything as though he were a simpleton.
Note:TEOFRASTO
He particularly admires Thucydides’s pedagogical style: “He reports the facts without judging them, but he omits none of the circumstances proper to make us judge them ourselves.”
Note:TEUCIDIDE
The other ancient historian most famous for his brevity and obscurity is Tacitus. The specific pleasure and encouragement produced by his rhetoric are nicely described by Sir Richard Baker (1568–1645), the English historian and writer.
Note:TACITO
Again, the Roman rhetorician Quintilian recommends that when arguing in court, one speak elliptically and just let the facts silently point to your claim, because then [t]his ensures that the judge himself searches for something which perhaps he would not believe if he heard it, and then believes what he thinks he has found out for himself.38
Note:QUINTILIANO
Boccaccio, in his Life of Dante, declares: “Whatever has been gained by hard work has a certain pleasure. . . . Therefore, in order that [the truth] should be more appreciated by being gained through labor and for that reason better preserved, poets hid it under many details which seem contrary to it.”
Note:BOCCACCIO SU DANTE
Love of the Hidden and Reverence for the Obscure
A second general aspect of obscurity’s appeal is the well-known phenomenon that whatever is veiled strikes us as more alluring and desirable.
Note:L’AURA DEL MISTERO E DEL PROIBITO
A Charm invests a face Imperfectly beheld— The Lady dare not lift her Veil For fear it be dispelled42
Note:EMILY DICKINSON
THE RHETORICAL EFFECT OF THE PROSAIC
The modern rationalist, the believer in literalness and clarity, holds that by writing in a dry, neutral, and rigorous manner one appeals directly to the rational faculties, without any involvement of rhetorical bias. The problem is that such a style is not really neutral, for the prosaic too has a powerful rhetorical effect and not a simply rational or salutary one.
Note:LA RETORICA NON E’ MAI NEUTRALIZZABILE
husbanded. “Silence is a fence around wisdom,” states Maimonides.43 Indeed, Pythagoras was famous for imposing a lengthy period of silence on his students to prepare their souls for philosophy.
Note:SILENZIO
open. For example, Diogenes Laertius, in his account of the notoriously obscure writings of Heraclitus, remarks: “according to some, he deliberately made it the more obscure in order that none but adepts should approach it, and lest familiarity should breed contempt.”
Note:L’ADEPTO
THE BURDEN OF ESOTERIC INTERPRETATION
If past thinkers deliberately wrote their books in the manner suggested, they would impose on the reader the enormous burden of navigating artificial labyrinths, solving elaborate puzzles, and cracking obscure codes—and all of this effort would be needed just in order to arrive at an understanding of what the book’s real argument is. The reader will then scarcely have time or energy left to do the real business of philosophy:
Note:PERCHE’ VESSARE IL LETTORE?
LEISURE AND ESOTERIC LITERACY
Today we labor under the great burden of a philosophic tradition that now stretches back 2,500 years. There are hundreds of major philosophical works to master and—since the rise of modern scholarship about 150 years ago—there are also hundreds of secondary writings devoted to each one of these primary works. Indeed, in our time, it is hardly possible to walk through the stacks of a major research library and not feel, among other things, oppressed by the crushing weight of so many books. The fact is that modern scholars find themselves in an impossible intellectual situation, which, though it is seldom thematically discussed, conditions all of their hermeneutical instincts. It strongly inclines us to dismiss as implausible—because simply unbearable—any suggestion that would increase our already overwhelming scholarly burden. But of course this condition of overload did not always exist.
Note:IL CONTESTO: IERI C’ERA POCO DA LEGGERE E MOLTO DA MEDITARE… E L’INDOVINELLO ALLETTAVA
John Stuart Mill remarks: It must be remembered that they [the Greeks and Romans] had more time, and they wrote chiefly for a select class, possessed of leisure. To us who write in a hurry for people who read in a hurry, the attempt to give an equal degree of finish would be a loss of time.
Note:IL PIACERE DI PERDER TEMPO CON I LIBRI
Tocqueville: One ought to remark, furthermore, that in all of antiquity books were rare and expensive,
Note:POCHE FONTI SU CUI FANTASTICARE
Furthermore, having a taste for literary subtlety and having grown up with a literature that practiced it, ancient readers would have learned the rudiments of esoteric reading almost along with the art of reading itself.
Note:DECIFRARE=LEGGERE (PER GLI ANTICHI)
ESOTERICISM VS. THE MODERN IDEAS OF PROGRESS AND PUBLICATION
the pressure of unread books, the disappearance of a leisured culture of aristocratic understatement, and the want of socialization in esoteric ways
Note:LA PRESSIONE DEI LIBRI NON LETTI
Faith in progress is based on the (very un-Socratic) assumption that wisdom or knowledge can be not only taught but “published” in the modern sense: written down in books in such a way as to be easily and genuinely appropriated, so that the next generation, after a brief period of learning, can begin where the previous one left off.
Note:PROGRESSO=>PUBBLICAZIONI
A second, related assumption of modern progress-philosophy is that intellectual production functions in essentially the same way as economic production: the progress of both results from “teamwork,” from the division of labor or specialization within a group.
Note:PROGRESSO DIVISIONE DEL LAVORO (LA COMUNICQAZIONE DEVE ESSERE FACILE E LINEARE)
THE ESOTERIC BOOK AS AN IMITATION OF NATURE
Classical philosophical texts were written not primarily for scholars and other workers in a collective enterprise but for the “rare individual,” the person of extraordinary philosophical and interpretive gifts,
Note:SCRIVERE PER IL SINGOLO, NON PER IL GRUPPO
The objection assumes that the deciphering of an esoteric text is a task altogether different from—and therefore obstructive of—philosophizing. It assumes that the puzzles contained in the esoteric book are purely “artificial” and unrelated to the puzzles in reality that occupy the philosopher. But this is not necessarily the case. Indeed, one of the primary purposes of pedagogical concealment is precisely to train the reader for the kind of thinking needed to philosophize. But whether and how it is able to serve this purpose depend on how one understands the true character of philosophy and of the reality it seeks to penetrate.
Note:ALLENARE A DECIFRARE LA NATURA DECIFRANDO IL TESTO
Socrates, for example, who claimed to know only that he knew nothing, was a skeptic in this sense—to adopt here the interpretation of Leo Strauss. For Socrates, philosophy is knowledge of ignorance.
Note:IL PROGRESSO PER SOCRATE
one cannot know that one is fundamentally ignorant without knowing that the world poses fundamental questions to which one does not have the definitive answer.
Note:CONOSCERE LA PROPRIA IGNORANZA
if this is the case, then the puzzle-quality of an esoteric text would not be artificial and obstructive of philosophy but rather natural and necessary, being an accurate imitation of reality. Thus, according to Strauss, Plato wrote his dialogues so as to “supply us not so much with an answer to the riddle of being as with a most articulate ‘imitation’ of that riddle.”53 Similarly, Thucydides’s history “imitates the enigmatic character of reality.”
TOCCARE CON MANO LA PROPRIA IGNORANZA