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giovedì 30 novembre 2017

Due teorie del significato

Bertrand Russell credeva che una certa parola fosse in realtà una descrizione mascherata.

Il significato di un termine coincideva cioè con la descrizione di quel termine.

Possiamo considerare descrizione di un termine la lista di proposizioni a cui attribuire il valore di Vero/Falso  una volta che in esse sostituiamo l'incognita con il termine in questione.

Saul Kripke considerava questa teoria del significato decisamente inadeguata.

Secondo Kripke noi possiamo utilizzare in modo appropriato un termine anche senza conoscerne la descrizione. Evidentemente tra significato e descrizione c'è una differenza sostanziale.

Nel caso dei nomi propri questo è patente. Se battezzo mia figlia Giovanna, con questo atto io stabilisco un chiaro riferimento tra il nome e la cosa o persona. Dicendo "Giovanna" in certi contesti è chiaro che mi riferisco a mia figlia.

Magari non tutti assistono al battesimo prendendo atto di questo legame, ma attraverso una catena causale di eventi molte persone ne verranno a conoscenza e utilizzeranno la parola Giovanna in modo appropriato.

Bertrand Russell era giunto alla teoria delle descrizioni per evitare alcuni paradossi logici, cosa che poi comunque non riuscì ad aggirarea. Kripke trovava il suo resoconto sul significato estremamente fallace.

Esempio, noi possiamo correttamente riferirci a individui pur non avendone alcuna descrizione.

Possiamo correttamente riferirci ad alcuni individui pur avendone una descrizione sbagliata.

Per esempio, possiamo parlare di Cristoforo Colombo pensando che fu il primo uomo ad andare in america. Questo non è vero ma ciò non toglie che i nostri interlocutori sappiano di che parliamo quando parliamo di Cristoforo Colombo.

Possiamo infine utilizzare dei termini parlando in modo ipotetico, cosa che non potremmo fare se le parole si identificassero con le loro descrizioni.

Potremmo per esempio dire "se Aristotele fosse morto giovane". Una frase perfettamente sensata. Chi lo negherebbe? .Ma la teoria della descrizione la rende assurda poiché per essa, tra le altre cose, Aristotele è "colui che istruì Alessandro il Grande", e di conseguenza non può per definizione morire giovane.

Sì, il significato comincia dunque da un battesimo. È un po' come se cominciasse dal indicare qualcosa di generico che va via precisandosì con il tempo.

In questo senso esiste una necessità anche a posteriori. Per esempio, con il termine acqua indico quella cosa fluida e magari, dopo secoli, scopro che si tratta di h2o. Che l'h2o sia l'acqua è una necessità che si manifesta a posteriori rispetto al battesimo.

giovedì 16 gennaio 2014

Teorie del significato:: Mill vs Frege vs Kripke

Fu John Stuart Mill ha proporre un embrione di teoria del significato. Per lui il significato di un termine era semplicemente la relazione tra quel termine e l' oggetto che quel termine designava.

La critica di Frege fu radicale. Pensiamo al termine "Giocasta" e al suo significato.

Per Edipo "Giocasta" = "La Regina di Tebe"
Per Noi "Giocasta" = "La madre di Edipo".

Sebbene sia noi che Edipo quando pronunciamo la parola "Giocasta" intendiamo riferirci alla medesima persona, evidentemente non ne condividiamo il senso poiché intendiamo cose diverse usando quel nome, se non fosse così i noti drammi non potrebbero svilupparsi. Ne consegue che dobbiamo abbandonare l' idea di "senso" come semplice relazione che lega la parola all' oggetto.

In Frege il senso diventa un' idea (intensione) anziché un oggetto (estensione): il termine rinvia a un' idea (senso) che rinvia ad un oggetto (riferimento). Il senso è un concetto, ovvero una descrizione del termine (tavole di verità). Noi possiamo condividere il riferimento (oggetto) senza condividere il senso (descrizione) del termine. Le idee non hanno significato, sono il significato.

In questo modo il "caso di Edipo" è brillantemente risolto.

Kripke criticherà però la teoria descrittiva di Frege, almeno per quel che concerne i nomi propri e i nomi naturali. Ecco un esperimento mentale che propone.

Giovanni "Godel è colui che dimostro l' incompletezza dell' aritmetica"

Adesso ammettiamo che nella realtà Godel abbia copiato la sua dimostrazione da Shmidt, il quale per un qualsiasi motivo non ha mai denunciato il plagio.

Domanda: cosa intende Giovanni quando pronuncia il nome proprio "Godel".

Ipotesi 1: intende il Godel  che esiste nel nostro mondo (dandone una descrizione falsa).

Ipotesi 2: intende il Godel di un "mondo possibile" ( dandone una descrizione vera poiché in un mondo possibile Godel avrebbe potuto benissimo dimostrare l' incompletezza dell' aritmetica).

Il fatto sconcertante è che nell' Ipotesi 1 non giungiamo al riferimento grazie al senso mentre nell' Ipotesi 2 questa condizione è soddisfatta in pieno. Eppure l' Ipotesi 2 è altamente controintuitiva e siamo portati ad escluderla come plausibile. In altri termini: secondo Frege bisognerebbe optare per 2 ma tutti capiamo che questo è assurdo.

Nell' ipotesi 1, la più intuitiva, senso e riferimento divergono, ma questo non è un problema per l' esternalismo di Mill poiché in questo caso il senso del termine impiegato è l' oggetto. Ovvero, quando Giovanni dice "Godel" intende l' oggetto Godel non la descrizione erronea che ne dà poiché quella descrizione ha come riferimento un oggetto ben preciso che abita un altro mondo possibile e che non coincide affatto con quello a cui vuole riferirsi Giovanni. Un grave inconveniente, ma solo per Frege.

Si puo' aggirare la critica di Kripke?

Bisogna abbandonare la "semantica dei mondi possibili" in favore della "semantica a due dimensioni".

Nella semantica a due dimensioni per la parola ACQUA si ripropongono le consuete descrizioni di Frege ma si aggiunge all' elenco una "proprietà disclaimer": "ACQUA=qualunque cosa decidiamo di chiamare ACQUA in questo mondo". parliamo di semantica 2D perché il disclaimer puo' essere pensato come una seconda definizione (intensione) che si accompagna sempre alla prima tradizionale definizione.

Provate a sostituire ACQUA con GODEL. Ebbene, gli inconvenienti di cui sopra cessano poiché con la seconda definizione il riferimento di Giovanni, per quanto sballato, non potrà mai essere quel GODEL fantasmatico che abita un altro "mondo possibile" e che aveva ingenerato coincidenze imbarazzanti.

http://en.wikipedia.org/wiki/Two-dimensionalism