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giovedì 7 novembre 2024

Perché la monogamia definitivo

Perché la monogamia?
La domanda è banale laddove, come nel mondo pre-agricolo, vige un'uguaglianza naturale nella povertà che parifica tutti gli uomini. Qui la monogamia s'impone di necessità: se un uomo deve suddividere i suoi pochi averi su più famiglie rischia che nessun membro della sua prole sopravviva. D'altronde, perché mai una donna dovrebbe preferire un mezzo/uomo (o uomo in condivisione) piuttosto che un uomo intero tutto per se'? Ricordo che dobbiamo immaginare un mondo dove i "buoni partiti" non esistono.
L'enigma quindi quindi riguarda la monogamia presso le società ricche, ed è acuito dalla considerazione che la poligamia sembra vantaggiosa per la donna media e svantaggiosa per l'uomo medio (basta fare un po' di matematica per accorgersene). La monogamia, quindi, sembra un istituto "maschilista", il portato di un contratto sociale stipulato tra uomini, con i "più fortunati" che si accordano con i "meno fortunati". Senza farla lunga, le dinamiche da cui emerge sono le stesse da cui emerge l'uguaglianza politica: la possibilità che i molti esclusi si coalizzino contro i pochi ricchi - e questo è particolarmente facile nel caso di un animale straordinariamente versato nel tessere relazioni sociali - fa giungere ad una mediazione: così come "un uomo, un voto", allo stesso modo "un uomo, una donna".
p.s. anche qui chiedo il visto di Ettore Panella

lunedì 28 novembre 2022

 La Cina che distrugge la sua crescita economica e fa saltare la sua opportunità di superare gli Stati Uniti per mantenere Zero Covid ha echi dell'imperatore che brucia la flotta reale dopo che raggiunse l'Africa tre quarti di secolo prima che Colombo scoprisse l'America.


Un momento particolare che mi colpisce è quando un parente stava parlando di qualcuno che conosceva che ha trovato una scusa sul motivo per cui non poteva essere da qualche parte a una certa ora. Questa è stata seguita dalla dichiarazione, detta di sfuggita, che "non mentirebbe, sai, è un americano".


Carlo Magno (747-814 dC), il “Padre d'Europa”, che mise la sua autorità dietro un sinodo creando un tempo di attesa prima del matrimonio durante il quale le comunità locali potevano indagare se la coppia avesse legami di sangue.


Henrich fa risalire il successo dell'Occidente ai tabù del sesso e del matrimonio del primo cristianesimo.


ossessionati dalla prevenzione dell'incesto



scomunicato per aver sposato una lontana cugina.


I giovani uomini avrebbero maggiori probabilità di trovare coniugi poiché alcuni leader di alto rango non potrebbero rivendicare una quota sproporzionata di donne, creando incentivi per le persone a essere più laboriose e meno violente. Il potere degli anziani era ulteriormente ridotto dall'incapacità di organizzare i matrimoni in modo da mantenere la ricchezza e le risorse all'interno della stessa famiglia,


Quando i tabù dell'incesto si estesero ai sesti cugini, Henrich stima che un individuo potesse aver avuto 10.000 parenti totali che erano off limits nel mercato del matrimonio. Questo non sarebbe un grosso problema in una città moderna, ma quando la maggior parte delle persone viveva in piccoli villaggi avrebbe creato grosse difficoltà a chiunque cercasse di trovare un coniuge. Ciò ha portato a una popolazione più mobile, meno radicata nelle reti di parentela e, in definitiva, più individualista.


Henrich sostiene che rompere i legami di parentela era potenzialmente un ottimo modo per la Chiesa di impossessarsi di grandi proprietà alla morte di individui, e quindi finì per diventare il più grande proprietario terriero d'Europa.


argomenta contro una storia di causalità inversa, o l'idea che sia principalmente una questione di ricchezza che causa nuovi tipi di modelli familiari e assetti sociali, piuttosto che viceversa.


Un'omissione particolarmente scioccante dal libro è la mancanza di qualsiasi discussione sostanziale sul fatto che i divieti sul matrimonio tra cugini avrebbero portato a un miglioramento della salute e delle capacità cognitive. Sembra fuor di dubbio che lo avrebbero fatto, ma ammetterlo solleverebbe interrogativi scomodi su certe popolazioni moderne.


test QI e PISA


I tassi di numeratezza e altri dati corrispondono a misure più complete di capacità cognitive. Naturalmente, tale ricerca mostra che gli asiatici orientali hanno livelli di prestazione più elevati rispetto agli occidentali, il che complica un po' la storia di Henrich,


I tassi di criminalità notevolmente bassi dell'Asia orientale rappresentano un'altra importante realtà statistica che Henrich ignora, nonostante una discussione in cui sostiene che la MFP limita la violenza tra maschi.



Mi rendo conto che questa recensione sembra piuttosto critica. Ma è l'eccellenza di WEIRDest che rende i suoi difetti così evidenti.


Henrich sostiene in modo convincente che il matrimonio cristiano e il piano familiare hanno portato all'eccezionalismo occidentale. Se corretta, e credo che lo sia, la sua scoperta appartiene al livello più alto delle teorie che meglio spiegano l'ampia portata della storia umana, allo stesso livello della divisione del lavoro di Smith, della selezione naturale darwiniana e dell'idea di vantaggio comparativo di Ricardo.


In quello che sembra essere un colpo alle guerre dell'era Bush, dubita che possiamo facilmente trasferire istituzioni dall'Occidente e innestarle su un diverso substrato psicologico senza causare grossi problemi.


L'immigrazione non viene menzionata, ma ci sono sicuramente implicazioni qui, come hanno scritto Garett Jones e altri.


https://feedly.com/i/entry/PSDumfOpVGHNUIZxb8rsZHy1HXbbusmffJdbmCQIiUo=_184b68b7b66:35f55ff:10d3f863

lunedì 9 ottobre 2017

L'avo infoiato

L’avo infoiato

Siamo così sicuri che la famiglia tradizionale sia poi così tradizionale?
Siamo così sicuri che la famiglia targata “Mulino Bianco” si rinvenga in natura?
Direi di no, non ne siamo affatto sicuri.
Anche se  la narrazione tradizionale sembra favorire questa ipotesi, i dubbi in proposito sono consistenti.
Forse la famiglia tradizionale non è altro che una geniale invenzione. Tanto geniale quanto artefatta.
***
L’homo sapiens è una delle cinque grandi scimmie sopravvissute insieme a scimpanzé, bonobo, gorilla e orango. In particolare, insieme ai bonobo e agli scimpanzé, siamo gli arrapatissimi discendenti di un avo, sul piano sessuale, decisamente assatanato.
Ci sono solidi motivi per ritenere che le nozioni convenzionali intorno alla monogamia dell’uomo siano come minimo esagerate.
Probabilmente, il cambio di rotta rispetto alla nostra reale sessualità primitiva si è avuto solo 10000 anni fa in seguito alla cosiddetta rivoluzione agricola. Ma 10000 anni sono un’inezia nella storia evolutiva dell’uomo. La nostra vera natura sarebbe da ricercarsi quindi nel periodo precedente.
Una mentalità “complottista” a questo punto farebbe notare come l’approfondimento di questi temi imbarazzanti sia sempre stato silenziato dall’ autorità religiose, patologizzato dalla medicina ufficiale e ingegnosamente eluso dagli scienziati.
Sia come sia, l’ esito istituzionale di questa “trascuratezza” si è concretizzato nella cosiddetta “gabbia del matrimonio”, un’istituzione decisamente efficiente ma sessualmente frustrante e in grado di uccidere qualsiasi libido di partenza. Una soluzione di fatto fonte di tradimenti,  disfunzionalità, confusione e sensi di colpa. Non proprio il massimo. Nemmeno la monogamia seriale compensa, e rimane solo uno sfogo temporaneo ed inefficace.
Il matrimonio dipinto come la tomba del desiderio non è un’esagerazione. Per il maschio vincolarsi in quel modo è un duro colpo,  ma anche la femmina ne subisce un contraccolpo non da poco: chi vorrebbe dividere la sua vita con un uomo che si sente intrappolato e diminuito?
Lo sapevate che il 42% delle donne soffre di disfunzioni sessuali? Difficile pensare ad un “effetto naturale” quando le percentuali raggiungono certi livelli. E perché secondo voi il Viagra batte tutti i record di vendita anno dopo anno? Per tacere della la pornografia, un affare colossale su scala planetaria che rastrella solo in America dai 60 ai 100 miliardi di dollari all’anno. Perché un intrattenimento del genere dovrebbe fruttare tanto se il matrimonio fosse così appagante? Gli americani spendono molto di più negli anonimi locali di striptease che a Broadway. Sembrerebbe più “normale” godersi una sfilata di  donnine nude che qualsiasi altro spettacolo teatrale.
Il matrimonio tradizionale appare sotto attacco ma soprattutto non sembra opporre una grande resistenza. Si ha come l’impressione che la “finzione” non regga. Forse funziona solo per pochi privilegiati.
Prendiamo una categoria di persone al di sopra di ogni sospetto, un gruppo umano moralmente più affidabile della media: i preti cattolici. La Chiesa Cattolica ha pagato nel 2008 436 milioni di dollari in risarcimenti scaturiti dalle cause di pedofilia. Parliamo quindi di cedimento a “perversioni sessuali”, non di sfoghi fisiologici, lì per fortuna non c’è risarcimento da conferire. Forse la condizione del prete celibe non è tra le più conformi alla nostra natura, nemmeno quando ci riferiamo ad un’élite. La vita sessuale è negata ai preti, e, considerando che si tratta pur sempre di individui con una tenuta etica superiore alla media, ne ricaviamo che la tentazione a cui sono sottoposti è molto molto dura da reggere. Insomma, qualcosa che possiamo definire in molti modi ma non “naturale”.
La confusione tra ciò che ci viene detto e ciò che sentiamo dentro di noi crea un conflitto interiore che non fa bene.
Perché tanti divorzi? Perché così tante famiglie composte da un solo membro? Perché la passione evapora in così tanti matrimoni?
La società in cui viviamo spesso risponde solo a suon di “terapie”. C’è una patologia che va curata. Ed ecco allora sorgere la fiorente industria della “terapia di coppia“.
Viene il dubbio ci sia sotto qualcos’altro. Forse l’uomo contemporaneo comincia ad accusare lo sdoppiamento di personalità a cui è stato sottoposto: da un lato prova una spinta insopprimibile verso la  promiscuità sessuale, dall’altro sente di dover recitare in pubblico il ruolo del coniuge fedele a vita. L’industria dello spettacolo e del cinema conosce bene questo sdoppiamento e ci gioca da sempre.
Ci gioca anche Wall Street dove la pornografia, da Larry Flynt in poi, ha un posto d’onore. Che straordinario conflitto tra  proclami pubblici e  desideri privati! Lo constatiamo tutti i giorni, e vale per tutti : sia per l’uomo comune che per l’uomo famoso. L’ipocrisia sessuale sarebbe inspiegabile se il modello tradizionale di sessualità fosse davvero conforme alla nostra natura.
Si continua a dire che la monogamia è naturale e il matrimonio  un’ istituzione universale ma tutto questo non si combina con una serie di altre innegabili realtà
D’altronde, è facile dimostrare che gli esseri umani si sono evoluti in gruppi estremamente coesi, dove praticamentetutto era condiviso: cibo,  protezione,  cura dei bambini, rifugio… non si capisce bene come mai i piaceri sessuali non avrebbero dovuto esserlo.
Oltre a essere dei marxisti nati, probabilmente eravamo anche degli hippy nati.
Del collegamento  sesso-amore potremmo fare tranquillamente a meno, almeno a giudicare quanto accade tra le scimmie più vicine a noi e i popoli selvaggi che ancora oggi possiamo osservare nell’ Amazzonia.
A sostenere questa tesi c’è una montagna di evidenze circostanziate. C’è il confronto con i primati nostri cugini. Ci sono evidenze anatomiche altrimenti inspiegabili. C’è il nostro eccitamento per ogni novità sessuale che ci viene proposta. Ci sono anche taluni segnali  come la vocalizzazione copulatoria femminile, più conforme all’ipotesi della promiscuità.
Ci sono poi i punti deboli della narrazione comunemente accettata, che è bene allora riassumere brevemente.
***
Nella narrazione standard uomo e donna si cercano: lui è attento a bellezza e  gioventù. Lei invece è in caccia diricchezza e prestigio.
Ammesso che i due si piacciano, si mettono insieme in un’unione destinata a durare per sempre, o comunque a lungo.
Nel corso di questa unione non si può escludere che lei cerchi un po’ di divertimento anche altrove, per esempio con maschi geneticamente più dotati del marito.
D’altro canto, anche lui, una volta  garantita la certezza della paternità, non disdegna relazioni adulterine a breve termine.
Ma la narrazione standard non sembra affatto delineare una condizione naturale, quanto piuttosto un adattamento a particolari condizioni sociali emerse con l’avvento delle pratiche agricole e l’istituzione della proprietà privata.
Da un punto di vista evoluzionistico il tempo che ci separa dalla rivoluzione agricola è un istante nella storia dell’uomo, giusto il 5% sul totale.
Considerati i notevoli vantaggi in termini di ricchezza che all’umanità sono derivati da agricoltura e industria, il matrimonio può ben essere descritto come qualcosa di meritevole… ma non di naturale. Paradossalmente, la sua innaturalità lo rende un “sacrificio” ancora più apprezzabile.
Prima vigeva una società organizzata intorno alla divisione in parti uguali di tutto. Non che questo egualitarismo fosse dettato da ideali nobili, era piuttosto una necessità imposta per motivi di efficienza, un modo con cui l’ animale sociale  uomo minimizzava i suoi rischi.
Potremmo chiamarlo “egalitarismo selvaggio”.
Con l’avvento dell’agricoltura e della proprietà privata l’uomo ha cominciato ad organizzarsi intorno a gerarchie ben precise in grado di razionalizzare gli incentivi.
Agricoltura e proprietà privata cominciarono a rendere molto più accentuate le diseguaglianze e quindi anche la sorte della prole: diventava assolutamente necessario identificare la propria con precisione al fine di destinare senza errori i sacrifici di una vita e l’eredità cumulata.
In una società egualitaria, dove tutti i cuccioli della “banda” vengono cresciuti più o meno nella stessa maniera, non ci sono particolari eredità da “indirizzare”; se così stanno le cose,  perché mai gli individui dovrebbero privarsi di molteplici quanto occasionali relazioni sessuali dettate esclusivamente dal piacere del momento? E’ questo, oltretutto, un modo per rinforzare i legami e la coesione sociale.
Il nostro più antico antenato probabilmente era simile a un gorilla-maschio-alfa che scacciava tutti i suoi competitori per tenersi un harem di femmine. Tuttavia, la crescente capacità di cooperare ha messo in crisi il dominio del singolo  aprendo il suo harem anche agli altri maschi. Le gerarchie sono praticamente sparite, e ogni volta che mostravano di riformarsi la coalizione delle potenziali vittime tornava ad azzerarle.
Per la narrazione tradizionale questo è anche il momento in cui si forma la “coppia duratura“. È vero, talvolta si discute se prediligere l’ipotesi della monogamia o quella della poligamia, senza che si prenda mai in seria considerazione l’ipotesi complessivamente più calzante – ma anche più scandalosa – della promiscuità.
Quel che sappiamo è che la società di cacciatori in cui i nostri avi sono vissuti era di piccole dimensioni e altamente egalitaria, pressoché tutto veniva condiviso: dalla carne all’allattamento dei piccoli, si trattava di gruppi  dove praticamente non esisteva privacy. Il comunismo delle società preistoriche non è messo in discussione da nessun studioso serio, da quel che mi risulta.
È plausibile quindi  ipotizzare che la spartizione si estendesse anche all’attività sessuale. Perché escluderla? Perché non prenderla nemmeno in considerazione favorendo invece l’ipotesi della monogamia? Questo non si capisce bene. Ovvero, lo si capisce molto bene alla luce delle trasformazioni sociali originate 10000 anni fa con l’avvento dell’agricoltura e la conseguente necessità di propagandare una gestione della sessualità senz’altro più rispondente a quel contesto.
Oltretutto, esploratori, missionari e antropologi che nell’era moderna hanno avuto contatti con  popolazioni primitive sembrerebbero supportare la visione di un’umanità lussuriosa e sfrenata.
Se passate un po’ di tempo con i primati più vicini a noi noterete le femmine di scimpanzé avere approcci sessuali con dozzine di maschi differenti ogni giorno.
Guardate poi alla diffusione della pornografia, o anche solo a quanto sia faticoso mantenere una relazione sessuale monogama. Ma davvero qualcosa di naturale può risultare tanto innaturale?
Ci sono poi le nostre caratteristiche anatomiche. Il maschio hatesticoli molto più grandi di quanto un primate monogamo  abbisogni, si tratta di organi che penzolano in modo vulnerabile fuori dal suo corpo, laddove, per contro, la temperatura aiuta a preservare uno sperma sempre pronto ad essere eiaculato in modo efficace. Mostra anche un pene enorme se paragonato a quello degli altri primati, sia per lunghezza che per spessore,  oltre all’ imbarazzante tendenza a raggiungere precocemente l’orgasmo. Il seno prominente e pendulo della femmina, non necessario per l’allattamento, è un altro segno ambiguo. Impossibili da ignorare sono anche i gemiti della donna durante il rapporto: probabilmente un invito ai  maschi lontani; anche la capacità di avere orgasmi seriali supporta l’idea di promiscuità sessuale.
Con la rivoluzione agricola e un’economia più produttiva diventa cruciale poter identificare il proprio erede. Così come i confini terrestri devono essere ben definiti, anche i confini nella prole non devono lasciare adito ad equivoci.
La grande trasformazione lascia sul campo dei perdenti: la donna, che da questo momento diventa una reclusa. Ma anche per l’uomo le cose peggiorano: lo stress del carceriere è talvolta superiore a quello del carcerato. Senza dire che il povero maschio a questo punto deve immolarsi per difendere la sua preda dalle insidie esterne.
Un’altra grana per l’uomo deriva dal doversi procurare uno status sociale adeguato, infatti da ora in poi la donna non lo prenderà più nemmeno in considerazione se poco dotato da quel punto di vista.
La sessualità dell’agricoltore è voyeuristica, repressiva, omofoba e  focalizzata sulla riproduzione. Sembra il motto vetusto di una comune hippy ma è anche l’ipotesi scientifica che fa quadrare molti conti.
La terra deve ora essere posseduta, fatta fruttare e trasmessa alle generazioni future. Ma non alle generazioni future in generale, bensì solo ed unicamente ad una generazione futura ben identificata.
La narrazione standard insiste che la certezza della paternità sia sempre stata della più grande importanza ma francamente i motivi addotti a supporto di questa ipotesi sembrano debolucci.
D’altronde, la ricerca antropologica è ricca di esempi di società dove la paternità biologica è di scarsa o nulla importanza. Chi pensa ad una sessualità promiscua non ha problemi a spiegarselo, ma gli altri?
Possiamo concludere riassumendo così:  il nostro avo era sessualmente molto attivo e libero secondo un canone di promiscuità ribaltato poi nel corso della del periodo “agricolo”; a questo punto la cultura ha agito in modo da introdurre la coppia fissa e il matrimonio, istituzioni più confacenti al nascente regime di proprietà privata. Considerati gli enormi benefici in termini di prosperità e ricchezza per la nostra specie ha ricevuto da questa nuova condizione, specie dopo la rivoluzione industriale, non smetteremo mai di ringraziare quella fetta di umanità che si è sottoposta ad un simile giogo. Tuttavia, non dobbiamo nemmeno rinnegare che  un sacrificio non conforme alla nostra natura profonda sia stato introdotto.
MONOGAM

lunedì 25 settembre 2017

Una teoria della coppia

Una teoria della coppia

PREMESSA. Nella lotta evolutiva lo strumento più potente a disposizione dell’uomo è la formazione di gruppi coesi e innovativi. Per ottenere gruppi coesi e innovativi la risorsa fondamentale è la capacità di cumulare, raffinare e trasmettere una cultura.
Ed ora la teoria del matrimonio suddivisa in otto fasi temporali.
FASE BONOBO. Se in un gruppo le differenze tra individui contano poco, ha senso adottare uno stile di vita sessuale promiscuo, oltre che gestire in comune l’accudimento della prole: riconoscere i propri figli non arrecherebbe vantaggi quando il trattamento dei piccoli è di fatto parificato e nessuno ha nulla da offrire in più. Chissà che il nostro antenato non abbia conosciuto una condizione simile, magari nella sua fase semi-arboricola.
FASE GORILLA. Disceso dagli alberi sulla terra, l’uomo è chiamato da subito a difendersi da predatori sempre più temibili e al contempo a cacciare animali di taglia sempre maggiore. Nella divisione dei ruoli il grattacapo è riservato ai maschi. La forza fisica diventa un tratto distintivo, non siamo più tutti uguali. In un gioco “chi-vince-prende-tutto” il maschio dominante scaccia gli altri garantendosi un harem dedicato.
FASE SCIMPANZÉ. La forza del numero minaccia la forza del singolo che media concedendo accesso sporadico al suo harem, magari fissa anche una rudimentale gerarchia. I segregati scoprono il trucchetto e cominciano ad imparare l’arte di fare gruppo.
PRIMA FASE UMANA. Il gruppo si allarga e la strategia della dominanza diventa rischiosa: troppi potenziali nemici da cui guardarsi e troppe femmine da presidiare. La forza viene meglio investita per sedurre la compagna. Si passa dalla violenza allo scambio. Nasce la coppia e s’impone così la vicinanza: il maschio  deve avere garanzie sull’origine dei cuccioli. La parentela diventa più visibile e certificata.
SECONDA FASE UMANA. All’ espandersi ulteriore del gruppo, le competenze sociali (cultura di gruppo) e tecnologiche (costruzione di attrezzi) sovrastano la forza bruta: è con quelle che ora si seduce. Il maschio di successo è quello che segnala la capacità di trasmettere al futuro figlio il bagaglio culturale più notevole.
TERZA FASE UMANA. La convivenza in grandi gruppi richiede di maneggiare una cultura sempre più complessa. Per cultura, sia chiaro, si intende la capacità di stare bene in gruppo  e di garantirsi una buona posizione. La trasmissione della cultura accumulata richiede cervelli sempre più grandi e mammiferi dal cervello dilatato hanno infanzie prolungate. Ora, la coppia e la vicinanza dei coniugi consente di riconoscere una parentela affidabile. Attraverso la parentela allargata 1) la femmina trova un aiuto nel crescere piccoli esigenti dall’infanzia prolungata e 2) il cucciolo dispone di un repertorio più vasto potendo attingere per l’apprendimento a più persone, oltre che ai genitori. La parentela allargata, quindi, supporta e valorizza il “macro-cervello” dei piccoli.
QUARTA FASE UMANA. Il legame di coppia viene recepito nella cultura del gruppo istituendo il matrimonio.
RIEPILOGANDO: ciò che caratterizza e assicura il successo dell’uomo è la capacità di cumulare cultura, nessun altro animale possiede un linguaggio che consenta di fare altrettanto. La cultura sofisticata permette all’ uomo di vivere in gruppi sempre più vasti, coordinati e potenti. Un problema fondamentale è come trasmettere questo bene alle nuove generazioni; la soluzione del matrimonio, della famiglia e della parentela ha brillantemente contribuito ad affrontarlo.
P.S. A questa teoria evoluzionistica del matrimonio puo’ essere fruttuosamente affiancata una lettura economicista.
coppia

sabato 13 maggio 2017

Monogamia di fatto

Da un sondaggio veniamo a sapere che la maggior parte delle donne americane ha avuto un solo partner sessuale nella vita.
women
La cosa vale anche per gli uomini.
men
A quanto pare la monogamia non sembra un’ipotesi solo teorica.
Trattandosi di un sondaggio, ci aspettiamo quindi un sacco di reticenze. Ma in che senso?
Lo stereotipo: gli uomini esagerano, le donne minimizzano.
Stando allo stereotipo i risultati sembrerebbero solidi.
Senonché, esistono evidenze empiriche che in questa materia entrambi i sessi “esagerino”. In questo caso la strana evidenza sarebbe ancora più solida!
Seth-Stephens e Davidowitz hanno studiato i rapporti protetti e la produzione di preservativi…
… Heterosexual men 18 and over say that they average 63 sex acts per year, using a condom in 23 percent of them. This adds up to more than 1.6 billion heterosexual condom uses per year. Heterosexual women say they average 55 sex acts per year, using a condom in 16 percent of them. This adds up to about 1.1 billion heterosexual condom uses per year. Who is telling the truth, men or women? Neither. According to Nielsen, fewer than 600 million condoms are sold every year. Americans may also be exaggerating how often they have unprotected sex….
Evidentemente, sia uomini che donne pompano di brutto il dato dei rapporti sessuali avuti (a meno che non riutilizzino i preservativi :-) ).
Ma la cosa è confermata anche quando si studiano i rapporti non protetti e il numero di gravidanze indesiderate…
… About 11 percent of women between the ages of 15 and 44 say they are sexually active, not currently pregnant and not using contraception. Even with relatively conservative assumptions about how many times they are having sex, we would expect 10 percent to become pregnant every month. But this would already be more than the total number of pregnancies in the United States (which is one in 113 women of childbearing age)…
Qui parliamo di “numero di rapporti” e non di “numero di partner” ma le due variabili sono strettamente correlate, è quindi ragionevole supporre che anche la tendenza a “pompare” sia correlata.
***
Perché a noi la monogamia di fatto sembra inverosimile?
Forse è colpa della TV (e dei media in generale)…
… t.v. characters are in the 21-100 or even 100 + bins!…
Di certo le star di Hollywood non fanno parte della maggioranza.
C’è chi si è divertito a contare i partners complessivi dei personaggi di Friends: 989, più di cento ciascuno.
Ma ci sono anche i soliti bias cognitivi: tendono a colpirci gli eventi straordinari…
… media amplifies our biases. The root bias, though, is overestimating the frequency of the vivid and the memorable…

Both Men and Women Overstate Sexual Frequency bryan caplan

Both Men and Women Overstate Sexual Frequency
riccardo-mariani@libero.it
Citation (APA): riccardo-mariani@libero.it. (2017). Both Men and Women Overstate Sexual Frequency [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 3
Both Men and Women Overstate Sexual Frequency Bryan Caplan
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
the modal number of self-reported lifetime sexual partners equals 1.
Nota - Posizione 10
QUANTI PARTNER NELLA TUA VITA?
Evidenzia (giallo) - Posizione 10
stereotype that men overstate and women understate on these matters,
Nota - Posizione 10
STEREOTIPO. UOMINI E DONNE MENTONO CON SEGNO DIVERSO
Evidenzia (giallo) - Posizione 16
strong behavioral evidence that both men and women overstate a different measure of sexual activity: frequency.
Nota - Posizione 17
EVIDENZA CHE TUTTI E DUE KA SPARANO GROSSA
Evidenzia (giallo) - Posizione 19
Seth Stephens-Davidowitz
Evidenzia (giallo) - Posizione 21
Heterosexual men 18 and over say that they average 63 sex acts per year, using a condom in 23 percent of them. This adds up to more than 1.6 billion heterosexual condom uses per year. Heterosexual women say they average 55 sex acts per year, using a condom in 16 percent of them. This adds up to about 1.1 billion heterosexual condom uses per year. Who is telling the truth, men or women? Neither. According to Nielsen, fewer than 600 million condoms are sold every year. Americans may also be exaggerating how often they have unprotected sex.
Nota - Posizione 27
QUANTI ATTI SESSUALI CON PRESERVATIVO? QUANTI PRESERVATIVI USATI?
Evidenzia (giallo) - Posizione 27
About 11 percent of women between the ages of 15 and 44 say they are sexually active, not currently pregnant and not using contraception. Even with relatively conservative assumptions about how many times they are having sex, we would expect 10 percent to become pregnant every month. But this would already be more than the total number of pregnancies in the United States (which is one in 113 women of childbearing age).
Nota - Posizione 29
RAPPORTO TRA ATTIVITÀ SESSUALE NN PROTETTA E GRAVIDANZE
Evidenzia (giallo) - Posizione 37
The Modality of Monogamy
Evidenzia (giallo) - Posizione 50
Of course, people could be lying. But in what direction would they lie?
Nota - Posizione 50
DIREZIONE DELLE BUGIE
Evidenzia (giallo) - Posizione 51
the modal monogamy result
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
What do you think? Can monogamy truly be modal? My guess is that the pattern is real.
Nota - Posizione 54
RISULTATI REALI
Evidenzia (giallo) - Posizione 54
people with lots of partners are vivid and memorable.
Nota - Posizione 55
PERCHÈ A NOI SEMBRA INVEROSIMILE?
Evidenzia (giallo) - Posizione 55
t.v. characters are in the 21-100 or even 100 + bins!
Nota - Posizione 55
TV
Evidenzia (giallo) - Posizione 57
media amplifies our biases. The root bias, though, is overestimating the frequency of the vivid and the memorable.
Nota - Posizione 60
MEDIA PIÙ BIAS

sabato 28 gennaio 2017

L'ipotesi della monogamia

L'uomo è monogamo per natura?
Difficile stabilirlo, guardando tra le scimmie più simili a noi troviamo di tutto… 
... Primates exhibit all sorts of mating behaviour, including monogamous, polygynous — where males have multiple mates — and multimale-multifemale. One indicator of which behaviour occurs in a species is the size difference between males and females. The greater this sexual dimorphism, the more likely the mating is either polygynous or multi-male to multi-female. This can be shown by observing chimpanzees and gorillas, our closest living relatives....
Sappiamo però che la nostra fisicità puo’ dirci molto sul nostro sistema di accoppiamento, specie se consideriamo la dimensione dei genitali e il dimorfismo sessuale (differenza dimensionale tra maschio e femmina).
Partiamo col primo elemento: l’uomo sembrerebbe avere un pene grande e testicoli minuti
… Humans have a much longer and wider penis than the other great apes. Even the largest of gorillas, more than twice as heavy as a human, will have a penis just two and half inches long when erect… However our testicles are rather small. A chimpanzee’s testes weigh more than a third of its brain while ours weigh in at less than 3%…
I testicoli piccoli depongono contro una nostra presunta sessualità promiscua poiché la scarsa produzione di sperma indica la poca “concorrenza in utero”. Il caso dei gorilla è simile al nostro…
… Male gorilla are also much larger than females, but they have a polygynous or harem-style mating system where many females live with a single male. With little or no competition actually inside the uterus, gorillas have had no need for a testicular arms race to facilitate the production of more and more sperm…
Il caso degli scimpanzé è invece opposto…
… Essentially, male chimps have sex all the time with any female and with any excuse. A female therefore may contain sperm from multiple partners at any one time, which puts the sperm itself – and not just the animals that produce it – into direct competition. For this reason, chimpanzees have evolved huge testicles in order to produce massive amounts of sperm, multiple times a day….
Tuttavia, il pene dell’uomo è di dimensioni ragguardevoli solo se comparato con quello dei primati a noi più vicini ma cessa di essere tale se allarghiamo lo spettro dei confronti alle altre scimmie…
… The human penis is large when compared with those of our closest relatives: chimpanzees, gorillas, and orangutans. However, primatologist Alan Dixson in his wonderfully detailed book, Primate Sexuality, suggests that if we look at all primates, including monkeys, this is just wishful thinking…. Comparative measurements show the human penis is not exceptionally long….
Ma cosa ci puo’ dire la dimensione del pene circa la nostra sessualità? Poco o nulla, cio’ che conta sono altri fattori: di solito le scimmie a sessualità frequente e promiscua hanno un pene complesso, “fantasioso” e variegato (creste, grumi, fronde, curve…), quello dell’uomo invece è tristemente uniforme e semplice, sembra fabbricato in serie… il che è tipico della scimmia monogama…
… The human penis is in fact extremely dull — it does not have lumps, ridges, flanges, kinks or any other exciting feature that other primates have. In primates, this lack of penis complexity is usually found in monogamous species….
Il dimorfismo sessuale (maschio più grande della femmina) è tipico poi delle scimmie poligamiche, e nell’uomo questo dimorfismo si presenta in modo accentuato. In effetti la poligamia, ancora oggi, è il regime familiare più diffuso nella cultura umana…
… Anthropologists Clellan Ford and Frank Beach in their book Patterns of Sexual Behaviour suggested that 84% of the 185 human cultures they had data on engaged in polygyny….
Qui bisogna fare una precisazione importante: quanto detto è compatibile con la constatazione che la maggior parte degli uomini sia comunque monogama di fatto. Infatti, anche laddove la poligamia è ammessa dal diritto, pochi possono permettersela nei fatti.
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Veniamo ora le tre teorie principali che spiegano la monogamia duratura
… First is the need for long-term parental care and teaching, as our children take a long time to mature. Second, males need to guard their female from other males. Third, our children are vulnerable for a long time and infanticide could be a risk from other males. So to ensure that children are able to reach maturity the male is likely to stay to protect them, both socially and physically. This may be why males have maintained their larger relative size….
Il cuccioli d’uomo, in effetti, è vulnerabile a lungo e richiede un’educazione prolungata, inoltre il dubbio sulla paternità è estremamente costoso nelle nostra cultura (specie dopo la rivoluzione agricole). Infine, tranne casi eccezionale, è difficile che un uomo possa permettersi di estendere il suo prolungato sforzo di protezione e cura su molte femmine.
Possiamo concludere formulando la tesi meglio supportata da queste osservazioni: l’uomo è poligamo quando puo’ permetterselo e monogamo di fatto nella stragrande maggioranza dei casi.
Ma dei dubbi restano: prima della rivoluzione agricola – gran parte della nostra “natura” si è formato in quell’epoca - non esistevano patrimoni accumulati dai singoli (eravamo nomadi!) e talenti molto differenziati, l’uomo viveva in bande di cacciatori/raccoglitori che mettevano tutto in comune, anche la prole in un certo senso era “in comune” (il gruppo delle femmine era molto coeso e operava insieme), il che diminuiva radicalmente i costi che scaturivano dai dubbi intorno alla paternità.
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Le citazioni sono tratte da Mark Maslin: “Why Did Humans Evolve Big Penises But Small Testicles?
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