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martedì 11 dicembre 2018

DAL BIG BANG AI BUCHI NERI

DAL BIG BANG AI BUCHI NERI

Per Hawking Dio non era necessario poiché riteneva che il tempo non avesse necessariamente un inizio. Hawking conosceva bene la fisica, questo è chiaro, ma non conosceva bene l’argomento cosmologico, il quale non dipende dal fatto che l’universo abbia o meno un momento iniziale. Dio viene postulato come necessario per spiegare l’esistenza di un universo contingente.  Ma un universo contingente puo’ anche essere eterno: anche se l'universo è sempre esistito, è pur sempre possibile che non sia mai esistito. In metafisica, questo è un punto scontato ma Hawking era così ridicolmente ostile alla metafisica che non conosceva nemmeno le distinzioni più elementari delle teorie che contestava, la cosa è imperdonabile per un uomo della sua intelligenza e influenza.

https://www.facebook.com/kevinvallier1/posts/10108056273480262

lunedì 14 dicembre 2015

Il vuoto quantico

Per molti l’universo sarebbe inutile (citazione di S. Weinberg) e si sarebbe originato autonomamente “dal nulla”: «Una delle teorie su come l’universo è venuto in essere è la teoria del Big Bang, uno scoppio accaduto naturalmente nel vuoto quantistico...
Ha ben sintetizzato il problema il prof. Marco Bersanelli, docente di Astrofisica presso l’Università di Milano: «Che cos’è questo “nulla” dal quale tutto avrebbe preso le mosse? Il “vuoto” quantistico primordiale nel quale una fluttuazione può dare origine a una particella, e in linea di principio a realtà fisiche più complesse? Ma questo significa che il “vuoto” dei fisici è radicalmente diverso dal “nulla” del filosofo e del teologo. Anzi, se le cose fossero davvero andate così, quel “vuoto” iniziale finirebbe per essere l’opposto del “nulla”: sarebbe la realtà fisica più “piena” che si possa immaginare, il seme creato dal quale sboccia il fiore dell’universo. Rinasce perciò inevitabile la domanda: questo “vuoto” primordiale, da dove viene? E le leggi della fisica, che in esso agiscono, chi se l’è inventate? Se anche ci fossero moltitudini di universi con leggi diverse, da dove verrebbe la meta-legge così ben congegnata da generare tutto ciò?»

lunedì 19 ottobre 2015

L'origine del mondo (dal vangelo secondo Stephen Hawking)

Per molto tempo non si sono conosciuti esattamente gli orientamenti religiosi di una mente eccelsa come quella di Stephen Hawking (SH), anche se nel suo best seller sui buchi neri utilizzava un'espressione come "mente di Dio" che mandava in sollucchero molti credenti.

Tuttavia, l'ateismo dello scienziato è andato via via delineandosi fino a fissarsi in un libro specificatamente dedicato alla faccenda in cui le conclusioni suonavano perentorie: non è necessario nessun dio per spiegare l'origine dell'universo, bastano le leggi scientifiche che già conosciamo.

Per SH l'universo ha un'origine spontanea che possiamo inferire dalle leggi della meccanica quantistica (MQ), in particolare dal cosiddetto "salto quantico".

In effetti, nel resoconto della MQ, senza entrare in particolari in cui mi perderei, taluni fenomeni si presentano in forma "incausata" (non hanno cioè una causa materiale). E allora il gioco è fatto, l'origine del mondo potrebbe essere spiegata sulla falsariga di questi eventi.

Detto in altri termini: per SH l'universo non ha una causa materiale ma questo semplice fatto non spiazza in alcun modo lo scienziato/scientista poiché con roba del genere costui traffica tutti i giorni quando osserva il "micromondo" delle particelle subatomiche.

Inoltre, l'intuito che ci serve per afferrare l'ipotesi di SH è ulteriormente aiutato dal fatto che prima di espandersi  l'universo aveva dimensioni minime, assomigliava molto cioè proprio a una di quelle particelle subatomiche per cui valgono le leggi quantistiche di cui sopra.
 LORENZO_QUIN_force_of_nature-3
(madre natura scolpita da Lorenzo Quinn)

La "soluzione H." ha una caratteristica del tutto innocente che si rivela però un punto debole se pensiamo agli intenti non del tutto innocenti del suo ideatore: implica cioè che le leggi della MQ debbano esistere prima dei corpi a cui si applicano. E' per forza così visto che si ipotizza un universo che viene ad esistenza proprio in seguito all'azione di una di quelle leggi.

Dobbiamo immaginarci una MQ senza quanti. Un po' come immaginare una legge di gravità senza gravi. Per molti non è facile.

Fortunatamente nella storia del pensiero uno sforzo immaginativo di questo genere è giù stato fatto e se oggi l'operazione non ha per noi più segreti lo dobbiamo al sommo Platone: vi ricordate la teoria delle idee platoniche? Basta allora chiudere il cerchio convertendosi al platonismo, ovvero ad una filosofia che riconosce realtà metafisica alle idee: a quel punto non avremmo più problemi a concepire le leggi della MQ come aventi una realtà loro propria (nell'iperuranio) che prescinde dal mondo a cui si applicano.

Ma un SH platonista non ce lo vedo, innanzitutto perché si perdono in questo modo tutti i vantaggi che la sua ipotesi poteva vantare rispetto all'ipotesi teista, ovvero il fatto di non implicare oggetti metafisici.

In secondo luogo perché in questo senso è anche peggio dell'ipotesi teista: se esiste una realtà metafisica delle leggi quantistiche, perché mai  non dovrebbe esistere una realtà metafisica della legge di gravità? E via dicendo. Insomma, mentre al teista basta postulare la realtà metafisica di un oggetto solo: Dio, SH dovrebbe postulare una serie numerosa di realtà metafisiche complicando ulteriormente la sua ipotesi, che a questo punto, come tutte le idee inutilmente contorte, perderebbe in plausibilità.

mercoledì 9 aprile 2014

Il saltello arbitrario

All' inzio c' era il logos e il logos era presso Dio...

Una variazione possibile: all' inizio era il salto quantico.

Sì, alcuni fisici, per la gioia dei filosofi materialistici (che in genere sono loro stessi), spiegano l' inizio dell' universo con il fenomeno del salto quantico. Il più insigne tra questi personaggi è Stephen Hawkins.

La scienza ormai accetta che nel mondo minuscolo delle micro particelle esistano fenomeni fisici incausati (indeterminati).

Dapprima questa ammissione è stata problematica per i materialisti contrari ad inserire un "fantasma nel marchingegno della natura". Per loro tutto poteva e doveva essere spiegato ricorrendo a cause (materiali) ed effetti.

Ora però alcuni di loro ammettono. Ammettono perché in fondo possono riutilizzare il concetto altrove. In particolare per spiegarsi l' inizio dell' universo. Non avere una causa fisica, infatti, equivale pressapoco ad "essere causati dal nulla". Una creazione dal nulla senza ricorso ad enti metafisici.

Qui però c' è un problema: noi sappiamo che il salto quantico non è determinato fisicamente ma è comunque facilmente prevedibile poiché si realizza in modo strettamente correlato con altri fenomeni fisici.

Questa correlazione è del tutto casuale? Non è detto: in fondo l' assenza di cause fisiche non si traduce necessariamente nella creazione dal nulla ma anche nella possibile presenza di cause metafisiche.

Direi di più: se ci ripugna pensare ad una correlazione tanto stretta come a qualcosa di completamente casuale è molto più semplice assumere cause metafisiche!

Il primo salto quantico ipotizzato come "inizio del tutto" non sarebbe quindi uguale agli altri poiché non correlato ad altri fenomeni fisici; per soddisfare l' ateismo dei materialisti, dovrebbe, diversamente da quelli che osserviamo in natura, essere non correlato e quindi completamente arbitrario. Mi sembra che questa considerazione possa segnalare una difficoltà della teoria, almeno dal punto di vista filosofico.

stephen hawkins e il salto quantistico:  secondo i critici, Hawking non spiegherebbe come possa esistere una legge di gravità senza gravi, così come non spiega come sia concepibile una legge di meccanica quantistica che preceda l'universo dato che in realtà lo presuppone. Hawking risponde a queste obiezioni che non c'è bisogno di un Creatore per creare le leggi fisiche, in quanto semplicemente esistono intrinsecamente alla materia/energia (che altrimenti potrebbe non esistere), sempre esistente sotto qualche forma oppure apparsa dal nulla prima di tutto, ma non esistendo allora lo spaziotempo si può dire che essa deriva da un istante senza tempo, un eterno presente, come quello dell'orizzonte degli eventi. Inoltre afferma che probabilmente, seguendo la mentalità scientifica, non esiste l'aldilà, manifestando un'opinione razionalista.

Il modo migliore di uscire da queste obiezioni consiste nel postulare molti mondi, di cui il nostro sarebbe una costola. Non a caso H. simpatizza con l'ipotesi many worlds. Senonche si tratta di un'ipotesi speculativa oltreché più complicata (postula l'esistenza di più oggetti inosservabile) rispetto a quella teista.