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mercoledì 23 ottobre 2019

OGGETTIVAMENTE COLPEVOLE

OGGETTIVAMENTE COLPEVOLE
Un tempo se sgarravi pagava la tua famiglia. Voglio dire, se uccidevi potevano anche farti fuori un cugino e andare così alla pari. I debitori verso cui eri insolvente bussavano alla porta di tuo zio facendo valere i loro diritti su di lui. Anche per questo le famiglie erano unite. Le pene, poi, erano più dure: un debitore finiva in ceppi. Con questi metodi il rischio d'insolvenza era vicino allo zero.
Poi è arrivata la responsabilità personale, il bando delle punizioni fisiche, e con esse il processo moderno, un processo costosissimo a cui accedono solo professionisti dalla parcella esosa. E' chiaro che in questo modo gran parte dei colpevoli si trovò in condizioni di insolvenza. Chi puo' permettersi una difesa? Chi puo' permettersi di risarcire?
Colpevoli insolventi e processi costosi hanno prodotto una chiara conseguenza: sul banco degli imputati ha senso che ci finiscano solo ricchi e grandi aziende. Il diritto ne tiene conto e la responsabilità oggettiva dilaga: succede qualcosa di brutto allo stadio? Il responsabile è il proprietario dello stadio. C'è uno stupro nello stabile abbandonato? Co-responsabile è il padrone dell'edificio. Due studenti danno fuoco alle aule? Ai cretini basta una ramanzina, il vero colpevole è il proprietario della scuola che non ha vigilato. Un lavoratore coglione non si mette l'elemetto? Responsabile l'azienda che non l'ha trattato come un bambino...
Un sistema fatto per mettere in stato d'accusa solo ricchi e big business alla lunga forgia le deboli menti della massa, che ora, per qualsiasi cosa, si lamentano contro ricchi e big business.
C'è un mondo però che è rimasto immune dal ribaltone: il mondo della strada. Qui il problema della giustizia viene risolto nel modo tradizionale: in caso di incidente le persone normali fanno causa alle persone normali. Grazie all'assicurazione obbligatoria siamo tutti solventi e la tradizione puo' essere conservata. Possiamo esportare questa soluzione in altri ambiti?
OVERCOMINGBIAS.COM
Law is our main system of official blame; it is how we officially blame people for things. So it is a pretty big deal that, over the last few centuries,…

martedì 30 maggio 2017

Assicurazioni genetiche

Tra poco potremo leggere il nostro futuro nel genoma e la cosa non avrà solo aspetti positivi, con le potenzialità in arrivo molti di noi non potranno più permettersi un’assicurazione sanitaria. Di questi problemi si occupa Alexander Tabarrok nel suo “Gene Insurance” proponendo una soluzione abbastanza sorprendente:     
Now, thanks to advances in genetic research, medical practitioners are increasingly able to read your health future from a much more reliable source-your individual genetic code. The correlation between specific genes and some diseases is now well established…However, accurate genetic information also brings fear that health insurance could become unaffordable or even unavailable
Probabilmente ci saranno discriminazioni sul lavoro, chi desidera assumere lavoratori malaticci destinati ad assentarsi spesso?  
… And because most individuals are insured through their employer, some people worry that knowledge of genetic traits might lead to employment discrimination
Si potrebbe limitare l’accesso ai test da parte di certi soggetti ma si tratterebbe di una soluzione difficile da applicare, oppure si potrebbe ripartire i costi sulla comunità ma si tratterebbe sempre di soluzioni inefficienti: 
… Solutions that would maintain access to health insurance have been proposed, but most would almost inevitably lead to antiselection and a disruption of the underwriting process, with potentially dire impact on the solvency of insurers….
In casi del genere la soluzione efficiente esiste, si chiama assicurazione genetica.
Di cosa si tratta?  Semplice: ci si assicura contro l’eventualità di geni cattivi.
For a small premium cost, genetic insurance would insure against possessing a "bad" gene. Policies would be sold to all individuals before they underwent genetic testing… For example, if a woman is found to be carrying BRCAI (the gene related to a higher probability of breast cancer), she would be paid enough to purchase actuarially sound risk premiums… We are used to thinking of insuring against sickness; genetic insurance makes it equally possible to insure against a high probability of sickness….
Ci si puo’ assicurare contro un evento negativo ma ci si puo’ assicurare anche contro la probabilità di un evento negativo. Cosa lo vieta?
L’assicurazione genetica porta parecchi benefici: trattamenti mirati, trattamenti anticipati. Se poi è obbligatoria evitiamo dinamiche di selezione avversa.
All the benefits of genetic testing, such as improved treatment and health planning targeted to offset a genetic vulnerability, could be exploited… The single ground rule of mandatory purchase would avoid the problem of adverse selection.
Le possibilità di frode sono comunque ridotte:
… First, most people do not carry serious genetic defects, so the expected gain from concealing a positive result, and thereby cheating an insurer, is small… enforcement would be carried out through medical institutions rather than by individuals… In the near future, genetic testing is likely to be fully integrated into the medical process…
Ma il beneficio migliore riguarda il fatto di avere “geni cattivi” non vi impedirà più di stipulare un’assicurazione sanitaria (paga l’assicurazione, infatti): 
Insurance firms, under this proposal, would no longer have an incentive to drop customers with genetic defects… Individuals with serious genetic defects would buy their insurance individually (or as part of a special genetic group) rather than through their employer. Employers also would have far fewer incentives to genetically discriminate….
L’assicurazione genetica potrebbe avere un impatto negativo sulle polizze vita, ma il problema è risolvibile imponendo l’accesso alle informazioni:
Genetic insurance also could improve the life insurance market. Life insurance contracts usually are written for much longer terms than health insurance contracts… If insurance companies have access to information from genetic tests, many people will want to buy long-term life insurance before the tests are taken. Under this scenario, genetic tests will not cause great difficulties for the life insurance market. But if legislation makes genetic information "private," very serious adverse selection problems could occur…. Genetic information should be accessible by life insurance companies along with other types of health information…
L’assicurazione genetica dovrebbe avere costi modesti perché a guardar bene già oggi si paga un premio di rischio genetico, cosicché il costo totale delle polizze dovrebbe restare invariato. Se poi teniamo conto delle cure mirate e della prevenzione si stima un costo inferiore a quello presente.
… It seems likely that everyone who today purchases health insurance also will be able to purchase genetic insurance… Genetic insurance cannot raise the total cost of health insurance because today's health insurance already covers the possibility of possessing a defective gene, but it does so implicitly, and given today's technology, inefficiently… Separating the genetic and nongenetic health insurance markets cannot raise the total price of health insurance because the same product is being sold… In fact, the total price of health insurance will fall under this proposal. Individuals who gain early knowledge of a genetic defect can seek earlier treatment, which is usually cheaper and more effective…

venerdì 10 luglio 2009

Vite di serie B

Tempo fa il Nobel Thomas shelling si era posto la seguente domanda: perchè a volte la società è disposta a spendere milioni per salvare la vita di uno sconosciuto - ad esempio il minatore Thira Abtegiris bloccato in galleria o il piccolo alfredino Rampi - ma rifiuta di spendere molto molto meno per installare un guard rail in autostrada che salverà in media una vita all' anno. Secondo lui cio' accade perchè facciamo una distinzione tra "vita conosciuta" e "vita statistica". Per qualche ragione si suppone che la prima ci stia più a cuore.

Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.

mercoledì 10 giugno 2009

La vita umana è sul mercato ogni giorno

Se dare un valore pecuniario alla vita umana vi sembra una prova di insensibilità, svegliatevi! Siete voi i primi a farlo implicitamente ogni qualvolta comprate delle caramelle con i soldi che avreste potuto donare ai vigili del fuoco.

sabato 7 giugno 2008

Il guard rail di Thomas Schelling. Moneta e razionalità.

Adoriamo LA vita e per essa faremmo pazzie. UNA vita invece ci lascia piuttosto freddi.

Lo notava Thomas Schelling quando si chedeva come mai nella sensibilità sociale sarebbe disumano non sganciare 1 milione di euro per salvare Alfredino Rampi incastrato nel pozzo mentre l' istallazione di un guard rail sull' autostrada che salverebbe in media una vita all' anno, non ci coinvolge e, in ogni caso, già qualche centinaio di euro sarebbero troppi.

TS non parlava di Alfredino Rampi, ma ci siamo capiti lo stesso.

Il problema è di difficile soluzione visto che tra LA vita e UNA vita, esiste solo una distinzione grammaticale che non dovrebbe incidere sui valori.

La vita di Alfredino, un estraneo, non vale di più per il fatto di essere etichettata con un nome rispetto alla vita di uno sconosciuto. E' un fatto logico.

Eppure le differenze di valutazione che si scatenano sono esorbitanti.

Non sembra nemmeno che esistano motivazioni morali per distinguere tra la vita di uno sconosciuto e la vita di una persona di cui conosco solo il nome di battesimo.

Naturalmente se investo 1 milione di euro per salvare Alfredino, condanno molte vite di sconosciuti. Eppure la cosa, per quanto insensata, ci sembra del tutto naturale.

Forse esiste un istinto egoistico che ci fa preferire la vita di chi ci sta vicino, di chi conosciamo meglio. La nostra in primis.

Alfredino, in fondo ci sta un pelino più vicino: della sua vita conosciamo almeno il nome. E' una "vicinanza" insensata, ma pesa in modo sconcertante.

La preferenza per Alfredino, per quanto inspiegabile, enfatizza qusto nostro egoismo di fondo. Un istinto clanico, familista. L' uomo con il nome è dei nostri, l' uomo senza nome appartiene ad un' altra tribù.

Se so che ogni esecuzione della pena capitale salverà almeno 10 vite (mi tengo basso) è insensato non tenerne conto. Ma del condannato, per quanto sia un estraneo, conosco nome e cognome; delle 10 vite che potrei salvare non conosco nulla, per quanto siano vite in carne ed ossa, sono solo vite statistiche. Questo mi fa optare per la soluzione meno ragionevole. Probabilmente sono guidato da un istinto egocentrico.

Ma più ancora dell' egoismo, pesa l' ipocrisia.

Molti non se la sentono di quantificare il valore di una vita e di affidarsi alla ragione trattando questi temi. A domanda diretta si indignano ed evitano di rispondere.

Ma è solo ipocrisia visto che tutti i giorni quantificano in denaro il valore della vita umana propria e di chi li circonda.

Se compro la Nutella anzichè donare il corrispettivo alla Lega Antitumori, è perchè, per me come per tutti, esiste un limite oltre il quale non intendo pagare per salvare delle vite umane. Per molti è atroce scoprire quale sia per loro questo limite e girano la faccia dall' altra parte con un comportamento immaturo.

Ci sono parecchi modi attraverso cui assegnamo un valore pecuniario alla nostra vita.

Nel momento in cui intraprendiamo comportamenti a rischio dietro un certo corrispettivo, è possibile per chiunque dedurre il valore pecuniario che diamo alla nostra vita biologica.

Guardiamo solo alla maggiorazione di stipendio che un camionista chiede per trasportare esplosivi. Sapremo l' ammontare dell' assegno che stacca per la sua vita. Dare a quella vita un prezzo diverso lo renderebbe infelice. Se noi impedissimo all' autotrasportatore di intraprendere il suo viaggio nonostante abbia raggiunto un accordo con il committente, costui subirebbe una vessazione.

Noi tutti diamo un prezzo in euro alla nostra vita. Se altri ce ne impongono uno diverso, la cosa non puo' che renderci infelici.

Kip Viscusi calcola che l' americano medio valuta la sua vita 7 milioni di dollari.

Gli avvocati monetizzano tutti i giorni la vita umana. Visto che sarebbe assurdo non farlo che lo si faccia in modo logico, come fa Kip Viscusi.

Dalla monetizzazione della vita traiamo preziose informazioni: per esempio, Hahn e Tetlock hanno considerato economicamente sconveniente bandire l' uso dei cellulari in auto, sebbene siano causa frequenti di incidenti mortali. I calcoli sono discutibili, molto meno la logica che ci sta sotto.

Contro egoisti e ipocriti, la monetizzazione della vita umana è un invito alla ragione e al dialogo trasparente tra le persone. I tentativi saranno opinabili ma opinare significa appunto discutere.

venerdì 23 maggio 2008

L' utilitarista all' angolo

Steven Landsburg è un utilitarista, per lui la gran parte dei nostri problemi potrebbe essere risolta con un' analisi costi-benefici.

Essendo pure un liberista alcune cose lo imbarazzano, l' utilitarismo non va sempre d' accordo con la libertà economica. Il mercato fallisce. Per esempio, imporre per legge la RC auto sembra che produca un beneficio universale, la teoria lo spiega e la pratica lo comprova.

Ma questo non è poi così inquietante, in fondo prosperità e libertà economica vanno volentieri a braccetto. E' un colpo di fortuna per chi le ama entrambe. Le classifiche annuali del Fraser Instituite o della Heritage Fondaution ce lo confermano.

Se solo provassimo a sostituire le libertà economiche con quelle politiche (democrazia, libertà di parola, di religione ecc...), ogni legame si perderebbe. Non sembra che "beni" di tal fatta giovino granchè alla prosperità di un paese. Il "democratico" non puo' dunque dare molta corda all' "utilitarista", in molti casi è costretto a stringergli il bavaglio e a chiuderlo in cantina.

Ma anche l' utilitarista ha le sue gatte da pelare. Un suo motivo di imbarazzo risiede nella natura dei costi da mettere sul bilancino. Vanno considerati i "costi psichici"? Nulla osta a che lo siano, per quanto sia problematico isolarli. Ci si deve affidare a compromessi.

Queste difficoltà sono in parte superate grazie all' invenzione del denaro. Il denaro favorisce sia la misurazione che i compromessi: l' entità del denaro offerto terrà conto del costo psichico dell' offerente.

Ma allora i ricchi sarebbero avvantaggiati? Se i loro diritti debbono acquistarli, i loro vantaggi si attenuano di molto. Se la mia quercia ostruisce il panorama a Bill Gates, lui potrebbe costringermi a tagliarla ma questo diritto potrebbe costargli 500.000 euro. Procederei così entusiasta all' abbattimento.

Se il ricco paga i suoi privilegi, l' obiezione si indebolisce. Le preoccupazioni etiche riguardano essenzialmente la distribuzione iniziale dei diritti. In molti casi l' utilitarista è indifferente alla questione. Coase docet.

Altra riserva: pesare i costi e i benefici è molto pratico. Ma i costi e i benefici di chi? Dei feti? Dei morti? Degli agonizzanti con elettrocardiogramma piatto? Delle Mucche? Delle generazioni future ancora da concepire?

Si capisce che, per un inquadramento minimo, si debba ricorrere ad uno sfondo etico, non si sfugge. Ma la cosa è meno decisiva di quanto si creda, basterebbe passare alla trattazione concreta delle questioni per accorgersene.

Conclusione: l' utilitarismo è prezioso ma necessita di limiti. Il limite proposto da SL riguarda il bigottismo. Il bigottismo non deve mai essere tollerato, al di là dei calcoli utilitaristici.

Ma cosa deve intendersi per "bigottismo"?

Un esempio ce lo dà il "paradosso Posner": a te piace avvolgermi nel filo spinato e punzecchiarmi con una spada affilata. Purtroppo io non amo subire questo trattamento. Forzarmi sarebbe controproducente. Ma con un offerta di 100.000 euro potrei rivedere le mie posizioni. Entrambi potremmo essere accontentati e uscire felici da questa esperienza. Anche l' utilitarista è contento, meglio di così non poteva finire.

Ma facciamo un passo ulteriore: a te piace torturarmi solo se puoi farlo senza il mio consenso. Ecco il limite, siamo di fronte ad un "bigotto". Lo abbiamo superato e in questo caso per decidere non interpelleremo l' utilitarista bensì il moralista.

Il bigotto è colui che vuole forzare i nostri comportamenti senza pagarne un prezzo.

Io non voglio fare una cosa e non voglio che la faccia nemmeno tu. Michael Schiavo si rifiutava di tenere in vita Terry ma si opponeva anche a che lo facessero i genitori di Terry. In questa seconda risoluzione c' è un elemento di bigottismo.

Per saperne di più SL p. 283

giovedì 6 marzo 2008

Un mondo senza infortuni? Accontentiamoci di un mondo senza INAIL

Recentemente sono venute alla ribalta parecchie storie strazianti legate ad infortuni occorsi sul lavoro.

Cominciamo con il dire che, su questo fronte, la situazione italiana non è poi peggiore di altre. Anzi, a leggere i dati sembrerebbe che i lavoratori se ne stiano relativamente al sicuro nei luoghi di lavoro protetti dalla 626, per poi rischiare veramente quando escono e si mettono alla guida delle loro vetture percorrendo le nostre strade.

Vale la pena di aggiungere che un rischio zero non esiste in nessuna delle attività umane, specialmente in quelle produttive.

Nemmeno la minimizzazione dei rischi è auspicabile. La vita umana, checchè se ne dica, ha un suo valore economico, un valore che puo' essere ragionevolmente sottoposto a dei calcoli.

In un momento di forte sensibilità emotiva la Politica non trova niente di meglio che inasprire le pene e rafforzare i controlli. Probabilmente cio' è buono e giusto, ancora più probabilmente questo è il comportamento "politicamente razionale" da assumere di fronte ad un' opinione pubblica indignata. Ma a noi qui interessa invece il comportamento più conveniente per la comunità.

Sappiamo che le istituzioni democratiche non hanno una adeguata struttura di incentivi nè per qualificarsi, nè per legiferare razionalmente, nè per controllare in modo consono l' osservanza delle leggi. Ci affidiamo ad esse in assenza di alternative ma forse, in questo caso, le alternative ci sono.

Per i noti morivi la politica puo' sottoprodurre o sovraprodurre il bene della sicurezza, difficilmente pagherà il prezzo di simili errori.

I suoi controlli possono cadere vittima sia della corruzione che del formalismo esasperato.

A pagare queste inefficienze è spesso l' anello debole della filiera, quello su cui tutti i costi possono venir traslati: l' operaio meno produttivo, o l' operaio in nero, o il disoccupato.

Meglio affidarsi a dei professionisti, meglio affidarsi alle assicurazioni che operano sul mercato. Quanto più il mercato sarà reso concorrenziale, tanto più i prezzi allocheranno in modo opportuno il bene della sicurezza.

Alle assicurazioni sarà d' uopo appaltare anche gran parte della "legislazione", in modo da poterla costruire su misura rendendola flessibile per settore ma anche, laddove si ritenga, anche per singola azienda.

Le assicurazioni avranno un ruolo centrale anche nel controllo e nel sanzionamento. La sanzione costituirà il compenso per questa attività.

La selezione avversa sarà neutralizzata dall' obbligatorietà della polizza. Cio' renderà ancor più urgente un pluralismo dell' offerta.

Ricordiamoci sempre che il rapporto di lavoro deriva da un contratto volontariamente stipulato. Sarebbe meglio valorizzare questo fatto, a costo di rendere coercitivo il passaggio di alcune informazioni importanti.

Per fare cio' l' offerta assicurativa dovrebbe articolarsi in tre proposte (è un esempio) alternative. Qualora nel contratto settoriale si opti per una formula più rischiosa, il differenziale dei premi dovrà essere corrisposto in busta paga al lavoratore.

lunedì 28 gennaio 2008

lunedì 14 gennaio 2008

Becker sulla sanità USA. 7 osservazioni

Eccole.

"...international comparisons underrate American health care. This is partly because these comparisons give insufficient weight to the fact that most of the new drugs to treat major diseases originated in the US, along with many of the new surgical procedures..."

"...the US is also much more generous than other countries, such as Great Britain and France, in making expensive surgeries and drugs available to older persons through Medicare and private insurance..."

"...the American health system is decentralized and "messy", and many health evaluators prefer a single payer (i.e., government) centralized approach to health care as opposed to any market-based approach..."

"...eliminate the link between employment and the tax advantage of private health insurance..."

"...encourage the spread of Health Savings Accounts..."

"...I would greatly increase the generosity of Medicare drug coverage..."

"...medicaid should be extended to cover anyone who cannot afford such catastrophic insurance..."

add1 Assicurazioni sanitarie, analisi economica e proposte campate per aria