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venerdì 14 dicembre 2012

Senso comune, ovvero il razionalismo intuizionista

Partiamo dicendo che la ragione non implica solo il principio di non-contraddizione ma anche quello di evidenza.

Proseguiamo facendo notare che un argomento valido implica due alternative: o si accettano le conclusioni o si rifiutano le premesse.

Concludiamo dicendo che lo scetticismo è irrazionale: accetta conclusione strampalate pur di conservare premesse forse valide ma perlomeno dubbie.

Dando peso all' evidenza, la ragione non si esaurisce in una questione di "argomenti" ma implica "onestà". Che cosa reputo evidente? Per rispondere devo essere accurato e onesto (introspezione). Quando sorgono contraddizioni devo chiedermi dove sta l' evidenza più probabile facendo appello alla mia onestà introspettiva.

Lo scettico ammette di non poter vivere in base ai suoi principi. Ma questa è un' ammissione decisiva che intacca la razionalità della sua dottrina! Adesso capiamo meglio cosa intendere con il termine coerenza: non si tratta solo di logica ma anche di pratica. Tutto attiene alla ragione.

Difendere il senso comune non significa difendere il pragmatismo: la convenienza puo' essere differente per ciascun soggetto, la verità del senso comune, per contro, deve essere la medesima.

http://econfaculty.gmu.edu/bcaplan/commonsense.pdf

martedì 1 febbraio 2011

Intuizioni in concorrenza

Le critiche che Christopher Chabris e Daniel Simons rivolgono alle nostre facoltà intuitive sono uno spasso, e sono anche istruttive.

A patto che ci si ricordi che noi non abbiamo altro che l' intuizione per fondare la nostra conoscenza.

Criticare un' intuizioni significa privilegiare un' intuizione alternativa.

http://econlog.econlib.org/archives/2010/10/take_notice_of.html

martedì 13 luglio 2010

Elogio del Senso Comune

Essendo un fan del "senso comune", Thomas Reid è forse il mio filosofo preferito, almeno tra quelli mummificati.

Tanto per cominciare gli scozzesi sono simpatici: parlano come fossero al bar e complicano le cose solo quando non ne possono fare a meno.

I tedeschi, ovvero i loro dirimpettai, sono professori che parlano a professori usando il gergo dei professori.

Il senso comune è quella facoltà della ragione per cui noi abbiamo accesso diretto ad alcuni dati della realtà. Vogliamo chiamarli dogmi?

Thomas Reid era ossessionato dall' ossessione dei filosofi di "dimostrare". Non riusciva a spiegarsela, ma perchè non la lasciavano ai matematici?

In particolare notava come i filosofi s' incaponiscono spesso a dimostrare l' ovvio, e questo quando andava bene, perchè molti erano animati dal sacro fuoco di voler dimostrare l' assurdo.

E' il senso comune a farci dire che se una cosa ovvia è ovvia e da lì che bisogna partire senza tante dimostrazioni a supporto. Ma ecco le sue parole:

When we attempt to prove, by direct argument, what is really self-evident,
the reasoning will always be inconclusive; for it will either take for
granted the thing to be proved, or something not more evident; and so,
instead of giving strength to the conclusion, will rather tempt those to
doubt of it who never did before.


Chi non coglie il punto presto o tardi fa la fine di Hume e finisce cotto nella padella dello scetticismo. In alternativa fa la fine di Kant, che nel disperato e lodevole tentativo di salvare baracca e burattini mette in piedi un enorme sistema filosofico zeppo di contraddizioni.

La filosofia del senso comune è una buona alternativa sia a Hume che a Kant, sia all' empirismo che all' idealismo. Ve la vendo volentieri. Comprate?

Reid è stato molto criticato, c' è chi ha fatto notare come l' opera della scienza sia una continua guerra al senso comune.

Penso che una critica del genere vada a vuoto poichè l' attività scientifica deve pur sempre partire da dati di senso comune, ovvero dogmi.

Qualcuno sostiene che se ci mettessimo nelle mani di Reid la terra sarebbe ancora piatta.

Ma perchè? Il fatto che la terra sia rotonda è perfettamente compatibile con il fatto che la vediamo piatta. Il senso comune ci porta ad affermare che la vediamo piatta, nulla di più.

Oso dire che se un essere venisse precipitato sulla terra all' improvviso e non ammettesse la sua "piattitudine", forse non avrebbe nemmeno le facoltà cognitive per scoprire domani che è (quasi) sferica.

L' empirista crede solo a quello che vede per cui se Giovanni butta Giorgio sotto il treno non potrà mai affermare che Giovanni è la causa della morte di Giorgio, questo per il semplice fatto che la "Causa" è un fenomeno invisibile.

Forti del senso comune superiamo con un saltello il crepaccio dove s' inabissa l' empirista.

Il senso comune ha come nemico solo se stesso: si sente minacciato solo quando entra in conflitto con un altro dato ancora più basilare del senso comune. Ecco allora che diventa legittimo rivedere le sue indicazioni.

La filosofia del senso comune ha un punto debole: come ci accorgiamo degli errori?

Alcuni trucchetti ci sono, ma l' obiezione di fondo resta.

La trovo comunque innocua: con un po' di rischio la vita diventa anche più bella! Se poi l' alternativa è quella di consegnarsi ad uno scetticismo ancor più arido ed improbabile.

Penso tutto sommato che Thomas Reid sia una buona guida per chi vuol fare escursioni sicure negli impervi territori della filosofia. Tra quei deserti e quelle foreste ci si perde puntualmente, se poi ci mettete le mille arguzie di professori annoiati che si divertono a confondervi... Ma voi fate un fischio, l' agile Reid arriva con il suo ufficietto portatile e in quattro e quattr' otto vi ricalcola le coordinate consenstendovi di procedere spediti.

... l' ufficio portatile di Thomas Reid

giovedì 17 giugno 2010

L' argomento di Mr. Reid: il trionfo del buon senso

Poche rughe, nonostante i secoli. Senz' altro il più solido in circolazione per giustificare la base razionale della credenza religiosa.

Eccolo servito.

Credenziali: tappò la bocca ad Hume. Basta?