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sabato 4 febbraio 2023

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L'AVVERSIONE AL RISCHIO NON RIGUARDA IL RISCHIO!


Il tuo medico ti chiama nel suo studio per darti una pessima notizia. Ti è stata diagnosticata una malattia che, se non curata, ti ucciderà in quindici anni. C'è un'operazione che, se riesce, ti farà vivere trent'anni, ma la metà delle volte uccide il paziente. Puoi scegliere tra una certezza di quindici anni o una scommessa cinquanta/cinquanta tra trenta e zero. Si dà il caso che l'unica cosa nella vita che vuoi fare di più è produrre e crescere figli. Trent'anni sono sufficienti per farlo, quindici no. Stringi i denti e prenoti l'operazione.


Potresti essere, probabilmente sei, avverso al rischio in dollari, che hanno un'utilità marginale decrescente per te. Ma sei favorevole al rischio sugli anni di vita perché per te hanno un'utilità marginale crescente; trent'anni valgono più del doppio di quindici. La preferenza per il rischio, quindi, non riguarda il rischio.











sabato 27 giugno 2020


Vi siete accorti che fare il filosofo è un mestiere rischioso?

1) Se i filosofi pro-choice avessero torto, starebbero di fatto giustificando una strage. Se ne rendono conto?

2) Se la distinzione tra "fare" e "omettere" fosse falsa, allora i filosofi che la propugnano starebbero giustificando l'omicidio sistematico.

3) Se la difesa dell'ateismo da parte di molti filosofi fosse sbagliata, gli effetti saranno a dir poco apocalittici (citofonare Pascal).

4) Se il libertarismo fosse corretto, allora chi sostiene il socialismo sta di fatto avvallando una colossale violazione dei diritti fondamentali dell'uomo

5) Se fosse sbagliato uccidere e mangiare animali, allora l'agricoltura industriale è una catastrofe morale, e chi la giustifica un complice.

6) Se la dottrina del "doppio effetto" fosse sbagliata, molti filosofi non stanno facendo altro che razionalizzare gli omicidi in serie di quella che chiamano "guerra giusta".

7) Se il comunitarismo fosse corretto, allora molti filosofi liberali stanno solo minando la felicità e il benessere relazionale di gran parte dell'umanità.

8) Se la posizione delle frontiere aperte fosse corretta, allora i molti filosofi che vi si oppongono stanno razionalizzando una deprivazione sistematica dei più elementari diritti dei più poveri.

9) Bla bla bla...

Ma ci rendiamo conto dei rischi di un giudizio sbagliato? Vogliamo tenrne conto!

Oppure no, oppure è meglio non tenerne conto, oppure è meglio che i filosofi ragionino onestamente su questi temi senza interferenze dovute al peso della responsabilità verso chi li prende sul serio. In questo caso dovremmo stabilire per loro una sorta di esenzione morale. Un'alternativa c'è: stabilire una simmetria nei danni potenziali che i vari giudizi errati potrebbero causare.

Il miglior modo per perseguire questa seconda soluzione consiste nel valutare la libertà al pari del bene (vita, felicità...).

Prendiamo il caso 1: l'errore di un filosofo pro-choice puo' causare una strage di vite, ma l'errore di un filosofo pro-life puo' causare una "strage" di libertà. Ponendo che queste stragi abbiano lo stesso peso, il filosofo puo' concentrarsi e pensare al tema senza vincoli aprioristici.

Prendiamo ora il caso 5: il pensatore "carnivoro" potrebbe di fatto giustificare una strage di vite senzienti, ma il filosofo animalista potrebbe giustificare una strage di libertà alimentari. Se queste due stragi avessero lo stesso peso, i filosofi potrebbero concentrarsi nel merito senza interferenze.

Prendiamo il caso X: bla bla bla.

L'equiparazione tra bene e libertà viene facile al liberale, ma dovrebbe venire facile anche al cristiano poiché crede in un Dio che, pur di inserire nel creato un bene prezioso come la "libertà", ha sacrificato il bene senza pensarci due volte. Lo dicono tutte le teodicee. Cio', evidentemente, significa quanto meno che non considera il "bene" più prezioso della libertà.

Riflessione ispirata a questo paper: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/rati.12278