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martedì 16 giugno 2020

LE GRANDI DIVISIONI IN TEMA DI GIUSTIZIA.


Se in Italia ti occupi di giustizia devi scegliere tra "garantisti" e "rigoristi" (G/R), il fronte passa su questa linea. Se non fosse per l'antipatia verso un personaggio come Travaglio, resto titubante visto che la mia bussola è sempre stata differente e vede piuttosto contrapposti "beckeriani" e tabarrokiani (B/T).

Per Gary Becker la politica penale ottima combina una bassa probabilità di essere puniti con punizioni dure.

Per Alex Tabarrok il sistema sanzionatorio dovrebbe rifarsi al protocollo del buon genitore, altrimenti noto come sistema delle 3 C: punizioni celeri, coerenti e chiare. In questo modo la pena potrà essere anche mite.

Io mi sento tabarrokiano, ma cio' significa che sono più vicino ai garantisti o ai rigoristi? Come tradurre G/R in B/T? A me sembra che il garantista debba prediligere un sistema beckeriano, ovvero un sistema dove si condanna poco, ergo solo quando si è certi della colpevolezza. Chi ama dire che preferisce dieci colpevoli fuori piuttosto che un innocente dentro, dovrebbe trovarsi bene con la regola di Becker, lì l'innocente dentro è una rarità assoluta. Eppure resto ancora perplesso, non riesco ad associare il garantista tipico alle "pene esemplari" volute da Becker. Ad ogni modo resto affezionato al paradigma B/T, mi sembra più ricco e problematico, personalmente ho già cambiato idea saltando il fosso 3 (tre) volte nell'ultimo anno, vorrei proprio vedere che tra i rigoristi o i garantisti puo' dire altrettanto.

giovedì 28 aprile 2016

Garantisti e giustizialisti

Raccontare storie in termini di “buoni e cattivi” abbassa l’intelligenza di chi ascolta, al punto che spesso non ci si riprende mai più.
Individuare un buon great divide è decisivo per condurre una discussione fruttuosa, e un buon great divide lo vedi dal fatto che tu stesso non riesci a prendere posizione.
Un “garantista” ti racconterà la “giustizia” opponendo il suo partito a quello dei “forcaioli”. Un “integerrimo” ti racconterà la sua coraggiosa battaglia contro i “corrotti”. Ma così è troppo facile, si puo’ fare meglio e raccontare una storia più appassionante.
Propongo un great divide più interessante: garantista è chi preferisce condanne più certe da abbinare a pene più dure. Il giustizialista tollera invece condanne più frequenti a fronte di pene più  miti.
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La condanna, per poter essere praticamente certa, di fatto consentirà a molti di farla franca, e per mantenere inalterata la deterrenza della pena occorrerà rendere quest’ultima più severa. Ebbene, il garantista sceglie proprio questa strada: meglio dieci colpevoli fuori che un innocente in galera. Ma la galera poi deve essere vera galera.
Il giustizialista sceglie la strada contraria: se nel suo mondo per condannare basta poco (meno garanzie), allora non saranno necessarie pene dure, la deterrenza è già assicurata.
Personalmente, simpatizzo per il giustizialista. Nel suo mondo le punizioni possono essere più “rapide e coerenti”. Rapide perché non sono necessari processi molto articolati, coerenti perché facilmente collegabili col  misfatto. Da genitore so che questo è il modo migliore di punire.
Inoltre, scorgo un’ altra conseguenza per me allettante: aumentare le condanne si puo’ fare indebolendo le prove necessarie ma anche aumentando i controlli preventivi. Il miglior modo per aumentare i controlli è diminuire i reati depenalizzando certi comportamenti: i poliziotti impegnati a reprimere le bische clandestine o lo spaccio di marjuana potranno concentrarsi per esempio sugli scippi. Insomma, il costo di una diminuzione dei reati è più basso per il giustizialista.
Pochi reati significa anche meno leggi e più chiarezza. E allora i conti tornano poiché la pena diventa: “rapida, coerente e anche chiara”. Un genitore sa che questo è il massimo.
La posizione giustizialista forse agevola anche il reinserimento del delinquente: più numerose sono le condanne, meno accentuato è lo stigma sociale.
La posizione giustizialista, forse, è anche più efficiente in senso assoluto: finora ho ipotizzato individui neutrali al rischio ma probabilmente i delinquenti sono propensi al rischio, altrimenti si auto-infliggerebbero delle mini-punizioni preventive come facciamo tutti noi onesti lavoratori. E’ normale che individui propensi al rischio temano di più la soluzione giustizialista rispetto a quella garantista.

lunedì 28 settembre 2015

Mass incarceration: A provocative new theory

Mass incarceration: A provocative new theory for why so many Americans are in prison.:



'via Blog this'



E' la severità dei procuratori (magari da attribuirsi alla loro carriera politica) a fare la differenza nei paesi ad alta popolazione carceraria. Non la guarra alla droga, non le pene severe, non il razzismo.

mercoledì 25 marzo 2015

Sentenza: "il reato c' è ma è prescritto"

Mi appare bizzarra la formula: “il reato c’ era ma è prescritto”. Eppure, se non sbaglio, l’ avevo già incontrata nell’ affaire Andreotti.
Perplessità: per constatare la prescrizione di un ipotetico reato mi ci vuole mezz’ora mentre per constatare che l’ ipotetico reato sia effettivamente tale mi ci possono volere anche anni, oltre allo studio di una teoria di faldoni pletorici.
Nel mio immaginario profano un giudice, qualora la verifichi, dichiara la prescrizione e dopo mezz’ora passa al caso successivo disinteressandosi completamente di cio’ che a quel punto appare irrilevante e archiviabile. Non capisco cosa ci sia sotto per agire diversamente, ci vorrebbe il parere di un esperto.

venerdì 20 marzo 2015

Chi spaventare?

Si sa, i criminali sono propensi al rischio, altrimenti aprirebbero un autolavaggio. Amano i sistemi in garantisti con pene elevate (rischi concentrati). Al contrario i lavoratori sono avversi al rischio, amano i sistemi giustizialisti con pene basse. Ebbene, il nostro sistema è fatto per spaventare i criminali o i lavoratori, secondo voi?

Una battaglia garantista da condividere è quella che punta a ripartire il garantismo anziché ad aumentarlo. Esempio: meno gradi di giudizio e meno carcerazione preventiva. Oppure: meno limiti alla raccolta delle prove e più responsabilità dei giudici

martedì 19 ottobre 2010

Meglio per chi?

The story is told of a Chinese law professor, who was listening to a British lawyer explain that Britons were so enlightened, they believed it was better that ninety-nine guilty men go free than that one innocent man be executed. The Chinese professor thought for a second and asked, "Better for whom?"

http://www.law.ucla.edu/volokh/guilty.htm

mercoledì 22 luglio 2009

Perchè non sono un garantista

Tutto sommato i criminali devono amare il rischio, perchè se non lo amassero invece di delinquere si guadagnerebbero la vita lavando le auto. Prferiscono avere poche probabilità di ricevere una grossa punizione che non molte di riceverne una lieve. Infatti, le persone favorevoli alla seconda opzione non delinquono ma scelgono attività punitive come il lavoro nell' edilizia o in miniera. Quindi, se vogliamo che i criminali siano meno attratti dal crimine, è meglio raddoppiare le probabilità di essere condannati anzichè raddoppiare la severità della pena.
Devo ammetterlo, l' argomento anti-garantista è anche il più convincente contro la pena di morte.