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mercoledì 27 marzo 2019

I FIGLI/CONIGLI COME MOTORE DEL BENESSERE GLOBALE

I FIGLI/CONIGLI COME MOTORE DEL BENESSERE GLOBALE

TEORIA: la non-rivalità della tecnologia, così come modellata nella letteratura di crescita endogena, implica che l'elevata popolazione stimoli l’innovazione.

FATTI: tra le società isolate dal contagio tecnologico, quelle a maggior densità di popolazione sono state le più innovative.

https://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2019/03/population-growth-and-technological-change-one-million-b-c-to-1990.html

giovedì 21 luglio 2016

Perché i bambini servono e perché non ne facciamo più

Perché i bambini servono e perché non ne facciamo più

Segno dei tempi numero 1: le vendite deipannoloni hanno superato quelle dei pannolini.
Segno dei tempi numero 2: esistono più campi da golf che McDonald.
Insomma, siamo ricchi e vecchissimi.
Il fatto è che probabilmente siamo vecchissimi proprio perché siamo ricchi.
Ma andiamo con calma, poniamoci almeno i due quesiti fondamentali: 1) i bambini ci servono davvero? 2) perchè non ne facciamo più?
Alla prima domanda è facile rispondere in modo corretto con motivazioni sbagliate, per esempio: sì, i giovani servono, altrimenti chi subentra in quelle “catene di sant’Antonio” che sono i sistemi pensionistici?
Ma qui il guaio non è la mancanza di giovani bensì le politiche scellerate di una classe dirigente in cerca di “trucchetti” elettorali del tipo: ora arraffiamo, domani qualcuno pagherà. Se ci siamo affidati a meccanismi truffaldini da cui anche la nonna ci ha sempre messo in guardia, non possiamo certo prendercela con chi non fa figli. Chi è causa del suo male pianga se stesso.
Tuttavia, quel “sì” di risposta è probabilmente corretto: se una popolazione invecchiata vuole mantenere un elevato tenore di vita ha bisogno comunque di lavoratori (giovani) che la servano (e che pagherà con i suoi risparmi).
Una società giovane, inoltre, è sempre più dinamica e innovativa. I giovani sono più inclini a sperimentare sia nell’offerta che nella domanda. I vecchi sono più inclini a tutelare le loro rendite di posizione preservando lo status quo rendendo così la vita più difficile ai giovani che vorrebbero emergere.
Ma c’è anche un’altra motivazione a me particolarmente cara: più teste ci sono in giro, più problemi risolveremo. Se ieri una persona era considerata uno “stomaco”, oggi possiamo permetterci di considerarla un “cervello”. Questa è la più grande conquista dell’umanità: sfruttiamola!
Certo, gli immigrati potrebbero essere i bambini che non abbiamo avuto, ma c’è il problema dell’integrazione, la cultura non è uno scherzo, un problema forse arginabile ma chiaramente irrisolvibile se non sulla lunga distanza (si parla di secoli). E una società disgregata è una società sempre a rischio.
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Veniamo alla seconda domanda: perché non facciamo più bambini?
Perché mancano gli asili nido? Difficile: di solito quando c’ è una domanda si crea l’offerta, non viceversa.
Perché siamo troppo poveri? Difficile: non siamo mai stati tanto ricchi.
Perché c’è la pillola? Non penso che il problema stia lì: la tecnologia non sceglie, siamo noi a farlo. Inoltre, oggi, oltre alla pillola abbiamo tecnologie che consentono di avere bambini anche a chi ieri era fuori gioco.
***
Scartate le risposte zoppicanti, vengo alle due più promettenti: una di ordine psicologico, l’ altra di ordine economico.
Per introdurre la prima potrei sfruttare unadomanda retoricaperché oggi siamo tremendamente più apprensivi verso i figli sebbene vivano nell’ambiente più sicuro di sempre? La cosa appare decisamente assurda, forse c’è una distorsione cognitiva che dobbiamo correggere.
Oppure posso fare un’ analogia col cane: se penso di prenderne uno mi chiedo chi lo porterà fuori la sera per i suoi bisognini. Ci sono dei costi, posso permettermeli?  Ebbene, se invece penso ad un bambino di domande me ne pongo almeno 1250, tutte per me cruciali, pesantissime e angoscianti: ce la farò questo, quello e quell’altro? Mio nonno se ne poneva un paio (se se le poneva) e se le dimenticava subito per la stanchezza: i bimbi venivano su praticamente da soli.
Ma ci sono motivi oggettivi per essere in apprensione, per porsi tante domande, per sentirle in modo così angosciante? No, dobbiamo tornare alla leggerezza dei nostri nonni e saper pensare “que sera sera…”. Dobbiamo correggere il nostro blocco psicologico facendo appello alla ragione: i bambini, una volta amati, vengono su praticamente da soli.
Passiamo ora alla seconda risposta, quella di ordine economico. Probabilmente facciamo meno bambiniperché siamo ricchi e i ricchi odiano i bambini. Bè, insomma, calma… Vediamo di chiarire meglio: per i ricchi i bambini non sono un investimento remunerativo, bensì un bene di lusso da consumare con estrema moderazione.
Mi spiego meglio.
Un tempo i bambini erano un’ assicurazione per il futuro.
Ma se sei ricco e ti serve un’ assicurazione stipuli una polizza, mica fai un bambino. La polizza non ti sveglia la notte.
I bimbi erano un investimento, il bastone della vecchiaia.
Ma se sei ricco e previdente contrai un piano pensionistico, mica fai un bambino. I piani pensionistici non fanno caciara, e stanno buoni dove li metti.
I bimbi erano braccia a disposizione dei genitori.
Ma se sei ricco e hai bisogno di un collaboratore lo affitti sul mercato del lavoro, mica hai bisogno di un figlio. Inoltre, il collaboratore la sera torna a casa sua e non devi imboccarlo sudando sette camicie.
Un tempo i bimbi morivano come mosche, per questo se ne facevano tanti.
Ma se sei ricco vivrai probabilmente in uno dei posti più sicuri del pianeta.
Un tempo avere molti figli diversificava il rischio: uno era forte, l’altro bello, l’altro generoso, e l’altro tenace…
Ma se sei ricco il rischio te lo diversifica il tuoprivate banker, certi problemi non li hai.
Un tempo i bimbi “crescevano da soli”: i pochi sforzi richiesti favorivano l’acquisto all’ingrosso.
Ma il ricco non vuole bimbi qualunque, vuole bimbi di alto livello e spesso tra qualità e quantità pensa che ci sia un chiaro trade off (lo pensa a torto, secondo me).
Non voglio dire che avere dei bambini non procuri soddisfazioni, anzi, dico solo che con l’arricchimento della società il pargoletto si è trasformato da imprescindibile bene investimento a bene voluttuario e di lusso.
Oggi i suoi concorrenti sono i cagnolini e i gattini, cosa inammissibile se solo si pensa al figlio come bastone per la vecchiaia.
Da notare che gattini, cagnolini e pesciolini hanno molti vantaggi rispetto al bambino, in sintesi:rompono meno e costano meno. Sarà per questo che se oggi esci di casa a fare un giro è più facile trovare un parrucchiere per cani che per bambini. Anche la nuova etica animalista deriva probabilmente dal fatto che i cuccioli siano diventati “i nostri bambini”. Peccato che i cuccioli non risolvano i problemi affrontati nella prima sezione. Soluzioni?
Policy 1
Difficile proclamare: “impoveriamoci tutti così avremo più figli”.
Tuttavia, si puo’ intervenire per limitare quelle misure che spiazzano il bene/prole e contemporaneamente impoveriscono la società: mi riferisco al welfare state. Ridurlo ci consentirebbe di cogliere due piccioni con una fava.
Mi spiego meglio: un bambino viene al mondo anche per dar corpo ad una famiglia e da sempre la funzione economica di una famiglia è anche quella di costituire una rete di sicurezza per i suoi componenti: più la famiglia è numerosa, più la reteè ampia.
Oggi questa funzione è stata demandata al welfare state che così diventa un concorrente della famiglia che non serve più. Ma il welfare ha un difetto: costa tantissimo e puo’ essere mantenuto grazie ad una tassazione elevata che – colpendo necessariamente il lavoro – impoverisce la società. E allora: meno welfare, più famiglia, più ricchezza.
Il caso Langone 
Tempo fa il buon Camillo Langone ebbe l’ardire di associare istruzione femminile e sterilità. Mal gliene incolse ma diceva una sacrosanta verità:l’istruzione femminile è forse il contraccettivo più potente.
Vuoi diventare ricca? La ricetta è facile: studia a più non posso, magari fino a 25 e rotti anni, poi buttati a capofitto nel lavoro, sfonda, fai carriera e magari arrivi. Alla fine, se sei ancora in tempo, fai un bimbo, massimo due. Educali, ma in fretta, anzi, guarda, delega che fai prima, sì perché poi ti tocca subito tornare al lavoro se non vuoi buttare tutto il tuo “capitale umano” dalla finestra.
E’ chiaro che una ricetta del genere implica pochi figli, meglio se nessuno.
Morale: se per l’uomo i figli si sono trasformati da bene di investimento in bene di consumo, per le donne sono diventati un bene di lusso, ovvero un bene che pagano carissimo in termini di costo-opportunità. E siccome in materia di figli è la donna che comanda (se non te li fa lei non te li fa nessuno), per tutti noi i bambini sono un lusso.
La tesi-Langone dell’università-contraccettivo è stata sommersa da critiche viscerali ma secondo me molti dei suoi critici sono d’accordo con lui, almeno sui punti chiave. L’indignazione veniva dall’oltraggio irrazionale più che da un disaccordo razionale. Per dimostrarlo propongo unesperimento mentale.
Ammettiamo di concordare sulla diagnosi fin qui svolta: i bimbi servono alla società e se non si fanno è perché oggi servono molto meno ai genitori, specie se benestanti e con tanti piccoli svaghi da soddisfare.
Ebbene, in questo caso una policy coerente potrebbe essere quella di elargire un premio a chi fa figli. La mia previsione è che molti si opporrebbero ma nel farlo denuncerebbero la loro adesione implicita alla tesi-Langone.
Per verificarlo ammettiamo che questa somma elargita non sia irrisoria, anzi, a mero scopo sperimentale supponiamo che sia enorme, tanto per ingigantire con una lente i meccanismi sottostanti e vederli in modo nitido. Dunque, poniamo allora 100 mila euro per il terzo figlio, 200 mila euro per il quarto e 500 mila per il quinto. O qualcosa del genere, chi vuole puo’ aumentare a piacimento.
Ebbene, cosa dovremmo aspettarci?: probabilmenteun crollo nelle iscrizioni universitarie da parte delle ragazze.  Di sicuro meno donne in carriera. Il fatto è che si aprirebbero “altre carriere” molto interessanti.
Del resto, fateci caso, perché l’urlo di battaglia “asili per le lavoratrici” non viene sostituito con un ben più razionale “soldi alle mamme”? Perché si vuole la mamma al lavoro (e quindi istruita, e quindi al potere). Dio non voglia che se le metti in mano un congruo gruzzoletto possa pensare di fare la mamma a tempo pieno.
L’ultima obiezione riguarda chi sostiene che la donna meno istruita è un impoverimento per l’intera società. Questo è vero, ma resta un osservazione ingenua, il confronto non è da farsi tra una donna istruita e una donna meno istruita bensì tra una donna meno istruita e, per esempio, cinque uomini istruiti che non sarebbero altrimenti mai esistiti.
Policy 2
Il “caso Langone” mi spinge anche ad altre considerazioni in tema di policy
Per capire come spingere la fertilità, infatti, giova anche constatare cosa l’abbiastoricamente compressa. E qui ci imbattiamo in una sorpresa.
Langone ha le sue ragioni ma non “arretra” abbastanza nella sua analisi: la donna studia e lavora, va bene. Ma puo’ farlo solo grazie ad una minuziosa programmazione familiare ieri impossibile.
Per capire quel che intendo torno alletrasformazioni sociali del ventennio 60/70.
Sono in tanti a pensare che la pillola sia stata alla radice della rivoluzione sessuale.
Con la rivoluzione sessuale sono arrivati imatrimoni tardivi, l’uguaglianza sul lavoro tra uomo e donna el’abbassamento della fertilità.
Quante volte abbiamo sentito dire che “la pillola ha cambiato il mondo!”.
Ma la migliore ricerca non conferma. E’ piuttosto il libero e indiscriminato accesso all’aborto ad aver fatto la differenza.
La storia ci insegna che la fertilità fluttua in modo considerevole anche in assenza di tecnologia contraccettiva.
In Giappone, per esempio, il tasso di fecondità è precipitato ben prima dell’introduzione della pillola (tardi anno novanta).
La tecnologia della pillola non è di per sé molto affidabile: nel primo anno i fallimenti sono del 9%.
I ricercatori ci dicono che nel suo complesso l’uso della pillola fa aumentare l’attività sessuale, il checompensa gli effetti sulla fertilità femminile.
L’aborto invece si è dimostrato un contraccettivo sicuro e prima non disponibile i dosi così massicce. Distinguendo tra chi lo vieta, chi lo consente solo agli adulti e chi lo consente a tutti garantendo l’anonimato, risulta chiara una sua correlazione sia con l’età del primo matrimonio che con quella del primo figlio, due variabili a loro volta strettamente connesse con la carriera scolastica e lavorativa della donna.
Alla radice del crollo storico della natalità non possiamo mettere quindi, lo studio, e nemmeno la pillola. Dobbiamo metterci l’uso estensivo dell’aborto.
Se così stanno le cose – per l’evidenza rinvio ai lavori di Caitlin Knowles Myers – restringere l’accesso all’aborto sarebbe quanto mai auspicabile per chi ha a cuore la fertilità.
vedi anche Todd Bucholz: The Price of Prosperity

CHAPTER 1 The Paradox of Borders, Diapers, and Golf Courses

CHAPTER 1 The Paradox of Borders, Diapers, and Golf CoursesRead more at location 415
Note: 1@@@@@@@@@@@@@BIMBI: DA INVESTIMENTO A CONSUMO DI LUSSO Edit
RICH NATIONS HATE BABIESRead more at location 417
America has more golf courses than it has McDonalds.Read more at location 417
Note: GOLF COURSE Edit
It’s a story of 40 million retiring baby boomers looking for a place to take a walk and exercise.Read more at location 418
Note: BABY BOOMERS IN PENSIONE Edit
Japanese retailers sell more adult diapers than baby diapers.Read more at location 420
Note: PANNOLINI Edit
As countries grow rich, their birthrates fall and the average age of the population climbs.Read more at location 422
Note: I RICCHO E I BIMBI Edit
In order to keep up a lofty standard of living, citizens need workers to serve them,Read more at location 423
Note: A CHE SERVONO I GIOVANI Edit
This requires an influx of new workers, which means opening up the gates to more immigrants.Read more at location 424
Note: IMMIGRATI Edit
Unless a country has strong cultural and civic institutions, new immigrants can splinter the dominant culture.Read more at location 425
Note: FRANTUMAZIONE DELLA CULTIRA Edit
Thus countries face either (1) declining relative wealth or (2) fraying cultural fabric.Read more at location 426
Note: DILEMMA Edit
Prosperous nations cannot enjoy their prosperity without becoming multicultural. But if they become multicultural, they struggle to pursue unified, national goals.Read more at location 426
Note: TESI Edit
AN AMERICAN FOLKTALE: WHERE HAVE ALL THE BABIES GONE?Read more at location 428
Note: TITOLO Edit
Biologist Paul Ehrlich, formerly an acclaimed expert in butterflies, showed up on Johnny Carson’s Tonight Show twenty times, urging “zero population growth,” and forecasting that during the 1970s and 1980s hundreds of millions of people would starve to death.Read more at location 437
Note: PERICOLO SOVRAPOPOLAZIONE Edit
Donald Duck helps explain that if families have too many children, the mothers will be “tired and cross . . . the children will be sickly and unhappy,”Read more at location 439
Note: PAPERINO Edit
The baby boom fizzled out and, after 1960 (coinciding with the Food and Drug Administration’s approval of the birth control pill), US birthrates began a long and powerful 47 percent plunge.Read more at location 444
Note: PILLOLA 47% Edit
Likewise, it would be wrong simply to credit the birth control pill. More convenient reproductive technologies merely made it easier for parents to enact their childbearing choices; the technologies did not actually make the choices.Read more at location 448
Note: NN SOLO PILLOLE Edit
My historical findings suggest that the trend toward fewer babies shows up almost whenever a large middle class begins to form in a society.Read more at location 451
Note: TESI: CLASSE MEDIA => MENO BIMBI Edit
No one has recorded “Where Have All the Dogs and Cats Gone?” because the number of pets owned by Americans has soared higher over the past fifty-five years, just as the baby birthrate has plunged. We have about 75.5 million children in the United States but 90 million cats, 75 million dogs, and 170 million freshwater fish.Read more at location 456
Note: CUCCIOLI Edit
A few blocks from my house, I can find stores that specialize in dog bathing and grooming, both the do-it-yourself type and the hired guns equipped, of course, with customized blow-dryers and the promise to return the pooch smelling of mango, coconut, or lemon verbena shampoo. It is more difficult to find someone else to wash and dry your kid’s hair.Read more at location 461
Note: PARRUCCHIERI Edit
We have developed a relatively greater preference for pets and a lesser preference for children.Read more at location 468
The average American woman is likely to give birth to 1.89 babies. That is below the 2.1 replacement rate for a stable population (which takes into account disease, infant mortality, war, etc.).Read more at location 469
Note: 1,89 AMERICA Edit
Remember, this skimpy 1.89 data point comes at a time when surrogacy, in vitro fertilization, and other even more heroic fertility treatments allow millions of infertile couples to have children.Read more at location 471
Note: I BIMBI DEGLI STERILI Edit
17 percent of white American women are childless,Read more at location 473
Though overall fertility rates fall when countries grow wealthier, upper and middle-income earners are especially slow to reproduce. US families earning over $75,000 per year have fewer than fifty-five babies per thousand women.Read more at location 476
Note: PIÙ RICCHI PIÙ STERILI Edit
Apparently, attaining a college degree is a wonderful contraceptive. College-educated American mothers average only 1.6 babies, not much higher than China’s (noncollege) 1.54. The difference is that until 2015 China’s government dictated an official one-child limit, whereas in America many couples choose to impose their own one-child policy on themselves.Read more at location 478
Note: UNIVRRSITÀ CONTRACCETTIVO Edit
Why would Americans in their childbearing years choose not to have children? Ask any parent! Children are messy, loud, worrisome, and expensive.Read more at location 481
Note: I BAMBINI FANNO CASINO Edit
Veterinary visits cost dog owners an average $378 per year.3 The cost of medical care for a child is $990.4 The cost of personal dog training might reach $50 per hour. The cost of a four-year college can exceed a quarter of a million dollars.Read more at location 482
Note: I AMBINI SONO COSTOSI Edit
Of course, children can provide moments of rapturous love and affection. And, of course, children might take care of a parent in old age or in sickness, in a way that birds, cats, and dogs might not.Read more at location 486
Note: I PRO: AMORE BASTONE Edit
Yet children have always been messy, loud, and expensive.Read more at location 488
Note: SEMPRE STATI UN GRAVAME Edit
For most Western European countries, fertility rates are even skimpier than for the United States: for example, 1.4 for Germany and 1.39 for Italy.Read more at location 493
Note: UE ANCORA PEGGIO DEGLI USA Edit
But Italy does not rank first among shrinking lands. Japan’s fertility rate dropped to 1.3,Read more at location 497
Note: GIAPPONE Edit
The Japan Family Planning Association reported that 21.6 percent of men in their late twenties “have no interest in” or “despise” sex.Read more at location 499
Note: NO SEX Edit
While Japan’s Millennials prioritize texts over sex, the old people are hanging around longer.Read more at location 501
Note: MEGLIO I MESSAGGINI Edit
TRADITIONS AND THE BABY IMPERATIVERead more at location 508
Note: TITOLO Edit
Why the choice? Here’s the two-word answer: Blame prosperity.Read more at location 509
Note: COLPA DEL BENESSERE Edit
In poorer centuries, children served as crucial working assets who were needed to help harvest and thresh grain, lug sacks of wheat, or in the nineteenth century crawl on their bellies into coal mines.Read more at location 511
Note: BIMBI BENI INVESTIMENTO Edit
a family with many children would have a more diversified portfolio of human assets. One child might be very smart and help ensure that the parents were not cheated when they measured sacks at the trading station. Another child might prove very strongRead more at location 513
Note: IVERSIFICAZIONE Edit
A third child might grow to be very attractiveRead more at location 515
A fourth child might win a wrestling contest and grow up to become Abraham LincolnRead more at location 516
In the modern world, we think of children as needing insurance, in case something goes wrong. In earlier times, children were the insurance.Read more at location 520
Note: ASSICURAZIONE Edit
Often a young man who played one role in his family’s portfolio would marry a young woman who played an opposite role in another. Together they would create a more talented, durable, and diverse family. Much of romantic literature is based on a clash of opposites who “meet cute.”Read more at location 522
Note: CENERENTOLA Edit
Marriage was supposed to quickly lead to a baby carriage. If a young couple decided not to bear children after twelve months, rumormongers would whisper of health defects or a bad sign from the gods.Read more at location 530
Note: IERI: BIMBI SUBITO Edit
If a traditional society was to survive storms, drought, invaders, and horrendous infant mortality, it needed many newborn babies.Read more at location 536
Note: RISCHI Edit
Culture fostered baby making.Read more at location 536
Note: CULTURA Edit
In ancient cultures, more children implied more virility and higher status.Read more at location 542
Note: STATUS Edit
higher-ranking male could also expect a greater proportion of his children to survive infancy,Read more at location 550
Genghis KhanRead more at location 552
In Ireland, one in twelve may be descendants of a fifth-century warlord known as Niall of the Nine Hostages.Read more at location 554
Note: IRLANDA Edit
In traditional societies, men would be expected to protect their family. A man who could not shield his wife or wives would be emasculated, symbolically if not literally.Read more at location 558
Note: VIRILITÀ Edit
A fascinating study of 635 men and 1,169 children who had attended college in New Mexico showed that fathers spend much more time and money on genetically linked children than on stepchildrenRead more at location 561
Note: FIGLI NATURALI Edit
The idea of a portfolio of children and the sexual liberties given only to men clearly show a gender bias. Traditional societies discriminated against females, through inheritance, investment in education,Read more at location 565
Note: MASCHILISMO Edit
A desire for sons can lead to all sorts of dastardly behavior.Read more at location 569
Note: MASCHI PREFERITI Edit
In China, after the communist government imposed a one-child policy in 1979, many families simply aborted female fetuses, while others committed infanticide after the girls were born.Read more at location 569
Note: ABORTI SELETTIVI Edit
Traditional Hindu culture honors boys above girls, since the religion requires that parents be buried by a son.Read more at location 571
Note: INDIA Edit
“by a son a man obtains victory over all people; by a son’s son he enjoys immortality; and afterwards by the son of a grandson he reaches the solar abode . . . the son delivers the father from hell.”Read more at location 573
Note: DETTO TETTO NDIANO Edit
WHEN WEALTH BREEDS LESS BREEDINGRead more at location 575
Note: TITOLO Edit
As societies grow relatively richer, children stop looking like nifty manual workers and obedient field hands and instead begin to resemble luxury goods, much like pets or handbags.Read more at location 576
Note: BIMBI BENI DI CONSUMO Edit
in 1900 a hardworking Alaskan trapper might have wanted six hairy, well-insulated malamutes to haul his sled through the snow. Today a resident of modern Anchorage might be happy with one Pomeranian to sit on his lap while he watches Netflix in his toasty warm home, heated by natural gas pipelines.Read more at location 578
Note: L ALASCANO Edit
Whereas traditional societies might have gauged a man’s status by counting his children, elite status today may come from counting the number of Rolex watchesRead more at location 581
Note: FIGLI E ROLEX Edit
Nobel laureate economist Gary Becker asserted that parents see a trade-off between the quantity of children and the quality of children.Read more at location 583
Note: QUANTOTÀ QUALITÀ Edit
Middle- and upper-income parents expect their children to achieve much. That requires parents to invest time and money in their offspring.Read more at location 584
From all around the world, data show that more education has meant fewer children, perhaps because more educated people feel more comfortable with the Beckerian “opportunity cost” choice framework.Read more at location 593
Note: OPPORTUNITY COST Edit
“lovers of money and solid comfort, the worshippers of success, of art, and of love, will all oppose to the Force of Life the device of sterility.”Read more at location 597
Note: JS Edit
WHERE HAVE ALL THE SPARTANS GONE?Read more at location 602
Note: TITOLO Edit
My point is not that a lower birthrate always dooms a nation. My point is that a lower birthrate can come from economic and political success, which then creates new, sometimes insurmountable obstacles to that nation continuing its reign.Read more at location 653
Note: ANCORA LA TESI Edit
POST-NAPOLEONIC FRANCE AND VICTORIAN ENGLAND AND THE RULE OF TWENTY-FIVERead more at location 696
Note: TITOLO Edit
WHAT DIFFERENCE DOES IT MAKE? HERE COMES THE PARADOXRead more at location 737
Note: TITOLO Edit
Life expectancy has jumped from roughly forty-seven years of age in 1900 to about eighty today in most industrialized countries.Read more at location 739
Note: E INTANTO SEMPRE PIÙ VECCHI Edit
Here’s another twist that comes from longer lives: the mere fact of living longer might actually induce people to have fewer children. Consider: if you know you are going to live to be ninety, you might feel less pressure to marry early,Read more at location 742
Note: PER SPOSARCI C È TEMPO Edit
The age of first marriage in the United States has climbed in the past century, from roughly twenty-one years to almost twenty-seven years.Read more at location 744
Note: QUANDO CI SI SPOSA Edit
At age twenty-seven, the chance of a female getting pregnant begins to slip, so that a twenty-seven- to twenty-nine-year-old has a significantly smaller chance of becoming pregnant than a nineteen- to twenty-six-year-old.Read more at location 745
Note: 27 Edit
course, many women give birth without wearing a wedding ring or even living with the father. But if we look at the average age of an American woman bearing a first child, that number leaped from 21.4 years in 1970 to 25 years in 2006. And waiting is not a stupid decision. A study by Amalia Miller at the University of Virginia showed that not having babies pays, at least in the short term. For every year an American woman delays childbirth, she earns 9 percent more in the workplace as she gains more experience and enhances her nonchildrearing skills.Read more at location 751
Note: RITARDARE CONVIENE Edit
In sum, rising life spans and rising incomes dampen the tendency to bear more children.Read more at location 755
Note: BENE DI LUSSO Edit
Here’s the question in this chapter: “Do the lower birthrate and aging of the general population lead to more immigrants, which leads to either a breakdown or a downward shift in the spirit of community?” If the answer is yes, that does not imply that the policy response should be to block immigrants from landing at airports or docking at ports. As we shall see in the Conclusion, the answer is in building better community institutions and more durable traditions.Read more at location 789
Note: MENO BIMBI PIÙ EMGRATI MENO COMUNITÀ Edit
Note: CONSEGUENZE Edit
But when we look into the data, the three fastest-growing jobs are (1) personal care aide, (2) home health aide, and (3) interpreter/translator.42 What do we know about these jobs?Read more at location 795
Note: MESTIERI Edit