https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid0yAwDePrfm5AGCpMnDfjdzkEaKrqr36zN1ATfxD1ezcfZU2wdtJ4e7BTbjkEq7ZWhl?__cft__[0]=AZUnPpBC7xMsKhV-s4clyROKb9DvIazUZ2u_G-RiR2SseNoSfY4Ii1zfj5rbAxVzWTlelU3gDwsAjPrJhxRnabnees1AxV1ZlCBiMlY74zsIB7sCaMF9UOU0RzI6DqrgDjIrYDINpL_fed1C3MKda31rUMzDv4D8lo9FTWjWKwUT1w&__tn__=%2CO%2CP-R
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mercoledì 28 agosto 2024
mercoledì 7 agosto 2019
L’UNICITA’ DEL CRISTIANESIMO
L’UNICITA’ DEL CRISTIANESIMO
Tra tutte le religioni è quella che più vicina a una teoria scientifica.
Oggi muore spolpata da due eresie: quella che sopravvaluta la scienza e quella che la sottovaluta.
Tra tutte le religioni è quella che più vicina a una teoria scientifica.
Oggi muore spolpata da due eresie: quella che sopravvaluta la scienza e quella che la sottovaluta.
martedì 2 luglio 2019
IL SUCCESSO DEL CRISTIANESIMO
IL SUCCESSO DEL CRISTIANESIMO
La diffusione del cristianesimo nell'impero romano fu in gran parte dovuta all'intolleranza cieca dei primi cristiani; il loro proselitismo incondizionato, aggressivo e inarrestabile li rese vincenti. Anche le persecuzioni di cui furono oggetti avevano molto più a che fare con la loro intolleranza per il pantheon degli dei locali che non per il contrario. Quella che leggiamo è la storia scritta dai cristiani, non quella greco-romana. I pagani erano ben più disposti ad affiancare il loro credo a quello di altre popolazioni.
https://read.amazon.com/kp/notebook?amazonDeviceType=A2CLFWBIMVSE9N
La diffusione del cristianesimo nell'impero romano fu in gran parte dovuta all'intolleranza cieca dei primi cristiani; il loro proselitismo incondizionato, aggressivo e inarrestabile li rese vincenti. Anche le persecuzioni di cui furono oggetti avevano molto più a che fare con la loro intolleranza per il pantheon degli dei locali che non per il contrario. Quella che leggiamo è la storia scritta dai cristiani, non quella greco-romana. I pagani erano ben più disposti ad affiancare il loro credo a quello di altre popolazioni.
https://read.amazon.com/kp/notebook?amazonDeviceType=A2CLFWBIMVSE9N
lunedì 15 marzo 2010
Preti pedofili: hard data
Chissà quanti Santi non sono stati proclamati per mancanza della "giusta occasione"!
Avendo questo in mente mi chiedo se c' è una particolare propensione dei preti cattolici verso la pedofilia?
Difficile dirlo ma, a quanto pare, sembra di no.
Inutile dire che l' articolo linkato non è in sè molto interessante: confronta i preti con il resto della popolazione maggiorenne (Austria), ovverossia mele con pere. Del resto è una replica a chi inaugura questo genere di macedonie.
Ma poi nei commenti si passa al sodo (il più informato sembra il sig. LaPeste) e si esce abbastanza istruiti su un tema che ricorre: i preti, se paragonati con altre categorie in contatto diffuso con l' infanzia, non escono particolarmente scornati.
Chi ha altri dati attendibili e ragionati? Bisognerà tornarci.
Avendo questo in mente mi chiedo se c' è una particolare propensione dei preti cattolici verso la pedofilia?
Difficile dirlo ma, a quanto pare, sembra di no.
Inutile dire che l' articolo linkato non è in sè molto interessante: confronta i preti con il resto della popolazione maggiorenne (Austria), ovverossia mele con pere. Del resto è una replica a chi inaugura questo genere di macedonie.
Ma poi nei commenti si passa al sodo (il più informato sembra il sig. LaPeste) e si esce abbastanza istruiti su un tema che ricorre: i preti, se paragonati con altre categorie in contatto diffuso con l' infanzia, non escono particolarmente scornati.
Chi ha altri dati attendibili e ragionati? Bisognerà tornarci.
martedì 29 dicembre 2009
Cristiani, conservatori e darwinisti
La sinistra ha trescato a lungo con il darwinismo poichè quella visione offriva un contrappeso alla religione istituzionale.
L' equivoco si è acuito allorchè la tradizionale battaglia dei conservatori per l' autonomia scolastica è coincisa con la battaglia per l' insegnamento dell' ID.
Si è perso di vista il fatto che l' architrave concettuale del darwinismo supporta al meglio i valori della destra. Valori per cui l' uomo è un essere imperfetto con una moralità e una libertà saldamente ancorate nella sua natura.
La sinistra nega che esista una "natura umana"; Marx: la pseudo natura dell' uomo risiede nei suoi legami sociali, basta cambiare quelli per cambiare la prima.
La voce conservatrice intona una nota ben diversa: la natura non si cambia con una riforma ma, semmai, con l' evoluzione; l' imperfezione dell' uomo non gli consente di avanzare mediante piani razionali ma solo tramite un ordine spontaneo che assegni a individui diversi destini diversi.
L' inclinazione realista dell' uomo di destra (Burke, Smith, Hamilton, Hayek, Friedman...) si contrappone la sensibilità utopica dell' uomo di sinistra (Trotsky, Rousseau, Paine, Rawls...). Solo i primi sono disposti a dare peso all' idea di "evoluzione naturale", con tutto il portato realistico, quando non cinico, che viene dietro.
Si puo' essere "conservatori", "cristiani" e "darwinisti"? Certo! Ecco come.
Che differenza fa quando Dio creò l' universo - fossero 10.000 o 10.000.000.000 anni fa?
Che differenza fa qualche zero? Nessuna.
Che differenza fa il procedimento adottato da Dio per creare l' uomo?
"Evoluzione" o "disegno" nulla cambia!
Il darwinismo fa comodo sia al cristiano che al conservatore.
Per esempio, spiega al meglio la teoria del "peccato originale": nell' uomo c' è sia bene che male (egoismo/altruismo, amicizia/inimicizia, odio/amore...), le regole servono a minimizzare il male volgendo i vizi privati in virtù pubbliche.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza dei valori famigliari.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza di molti altri valori riconosciuti dai Cristiani (verità, fedeltà...).
L' evoluzione spiega al meglio le virtù del libero mercato: la "selezione naturale" di Darwin non è altro che la "mano invisibile" di Smith.
Poichè il darwinismo è compatibile con la fede in Dio e dà una spiegazione scientifica ai valori fondamentali dei cristiani e dei conservatori, va adottato senza remore e l' insensato conflitto tra scienza e religione dovrebbe finire ora, nel momento in cui diciamo le parole che abbiamo detto.
link
L' equivoco si è acuito allorchè la tradizionale battaglia dei conservatori per l' autonomia scolastica è coincisa con la battaglia per l' insegnamento dell' ID.
Si è perso di vista il fatto che l' architrave concettuale del darwinismo supporta al meglio i valori della destra. Valori per cui l' uomo è un essere imperfetto con una moralità e una libertà saldamente ancorate nella sua natura.
La sinistra nega che esista una "natura umana"; Marx: la pseudo natura dell' uomo risiede nei suoi legami sociali, basta cambiare quelli per cambiare la prima.
La voce conservatrice intona una nota ben diversa: la natura non si cambia con una riforma ma, semmai, con l' evoluzione; l' imperfezione dell' uomo non gli consente di avanzare mediante piani razionali ma solo tramite un ordine spontaneo che assegni a individui diversi destini diversi.
L' inclinazione realista dell' uomo di destra (Burke, Smith, Hamilton, Hayek, Friedman...) si contrappone la sensibilità utopica dell' uomo di sinistra (Trotsky, Rousseau, Paine, Rawls...). Solo i primi sono disposti a dare peso all' idea di "evoluzione naturale", con tutto il portato realistico, quando non cinico, che viene dietro.
Si puo' essere "conservatori", "cristiani" e "darwinisti"? Certo! Ecco come.
Che differenza fa quando Dio creò l' universo - fossero 10.000 o 10.000.000.000 anni fa?
Che differenza fa qualche zero? Nessuna.
Che differenza fa il procedimento adottato da Dio per creare l' uomo?
"Evoluzione" o "disegno" nulla cambia!
Il darwinismo fa comodo sia al cristiano che al conservatore.
Per esempio, spiega al meglio la teoria del "peccato originale": nell' uomo c' è sia bene che male (egoismo/altruismo, amicizia/inimicizia, odio/amore...), le regole servono a minimizzare il male volgendo i vizi privati in virtù pubbliche.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza dei valori famigliari.
L' evoluzione spiega al meglio l' importanza di molti altri valori riconosciuti dai Cristiani (verità, fedeltà...).
L' evoluzione spiega al meglio le virtù del libero mercato: la "selezione naturale" di Darwin non è altro che la "mano invisibile" di Smith.
Poichè il darwinismo è compatibile con la fede in Dio e dà una spiegazione scientifica ai valori fondamentali dei cristiani e dei conservatori, va adottato senza remore e l' insensato conflitto tra scienza e religione dovrebbe finire ora, nel momento in cui diciamo le parole che abbiamo detto.
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sabato 12 dicembre 2009
Infallibilità e dubbi
Ciao amici!
Con la mossa del Cavallo cercavo di dimostrare come l' impianto teologico della Chiesa Cattolica, così come lo si ricava dalla lettura del Catechismo, fosse compatibile con una visione anarco-capitalista dell' economia.
Bene, sta di fatto che per ora il vento soffia in altra direzione e qualcuno si adombra; la "compatibilità" è ben magra soddisfazione quando le strade intraprese conducono lontani dalla meta agognata, specie se si tratta di viaggi irreversibili.
Vorrei in questo post tranquillizzare i "preoccupati" ed invitarli a non deporre la speranza.
Per quanto le Encicliche esprimano alcuni fondamentali insegnamenti morali, esse hanno a che fare con questioni di natura prudenziale e contingente.
Chiunque le legga, noterà che esse sono dinamiche e sempre soggette a sviluppo. Un confronto tra la Rerum e la Centesimus (i documenti più vicini all' argomento che ci interessa) lo prova, se ce ne fosse bisogno.
La Chiesa Cattolica rivendica l' autorità del suo Magistero morale, tuttavia riconosce limiti alla propria competenza tecnica. Poichè spesso i confini sono sfumati, le capita di oltrepassarli inavvertitamente. Questo rischio, lungi dal rappresentare un limite, diventa una risorsa grazie al dibattito. E' già successo ed è già stato riconosciuto.
La pratica del prestito ad interesse era malvista. Ma cio' derivava da un' incompetenza nel giudicare uno strumento che invece si rivelò estremamente utile a perseguire fini auspicabili. L' errore tecnico è stato corretto anche grazie all' aiuto di interpretazioni in un primo momento giudicate ardite.
Una prima distinzione da notare è quella tra "pronunciamenti autorevoli" e "pronunciamenti infallibili". Una seconda tra insegnamento "solenne" (straordinario) e insegnamento "ordinario". Nel primo caso mi riferisco alle dottrine pronunciate ex-cathedra o nel Concilio Ecumenico dei Vescovi.
Spremendo il succo osservo che i documenti che hanno favorito altre "mosse" rispetto a quella del Cavallo, non rivendicano per sè nè l' infallibilità, nè la solennità. Non riguardano in alcun modo la sfera dogmatica della Chiesa.
In alto i cuori dunque, e speriamo per il meglio.
***
Sui gradi del Magistero e i suoi vincoli consiglio questo libro.
Con la mossa del Cavallo cercavo di dimostrare come l' impianto teologico della Chiesa Cattolica, così come lo si ricava dalla lettura del Catechismo, fosse compatibile con una visione anarco-capitalista dell' economia.
Bene, sta di fatto che per ora il vento soffia in altra direzione e qualcuno si adombra; la "compatibilità" è ben magra soddisfazione quando le strade intraprese conducono lontani dalla meta agognata, specie se si tratta di viaggi irreversibili.
Vorrei in questo post tranquillizzare i "preoccupati" ed invitarli a non deporre la speranza.
Per quanto le Encicliche esprimano alcuni fondamentali insegnamenti morali, esse hanno a che fare con questioni di natura prudenziale e contingente.
Chiunque le legga, noterà che esse sono dinamiche e sempre soggette a sviluppo. Un confronto tra la Rerum e la Centesimus (i documenti più vicini all' argomento che ci interessa) lo prova, se ce ne fosse bisogno.
La Chiesa Cattolica rivendica l' autorità del suo Magistero morale, tuttavia riconosce limiti alla propria competenza tecnica. Poichè spesso i confini sono sfumati, le capita di oltrepassarli inavvertitamente. Questo rischio, lungi dal rappresentare un limite, diventa una risorsa grazie al dibattito. E' già successo ed è già stato riconosciuto.
La pratica del prestito ad interesse era malvista. Ma cio' derivava da un' incompetenza nel giudicare uno strumento che invece si rivelò estremamente utile a perseguire fini auspicabili. L' errore tecnico è stato corretto anche grazie all' aiuto di interpretazioni in un primo momento giudicate ardite.
Una prima distinzione da notare è quella tra "pronunciamenti autorevoli" e "pronunciamenti infallibili". Una seconda tra insegnamento "solenne" (straordinario) e insegnamento "ordinario". Nel primo caso mi riferisco alle dottrine pronunciate ex-cathedra o nel Concilio Ecumenico dei Vescovi.
Spremendo il succo osservo che i documenti che hanno favorito altre "mosse" rispetto a quella del Cavallo, non rivendicano per sè nè l' infallibilità, nè la solennità. Non riguardano in alcun modo la sfera dogmatica della Chiesa.
In alto i cuori dunque, e speriamo per il meglio.
***
Sui gradi del Magistero e i suoi vincoli consiglio questo libro.
lunedì 30 novembre 2009
Prima che sia troppo tardi
Alla mia morte potrei farmi ibernare per poi chiedere uno scongelamento il giorno in cui la medicina sarà in grado di curare la malattia che mi affligge.
Non ci vuole poi molto, basta una firmetta qui e qualche garanzia economica. I prezzi sembrano convenienti.
Ma arriverà mai il mio momento? Quando rinascerò a nuova vita? Basta andare in là solo 100 anni e le possibilità cominciano a diventare concrete.
Se prendo sul serio la scommessa di Pascal, non vedo perchè dovrei snobbare la criogenetica. Si tratta pur sempre di vita eterna, magari non paradisiaca, ma eterna (o giù di lì). E con possibilità più che concrete di realizzarsi!
Sono sicuro che molti, non gradirebbero l' estensione di una vita che già ora giudicano grama. Ma per un vero credente è diverso, lui è chiamato ad amare la vita! Di fronte alla possibilità di prolungarla darebbe cattiva prova di sè tirandosi indietro con una rinuncia immotivata. E questa è una possibilità di vita eterna, inutile girarsi intorno e cercare l' inghippo. E' una possibilità per noi e per il nostro prossimo. Cosa stiamo facendo per favorirla? Forse dobbiamo già batterci ora per trasformare in un un diritto cio' che al momento si configura solo come mera possibilità. Riflettiamoci senza lasciarci prendere dal panico per il semplice fatto che il buon senso non puo' soccorrerci. Riflettiamoci traendo ispirazione dalla scommessa di Pascal.
Forse gli entusiasmi ci obnubilano nascondendoci alcuni problemi filosofici. Perchè di problemi ce ne sono, e non pochi. Penso solo ai problemi legati all' ambiguo concetto d' identità.
E' urgente comunque che il credente si dia una risposta anticipando i pronunciamenti ufficiali della sua Chiesa. Qualora vi rinunciasse potendo compiere autonomamente la riflessione richiesta, perderebbe la possibilità di un confronto, sarebbe portatore di una fede passiva e pigra, una zavorra mortifera che rallenta ed intralcia la marcia vitale della Chiesa nella storia. Non mi prolungo oltre sul punto, visto che in questa sede m' interessa solo il caso concreto.
Problemi filosofici, dicevamo; problemi d' identità, dunque. Per esempio, sono ancora "io" il resuscitato?
E perchè non dovrei essere "io"?
Purtroppo le cose potrebbero complicarsi.
Molti chiedono di conservare solo il proprio cervello al fine di "uploadarlo" su computer idonei. Questa macchina che pensa esattamente quello che avrei pensato "io", sono ancora "io"?
Per molti l' identità è ovvia, visto che l' uomo si identifica con la sua ragione; eppure io tenderei a rispondere negativamente. Basta fare un esperimento mentale immaginando che certe tecniche siano disponibili già ora. Se clonassi il mio cervello in una macchina, ora ci saremmo sia "io" che il mio clone sintetico, dunque quest' ultimo non puo' identificarsi con me.
I problemi che presenta la criogenetica sono davvero entusiasmanti e sicuramente meritano una tag nel blog. Purtroppo restano anche aperti e potrebbero disturbare chi vuole andare sempre a nanna con tutte le questioni chiuse a doppia mandata.
Ma guardiamo anche al positivo della faccenda: se molte questioni si aprono e ci costringono alla meditazione, altre vengono finalmente chiuse. Una in particolare, ovvero: non ha senso credere in Dio per il fatto che Dio ha vinto la morte; quella la vincerà anche la criogenetica! Chi crede perchè in preda a queste paure e a questi bisogni, preghi un altro Dio. Dobbiamo credere per placare la nostra sete di verità lasciando che la sete di immortalità trovi altre fonti a cui abbeverarsi.
Non ci vuole poi molto, basta una firmetta qui e qualche garanzia economica. I prezzi sembrano convenienti.
Ma arriverà mai il mio momento? Quando rinascerò a nuova vita? Basta andare in là solo 100 anni e le possibilità cominciano a diventare concrete.
Se prendo sul serio la scommessa di Pascal, non vedo perchè dovrei snobbare la criogenetica. Si tratta pur sempre di vita eterna, magari non paradisiaca, ma eterna (o giù di lì). E con possibilità più che concrete di realizzarsi!
Sono sicuro che molti, non gradirebbero l' estensione di una vita che già ora giudicano grama. Ma per un vero credente è diverso, lui è chiamato ad amare la vita! Di fronte alla possibilità di prolungarla darebbe cattiva prova di sè tirandosi indietro con una rinuncia immotivata. E questa è una possibilità di vita eterna, inutile girarsi intorno e cercare l' inghippo. E' una possibilità per noi e per il nostro prossimo. Cosa stiamo facendo per favorirla? Forse dobbiamo già batterci ora per trasformare in un un diritto cio' che al momento si configura solo come mera possibilità. Riflettiamoci senza lasciarci prendere dal panico per il semplice fatto che il buon senso non puo' soccorrerci. Riflettiamoci traendo ispirazione dalla scommessa di Pascal.
Forse gli entusiasmi ci obnubilano nascondendoci alcuni problemi filosofici. Perchè di problemi ce ne sono, e non pochi. Penso solo ai problemi legati all' ambiguo concetto d' identità.
E' urgente comunque che il credente si dia una risposta anticipando i pronunciamenti ufficiali della sua Chiesa. Qualora vi rinunciasse potendo compiere autonomamente la riflessione richiesta, perderebbe la possibilità di un confronto, sarebbe portatore di una fede passiva e pigra, una zavorra mortifera che rallenta ed intralcia la marcia vitale della Chiesa nella storia. Non mi prolungo oltre sul punto, visto che in questa sede m' interessa solo il caso concreto.
Problemi filosofici, dicevamo; problemi d' identità, dunque. Per esempio, sono ancora "io" il resuscitato?
E perchè non dovrei essere "io"?
Purtroppo le cose potrebbero complicarsi.
Molti chiedono di conservare solo il proprio cervello al fine di "uploadarlo" su computer idonei. Questa macchina che pensa esattamente quello che avrei pensato "io", sono ancora "io"?
Per molti l' identità è ovvia, visto che l' uomo si identifica con la sua ragione; eppure io tenderei a rispondere negativamente. Basta fare un esperimento mentale immaginando che certe tecniche siano disponibili già ora. Se clonassi il mio cervello in una macchina, ora ci saremmo sia "io" che il mio clone sintetico, dunque quest' ultimo non puo' identificarsi con me.
I problemi che presenta la criogenetica sono davvero entusiasmanti e sicuramente meritano una tag nel blog. Purtroppo restano anche aperti e potrebbero disturbare chi vuole andare sempre a nanna con tutte le questioni chiuse a doppia mandata.
Ma guardiamo anche al positivo della faccenda: se molte questioni si aprono e ci costringono alla meditazione, altre vengono finalmente chiuse. Una in particolare, ovvero: non ha senso credere in Dio per il fatto che Dio ha vinto la morte; quella la vincerà anche la criogenetica! Chi crede perchè in preda a queste paure e a questi bisogni, preghi un altro Dio. Dobbiamo credere per placare la nostra sete di verità lasciando che la sete di immortalità trovi altre fonti a cui abbeverarsi.
lunedì 2 novembre 2009
L' illusione dell' ateismo
Guardando alla vita terrestre e alla sua evoluzione secondo le lenti della biologia moderna, esiste una possibilità di vedere all' opera l' azione di un "Dio architetto"? Ovvero, la prova cosmologica dell' esistenza di Dio è supportata dalla scienza moderna? Mentre la risposta affermativa sembra piuttosto facile avendo in mente le teorie astronomiche (es. Big Bang), alcune pietre d' inciampo intralciano il cammino di chi prende in considerazione l' evoluzionismo della vita sulla Terra.
Poniamoci dunque la domanda concentrati sulla biologia. Per una risposta affermativa si raccomanda di notare come i processi evolutivi appaiono "direzionati": dal semplice al complesso. E, inoltre, come sommamente complessa sia quel prodotto che chiamiamo intelligenza umana. Attenzione però a non confondere quanto detto con la fantomatica spinta interiore di lamarkiana memoria che gli organismi avrebbero ad evolvere in un certo senso.
Il mondo che ci circonda esiste per filtrare e produrre intelligenza? La scienza non si pone queste domande, tuttavia, trasferendo il piano del discorso in ambito filosofico, è lecito valutare se l' interpretazione sia compatibile con i fatti che la scienza stessa ci mette a disposizione.
Le mutazioni saranno anche casuali, l' ambiente sarà anche costituito da un insieme di fenomeni dall' origine casuale, sta di fatto che questo impulso e questo filtro, selezionano gli organismi in modo da privilegiare nel tempo una crescente complessità organizzativa fino a raggiungere livelli sorprendenti, come nel caso dell' intelligenza umana.
Se il mondo è un posto dove i tipi intelligenti sono anche i più adatti a campare, allora una certa spinta verso la complessità esiste. Uscendo dall' ambito scientifico, la domanda "chi spinge?" diverrebbe ragionevole.
Obiezione dell' onnipresente Gould: l' ambiente seleziona il più adatto, ok. Ma se andiamo a vedere quali organismi siano risultati i "più adatti" nella storia della vita, ovvero quali organismi resistono meglio alla selezione, notiamo che tra essi la maggioranza è estremamente semplice.
Vero, cio' non inficia l' esistenza di una spinta verso la complessità, almeno sul nostro pianeta.
Si potrebbe insistere che, per quanto sia inconfutabile una spinta verso la complessità, bisogna mettere in conto eventi catastrofici - sempre possibili - tali da estinguere anche le intelligenze più sofisticate. La spinta in "avanti" sarebbe dunque compensata da una pari spinta all' "indietro".
Gould convince: i meccanismi dell' evoluzione non garantiranno mai un progresso lineare e generale verso forme di vita più sofisticata, si avanza a tentoni, non tutti avanzano, e a volte si torna indietro.
Resta vero comunque che esiste una tendenza statistica alla comparsa nel tempo di forme mediamente (non modalmente) sempre più complesse. Si procede in avanti a tentoni ma si procede. Perchè, tanto per fare un esempio la vita non tende ad arretrare ma piuttosto ad avanzare? Non tutto è una lotteria, come potrebbero concludere i lettori frettolosi di Gould.
A proposito, importante: l' approccio proposto è indifferente all' intrinseca probabilità che sorga la vita umana date certe premesse iniziali. La "spinta direzionale" (trial and error) esisterebbe comunque, indipendentemente dal numero di "trial" che forza e dal numero di "error" che frena. Nel tempo, prima o poi, l' improbabile accade. Se sulla terra l' uomo sia comparso sfidando leggi probabilistiche, l' importanza è relativa. Cio' che conta è che la "direzione" sia quella.
Ironia: l' analogia proposta si attaglia meglio all' evoluzione pensata nei termini di un ultradarwinista ateo come Dawkins, rispetto ai medesimi processi pensati da uno studioso come Gould che appare molto più incline a concessioni verso la sensibilità religiosa. Non a caso è Dawkins a parlare di "gene egoista", ovvero ad introdurre la metafora di una volontà in azione che spinge e spiega i processi evolutivi. La metafora di Gould è invece quella della "lotteria", una metafora decisamente inservibile ai nostri fini.
E' pur vero che ad un Dio di questo genere l' appellativo di "architetto" sta un po' stretto; pensiamolo pure senza inconvenienti come un "chimico" o un biologo.
Quale mondo dovrebbe consegnarci la scienza per mettere in crisi l' ipotesi appena formulata? Semplice, un mondo caotico dove ricorsivamente e ineluttabilmente si ripropongono sempre le medesime forme di vita prive di una complessità minimale nonchè di un' ambizione a raggiungerla intrappolate come sono nella loro gabbia ciclica.
Da notare che chi accoglie questa versione della prova cosmologica, deve dismettere ogni condanna e disprezzo del mondo, atteggiamento diffuso tra molti religiosi "puritani": la prova di Dio dipenderebbe infatti dalla particolare attitudine dell' intelligenza a valorizzare le risorse mondane e a potenziarsi con esse.
add: link
***
Considerazioni sul cap. IV par. 5 di Roberto Timossi: "L' illusione dell' ateismo"
Poniamoci dunque la domanda concentrati sulla biologia. Per una risposta affermativa si raccomanda di notare come i processi evolutivi appaiono "direzionati": dal semplice al complesso. E, inoltre, come sommamente complessa sia quel prodotto che chiamiamo intelligenza umana. Attenzione però a non confondere quanto detto con la fantomatica spinta interiore di lamarkiana memoria che gli organismi avrebbero ad evolvere in un certo senso.
Il mondo che ci circonda esiste per filtrare e produrre intelligenza? La scienza non si pone queste domande, tuttavia, trasferendo il piano del discorso in ambito filosofico, è lecito valutare se l' interpretazione sia compatibile con i fatti che la scienza stessa ci mette a disposizione.
Le mutazioni saranno anche casuali, l' ambiente sarà anche costituito da un insieme di fenomeni dall' origine casuale, sta di fatto che questo impulso e questo filtro, selezionano gli organismi in modo da privilegiare nel tempo una crescente complessità organizzativa fino a raggiungere livelli sorprendenti, come nel caso dell' intelligenza umana.
Se il mondo è un posto dove i tipi intelligenti sono anche i più adatti a campare, allora una certa spinta verso la complessità esiste. Uscendo dall' ambito scientifico, la domanda "chi spinge?" diverrebbe ragionevole.
Obiezione dell' onnipresente Gould: l' ambiente seleziona il più adatto, ok. Ma se andiamo a vedere quali organismi siano risultati i "più adatti" nella storia della vita, ovvero quali organismi resistono meglio alla selezione, notiamo che tra essi la maggioranza è estremamente semplice.
Vero, cio' non inficia l' esistenza di una spinta verso la complessità, almeno sul nostro pianeta.
Si potrebbe insistere che, per quanto sia inconfutabile una spinta verso la complessità, bisogna mettere in conto eventi catastrofici - sempre possibili - tali da estinguere anche le intelligenze più sofisticate. La spinta in "avanti" sarebbe dunque compensata da una pari spinta all' "indietro".
Gould convince: i meccanismi dell' evoluzione non garantiranno mai un progresso lineare e generale verso forme di vita più sofisticata, si avanza a tentoni, non tutti avanzano, e a volte si torna indietro.
Resta vero comunque che esiste una tendenza statistica alla comparsa nel tempo di forme mediamente (non modalmente) sempre più complesse. Si procede in avanti a tentoni ma si procede. Perchè, tanto per fare un esempio la vita non tende ad arretrare ma piuttosto ad avanzare? Non tutto è una lotteria, come potrebbero concludere i lettori frettolosi di Gould.
A proposito, importante: l' approccio proposto è indifferente all' intrinseca probabilità che sorga la vita umana date certe premesse iniziali. La "spinta direzionale" (trial and error) esisterebbe comunque, indipendentemente dal numero di "trial" che forza e dal numero di "error" che frena. Nel tempo, prima o poi, l' improbabile accade. Se sulla terra l' uomo sia comparso sfidando leggi probabilistiche, l' importanza è relativa. Cio' che conta è che la "direzione" sia quella.
Ironia: l' analogia proposta si attaglia meglio all' evoluzione pensata nei termini di un ultradarwinista ateo come Dawkins, rispetto ai medesimi processi pensati da uno studioso come Gould che appare molto più incline a concessioni verso la sensibilità religiosa. Non a caso è Dawkins a parlare di "gene egoista", ovvero ad introdurre la metafora di una volontà in azione che spinge e spiega i processi evolutivi. La metafora di Gould è invece quella della "lotteria", una metafora decisamente inservibile ai nostri fini.
E' pur vero che ad un Dio di questo genere l' appellativo di "architetto" sta un po' stretto; pensiamolo pure senza inconvenienti come un "chimico" o un biologo.
Quale mondo dovrebbe consegnarci la scienza per mettere in crisi l' ipotesi appena formulata? Semplice, un mondo caotico dove ricorsivamente e ineluttabilmente si ripropongono sempre le medesime forme di vita prive di una complessità minimale nonchè di un' ambizione a raggiungerla intrappolate come sono nella loro gabbia ciclica.
Da notare che chi accoglie questa versione della prova cosmologica, deve dismettere ogni condanna e disprezzo del mondo, atteggiamento diffuso tra molti religiosi "puritani": la prova di Dio dipenderebbe infatti dalla particolare attitudine dell' intelligenza a valorizzare le risorse mondane e a potenziarsi con esse.
add: link
***
Considerazioni sul cap. IV par. 5 di Roberto Timossi: "L' illusione dell' ateismo"
venerdì 30 ottobre 2009
Timossi colpisce ancora
In due parole, come definirebbe il rapporto corretto tra scienza e fede?
«Userei la famosa diade del matematico e filosofo Gottlob Frege: senso e significato. La scienza ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece filosofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'».
senso e significato
il libro
«Userei la famosa diade del matematico e filosofo Gottlob Frege: senso e significato. La scienza ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece filosofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'».
senso e significato
il libro
Breve Teoria del Male
Il Male puo' essere giustificato dalla Libertà che Dio dona all' uomo. Ok.
Ma il Male innocente?
Bel problema.
In passato mi affidavo alla necessità di particolari "prove" affinchè Dio potesse giudicare l' uomo. Mi spiego meglio, forse Dio puo' giudicarci solo se osserva la nostra reazione di fronte ad una catastrofe. E allora la catastrofe è necessaria.
Ma la soluzione migliore (nonchè canonica) al problema del "Male Innocente" è di natura economica. Mi riferisco alla teoria del "Migliore dei Mondi Possibili": attraverso una "race" evolutiva dal Male esce il Bene. In altri termini, se Dio ci avesse risparmiato quel male, non godremmo del suo prelibato frutto.
Notare che questa visione si accorda meglio con una mentalità speranzosa e ottimista verso il futuro. Così come la sua negazione comporta la negazione di un futuro migliore.
link
Ma il Male innocente?
Bel problema.
In passato mi affidavo alla necessità di particolari "prove" affinchè Dio potesse giudicare l' uomo. Mi spiego meglio, forse Dio puo' giudicarci solo se osserva la nostra reazione di fronte ad una catastrofe. E allora la catastrofe è necessaria.
Ma la soluzione migliore (nonchè canonica) al problema del "Male Innocente" è di natura economica. Mi riferisco alla teoria del "Migliore dei Mondi Possibili": attraverso una "race" evolutiva dal Male esce il Bene. In altri termini, se Dio ci avesse risparmiato quel male, non godremmo del suo prelibato frutto.
Notare che questa visione si accorda meglio con una mentalità speranzosa e ottimista verso il futuro. Così come la sua negazione comporta la negazione di un futuro migliore.
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giovedì 29 ottobre 2009
Circoncisione e infibulazione
Caplan sul tema.
Le due pratiche vengono respinte e considerate abusive: mancano buone ragioni.
Ma la ragione religiosa non puo' considerarsi buona?
Ammettere la circoncisione e respingere l' infibulazione è possibile solo gettando alle ortiche il relativismo culturale.
E il libertario che fa? Lascia libertà?
Non riesco a prendere una chiara posizione, specie se si da' corso a queste pratiche animati da un amore in buona fede per i figli. In questi casi non vedo come poter respingere la soluzione liberale.
Inutile, quando ci sono di mezzo i bambini, il liberale va sempre in crisi.
Le due pratiche vengono respinte e considerate abusive: mancano buone ragioni.
Ma la ragione religiosa non puo' considerarsi buona?
Ammettere la circoncisione e respingere l' infibulazione è possibile solo gettando alle ortiche il relativismo culturale.
E il libertario che fa? Lascia libertà?
Non riesco a prendere una chiara posizione, specie se si da' corso a queste pratiche animati da un amore in buona fede per i figli. In questi casi non vedo come poter respingere la soluzione liberale.
Inutile, quando ci sono di mezzo i bambini, il liberale va sempre in crisi.
lunedì 19 ottobre 2009
Cacciari sul "Date a Cesare..."
Come sempre il Cacciari imbeccato dalla Caramore è molto stimolante.
Ma non concordo.
Se simili posizioni (dialettiche) fossero prevalse, probabilmente la Chiesa sarebbe soccombuta nel giro di qualche decennio.
Viene il dubbio che l' esito non sia sgradito a chi propone certe esegesi.
Che malizia, la cosa non vale certo per il sindaco/filosofo...
Da ascoltare comunque.
Ma non concordo.
Se simili posizioni (dialettiche) fossero prevalse, probabilmente la Chiesa sarebbe soccombuta nel giro di qualche decennio.
Viene il dubbio che l' esito non sia sgradito a chi propone certe esegesi.
Che malizia, la cosa non vale certo per il sindaco/filosofo...
Da ascoltare comunque.
lunedì 12 ottobre 2009
Salvati dalla "fine del mondo"
Scrivo le righe seguenti pensando ancora a quanto dicevo pochi giorni fa.
***
Solidi valori religiosi in senso tradizionale, rendono più stabile il comportamento economico di un operatore.
Credere alla fine del mondo, per esempio, ci fa mantenere i nervi saldi di fronte alla catastrofe e all' eccitazione generale.
Sarà per questo che le comunità statunitensi dove più si concentra la presenza evangelica hanno attraversato indenni la crisi finanziaria: per loro nessun boom immobiliare.
Se cio' fosse vero, una credenza del genere diverrebbe "bene comune" e andrebbe sussidiata e diffusa. Argomenti contrari?
Ricordo per inciso che il 70% degli evangelici crede alla "fine del mondo" (per i protestanti si scende al 28% e per i Cattolici al 18%).
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Solidi valori religiosi in senso tradizionale, rendono più stabile il comportamento economico di un operatore.
Credere alla fine del mondo, per esempio, ci fa mantenere i nervi saldi di fronte alla catastrofe e all' eccitazione generale.
Sarà per questo che le comunità statunitensi dove più si concentra la presenza evangelica hanno attraversato indenni la crisi finanziaria: per loro nessun boom immobiliare.
Se cio' fosse vero, una credenza del genere diverrebbe "bene comune" e andrebbe sussidiata e diffusa. Argomenti contrari?
Ricordo per inciso che il 70% degli evangelici crede alla "fine del mondo" (per i protestanti si scende al 28% e per i Cattolici al 18%).
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venerdì 9 ottobre 2009
mercoledì 9 settembre 2009
Ora di Religione
Siete favoreli ad un' ora di religione che spieghi i contenuti della religione cattolica? La vorreste come materia scolastica al pari di tutte le altre? Io, personalmente, sì.
E per quale motivo? Innanzitutto per lo stesso motivo per cui preferisco che mio figlio conosca gli affluenti del Po' piuttosto che quelli del Brahmaputra.
Secondo poi... bè, lasciamo perdere.
Eppure, lo sappiamo bene, qualcuono opina su questo punto come su molti altri relativi ai programmi scolastici.
E allora?
E allora W l' autonomia, purchè responsabilizzata.
Che ciascun fornitore scelga cosa offrire e ne sopporti le conseguenze.
Più facile di così.
E per quale motivo? Innanzitutto per lo stesso motivo per cui preferisco che mio figlio conosca gli affluenti del Po' piuttosto che quelli del Brahmaputra.
Secondo poi... bè, lasciamo perdere.
Eppure, lo sappiamo bene, qualcuono opina su questo punto come su molti altri relativi ai programmi scolastici.
E allora?
E allora W l' autonomia, purchè responsabilizzata.
Che ciascun fornitore scelga cosa offrire e ne sopporti le conseguenze.
Più facile di così.
sabato 22 agosto 2009
Per una teologia "benestante"
Da non molto il magistero pontificio ha smesso di esigere la sottomissione della moglie al marito (imperativo esposto a chiare lettere nella Scittura e poi ininterrottamente sostenuto nell' insegnamento).
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
***
"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
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"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
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lunedì 13 luglio 2009
Davanti al Dio degli Uomini Liberi
Esempio: da credente rifletto per i cavoli miei sul testamento biologico e giungo a certe conclusioni.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
martedì 7 luglio 2009
L' Anarco-Papa e la Mossa del Cavallo: 2240-1897-1883
Potrà mai la dottrina sociale della Chiesa Cattolica essere compatibile con l' anarchia, ovvero con una società senza Stato?
Per quanto non siano alle viste sbocchi del genere, propenderei per il sì, almeno ragionando a livello teorico.
Ma quale via seguire? Mi sembra che esista una "mossa del cavallo" in grado di produrre lo scacco matto che cerchiamo.
Mettendo da parte i fronzoli, sappiamo che lo Stato si fonda su un atto coercitivo: il prelievo delle imposte.
L' art 2240 del Catechismo sembra avallare questa pratica.
La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto
Si fa cenno al "bene comune", e qui facciamo una scoperta interessante: non per tutte le imposte esiste un obbligo di versamento, bensì solo per quelle "dovute", ovvero quelle indirizzate all' autorità legittima, quella che persegue il "bene comune".
Il concetto è bene espresso nell' art. 1897, qui si parla espressamente di "autorità legittima":
La convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente.
Negli articoli successivi si rafforza il concetto di "legittimità" e di "bene comune".
Ed eccoci al passaggio decisivo; come deve essere perseguito il bene comune? Risponde un articolo chiave, il 1883:
... La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune
Grazie GPII per questa gemma luminosa.
A questo punto direi che è fatta, la palla passa agli studiosi: basta dimostrare che "una società di ordine inferiore" è in grado di perseguire da sola il bene comune senza interferenze dall' alto che, anzi, si rivelano perlopiù dannose.
E' un compito proibitivo? Non penso, l' economia, con il suo individualismo metodologico, è la scienza più idonea per assolvere a questo compito, più di altre dimostra come il bene emerga dal basso, dalla fiducia nell' uomo e nella sua libertà. Il suo crescente primato tra le scienze sociali fa ben sperare. Mi sbaglio?
Naturalmente esistono molte "citazioni" tratte dai testi e dai documenti contrarie alla conclusione proposta. Ma ne esiste qualcuna che non puo' essere ricondotta nell' alveo proprio della Mossa del Cavallo?
Per quanto non siano alle viste sbocchi del genere, propenderei per il sì, almeno ragionando a livello teorico.
Ma quale via seguire? Mi sembra che esista una "mossa del cavallo" in grado di produrre lo scacco matto che cerchiamo.
Mettendo da parte i fronzoli, sappiamo che lo Stato si fonda su un atto coercitivo: il prelievo delle imposte.
L' art 2240 del Catechismo sembra avallare questa pratica.
La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto
Si fa cenno al "bene comune", e qui facciamo una scoperta interessante: non per tutte le imposte esiste un obbligo di versamento, bensì solo per quelle "dovute", ovvero quelle indirizzate all' autorità legittima, quella che persegue il "bene comune".
Il concetto è bene espresso nell' art. 1897, qui si parla espressamente di "autorità legittima":
La convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente.
Negli articoli successivi si rafforza il concetto di "legittimità" e di "bene comune".
Ed eccoci al passaggio decisivo; come deve essere perseguito il bene comune? Risponde un articolo chiave, il 1883:
... La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune
Grazie GPII per questa gemma luminosa.
A questo punto direi che è fatta, la palla passa agli studiosi: basta dimostrare che "una società di ordine inferiore" è in grado di perseguire da sola il bene comune senza interferenze dall' alto che, anzi, si rivelano perlopiù dannose.
E' un compito proibitivo? Non penso, l' economia, con il suo individualismo metodologico, è la scienza più idonea per assolvere a questo compito, più di altre dimostra come il bene emerga dal basso, dalla fiducia nell' uomo e nella sua libertà. Il suo crescente primato tra le scienze sociali fa ben sperare. Mi sbaglio?
Naturalmente esistono molte "citazioni" tratte dai testi e dai documenti contrarie alla conclusione proposta. Ma ne esiste qualcuna che non puo' essere ricondotta nell' alveo proprio della Mossa del Cavallo?
giovedì 2 luglio 2009
Contro Pascal
Non si puo' dire che io sia refrattario all' approccio razionale in favore dell' opzione religiosa. Tuttavia, se c' è un argomento che non mi ha mai convinto, è quello avanzato da Pascal:
...un tale non sa se accettare o respingere la dottrina della Chiesa. Puo' essere vera e puo' essere falsa. E' un po' come il lancio della moneta. Le probabilità sono pari. Dando un' occhiata alla posta però, l' adesione al messaggio di salvezza s' impone come ragionevole...
Calma: una probabilità del 50% indica ignoranza ma l' ignoranza non indica una probabilità del 50%.
Quando c' è ignoranza completa meglio mettere da parte le probabilità se non si vuole incorrere in brutte sorprese.
C' è un modo più divertente per segnalare la fine sconcertante di chi non segue questo consiglio.
Facciamo incontrare due sconosciuti (razionali) e proponiamo loro una scommessa: mettete i vostri portafogli sul tavolo, il proprietario di quello meno fornito, si porta a casa tutto.
Entrambi accettano entusiasti, è un affarone! Ma come puo' esistere un gioco che sia un affarone per entrambi i giocatori?
No, no. Di fronte all' ignoranza lasciamo perdere il calcolo delle probabilità. Non proponiamo all' agnostico il calcolo di Pascal, potremmo finire in un vicolo cieco a parlar di portafogli.
...un tale non sa se accettare o respingere la dottrina della Chiesa. Puo' essere vera e puo' essere falsa. E' un po' come il lancio della moneta. Le probabilità sono pari. Dando un' occhiata alla posta però, l' adesione al messaggio di salvezza s' impone come ragionevole...
Calma: una probabilità del 50% indica ignoranza ma l' ignoranza non indica una probabilità del 50%.
Quando c' è ignoranza completa meglio mettere da parte le probabilità se non si vuole incorrere in brutte sorprese.
C' è un modo più divertente per segnalare la fine sconcertante di chi non segue questo consiglio.
Facciamo incontrare due sconosciuti (razionali) e proponiamo loro una scommessa: mettete i vostri portafogli sul tavolo, il proprietario di quello meno fornito, si porta a casa tutto.
Entrambi accettano entusiasti, è un affarone! Ma come puo' esistere un gioco che sia un affarone per entrambi i giocatori?
No, no. Di fronte all' ignoranza lasciamo perdere il calcolo delle probabilità. Non proponiamo all' agnostico il calcolo di Pascal, potremmo finire in un vicolo cieco a parlar di portafogli.
mercoledì 1 luglio 2009
Extra Ecclesiam nulla salus
Proposizione per molti imbarazzante. Quale interpretazione darne?
Ammetto di non conoscere i pronunciamenti ufficiali, ne tento una per mio conto ispirandomi alla visione di un ateo, Robert Wright, non sempre condivisibile ma molto "insightful" sui temi religiosi.
Wright argues that each of the major Abrahamic faiths has been forced toward moral growth as it found itself interacting with other faiths on a multinational level, and that this expansion of the moral imagination reflects “a higher purpose, a transcendent moral order.”
Il Cattolico non è preso in contropiede dall' idea di un Dio che evolve: la Chiesa esiste anche per incarnare e testimoniare le trasformazioni del Dio che professa e che cresce dentro di lei guidandola. Una crescita che emerge dal continuo e fruttuoso scambio con l' ambiente circostante.
C' è dunque un "fuori" dalla Chiesa destinato a diventare - trasformato - un "dentro" la Chiesa. Chi, stando fuori senza colpe, è portatore di un dono che la Chiesa assimilerà nello scambio, non penso abbia la salvezza piena pregiudicata.
Ammetto di non conoscere i pronunciamenti ufficiali, ne tento una per mio conto ispirandomi alla visione di un ateo, Robert Wright, non sempre condivisibile ma molto "insightful" sui temi religiosi.
Wright argues that each of the major Abrahamic faiths has been forced toward moral growth as it found itself interacting with other faiths on a multinational level, and that this expansion of the moral imagination reflects “a higher purpose, a transcendent moral order.”
Il Cattolico non è preso in contropiede dall' idea di un Dio che evolve: la Chiesa esiste anche per incarnare e testimoniare le trasformazioni del Dio che professa e che cresce dentro di lei guidandola. Una crescita che emerge dal continuo e fruttuoso scambio con l' ambiente circostante.
C' è dunque un "fuori" dalla Chiesa destinato a diventare - trasformato - un "dentro" la Chiesa. Chi, stando fuori senza colpe, è portatore di un dono che la Chiesa assimilerà nello scambio, non penso abbia la salvezza piena pregiudicata.
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