https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid0hBXgPsF3e4TKj99GQ1dhSVftt4kbkfi7sjbsCG4kJGz3X47eiN1EXmq4uwWuvoGtl?__cft__[0]=AZWVwRaxldrv3NfZvKZUr5WSERlpK_9doLFHhdoByQgKIr_Ih-iabeELAVWOCNOmBFa6rIE9CeIZwdl4TdTymZ_RWVp7tFqht6bQolVwg0yLM4Rfx6C9noovPAuPPYQ6dB2JH3ElXphi9uP6bxjRF9WQ3XZyFbZl9IUbIzypzle9Zw&__tn__=%2CO%2CP-R
lunedì 9 settembre 2024
domenica 23 giugno 2024
primitivi
mercoledì 12 giugno 2024
vegani e sintetica
venerdì 12 luglio 2019
post corretto (vedi internalismo) OGGETTO E NATURA
Giovanni e Giuseppe sono due anti-relativisti, pensano che esista una morale assoluta, una bellezza assoluta, e magari anche una verità assoluta. ma non pensano questa cosa esattamente nella stessa maniera. Seguono esempi.
Giovanni pensa che uccidere un innocente sia oggettivamente sbagliato.
Giuseppe pensa che uccidere un innocente non sia conforme alla natura umana.
Giovanni pensa che i quartetti d’archi di Beethoven siano oggettivamente belli.
Giuseppe pensa che i quartetti d’archi di Beethoven siano in armonia con la natura umana.
Giovanni e Giuseppe hanno un nemico comune (il relativismo) ma anche tra loro, come abbiamo visto, ci sono delle differenze. Per Giovanni la giustizia e la bellezza sono proprietà di un oggetto (o di un evento) che sta fuori e noi riconosciamo, per Giuseppe invece sono qualcosa che si costruisce dentro di noi. Giovanni mette al centro le cose, Giovanni l’uomo. Per Giovanni giustizia e bellezza esistono a prescindere dall’esistenza dell’uomo, per Giuseppe no. Per Giovanni le cascate del Niagara sono belle anche se non ci fossero uomini ad ammirarle, cosa che Giuseppe negherebbe senza esitare.
Voi con chi state? Proviamo a vedere cosa dice la scienza, ormai il tribunale ultimo per tutte le questioni.
Lo scienziato che fa il filosofo tende ad assecondare Giovanni, questa figura (Monod?) ha una vera fobia per il “soggetto” e appena puo’ lo esclude dal suo schema.
Ma lo scienziato che fa lo scienziato tende invece ad assecondare Giuseppe: se l’uomo trova bella una tela blu di Yves Klein, lui sa che un’ape nemmeno lo vede quel blu (lo vede rosso e non si puo’ certo dire che si sbaglii). Il colore, senza un soggetto che lo crei in sé nemmeno è colore ma giusto una lunghezza d’onda, difficile pensare allora che la bellezza esista oggettivamente. Allo stesso modo, un leone che uccide una gazzella, uccide un innocente ma nessuno lo colpevolizza, anche se avesse delle alternative: è la sua natura! Compie quindi un atto (uccidere l’innocente) che non è oggettivamente malvagio.
Conclusione: l’appello alla natura è un’ottima strategia per combattere in modo coerente il relativismo, non lasciamoci confondere dagli abusi compiuti in suo nome nel corso della storia.
E adesso l'ultima domanda, quella a cui è più ostico rispondere: in questo articolo si realizza uno degli abusi di cui sopra?
https://www.aldomariavalli.it/2019/07/11/la-morte-di-vincet-lambert-leutanasia-di-stato-e-gli-errori-filosofici-e-contro-la-fede/
martedì 20 novembre 2018
L’INNATO
Poiché tutto cambia, anche la natura, nasce la necessità di definire cosa sia “innato”.
Proposta: tutto cio’ che è assurdo far rientrare in un programma politico.
lunedì 14 maggio 2018
LEGGE DI NATURA
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domenica 31 dicembre 2017
Internalismo e esternalismo
Su quella questione dei colori, abbiamo poi ragione noi o i daltonici?
L' oggettivista pretende di rispondere.
Il sordo può descrivere perfettamente un suono ma non può ascoltarlo.
Il cieco può descrivere perfettamente un colore ma non può osservarlo.
Il robot può descrivere una situazione ingiusta ma non può giudicarla.
Al sordo manca il senso del suono. Al cieco manca il senso della vista. Al robot manca il senso morale.
Per l'oggettività tutto è nell'oggetto. Il suono, il colore, la moralità stanno nelle cose.
Per il soggettivista le qualità degli oggetti si producono nel soggetto che le sperimenta. Il colore, il suono, la moralità sono esperienze intime del soggetto.
Dubbio. L'assassino che uccide l'innocente ci fa gridare all'ingiustizia oggettiva. Basta descrivere.
Risposta. Perché ci sia ingiustizia occorre che ci sia intenzione dell'assassino, quindi qualcosa di inosservabile. Qualcosa che è presente a parità della descrizione. Qualcosa che il robot non può cogliere poi che riguarda la coscienza e lui non sa cosa sia la coscienza.
Nonostante tutto questo sembrerebbe che soggettivismo e oggettivismo siano solo due modi di descrivere le cose. E qui torniamo ai daltonici.
Un'ape che vede i fiori in bianco e nero, si sbaglia? Oppure ci sbagliamo noi che li vediamo a colori?
Il modo di vedere dell'Ape è funzionale alla sua natura. Il modo nostro di vedere e funzionale alla nostra natura. Sia l'uomo che l'ape non si sbagliano. L'uomo è l'ape costituiscono un armonia.
Solo il soggettivismo rende conto di questa armonia.
martedì 3 ottobre 2017
Parole misteriose: natura.
Il sistema contrario è quello centralizzato, ovvero quello in cui un’unica intelligenza decide dall’alto sulla base di un piano.
Potremmo dire che nei sistemi naturali interagiscono “molte menti” poste più o meno sullo stesso piano. Il risultato finale sfugge a tutte queste singole menti coinvolte nel processo, le trascende. E’ quindi imprevedibile, casuale.
Immergersi nella natura significa immergersi nel rischio, lo si puo’ fare se si ha una grande capacità di accoglienza dell’imprevisto.
Chi esalta la natura, esalta il principio di accoglienza.
mercoledì 14 ottobre 2015
Diseased thinking dissolving questions about disease - Less Wrong - argomenti in favore della medicalizzazione della società
- problema affrontato: quando è scorretto somministrare certe medicine? spesso dietro la definizione di malattia si nasconde un etica libertaria che induce a soluzioni subottime del problema...
- lamentela conservatrice: il determinismo biologico ci toglie dignità e anche felicità togliendoci il senso della personalità...
- sandy l obesa: x il marito è un maiale per il dottore una malata x la sorella una xseguitata. chi ha ragione?
- concentriamoci sullo scontro tra dottore e marito. la questione ruota intorno al concetto di malattia. se l'obesità è una malattia ha ragione il dottore, se è un vizio ha ragione il marito...
- caratteristiche di una malattia:
- 1 cause biologiche
- 2 esclusa un azione del libero arbitrio
- 3 qlcs di raro
- 4 qlcs di spiacevole
- 5 qlcs di discreto: o ce l hai o nn ce l hai
- 6 qlcs x cui esistono medicine almeno in potenza...
- il cancro è una malattia. al nanismo manca 5. all omosex manca 4. all obesità manca 6 4 3. alla depressione manca 6 e altro. alla vecchiaia manca 3....
- ma la parola malattia è delicata perché induce ad inferenze di valore quindi potremmo dire che certe condizioni meritano di essere malattie altre no...
- solo il malato merita simpatia e supporto. sandy è condannata dal marito xchè nn è malata...
- x un malato la cura è dovuta x un nn malato la cura è un abdicazione della xsonalità...
- conclusione: definire la malattia è piuttosto irrilevante se nn fosse x le implicazioni morali e filosofiche...
- come giudichiamo di solito? secondo il modello libertario: chi agisce male è cattivo e nn merita simpatia, almeno se nn è condizionato in modo determinante da un fattore esterno. In altri termini, diamo grande importanza al fattore 2.
- x il modello libertario distinguere biologia e spirito è decisivo.
- imho: nota che x l immanentista c è una biologia costitutiva intimamente legata all identitá. in qs senso più che di merito si parla di just desert.
- è una distinzione difficile che rischia di sottoporre a condanna degli innocenti...
- imho: nn farla rischia di nn farci condannare dei colpevoli.
- x il determinista conseguenzialista qs separazione nn ha senso e il problema nn si pone: tutto è biologia.
- ma soprattutto la separazione nn è necessaria. certo anche il determinista giudica male i comportamenti socialmente dannoso così come giudica male le unghie incarnite. nn ha bisogno di conoscere l origine di certi comportamenti...
- punire un ladro nn è giusto in sè ma x le conseguenze che scatena...
- determinista: condanna e simpatia sono funzionali a max felicità sociale e qs atteggiamento si riflette nell atteggiamento verso le malattie...
- anche se tutto è biologia per il determinista resta giusto consolare il malato di cancro e condannare il pigro. così facendo la felicità sociale aumenta...
- se un disturbo può essere superato con una condanna ma esiste anche una medicina è giusto consentire di accedere a quest ultima? per un libertario potrebbe ledere la dignità ma un determinista nn ha di qs fisime...
- obiezione libertaria: intervenire con le medicine impedisce di sviluppare il senso di responsabilità..
- risposta: il senso di responsabilità che lo si alleni su cose utili le occasioni nn mancano. se l' obiezione fosse valida creeremmo delle dipendenze per fare in modo che i bambini sviluppino il loro senso di responsabilità (in realtà è proprio quello che si fa quando ci si allena allo sforzo mentale: si imparano cose inutili per tenere in esercizio la mente)
- l opposizione dei libertari alla medicalizzazione della società non fa meraviglia: se fai sacrifici ma viene prospettata una comoda soluzione al problema che affronti, rischi di opporti: un ambito dove segnalavi le tue virtù viene minacciato...
- conclusione: un etica conseguenzialista induce a soluzioni ottimali circa la somministrazione di medicinali. un etica librrtaria e virtuistica rischia di sviare il problema aumentando il costo sociale
- imho: psicologia minima: il sacrificio inutile è uno spreco ma il sacrificio in sé spesso è la base per una vita soddisfatta. forse anche per questo la sua reputazione è tanto buona. oltretutto è anche un allenamento: la scuola è una serie di sacrifici inutili (e forse questi sì eccessivamente costosi) compiuti per allenarsi.
- imho: 1) per il libertario non esiste un diritto alla cura, neanche per colui che giudica "malato", di conseguenza non c'è possibilità di equivoco 2) al di là del diritto, in effetti, il libertario rischia di condannare l'innocente ma il conseguenzialista rischia di non condannare il colpevole, in questo senso non esistono posizioni di vantaggio per qualcuno. 3) il determinista, a meno che non mantenga esoterica la filosofia che professa, non puo' condannare nessuno proprio per gli assunti che abbraccia, di conseguenza non puo' valersi di un'arma che lui stesso ammette essere importante...
- allenano ai sacrifici utili. la volontà infatti si allena come un muscolo. del resto la scuola non è altro che un allenamento allo sforzo intellettuale: le nozioni che s'imparano sono per lo più inutili per lo più inutili. c'è da aggiungere che chi sta in fondo alle gerarchie sociali ed è privo di grandi talenti ha nella capacità di sacrificarsi l'unica sua arma per non perdere il contatto con chi sta sopra di lui.
- sono fonte di soddisfazione quando ci legano e ci identificano strettamente ad un valore che sentiamo profondamente: la mamma che non fa l'epidurale offre questo suo dolore al figlio e si sente realizzata.
martedì 7 agosto 2012
Legge di natura e diritti naturali
Sul tema regna grande confusione, inutile negarlo.
Quando propugni un diritto scondo natura spunta spesso lo stolto: “allora, se davvero vuoi seguire la tua natura, non dovresti nemmeno mettere gli occhiali”.
Oppure: “se la mia natura è quella di uccidere, comportarmi di conseguenza non dovrebbe essere riprovevole”.
E che dire poi dei problemi circa la naturalezza del comportamento omosessuale?
La natura ha a che fare con il “fine” della cosa in questione. Per chi crede in un universo senza scopo il concetto di “natura” nel senso aristotelico/platonico/scolastico è semplicemente assurdo.
La natura di un cane comprende anche la sua corsa, se un cucciolo nasce senza zampe è del tutto naturale aiutarlo con una protesi artificiale.
Nessun giusnaturalista dirà mai che “agire secondo i diritti naturali” chiuda la questione giuridica. Al contrario, la apre indirizzandola secondo una certa prospettiva.
Poiché l’ uomo è dotato di intelletto, la sua natura comprende anche degli obblighi morali.
Qui lo si dice meglio:
http://edwardfeser.blogspot.it/2012/10/whose-nature-which-law.html
sabato 30 ottobre 2010
Meditazione sul Vangelo del 30-10-2010
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Il Vangelo ci parla di una "selezione".
Fin qui tutto bene, la cosa non ci scompone: l' uomo moderno vive in una società selettiva, la meritocrazia è al centro o dovrebbe essere al centro tutto, cio' è conforme alla nostra sensibilità.
Nel Vangelo dice qualcosa in più: il meriti si realizza accettando un invito. L' accoglienza passiva è sufficiente. Sarà un "let it be" a salvarci.
Per non opporsi al corso naturale delle cose occorre possedere la nozione di "naturale"; l' uomo moderno rischia di perdere una simile nozione, l' uomo moderno crede al caso e rischia una perdita della dimensione del "senso", dello "scopo". "Senso" e "scopo" sono termini senza i quali il "naturale" è impensabile.
Se con un martello pianto un chiodo, lo uso in modo "naturale"; se invece ci mangio la pastasciutta lo uso contronatura. Il perchè è presto detto: il martello è costruito allo scopo di piantare i chiodi, il suo senso è quello.
Molti uomini del nostro tempo non pensano che le cose abbiano un senso, non pensano che abbianom uno scopo, e quindi non sanno dare un significato alla parola "naturale", non sanno cosa sia un "diritto naturale". La parola "naturale" li mette a disagio.
E' una fortuna che il libertario, accanto al cattolico, sia fra i pochi ad avere ben chiara questa nozione essenziale.
P.S. Nella sua predica Don Cesare ha puntato l' attenzione sul commensale punito per non aver indossato l' Abito Nuziale. La punizione si giustifica per aver violato una regola rituale. Solo l' ingenuo pensa che una preoccupazione del genere rifletta un arcaismo, in realtà la nostra ragione la giustifica eccome. Gli autori moderni che più si sono spesi su questo punto sono i Nobel Thomas Schelling (teoria dei giochi) e August Fredrick von Hayek (ordine economico catallattico).
venerdì 23 luglio 2010
Il creazionista giuridico
Chi si oppone alla legge puo' farlo solo in nome dell' etica.
Cosa è in grado di provare l' infondatezza di questa posizione?
Innanzitutto il fatto che esistono fior di diritti senza governi.
Recentemente leggevo Moby Dick, in particolare le pagine in cui Melville si dilunga sul diritto che regola la caccia alle balene.
Non esisteva un "governo" dei balenieri, eppure esisteva un diritto. Il diritto che tanto appassiona lo scrittore si era sedimentato nella pratica concreta dell' esecizio di quella professione.
E non parliamo certo di "norme etiche": parliamo del diritto ad inseguire la balena per 8 miglia che acquisisce chi scaglia il primo arpione che attinge la bestia.
Si possono fare decine di esempi simili al diritto dei balenieri. Decisamente troppi per non considerare tutto cio' un' "overwhelming evidence" contro l' ipotesi del creazionista giuridico.
Per il creazionista giuridico non puo' esister un ordine giuridico senza un dio. Pardon, senza un legislatore che tenga tutto sotto controllo dall' alto.
Il creazionista giuridico non riesce a concepire che l' evolouzione relazionale tra i soggetti è in grado di produrre ordini sofisticati. Eppure disponiamo ormai di una lunga serie di esemplificazioni concrete. Quella che in passato poteva essere considerata un' ipotesi, oggi è poco più che una superstizione.
Un testo che esprime al meglio questi concetti è il classico di Bruno Leoni: "La libertà e la legge". Purtroppo per molti anni da noi il creazionista Bobbio ha oscurato l' evoluzionista Leoni.
Vorrei solo aggiungere una cosa.
A volte mi capita di auspicare che una certa legge giuridica possa venir trasgredita, anche se so in anticipo che cio' condurrà Tizio alla rovina.
Facciamo un esempio che ci capiamo meglio: auspico che l' uso della droga sia liberalizzato anche se so che in questo modo Tizio si distruggerà.
Francamente non penso che questo mio auspicio abbia natura etica, al contrario. Eppure sono pronto alla disobbedienza civile per perorare quella causa. Ma a cosa mi appello se non mi appello all' etica?