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mercoledì 4 settembre 2024

il costo delle nobili bugie - ambiente, evoluzionismo, biologia...

 https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/pfbid02QqoQLUv4n24nbmm5GiDXaq6Z2hsiorgQuV28FBgyFBbizA6Hkxxuo2c3NcLt5xvvl?__cft__[0]=AZU2VDDlJqvgM4705E8W3hmHWEBzXYx6EqcmQZVamKNwswddrfYVFG0v9a7bzMdzf3ibCQzLb_hMQOWYsjKGcx36fpORux1cGeA_UDpRK2w9Swpd9pQ1GvEF_TQ49XEinnAoaxnrDcnNtcWJJ1VmyYmR8muygEnMAwowpauC2hf44w&__tn__=%2CO%2CP-R


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giovedì 20 giugno 2024

perché contro il nucleare?

Il mio pregiudizio sull'ambientalismo.

L'energia nucleare (*) mette una pulce nell'orecchio. Offre un modo per sostituire un'ampia frazione di energia da combustibili fossili con un'alternativa che non produce CO2, utilizzando la tecnologia attuale a costi non eccessivamente superiori a quelli attuali, come ha dimostrato la Francia. Probabilmente, è l'unico modo per farlo. Con miglioramenti abbastanza modesti nella tecnologia di sintesi degli idrocarburi liquidi, potrebbe sostituire praticamente tutto l'uso dei combustibili fossili. Ma l'ambientalismo deli cocomeri (verdi fuori, rossi dentro) è tradizionalmente contraria al nucleare per una serie di ragioni, tra cui l'ostilità alle armi nucleari e un sospetto più generale nei confronti dell'innovazione tecnologica in generale. Ma la ragione chiave per cui alcuni a sinistra non vogliono una soluzione nucleare al riscaldamento globale è che vedono la minaccia del riscaldamento globale come un'utile argomentazione per i cambiamenti dello stile di vita - meno consumo di energia, stili di vita urbani anziché suburbani, meno consumi - che favoriscono per altri motivi legati all'odio per il capitalismo. Per coloro che si trovano in questa posizione, un modo di prevenire il riscaldamento globale che non richieda ad altre persone di rivedere la propria vita è una minaccia, non una promessa. Se il tuo obiettivo non è prevenire il riscaldamento globale o l'inverno nucleare, ma solo utilizzare la loro minaccia per persuadere altre persone a fare ciò che lei vuole che facciano o a non fare ciò che lei non vuole che facciano, il fatto che gli argomenti che offre siano giusti diventa meno importante del fatto che siano persuasivi.

(*) Sia chiaro, ho utilizzato il "nucleare" solo a titolo di esempio. Potrei ripetere lo stesso copione con la geoingegneria, la carbon tax o altro ancora. E' questo che alimenta il mio pregiudizio: perché i verdi svicolano dalle soluzioni più promettenti per abbracciare onerosi/grandiosi progetti dall'efficacia poco più che simbolica?

Per chi è favorevole ad aiutare i poveri, lo sviluppo economico di Cina e India è probabilmente la migliore notizia degli ultimi cinquant'anni. Lo sviluppo economico dei Paesi poveri era l'obiettivo esplicito degli aiuti economici esteri, della pianificazione dello sviluppo, di una serie di programmi del dopoguerra che avrebbero dovuto far uscire il Terzo Mondo dalla povertà, ma non lo hanno fatto. Il fatto che più di due miliardi di persone stiano passando dalla povertà estrema al tipo di vita che gli occidentali hanno vissuto a lungo rappresenta un enorme miglioramento della poveri del mondo.Rappresenta anche un forte aumento del consumo di risorse esauribili e della produzione di anidride carbonica. Gli stessi cambiamenti che dovrebbero essere una buona notizia per la sinistra qua egualitaria sono una cattiva notizia per la sinistra qua ambientalista.L'energia nucleare è un altro problema evidente per la sinistra. Offre un modo per sostituire un'ampia frazione di energia da combustibili fossili con un'alternativa che non produce CO2, utilizzando la tecnologia attuale a costi non eccessivamente superiori a quelli attuali, come ha dimostrato la Francia. Probabilmente, è l'unico modo per farlo. Con miglioramenti abbastanza modesti nella tecnologia di sintesi degli idrocarburi liquidi, potrebbe sostituire praticamente tutto l'uso dei combustibili fossili. Ma la sinistra è tradizionalmente contraria al nucleare per una serie di ragioni, tra cui l'ostilità alle armi nucleari e un sospetto più generale nei confronti della tecnologia.Una ragione per cui alcuni a sinistra non vogliono una soluzione nucleare al riscaldamento globale è che vedono la minaccia del riscaldamento globale come un'utile argomentazione per i cambiamenti dello stile di vita - meno consumo di energia, stili di vita urbani anziché suburbani, meno consumi - che favoriscono per altre ragioni.Per coloro che si trovano in questa posizione, un modo di prevenire il riscaldamento globale che non richieda ad altre persone di rivedere la propria vita è una minaccia, non una promessa.Se il suo obiettivo non è prevenire il riscaldamento globale o l'inverno nucleare, ma solo utilizzare la loro minaccia per persuadere altre persone a fare ciò che lei vuole che facciano o a non fare ciò che lei non vuole che facciano, il fatto che gli argomenti che offre siano giusti diventa meno importante del fatto che siano persuasivi.

https://daviddfriedman.substack.com/p/ideology-as-coalition

giovedì 2 gennaio 2020

LENOPE

le armi contro il GW?

1 carbon tax
2 nucleare
3 geoengineering
4 risparmio
5 piling



LENOPE
Cosa mi infastidisce della campagna sui cambiamenti climatici? Perché quel senso di repulsione ogni volta che il faccione autistico del pupazzone di Greta invade giornali e TV? Cosa mi fa cambiare canale ogni volta che una subrette dell'infotainment comincia a balbettare di sc-sc-sc-ienza del climate ch-ch-change?
La risposta è semplice: l'immensa IPOCRISIA che ci vedo dietro.
Detto altrimenti: ah come non sopporto quella la massa di zombi che, facendosi un vanto di avere perso la religione dei padri, adesso cerca in fretta e furia di metterne insieme una ridicola importunandoti ogni giorno al limite della molestia. Al confronto i testimoni di Geova e i Mormoni sono un mix di coerenza e discrezione fatte persona!
Ma dopo gli insulti generici, veniamo a qualche argomento.
Devo ammettere che l'argomento mi ha sempre reso diffidente. Mi chiedevo: come mai la destra è più riluttante nell'abbracciare la causa del global warming? In fondo le politiche più promettenti per combatterlo acuiscono le diseguaglianze (se fai pagare chi inquina colpisci chi usa le tecnologie più povere, che sono anche le più nocive). Cio' significa che l'ideologia di destra, dando meno peso a questi inconvenienti collaterali, parte avvantaggiata. Mi dicevo: qui c'è sotto qualcos'altro. Penso di essermi fatto un'idea precisa, che tento di esporre.
Partiamo dall'etica: la base per discutere dell'azione sui cambiamenti climatici è la convinzione che abbiamo una responsabilità morale nei confronti delle generazioni future. Un pensiero del genere finisce per implicare sacrifici enormi a favore di persone che non hanno nulla a che fare con noi. Persone che non esistono nemmeno. Non c'è modo di sapere cosa vorranno realmente quelle ipotetiche "persone future", non c'è modo di chiedere loro come desiderano che vengano investiti i nostri risparmi. Non solo, saranno persone molto più ricche di noi, l'economia mondiale cresce in media al 5%annuo, e con l'intelligenza artificiale questi ritmi sono destinati ad aumentare. La domanda quindi è: in che modo chiedere ai poveri un sacrificio in favore di ricchi che non hanno nulla a che fare con loro, se non il fatto di essere uomini come loro (... e speriamo non siano robot)?
Analogia. Supponiamo che i Lenape, nativi della Mahattan del XVII secolo, siano di fronte alla scelta di cosa fare della loro terra nella perfetta consapevolezza di quello che accadrà in futuro. Sanno quindi che se le cose andranno come sono effettivamente andate il posto in cui vivono diventerà un territorio ricchissimo, l'ombelico di un mondo prospero sia da un punto di vista materiale che da un punto di vista culturale. Ma i Lenape sanno anche che la creazione di questa mecca culturale comporterà la distruzione dell'ecosistema diversificato e fecondo del loro territorio. Sospetto che i Lenape avrebbero conservato la loro ricca e bella patria. Possiamo davvero fargliene una colpa? Badare agli affari propri è un diritto, specie quando vengono contrapposti a quelli delle generazioni future. Ma allora come la mettiamo se trasportiamo all'oggi questa logica?
Nella loro vita quotidiana, le persone si preoccupano al massimo del futuro prossimo senza tanto badare a quello lontano. Di solito, nei loro modelli gli economisti usano il 5 percento come tasso di sconto. Con un tasso di sconto del genere il PIL terrestre tra 200 anni sarebbe di qualche centinaio di dollari. Il che traduce in numeri la tesi per cui di solito di un futuro tanto lontano non ci frega una cippa. C'è persino chi parla di "dittatura del presente" e considera la coerenza nei modelli climatici come "immorale".
Insomma, le persone a parole si dicono preoccupate per il futuro, ma non si comportano di conseguenza. Come puoi aspettarti sincerità sul cambiamento climatico da chi non si fa nemmeno una pensione integrativa o acquista assicurazioni protettive?! Se le persone non si preoccupano del LORO futuro a BREVE termine, come potrebbero preoccuparsi del futuro a LUNGO termine che riguarda ALTRI perfetti sconosciuti? Del resto, il nostro futuro è minacciato in modo più ravvicinato dall'inverno demografico alle porte che dai cambiamenti climatici. Ma a quanto pare il benessere di ipotetiche generazioni future è più importante del nostro destino a breve. Chi non sente qui puzza di ideologia, alzi la mano.
Ma c'è di più: le traversie dell'aiuto internazionale dovrebbero averci istruito di come sia difficile per le persone con una certa cultura aiutare persone di cultura differente. Quanti miliardi sono fluiti verso l'Africa senza esito alcuno? Se aggiungi il fatto che qui parliamo di persone appartenenti a generazioni molto distanti, il problema cresce a dismisura. La prudenza consiglia di limitare l'azione a una dimensione ravvicinata e locale.
Nel caso del riscaldamento globale, per l'economista, la strategia più promettente consiste nel risparmiare risorse ora da spendere in seguito per risolvere eventuali problemi meglio delineati. Si tratta di una strategia meno esigente da un punto di vista cognitivo. Non occorre speculare sui pericoli concreti e nemmeno fare scelte precise: il fieno messo in cascina crescerà e sarà utile per ogni esigenza. Se la scelta del risparmio è svantaggiosa nella misura in cui la prevenzione è più economica della cura, è anche vero che la ricchezza risparmiata 1) sarà investita con meno sprechi e 2) crescerà al 5% annuo cumulativo se non di più. Molto probabilmente è proprio questo che ci chiederebbe di fare il perfetto sconosciuto che nascerà tra 100 anni.
Il fatto che l'urgenza di "combattere il riscaldamento" prevalga sull'urgenza di "risparmiare per il riscaldamento" è un'ulteriore prova che il futuro lontano non ci interessa. Chi disdegna la via più razionale segnala preoccupazioni differenti da quelle dichiarate; a questo punto il sospetto che tutto sia solo una cortina fumogena per promuovere altre agende politiche o soddisfare il desiderio impellente di esibire la propria bontà (buonismo) e professare la propria neo-religione, è alquanto verosimile. Tra l'altro questa ipotesi risolve anche l'enigma iniziale: la destra nicchia di fronte all'enfasi sui cambiamenti climatici per un motivo molto semplice: meno della sinistra è alla ricerca di un nuovo culto religioso.

sabato 16 novembre 2019

GRETA E L'ELEFANTE

https://johnhcochrane.blogspot.com/2019/11/climate-clarity.html
GRETA E L'ELEFANTE
Emissioni di gas serra. Preso nota?
E mentre io faccio la mia pallosissima e onerosissima differenziata saturnina, la Cina ha terminato la sua bella centrale di carbone settimanale (sì, una alla settimana).
Solo due domande:
1) Ma perché la Cina si orienta sul carbone quando potrebbe puntare sul nucleare come la Francia? Sì, ne ha molto in casa e lo compra a costi ragionevoli dall'Australia ma ha anche grandi competenze sul nucleare, basta vedere il suo arsenale.
2) Ma perché noi per ripulire la stanzetta in cui abitiamo ci angosciamo sulle cacchette del nostro micetto quando nella medesima stanza facciamo finta di non vedere un elefante che sgancia da decenni stronzi giganteschi?
ANCORA SULLA CINA E IL CARBONE https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_16e8a1d0000:ae83bc:a02fd466

venerdì 11 ottobre 2019

PASCAL E IL CLIMA


E' possibile farsi un'idea sul dibattito intorno ai cambiamenti climatici senza andare oltre la paginetta? Non dico di entrare nel merito ma almeno qualcosa che consenta di afferrare la logica di base.

Ecco allora le varie posizioni dalla più naif alla più sofisticata.

1) AMBIENTALISTA. Il pianeta va a fuoco e noi ne siamo responsabili. Dobbiamo intervenire per dare un futuro migliore ai nostri pronipoti.

2) UTILITARISTA. Calma, caro AMBIENTALISTA. Con i dati che abbiamo in mano non a molto senso quello che dici. Ti illustro la cosa con un'analogia. Immagina di scoprire che la tua casa abbia un problema di isolamento che crea umidità nelle camere. Un geometra ti dice che se spendi 1.000 ora risparmierai 5.000 in riparazioni tra un secolo. A prima vista sembrerebbe meglio intervenire. Tra un secolo tu non ci sarai più ma il tuo intervento beneficerebbe la tua nipotina GRETA. Riflettendo, però, spendere soldi ora sarebbe sciocco. Investire 1.000 sul mercato azionario sarebbe molto meglio per i tuoi pronipoti. Con un modesto tasso di rendimento reale del 3%, lascerai in eredità 20.000; al 5% 130.000. In ogni caso, la tua adorata GRETA sarà enormemente più ricca se ti astieni dall'intervenire. Perché preoccuparsi? Se necessario farà fronte.

3) TEOLOGO (vedi foto). Tu, caro UTILITARISTA, ti limiti alla solita analisi costi benefici senza tenere conto dei rischi estremi. C'è una minima probabilità di andare incontro ad una vera e propria catastrofe. Il dilemma davanti a cui siamo assomiglia ad una scommessa di Pascal e in questi casi la cosa più razionale è assicurarsi, ovvero intervenire ora. In casi come questi i tuoi strumenti non funzionano.

4) ATEO. Già, la nostra è una scommessa di Pascal e il tuo modo di affrontarla, caro TEOLOGO, ha tutti i limiti di Pascal. Una volta che il filosofo decide di scommettere su Dio, ecco che si pone il problema di "quale Dio". Ce ne sono infiniti e lo stallo è inevitabile. C'è perfino il Dio che ti fulmina se credi in lui. Tradotto: una volta che abbiamo deciso di assicurarci contro la catastrofe si pone il problema di quale catastrofe: clima? asteroidi? alieni? vulcani? Le catastrofi possibili sono mille. E poi, non pensi possano esistere anche "catastrofi" positive? Perché non tenerne conto? Puo' darsi che i fondi sottratti dalla prevenzione pregiudichino la scoperta di cose fantastiche come l' immortalità, oppure della droga della felicità perpetua da godersi su altri pianeti. Sì, lo so, eventi del genere sono estremamente improbabili, ma proprio tu mi insegni quanto sia importante tenerne conto! Ultima cosa: se applicassimo questa logica non dovremmo nemmeno attraversare la strada visto cosa in teoria potrebbe capitarci

mercoledì 9 ottobre 2019

ADESSO BASTA

Adesso basta però con questa storia che esisterebbe tra gli scienziati un "largo consenso" sull'origine antropogenica del riscaldamento globale.
Informazioni su questo sito web
HUFFINGTONPOST.IT
Per il fisico dell’atmosfera e climatologo di fama mondiale il movimento giovanile incanala "nella direzione sbagliata, cioè la lotta al riscaldamento globale, quella che è in realtà un’urgenza giusta, ovvero la salvaguardia del pianeta"

lunedì 15 luglio 2019

VOLENTEROSI E INNOVATORI

VOLENTEROSI E INNOVATORI
Nella lotta contro il riscaldamento globale ci si dimentica sempre una cosa: a inquinare di più sono i paesi poveri.
Entro il 2040, il 75% delle emissioni globali arriverà da economie emergenti come la Cina e l'India. Un’ Italia a emissione zero, tanto per dire, interessa ormai poco se gli “emergenti” continueranno ad emergere.
Questo cosa significa? Che non dobbiamo trovare i modi per non inquinare, dobbiamo invece scoprire il modo per rendere più conveniente non inquinare che inquinare.
Detto in altri termini: non serve a nulla il sacrificio dei volenterosi, serve invece il genio degli innovatori: finanziamoli!
VOX.COM
Public clean energy R&D is overlooked and underfunded.
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lunedì 8 luglio 2019

IL RISENTIMENTO DELL’ORFANO

IL RISENTIMENTO DELL’ORFANO

Penso alla solitudine del’anti-fascista senza fascismo, a quella del missionario senza povertà, allo struggimento dell’interista senza Juventus… Voi ridete ma è un dramma. Ti senti spaesato, goffo e stupido come quando al buio in fondo alla scala aspetti un ultimo gradino che non c’è. Vuoi compensare in qualche modo, incanalare subito altrove le tue energie positive in esubero. Non offri un bello spettacolo.

Quando ridicolizzo chi utilizza sette pattumiere per riciclare i rifiuti o mangia bio per combattere il riscaldamento globale, c’è sempre chi – sapendo che non sono un negazionista - avanza un’obiezione (solo apparentemente) sensata: “ma che male ti fa, anche lui nel suo piccolo dà un contributo alla soluzione del problema, lascialo in pace e lascialo vivere come crede”. No, le cose non stanno in questi termini. Un “gretino” impegnato in micro-condotte eco-friendly assomiglia molto di più all’adepto di una setta che a chi “dà il suo piccolo contributo”. In quanto tale, come tutti i temperamenti religiosi, nel momento in cui intravede che la sua divinità cessa di essere utile, potrebbe entrare in crisi esistenziale e diventare cattivo. Il nemico che viene a mancare lo rende nervoso.

Un dato che mi conferma nella mia ipotesi: chi è più impegnato ad orientare la sua esistenza contro l’effetto serra è anche il più ostile ad adottare misure serie (carbon tax, nucleare, geoengineering) per risolvere il problema ambientale.

E chi riferisce a chi vede nell'utopia verde l'ultima trincea contro mercato e diseguaglianze che la lotta per un ambiente più pulito richiede più mercato e più diseguaglianze?

https://www.nature.com/articles/s41558-019-0474-0?fbclid=IwAR3e80e_yA_9rPcN70SfhETeQvYqBqX_QHDYMQuy1hmrgTHA7JgwHwpKYUU

lunedì 18 marzo 2019

SOSPETTI MALEVOLI

SOSPETTI MALEVOLI
La storia è all’incirca questa: Greta Thunberg è preoccupata per i sacchetti di cellophane nell’ oceano (piange senza sosta durante un documentario visto alla TV), ma soprattutto per il clima che cambia. Conosco il soggetto, ho in casa una vegana naturista intransigente sempre in ansia per la sorte delle formiche e sempre rabbiosa quando ai margini di un’ innocua favoletta fa capolino un cacciatore. Ma Greta è una tipa intraprendente e trasforma il suo dolore in azione: decide di bigiare la scuola al Venerdì per piazzarsi davanti al parlamento di Stoccolma chiedendo ai politici “un mondo migliore”. Diviene ben presto un’icona della “nuova generazione” e in suo nome vengono organizzate manifestazioni di portata continentale.
Tutto qui? Difficile crederlo. Difficile anche per chi non ha nessuna intenzione di buttarla sulla “manipolazione” dei minori. I sentimenti di Greta sono sinceri ma dietro di lei si sente girare una colossale macchina propagandistica.
Ma è ipocrisia a fin di bene, dicono sensatamente i difensori del fenomeno. Lo ammetto, su di me l’ipocrisia è sempre “a fin di male”, non so perché ma quando è così scoperta mi tira fuori il peggio.
Innanzitutto, quando l’ipocrisia è utilizzata con tanta disinvoltura probabilmente se ne fa uso anche altrove. Io, almeno, ne sento l’odore ovunque. Tutti i sospetti diventano legittimi, in particolare quello per cui la semioticizzata sinistra europea stia tentando di camuffare i suoi obbiettivi politici dietro il mascherone del buon senso naif ben rappresentato da una bambina col faccione a luna piena.
Dietro Greta c’è “Greta”, e questo mi dà alcune sensazione.
Ho come la sensazione di sapere cosa ne pensi “Greta” circa la possibilità di affrontare il problema che tanto l’angoscia con la costruzione a distesa sul continente di centrali nucleari.
Ho come la sensazione di sapere cosa ne pensi “Greta” circa la possibilità di affrontare il problema che tanto l’angoscia sparando tra le nuvole una cannonata di agenti chimici in grado di ridurre la CO2, oppure di catturarla attraverso i processi artificiali dell’ingegneria climatica.
Ho come la sensazione di sapere cosa ne pensi “Greta” circa la possibilità di affrontare il problema che tanto l’angoscia con una corposa carbon tax destinata a creare sempre maggiori diseguaglianze nelle società contemporanee.
E chissà che ne pensa “Greta” dell’ipotesi secondo cui lei e la sua generazione erediteranno un mondo tremendamente migliore rispetto a quello ereditato dalle generazioni precedenti, e che le sue lamentele sono quelle tipiche della generazione-bambocciona. Chissà poi se si tranquillizza cessando il lamento venendo a sapere che le soluzioni preventive del problema climatico sono proibitive perché costosissime è inefficienti, e che è più ragionevole organizzarsi per una sana resilienza.
Ho come la sensazione di sapere cosa abbia invece nella testa “Greta”. Roba tipo: energie alternative, auto elettrica, cambiamento degli stili di vita, decrescita felice e altra roba del genere.
Certo, le mie sono solo sensazioni, solo sospetti.
Ma quando al centro del tuo progetto ci metti una quintalata di ipocrisia e di “non detto” i sospetti diventano automaticamente delle prove.