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lunedì 14 dicembre 2015
martedì 1 novembre 2011
Floris, Report, Napoleoni: hasta la propaganda siempre
Pare che questa canzoncina del “default controllato” e dell’Islanda “che ne è uscita meglio di altri” stia contagiando la nostra intellighenzia di sinistra. In ordine cronologico, dopo Report di domenica, dopoGiovanni Floris ieri sera dalla Gruber, ecco l’iperventilante Loretta Napoleoni, che ribadisce i soliti sinistri luoghi comuni. Ripetete con noi: non esiste alcun “default controllato“, e l’Islanda non ne è uscita meglio di altri, ma con pesantissimi costi ed il ricorso all’ortodossia del Fondo Monetario Internazionale. Hasta la propaganda, siempre.
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martedì 24 maggio 2011
Una risonanza non si nega a nessuno.
Mi sono occupato di una paziente di 23 anni che aveva sofferto per lunghi mesi di dolori alla schiena prima che un neurologo le prescrivesse una risonanza magnetica, aspettandosi un' ernia al disco. Ho trovato invece un cancro alle ovaie espanso fino alla spina dorsale... La paziente, sottoposta ad un impegnativo intervento chirurgico e ad una massiccia chemioterapia, è stata curata dalla provvidenza...
Dr. Mark Siegel
Per capire cosa sia la Sanità oggi bisogna innanzitutto ficcarsi in testa questo concetto: praticamente tutti gli esami medici esistenti potrebbero essere in qualche modo decisivi per curarvi, anche se quasi sicuramente saranno inutili. Lo stesso dicasi per la consultazione degli specialisti.
Aggiungo solo che sia gli esami che i servizi resi dallo specialista hanno costi elevati… di più!
Tutto cio' è un portato dell' abbondanza: ieri non esistevano queste possibilità e non esistevano quindi nemmeno tutti i problemi connessi all' abbondanza.
Una volta il mondo era più semplice: per le infezioni c' erano gli antibiotici, per le malattie più gravi le vaccinazioni. Il resto non era granché e si poteva anche crepare in pace.
Visto come stanno le cose, la cura si trasforma puntualmente in un inferno per il budget di chi si affida al principio di precauzione, e in campo sanitario il bias della precauzione è diffusissimo. Se poi, come dice Hanson, la spesa sanitaria è diventata essenzialmente "segnale del prendersi cura”, il baratro finanziario è dietro l’ angolo!
Fare o non fare un esame?
Aggiungo solo che sia gli esami che i servizi resi dallo specialista hanno costi elevati… di più!
Tutto cio' è un portato dell' abbondanza: ieri non esistevano queste possibilità e non esistevano quindi nemmeno tutti i problemi connessi all' abbondanza.
Una volta il mondo era più semplice: per le infezioni c' erano gli antibiotici, per le malattie più gravi le vaccinazioni. Il resto non era granché e si poteva anche crepare in pace.
Visto come stanno le cose, la cura si trasforma puntualmente in un inferno per il budget di chi si affida al principio di precauzione, e in campo sanitario il bias della precauzione è diffusissimo. Se poi, come dice Hanson, la spesa sanitaria è diventata essenzialmente "segnale del prendersi cura”, il baratro finanziario è dietro l’ angolo!
Fare o non fare un esame?
La razionalità imporrebbe calcoli astrusi e innaturali (alberi di probabilità, indicizzazioni, formule di bayes…). Meglio allora lasciarla perdere ed affidarsi al principio di precauzione. Così ragionano un po’ tutti in questo ambito.
Se nel 2011 dite ad un medico: "questo è il tuo paziente, sta male, esegui la diagnosi e la terapia che ritieni più opportune", lui sarà facilmente in grado di giustificare la spesa di un’ autentica fortuna, e lo farà senza indugio, specie se lo minacciate con possibili denunce qualora fallisca nell' intento.
L' abbondanza ci ha messo in crisi, siamo all' angolo.
Tutto sommato l' Europa riesce ancora a porre un freno a questa deriva poiché l' accesso alle cure e agli esami non è libero ma razionato tramite l' intermediazione del medico. Un noto primario ebbe a dire in un' eloquente intervista: "il governo ci dica qual è il budget e noi medici ci adegueremo". Parole sante che spiegano bene come funziona da noi. Il medico è un sacerdote intermediario riconosciuto dal Potere che somministra la “credenza” e controlla il popolo dei malati.
Anche i "segnalatori" più indefessi si tranquillizzano se il loro "medico di fiducia" non ordina certi esami.
Se nel 2011 dite ad un medico: "questo è il tuo paziente, sta male, esegui la diagnosi e la terapia che ritieni più opportune", lui sarà facilmente in grado di giustificare la spesa di un’ autentica fortuna, e lo farà senza indugio, specie se lo minacciate con possibili denunce qualora fallisca nell' intento.
L' abbondanza ci ha messo in crisi, siamo all' angolo.
Tutto sommato l' Europa riesce ancora a porre un freno a questa deriva poiché l' accesso alle cure e agli esami non è libero ma razionato tramite l' intermediazione del medico. Un noto primario ebbe a dire in un' eloquente intervista: "il governo ci dica qual è il budget e noi medici ci adegueremo". Parole sante che spiegano bene come funziona da noi. Il medico è un sacerdote intermediario riconosciuto dal Potere che somministra la “credenza” e controlla il popolo dei malati.
Anche i "segnalatori" più indefessi si tranquillizzano se il loro "medico di fiducia" non ordina certi esami.
Ma gli USA, essendo un paese libero, hanno un accesso libero alle cure: paga l' assicurazione.
E si capisce allora come la spesa sanitaria sia esplosa: quando tizio si ammala si presenta dal medico e chiede di essere curato, poiché il conto verrà saldato dall' assicurazione, il medico si sbizzarrisce, le uniche statistiche che avrà in testa sono quelle relative alle denunce di malpractice.
Cresce la spesa, cresce il costo dell' assicurazione, crescono i non assicurati.
D' altra parte, che gli americani godano di maggiori cure mediche non è poi così evidente. Al margine il miglioramento in termini di salute (e minor sofferenza) è minimo. Gran parte della spesa serve a “segnalare il prendersi cura”. Il colpo di grazia, poi, lo dà uno stile di vita insalubre. L’ osservatore dei dati resta confuso e pensa ad una cattiva organizzazione del sistema, non parliamo poi dell’ osservatore “ideologizzato”.
Eppure, la maggiore quantità e qualità dell' offerta sanitaria d' oltreoceano sembra un dato ormai acclarato.
Per carità, una domanda così forte di "salute" ha anche aspetti positivi: gran parte dell' innovazione nel settore si finanzia ormai quasi esclusivamente su quel libero mercato, l' unico nel mondo che tiri veramente. Noi europei in questo siamo free rider che campano da decenni importando i frutti del dinamismo yankee in campo sanitario.
Al mercato non si puo' rinunciare, pena l' immobilismo.
Come rimediare?
Fare in modo che il malato paghi anche di tasca sua: alzare la franchigia assicurativa lasciando che le compagnie si occupino solo di eventi catastrofici (sopra i 30.000 euro?). Insomma, trasformare la "copertura dei costi sanitari" - ora incentivata in vari modi - in una vera "assicurazione sanitaria".
Per carità, una domanda così forte di "salute" ha anche aspetti positivi: gran parte dell' innovazione nel settore si finanzia ormai quasi esclusivamente su quel libero mercato, l' unico nel mondo che tiri veramente. Noi europei in questo siamo free rider che campano da decenni importando i frutti del dinamismo yankee in campo sanitario.
Al mercato non si puo' rinunciare, pena l' immobilismo.
Come rimediare?
Fare in modo che il malato paghi anche di tasca sua: alzare la franchigia assicurativa lasciando che le compagnie si occupino solo di eventi catastrofici (sopra i 30.000 euro?). Insomma, trasformare la "copertura dei costi sanitari" - ora incentivata in vari modi - in una vera "assicurazione sanitaria".
***
Ottima lettura il libro scritto sul tema da Arnold Kling: crisi d' abbondanza. Fa il punto con chiarezza su cos’ è e come funziona la sanità oggi nel mondo. Per chi invece vuole trepidare ed indignarsi anziché capire, non resta che stare al palo dell’ aneddotica scandalista in stile Gabanelli/Lucarelli. Con tutti i fari puntati sulla scena del delitto.
Ottima lettura il libro scritto sul tema da Arnold Kling: crisi d' abbondanza. Fa il punto con chiarezza su cos’ è e come funziona la sanità oggi nel mondo. Per chi invece vuole trepidare ed indignarsi anziché capire, non resta che stare al palo dell’ aneddotica scandalista in stile Gabanelli/Lucarelli. Con tutti i fari puntati sulla scena del delitto.
martedì 18 gennaio 2011
Una risonanza non si nega a nessuno
Mi sono occupato di una paziente di 23 anni che aveva sofferto per lunghi mesi di dolori alla schiena prima che un neurologo le prescrivesse una risonanza magnetica, aspettandosi un' ernia al disco. Ho trovato invece un cancro alle ovaie espanso fino alla spina dorsale... La paziente, sottoposta ad un impegnativo intervento chirurgico e ad una massiccia chemioterapia, è stata curata dalla provvidenza...
Dr. Mark Siegel
Per capire cosa sia la Sanità oggi bisogna capire questo: praticamente tutti gli esami potrebbero essere in qualche modo decisivi, anche se quasi sicuramente saranno inutili. Lo stesso dicasi per la consultazione degli specialisti.
Aggiungo solo che trattasi di esami molto costosi, e neanche gli specialisti si fanno pagare due lire.
Tutto cio' è un portato dell' abbondanza: ieri non esistevano queste possibilità e non esistevano quindi nemmeno tutti i problemi connessi all' abbondanza.
Una volta il mondo era più semplice: per le infezioni c' erano gli antibiotici e per certe malattie c' era la vaccinazione. Il resto non era granchè e si poteva anche crepare in pace.
Visto come stanno le cose, la cura si trasforma puntualmente in un inferno per il budget di chi si affida al principio di precauzione, e in campo sanitario questo bias è diffusissimo. Se poi, come dice Hanson, la spesa sanitaria è diventata essenzialmente "segnale" del prendersi cura...!
Fare o non fare un esame? La razionalità obbliga a calcoli complessi e innaturali (alberi di probabilità, bayes a manetta...). Meglio allora lasciarla perdere ed affidarsi al principio di precauzione.
Se nel 2011 dite ad un medico: "questo è il tuo paziente, sta male, esegui diagnosi e terapia", lui sarà facilmente in grado di giustificare la spesa di una fortuna, e lo farà senza indugio, specie se lo minacciate con possibili denunce qualora fallisca nell' intento.
L' abbondanza ci ha messo in crisi, siamo all' angolo.
Tutto sommato l' Europa riesce ancora a porre un freno a questa deriva poichè l' accesso alle cure e agli esami non è libero ma razionato tramite l' intermediazione del medico. Un noto primario ebbe a dire in un' eloquente intervista: "il governo ci dica qual è il budget e noi medici ci adegueremo". Parole sante che spiegano bene come funziona da noi.
Oltretutto, anche i "segnalatori" più indefessi si tranquilizzano se il loro "medico di fiducia" non ordina certi esami.
Ma gli USA, essendo un paese libero, hanno un accesso libero alle cure: paga l' assicurazione.
E si capisce allora come la spesa sanitaria sia esplosa: quando tizio si ammala si presenta dal medico e chiede di essere curato, poichè il conto verrà saldato dall' assicurazione, il metodo si sbizzarisce, le uniche statistiche che avrà in testa sono quelle relative alle denunce di malpractice.
Cresce la spesa, cresce il costo dell' assicurazione, crescono i non assicurati.
D' altra parte, che gli americani godano di maggiori cure mediche non è poi così evidente perchè, al margine, il miglioramento in termini di salute (e minor sofferenza) è minimo, specie se la domanda di queste cure ha uno scopo segnaletico; inoltre, la speranza di vita negli USA è relativamente bassa a causa dello stile di vita che intrattengono, ed è facile far confusione. Eppure, la maggiore quantità e qualità dell' offerta sanitaria d' oltreoceano sembra un dato acquisito grazie a molti studi.
Per carità, una domanda così forte di "salute" ha anche aspetti positivi: gran parte dell' innovazione nel settore si finanzia su quel mercato, l' unico nel mondo che tiri veramente. Noi europei in questo siamo free rider che campano da decenni importando i frutti del dinamismo yankee.
Al mercato non si puo' rinunciare, pena l' immobilismo.
Come rimediare?
Fare in modo che il malato paghi anche di tasca sua: alzare la franchigia lasciando che l' assicurazione copra solo eventi catastrofici (sopra i 30.000 euro?). Insomma, trasformare la "copertura dei costi sanitari" - ora incentivata in vari modi - in una vera "assicurazione sanitaria".
Ho riferito velocemente quanto mi è rimasto dopo la lettura di Arnold Kling: crisi d' abbondanza. Un libro che consiglio per capire cosa sia la sanità oggi nel mondo e come funzioni. In caso contrario, quando va bene, siamo nelle mani di una noiosa anedottica scandalistica à la Gabanelli/Lucarelli, quella che punta tutto sulla scena del delitto.
Dr. Mark Siegel
Per capire cosa sia la Sanità oggi bisogna capire questo: praticamente tutti gli esami potrebbero essere in qualche modo decisivi, anche se quasi sicuramente saranno inutili. Lo stesso dicasi per la consultazione degli specialisti.
Aggiungo solo che trattasi di esami molto costosi, e neanche gli specialisti si fanno pagare due lire.
Tutto cio' è un portato dell' abbondanza: ieri non esistevano queste possibilità e non esistevano quindi nemmeno tutti i problemi connessi all' abbondanza.
Una volta il mondo era più semplice: per le infezioni c' erano gli antibiotici e per certe malattie c' era la vaccinazione. Il resto non era granchè e si poteva anche crepare in pace.
Visto come stanno le cose, la cura si trasforma puntualmente in un inferno per il budget di chi si affida al principio di precauzione, e in campo sanitario questo bias è diffusissimo. Se poi, come dice Hanson, la spesa sanitaria è diventata essenzialmente "segnale" del prendersi cura...!
Fare o non fare un esame? La razionalità obbliga a calcoli complessi e innaturali (alberi di probabilità, bayes a manetta...). Meglio allora lasciarla perdere ed affidarsi al principio di precauzione.
Se nel 2011 dite ad un medico: "questo è il tuo paziente, sta male, esegui diagnosi e terapia", lui sarà facilmente in grado di giustificare la spesa di una fortuna, e lo farà senza indugio, specie se lo minacciate con possibili denunce qualora fallisca nell' intento.
L' abbondanza ci ha messo in crisi, siamo all' angolo.
Tutto sommato l' Europa riesce ancora a porre un freno a questa deriva poichè l' accesso alle cure e agli esami non è libero ma razionato tramite l' intermediazione del medico. Un noto primario ebbe a dire in un' eloquente intervista: "il governo ci dica qual è il budget e noi medici ci adegueremo". Parole sante che spiegano bene come funziona da noi.
Oltretutto, anche i "segnalatori" più indefessi si tranquilizzano se il loro "medico di fiducia" non ordina certi esami.
Ma gli USA, essendo un paese libero, hanno un accesso libero alle cure: paga l' assicurazione.
E si capisce allora come la spesa sanitaria sia esplosa: quando tizio si ammala si presenta dal medico e chiede di essere curato, poichè il conto verrà saldato dall' assicurazione, il metodo si sbizzarisce, le uniche statistiche che avrà in testa sono quelle relative alle denunce di malpractice.
Cresce la spesa, cresce il costo dell' assicurazione, crescono i non assicurati.
D' altra parte, che gli americani godano di maggiori cure mediche non è poi così evidente perchè, al margine, il miglioramento in termini di salute (e minor sofferenza) è minimo, specie se la domanda di queste cure ha uno scopo segnaletico; inoltre, la speranza di vita negli USA è relativamente bassa a causa dello stile di vita che intrattengono, ed è facile far confusione. Eppure, la maggiore quantità e qualità dell' offerta sanitaria d' oltreoceano sembra un dato acquisito grazie a molti studi.
Per carità, una domanda così forte di "salute" ha anche aspetti positivi: gran parte dell' innovazione nel settore si finanzia su quel mercato, l' unico nel mondo che tiri veramente. Noi europei in questo siamo free rider che campano da decenni importando i frutti del dinamismo yankee.
Al mercato non si puo' rinunciare, pena l' immobilismo.
Come rimediare?
Fare in modo che il malato paghi anche di tasca sua: alzare la franchigia lasciando che l' assicurazione copra solo eventi catastrofici (sopra i 30.000 euro?). Insomma, trasformare la "copertura dei costi sanitari" - ora incentivata in vari modi - in una vera "assicurazione sanitaria".
Ho riferito velocemente quanto mi è rimasto dopo la lettura di Arnold Kling: crisi d' abbondanza. Un libro che consiglio per capire cosa sia la sanità oggi nel mondo e come funzioni. In caso contrario, quando va bene, siamo nelle mani di una noiosa anedottica scandalistica à la Gabanelli/Lucarelli, quella che punta tutto sulla scena del delitto.
lunedì 25 ottobre 2010
La Reginetta dei puntini di sospensione
Ostellino sulla Gabanelli.
Un' inchiesta giornalistica sulla villa all' estero di un uomo politico, che appuri, e lo dica, che l' ha comprata attraverso una legale società off shore, ma esportando illegalmente valuta, è un servizio all' opinione pubblica, che è giusto sappia di che pasta sono fatti i suoi rappresentanti. Guardare nelle tasche dei potenti, e denunciarne le eventuali illegalità, fa bene alla democrazia. Un' inchiesta giornalistica sulla villa all' estero di un uomo politico - che dica il falso, sostenendo che l' ha comprata esportando illegalmente valuta, per comprometterlo agli occhi dell' opinione pubblica - risponde all' interessato, se questi fa querela, davanti a un tribunale. Non è giornalismo, bensì propaganda politica, della quale il giornalista risponderà ai suoi lettori o telespettatori, che, da quel momento, saranno legittimati a non comprare più il giornale o non guardare la trasmissione televisiva sui quali è comparsa. Un' inchiesta giornalistica sulla villa di un uomo politico, che ne parli (solo) come oggetto in sé di pettegolezzo - allo scopo di suscitare nell' opinione pubblica «invidia sociale» e indurla alla riprovazione per l' esibizione di ricchezza - è un espediente demagogico per prendersela con i ricchi. Se l' inchiesta trascura, lasciandolo nel vago, come l' uomo politico l' ha comprata - inducendo l' opinione pubblica contraria a farne, senza prove, motivo di delegittimazione dell' uomo politico - è una mezza inchiesta. Siamo nel cattivo giornalismo, che la trascuratezza sia voluta o casuale.
Anche ad un osservatore distratto come me non sfugge la partigianeria della giornalista Gabanelli.
Fin qui nulla di male, gli imparziali sono di solito scipiti, i faziosi hanno una bella scorta di sale e spesso ne fanno un uso sapiente.
Oltretutto per lei lasciavo volentieri aperta una possibilità di salvezza, ovvero: c' è chi conduce in modo fazioso l' inchiesta che decide di condurre, c' è chi si limita a scegliere faziosamente l' inchiesta da condurre e c' è poi chi conduce le proprie inchieste fziose senza pretendere che siano le vittime a stipendiarlo.
Con beneficio d' inventario, e vista la superficialità delle mie visioni, lasciavo la Gabanelli nella seconda categoria, quella che racchiude i "faziosi" per tenerli al riparo dal contagio dei "faziosi impuniti", la prima categoria. Quanto alla terza, i faziosi a cui levare il cappello, non era purtroppo alla sua portata.
[... già, seconda categoria... per quanto, specie nel "caso Antigua", notassi l' uso ossessivo dei... puntini di sospensione. Non saprei come chiamarli: nell' horror ci sono inconfondibili musichette che adombrano un crimine terribile, nell' inchiesta giornalistica italiota ci sono... i puntini di sospensione (li ha inventati Lucarelli). Solo che nell' horror prima o poi la musica collassa e noi saltiamo sulla sedia, mentre l' inchiesta italiota punta tutto e solo sul presentimento dell' informato... uno stress nervoso privo di catarsi]
Ora pare proprio che Ostellino ci inviti a prendere in considerazione lo spostamento della Gabanelli nella prima categoria, la più infamante.
Un' inchiesta giornalistica sulla villa all' estero di un uomo politico, che appuri, e lo dica, che l' ha comprata attraverso una legale società off shore, ma esportando illegalmente valuta, è un servizio all' opinione pubblica, che è giusto sappia di che pasta sono fatti i suoi rappresentanti. Guardare nelle tasche dei potenti, e denunciarne le eventuali illegalità, fa bene alla democrazia. Un' inchiesta giornalistica sulla villa all' estero di un uomo politico - che dica il falso, sostenendo che l' ha comprata esportando illegalmente valuta, per comprometterlo agli occhi dell' opinione pubblica - risponde all' interessato, se questi fa querela, davanti a un tribunale. Non è giornalismo, bensì propaganda politica, della quale il giornalista risponderà ai suoi lettori o telespettatori, che, da quel momento, saranno legittimati a non comprare più il giornale o non guardare la trasmissione televisiva sui quali è comparsa. Un' inchiesta giornalistica sulla villa di un uomo politico, che ne parli (solo) come oggetto in sé di pettegolezzo - allo scopo di suscitare nell' opinione pubblica «invidia sociale» e indurla alla riprovazione per l' esibizione di ricchezza - è un espediente demagogico per prendersela con i ricchi. Se l' inchiesta trascura, lasciandolo nel vago, come l' uomo politico l' ha comprata - inducendo l' opinione pubblica contraria a farne, senza prove, motivo di delegittimazione dell' uomo politico - è una mezza inchiesta. Siamo nel cattivo giornalismo, che la trascuratezza sia voluta o casuale.
Anche ad un osservatore distratto come me non sfugge la partigianeria della giornalista Gabanelli.
Fin qui nulla di male, gli imparziali sono di solito scipiti, i faziosi hanno una bella scorta di sale e spesso ne fanno un uso sapiente.
Oltretutto per lei lasciavo volentieri aperta una possibilità di salvezza, ovvero: c' è chi conduce in modo fazioso l' inchiesta che decide di condurre, c' è chi si limita a scegliere faziosamente l' inchiesta da condurre e c' è poi chi conduce le proprie inchieste fziose senza pretendere che siano le vittime a stipendiarlo.
Con beneficio d' inventario, e vista la superficialità delle mie visioni, lasciavo la Gabanelli nella seconda categoria, quella che racchiude i "faziosi" per tenerli al riparo dal contagio dei "faziosi impuniti", la prima categoria. Quanto alla terza, i faziosi a cui levare il cappello, non era purtroppo alla sua portata.
[... già, seconda categoria... per quanto, specie nel "caso Antigua", notassi l' uso ossessivo dei... puntini di sospensione. Non saprei come chiamarli: nell' horror ci sono inconfondibili musichette che adombrano un crimine terribile, nell' inchiesta giornalistica italiota ci sono... i puntini di sospensione (li ha inventati Lucarelli). Solo che nell' horror prima o poi la musica collassa e noi saltiamo sulla sedia, mentre l' inchiesta italiota punta tutto e solo sul presentimento dell' informato... uno stress nervoso privo di catarsi]
Ora pare proprio che Ostellino ci inviti a prendere in considerazione lo spostamento della Gabanelli nella prima categoria, la più infamante.
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